martedì 2 dicembre 2014

La strada verso lo Zimbabwe è lastricata di buone intenzioni dei banchieri centrali



Oggi ci occuperemo della presunta lungimiranza dei banchieri centrali leggendo due articoli strettamente correlati. Uno di Bill Bonner che tratterà il tema da un punto di vista generale parlando di come Europa e Giappone stanno impostando il loro futuro economico, e l'altro di David Stockman che invece si scaglierà contro l'ultima follia partorita dall'establishment europeo: il piano Juncker.

____________________________________________


di Bill Bonner


Quando si parla di politica ed economia scopriamo di vivere in un mondo di fantasia.

I pianificatori centrali sostengono di poter migliorare la nostra economia. Fingiamo di crederci.

Una banca centrale ha mai contribuito con un solo centesimo, una peseta, uno zloty o una frazione di una qualsiasi valuta a migliorare la ricchezza del mondo?

Non che noi sappiamo.
Ma in tutto il mondo i banchieri centrali fingono di sudare e faticare a nome del genere umano — correggendo... aggiustando... annullando le decisioni di uomini e donne onesti che svolgono le loro attività quotidiane.

I tassi di interesse sono troppo alti! L'inflazione è troppo bassa! Non c'è abbastanza domanda! Troppo risparmio! Sono onniscienti e onnipotenti.

In Giappone — ora di nuovo in recessione — il primo ministro Shinzo Abe è decollato per una missione kamikaze. Vittoria o morte! O rilanciare l'economia nipponica... o la ucciderà!

Abe potrebbe riuscirci, ma siamo sicuri della nostra scommessa: non ce la farà.

Il nostro nuovo Commercio del Decennio — comprare azioni giapponesi e vendere titoli di stato giapponesi — punta a catturare il disastro.

Abe e il suo folle co-pilota presso la Banca del Giappone, Haruhiko Kuroda, si sono allacciati le cinture. Stanno per decollare... creando una quantità incredibile di nuova moneta e credito.

L'economia giapponese la desidera e vi dipende. Ma quando si sparge la voce che lo stato non è in grado di ripagare i propri debiti, è sicuro che dietro l'angolo ci siano guai.

Gli investitori scaricano titoli di stato giapponesi, lasciando la Banca del Giappone come l'unica fonte di finanziamento dei deficit statali.

Questo metterà il Giappone più o meno nella stessa situazione in cui si trovava lo Zimbabwe nei primi anni 2000... e l'Argentina negli anni '80. Le azioni saliranno, mentre gli investitori cercheranno sicurezza in asset produttivi. Le obbligazioni e lo yen crolleranno.

E in Europa Bloomberg riporta:

Mario Draghi ha rafforzato il suo impegno di stimolare l'area dell'Euro dicendo che la Banca Centrale Europea non può risparmiare colpi nella sua lotta per rilanciare l'economia.

"Faremo quello che dobbiamo per aumentare l'inflazione e le aspettative di inflazione il più velocemente possibile, come richiede il nostro duplice mandato", ha detto il presidente della BCE in una conferenza a Francoforte. Alcune aspettative di inflazione "sono in calo a livelli che riterrei troppo bassi", ha detto.

"Draghi sta inviando un chiaro segnale che è in arrivo un maggiore stimolo", ha detto Lena Komileva, capo economista presso G Plus Economics Ltd. a Londra. "Se le attuali misure della BCE si dimostrassero deludenti e le aspettative di inflazione non riusciranno a riprendersi, la BCE agirà per espandere il QE."

Nel Vecchio Mondo la gente si aspetta prezzi stabili.

"E cosa ci sarebbe di male?" sentiamo chiederci.

Ma è un problema, come dice il suo capo banchiere. "Eccessivamente bassa" è come Draghi descrive la paura della popolazione nei confronti dell'inflazione. Ha giurato di fare qualcosa al riguardo.

Cosa?

La stessa cosa che stanno facendo i giapponesi!

Nel Nuovo Mondo l'economia reale continua a peggiorare. Ma il mercato azionario va a gonfie vele come una mongolfiera in cartone animato per bambini.

La FED ha spento il gas al QE. Ma ha la mano sulla valvola, pronta ad attivare i getti non appena i prezzi scenderanno.

