martedì 12 maggio 2015

Perdenti e vincitori quando si stampa denaro

Il veleno insito nella stampante monetaria in mano ad un politburo di burocrati è quanto di più pericoloso si possa immaginare in campo economico. Se date un'occhiata ai principali paesi del mondo, scoprirete che in un modo o nell'altro le loro banche centrali si sono impegnate in un qualche programma d'allentamento monetario e relativo acquisto di bond o altri asset. Una volta che si è intervenuti nei mercati non c'è più possibilità di tornare indietro, e se si vuole mantenere in piedi la struttura clientelare che si è venuta a creare gli interventi centrali devono farsi più accentuati ed insistenti. Tenendo i tassi d'interesse artificialmente bassi, le banche centrali hanno impossibilitato il mercato ad avviare un percorso auto-pulente da tutti quegli errori economici commessi durante i periodi d'esuberanza. Ciò significa tenere in vita degli zombi, attori economici e imprese, in grado di erodere progressivamente la linfa vitale del tessuto economico: i risparmi reali. Di conseguenza viene permesso di sopravvivere ad entità insolventi che continuano a rifornire il mercato di beni che nessuno vuole. Un esempio lo possiamo ritrovare nel recente boom dell'olio di scisto. Diminuendo artificialmente i costi di finanziamento e scatenando una caccia per rendimenti decenti, la FED sta permettendo ad alcune aziende che operano in questo campo di continuare a vivere alimentando quella stessa offerta che ora sta facendo calare il prezzo e che le sta uccidendo dal punto di vista finanziario. In sintesi, abbassando il costo dei finanziamenti il QE ha abbassato artificialmente il rischio di default. Potete visualizzare questo processo cliccando su questa immagine. Quando si dice... "conseguenze non volute".
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di Jörg Guido Hülsmann


[Questo articolo è tratto dal Capitolo 11 del libro, The Fed at 100: A Critical View on the Federal Reserve System.]


Qualsiasi riflessione seria sul tema in analisi deve tenere fortemente in considerazione che la produzione di denaro non porta a cambiamenti uniformi e simultanei. Un aumento dell'offerta di moneta tende a causare un aumento del livello dei prezzi monetari, ma i singoli prezzi cambiano in diversi punti nel tempo e ognuno in misura diversa (es. effetto Cantillon).

Di conseguenza la produzione di denaro crea vincitori e perdenti. I vincitori sono coloro che possono utilizzare per primi la nuova moneta, perché in questo punto nel tempo i prezzi monetari degli altri beni sono ancora relativamente bassi. A causa di queste spese, i prezzi e i redditi aumentano gradualmente e in questo modo la nuova moneta si diffonde nell'economia più ampia.

I perdenti in questo processo sono quelli che la ricevono solo più tardi — o per niente. Questo perché sono già costretti a pagare prezzi più elevati, venuti in essere dall'aumento della spesa monetaria di coloro che hanno ricevuto la nuova moneta per primi.

A rigor di termini, questo effetto distributivo è indipendente dalla questione se il denaro di nuova creazione sia stato effettivamente speso e se tale spesa andrà a costituire eventuali modifiche dei prezzi. Ad esempio, negli ultimi cinque anni la FED ha ripetutamente aumentato la base monetaria, mentre l'impatto sul livello dei prezzi è rimasto piuttosto moderato.

Tuttavia questo aumento della base monetaria ha rappresentato una grande ridistribuzione, perché alcuni attori di mercato hanno ricevuto grandi quantità di un tipo di denaro qualitativamente migliore (base monetaria), mentre l'offerta complessiva di denaro (compresi i mezzi fiduciari creati dalle banche commerciali) e il livello dei prezzi, è rimasto relativamente stabile.

Per analogia, si pensi al croupier in un casinò che proprio all'inizio di una partita di poker dà alcuni assi ad uno dei giocatori. Il gioco non è ancora cominciato, e nonostante tutti i giocatori abbiano lo stesso numero di carte, c'è un giocatore che è già in vantaggio.

