di Frank Shostak
Nel suo articolo del 18 novembre sul Financial Times, “The curse of weak global demand”, il giornalista Martin Wolf ha scritto che la malattia economica più importante di oggi è la sindrome cronica della domanda. Martin Wolf sostiene che nonostante il massiccio pompaggio monetario da parte delle banche centrali di Stati Uniti e UEM, e nonostante la riduzione dei tassi di interesse ufficiali a circa zero, le economie hanno continuato ad arrancare.
Dopo aver raggiunto 1.0526 nel primo trimestre 2006, il trend del PIL reale degli Stati Uniti è sceso a 0.966 nel terzo trimestre 2011. Nel terzo trimestre 2014 il trend era pari a 0.98. Il trend del PIL reale dell'UEM, dopo aver chiuso a 1.061 nel primo trimestre 2008, è sceso a 0.954 nel terzo trimestre 2014.
Martin Wolf ritiene necessario un aumento della domanda complessiva di beni e servizi al fine di rilanciare le economie. Sostiene, inoltre, l'impellente necessità di rilanciare la fiducia dei consumatori, fiaccata dal grave indebolimento del sistema finanziario.
Egli è anche del parere che le banche debbano concedere maggiori prestiti al fine di rilanciare la domanda, cosa che a sua volta, egli suggerisce, farà riprendere le economie in questione. Secondo lui il debito enorme di Stati Uniti e UEM è dovuto alle difficoltà economiche che stanno affrontando tali economie.
Martin Wolf considera l'attuale malattia economica come un fenomeno misterioso e complesso, cosa che secondo lui richiede rimedi complessi e non convenzionali.
Suggeriamo che l'essenza del ragionamento di Wolf è errata. Ecco perché.
Non esiste una cosa come la carenza di domanda che provoca difficoltà economiche. Il cuore della crescita economica è il processo di generazione di ricchezza reale.
Più è forte questo processo, più ricchezza reale verrà generata e più forte diventerà la cosiddetta crescita economica. Ciò che alimenta questo processo sono le infrastrutture, o gli strumenti e i macchinari. Con infrastrutture migliori può essere generata una qualità migliore e una quantità maggiore di beni e servizi, cioè ricchezza reale.
Prendete per esempio un fornaio che ha prodotto dieci pagnotte di pane. Di queste ne consuma una e le altre nove le risparmia.
Può scambiare il pane risparmiato per i servizi di un tecnico che migliorerà il forno. Con un forno migliorato, il panettiere potrà produrre venti pagnotte di pane. In questo modo potrà risparmiare di più e utilizzare un bacino dei risparmi più grande per investire ulteriormente nella sua infrastruttura, poiché acquistare altri strumenti aumenterà la produzione e la qualità del pane.
Si osservi che la chiave per la creazione di ricchezza è la capacità di generare ricchezza reale. Questo a sua volta dipende dall'allocazione di parte della ricchezza verso l'accumulo e il potenziamento delle infrastrutture.
Si noti inoltre che se il panettiere dovesse decidere di consumare tutta la sua produzione, cioè mantenere alta la sua domanda, allora non sarebbe in grado di espandere la produzione di pane (ricchezza reale).
Col passare del tempo la sua infrastruttura molto probabilmente si deteriorerebbe e la sua produzione diminuirebbe.
La convinzione che l'aumento della domanda di pane senza un corrispondente aumento delle infrastrutture possa "fare la magia", è un pio desiderio.
Suggeriamo che non esiste una cosa come una domanda scarsa. La maggior parte delle persone ha desideri illimitati per beni e servizi.
Per esempio, la maggior parte delle persone preferisce vivere in belle case piuttosto che in piccoli appartamenti.
La maggior parte delle persone vorrebbe avere auto di lusso ed essere in grado di cenare in ristoranti di buona qualità. Ciò che impedisce loro di raggiungere questi desideri è la scarsità dei mezzi.
Infatti allo stato attuale la maggior parte delle persone ha un sacco di desideri, cioè obiettivi, ma non abbastanza mezzi.
Purtroppo i mezzi non possono essere generati da uno stimolo della domanda. Ciò aumenterà solo gli obiettivi, ma non i mezzi.
Contrariamente al modo di pensare popolare possiamo concludere che la domanda non crea l'offerta, ma il contrario.
Come si è visto con la produzione di qualcosa di utile, cioè il pane, il panettiere può scambiarlo per i servizi di un tecnico e per rafforzare la sua infrastruttura.
