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giovedì 30 aprile 2015
Perché è importante che il dollaro sia la valuta di riserva mondiale?
di Patrick Barron
Quando definiamo il dollaro "valuta di riserva", lo facciamo in riferimento al suo utilizzo da parte di altri paesi per saldare conti commerciali internazionali. Ad esempio, se il Canada acquista merci dalla Cina, quest'ultima potrebbe preferire un pagamento in dollari USA invece che in dollari canadesi. Il dollaro USA è la valuta più "commerciabile" a livello internazionale, il che significa che la maggior parte dei paesi lo accetta in pagamento, per cui la Cina può usare i suoi dollari per acquistare beni da altri paesi, non solo dagli Stati Uniti. Tale non è il caso per il dollaro canadese, e la Cina dovrebbe detenere dollari canadesi fino a quando non troverebbe qualcosa da comprare dal Canada. Moltiplicate questo scenario per tutti i paesi del mondo che stampano la propria valuta, scoprirete che senza una valuta ampiamente accettata in tutto il mondo il commercio internazionale rallenterebbe e diventerebbe più costoso. L'effetto sarebbe simile a quello di erigere barriere commerciali, come ad esempio il famigerato Smoot-Hawley Tariff del 1930 che acuì la Grande Depressione.
Ci sono molti che tracciano un collegamento tra il crollo del commercio internazionale e la guerra. Il grande economista francese Frédéric Bastiat disse che "quando le merci non attraversano le frontiere, lo fanno i soldati." Nessuna nazione può raggiungere uno standard di vita dignitoso con un'economia completamente autarchica, cioè completamente autosufficiente in tutte le cose. Se non è possibile acquisire i beni di cui si ha bisogno, ci si sente costretti ad invadere i propri vicini per derubarli. Così, una valuta accettata quasi universalmente può essere vitale sia per la pace nel mondo sia per la prosperità mondiale.
Cosa Significa Veramente “Valuta di Riserva”
Tuttavia le fondamenta da cui deriva il concetto "valuta di riserva" non esistono più. In origine il termine "riserva" si riferiva al fatto che la valuta poteva essere riscattata in cambio di una merce, di solito l'oro, ad un rapporto di cambio fisso. La prima valuta di riserva globale fu la sterlina britannica. Poiché la sterlina era "buona come l'oro", molti Paesi trovarono più conveniente detenere sterline piuttosto che l'oro stesso durante l'era del gold standard. Le grandi nazioni commerciali del mondo saldavano i loro scambi in oro, ma accettavano anche sterline, fiduciosi che la Banca d'Inghilterra avrebbe consegnato su richiesta il metallo giallo ad un tasso di cambio fisso. Verso la fine della seconda guerra mondiale, il dollaro USA acquisì questo status attraverso l'accordo di Bretton Woods. Gli Stati Uniti facevano la parte del leone in quanto a possedimenti d'oro, diventando "l'arsenale della democrazia" ancor prima dell'entrata in guerra degli alleati. (Ancora oggi gli Stati Uniti possiedono più oro di qualunque altro Paese, con le loro 8,133.5 tonnellate scaraventano al secondo posto le 3,384.2 tonnellate della Germania.)
Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) venne istituito con il preciso scopo di monitorare le azioni della Federal Reserve, garantendo che non avrebbe inflazionato il dollaro e che sarebbe sempre stata pronta a scambiare dollari in oro a $35 l'oncia. I Paesi avevano, quindi, fiducia che i dollari in loro possesso erano tanto "buoni come l'oro", come lo era stata la sterlina inglese tempo prima.
L'Avvento della Valuta di Riserva Fiat
Tuttavia la FED non ha mantenuto il suo impegno preso a Bretton Woods e il Fondo Monetario Internazionale non ha cercato di costringerla a detenere abbastanza oro da onorare il rimborso della valuta in circolazione a $35 l'oncia. Durante gli anni '60 gli Stati Uniti finanziarono la guerra in Vietnam e la guerra alla povertà con denaro stampato. Il volume di dollari in circolazione superò la capacità degli Stati Uniti di rimborsarli a $35 l'oncia. La FED venne chiamata a renderne conto alla fine degli anni '60, dapprima dalla Banca di Francia e poi anche da altre.
