Non c'è nulla di più incompreso della situazione critica europea. Più nello specifico, non c'è nulla di più incompreso delle cause che hanno portato e questo esito spiacevole. Ciò vale sia per l'Europa, sia per l'Italia. Su queste pagine il problema di come il nostro Paese fosse arrivato alla bancarotta circa venti anni fa, è stato trattato molte volte. Potete trovare qualcosa per rinfrescarvi la memoria qui, qui e qui. La sua entrata nell'euro non ha fatto altro che prolungare la scia di errori che si sono accumulati nel tempo e ritardare la necessaria pulizia. E' ovvio che una saturazione di tali errori eroderà progressivamente ciò che di buono può offrire la nostra economia di mercato. I nostri problemi non si originano da nazioni estere, ma da noi stessi, o per meglio dire, da una classe dirigente sconsideratamente incline (come inevitabile) ad assecondare il breve termine. Nel lungo termine tutte quelle riforme mancate nel tempo (Es. diminuzione pressione fiscale, riduzione spesa pubblica, liberalizzazioni, deficit inferiori, ecc.) produrranno un effetto distruttivo sul bacino dei risparmi reali. Non vi fate, quindi, abbindolare dai titoli dei giornali secondo cui è l'euro la madre di tutti i problemi italiani e europei. No. Il problema, come sempre, è la pianificazione centrale. La stessa che i banchieri centrali stanno adottando per permettere a questa barca che affonda di reggere ancora un altro po'. Il percorso sarà il solito, perché i banchieri centrali solo quello conoscono: boom & bust. Più della stessa cosa. Infatti, adesso che la FED pare essersi presa una pausa, vedremo se Draghi passerà dalle parole ai fatti facendo davvero tutto quello che è in suo potere per mantenere ancora in piedi questa struttura tenuta insieme dal nastro adesivo.
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di Gary North
Sì, avete letto bene. Buono.
Penso come un economista. L'economista pensa sempre alle alternative. La mentalità di un'economista è stata spiegata con chiarezza dal comico defunto, Henny Youngman. "Come sta tua moglie?" "Rispetto a cosa?"
Una delle lamentele più comuni contro la zona Euro è questa: "La zona Euro è un'area con moneta centrale, ma politiche di bilancio nazionali decentrate." Non ho mai visto un sostenitore di questa tesi proporre l'abolizione dell'euro e della Banca Centrale Europea. Questa tesi viene sempre avanzata per difendere l'idea di un'unione fiscale. In altre parole, non vi è alcuna spinta per decentrare le valute della zona Euro. Vi è una forte, ma finora inefficace, spinta per unificare le politiche fiscali della zona Euro.
Pensate alle implicazioni. Riuscite a vedere cosa c'è di sbagliato in questo argomento?
UNA TESI KEYNESIANA
Questa tesi è intrinsecamente keynesiana. Si basa sull'idea erronea che i deficit pubblici nazionali possano sconfiggere le recessioni. Un'idea correlata è che i deficit pubblici promuovano la crescita economica. Ma tutti i buoni keynesiani sanno che i deficit pubblici richiedono l'inflazione monetaria per essere sostenuti, perché senza di essa i tassi di interesse saliranno in risposta a deficit crescenti. Così il keynesiano sostiene: "Poiché è necessario che i vari paesi abbiano diversi gradi di deficit, a seconda del ciclo economico presente in un determinato paese, l'imposizione di una moneta unica in cima a più cicli economici è insostenibile."
Tutto questo fa parte della visione del mondo che prese piede nella conferenza di Versailles dopo la prima guerra mondiale, nel 1919. A lungo c'è stata la volontà di creare uno stato unico europeo che avesse anche una moneta unica, una sola banca centrale e una sola politica fiscale.
Torniamo al 1914. Dalla fine delle guerre napoleoniche nel 1815 fino allo scoppio della prima guerra mondiale a metà del 1914, il mondo occidentale ha goduto dei vantaggi di un gold standard internazionale. Non esisteva alcuna politica monetaria centralizzata. Esisteva una moneta unica che veniva utilizzata nel commercio internazionale, e nella maggior parte dei paesi c'era un gold standard nazionale. I cittadini potevano recarsi in una banca e chiedere monete d'oro in cambio della valuta nazionale. Questo rappresentava un freno all'espansione delle valute nazionali.