Saluti,


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


****************************************


di David Stockman


La disperazione e la frode dell'apparato keynesiano diviene sempre più stupefacente di giorno in giorno. A quanto pare gli azzeccagarbugli di Bruxelles annunceranno presto un nuovo bazooka da $400 miliardi per svegliare l'economia europea dal suo letargo. Questo nuovo "stimolo" dovrebbe migliorare tutti i tipi di infrastrutture e di investimenti privati che presumibilmente sono rimasti bloccati per mancanza di capitali a basso costo nei mercati privati.

Stanno scherzando? Grazie al bluff di Draghi ("whatever it takes") e agli hedge fund (che sono andati all-in facendo front running alla campagna di acquisto di bond da patrte della BCE), da questa mattina il governo corrotto e fallito della Spagna può prendere in prestito tutti i soldi di cui potrebbe necessitare per le infrastrutture a quasi il 2.0% per dieci anni. E qualsiasi esportatore tedesco o costruttore di macchine potrà prendere in prestito ad un piccolo spread rispetto ai decennali tedeschi, che sono commerciati a 73 punti base. Qualunque sia l'intenzione o lo scopo, gli stati di ogni tipo e le imprese ragionevolmente sane in gran parte dell'Europa potranno accedere ai capitali ai tassi repressi dalle banche centrali, cosa che equivale a denaro gratuito.

E, tuttavia, questi stolti vogliono portare il carbone a Newcastle. Beh, la realtà è peggiore di così perché non solo Newcastle non ha bisogno di carbone, ma l'imminente "Piano Juncker" non porterà affatto nuovo carbone!

In realtà, non un centesimo dei $400 miliardi è in possesso dell'UE: è tutta leva finanziaria e gioco delle tre carte. Così, non avendo notato che la maggior parte degli stati che compongono l'Unione Europea è già in bancarotta, i burocrati di Bruxelles prevedono di evocare questo nuovo "stimolo" con un rapporto di 15:1. Vale a dire, l'attuale "capitale"di $375 miliardi in nuovi finanziamenti UE ammonta a soli $26 miliardi.

Ma aspettate. L'UE è evidentemente in bancarotta, quindi dove prenderebbe i $26 miliardi di "capitali"? Inutile dire che un Tesoro vuoto non ha mai fermato i burocrati keynesiane dal dispensare l'elisir magico dello "stimolo" monetario.

Così scopriamo che i $20 miliardi di "capitali" nel Piano Juncker saranno composti da "garanzie" degli stati membri, non contanti in mano. E i restanti $6 miliardi saranno composti da fondi già esistenti nella Banca Europea per gli Investimenti (BEI) — denaro che è disponibile nel bilancio della BEI perché "garantito" dagli stessi stati membri in bancarotta, i quali non hanno un centesimo da inviare a Bruxelles.

E' un cane che si morde la coda, e non porta a niente.

Secondo un articolo di Bloomberg i $400 miliardi di stimolo saranno utilizzati per "seminare gli investimenti nelle infrastrutture" e "condividere i rischi di nuovi progetti con gli investitori privati".

Vediamo. Davvero i burocrati doppiogiochisti di Bruxelles ritengono che il continente necessiti di ulteriori infrastrutture pubbliche e che questa mancanza spieghi la stagnazione in Europa? Dopo tutto, i paesi periferici non solo sono sepolti nel debito, ma negli ultimi due decenni sono stati inondati anche da ogni sorta di autostrade, trasporti pubblici e altre strutture pubbliche che i fondi comunitari e i loro bilanci pubblici gonfiati potevano acquistare.

La Spagna ha strade di prima classe che percorrono tutta la penisola, per esempio, ma il suo problema è la mancanza di camion carichi che le utilizzino. Lo stesso vale per l'Italia, che ha strade splendide, stazioni ferroviarie, aeroporti e porti marittimi dalle Alpi fino alla punta dello stivale, ma un'economia che è soffocata da tasse, burocrazia e corruzione. Né si può dire che il sistema ferroviario ad alta velocità francese, le autostrade della Germania o i canali e le dighe dell'Olanda sono stati trascurati.

