Bibliografia

lunedì 15 dicembre 2014

Incantesimi ciclici — L'assurdo linguaggio economico dei burocrati keynesiani





di David Stockman


Se volete un esempio concreto del fallimento intellettuale dei nostri dirigenti politici keynesiani, vi basta rivedere il pezzo del Wall Street Journal che parla di come la Comunità Europea abbia ridimensionato per l'ennesima volta le sue previsioni ufficiali sulla crescita economica. La cosa interessante non sono gli scienziati di Bruxelles che avevano torto, ma il fatto che persistano a giocare coi numeri come se stessero lanciando un incantesimo magico.

Sì, il sacerdozio keynesiano sta lavorando con testi sacri e numeri magici. Una di queste rivelazioni ci dice che il 2% di inflazione è la cifra giusta per soddisfare il dio del PIL e che ogni ammanco si ripercuoterà sulla crescita e sull'occupazione. Ma non ci sono prove empiriche che un 2% o 1% o 3% di variazione annua dell'inflazione al consumo possano essere magici — anche se fosse misurata in modo onesto. E' solo la parola del sacerdozio keynesiano.

Un altro principio sacro postula l'abbandono delle leggi di una vita economica corretta, infatti il creatore keynesiano ha ordinato che i governi di tutto il mondo debbano sempre sforzarsi di portare la crescita del PIL al suo tasso "potenziale" pieno. Nessuna eccezione. Un mondo senza fine.

Anche se i testi non sono chiari sul valore numerico esatto riguardo la crescita potenziale del PIL, la congregazione di oggi sostiene che debba essere circa il 3%, riflettendo la crescita storica dell'offerta di lavoro più i guadagni della produttività. Nel corso degli ultimi 14 anni, però, abbiamo raggiunto solo la metà di quel numero — circa l'1.8% annuo — negli Stati Uniti, e solo una frazione minore in Europa.

Di conseguenza questa linea immaginaria riguardo il "PIL potenziale" è ora molto al di sopra dei livelli di produzione effettivi. Questo enorme divario tra l'economia reale e quella potenziale, a sua volta, permette al sacerdozio keynesiano di invocare una crociata senza fine affinché le agenzie fiscali e la banca centrale sanino suddetto divario.

Ciò significa, in sostanza, che ora l'apparato statale ora è totalmente dipendente dallo stimolo economico. In realtà la banca centrale è diventata talmente sottomessa al rituale keynesiano, che il suo è essenzialmente il tentativo di micro-gestire gli enormi accumuli di PIL — circa $17 bilioni negli Stati Uniti e in Europa — su base mensile. Questo è il motivo di tutti i vertici e le conferenze stampa post-meeting.

Ma questo è assurdo. Il flusso di informazioni in un'economia da $17 bilioni è troppo vasto per essere digerito e valutato dai 12 membri mortali del FOMC, e il loro strumento preferito — la manipolazione del tasso di interesse — non può plasmarne il corso di breve periodo. Questo è particolarmente vero in quanto la macroeconomia non è un sistema chiuso, ma aperto ad ogni sorta di complicazione e di compensazione proveniente dal commercio, dai flussi di capitale e dagli impulsi finanziari di un'economia mondiale da $80 bilioni.

Eppure i burocrati keynesiani non hanno nemmeno la vaga idea di quanto siano idiote le loro previsioni e le azioni politiche, poiché non fanno altro che tentare l'impossibile. Ed è qui che l'ultima previsione ufficiale della Comunità Europea si mostra in tutta la sua rifulgente imbecillità.

Data l'enorme complessità dell'economia mondiale — più la valanga scatenata dalla campagna giapponese di distruzione dello yen, il raffreddamento dell'euforia cinese per le costruzioni, il fallimento della maggior parte dell'Europa e il massiccio spostamento di reddito e di ricchezza nelle tasche dell'1% — nessuno sano di mente dovrebbe tentare di prevedere quale sarà la crescita esatta del PIL a un anno da ora, figuriamoci a tre. Le incertezze e le aberrazioni in tutto il mondo sono dilaganti, e nessuna può essere risolta dai modelli DSGE dei keynesiani.

I burocrati della Comunità Europea, così come tuti gli altri keynesiani nel mondo, ci provano lo stesso e si sentono in dovere di effettuare regolazioni capillari due volte l'anno — soprattutto per coprire la loro rettifica cronica sul quadro di breve termine, che, in ogni caso, si rivela errata abbastanza presto.

Non troppo tempo fa la Comunità Europea ha previsto che nel 2015 gli utili reali della produzione potrebbero raggiungere in media il 2.5%. All'arrivo della revisione primaverile di quest'anno, la proiezione è scesa all'1.7%; e ora il suo aggiornamento autunnale è sceso ulteriormente all'1.1%. Sì, e mentre stavano spaccando i numeri al capello, le previsioni della Comunità Europea hanno dovuto fare i conti con una realtà "deludente", la quale ha fatto abbassare le previsioni per il 2014 allo 0.8% rispetto all'1.2% della primavera scorsa.

La Comunità Europea ha anche resuscitato le sue previsioni di un PIL all'1.7% — che erano state proiettate per il 2014, un po' prima che fossero ridotte al loro livello attuale dello 0.8%. Sembra che questo numero magico non venga mai abbandonato; è stato ripresentato anno dopo anno. Adesso è stato riproposto per il 2015, ma dal momento che ormai sembra fuori portata, i veggenti a Bruxelles non hanno avuto difficoltà a rilanciarlo per il 2016.

Questo rituale con numeri magici è ridicolo perché non presuppone alcuna differenza se le prospettive per il PIL a tre anni da ora saranno dello 0.8%, dell'1.2%, dell'1.7% o qualsiasi altro numero in tale intervallo. Si tratta solo di rumore e follia.

Perché allora persistono in questo rituale? Beh, perché nei testi sacri è scritto che l'azione politica è indispensabile per colmare il divario del PIL, e che la grandezza di tale divario e gli interventi politici necessari dipendono da una previsione macro. Quest'ultima è, in effetti, la mappa per il loro intervento politico.

Tuttavia, ora che l'output gap è diventato gigantesco e i banchieri centrali credono che ci sia grande "fiacchezza" nella forza lavoro — che in parte è riflessa nei tassi ufficiali di disoccupazione in Europa, mentre qui è in gran parte offuscata dai numeri fasulli del BLS — il progetto keynesiano si trova di fronte ad una realtà amara: è praticamente impossibile credere che il "gap" e la "fiacchezza" siano dovuti a fattori ciclici.