Attraverso un'infrastruttura migliore il panettiere è in grado di generare più pane, cioè più mezzi che gli consentano di raggiungere altri obiettivi che in precedenza non erano raggiungibili.
Le attuali difficoltà economiche sono frutto di politiche monetarie e fiscali sconsiderate (passate e presenti) delle banche centrali e degli stati.
Va tenuto conto che né le banche centrali né gli stati sono entità che generano ricchezza. Tutto ciò che possono creare è un processo di redistribuzione della ricchezza, deviandola dai generatori di ricchezza verso attività che la sprecano.
Fino a quando il bacino della ricchezza reale è in espansione, la banca centrale e lo stato possono farla franca e spacciare la favoletta che le loro politiche possono far crescere l'economia.
Una volta che il bacino della ricchezza reale diventa stagnante o inizia a ridursi, va in frantumi l'illusione delle politiche salvifiche di banche centrali e stato.
Non è possibile espandere la ricchezza reale mentre il relativo bacino si sta restringendo. Un bacino della ricchezza reale in contrazione può solo supportare un'infrastruttura in contrazione e quindi una produzione ridotta di beni e servizi che le persone richiedono per conservare la loro vita e il loro benessere – ricchezza reale.
La via d'uscita dall'attuale caos economico prevede l'abbattimento di tutte quelle situazioni che distruggono la ricchezza. Questo significa tagliare severamente il coinvolgimento dello stato nell'economia. Inoltre, è necessaria la chiusura di tutte quelle scappatoie che favoriscono la creazione di denaro "dal nulla".
Limitate la capacità della banca centrale di aumentare il denaro "dal nulla", e arresterete il triste scambio di nulla per qualcosa. Questo lascerà più ricchezza reale nelle mani dei creatori di ricchezza e consentirà loro di migliorare ed espandere le loro infrastrutture.
Contrariamente a Martin Wolf, l'espansione dei prestiti bancari in quanto tale non rilancerà l'economia. Come abbiamo visto, la chiave per la ripresa economica è l'accumulo di infrastrutture in grado di supportare un bacino della ricchezza reale in espansione.
Le banche sono solo i facilitatori della canalizzazione della ricchezza reale. Tuttavia, esse stesse non generano ricchezza reale.
L'espansione del credito suggerita da Martin Wolf è associata al prestito a riserva frazionaria, cioè "dal nulla", e in questo senso è una cattiva notizia per l'economia – si mette in moto una deviazione di ricchezza reale dai creatori di ricchezza alle attività sperperatrici di ricchezza.
Possiamo concludere che più gli stati e le banche centrali inizieranno a non fare nulla, più presto avremo una ripresa economica. Siamo d'accordo con Martin Wolf quando dice che la situazione economica attuale è difficile; tuttavia non può essere migliorata aumentando artificialmente la domanda di beni e servizi.
Sintesi e Conclusioni
Alcuni esperti sono del parere che la malattia economica più importante di oggi sia la sindrome cronica della domanda: è a causa di questa carenza che le economie mondiali stanno ancora arrancando, nonostante il massiccio pompaggio monetario da parte delle banche centrali. Suggeriamo che questo modo di pensare è errato. Il problema chiave, oggi, è un indebolimento grave del processo di creazione di ricchezza causato dalle politiche monetarie e statali sconsiderate. Riteniamo che più le banche centrali e gli stati ricopriranno un ruolo passivo, prima arriverà la ripresa economica.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/
***********************************************************************************
di David Stockman
Semmai qualcuno volesse la prova che la stampa finanziaria è completamente imbambolata dal culto keynesiano, considerate l'articolo di Bloomberg sul recente calo degli utili industriali cinesi. Senza sbagliare nemmeno una virgola, l'inviato a Hong Kong (un certo Malcolm Scott) ha blaterato della solita cura, se così vogliamo chiamarla...... più denaro.
I profitti industriali in Cina sono ai minimi da due anni, evidenziando la necessità di condizioni monetarie più allentate poiché la seconda economia più grande del mondo sta rallentando.
Forse Bloomberg non sta usando più le unità di carbonio per pubblicare le sue notizie e si è rivolto a scrittori-robot che dilettano lettori-robot senza il fastidio o il costo dell'intercessione umana. Ma indipendentemente dal fatto che "Malcolm Scott" sia un'unità di carbonio o di silicio, l'articolo è chiaramente presentato come una novità e l'estratto qui sopra come una sentenza dichiarativa. Di conseguenza, secondo Bloomberg e il resto della stampa finanziaria mainstream che gli fa eco, è compito delle banche centrali stampare denaro per garantire che in nessun punto nel tempo i profitti — e quindi la loro capitalizzazione nel mercato azionario — possano scendere anche di un solo 2.1% rispetto all'anno precedente.