Durante questo periodo c'era una moneta unica e molteplici politiche fiscali. Il fatto cruciale di questa moneta unica era questo: le politiche statali distribuite su più confini internazionali non erano responsabili della politica monetaria. C'erano diverse banche centrali, e nel caso degli Stati Uniti non ci fu alcuna banca centrale fino a 1914. C'erano diversi governi nazionali, e ogni governo aveva una propria politica fiscale. Eppure questo fu il periodo della storia economica mondiale in cui avvenne la più grande crescita economica pro-capite. C'era una moneta unica e più politiche fiscali.
Negli Stati Uniti di oggi, c'è una moneta unica. Vi è una sola banca centrale. Ci sono diverse politiche fiscali. Ci sono 50 politiche fiscali separate a livello statale, e ci sono migliaia di politiche fiscali in contee, città e paesi. Nessun economista invoca l'istituzione di 50 banche centrali per fornire singole divise in 50 stati. Infatti la Costituzione degli Stati Uniti lo proibisce.
Così la zona Euro, con i suoi molteplici governi nazionali e le sue molteplici politiche fiscali, ha operato con una moneta unica e un'unica banca centrale per 15 anni. Tutte le grida che sentiamo secondo cui l'Europa è ostacolata, perché ci sono più politiche fiscali e un'unica banca centrale, invocano un'ulteriore centralizzazione della politica. Questo è semplicemente l'ultimo passo del programma di consolidamento politico europeo che Jean Monnet iniziò a predicare nel 1919.
Il problema con l'Europa occidentale non sono le molteplici politiche fiscali dei vari governi nazionali. Il problema è il keynesismo. Esso vuole una sola politica fiscale con un singolo ordine politico. Vuole che il governo centrale abbia costantemente deficit, e vuole una singola banca centrale che fornisca denaro fiat sufficiente per comprare gli IOU emessi da una singola unione politica internazionale. Vuole un consolidamento politico. Il keynesismo è sempre stata la teoria economica della centralizzazione politica.
Il gold standard internazionale non era legato al nazionalismo o al consolidamento politico. Era indipendente da entrambi. Questo era il suo grande beneficio.
In teoria la Banca Centrale Europea è autonoma. Lo era anche il gold standard internazionale, e non solo in teoria; lo era anche in pratica. L'autonomia dal governo civile è stato uno dei più grandi vantaggi del gold standard internazionale. Questo è anche un vantaggio dell'euro. Il fatto che gli squilibri fiscali europei siano tenuti sotto controllo dalla Banca Centrale Europea, costituisce il più grande vantaggio dell'euro. Questo è ciò che va bene con l'euro.
Cosa c'è di sbagliato con l'euro è semplice: è controllato da burocrati che non hanno nulla da perdere. Nel gold standard internazionale, la proprietà dell'oro o i diritti legali nei suoi confronti rappresentavano il cuore del sistema. La proprietà era al centro del sistema. Gli individui possedevano oro o rivendicazioni legali sull'oro. Al contrario, non esiste alcuna proprietà individuale nel sistema bancario centrale. C'è solo il controllo temporaneo di burocrati di ruolo, la maggior parte dei quali è keynesiana. Hanno potere sul denaro, ma non ne possiedono tanto.
Con l'eccezione della Germania, i politici europei non si sentono a disagio ad avere deficit enormi. Il vincolo che si trovano ad affrontare è la Banca Centrale Europea. Non possono pretendere che la Banca Centrale Europea crei denaro dal nulla per comprare gli IOU emessi dai vari governi. Questo da solo li tiene sotto controllo. Il gold standard internazionale l'ha fatto molto meglio, ma è meglio avere una sola banca centrale che avere una banca monopolista per ciascuna giurisdizione politica.