Due semplici serie storiche ce lo dimostrano. In primo luogo non vi è stato praticamente alcun aumento nelle ore di lavoro nel corso degli ultimi 15 anni. Non è ciclico — è una condizione fondamentalmente disastrosa o un trend.




In secondo luogo, i redditi reali delle famiglie sono scesi negli ultimi 15 anni. Anche questa non è fiacchezza temporanea e "ciclica"; si tratta di una misura che sottolinea la decadenza dell'economia nazionale.




Quindi la politica odierna dello stimolo perpetuo è del tutto inadatta ai problemi reali, perché queste sfide si trovano sul lato dell'offerta dell'economia. Quest'ultima è gravata da debito, tasse, barriere normative, clientelismo, inefficienze e welfare state dilagante. Non hanno nulla a che fare con la "domanda aggregata", e non potevano essere risolti con ulteriori debiti e prestiti a famiglie e imprese. La ZIRP della FED ha già dimostrato di non poter stimolare il credito per la spesa al consumo e beni strumentali a causa del blocco stradale imposto dal "picco del debito".

Eppure i burocrati keynesiani continuano a chiedere uno "stimolo" anticiclico perché sono prigionieri di un incantesimo, la cui formula risale alla catechesi keynesiana originale. Essa richiede l'intervento durante la fase finale del ciclo economico per attivare il pump priming e superare le recessioni. Lo stimolo era l'eccezione, non la norma; incarnava l'idea che dopo la spinta dello stato — il capitalismo di mercato avrebbe potuto prendersi cura di sé stesso. Il corollario era che la politica fiscale e monetaria si sarebbe normalizzata rapidamente una volta che sarebbe iniziata la ripresa.

In effetti i keynesiani dei primi anni '60 promettevano che ci sarebbe stato un surplus fiscale durante la metà del ciclo. Per questo i "deficit anticiclici" non erano una forma di monetizzazione dei debiti dello stato, perché il prestito in questione era considerato temporaneo (cioè, sarebbe stato rimborsato dalle eccedenze nel periodo di ripresa). E i banchieri centrali, come il grande William McChesney Martin che non era affatto un keynesiano, si sforzavano di "andare contro corrente" e di togliere la brocca del punch proprio quando iniziava la festa.

Ma nel corso degli ultimi due decenni il progetto di stimolo keynesiano è migrato dalle autorità fiscali alle banche centrali. Ciò ha avuto conseguenze di vasta portata, in quanto ha spostato il luogo di elaborazione delle politiche dal macchinario legislativo a burocrati non eletti e accademici dotati di poteri virtualmente plenari e 13 anni di mandato.

Quel che è peggio è che è stato permesso loro di giocherellare con i mercati monetari e dei capitali nella falsa convinzione di poter controllare l'evoluzione della macroeconomia attraverso il suo centro nevralgico finanziario e di guidare il PIL verso la piena occupazione.

Di conseguenza si è scatenato l'inferno. Questi interventi non hanno aiutato l'economia reale, né hanno chiuso l'output gap immaginario. Invece il massiccio stimolo della banca centrale ha distrutto i mercati dei capitali e ha consentito ad un casinò gigante di banchettare con denaro gratuito e con tanti altri meccanismi di salvataggio concessi dalle banche centrali.

Ma il vero pericolo non è che i keynesiani avevano torto allora, quando il keynesismo fiscale insegnato da James Tobin negli anni '60 suggeriva allo stato di apportare un aiuto anticiclico in favore dell'economia privata. No, il keynesismo ha sempre avuto torto. Si basa sulla presunta instabilità ciclica del capitalismo di mercato e sulla sua tendenza cronica a finire in recessione, depressione e in un buco nero in assenza di cure dello stato.

L'evidenza di quanto detto è l'evento fondante del vangelo keynesiano — la Grande Depressione degli anni '30. La sua tragicità è nota all'umanità di tutto il mondo, eppure il disastro degli anni '30 non era dovuto alle instabilità intrinseche del capitalismo o ad un libero mercato senza regole.

Invece la Grande Depressione nacque dal caos finanziario della prima guerra mondiale, che distrusse il sistema monetario e travolse il mondo col debito e l'inflazione; e grazie alle manipolazioni della FED negli anni '20, la Banca d'Inghilterra e altre banche centrali tentarono di ripristinare lo status quo ante-1914 senza quella disciplina di bilancio e finanziaria che caratterizzò la prosperità e la stabilità dell'ordine liberale internazionale basato sul gold standard e sul libero scambio di merci, capitali e lavoro.

Sin da allora tutti i cicli economici più miti sono stati generati dallo stato a causa di eccessi della finanza bellica e un'economia surriscaldata, come nel caso delle guerre di Corea e del Vietnam; e in tempo di pace c'erano gli incantesimi dell'espansione monetaria delle banche centrali, le quali avrebbero dovuto correggere i propri eccessi attraverso il rigore monetario e la recessione.

Nelle economie aperte e in un sistema commerciale globale l'unica cosa che conta sono i prezzi, non gli aggregati. Il problema dell'America è che i suoi costi di produzione e i prezzi del lavoro sono troppo alti, e le sovvenzioni per la produzione inefficiente sono troppo grandi. Questo è il motivo per cui c'è così tanto lavoro "fiacco" e perché la crescita della produzione e della ricchezza è stata così tiepida sin dalla fine degli anni '90, quando la Cina è divenuta la forza trainante dell'economia globale.

Detto in altro modo, le nozioni keynesiane del "PIL potenziale" e della "domanda aggregata" non hanno alcun fondamento nel mondo reale. Sono dogmi. Rappresentano la religione in cui crede l'apparato burocratico dello stato.

E' già abbastanza grave che questa religione distruttiva abbia condotto alla farsa delle previsioni economiche della Comunità Europea. La cosa peggiore, però, è che i burocrati keynesiani non desisteranno dal ricorrere alla stampa di denaro e ai prestiti, fino a quando non avranno soffocato il capitalismo di libero mercato e avranno monetizzato così tanto debito pubblico che il sistema finanziario non potrà far altro che implodere.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


34 commenti:

  1. Stockman mi piace ogni volta di piu'.

    I massoni keynesiani e pure gli altri mi hanno proprio rotto i co....i!
    Se sanno vagamente di sbagliare, allora fanno tutto solo per favorire se stessi ed i propri clienti. Arroganti mascalzoni!