In effetti, una parte sostanziale della crisi del debito sovrano in Europa è dovuta al fatto che l'apparato politico keynesiano è stato assolutamente dissoluto nella costruzione di infrastrutture di proprietà pubblica o sovvenzionate per favorire i capitalisti clientelari. Allora perché Bruxelles si sente costretto a lanciare un gigantesco gioco delle tre carte destinato a finanziare infrastrutture ancora più insostenibili?

La stessa domanda vale per gli investimenti privati. L'idea stessa che le economie europee soffrano di una capacità di produzione privata "sottotono" è davvero risibile. Quello che in realtà si è verificato dopo la metà degli anni '90, a seguito della piena attuazione del mercato unico e della moneta unica, è stato uno tsunami di prestiti e investimenti privati.

Tra il 1996 e il 2011, per esempio, i prestiti bancari al settore privato sono quasi triplicati, marciando ad un tasso composto del 7.0% e saltando dal 55% del PIL al 95% nel corso dello stesso periodo. Ciò, tra l'altro, non include le migliaia di miliardi supplementari (in euro e in dollari) che le imprese situate nella Comunità Europea hanno raccolto nei mercati mediante le obbligazioni.




Il plateau raggiunto sin da allora non è dovuto alla scarsità di capitale o ai mutuatari tenuti fuori dal mercato da tassi di interesse troppo alti. No, il problema è che ci sono pochi mutuatari degni di credito rimasti che abbiano effettivamente bisogno di fondi per progetti che genereranno ritorni redditizi.




In breve, il "Piano Juncker" è solo un altro capitolo della finanziarizzazione sponsorizzata dallo stato che ha effettivamente aggravato il malessere economico dell'Europa. Il vero problema è l'economia statalista — cioè, i sussidi dello stato sociale, il dirigismo e la finanziarizzazione.

L'Europa ha una disoccupazione alta, una crescita fuori dai radar e debiti travolgenti perché i costi del lavoro sono troppo elevati a causa di leggi statali assurde, livelli brutali di tassazione sui salari, sindacati e inattività sovvenzionata. Allo stesso modo, l'impresa, la produttività e l'innovazione sono vanificati da un triplo strato di interferenze burocratiche a livello locale, nazionale ed europeo... una cosa che farebbe addirittura impallidire i capitalisti rossi di Pechino.

Detto in altro modo, ciò che resta del capitalismo europeo deve essere liberato dalla mano oppressiva dello stato. Ma la crisi della crescita, dell'occupazione e del debito, generata da una fede cieca nell'economia keynesiana, sta spingendo la Comunità Europea a fare l'opposto di quello che dovrebbe fare. Invece di rimuovere gli ostacoli alla prosperità, le burocrazie di Bruxelles stanno aumentando la rigidità distruttiva della centralizzazione.

Inutile dire che quest'ultimo gioco delle tre carte da $400 miliardi è solo l'ennesimo monumento al feticismo keynesiano per i numeri, il quale corrode la prosperità capitalistica nel mondo. Quando lo stato cerca di microgestire l'economia attraverso le manovre fiscali e l'intervento della banca centrale, esso finisce per confondere la creazione sostenibile di ricchezza reale con i numeri inutili del PIL. In effetti, la prima non può essere affatto generata o controllata dallo stato; è impossibile da pianificare ed è il risultato di azioni di milioni di produttori, consumatori, risparmiatori, investitori, innovatori e imprenditori nell'economia reale.

Molto tempo fa Keynes stesso ricordò, forse involontariamente, la profonda differenza tra il PIL e la ricchezza. Se volessimo un numero più alto di PIL — che misura la spesa, e non la ricchezza — i governi dovrebbero distribuire cucchiai in modo che milioni di cittadini possano scavare buche e altri milioni possano riempirle. Sembrerebbe che gli uomini a Bruxelles stiano cercando di implementare la versione moderna di questa teoria.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


12 commenti:

  1. mi domando se il giappone non sia stato "costretto" a stampare a vantaggio del dollaro. per la storia delle buche, attenzione: che in italia le scavano ma prima di riempirle entrano in sciopero, e restano buche ovunque.

    RispondiElimina
  2. Stockman è esemplare per lucidità e chiarezza di esposizione. Bonner pure.

