Bibliografia

giovedì 5 febbraio 2015

La contrazione del PIL alimenta la crescita economica





di Joseph Salerno


Di recente il Financial Times ha pubblicato un articolo contenente alcuni grafici che volevano mostrare una correlazione tra spesa pubblica e PIL reale.[1] Sulla base di queste correlazioni, l'autore di questo articolo, Matthew Klein, ha commentato: "Non è un segreto che tagli di spesa (e aumenti delle tasse) abbiano frenato la crescita degli Stati Uniti negli ultimi quattro anni." Poi ha continuato dicendo che da metà 2010 a metà 2011, la riduzione della spesa pubblica negli Stati Uniti ha ridotto dello 0.76% il tasso di crescita economica. Klein ha ipotizzato che questo rallentamento del tasso di crescita abbia causato un livello di PIL reale che oggi è dell'1.2% inferiore a quanto sarebbe stato in assenza di questa "austerità". Egli ha sottolineato, inoltre, che dal 2012 l'effetto depressivo dell'austerità sul PIL reale è stato il risultato della riduzione delle spese militari. Mentre parte di questa riduzione è stata benefica, Klein ha opinato: "In parte è stata una ferita auto-inflitta." Infatti può rappresentare una ferita auto-inflitta al governo federale, e in tal caso avvantaggia l'economia privata.

E' certamente vero che una riduzione della spesa pubblica reale provoca una riduzione del PIL reale, secondo come viene calcolato ufficialmente. Ma contrariamente a quanto sostiene Klein, la riduzione della spesa pubblica non ritarda la crescita della produzione di beni che vanno a soddisfare le esigenze dei consumatori, anzi molto probabilmente la accelera. Inoltre aumentano i redditi reali e il tenore di vita dei produttori/consumatori nel settore privato, come diretta conseguenza del calo della spesa pubblica. La ragione di questo presunto paradosso è da ritrovarsi nel metodo convenzionale utilizzato per calcolare la produzione reale nell'economia. Lasciate che io mi spieghi con un esempio semplice.



Il Problema col Calcolo del PIL

Ipotizziamo l'esistenza di un'economia semplice su un'isola, in cui il settore privato produce 1,000 mele all'anno. Supponiamo inoltre che il governo dell'isola tassi i produttori privati di 200 mele all'anno per sostenere il suo esercito e invadere un'isola vicina al fine di neutralizzare una "potenziale minaccia terroristica". Secondo il principio contabile del reddito nazionale, che è profondamente radicato nell'economia keynesiana, il PIL reale equivale a 1,200 mele: le 1,000 mele (al netto delle imposte) o consumate dai produttori, o investite per piantare nuovi alberi di mele e aumentare il consumo futuro, o pagate in tasse; le 200 mele spese in campo militare per sostenere il "bene pubblico" della difesa nazionale. In altre parole, il PIL reale[2] dell'isola comprende le 1,000 mele prodotte dal settore privato più il "valore" della difesa nazionale, che è valutato al suo costo di produzione, vale a dire, 200 mele delle entrate fiscali spese per conquistare l'isola adiacente.

Ora supponiamo che l'anno successivo ci sia una vittoria militare e l'isola dei terroristi sia stata pacificata. Il governo della nostra isola decide di tagliare le sue spese militari e riduce le tasse di 100 mele. A parità di condizioni, il PIL reale scende da 1,200 a 1,100 mele, dal momento che la difesa nazionale ora contribuisce al calcolo totale solo con 100 mele rispetto alle 1,000 prodotte dal settore privato. Ma c'è un problema. Le mele sono state prodotte volontariamente e di conseguenza erano valutate molto di più rispetto alle risorse (energia e tempo) utilizzate per la loro produzione. In netto contrasto a ciò, non vi è alcuna prova che i produttori/consumatori privati valutassero di più i servizi militari forniti dal governo rispetto al loro costo di produzione. Probabilmente non vi imputavano alcun valore. La ragione è questa: la spesa militare del governo è stata finanziata con la contribuzione coercitiva del settore privato, i cui membri non avevano scelta e quindi non hanno potuto esprimere alcuna valutazione in materia.



Non c'è Modo di Calcolare il Valore Reale dei Servizi Finanziati con le Tasse

La stessa conclusione vale per qualsiasi impresa finanziata in modo coercitivo, come la costruzione di un'infermeria sull'isola. In mancanza di produzione e scambio volontari, non c'è modo di accertare il valore dei beni e dei servizi. Gli investimenti e i servizi pubblici possono anche avere un qualche valore per i consumatori privati, ma non vi è alcun metodo scientifico oggettivo per misurarlo. Infatti, presupponendo che il governo sprechi almeno il 50% delle risorse spese, il beneficio netto per i consumatori sarebbe pari a zero.