Il keynesiano sosterrebbe, e sostiene, che il problema con il gold standard internazionale è che frenava gli squilibri fiscali dei governi nazionali. Questo è lo stesso argomento che usano contro il sistema dell'Eurozona. Vogliono sempre centralizzare il controllo politico. Vogliono una singola banca centrale sovrana, e vogliono un unico governo centrale sovrano. In questo modo il singolo governo centrale sovrano può mettere pressione sulla banca centrale unica meno sovrana, al fine di vendere gli IOU a tassi di interesse inferiori a quelli di mercato. Il keynesiano vuole la pianificazione centrale sia per le banche centrali sia per la politica. John Maynard Keynes odiava il gold standard internazionale, proprio perché poneva limiti all'autonomia fiscale di ogni governo centrale. I keynesiani non vogliono autonomia monetaria. Questo era ciò che imponeva il gold standard internazionale. I keynesiani vogliono che siano i keynesiani a guidare la banca centrale, e vogliono che siano i keynesiani i responsabili della politica fiscale del governo centralizzato.
CONCLUSIONE
Ciò che va bene con l'euro è semplice: offre una certa moderazione sui deficit gestiti dai governi europei. Ma non offre il grado di restrizione che prevedeva il gold standard internazionale.
Invece di una sola politica fiscale imposta da una manciata di politici in Europa, ciò di cui ha bisogno l'Europa è il decentramento politico, anche la frammentazione, e l'abolizione di tutte le banche centrali. L'Europa ha bisogno del gold standard internazionale per tenere sotto controllo tutti i governi civili, e ha bisogno di più governi civili per tenere sotto controllo il governo centrale. Quello di cui gli europei hanno bisogno è il decentramento, non la centralizzazione.
Questo non viene mai ammesso dai critici del sistema dominante, perché quello che vogliono è la centralizzazione politica da abbinare alla centralizzazione della Banca Centrale Europea. Preferiscono passare dalla padella alla brace.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/
Speriamo che le conseguenze inintenzionali di tutto questo accentramento di potere e tutto il caos prodotto dalla pianificazione pervasiva facciano in fretta il loro corso naturale.
RispondiEliminaOgni territorio fara' le sue scelte. Il nostro sempre le stesse: le peggiori. A furor di popolo. Verso un nuovo autoritarismo.
Mi pare una giusta retromarcia di north rispetto alla precdente scomunica inflitta a Huerta de soto sulla questione euro. Almeno sotto il profilo della disciplina fiscale dei governi l'euro sta effettivamente agendo come un proxy del gold standard, purtrppo penso durera' poco ancora
RispondiEliminaAl
Ciao Al
EliminaConcordo, ma direi proxy del Mark standard.
Tutte fiatmoney politiche. Ma non tutte le politiche sono uguali. Ed i Tedeschi hanno imparato la lezione della storia. Noi, invece, no. Qua si chiagne e fotte. La' non sono santi, ma un po' cinici. E possono permetterselo. Noi eravamo formiche. Loro api. Abbiamo avuto cicale diverse.
cagate. io capisco che uno talora deve scrivere per forza e cha l articolo cerca la parte positiva. ma è come dire: cosa c è di buono nelle emorroidi. è lo stesso north di lasciate morire l euro? perché quello era un articolo, al di là dell essere d accordo; questo un niente. non ho mai sentito il mississipi chiedere al missouri il rientro da target 2 o la florida pagare il denaro più della pansylvania. il sistema delle banche centrali americane è diversissimo. col glod standard, che l euro di fronte è lo stesso che la merda con la cioccolata, non ci si poteva indebitare, unto. qui prima si fanno bolle e debiti (e quante ne sono state fatte con l euro, per consumi, previdenza, immobili, auto tedesche ed anche sottomarini e carriarmati venduti alla grecia); poi si applicano interessi sul debito creatosi e si chiede il pagamento ai connazionali produttivi in nome del principio, appunto, di responsabilità nazionale (per salvare le banche della nazione creditrice). lo stesso applicato alle fosse ardeatine. non mi pare che i govern si siano fatti mancare nulla, piuttosto che levano anche le mutande alle imprese (vere), piccoli proprietari, attori economici. insomma, il governo spezza tutti, ma non si piega. north poteva starsene zitto stavolta. o, se avesse cambiato parere, spiegare molto bene il perché. parafrasando wittgnestein, quando non si ha nulla da dire, meglio tacere. anche huerta ha avuto forse da ripensare al suo scritto, quando ha siglato l introduzione de "la tragedia dell euro", il libro di bagus.