    Ritornando ai commenti sul pezzo precedente e collegandoli a quelli odierni, assistiamo alla sclerosi ideologica dell'elite accademica/finanziaria/politica keynesiana o statalista che dir si voglia. La sclerosi è segno di vecchiaia ed impossibilità di rinnovamento reale. La sclerosi e' l'irrigidimento della situazione. Non c'è più evoluzione, ma solo declino.
    Quindi, il front sta dinanzi al down a gestirne le sofferenze con illusioni e propaganda. Il back, che per me è il top, anzi l'over the top, resta nascosto ed irresponsabile. Ma la diagnosi da porre è di invecchiamento. L'esito, pertanto, ovvio.
    Si stanno creando le condizioni per il vuoto di potere, ma qualcosa certamente riempirà questo vuoto.
    Oddio, magari ci si arriva sanguinosamente o magari no. Ma sarà comunque un disastro storico.
    Ci sta già una élite propulsiva e vitale di ricambio, in Occidente, oppure dovremo sorbircene di altrui, oppure avremo un libera tutti più o meno pronunciato e protratto in attesa di una nuova élite o di nuove diffuse élite?
    Passo dopo passo verso la catastrofe di un mondo le cui fondamenta vacillano terribilmente.
    Si stanno innalzando muraglie. Si sente da relativamente lontano l'odore del fuoco e del sangue.
    L'NWO è già fallito. Ne resta la propaganda e la coercizione.
    Sentiremo la temperatura innalzarsi ancora. Speriamo che la chiusura non prospetti la tomba.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Comunque, non credo che investiranno solo in vie di comunicazione terrestre. Penso a settori che potranno avere anche conseguenze positive come le nuove tecnologie in medicina e nelle telecomunicazioni. Certamente, non è libero mercato, ma solo orientamento top down. Investiranno secondo i loro programmi nella green economy ed altre direzioni politicamente corrette. Magari daranno impulso alla ricerca spaziale.
      Statisticamente non credo che riusciranno a fare solo danni. Ex malo bonum, succede.

      Elimina
    2. Propongo di investire per il riscaldamento globale!
      Per sopperire alla prossima carenza di metano russo.

      Elimina
  3. thomas kuhn vedeva l avanzamento scientifico a "salti" improvvisi, a strappi, per cambiamenti di paradigma, di linguaggio. rivoluzioni scientifiche che mettono in crisi il vecchio. ora, sembra che nella storia accada che le rivoluzioni avvengono in modo inverso (e speriamo di non venire strappati noi): il vecchio va in crisi ed il nuovo ancora non si affaccia, almeno evidentemente. l unico vero nuovo paradigma all orizzonte è il libertario (non comunitarista) basato sul diritto nella sua antropologia strutturale: salvaguardia fisica e proprietaria. niente più stati e macroaggregrati fittizi, niente più confini, mondializzazione vera con regole semplici: rispetta gli altri e la loro proprietà. se no, sarà tribalismo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Chissà chi avrà voglia e buone ragioni, convenienza, a finanziare la ricostruzione in Occidente. Che abbiamo da offrire in Europa? Vestigia. Know how? Vecchi. Immigrati africani. Bust civile. ...
      Una specie di nuovo medio evo pieno di opportunità per gli antifragili. E per gli avventurieri.
      Forse è questo il futuro. Ma tra il totalitarismo distopico ed un medio evo 2.0 i libertari preferiscono il secondo. Più adatto agli outsider. Più libero da...

      Elimina
  4. Scusate ma se le banche prestano soldi agli imprenditori quasi a gratis la cosa fa così schifo? Non ne beneficiano tutti? Cosa mi sfugge?
    Massimo Pernigotti

    RispondiElimina
    Risposte
    1. beh, massimo, direi che qualcosa ti sfugge :)
      sei già arrivato al tesso di interesse, ma la domanda è mal posta, perché mancano i precedenti sino ad arrivare ad essa.
      si dovrebbe cominciare sottolineando come funziona la creazione del denaro, le riserve, il ruolo della banca centrale, e poi arrivare al saggio di interesse. studiare la sua natura di relazione (credito/debito), sociologica a livello di classi, e contabile per i bilanci. questo per la teoria base. poi vanno viste le cause e le conseguenze delle insolvenze sui crediti concessi. passando per la canalizzazione del credito e le modalità di erogazione, con le conseguenze anche di questo: appropriazione dei flussi ed esternalizzazioni delle perdite. infine il tasso di interesse, la sua natura di segnale, la cessazione della sua funzione naturale, e le conseguenze. infine capire la differenza tra la banca centrale di una valuta di riserva mondiale, una banca centrale di uno stata qualsiasi, la banca centrale di un area monetaria condivisa tra più stati. poi, alla tua domanda darai risposta tu stesso