Abbiamo la stessa situazione qui. L'offerta complessiva di denaro non è stata aumentata e quindi il livello dei prezzi non è ancora aumentato, ma alcuni attori di mercato hanno migliorato, in termini relativi, la loro posizione.

Gli effetti distributivi della produzione di denaro esistono in ogni ordine monetario. Tuttavia, nel caso di un ordine naturale a base d'argento e oro, l'impatto distributivo della produzione di denaro è fortemente limitato, perché tale produzione è molto limitata a causa dei suoi costi elevati.

La situazione è completamente diversa nel nostro sistema monetario fiat. La produzione di denaro è spinta ben oltre il livello che raggiungerebbe in un libero mercato. Di conseguenza provoca una ridistribuzione del reddito e della ricchezza ben oltre quella che ci si aspetterebbe in un libero mercato.

Alcuni economisti non sono d'accordo e sostengono quanto segue: nei nostri sistemi monetari contemporanei, il denaro viene prodotto sotto forma di credito. Le banche centrali e le banche commerciali non estraggono soldi dalla terra e li spendono; creano denaro creando credito. In questo caso non fa differenza chi riceverà per primo la nuova moneta, il beneficiario è tanto ricco quanto lo era prima. Dopo tutto, la nuova moneta è stata prestata, non data.

Anzi la ricchezza lorda del beneficiario aumenta, ma i suoi debiti ora salgono nella stessa misura. Ad esempio, se Jones accende un prestito da un milione di dollari per comprare una casa, la sua ricchezza netta non aumenterà di un centesimo. E' vero che la sua ricchezza lorda è ora maggiore, ma i suoi debiti sono aumentati di un milione.

Fin qui tutto bene. Tuttavia, anche se prestiamo la dovuta attenzione alla differenza tra ricchezza lorda e netta, rimane il fatto che non fa differenza se Jones ottiene la casa grazie alla creazione di moneta. La differenza è che Jones ora vive nella casa, la quale, senza la creazione di moneta, sarebbe stata venduta a qualcun altro ad un prezzo inferiore. Ora può vivere lì con la sua famiglia.

Se guardiamo al finanziamento delle imprese, l'impatto è ancora maggiore. Anche in questo caso è vero che la creazione di moneta non porta necessariamente a modifiche delle fortune nette dell'azienda, ma influenza il tipo di prodotti che oggi entrano nel mercato.

Prestiti ad un produttore di scarpe da uomo gli permetteranno di realizzare i suoi progetti. Grazie al prestito potrà pagare salari più elevati e permettersi prezzi più elevati per la pelle rispetto, ad esempio, ai produttori di borse da donna. La produzione di calzature si espanderà mentre la produzione di borse ristagnerà o si restringerà. Gli amanti delle scarpe avranno a disposizione una produzione maggiore a differenza degli amanti delle borse.

Quindi la nostra conclusione è confermata: la produzione di denaro colpisce sempre la distribuzione dei redditi reali. Coloro che utilizzano per primi il denaro di nuova creazione vincono, gli ultimi perdono.

Saluti,


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


6 commenti:

  1. Il fiatmoney ha amplificato il clientelismo che è sempre esistito.
    Questo meccanismo è la base della sperequazione che è stata amplificata in modo esponenziale dal fiatmoney.
    Tutte le altre spiegazioni politicofinanziarie sono sbagliate. Alcune per ignoranza, le altre per convenienza.