RispondiEliminaCiao gdb.
EliminaLa vivacità del tuo commento è giustificata. Non so se North abbia ripensato alla sua posizione sull'euro, ma mi è sembrato opportuno pubblicare questo pezzo proprio in virtù di quello scambio tra lui e De Soto. Potrebbe essere una rivalutazione in base a quello che sta accadendo ora. Un "compromesso". Mi spiego facendo qualche esempio. Ieri un lettore volenteroso ha condiviso questo articolo su un gruppo su Facebook popolato principalmente da sostenitori del M5S e keynesiani/MMTers. Al plauso di deficit inesistenti si sono scatenati improperi delle forme più varie, nonché una mancanza di contenuti nei commenti inneggianti semplicemente alla figura di Keynes senza saperne nulla. Poi oggi ho visto stralci di interviste a coloro che scioperavano: un minestrone di concetti. Non avevano idea di cose fosse l'austerità, non avevano idea di cosa significhi avere diritti individuali, non avevano idea di cosa fosse davvero il welfare state. Infine ci sono i bipolari, coloro che a livello individuale tendono a dare ragione ad una visione libertaria della vita, ma a livello aggregato tirano il freno a mano e fanno marcia indietro.
Non oso pensare cosa possa accadere se, ad esempio, l'Italia uscisse dall'euro. Io di certo ne sarei a favore, ma a che prezzo? Sto scoprendono che in questo paese vale sempre di più la "teoria della montagna di merda", ovvero, non conta quanto tu possa spalarla coloro che la creano sono sempre di più.
ogni cosa è questione di prospettive. e quasi tutto ha pro e contro, se ti spieghi bene; e nei limiti che si descrivono. sicuro che chi vuole uscire è per fare deficit enormi che sperano ovviamente vadano a loro vantaggio in cambio del loro fare nulla. ma invocano i "diritti". il fatto è che in una situazione di teoria dei giochi a somma negativa, come la currency war, ci rimette di meno, o comunque resiste più a lungo, chi tra i guerreggianti riesce a manipolare la valuta al meglio tra svalutazione e rafforzamenti. riesce a cavarsela chi tra (un po' di economia), politica, geopolitica e violenza bara meglio degli altri. tra bari, vince chi bara meglio. se non mi inganno, a suo tempo, dopo la grande guerra chi tenne duro col gold standard ebbe riprese più lente e dovette poi adattarsi. che è ovvio: se dai oro e ricevi carta non è scambio equo e solidale. come dare qualcosa in cambio di nulla; o giocare lealmente con chi bara. che è poi la ragione per cui le currency wars finiscono male per tutti.
Eliminaè certo che gli italiani non è che non vogliono l euro per le ragioni "nostre", ma perché impedisce di godere dei benefici effetti dell iperinflazione con la lira, secondo loro quello di campare senza lavorare.
(north è il maestro del denaro: avrebbe potuto essere più chiaro)
E' esattamente così, infatti. Ma c'è da dire anche che i banchier centrali non sono stupidi. Semplicemente sono su un sentiero che non possono abbandonare, la conseguenza dell'economia mista. Sprofonderanno sempre di più nella politica steal thy neighbour. Sta già accadendo ora. Questo è il risultato della guerra valutaria. Questo è il risultato quando la maggioranza dei voti legalizza il furto. Non esisteranno vincitori, il welfare state farà in modo che non ci siano.
EliminaRagionate da cinici, per esperienza, ma non siate cinici. Altrimenti possiamo anche chiuderla qui.
EliminaCinismo nel senso negativo che gli è stato affibbiato, non nel senso vero del termine filosofico. Che invece sembra molto vicino al libertarismo, al taoismo ed anche al cristianesimo.