Le banche centrali di tutto il mondo, disposte a possedere dollari piuttosto che oro, temevano che gli Stati Uniti non avessero riserve auree sufficienti per onorare il rimborso dei dollari. La margin call della Francia alla FED fece ridurre drasticamente le riserve auree degli Stati Uniti, da oltre 20,000 tonnellate nel 1958 a poco più di 8,000 tonnellate nel 1970. Questi rimborsi avvenivano ad un ritmo talmente frenetico che gli Stati Uniti si ritrovarono di fronte ad un bivio: o lasciare che il dollaro si rivalutasse, o abrogare le proprie responsabilità di rimborsare i dollari in oro. Per loro eterna vergogna, gli Stati Uniti scelsero quest'ultima strada e "uscirono dal gold standard" nel settembre del 1971. (In quell'anno gli Stati Uniti avrebbero dovuto svalutare il dollaro da $35 l'oncia a $400 l'oncia per avere scorte d'oro sufficienti e rimborsare coloro che lo richiedevano.) Tuttavia il dollaro si trovava ancora nelle mani di grandi nazioni, poiché serviva ancora a saldare i conti commerciali internazionali. Non c'era altra valuta che potesse competere col dollaro, nonostante il fatto che fosse "slegato" dall'oro.
Perché il Dollaro Ha Continuato ad Essere una Valuta di Riserva
Esistono due caratteristiche affinché una valuta possa essere considerata utile nel commercio internazionale: viene emessa da una grande nazione commerciale e conserva il suo valore nel tempo. Questi due fattori creano una domanda per una valuta di riserva. Anche se il dollaro veniva inflazionato dalla FED, perdendo così il suo valore nei confronti di altre materie prime nel corso del tempo, non c'era concorrenza. Il marco tedesco riuscì a conservare meglio il suo valore, ma l'economia tedesca e il suo commercio erano una frazione di quella degli Stati Uniti, il che significa che i titolari di marchi avrebbero trovato meno cose da comprare in Germania rispetto ai possessori di dollari negli Stati Uniti. Quindi la domanda per il marco era inferiore alla domanda per il dollaro. Naturalmente anche i fattori psicologici sono entrati nella domanda di dollari, dal momento che gli Stati Uniti erano il protettore militare di tutte le nazioni occidentali contro i paesi comunisti.
Oggi stiamo vedendo l'inizio di un cambiamento. La FED ha inflazionato il dollaro a tutto spiano, riducendone il potere d'acquisto e stimolando le grandi nazioni commerciali del mondo ad utilizzare altre valute migliori. Questo è importante, perché una perdita di domanda per il possesso del dollaro come valuta di riserva significa che migliaia di miliardi di dollari detenuti all'estero potrebbero rifluire negli Stati Uniti, causando o inflazione, o recessione, o entrambe le cose. Ad esempio, la quota globale di dollari detenuti dalle banche centrali è attualmente il 62%, per lo più sotto forma di debito del Tesoro americano. (Le banche centrali detengono debito fruttifero del Tesoro USA piuttosto che i dollari stessi.) Le partecipazioni estere al debito degli Stati Uniti sono attualmente $6,154 miliardi. Confrontate questa cifra con la base monetaria degli Stati Uniti: $3,839 miliardi.
