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di Gary North
A partire dal 2001 il dottor Kurt Richebächer iniziò a descrivere nella sua newsletter mensile il destino che attendeva i mercati dei capitali, ovvero, l'espansione monetaria delle banche centrali di tutto il mondo li avrebbe distrutti.
In ognuna delle sue newsletter ritornava su questo tema. In ognuna avvertiva di come ci sarebbe stata una recessione devastante e un collasso dei mercati dei capitali. Il problema è questo: nonostante le sue analisi fossero fondate, tema dopo tema, sono diventate noiose. Era sempre la stessa vecchia storia, più e più volte. Avrebbe parlato della cattiva allocazione del capitale e poi nella newsletter successiva avrebbe parlato di un altro aspetto. Ed è andato avanti così.
E' morto all'età di 88 anni il 24 agosto del 2007. Il dicembre successivo la recessione colpì gli Stati Uniti. Per tutto il 2008 le grandi banche e le case finanziarie traballarono, e il momento clou arrivò con il fallimento della Lehman Brothers nel settembre 2008. Nel 2009 era chiaro a tutti che quella era la peggiore recessione dell'era post-seconda guerra mondiale.
Non è vissuto abbastanza a lungo da vedere i frutti delle sue previsioni. Ha avuto ragione per tutto il tempo, ma quando era in vita sembrava come se i suoi avvertimenti non si sarebbero mai avverati. Non è vissuto abbastanza a lungo da poter assaporare la soddisfazione delle sue previsioni. Non è vissuto abbastanza a lungo da vedere l'esito di quel processo contro il quale aveva inveito per sei anni.
Il suo problema è ora il problema di David Stockman. Stockman sta facendo la stessa cosa. Parla della cattiva allocazione del capitale, non una volta al mese, ma ogni giorno. Scrive articoli lunghi e dettagliati su questo tema. E' ben informato sui dettagli dei mercati finanziari ed è un Austriaco quando parla degli effetti dell'espansione monetaria delle banche centrali e commerciali. Capisce la teoria monetaria del ciclo economico di Ludwig von Mises. Non solo la capisce, ma ci crede fermamente. Non solo ci crede, ma la mette in pratica. Non solo la mette in pratica, ma trova riferimenti nel mondo attuale.
Non voglio dire che gli scritti di Stockman siano noiosi. E' uno scrittore vivace. Ma il suo tema è lo stesso, giorno dopo giorno: la cattiva allocazione del capitale a seguito dell'espansione monetaria della banca centrale. Guarda un mercato. Poi ne guarda un altro. Vede lo stesso modello. Continua a tornare sullo stesso messaggio, che è questo: l'inflazione della banca centrale e la riserva frazionaria delle banche commerciali allocano malamente il capitale, e quando il processo infine cesserà, ci sarà un crash.
Non ho dubbi sul fatto che abbia ragione. Anch'io la vedo più o meno allo stesso modo. Ma il problema di Stockman era il problema di Richebächer. La gente è stanca di sentire la stessa vecchia storia, nonostante il fatto che sia giusta.
Stockman non si trova più negli anni '80. A meno che non ci sia un evento irreversibile statisticamente anomalo, vedrà convalidate le sue predizioni nei mercati dei capitali. Non morirà quattro mesi prima che i mercati dei capitali comincieranno a collassare, come è accaduto nel dicembre 2007.
Il problema che deve affrontare è questo: la sindrome cinese. Il governo centrale cinese, gestito da burocrati comunisti, è stato in grado di mantenere un periodo di crescita economica senza precedenti sin dal 1979. Se il governo comunista non avesse avuto una banca centrale e se non avesse avuto banche statali, ma avesse semplicemente fatto affidamento su uno standard monetario aureo, il tasso di crescita economica sarebbe stato più lento ma ora la nazione non sarebbe minacciata da un bust. Non ci sarebbero le città vuote. Non ci sarebbero le autostrade verso il nulla. Non ci sarebbe un gran numero di persone che vive in aree urbane e che dipende totalmente dalla capacità della banca centrale di sostenere il boom economico mediante infusioni senza fine di denaro fiat.
A TIGER BY THE TAIL
Nel 1972 F. A. Hayek descrisse questo processo come "una tigre tenuta per la coda". Potete leggere questo libro qui. Oggi il mondo sta cavalcando delle tigri. In tutto il mondo le banche centrali hanno ampliato le varie offerte di denaro, cosa che ha innescato un boom in ogni nazione. Le banche centrali non possono smontare dalla schiena della tigre, né possiamo noi. Non possiamo scendere senza essere dilaniati dagli artigli della tigre.