EliminaMa non è che l'anarchia dei libertariani sia in realtà un'autarchia?
http://nazionalanarchismo.jimdo.com/
EliminaUn'altra.variazione sul tema
no, lo escludo. almeno, lo escludo per me. a me questo comunitarismo non piace. si, tutti a guardare la svizzera ed hong kong, e siamo d accordo. ma cuba, la corea del nord, l italia fascista dove il capo del condominio ti denunciava al regime quale antifascista se gli stavi antipatico? le piccole oppressioni locali? il paesello provinciale dove non puoi fuggire; e poi le malelingue, i piccoli soprusi quotidiani delle autorita mafiosette ( o mafiose); la chiusura al mondo, cancelli, steccati. i bravi di don rodrigo sono stati sgominati dall innominato. ci sta una parte del libertarsimo pregno di antimodernita politica. qui il discorso si farebbe lungo, dovendosi parlare di rothbard ed hoppe, e delle loro differenze. il diritto privato (dei contratti) sta alla microeconomia, come il diritto pubblico sta alla macroeconomia. la prima endiadi regola il rapporto paritario che riconosce l altro da sé in un piano di parità. la seconda regola la sfera del politico e nel diritto come i economia regola il dirigismo, il sopruso, la forza che si organizza (per dirla alla kelsen). il vero diritto è quello privato. quello pubblico è la regolamentazione del sopruso. il punto di incrocio è il diritto penale, ora parte di quello pubblico e che infatti i libertari vorrebbero privatizzare. hai voglia ad auspicare il diritto amministrativo paritario come diceva feliciano benvenuti. è una contraddizione in termini. la parità ci starà solo quando non esisterai l interesse pubblico. e quando si discuterà solo relazione del diritto di tanti contro uno, ma in termini di ragioni e torti. e non sarà lecito dare ragione ai tanti solo perché sono di più. esempio tipico, l espropriazione. poi sto cattolici bacchettoni del cazzo (sono in forma smagliante ... :) ) si scandalizzano per l esproprio degli organi ai morti se la volontà non è stata espressa da vivi. ma se espropriano la casa da vivo, se ne fregano, è solo proprieta. meglio conservare il fegato da morto, non sia mai dio si offenda. dunque la visione di rothabrd è il punto teoricamente più morale della visione del diritto. ma poi, senza istituzioni (e lo dice uno che non le sopporta le istituzioni) siamo liberi o selvaggi? violenza nelle strade o pace nel mondo? od entrambe le cose? era questo in fondo cio che lo separava da rand e mises. il suo discorso morale era ineccepibile. ma lo stesso rothbard sapeva che era un salto nel buio. l istituzione deistituzionalizzata è auspicabile. il comunitarismo del passato, no. che significa un grado di giudizio senza possibilità di appello. il mondialismo globalità non è che una visione allargata del comunitario. la comunità globale, con governo mondiale e moneta mondiale. ma il comunitarismo significa chiusura agli altri, ai traffici, allo scambio, autarchia nazionalista, divieto di circolazione dei capitali. questo il pericolo della deriva di chi porta all estremo la teoria di rothbard, hoppe (nulla da dire sulla lucidità di analisi di hoppe, pensatore interessantissimo; parlo solo della sua proposta politica). ecco percio lo scherzoso feudalesimo e liberta. pero se vai a vedere la proposta di statu o dei liberi comuni d itlaia, trovi che per poter entrare a vivere in un comune, ci vuole l autorizzazione dei membri del medesimo. con buona pace della liberta di stabilimento, della liberta dei commerci, della possibilità di vendere la tua casa liberamente (quindi significa requisire un capitale). a me piace chi si muove sulla scacchiera degli opposti poteri prediligendo quello che assicura nel caso concreto la liberta.