Qualora la domanda estera dovesse diminuire la quota di asset denominati in dollari, il Tesoro USA potrebbe finanziarne la rimborsabilità in soli tre modi. Gli Stati Uniti potrebbero aumentare le tasse per rimborsare il debito detenuto all'estero; potrebbero alzare i tassi d'interesse per rifinanziare il loro debito detenuto all'estero; potrebbero semplicemente stampare denaro. Naturalmente potrebbero utilizzarli tutti e tre a vari livelli. Se gli Stati Uniti si rifiutassero di aumentare le tasse, o di aumentare i tassi d'interesse, e ripiegassero sulla stampa di denaro (lo scenario più probabile, a meno di un ripudio totale della dottrina keynesiana e l'adozione dell'economia Austriaca), la base monetaria aumenterebbe dello stesso ammontare dei rimborsi. Ad esempio, se la domanda di possedere asset denominati in dollari calasse del 50% ($3,077 miliardi) la base monetaria degli Stati Uniti dovrebbe aumentare del 75%, cosa che indubbiamente porterebbe ad un'inflazione dei prezzi molto elevata e a danni economici nazionali. Qui è in gioco il nostro standard di vita.
Quindi è nell'interesse di molti che il dollaro rimanga molto domandato in tutto il mondo come valuta di riserva. E' una cosa necessaria per evitare un'inflazione dei prezzi ed evitare che le imprese americane vengano caricate con un aumento dei costi se fossero costrette a saldare i loro conti d'importazione/esportazione in una valuta diversa dal dollaro.
Le Minacce allo Status Internazionale del Dollaro
Le minacce allo status di valuta di riserva arrivano dalle politiche della FED stessa. A mio parere, non c'è alcuna cospirazione messa in atto da altri Paesi per "attaccare" il dollaro. Tuttavia c'è una presa di coscienza da parte del resto del mondo: gli Stati Uniti stanno indebolendo il dollaro attraverso la ZIRP e il QE. Di conseguenza gli altri Paesi sono consapevoli di dover cercare un mezzo migliore per saldare i conti del commercio mondiale. Nonostante le politiche inflazionistiche della FED, un fattore che ha contribuito a sostenere la domanda del dollaro come valuta di riserva nel breve periodo è che anche le altre valute sono state inflazionate.
Ad esempio, il Giappone ha inflazionato lo yen in misura maggiore rispetto al dollaro nel suo folle tentativo di rilanciare la sua economia stagnante. Ora anche la Banca Centrale Europea avvierà un QE, nonostante le obiezioni della Germania. Le banche centrali di tutto il mondo sembrano sottoscrivere la convinzione erronea che aumentare l'offerta di moneta porterà prosperità senza la minaccia dell'inflazione. Ciò sfida la legge economica e la realtà economica. Non si può avere prosperità o ripresa stampando denaro. Aumentare l'offerta di moneta non potrà mai creare prosperità. Per di più, questa convinzione contiene un secondo errore: la spesa viene considerata il fondamento della prosperità piuttosto che il risparmio. Commettere questo errore significa mettere il carro davanti ai buoi.
Un terzo errore è credere che abbassare il valore di cambio della valuta nei confronti delle altre porterà ad una ripresa trainata dalle esportazioni, o ad un qualche sussulto economico che porterà ad una ripresa sostenibile. Non è così. Senza scavare troppo in profondità nella teoria economica Austriaca, vorrei solo sottolineare che la stampa di denaro sconvolge la struttura della produzione scombinando il "processo di price discovery" del capitalismo. Quando questo accade, il capitale è allocato in progetti che non verranno mai completati con profitto. Emergono bolle e le imprese vengono improvvisamente danneggiate in massa, distruggendo così le risorse scarse.
Possibili Scenari Futuri
Queste convinzioni erronee faranno perdere al dollaro il suo status di valuta di riserva a vantaggio del primo grande Paese commerciale che smetterà di inflazionare la sua valuta. Ci sono prove che la Cina capisca quello che c'è in gioco; ha aumentato le sue riserve d'oro e ha istituito controlli per impedire che l'oro di lasci la nazione. Se la seconda economia più grande del mondo e una delle più grandi nazioni commerciali del mondo legasse la sua moneta all'oro, la domanda di yuan aumenterebbe e la domanda di dollari diminuirebbe.