Meglio Utilizzare il "Prodotto Privato Lordo"

Così, per queste e altre ragioni, il calcolo del reddito nazionale (in base a principi Austriaci) dovrebbe escludere la spesa pubblica nel calcolo della produzione totale dell'economia. Così nell'economia della nostra isola la produzione reale, o quello che gli Austriaci definiscono "Prodotto Privato Lordo" o "PPL"[3], è pari solo alle 1,000 mele prodotte dal settore privato ed esclude la spesa pubblica di 200 mele per la fornitura di servizi militari (o per l'infermeria).[4] Ma le 1,000 mele del PPL sopravvalutano le risorse lasciate a disposizione del settore privato, perché 200 mele sono state forzatamente dirottate dal consumo privato e da investimenti potenzialmente preziosi verso attività statali inutili (come giudicato dal punto di vista dei produttori iniziali di tali risorse). In questo senso le 200 mele pagate in tasse possono essere considerate come una "depredazione" nei confronti dell'economia privata, come misurata dal PPL.[5]

Compensando questa depredazione arriviamo quindi a quello che Rothbard chiamava "Prodotto Privato Rimasto in Mani Private" o PPR. In sostanza il PPR è uguale al PPL meno la depredazione totale (ossia, la spesa pubblica).[6] Nell'economia ipotetica della nostra isola, il PPR è quindi di 800 mele (1,000 mele – 200 mele). Quindi la spesa pubblica non dovrebbe essere aggiunta alla produzione privata, ma piuttosto sottratta, in modo da avere un'idea del tenore di vita delle persone private coinvolte nell'attività produttiva.[7]



Ridurre Tasse e Spesa Aumenta il Benessere

Sulla base dell'analisi di cui sopra, quando il governo dell'isola taglia la spesa militare di 100 mele, presumendo nessun'altra modifica, riduce il PIL reale da 1,200 a 1,100 mele. Tuttavia, dal punto di vista Austriaco, la produzione reale di beni resta costante a PPL = 1,000 mele, mentre la situazione economica dei produttori è notevolmente migliorata perché la depredazione sulla loro produzione scende di 100 mele causando una salita del PPR da 800 a 900 mele! Ma questo non è tutto. Una parte delle 100 mele sarà dedicata agli investimenti: semina di nuovi alberi. In questo modo aumenterà lo stock di capitale e la crescita economica nel corso del tempo.

Anche nel breve periodo è probabile che vi sia una crescita positiva del PPL grazie agli "effetti dal lato dell'offerta". Per esempio, il taglio delle tasse aumenta il costo di opportunità del tempo libero e spinge i produttori a lavorare più ore. La forza lavoro privata aumenta ulteriormente con l'afflusso degli ex-soldati. Così può accadere che il PPL aumenti da 1,000 a 1,075 mele (e, di conseguenza, il PPR da 800 a 975 mele). In questo scenario, il taglio della spesa pubblica sarebbe in parte compensato dalla crescita nel prodotto privato (75 mele) in modo che il PIL registrerebbe un calo più piccolo a quello calcolato in precedenza, da 1,200 a 1,175 mele. Nonostante il calo del PIL, però, il risultato sarebbe un vantaggio per l'economia privata, poiché migliorerebbero la produzione di mele, i redditi reali, il tenore di vita dei produttori di mele e la capacità futura di produrre mele.

Dal punto di vista Austriaco, quindi, per ritornare ad una crescita sostenibile di lungo termine c'è bisogno di massicci tagli fiscali e di spesa. Sì, questa è l'austerità — ma solo per il governo. Ridurre la depredazione politica sull'economia privata rilascerà una cornucopia di benefici presenti e futuri ai consumatori privati. E questi benefici sono praticamente a costo zero, perché le risorse consumate dal bilancio del governo sono quasi tutte uno spreco (soprattutto dal punto di vista dei produttori privati di tali risorse).

Un profondo taglio al bilancio del governo degli Stati Uniti, diciamo del 25%, non solo curerà il problema del deficit, ma invertirebbe rapidamente lo sprofondamento della classe media e stimolerebbe fortemente il tasso anemico della crescita economica statunitense. Infatti il vero problema non è la dimensione del deficit di per sé, ma piuttosto la depredazione della produzione privata lorda.[8] Quindi un budget degli Stati Uniti da $4 bilioni e un deficit da $500 miliardi rappresentano una depredazione maggiore e molto più dannosa per l'economia privata rispetto ad un budget da $3 bilioni finanziato in parte da un deficit da $1 bilione.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


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Note

[1] Un report sull'articolo che include alcuni dei grafici può essere visionato qui.

[2] Per semplicità, nel nostro esempio abbiamo ignorato il deprezzamento del capitale presupponendo che gli alberi di mele una volta piantati vivano per sempre senza aver mai bisogno di cure e di essere sostituiti. Quindi PIL = PIN.

[3] Vedi la nota 2.

[4] L'approccio Austriaco alla contabilità del prodotto interno è stata introdotta da Murray Rothbard, pp. 339–48 e Rothbard, pp. 1292–95.