Giusto. Ad ottobre nella terra del capitalismo rosso, dove la contabilità aziendale e i report sono così avanzati che i risultati dei profitti sono pubblicati su base mensile, i numeri ritoccati per tutte le imprese industriali cinesi hanno fatto registrare un 2.1% in meno rispetto al numero immaginario dell'anno precedente.
Una volta anche i giornalisti capivano che gli utili contabili sono un residuo altalenante al netto dei costi fissi e variabili, e che in ogni economia capitalista i profitti sono ciclici. Ma ora, a quanto pare, una variazione del 2% nei risultati industriali truccati della Cina rappresenta una prova della necessità di "condizioni monetarie più allentate".
Beh, ecco il bilancio della PBoC. Sin dal 2000 l'ha ampliato di nove volte, alimentando così la più grande esplosione di credito nella storia. In realtà, il credito totale posseduto dalle famiglie cinesi, dalle imprese, dai settori finanziari e governativi è passato da $1 bilione a $25 bilioni nello stesso periodo. Cosa ci può essere di "più allentato"?
Inutile dire che questa immensa esplosione di credito non è scomparsa silenziosamente. Invece è andata a finanziare la più grande bolla immobiliare mai vista. Ecco perché la Cina ha prodotto 2.2 miliardi di tonnellate di cemento nel 2013, per esempio, o 29 volte i 77 milioni di tonnellate prodotti negli Stati Uniti l'anno scorso. O, cosa decisamente più drammatica, ha prodotto più cemento al giorno rispetto a quanto ha fatto il Regno Unito all'anno!
E' per questo che la Cina ha 1.1 miliardi di tonnellate di capacità produttiva di acciaio, ma una capacità di vendita di quasi 600 milioni di tonnellate. La differenza rappresenta la produzione mastodontica di acciaio per navi, rotaie e cemento armato per una vasta serie di edifici. Quest'ultimo settore, a sua volta, ha lasciato la Cina con 70 milioni di appartamenti vuoti, decine di città fantasma e torri di uffici sotto utilizzate, centri commerciali e altre strutture commerciali in lungo e in largo il paese.
In poche parole, la Cina assegna obiettivi di PIL e a cascata scivolano attraverso l'apparato di partito e di governo (essenzialmente la stessa cosa) fino alle unità regionali, provinciali e locali. Quest'ultime, a loro volta, raggiungono i loro obiettivi di PIL costruendo cose. Qualsiasi cosa.
Inutile dire che, dei tanti doni che l'Occidente ha fornito al Regno di Mezzo, sicuramente la contabilità keynesiana del PIL è tra i più sfortunati. Come è possibile che costruire piramidi possa aumentare la ricchezza di una società?
Il minimo che Simon Kuznets e la sua allegra banda di pionieri keynesiani hanno potuto fare 80 anni fa, è stato misurare la produzione economica annuale sulla base del valore di mercato di immobili, macchinari e strumenti realmente consumati durante l'anno — non la sola spesa per asset fissi che potrebbero non essere mai utilizzati.
In ogni caso, la Cina è inondata da un eccesso di capacità di tutto — cemento, acciaio, alluminio, pannelli solari a base di silicio, frigoriferi, automobili e ogni sorta di invenzione e macchinario industriale, come escavatori e gru edili; e anche una grande capacità in eccesso di beni e ninnoli esportati in tutto il mondo, tra cui tostapane, scarpe da ginnastica e calzini.
A meno che il boom immobiliare e degli asset fissi non venga alimentato da una quantità crescente di credito, il castello di carte conosciuto come capitalismo rosso finirà per crollare. E non importa se ciò avverrà tutto in una volta o più gradualmente, il risultato sarà il più grande svenimento deflazionistico che il mondo abbia mai conosciuto.
Si manifesterà dapprima in un calo dei prezzi industriali, come sta accadendo attualmente nel settore siderurgico, del carbone e del petrolio greggio.
La deflazione da questo crack-up boom si sposterà inesorabilmente da monte a valle, nei prezzi di ogni cosa costituita da questi prodotti. E, sì, si ridurrà anche la massa salariale di questa filiera sovradimensionata.
Detto in modo diverso, il "credito fiat" alimenta l'emersione di "salari fiat" e soprattutto di "profitti fiat" durante la fase di boom in cui ritroviamo un eccesso di investimenti e di cotruzioni. Di conseguenza, quando si esaurisce lo tsunami di credito — poiché anche i leader di Pechino sono ormai rassegnati — vengono liquidati i salari e i profitti fiat.
