Bibliografia

martedì 11 novembre 2014

Perché il mondo dovrebbe ringraziare il Giappone





di Bill Bonner


Il Dow è aumentato di altri 195 punti venerdì scorso.

Cosa ne pensate? E' accaduto perché l'economia è sana? Gli investitori nel mercato azionario sono alla ricerca di una crescita degli utili sana? Comprare il Dow alle valutazioni di oggi è improvvisamente diventato una mossa ragionevole?

Oppure potrebbe essere che il Giappone ha appena fatto qualcosa di monumentalmente assurdo?

E' difficile sapere quale atteggiamento assumere quando si parla delle politiche finanziarie giapponesi. Derisione? Compassione? Gratitudine?

E' facile prendere in giro i giapponesi. Hanno un rapporto debito pubblico/PIL al 250% — il più alto del mondo. E anno dopo anno — per un quarto di secolo — hanno "stimolato" la loro economia con QE e deficit.

E che cosa hanno ottenuto? Per lo più debito. I prezzi delle azioni e delle case sono ancora solo un terzo di quello che erano 25 anni fa. Hanno perso il grande boom delle dot-com alla fine degli anni '90. Poi hanno perso il boom del settore immobiliare e finanziario del 2003-07.

Nel frattempo il celebre surplus commerciale del Giappone sta scomparendo. E la sua gente sta diventando vecchia, va in pensione e muore. Il Giappone è diventato un enorme piano pensionistico diretto verso il fallimento.

E' facile avere pietà dei giapponesi. La maggior parte delle loro ferite è auto-inflitta. Eppure vivono in piccole case... con un tenore di vita uguale al resto del mondo sviluppato. E hanno subito due decenni e mezzo di semi-deflazione.

Hanno provato di tutto per uscire da questa crisi — deficit, tassi di interesse a zero, quantitative easing. Hanno provato di tutto, tranne l'unica cosa che avrebbe funzionato!

Non a caso, le cose sono peggiorate. A settembre il reddito reale delle famiglie è sceso ad un tasso del 6%. Tra il 2013 e il 2015, si prevede un calo di quasi il 10%.

E ora i giapponesi sono disperati.

È qui che entra in gioco la nostra gratitudine: americani ed europei dovrebbero ringraziarli per averci mostrato cosa non fare — non si può combattere una crisi del debito con più credito.

Ma soprattutto stanno mostrando ciò che accade al welfare state di Bismarck quando si rimane a corto di giovani, di crescita e di credito.

Ora è il momento di raddoppiare la nostra gratitudine, perché i giapponesi ci stanno dimostrando che anche un'economia di livello internazionale è in grado di fare qualcosa alla stregua di una repubblica delle banane.

Già adesso per ogni dollaro che il governo giapponese raccoglie in entrate, ne spende 40 centesimi di più. L'indebitamento totale — pubblico e privato — è quasi il più alto del mondo: sei volte il PIL.

Tokyo è a corto di tempo... e di denaro. Ma la Banca del Giappone ha scelto di finanziare lo stato: acquista il 70% delle emissioni dei titoli di stato giapponesi. La scorsa settimana ha annunciato che ne avrebbe acquistato l'85%.

Il Giappone sta per mostrarci che non c'è bisogno di essere una cleptocrazia del Terzo Mondo — come ad esempio lo Zimbabwe — per intraprendere politiche straordinarie e disastrose.

Grazie Giappone! Diciamo una preghiera per i giapponesi e promettiamo di imparare dal loro esempio!

Sì, appena 48 ore dopo la fine del QE negli Stati Uniti, la Banca del Giappone ha annunciato il suo piano di QE più assurdo della storia. Lo farà arrivare a $750 miliardi l'anno — acquistando sia obbligazioni sia azioni.

In base alle dimensioni dell'economia giapponese, negli Stati Uniti tale cifra equivarrebbe a circa $3 bilioni l'anno. Anticipando una nuova marea di liquidità, le azioni sono aumentate in tutto il mondo.

Coincidenza? Strana tempistica da parte di Yellen & Co.?

E' quasi come se i banchieri centrali si fossero riuniti in anticipo e l'abbiano programmato. Il QE si ferma negli Stati Uniti; i giapponesi lo mettono sotto steroidi. Le azioni aumentano in entrambi i paesi. Va tutto bene.