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    1. Ciao Dna.

      La cosa divertente di questi personaggi è che si contraddicono palesemente. Peccato che pochi riescano a cogliere queste sfumature. Ponendo da parte le evidenze riguardo la bolla dell'olio di scisto, il prezzo del petrolio sta calando vistosamente. In questo modo i consumatori alla pompa di benzina dovrebbero pagare di meno. Evviva! In un colpo solo si risparmia sul carburante e "si abbattono" i profitti delle società petrolifere cattive per definizione. Ma la deflazione dei prezzi non era il male incarnato? :)

      Sto notando una certa inversione ultimamente per quanto riguarda i venditori di fumo keynesiani e mmters. Gli articoli incentrati sul petrolio di questi pagliacci non stanno avendo lo stesso effetto che hanno avuto anni addietro. Alcuni individui che fino ad ora hanno seguito le loro orme si stanno chiedendo come mai i loro discorsi manchino di causa/ effetto economico. E' un buon inizio...

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    2. E' un buon inizio?
      Avete presente nei cartoni animati le scene in cui i fessacchiotti cominciano a precipitare solo dopo essersi resi conto che il terreno sotto ai piedi non c'è più da parecchi metri prima?
      Qui il nuovo tema bollente, così bollente da essere tiepido, è incredibilmente ancora "euro sì - euro no" (che sintetizzerei in "neuro sì"): quindi adesso di nuovo i tedeschi saranno sotto attacco mentale da parte dei degni eredi delle insegne romane.
      Questo permetterà ai citati fessacchiotti di continuare a guardare in su ancora per qualche metro, sperando che non sia LA metro.

      Riccardo Giuliani

      P.S.: i keynesiani di varia estrazione cosa stanno dicendo del Giappone?

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    3. Ciao Riccardo. E io che volevo portare un briciolo di ottimismo. :)

      Sul Giappone, invece, pare esserci un silenzio di tomba...

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  2. Ragazzi.... ma di cosa state parlando? Vivete nella realtà o nel sogno? Di Keynesiani nella UE non se ne vedono nemmeno in lontananza. Quindi fatemi il piacere di chiamare Junkers e tutti gli altri con i loro nomi. Piuttosto parlate di scuola Austriaca. Non fate mistificazione. Che sono anni che in Europa non si vede un Keynesiano. Poi se volete discutere...facciamaolo, ma per carità partiamo da ipotesi serie.

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    1. ahhh, grande... :) scuola austriaca... (o lussemburghese...!). chi risponde?

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    2. Oh bene. Veniamo finalmente a conoscenza che ci eravamo tutti sbagliati, in realtà la tragedia dell'euro era una boutade di quei filibustieri di neo-liberisti che con la scusa del libero mercato c'hanno infinocchiato tutti. Ma, ehi, mi domando come mai ci siano paesi che non vedano l'ora di spendere a deficit in modo da superare le recessioni; mi domando come mai ci siano accademici che su dieci parole pronunciate tre sono composte da "stimolare - domanda- aggregata"; mi domando come mai i banchieri centrali siano stati così lesti ad attura politiche anticicliche; ecc.

      Ah, certo, vince una bambolina chi indovina per primo da chi ha preso l'idea Juncker per il suo ultimo piano di stimolo...

      Se davvero, sig. Gonzaga, non ci fosse più un keynesiano in giro per il mondo, io non avrei semplicemente un blog ma addirittura una cattedra. :)

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    3. Mi scusi, ma Lei ha mai sentito parlare di Fiscal Coompact? o di CreditCrunch? Lei è mai andato in banca insieme ad un artigiano per chiedere di rinnovare un Fido? Lei ha visto il Bilancio della BCE che da quando Draghi ha detto "faremo tutto quello che è necessario" è calato di 1000 Miliardi........ Lei sta parlando di quello che qualche sparuto gruppo di economisti chiede ora....non di quello che ha fatto negli ultimi 10 anni la UE, la BCE e lo stato Italiano....... Lei lo sa quanto ha accumulato come saldo primario l'Italia dal 1993 ad oggi? Forse no altrimenti non parlerebbe di manovre keynesiane..... di cui non si è visto nemmeno l'ombra dal 92 in poi Almeno in Italia. Nel frattempo però la produzione industriale è calata solo del 25%......robetta.

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    4. Lei confonde causa ed effetto. Non ci sarebbe stato nessun credit crunch senza un'espansione monetaria artificiale precedente. Il deleveraging del bilancio della BCE è stato possibile grazie agli interventi monetari messi in campo dalla FED e dalla BoJ che hanno sostenuto la domanda obbligazionaria dell'UE.

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  3. Ho letto su Trend On Line questo articolo e mi sono stupito. Era molto tempo che una testata seria non pubblicava una tale quantità di inesattezze o di totale stravolgimento della realtà. Basta leggere come è stata ribaltata la storia della crisi del 29. Ora chi ha scritto questo articolo mentiva sapendo di mentire oppure la sua cultura economica è quella di un bambino delle elementari. Mi scuso, ma è difficile leggere un tale concentrato di inesattezze.

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    1. Proviamo ad elencarle queste inesattezze.

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    2. tanto per cominciare il Bilancio Pubblico americano è stato in surplus dal 19 al 1930 per 11 anni consecutivi. Mai stato così in surplus come prima del 29......le sembra una manovra keynesiana?

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    3. Signor Gonzaga spero tanto che lei non sia un troll provocatore.
      Davvero non ha mai sentito parlare nella UE di domanda aggregata da stimolare?
      Se non e' keynesismo questo cosa lo e'? La svalutazione competitiva italian-style? Anche lei crede che col fiatmoney si rilanci la prosperita'?
      Ci argomenti la sua tesi, prego.

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    4. No. Non e' un troll. Per fortuna. Non si offenda, ma la ptudenza...

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    5. Davvero intrigante il modo di inserire argomenti nella discussione nel modo in cui un macellaio sbatterebbe sul tavolo un cosciotto di manzo. Ma va bene così, vediamo di capire il perché di tale surplus e come esso non c'entri poco con la Grande Depressione. Il contesto storico, infatti, è cruciale affinché si riesca a capire cosa stesse accadendo. A seguito della prima guerra mondiale, la maggior parte delle nazioni occidentali ne uscì con le ossa rotte: economicamente e politicamente. Gli stati, dopo aver inflazionato l'offerta di moneta e aver abolito il gold coin standard durante il periodo bellico, decisero di tornare alla parità aurea sotto un nuovo sistema di pseudo-gold standard ai tassi pre-bellici... come se tutto l'inflazionismo durante la guerra non fosse esistito. Ne risentì fortemente l'Inghilterra (l'oro stava prendendo la via degli Stati Uniti). Quindi il presidente della BoE chiese al presidente della NYFED di convincere il presidente della FED di inflazionare l'offerta di moneta affinché ponesse fine a quella situazione.

