martedì 24 febbraio 2015
Lo stato: Un “contratto sociale” che nessuno ha mai firmato
di Bill Bonner
[Il seguente articolo è un estratto dal recente libro di Bill Bonner, Hormegeddon: How Too Much Of A Good Thing Leads To Disaster.]
Le persone capiscono il mondo solo attraverso le analogie. Gli accordi e i documenti del passato hanno suggerito una spiegazione sulla natura dello stato — che si trattasse di una specie di contratto "sociale". Ma un contratto "sociale" sta ad un vero e proprio contratto come una bambola gonfiabile sta ad una vera donna; in un certo senso potrebbe andar bene, ma non in quello essenziale.
Lo stato è espressione di rapporti di forza, in cui alcune persone cercano di dominare gli altri con la forza. Questi dominatori riuniscono gli "insider" in modo che possano assorbire denaro, potere e status rispetto alle altre persone, gli "outsider". Questo non è il modo in cui si stipulano i contratti.
Se si trattasse davvero di un contratto, che tipo di contratto sarebbe? Un contratto di servizi? Molte persone pensano che lo stato fornisce qualche servizio. Questo è vero, ma è incidentale. Gli stati spesso consegnano la posta, ma non devono. Sarebbero lo stesso stati, anche se non controllassero le Poste. E se non avessero un dipartimento dedicato alla pesca nelle acque interne, o un programma per promuovere l'autostima dei casellanti obesi?
Sarebbero ancora degli stati. Avrebbero ancora i loro elicotteri, i loro autisti e le loro note spese. Ma se non controllassero la polizia o l'esercito, sarebbero una cosa completamente diversa. I "contratti" scritti e le costituzioni sono particolari decorativi dello stato; la forza è la sua essenza.
Andrew Jackson lo comprese nel 1832, quando disse al presidente della Corte Suprema John Marshall di andare a quel paese dopo che quest'ultimo emise la sua sentenza in Worcester v. Georgia. "John Marshall ha preso la sua decisione", si dice che abbia detto Jackson, "ora lasciategliela imporre". Senza eserciti e forze di polizia, gli stati non sarebbero più stati.
Alla fine del XIX secolo, alle persone veniva chiesto cosa avrebbe potuto portare loro il nuovo secolo. Quasi tutti prevedevano uno stato più piccolo. Perché? Perché le persone stavano diventando molto più ricche e più istruite. Le persone che erano ricche e istruite potevano risolvere i loro problemi e organizzarsi per ottenere quei servizi che volevano. I pensatori dell'epoca affermavano che ci sarebbe stato un minore bisogno dello stato.
Non è andata in questo modo, perché quei pensatori hanno frainteso la vera natura dello stato: non è un'organizzazione che fornisce vantaggi e servizi sotto contratto. Mentre la società diventa più ricca, può permettersi più illusioni, più spettacoli, più ridistribuzione della ricchezza, una maggiore regolamentazione, tasse più alte e persone più improduttive. Gli insider prendono di più, perché c'è di più da prendere e perché gli outsider possono permettersi più sfruttamento. Non a caso gli stati sono cresciuti enormemente nel XX secolo.
Il "contratto sociale" è una frode. Non può esistere un contratto a meno che non ci siano due parti consapevoli. Esse devono accordarsi attraverso la soddisfazione dei propri desideri — un vero e proprio accordo su che cosa decideranno.
Non c'è mai stato un accordo per stabilire un "contratto sociale" con lo stato. L'accordo è coercitivo. E ora, immaginate di voler evadere da questo contratto. Potete semplicemente "stracciare il contratto"? Immaginate di voler rifiutare di pagare le tasse o declinare l'utilizzo dei servizi della TSA e di altri dipendenti pubblici. Quanto tempo passerà prima che finiate in carcere? Chiedetelo a Wesley Snipes; saprà rispondervi.
Che tipo di contratto è quello in cui c'è un dissenso e non lo si può abbandonare? Inoltre, che tipo di contratto è quello che prevede che una parte possa modificare unilateralmente i termini dell'accordo? Il Congresso approva nuove leggi quasi ogni giorno. La burocrazia emette nuovi editti. Il sistema fiscale è cambiato. La libbra di carne già ottenuta non era sufficiente; ora ne vogliono un chilo e mezzo!
Gli insider usano sempre lo stato per trasferire il potere e il denaro dagli outsider a sé stessi. Quando la ricchezza era facile da individuare e facile da controllare — cioè, quando era per lo più terra — una manciata di insider potevano tenerla per sé stessi. La gerarchia feudale diede a tutti un posto nel sistema, con gli insider all'apice. Ma poi arrivò la Rivoluzione Industriale e improvvisamente la ricchezza si stava accumulando al di fuori della struttura feudale. Le popolazioni crescevano troppo e diventavano sempre più irrequiete. Il vecchio regime cercò di tassare questo nuovo denaro, ma la nuova "borghesia" resistette. Anch'essa voleva essere un insider.
"No taxation without representation!" Gli outsider volevano far parte degli insider.