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  2. l inflazione oggi è l ultimo tra gli effetti dell effetto cantillon. dopo ci ci addentra meglio: viene in considerazione sia l effetto sulla produzione, sia quello sulla singola persona. per forza poi si arriva a parlare di eguale accesso al credito e collettivizzazione dello stesso. tanto più che la risposta che "la moneta è prestata" è quindi aumenta anche il debito è fasulla per un terzo e molto più grave motivo. giuridico e non economico (certamente con conseguenze economiche): la collettivizzazione del debito da emissione in caso di insolvenza, e l appropriazione della moneta emessa da soggetto diverso dal prenditore formalmente responsabile attraverso lo schermo di personalità giudica tra prenditore formale e sostanziale. in estrema semplificazione: la società prende 1 ml a mutuo, la società paga l AD (non necessariamente un gran lavoratore) 1 ml. la società fallisce, l AD si tiene i suoi soldi, la società fallisce, il credito bancario insolvente (di contro al credito bancario dell AD) si monetizza, o si fa il bail-out, bail in su altri correntisti etc etc. Poi, su ogni movimentazione ci sta il pizzo (tasse). immaginatelo nella complessità estrema del diritto societario e finanziario, e nella quantità enorme di denaro creato, e si capisce perché il circo barnum non ha più la fama di una volta: offre spettacoli molto meno strani dell attuale sistema finanziario.

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    1. Grande gdb!

      L'unica speranza è che quell'AD fosse arrivato li per meriti professionali e non per appartenenza politica o matrimonio con la figlia del titolare o altra forma di privilegio scorciatoia. ;)

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    2. Salve!
      Concordo con GDB.

      Anche ammettendo che il QE sia "prestito", e non "invenzione", l'effetto distorsivo viene causato dalla possibilità che i soggetti vicino alla stampante di "possedere" anche senza esserne proprietari o risultando indebitati, una gran massa di fattori produttivi che determinano una distorsione (posso produrre di più senza alcun merito particolare tributato dalla massa della mia clientela, ma solo perché il capo area di Unicredit Leasing ha un bonus se raggiunge l'obiettivo di erogato a clientela con - sic! - "rating elevato"...; in tali casi, l'effetto distorsivo risulta amplificato se la produzione genera beni che a loro volta sono destinatari di incentivi pubblici: vedasi a tal riguardo la bolla del fotovoltaico italiani).

      Discorso analogo sulle distorsioni che l'accesso al credito determina nei mercati finanziari: come dimenticare il mitico Ricucci che scalava giornali dando in garanzia le azioni che comprava, azioni il cui valore aumentava proprio perché l'ex odontotecnico di Zagarolo (già genero diletto del banchiere Imperatori...) continuava a comprarle...

      In altre parole: è il possesso di fattori competitivi a prescindere dal riconoscimento del mercato, che crea effetti distorsivi, indifferentemente se a tale possesso si accompagna la proprietà o risultino gravati da debiti.

      Mi permetto di aggiungere come l'ingiustizia dal 1 gennaio 2016 non si limiterà ad una generica collettivizzazione delle perdite del sistema bancario in danno delle finanze pubbliche (certo, dannosissima: ma che non viene subito avvertita dalla popolazione, e che fa parte della metodologia "metto-polvere-sotto-tappeto-che-tanto-signò-non-controlla). La regola del "bail in", infatti, comporterà la tosatura di obbligazionisti e, possibilmente, anche di depositanti.

      Quindi l'effetto finale del "denaro prestato ma non creato" sarà quello di falcidiare chi il denaro pensavo di poterlo tutelare presso le banche: e dire che se uno dei venticinque lettori di questo blog si presentasse in banca tentando di impossessarsi dei soldi dei correntisti, lo accuserebbero di rapina...

      (Mai salire a bordo dell'autobus se l'autista è palesemente ubriaco...)

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    3. Ciao a tutti.

      Il commento di gdb unito a quello di Salvatore risultano privi di difetti. Vi espongo la mia opinione solo in merito alla linea di confine tra capitalismo clientelare (alimentato dalle banche centrali) e cercatori di rendite: è sottilissima. Al giorno d'oggi è difficile distinguere dove inizia l'una e finisce l'altra. Con l'avvento dell'ingegneria finanziaria, il confine si è assottigliato ulteriormente. Guardate ad esempio come la BNS, dopo aver abbandonato (ufficialmente, ma non ufficiosamente) il peg con l'euro, si sia rivolta al mercato azionario per continuare il suo QE + ZIRP. Oltre alla Apple date un'occhiata anche agli altri possedimenti azionari nel bilancio della BNS. Guardate le aziende:

      1. Guess Who Owns $1.1 Billion In Apple Stock.
      2. "Mystery" Buyer Of Stocks In The First Quarter Has Been Identified.