Infatti, durante la fase di bust ciò che viene colpito per primo è la contabilità residua, cioè, l'utile netto.
In breve, l'economia globale si sta raffreddando rapidamente e i profitti sono già in forte calo nel settore primario dell'estrazione mineraria e dell'energia. E questo è solo un assaggio delle cose che scenderanno giù lungo la catena alimentare industriale.
Ma, contrariamente allo scrittore-robot di Bloomberg, questo crollo dei profitti non è il risultato di troppo poco denaro; si tratta invece di troppo denaro negli ultimi dieci o venti anni — e non solo in Cina, ma in tutta l'economia mondiale.
Quindi Mises aveva ragione. "Più" credito fiat porta sempre ad un crack-up boom. E' meglio se qualcuno si prenda la briga di riprogrammare i robot.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/
I casi sono due: o quelli come Martin Wolf mentono sapendo di mentire e perciò fanno solo propaganda per chi li ha a libro paga, oppure sono scemi.
RispondiEliminaPropendo per la prima perché acca' nisciuno è fess!
Se fosse la seconda, invece, ... Annamo bene...
Ciao Dna.
EliminaAnch'io propendo per la prima. Beh, almeno finché il gioco vale la candela...
Dato l ostatus di debitore della Grecia nei confronti della Germania, alla storia non manca davvero il senso dell'umorismo: Greece tallies up the WWII reparations bill.
RispondiEliminaio contribuisco da solo all aumento della domanda: casa in ogni fitta di mare e montagna del mondo, tutte le auto e moto. e donne a volontà. ma è roba cara, chissà come mai. forse se stampavano meno soldi, sarebbe stato meno caro il tutto. ma stando così le cose, non resta che stampare dei soldi e darmeli nelle mie mani. ecco, così passa ogni discussione: stampassero dei bei soldi, tanti. da dare direttamente nelle mani dei "poveri". e poi vediamo se la teoria della domanda è valida (ed ovviamente non lo è). ma vedo il bluff. se qualcuno vuole una cosa, dateglielela. ma veramente. e poi vediamo se la vuole ancora. dare i soldi in mano diretta dei poveri.... hahahahaha. non lo faranno mai, per non offendere cantillon. l a feria della domanda è una bella scusa per darsi ancora un po' di soldi da soli!
RispondiEliminaCiao gdb.
EliminaMa non era John Law il loro vate quando calano le tenebre? :)
Comunque la cosa divertente di coloro che non capiscono come sia fallace la tesi "stampiamo soldi e diamoli alla ggggente", è come in questo modo si sposta il punto 0 con cui si calcolano le cose. Se ad esempio oggi un caffè costa €1, domani, dopo una bella sfogliata di nuovo denaro fiat, costerà €11. Voglio dire, è già accaduto con la Lira. Sembra che le prove storiche non siano mai sufficienti per i fan della stampante magica.
Anzi, tra poco l'ennesimo esempio di come stampare tanta carta colorata porti in un buco nero economico ce l'avremo con il Giappone: Abe Bolsters Kuroda Reflation Bid With BOJ Board Nomination. Un estratto: «[...] “Harada has a deep understanding of how monetary policy works,” said Abe adviser Hamada in an interview Wednesday. “He has worked closely in studies on monetary policy with current Deputy Governor Iwata.”»
Ma, attenzione, poi c'è anche la NYFED che due anni fa affermò che una volta che i tassi diventano negativi bisogna stampare a tavoletta. Danimarca, Svizzera e Europa stanno seguendo alla lettera questa "lezione". Ma cosa potrebbe andare storto quindi? Qualunque cosa! :D
Soprattutto se si prende in considerazione di chi è la colpa: Chinese Rating Agency Warns Coming Crisis Is Worse Than 2008, Blames US "Printing Press". Ma guarda un po', la colpa è proprio della stampante magica.
Hai già comprato i pop-corn, gdb? :)
La cancrena finanziaria dello zio Sam continua. Un classico esempio di come l'illusione sia più forte della realtà. Insieme ai prestiti agli studenti quelli per automobili rappresentano una delle tante bombe ad orologeria innescate nei mercati a causa delle sconsideratezze della FED. Non c'è da sorprendersi se la FIAT abbia traslocato negli USA. Ma tutto ciò che nasce dal nulla, finisce nel nulla: Car Loans See Rise In Missed Payments.
RispondiElimina