      C'è da dire che gli Stati Uniti venivano da un biennio (1920-1921) in cui avevano sperimentato una delle depressioni più brevi mai viste. Il presidente Harding, insieme ad Andrew Mellon, implementarono tagli di tasse e spese per riportare in carreggiata l'economia USA. Ci riuscirono. Poi però il presidente Harding morì e le cose cambiarono. Infatti, la FED si lasciò convincere ad inflazionare l'offerta di moneta: http://research.stlouisfed.org/fred2/graph/fredgraph.png?g=Uyi

      L'influsso di denaro a Wall Street, grazie alla FED, e tassi di interesse artificialmente bassi furono gli inneschi che scatenarono la Grande Depressione.

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    6. Secondo lei un Troll ci mette la faccia?

      certo che ne ho sentito parlare, ma una cosa è ciò che vogliono i K e una cosa è cosa fa la UE e i singoli stati, scusi ma le i confonde. Le politiche della UE, della BCE e dei singoli stati sono state negli ultimi 20 anni la negazione delle politiche Keynesiane. Quindi guardiamo a cosa è stato fatto realmente.

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    7. Scusi ma c'è una inesattezza fondamentale........ Fu il sistema bancario privato a creare moneta in maniera impetuosa e non la fed e nemmeno lo stato. Il sistema bancario Privato esplose il credito e creò la bolla di Wall Street.... la cosa è molto importante...... la fed come la vediamo ora non esisteva, ma era una sommatoria delle singole banche centrali degli stati, e il sistema bancario USA aveva controlli ridicoli....... tanto è vero che poi la FED fu completamente rifondata e con Il Glass Steegall ACT si rimise a posto il sistema bancario USA....... Negli stessi anni il governo USA faceva manovre anticicliche esattamente uguali a quelle che abbiamo fatto noi italiani negli ultimi 20 anni

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    8. Lei continua a confondere causa ed effetto. Non c'è dubbio che anche il settore bancario commerciale può creare denaro dal nulla attraverso la riserva frazionaria, ma senza un prestatore di ultima istanza a guardia di tale sistema, lei capisce, sarebbe deceisamente rischioso imbarcarsi in una simile attività. L'abbassamento artificiale del tasso di interesse di riferimento, infatti, permette al settore bancario commerciale di espandere il credito a seguito di un ambiente manipolato, nel quale si presume che il credito sia disponibile a seguito della presenza di risparmio reale. Ciò è falso e crea distorsioni ed errori economici che devono essere puliti, e non perpetrati e spazzati sotto il tappeto "mantenendo un ambiente economico in uno stato di quasi-boom" (tanto per citare Keynes).

      Al di là dei catenacci normativi che si tenta di apporre al sistema finanziario e bancario, qualsiasi tentativo di riformare il sistema bancario fallirà. Quindi il fatto del Glass-Steagall Act passa in secondo piano. Perché? Perché finché ci sarà una banca centrale con facoltà di manomettere il panorama economica e permettere la riserva frazionaria, avremo sempre una fonte di guai pronta a sfornarne di nuovi.

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    9. Le ho spiegato che allora non controllavano nulla perchè la FED come la conosciamo ora non esisteva! E le grandi bolle della storia sono sempre state create dal credito bancario (che come giustamente lei ha detto crea denaro) perchè sul credito bancario banalmente si paga un interesse e tale interesse si cumula.... quando il credito esplode gonfia la bolla che per un po' si autoalimenta, poi un bel giorno si alzano i tassi di interesse e la bolla scoppia (negli USA tra il 29 e il 32 fallirono più di 500 banche) Il bilancio pubblico allora era ben poca cosa rispetto al PIL e fino al 33 non furono fatte nessuna manovra anticiclica sostanziale, anzi si continuò ad innalzare il tasso di interesse. La crisi dal settore borsistico e quallo bancario passo all'economia reale e raggiunsero il 25% di disoccupati. Mi dispiace ma è lei che confonde le cause con l'effetto. Aggiungo che dibatto per capire e se uno trova un "bug" nel mio ragionamento sono pronto a modificarlo.

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    10. Dopo il breve primer sulla Scuola Austriaca di gdb, non mi resta che aggiungere che la sua visione riguardo la FED pecca di sufficienza. La Federal Reserve è stata ideata solo epr due motivi: slavaguardare il sistema bancario commerciale (o almeno una parte di esso) e salvaguardare il sistema statale. E questo il duplice mandato ufficioso. E' sempre questo il progetto nel 1910 quando fu redatto il programma a Jeckyll Island. Lo è stato sin da quando nel 1796 fallì la Prima Banca degli Stati Uniti. Quindi, no, il suo punto di vista della FED è errato.

      Poi si potrebbe anche sottolineare che la Grande Depressione è stata uno dei periodi più tetri della storia economica mondiale, mai una crisi si era protratta per circa 15 anni... e guarda caso proprio sotto il sistema bancario centrale. Niente di simile era accaduto prima di allora. Ovvero, tutti gli errori commessi sul mercato venivano pagati con la perdita di clientela e di asset, ed infine col fallimento. Era questa la regola. Era questo il governo dei consumatori. Era dalle corse agli sportelli bancari che le banche volevano proteggersi; e lo stato aveva bisogno di un escamotage per ampliare la sua sfera d'azione. Se davvero la FED nacque come lo stabilizzatore dei mercati perché la depressione del '21 durò solo un anno mentre quella del '29 circa 15 anni e l'economia si riprese solo nel '46? Deve spiegarlo. Se davvero la FED nacque come lo stabilizzatore dei mercati perché furono lasciate fallire circa 9,000 piccole e medie banche mentre non ne cadde nemmeno una grande? Deve spiegarlo. Dovrebbe spiegare inoltre perché ha bypassato allegramente il grafico della base monetaria selezionato proprio per mostrarle come fosse stata la FED a dare il "la" all'espansionismo monetario artificiale.