      E' diventata ormai una grande partita di giro. La merce più commerciata sui mercati non è né il denaro fiat né l'oro, ne i bond statali. La "merce" più commerciata al giorno d'oggi è la fiducia. Sin dal 2008 è stata pensatemente inflazionata. Anch'essa è soggetta ad un'iperinflazione. Quando non verrà più accettata al suo valore nominale, quello decretato dal full faith and credit, non ci sarà ingegneria finanziaria che reggerà. Lo sappiamo noi Austriaci. Lo sanno anche i pianificatori centrali: Fed said to have emergency plan to intervene if U.S. defaulted on debt.

      C'entrerà qualcosa il fatto che il debito di Chicago è stato marchiato come spazzatura da Moody's? E' semplicemente troppo tardi. I pianificatori centrali si sono spinti troppo oltre. Le leggi dell'economia faranno il loro corso.

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    4. Caro Francesco,
      non tremo tanto al pensiero di un default del debito USA: quanto all'idea che questo darà alla FED l'occasione per mettere in atto addirittura un piano di emergenza... Ho letto l'articolo che hai linkato, ed a questo punto, proporrei come soluzione di grande respiro l'assunzione di tutti i piromani tra le file dei pompieri...

      Quanto alla linea di confine tra capitalismo clientelare e cercatori di rendite che sopra hai tracciato: per restare all'Italia, proviamo a leggere secondo quest'ottica il tentativo di controllo sul sistema di credito cooperativo (qui: http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2015-04-08/bcc-riforma-mediazione-finale-063850.shtml). Ogni governo cerca di trovare soluzioni giuridiche perché i propri diktat in ambito finanziario vengano messi in pratica il prima possibile, e quindi ogni spazio di autonomia per quanto "relativamente virtuoso" (molto meglio il sistema delle BCC che MPS, per quanto la comparazione venga tra banche...) va compresso, anzi: soppresso.

      Questi tentativi di controllo - non solo in Italia - lasciano trasparire la soluzione: compensare i debiti creati dalle banche con i depositi dei risparmiatori, virtuosi e non... (qui i dati al 31.12.2004 su raccolta e impieghi bancari https://goo.gl/UxbmdD carica lentamente, ma che volete: è la Banca d'Italia ed il loro sistema informativo costerà nemmeno 10 meuro annui...).

      Riforme bancarie, rafforzamento patrimoniale delle banche e concentrazione, limiti al contante, lotta all'evasione, esplosione del debito pubblico: sembrano tutte la pagine di un apolicattico libro "Goodbye risparmi". E l'aria che tira è quella di "tagli lineari" (della serie, tutti perdono 100k e vivrete felici e contenti): ma anche fossero proporzionali mica cambierebbe molto (se ho 100 Meuro e ne perdo la metà è grave ma non puoi di fame; se ho 100k e ne perdo la metà dovrò lavorare fino all'ultimo dei miei giorni, salute permettendo).

      Caro Francesco, mi sa che si avvicina il tempo per qualche altro post sugli IME: non foss'altro per capire se esiste un'alternativa a tenere i contanti a casa, come provano a fare saggiamente un po' di greci (http://www.investireoggi.it/economia/la-grecia-teme-il-fallimento-delle-banche-esplodono-i-contanti-e-i-ritiri-dei-depositi/).

      Oppure valutare se fare una banca anche noi venticinque lettori di questo blog: e concedere credito illimitato solo a chi dimostra di essere di genuina fede libertaria e promette solennemente di usare i soldi ricevuti a sbafo per non alternare il mercato... :-)

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