      Elimina
    2. Però un piccolo aiuto possiamo darlo parlando di tasso naturale e di tasso d'interesse (correggete i miei errori per favore).
      Tasso naturale: tasso di riferimento se gli scambi avvengono senza l'intermediazione di denaro (attenzione: il denaro è preso solo come momentanea unità di misura, quindi esiste).
      Tasso d'interesse: il denaro facilita questi scambi e quindi ad esso viene applicato l'interesse, perché farlo per ogni bene e servizio non è cosa fattibile.

      Dov'è l'inghippo?
      Se è denaro, come si dice in gergo, sonante allora non c'è problema perché esso è (mi si passi il termine) proporzionale alla ricchezza reale, sia presente sia futura (e per certi aspetti passata, ma non sottilizziamo).
      Se al contrario è denaro che "oltrepassa" il bacino di ricchezza reale (come quello fiat attualmente in uso) il suo utilizzo equivale a firmare una cambiale le cui data di scadenza e soprattutto cifra da rimborsare possono essere spinte sempre più in avanti e in alto: da qui nasce la cosiddetta crescita infinita che gli ignoranti affibbiano al capitalismo, cioè la corsa a rendere la ricchezza reale pari al denaro circolante e non viceversa (una caratteristica del diavolo è il ribaltamento della realtà delle cose).

      Con quest'ultimo tipo di denaro il tasso di interesse, che in condizioni di mercato sano è "pari" a quello naturale, viene forzatamente deviato da esso e quindi non corrisponde più alla ricchezza reale.
      Può deviare solo in due sensi:
      1) può essere più alto, ma se così fosse le banche si suiciderebbero in mezzo secondo;
      2) può essere più basso (sempre più progressivamente) ed è quanto succede in pratica oggi.

      Quindi gli imprenditori che si fanno prestare soldi a tassi bassissimi non sanno che quel denaro non corrisponde alla vera ricchezza, dunque i calcoli che faranno per la loro attività avranno un margine di errore progressivamente sempre più ristretto fino all'inevitabile morte economica per i più deboli/onesti (a meno che tali imprenditori non siano vicini ai banchieri stampatori: in quel caso non c'è calcolo che tenga, vincono a man bassa).

      Riccardo Giuliani (in attesa di correzioni impietose)

      P.S.: Francesco, ho visto il video di chiusura di Facco; mi sembrava veramente stanco. In generale come è andata?

      Elimina
    3. Ciao Massimo.

      Dopo il tuo commento ti invito caldamente a leggere il Capitolo XII de I Promessi Sposi in cui Manzoni descrive in maniera splendida ed efficace quanto sia inutile e dannoso ogni tentativo di controllo dei prezzi.

      *****

      Ciao Riccardo.

      L'unico appunto che voglio fare al tuo ragionamento, decisamente condivisibile, è di non parlare di "tasso di interesse naturale", poiché tale concetto è di natura wickselliana ed esso veicola la concezione che un tale livello di tasso sia desiderabile e raggiungibile. E' più appropriato parlare di tasso di interesse di mercato piutosto che tasso di interesse "naturale".

      Elimina
    4. Fiiiiuuuu!
      Fa piacere sapere di averci capito qualcosa, e grazie per la precisazione.

      Riccardo Giuliani

      Elimina
  5. Ciao a tutti.

    Sono tornato a tutti gli effeti. Ho visto che mi sono lasciato dietro parecchi commenti in arretrato. Fortunatamente Ho "lasciato" il blog in buone mani :)

    Qui trovate il mio intervento filmato alla conferenza. Prossimamente sarà aggiunto anche il pezzo riguardante il "question time". Tutto sommato una buona esperienza, ma è chiaro che può essere migliorata. Anzi, deve essere migliorata.

    Colgo l'occasione per porgere un rinnovato saluto a tutti gli estimatori e lettori (vecchi e nuovi) di Freedonia che hanno partecipato alla conferenza, è stato un vero piacere incontrarvi di nuovo o incontrarvi per la prima volta.

    RispondiElimina