      Torno a ripetere una cosa fondamentale, prima del settore bancario c'erano le bolle, certo, ma coloro che cadevano in errore pagavano di prima persona i loro errori e non c'era nessuno a salvarli. Quindi ci andavano piano con la riserva frazionaria. Ora abbiamo un salvatore di ultima istanza che alimenta l'azzardo morale e redistribuisce su tutta la popolazione gli errori degl ialtri.

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  4. signor Gonzaga, prima di discutere del resto, e soprattutto del fatto se siamo in modo keynesiano o no, mettiamo le premesse. la premessa è che Lei, dicendo che siamo in modo austriaco, non conosce, senza offesa, per nulla la scuola austriaca. e so che è difficile cambiare le proprie idee, ma se le orecchie non sono aperte, è inutile parlare (vale per tutti).non siamo in tribunale per avere ragione. siamo qui per discutere e scambiare idee. ognuno può rimaner del proprio avviso, ma può cambiare idea se trova tesi convincenti.
    la scuola austriaca afferma, nelle sue varie sfumature, la sottrazione del potere di creare denaro dal nulla lasciata impunemente al sistema bancario coperto dalla banca centrale sino all infinito, ed alla banca centrale stessa con la sottoscrizione del debito pubblico (non prevista nell euro). la banca centrale, alterando il tasso d interesse ed abbassando il coefficiente di riserva (a proposito, lo sa quant era in italia prima dell euro e quanto è diventato con l euro?) ci aggiunge del suo, e di molto. ma il vizio è all origine, la stessa esistenza della banca centrale, che gli austriaci non approvano. perché essa manipola il denaro creando cicli di espansione e recessione. nella visione tradizionale il denaro era una res, l oro. altro era il credito. la riserva rappresentava la res, il resto era credito. nel fiat money, denaro e credito sono la stessa cosa: più c è denaro, crediti, più ci sono debiti. in un tale ambiente, contaminato, pubblico e privato sfumano. lo stato appoggia le banche tbtf e le banche appoggiano gli stati. l assetto normativo non distingue molto tra pubblico e privato, che entrambi non posano fallire ed azzardano moralmente. anche la proprieta, sin dalla prpprita passiva di bearle e means, è un concetto giuridico recessivo. dalle fondazioni bancarie alle società private in mano pubblica, la confusione è enormi sotto il sole. in alcuni stati abbiamo avuto un espansione del debito pubblico, in altri del debito privato. spesso entrambe. fatto sta che nessuno ne risponde, essendoci la banca centrale. di qui azzardi morali ed esternalizzazione delle perdite. l euro ha creato una bolla enorme, abbassando i tassi e dando un segnale di fiducia. è salito il debito privato e non c è dubbio che in irlanda e spagna sia stato questo il problema principale.

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  5. un sistema "austriaco" non avrebbe consentito la creazione di quest immane montagna di debiti. perché il denaro, ed il debito, non sarebbe creato ad libitum,, trovando fondamento nei risparmi reali (la res), e scindendo denaro (res) dal credito, pur necessari all economia. insomma, le perdite (sui crediti) si pagano con denaro, e beni reali; non ricapitaliizando dal nulla, come novelli alchimisti. e se le perdite sono troppe, si fallisce. questo sistema consente di relazionare il fallimento con l investitore, e non con l intero sistema, che è chiamato a sopportare le perdite. ed anche l interesse pagato dall Italia deriva da questa immensa montagna di debiti creata, tutt altro che austriaca. la mnetanel sistema austriaco è oro, un bene, ovvero lasciata al mercato (free banking, o liberta di emissione monetaria hayeckana). ma di certo non lasciata alla produzione di un sistema bancario centralizzato con a capo la holding riparatrice banca centrale. che. con lo stai e di concerto con esso, decide chi salvare e chi premiare. che stampare denaro per la nato, le armi, le pensioni privilegiate, quello non manca mai. scindere tra pubblico e privato di sistema è oggi un errore, ancorato ad una vecchia ideologia. ma è indubbio che il sistema si basa su istituzioni normative "pubbliche", che le istituzioni sono pubbliche e sono loro a legiferare.

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  6. siamo in un misto tra keynesianismo e monetarismo. sistemi keynesiani "puri". allo stato, sono gli usa, che però sono valuta di riserva mondiale, basta sulla forma militare e dei petrodollari. e l esperimento giapponese.
    quanto all italia, mi pare che il debito pubblico all entrata dell euro fosse più basso, no? ed è aumentato keynesianamente. div è il moltiplicatore di ricchezza? nelle pensioni? nel mose? negli appalti? nel ponte di messina? poi ci si lamenta se si devono pagare interessi!?

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  7. l europa è un caso a parte proprio perché la banca centrale è comune. i paesi che ci tengono ad una moneta forte non vogliono che essa sia inflazionata dall aumento del debito pubblico di un altro stato, che si gode i benefici da emissione del denaro potendo spenderlo ed acquistando beni e servizi "gratis" (col denaro emesso dal nulla). così infatti svaluterebbero la moneta comune, anzi approfitterebbero dell altrui morigeratezza. infatti se fossimo alla lira a parita di debito, la forza della lira non sarebbe quella dell euro. da cio, solo convenzionalmente, e magari con un occhio alla quantita ammissibile di investimenti, nascono i limiti europei a deficit e debito. un modo di tenersi sotto controllo l un l altro. non che ami i tedeschi, tutt altro (hanno creato un gran debito concedendo credti imprudentemente ed ora ne pretendono il pagamento dai connazionali solvibili di coloro che lo hanno fatto), ma neanche gli italiani :) . in un paese con le tasse altissime, spesa pubblica oltre il 50% del pil (ben oltre) e debito al 130% parlare di assenza di keyens fa sorridere. seriamente, no?

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    1. Su alcune cose concordo......su altre dissento totalmente. ma è troppo tardi per una discussione.