All'epoca in cui venne pubblicato il libro, Hayek aveva scritto su questo argomento per quattro decenni. Cominciò nei primi anni '30. Oggi il suo avvertimento è ancora più rilevante, ma sono ormai passati 85 anni da quando ha iniziato a scrivere su questo tema. Ecco quello che scrisse nel 1960 nel suo classico, The Constitution of Liberty.
Una banca centrale può esercitare solo un controllo indiretto, e quindi limitato, su tutti i mezzi di circolazione. Il suo potere si basa principalmente sulla minaccia di non fornire liquidità quando è necessaria. Ma allo stesso tempo, viene considerato il suo dovere non rifiutare di fornire questa liquidità quando necessaria. E' questo il problema, piuttosto che gli effetti generali della politica sui prezzi o il valore del denaro, che preoccupa necessariamente il banchiere centrale nelle sue azioni giornaliere. E' un compito che richiede alla banca centrale una continua prevenzione o una neutralizzazione degli sviluppi nel campo del credito, per i quali delle semplici regole non possono fornire indicazioni sufficienti.
Questo è quello che stiamo vedendo oggi in Europa. Lo vedremo di nuovo negli Stati Uniti entro i prossimi 18-24 mesi, perché la Federal Reserve ha cessato di monetizzare il debito federale. Ha concluso il QE3. Possiamo essere certi che ci sarà un QE4.
L'entità della recessione nel 2008 e nel 2009 è stata sufficiente da catturare l'attenzione di tutto il mondo. L'espansione della base monetaria USA dopo il 2008 è stata più grande di quanto finora visto nella storia degli Stati Uniti. Questo è quello che ci voleva per salvare le varie banche e le compagnie d'assicurazione che avevano messo a rischio il capitale degli investitori. Avevano preso in prestito a breve e prestato a lungo termine: carry trade. Oggi questo carry trade è sfruttato fino all'osso. Con i tassi d'interesse a breve termine quasi a zero, vengono costruite grandi fortune attraverso investimenti a leva in obbligazioni che pagano il 3% o più. Ma ad un certo punto questo spread si inverte sempre. Si chiama curva dei rendimenti invertita. Le grandi fortune si trasformeranno in grandi perdite. Potete contarci. Preparatevi.
CONCLUSIONE
Ludwig von Mises ha sviluppato la teoria monetaria del ciclo economico. La comunità accademica ha ignorato questa teoria dal 1912 fino alla sua morte nel 1973. Essa ha preferito la spiegazione di Keynes, la quale giustificava i deficit pubblici e la contraffazione delle banche centrali. Il mondo è ora intrappolato nella versione keynesiana di questi cicli di boom-bust, che invece la teoria di Mises spiega e potrebbe eliminare se venissero abolite le banche centrali e la riserva frazionaria autorizzata dallo stato.
Per sei anni Richebächer ha scritto pezzi che si basavano sulla teoria di Mises. Aveva ragione, ma non è vissuto abbastanza a lungo da vedere quanto avesse ragione.
Questo è il problema di quelle persone che capiscono la teoria Austriaca del ciclo economico. Sanno cosa sta per accadere; raramente sanno quando. Ma quando accade, proprio come hanno previsto, non ottengono nessun credito, perché i loro avvertimenti sono stati visti da pochi e presi sul serio da ancora meno.
Quindi noi Austriaci aspettiamo il nostro tempo. Lanciamo i nostri avvertimenti e aspettiamo il loro inevitabile avveramento. Poi facciamo quello che possiamo per ricordare al pubblico che l'avevamo visto arrivare, sapevamo come e perché. Questo è il meglio che chiunque possa fare nell'era di Keynes.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/
"Poi facciamo quello che possiamo per ricordare al pubblico che l'avevamo visto arrivare, sapevamo come e perché."
RispondiEliminaOttimo modo per crearsi ulteriori nemici.
Quando un uomo fallisce non vuole sentirsi dire il dove e il come, piuttosto il quando (senza il come) riavrà quello che era suo.
Riccardo Giuliani
Non conta quanti seguono quel che dici ma chi ti segue.
RispondiEliminaAll'aggregato collettività non interessa nulla delle mie scelte individuali. A me individuo non interessa nulla delle conseguenze per quelli che si pensano come collettività. Alla gente piacciono gli incentivi, non gli avvertimenti.
Il problema delle cassandre resta sempre lo stesso. E chissene!
È presunzione voler avere un seguito ampio. Si rischia di finire in bolla. Meglio pochi ma buoni.
Fai quel che devi, accada quel che può.
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