Oppure la lunga crisi in Europa potrebbe portare la Germania a lasciare la zona Euro e a reintrodurre il marco tedesco. Ho sempre sostenuto che la Germania sia in grado di farlo, cosa che senza dubbio rivelerebbe il marcio che c'è nell'euro, la valuta comune che ha saccheggiato metà dei Paesi del continente per finanziare i loro welfare state insostenibili. Il continente europeo al di fuori del Regno Unito potrebbe diventare una zona legata al marco tedesco, e quest'ultimo potrebbe sostituire il dollaro come valuta di riserva più importante del mondo.
Il problema di fondo, però, risiede nella capacità di stampare denaro fiat, la cui unica copertura è il potere coercitivo dello stato tramite le leggi del corso legale. Le banche centrali non sono altro che contraffattori legalizzati. La pressione di stampare denaro proviene dal mondo politico, il quale desidera sia la guerra sia il welfare state. Entrambe rappresentano attività che consumano capitale; non sono "investimenti" che possono garantire un rendimento.
In un ambiente con denaro sonante, dove l'offerta di moneta non può essere inflazionata, viene a galla la vera natura della guerra e del welfare state. La presenza del denaro sonante applica un limite naturale alla quantità di fondi che una società è disposta a dedicare a ciascuno. Ma in un contesto di denaro fiat, sia la guerra sia il welfare state possono espandersi nel breve periodo in modo incontrollato, perché le conseguenze negative si fanno sentire solo più tardi e il legame tra la spesa e il danno che arreca all'economia è poco conosciuto.
Il miglior antidoto è quello di abolire del tutto le banche centrali e consentire agli enti privati di impegnarsi nella produzione di denaro sotto la normativa della legge commerciale. Il denaro sonante sarebbe coperto al 100% da merci — oro, argento, ecc. Ogni produttore monetario che emetterebbe certificati di denaro o conti scritturali (conti correnti) in eccesso rispetto al loro rapporto di cambio con le merci sottostanti, sarebbe colpevole di frode e punibile secondo il diritto commerciale e penale, così come oggi vengono puniti i falsari. Sarebbe abolito il corso legale che vieta l'uso (in molti casi) di qualsiasi valuta diversa da quella approvata dallo stato, e sarebbe incoraggiata la produzione di valute concorrenti. Il mercato scoprirebbe le monete migliori e scaccerebbe quelle meno negoziabili.
Dobbiamo guardare al concetto di valuta di riserva in modo diverso, perché è importante. Dobbiamo considerare tale status come un privilegio e una responsabilità, e non come un'arma che possiamo usare contro il resto del mondo. Se aboliamo, o addirittura allentiamo, le leggi del corso legale e consentiamo al processo di price discovery di scoprire la moneta sonante migliore, se permettiamo che il nostro dollaro diventi la migliore valuta possibile — una valuta davvero sonante — allora le possibilità di una crescita personale e collettiva saranno notevolmente aumentate.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/
Si riferisce alle guerre a quanto detto da uno dei Rocthild?
RispondiEliminalibertari che amano i kibbutz
RispondiEliminahttp://www.trentinolibero.it/magazine/trentino-magazine/esteri/8698-la-moneta-di-cui-abbiamo-bisogno.html
Ciao gdb.
EliminaQuesti tipi strambi decantano sempre le stesse parole chiave. Poi ovviamente "i media tengono tutto nascosto". :)
Il Simec e il suo valore indotto hanno creato parecchi danni celebrali...
Nessun potere si priverà mai della possibilità di creare e gestire il mezzo di scambio da lui imposto.
RispondiEliminaNon ci credo allo yuan goldbacked. Non conviene all'elite cinese, come a nessuna altra elite al potere.
Al tempo degli statalismi sovranazionali, i vari fiatmoney che si confrontano sono solo strumenti di potere, di potere politico. Sono powermoney ed il potere ha più volti, ma non infiniti. Se il softpower diminuisce, il vuoto vien riempito dall'hardpower che, a sua volta, può svariare dalla deterrenza alla prepotenza.