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  8. Parliamo dell'Italia e della realtà (cioè di cosa è accaduto negli ultimi 20/30 anni) mi limito ai fatti salienti ovviamente altrimenti servirebbe un trattato di 300 pp.
    82....Andreatta vieta alla Banca centrale di Acquistare Bond dello stato....fine della monetizzazione del debito.
    91/92 per tentare di stare nello SME iniziano le grandi manovre su tasse e spesa pubblica (amato/ciampi)
    dal 95/97 Ricominciano le grandi manovre per entrare nella UE e ridurre il nostro rapporto debito PIL
    dal 92 ad oggi il saldo primario cumulato dell'Italia è superiore ai 700 Miliardi
    dall'82 ad oggi la spesa cumulata per interessi sul debito è superiore ai 3.000 MLD (è evidente che lo stock di debito è stato causato dall'enorme cumularsi degli interessi e non dall'incremento della spesa pubblica per servizio o investimenti)
    Dal 2000 ad oggi la Produzione industriale Italiana è crollata di oltre il 25% (come in guerra o come negli USA del '29)

    Ora se Lei dice che questi sono numeri da manovre Keynesiane...... o non conosce minimamente Keynes o vede uno scenario diverso....mai numeri sono questi. In Italia da Andreatta in poi Keynes è stato completamente abolito, mai applicato.

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    1. il fatto che ci si lamenti di come la Banca d'Italia abbia smesso di monetizzare il debito pubblico, rappresenta solo fumo negli occhi. Non è questo che ha causato l'accumulo dell'enorme mole del debito pubblico. Il divorzio tra Tesoro italiano e Banca d'Italia si rese necessario per l'insostenibilità dei volumi richiesti dal Tesoro stesso, oltretutto l'inflazione era alle stelle (a doppia cifra) e pertanto le emissioni si ridussero sempre più in durata (proprio per evitare l'ingolfamento nel capitale delle banche). Poi il problema si trasferì, col divorzio, dalle banche al debito pubblico. La banca centrale in mano ai burocrati avrebbe distrutto la lira, quindi si pensò di spacciare la favola dell'indipendenza della banca centrale per calciare il barattolo. I banchieri hanno una gestione più oculata degli affari economici rispetto ai burocrati.

      Pertanto il debito non scoppiò a causa del divorzio, ma fu il divorzio che divenne necessario in seguito all'aumento dell'indebitamento, non più sostenibile solo dal sistema bancario. Infatti, da quel momento in poi si sarebbe sfruttato di più anche i finanziamenti esteri. I keynesiani amano invertire causa ed effetto. O, forse più semplicemente, non hanno idea di cosa sia causa/effetto in economia.

      Read more: http://johnnycloaca.blogspot.com/2014/12/un-commento-sullesito-del-referendum.html#ixzz3M9LgzMai

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    2. Salve di nuovo sig. Gonzaga.

      Se noterà dalla colonna di destra, questo blog è attivo dal 2010. Questo significa che alle spalle ha quasi cinque anni di pubblicazioni e riferimenti. La sua obiezione, infatti, è stata approfondita più e più volte. Un esempio può trovarlo qui: http://johnnycloaca.blogspot.com/2013/03/svalutazione-made-in-italy.html

      Le torno a ripetere anche che lei confonde causa ed effetto. Il fatto che la Banca d'Italia fosse stata resa "privata" all'epoca, non fu altro che il risultato di una saturazione di debito pubblico nella capacità di bilancio delle banche commerciali. Si volle quindi spostare la gestione della banca centrale dalle mani dei politici alle mani dei banchieri. I privilegi sarebbero stati sempre quelli (salvaguardare banche e stati) ma adesso sarebbero stati manovrati da attori oculati come i banchieri. Il problema, quindi, non era il cambio di gestione bensì il fatto di voler spendere oltre misura emettendo obbligazioni. La differenza chiave tra la motivazione della classe bancaria e la classe politica è che la prima preferisce una politica monetaria che permetta a loro di trarre profitto dall'attività economica della popolazione in un modo subdolo e insidioso. Una politica di aperta inflazione condotta dalla classe politica è la via per l'iperinflazione, lo sfacelo della divisione del lavoro e la distruzione del sistema monetario stesso. Diversamente dalla classe politica, la classe bancaria è abbastanza astuta da riconoscere le politiche che porteranno all'inflazione di massa e alla morte del sistema monetario da cui trae profitto come un parassita. Una chiara illustrazione delle differenti motivazioni delle due classi può essere trovata nella storia dell'iperinflazione della Repubblica di Weimar.

      Ma questo ovviamente è una mentalità figlia dei tempi di allora. Il keynesismo ha subito varie trasformazioni nel tempo. Se la versione originale andava bene all'epoca della Grande Depressione, essa è stata cambiata nel corso degli anni: la "fiacchezza" di James Tobin negli anni '60. Il keynesismo ha sempre avuto i semi di questa trasformazione.

      Non si può dire oggi "Keynes non è stato ascoltato" o "queste misure non sono da Keynes". No. Ed è un NO risonante. Le misure interventiste attuali sono l'esatta conseguenza della maledizione della General Theory, testo volutamente incomprensibile atto a giustificare le politiche sconsiderate ed interventiste dei painificatori centrali .Era questa l'essenza di quel libro. Il keynesismo nasce dal New Deal di Roosevelt del 1933 non dalla General Theory del 1936. Nasce dalla necessità di proteggere determinati privilegi dall'essere aboliti da parte del libero mercato. Ogni intervento nell'economia è predisposto per questo scopo. E ciò non è altro che quello Mises scrisse in Planned Chaos.

      Secondo Hayek, che a quanto pare conosceva bene Keynes, quest'ultimo aveva capito il suo errore e si adoperò per rettificare. Non ci riuscì. Morì nel 1944. Ormai il dado era tratto.

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  9. Guardi in economia contano i numeri....e non i dogmi.... (Io non sposo nessun dogma...tantomeno quello Keynesiano) ma ciò che lei dice mescola alcune cose vere con una molte inesattezze.
    1) nel 82 il debito italiano era attorno al 58/60% del PIL. (Anno in cui si vietò di monetizzare il debito)
    2) dal 82 abbiamo speso oltre 3.000 MLD di interessi
    3) dal 92 abbiamo un saldo primario positivo cumulato di oltre 700 MLD
    Ergo.... Il debito pubblico è stato creato dal l'immenso costo del debito e visto che gli interessi sono andati tutti o al sistema bancario o alla rendita è abbastanza facile capire chi ha guadagnato .
    Sicuramente ha perso il paese che ha smesso di svilupparsi e poi è letteralmente crollato prima nel periodo dello SME e poi con l'entrata nell'euro.
    Dire peró che in Italia sono state applicate politiche Keynesiane è "roba" da Pravda .... Ribaltamento totale dela realtà.
    Vero è che le grandi bolle del 900 sono state create dal sistema bancario..... Ed anche la bolla del 2007/8 è stata creata dal sistema bancario.... Totalmente falso è dire che sono state applicate politiche Keynesiane. Siamo in una delle maggiori crisi da insufficienza di domanda aggregata e dire che negli ultimi 20 anni nella UE sono state applicate politiche K è ribaltamento della realtà.