[5] Sto usando il termine “depredazione” per dare l'idea di un qualcosa tolto con la forza. Ci sono dei precedenti nell'uso di questo termine nei vecchi codici di legge. Secondo la legge francese “depredazione” denotava “il saccheggio dei beni di un defunto.” Le vecchia legge scozzese definiva “depredazione” come “l'offesa (capitale) di rubare il bestiame mediante la forza armata” (Lesley Brown, ed., The New Shorter Oxford English Dictionary on Historical Principles, 4th ed. [New York: Oxford University Press, 1993], p. 639).

[6] La depredazione viene calcolata o come spesa del governo o come entrate tributarie, secondo qual è la più grande (Rothbard, p. 340). Ma dal momento che il governo degli Stati Uniti è raro che abbia avuto un surplus sin dalla seconda guerra mondiale, possiamo ignorare questa complicazione.

[7] Robert Batemarco usa l'approccio di Rothbard per calcolare il PPL, il PPR e il PPR/Occupazione (al di fuori del settore pubblico) dal 1947 al 1983 e tracciare il cambiamento degli standard di vita durante quegli anni.

[8] Per calcolare la depredazione totale sull'economia privata, devono essere conteggiate la spesa statale e quella municipale.

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2 commenti:

  1. Ciao, Francesco.
    Una cosa sulla valutazione della spesa pubblica.
    Questa è in parte finanziata dalle tasse ed in parte da nuovo debito (almeno in generale e per semplificazione). Non considerando la parte fatta a debito, quella sostenuta con la tassazione è in parte una sottrazione verso chi privatamente produce, ma escludendo la parte che se ne andrá m stipendi pubblici, il resto potrebbe servire a pagare fornitori privati, somigliando molto ad una partita di giro.
    Quindi bisognerebbe conteggiarla sempre una sola volta. Ti risulta che questo venga fatto nei modelli econometrici utilizzati oggi?
    Un altro caso è quello delle aziende farmaceutiche che vendono farmaci rimborsati dal SSN (è solo un esempio): queste campano di trasferimenti pubblici, spesa pubblica pura, con la quale fanno utile e pagano stipendi ai dipendenti, ma sono enti privati. In questo caso, come contribuiscono al calcolo del PIL?

    Un'ultima cosa di carattere generale: da biologo a biologo, come lo giustifichi il concetto di valore aggiunto in una realtá di risorse finite e soggetta alla seconda legge della termodinamica?

    Grazie, ti seguo sempre con piacere.

    Bruno

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    1. Ciao Bruno.

      Risponderò alle tue domande suddividendole per punti.

      1. Quando parliamo della tassazione hai ragione quando affermi che rappresenta, sostanzialmente, una sottrazione della produzione privata. E qui dovremmo fermarci, perché è fuorviante analizzare il fatto che essa può essere dirottata verso le casse di imprese private. Questo "motodo di sovvenzionamento" o "di rimborso" rappresenta quello che i keynesiani definiscono moltiplicatore e attraverso il quale presumono di poter incanalare le risorse laddove presumono che siano più richieste. Ma questo secondo i loro calcoli, poiché scavalcano i desideri individuali delle singole unità che costituiscono la società. (E' questo il senso dell'esempio dell'infermeria presentato da Salerno.) Sebbene per una grande fetta della popolazione un determinato asset può essere considerato cruciale, esisterà sempre qualcuno che non lo reputa tale e non vorrebbe contribuire. Impedire a quest'ultimi individui di raggiungere i loro scopi, danneggia quelle imprese che avrebbero beneficiato della loro domanda.

      Gli individui che infatti si vedono privati del loro potenziale di scelta tenderanno a massimizzare gli sforzi atti a raggiungere i loro obiettivi. Questo significa che più lo stato persisterà a sottrarre risorse da queste persone, più esse lavoreranno per evadervi. Il loro costo di opportunità farà prevalere il desiderio di raggiungere i propri obiettivi rispetto alle possibili sanzioni inflitte dalla pianificazione centrale. E' per questo che nell'URSS andava di moda questo motto: "Il Blat è superiore a Stalin."


      2. Come dici giustamente è solamente una partita di giro. E, no, i calcoli che aggregano consumi, investimenti, spesa pubblica ed esportazioni/importazioni non discriminano parametri come quello da te suggerito. In sintesi il PIL, sia quello italiano sia più in generale quello delle nazioni welfarizzate
      occidentali, è un calcolo farlocco composto di due elementi non omogenei e quindi non sommabili, i consumi finali a prezzo di mercato e la spesa pubblica a prezzo di costo. Come sommare mele e pere.


      3. Per quanto riguarda il discorso delle case farmaceutiche, vale quanto detto nel punto 1. E' questa la cosiddetta corruzione alimentata dal capitalismo clientelare.


      4. Per quanto riguarda il "valore aggiunto", da un punto di vista Austriaco questo concetto non esiste. NOn può esistere per il fatto che gli individui imputano diversi valori agli elementi che circondano la loro vita, di conseguenza parlare di valore aggiunto avrebbe poco se non alcun senso. Chiunque dica il contrario è molto probabilmente uno di quegli individui o gruppi alla ricerca di rendita.

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