Il Nikkei 225, registrando con fedeltà le speranze e i sogni degli investitori giapponesi, è saltato al 5% alla notizia. Il Dow ha seguito l'esempio.

Gli investitori stranieri — che non sono stupidi — hanno capito che ci sono soldi da fare nel revival del vecchio "carry trade" giapponese. Possono contrarre prestiti in Giappone — a tassi di interesse talmente bassi che non sono mai visti sul pianeta.

E poi che farci con quei soldi? Ehi, perché non portarli verso quell'unica economia mondiale che continua a crescere ad un ritmo decente: gli Stati Uniti?

Saluti,


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


4 commenti:

  1. Ciao Francesco

    L'unica cosa che andrebbe fatta? Nulla. Lasciar crollare l'insostenibile. Scansarsi e poi ripartire con molta più libertà di "azione umana" per tutti e con molte meno illusioni foriere di coercizione autoritaria.
    Abbandonare la pianificazione presuntuosa degli esperti e risperimentare l'ordine cooperativo spontaneo.
    Ma va pure detto, per amore di verità, che in posti abitati da vecchi, non solo anagrafici, con idee e convinzioni vecchie, tutto ciò E' IMPOSSIBILE.
    Ed è proprio per questo che un paese di mentalità collettivista e mafiosa come l'Italia merita di finire nell'unico modo possibile: molto povero e molto schiavo. Destino non nuovo, tra l'altro. Ecco, potrà dire qualche testa di cazzo nostrana, così saremo tutti uguali!!!

    Almeno qui non facciamoci del male: consiglio per ulteriori riflessioni questi link:

    https://www.youtube.com/watch?v=h43DZBndJOQ - su LA CRISI DELLA RAGIONE e del senso del limite (vero Boldrin?)

    http://mises.ca/posts/articles/einstein-socialism-and-the-relativity-of-intelligence/ - su LA RELATIVITA' DELL'INTELLIGENZA

    http://www.tempi.it/pirenne-stato-popolo-fisco-1956-profezia-liberale#.VGHbCqPLcqE - sul DESTINO DELLO STATALISMO

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  2. E che cosa hanno ottenuto? Per lo più debito. I prezzi delle azioni e delle case sono ancora solo un terzo di quello che erano 25 anni fa. Hanno perso il grande boom delle dot-com alla fine degli anni '90. Poi hanno perso il boom del settore immobiliare e finanziario del 2003-07.


    non ho seguito a fondo le cronache monetarie giapponesi, ma sembrano mica scemi: pare abbiano evitato bolle che gli esplodessero in faccia (immobiliare da come leggo nel articolo; ma io sapevo di prezzi assurdi a tokyo già da tanto tempo fa); hanno risparmiato un ventennio sulla moneta, e si stanno sparando tutto oggi, che sono vecchi, passano all incasso e tanto nel breve termina saranno tutti morti.

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  3. Giappone, il Pil crolla contro ogni previsione: recessione tecnica, Abe verso le elezioni

    Erano di qualche settimana fa i cori delle cheerleader entusiaste del piano del Giappone di rastrellare circa l'80% delle emissioni obbligazionarie statali. Ricordo ancora come il galateo mainstream, ovvero i sostenitori della teoria keynesiana, aveva sommerso di improperi i miei articoli e i miei commenti sulla fallibilità del piano di Abe. Ho doti predittive? Non credo proprio. Qual è l'arcano? La teoria keynesiana è in una bancarotta intellettuale.

    L'inflazionismo monetario del Giappone non sta funzionando. L'indice Nikkei ha scalpitato per un po' dopo il nuovo flusso di denaro, ma ora si sta contraendo. L'economia giapponese fa registrare il secondo trimestre di calo. Abbiamo l'ennesima prova concreta che l'inflazionismo monetario e un livello di tassazione alto non permettono una ripresa sostenibile dell'economia. Immaginate se la BoJ e la BCE seguissero l'esempio della FED: quella che ora è una recessione diventerebbe un disastro.

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    1. I Giapponesi non li capisco. Fanno azzardo morale col fiatmoney e poi non sanno manipolare abbastanza il Pil. Non sono così moderni come i leader americani. Ed in un mondo scaltro vince chi è più scaltro. Anche se, poi, il vento gira, e saranno cazzi... anche per i più scaltri.

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