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    1. Mi dispiace sig. Gonzaga, ma lei persiste a confodere causa ed effetto. Vede, la Scuola Austriaca è molto chiara su questo punto: l'essenza della scienza economica è la prasseologia, ovvero, l ostudio delle azioni umane. Sebbene i cosiddetti "numeri" ricoprano un ruolo non indifferente, essi non sono il cardine portante. Inoltre non mi sorprende che lei continuia afare confusione tra causa ed effetto, perché tale predisposizione è sintomatica di una mentalità keynesiana. Poi non capisco come lei non colga l'incoerenza di questo ragionamento circolare di cui si fa garante: "Il debito pubblico è stato causato dall'enorme costo del debito"... Cosa vorrebbe dire? Capisce benissimo che non esiste senso in questa affermazione.

      Finché la Banca d'Italia dipendeva dal Tesoro, i titoli li faceva acquistare alle banche commerciali, con le loro risorse, come una sorta di "tributo" per la gestione della moneta. Quando lo stato ha iniziato a premere sull'acceleratore dell'indebitamento, le banche non sono riuscite a stare al passo (leggi: non sono riuscite ad assorbire l'enorme mole di titoli emessi), pertanto la loro sottoscrizione è stata aperta al mercato.

      E' colpa dell'ingordigia dello stato perché se non avesse ecceduto nell'indebitamento, oggi non saremmo a questo punto. Il dove finiranno le nazioni le cui banche centrali praticano il QE lo vedremo tra non molto. Per quanto riguarda la sua persistenza nel voler affermare che non ci siano state politiche keynesiane, la invito quindi a riconsiderare le sue posizioni leggendo anche un saggio che potrebbe illuminarla: Marcello de Cecco, “Keynes and Italian Economics” (1989).

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    2. "Poi non capisco come lei non colga l'incoerenza di questo ragionamento circolare di cui si fa garante: "Il debito pubblico è stato causato dall'enorme costo del debito"... Cosa vorrebbe dire? Capisce benissimo che non esiste senso in questa affermazione."

      Non solo! Volendo prendere alla lettera la circolarità della frase è lecito domandarsi che se è il debito a far lievitare il debito allora chi diavolo ha costretto lo stato a fare debito?
      Qualche professore o politico illuminato? Una tradizione antica e consolidata? Un piccione viaggiatore?

      Lo stato ovunque, se la popolazione non è attenta ai fatti propri individuali e quindi di tutti, si espande: lo stato è un grimaldello con il quale alcuni tra i peggiori della società aprono i portafogli dei loro sottomessi.
      Il modo migliore è l'inflazione poiché la sua difficile individuazione permette di mantenere la truffa a lungo nel tempo.
      Inflazionare significa gonfiare la massa monetaria in circolazione (non basta aumentarla, deve anche circolare): ovviamente bisogna dare giustificazioni di facciata a queste spese e quindi daje colle opere pubbliche!

      Lo stato costringe - se può - la propria banca centrale ad essere accomodante (una specie di richiesta che non si può rifiutare) nel comprare i propri titoli di debito e nel monetizzarli.
      Poi però arriva la realtà, e i sistemi corporativisti come il nostro (di antica e consolidata tradizione) si accorgono che la monetizzazione del debito ha un limite fisico; nessun problema, qualche professore o politico illuminato decide per legge che la realtà si può aggirare: così si apre la farsa della seconda fase detta di indipendenza a seguito di divorzio.

      Le cose non procedono nel migliore dei modi: politica, affarismo e malcostume consumano a ritmo frenetico le ricchezze della grande e poderosa nazione italica.
      Botta di fortuna vuole che all'orizzonte si presenti un salvagente finanziario e politico di nomi euro e unione europea rispettivamente.

      I crucchi non ci vedono di buon occhio (http://www.rischiocalcolato.it/2013/12/ma-non-e-che-i-cattivi-tedeschi-ci-vogliono-sbattere-fuori-eurosfig.html); malignano a causa della nostra antica e consolidata tradizione ed esprimono il loro diplomatico dissenso a farci accomodare a mensa.
      Ma tant'è! entriamo anche noi tra i graaaaaaandi.

      Com'è e come non è va male lo stesso: alcuni malignano a causa della nostra antica e consolidata tradizione, nella quale però illuminati professori e politici nuovi e vecchi trovano la forza per dire che all'inizio le cose non stavano così e quindi bisogna tornare indietro... e infatti stiamo arretrando pesantemente a livello intellettuale.
      L'eterno ciclico e circolare ritorno, appunto!

      Speriamo che a cose terminate nessun piccione viaggiatore venga mettere la ciliegina sulla torta: sarebbe troppo!

      Riccardo Giuliani

      P.S.: volendo stringere, se qualcuno dice che la mia vita deve essere gestita in tutto e per tutto da altri, io devo avere le garanzie di successo o di rimborso in caso di fallimento.
      Sarebbe buona pratica che chi ci governasse mettesse ad ipoteca i propri beni. E' chiaro che questa cosa non succederà perché odora troppo di giustizia sociale, quella però sgradita a chi comanda.

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  10. vabbè ragazzi è stato bello....ma vi lascio.....è il vostro ragionamento ad essere circolare (solo una cosuccia....quando una banca centrale crea moneta non crea debito.....e quando una banca centrale acquista Bund denominati nella sua monta annulla debito) ....... Ma non credo vi interessi.... Troppo dogmatici..... In ogni caso l'Italia dal 46 al 82 ha migliorato enormemente il tenore di vita della stragrande maggioranza della popolazione ......poi sono arrivate le politiche restrittive e le cose sono sotto gli occhi tutti... L'economia è deve essere gestita con sapienza....con una battuta direi che bisognerebbe fare come il buon pilota che fa "punta tacco" cioè frena accelerando. Ci sono momenti in cui bisogna ridurre la moneta e soprattutto ridurre il credito, altri in cui bisogna mettere il piede sull'acceleratore.....ci sono momenti per Austriaci e altri per Keynesiani........ L'economia (sia micro che macro) è la "scelta del timing" ma chi parla e non la pratica non riesce a capirlo..... In ogni caso i dogmi sono una assoluta iattura..... Non credo che prenderete in considerazione la saggezza di quanto vi ho detto. Un caro saluto

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    1. Un salute anche a lei.