Non c'è mai un gruppo fisso di persone che ricopre sempre il ruolo di insider. Invece il gruppo degli insider ha una membrana porosa che lo separa dal resto della popolazione. Alcune persone entrano, altre sono espulse. Il gruppo aumenta di volume e si restringe. A volte una sconfitta militare o una rivoluzione portano al potere un nuovo gruppo di insider. Le elezioni, se presenti, vanno quindi a modificare la composizione di quel nucleo.
Ma il genio della moderna democrazia rappresentativa è che raggira le masse affinché credano di essere degli insider. Sono incoraggiate a votare e a credere che il loro voto conti davvero. In alcuni luoghi viene richiesto agli outsider di votare... richiesta avanzata dagli insider naturalmente
L'uomo comune ama pensare che egli sia il gestore delle cose. E paga questa illusione a caro prezzo. Dopo che gli insider lo inducono ad entrare nella cabina elettorale, le tasse salgono. In America, prima della guerra d'indipendenza e prima che andasse di moda il motto "No taxation without representation", il tax rate medio era meno del 3% o giù di lì. Ora, con la rappresentazione, lo stato spende circa un terzo del reddito nazionale. E se si vive in una giurisdizione ad alta tassazione, come Baltimora, la California o New York, le tasse federali, statali e locali arrivano fino al 50+% del reddito marginale.
In breve, gli insider si sono dati da fare. Hanno permesso ai bifolchi di illudersi di avere la solenne responsabilità di impostare il corso dello stato. E mentre erano abbagliati dal loro stesso potere... hanno messo le mani nelle loro tasche!
E non si sono fermati qui. Sotto re e imperatori, un soldato era un combattente a pagamento. Se era fortunato, la sua fazione avrebbe vinto e lui avrebbe saccheggiato e stuprato la città assediata. Però poche persone erano soldati, perché la società non era abbastanza ricca da permettersi grandi eserciti permanenti.
La Rivoluzione Industriale ha cambiato anche questo. Nel XX secolo i paesi sviluppati potevano permettersi il costo di mantenere costosi apparati militari, anche quando non c'era necessità di combattere. Ma l'uomo comune è stato fregato di nuovo: non solo doveva sostenere finanziariamente tale apparato, soggiogato dall'illusione del suo potere ha creduto che fosse un dovere patriottico difendere il potere degli insider! Non c'è da meravigliarsi se il sistema democratico moderno si sia diffuso in tutto il mondo. E' la miglior truffa in circolazione. Nulla può competervi.
Nel 1776 Adam Smith pubblicò il suo libro The Wealth of Nations, in cui sosteneva che il commercio e la produzione sono la fonte della ricchezza. Lo stato rappresenta un ostacolo e un costo in gran parte inutile. Il suo ruolo dovrebbe limitarsi, disse Smith, al far rispettare i contratti e a tutelare la proprietà privata. La scuola economica del laissez-faire ritiene che lo stato sia un "male necessario" da limitare il più possibile. Il "governo che governa meglio", come disse Jefferson, "è quello che governa meno."
Lo stato — secondo i filosofi liberali del XVIII e XIX secolo — deve togliersi dai piedi in modo che la "mano invisibile" guidi gli uomini verso vite produttivie e feconde. Smith pensava che il braccio della mano invisibile fosse il braccio di Dio. Altri credevano che nemmeno Dio fosse necessario. Gli uomini, senza pianificazione centrale o Dio a guidarli, creerebbero un "ordine spontaneo" che, guidato da un numero infinito di intuizioni private, sarebbe molto più bello di quello goffo creato da re, dittatori o assemblee popolari.
Più lo stato si intromette, meno diventa utile. In altre parole, diventa più soggetto alla legge del declino dell'utilità marginale. Uno stato limitato probabilmente è una buona cosa. L'energia messa in un sistema di ordine pubblico, di risoluzione delle controversie e di alcuni servizi pubblici minimi può dare un rendimento positivo sugli investimenti. Ma il punto dei rendimenti decrescenti viene raggiunto rapidamente.
Saluti,
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/
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Ciao Francesco,
RispondiEliminalucidità e ragionevolezza assoluta di Bill Bonner. Spero che il suo libro abbia la più vasta diffusione.
Spiace constatare, invece, la deformazione completa della realtà. Al di là di qualsiasi altra considerazione, e la cosa non mi tocca affatto a livello personale, ma è davvero tristissimo esultare per la fine del paradiso e la vittoria dell'inferno. Ma tant'è.
Computer rotto, l iPad lo rimpiazza, ma male. DNA, il link su mmt era una chicca. Imperialismo x i paesi ricchi. Comunismo pauperista dittatura interna x i poveracci. Raccontava bene ma metà storia. Il cervo dice cornuto all antilope
RispondiEliminaCiao a tutti.
RispondiEliminaC'è sempre motivo per essere relativamente ottimisti. I cambiamenti avvengono al margine. E' sempre così. Se pensiamo che in passato la Cina era una delle acerrime nemiche della proprietà privata, ora uno degli esponenti più illustri del mondo accademico cinese, Zhang Weiying, ha detto sul WSJ: “He [Zhang] says that when he recently wrote an article praising the late Austrian economist Murray Rothbard, the Communist Party secretary of Shanghai—a fairly high-level apparatchik—told him he liked it.”
http://www.zerohedge.com/news/2015-03-14/25-statist-propaganda-phrases-and-how-rebut-them
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