      Ma l'economia non e' una macchina da far condurre a qualche esperto accademico suggeritore di qualche politico benefattore visionario che vede e mira il sole dell'avvenire per il bene comune stabilito top down. E noi non siamo ingranaggi da lubrificare e dirigere o indirizzare. L'economia non e' una scienza fisica e non va studiata col metodo delle scienze fisiche. Le formule matematiche non funzionano per prevedere le azioni imprevedibili, ma non irrazionali, di miliardi di individui. Non esistono individui capaci di possedere tutte le informazioni disperse negli scambi liberi e volontari. Pertanto, non ci sta alcuna macchina keynesiana da guidare con presunzione di saperlo fare. Il monopolio della violenza e della coercizione lo dimostra inequivocabilmente.

      L'economia e' una scienza sociale. Lo studio prasseologico delle azioni umane. Non una macchina che ogni tanto ed inspiegabilmente si inceppa. Il mercato e' libero quando vince temporaneamente il migliore attore selezionato down top dai consumatori. Non quando ci sono attori protetti e favoriti dalle autorita' che non falliscono mai come ad esempio le grandi banche commerciali che hanno alle spalle il contraffattore legale del mezzo di scambio, la banca centrale, che le rende liquide anche se insolventi a causa dell'azzardo morale di aver fat to credito in modo espansivo a privati e stati per guadagnare con gli interessi sui debiti.
      Boom e bust esistevano anche prima della Fed. Perche l'azzardo sta nell'animo umano. Ma erano scontati dai loro stessi autori, ricorda le corse agli sportelli bancari ed I suicidi tra I banchieri insolventi? Erano brevi crisi finanziarie che non si allargavano a tutta l'economia perche non ci stava il prestatore di ultima istanza. La pulizia del mercato era veloce e circoscritta. Nessun salvataggio pubblicizzato a fronte di errori privati. La responsabilita' era chiara. Chi sbagliava, pagava. Ma ovviamente si doveva evitare uno scenario cosi onesto. Ecco la necessita' di una banca centrale legale con diritto di creare moneta e fornirla ad amici banchieri ed amici politici garanti. Ecco l'intreccio perverso tra finanza e politica, tra banche e stati. Ecco che le crisi finanziarie non si risolvono piu con la rapida pulizia del mercato, ma si distribuiscono gli oneri su tutta la popolazione e su tutta l'economia. I politici possono promettere tutto facendo deficit ed accumulando debiti che pagheranno I posteri. Le banche piu grandi diventano TBTF troppo grandi per fallire. Il libero mercato non esiste piu. Solo una pantomima. Non ci sta piu la democrazia dei consumatori, ma la manipolazione del mezzo di scambio che perde il valore stabile attibuitogli dagli scambi volontari e ne assume uno relativo stabilito dalla banca centrale legale con la manipolazione del tasso di interesse.
      Il mezzo di scambio diventa strumento politico, laddove era ed e' solo uno strumento del mercato.
      Diventa strumento del Potere centrale, laddove era solo il mezzo di scambio che rappresentava una certo peso in un asset concreto come l'oro o l'argento. La stabilita del tasso di interesse era garantita dalla impossibilita' di inflazionare un metallo prezioso.
      Quando esiste una banca centrale esiste un manipolatore del libero mercato. Quando esiste una banca centrale significa che keynesismo e monetarismo la fanno da padroni. Sono tutte due teorie e dottrine accademiche che hanno cercato di coprire lo status quo creatosi nel Novecento. Hanno dato copertura ideologica al mondo costruito da finanza e politica. Hanno cercato di far funzionare la macchina della coercizione e della manipolazione.
      Sta davanti agli occhi di chi riesce a vedere il loro fallimento ed I loro inutili tentativi di funzionare e risolvere il casino che hanno esse stesse giustificato.

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    2. "(solo una cosuccia....quando una banca centrale crea moneta non crea debito.....e quando una banca centrale acquista Bund denominati nella sua monta annulla debito)"
      In maniera contabile o in senso reale?
      Uno stato emette un numero finito di titoli di debito e supponiamo che solo la sua banca centrale se li compri stampando denaro per l'importo equivalente: all'inizio nessuno di questi denari viene immesso in circolo.
      Pertanto è vero, non c'è debito.

      Poi succede che viene immesso denaro in circolo (ovviamente)
      All'inizio nessun problema: la stampa di denaro è - semplifichiamo (e tanto) - proporzionale alla ricchezza di beni e servizi che la società offre.

      Gli uomini di stato, dotati di una loro visione economica, decidono che siccome dopo un certo periodo non è successo niente di grave si può dare un'accelerata all'emissione di titoli di debito; pensano che siccome con tot titoli di debito ovvero con equivalente moneta si sta bene, è evidente che aumentando la moneta si starà proporzionalmente meglio.

      Altra emissione, altra monetizzazione, altra immissione: inutile dire che se questa accelerazione viene fatta in modo scriteriato e peggio ancora con il timing sbagliato allora il sistema vacilla.
      A questo punto è gioco-forza decidere se continuare su questa strada o no: numerosi esempi storici consiglierebbero di no per alcuni, di sì per altri. Qui la discussione diventa infinita.

      Una sola domanda Le voglio rivolgere: Lei crede che le politiche di stampa "controllata" da enti centrali avrebbero successo in assenza di corso forzoso della moneta?
      Perché vede: controllo è un termine ambiguo che in certi contesti scivola facilmente verso il senso di imposizione.

      Riccardo Giuliani

      P.S.: quanto allo stigma di dogmatismo mi permetta di dirLe che si sbaglia.
      Già io, che come posso studio i testi della scuola austriaca, mi sono interessato all'evento della (momentanea) fine del QE americano da spettatore.
      Esponenti di scuola austriaca lo davano per certo, altri economisti che non si riconoscono in essa o solo parzialmente, avevano detto chiaramente che non ci sarebbe stato.
      Hanno avuto ragione quest'ultimi: davvero fortunata coincidenza ha voluto che il giorno dopo il Giappone iniziasse a stampare tantissimo.
      In altre parole gli economisti austriaci (non credo tutti) hanno male interpretato quello che loro stessi dicono, ovvero che le banche centrali sono un cartello: se una non stampa allora DEVE farlo un'altra tra le grandi.
      Hanno sbagliato soggetto, non tipo di evento.

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