Eliminalo share of the power resta essenziale. i poteri devono star in ostaggio reciproco. ora sono in ausilio reciproco. nella visione comunitaria ci scordiamo il capitalismo, la crescita dell 800, la grande impresa, la specializzazione del lavoro. certo, si può anche discutere dell alienazione del lavoro dipendente, del "manifesto contro il lavoro". ma non certo tramite il demagogico "lavorare meno per lavorare tutti". certo neppure mi piace il "lavorare tutti di più per pagare il debito". siamo lontani anni luce dall era in cui non ci sarà più bisogno di lavorare, ed è vero che il lavoro operaio è per certi aspetti veramente spaventoso. ma siamo meno lontani di secoli fa. non vorrei tornare indietro nel tempo. invece una crescita qualitativa al posto della quantitativa è un nodo da affrontare seriamente. infine, un altro cenno va fatto all esistente natura (non autarchica ed antimoderna ma) spirituale e meditativa del pensiero libertario. che francesco dice di volere andare sulla luna, ma poi non si muove dalla sua collina da dinamite bla. sono sicuro che, seppur pronto a prendersi schioppettate con thoreau, prevarrebbe la loro vena socievole (non sociale) e pacifica (non pacifista). ma un certo distacco, tra il mistico ed il buddista, dalle cose del mondo esiste nella cultura libertaria. insomma, a non molti tra "noi " interessa il potere ed andare in giro in rolls royce. eppure queste molle hanno condotto a innovazioni e scoperte. ci vuole un po' di tutto per fare un mondo.
EliminaOttimo gdb.
EliminaRealismo. Esperienza. Aspirazioni. Antifragilita'.
92 minuti di applausi per gdb. :)
EliminaComunque, tanto per chiarire, il cinismo che può esalare il mio commento precedente a questo non deriva da un pessimismo per il futuro. Deriva dalla realizzazione che in un panorama economico come quello in cui siamo immersi, non prevede l'emersione di vincitori ma solo di sopravvissuti. "Vince" chi nella caduta riesce ad aggrapparsi a quelcosa di solido per rallentare o fermare il ruzzolamento verso il basso. Nel nostro caso l'euro rappresenta l'esperimento di laboratorio in cui si tenta di immettere sulla scena mondiale una valuta che elimini qualsiasi concorrenza con le altre in una determinata area geografica. Chi ha letto La Tragedia dell'Euro ricorderà il ricatto francese nei confronti della Germania affinché aderisse all'UE. Bene, credo che ora siamo di fronte allo smantellamento di una qualsiasi sanità fiscale e monetaria con la Germania che viene relegata in un angolo per quanto riguarda la politica monetaria. L'annientamento delel singole valute locali a favore dell'euro è stato una realtà inevitabile di quello che la centralizzazione ha da offrire: più della stessa cosa. Nell'arena monetaria il mondo peggiore che si possa imagginare è quello in cui esiste una banca centrale mondiale che emette un'unica moneta mondiale. L'euro mima, su scala etmporaneamente ridotta, questo progetto. L'euro, infatti, è una moneta fiat più inflazionistica rispetto ad una moneta fiat locale esistita prima (come ad esempio il Marco tedesco).
E questo ci porta ad una domanda fondamentale: perché l'Europa è stato un continente che per primo ha avuto la possibilità di permettere alle unità civili di svilupparsi e raggiungere un certo grado di benessere? Perché l'Europa e non la Cina? Perché per gran parte della sua esistenza il continente europeo è stato teatro di una sorta di anarchia politica in cui esistevano agglomerati sociali praticamente indipendenti (Es. città stato, piccoli stati, ecc.). Insomma, si trattava di un continente altamente decentralizzato. Il vantaggio è il voto con i piedi: se qualcuno viene trattato male o è insoddisfatto della sua condizione, può scegliere di andarsene. C'è concorrenza. Con uno stato mondiale, invece, si ha la stessa struttura normativa e fiscale dovunque si voglia andare. Immaginate se, ad esempio, San Marino o Andorra volessero trincerarsi in una sorta di autarchia protezionista. In poche settimane ci sarebbero morti per le strade o un esodo di massa. Il vantaggio di entità come questi piccoli stati o dei cosiddetti paradisi fiscali è che riescono a vedere concretamente e celermente le politiche improduttive che potrebbero portare alla perdita di prosperità. I piccoli stati sono obbligati a perorare la causa della libertà e del libero commercio. E' stato per questo che l'Europa nel passato ha sperimentato per prima una prosperità superiore a quella, ad esempio, della Cina, dell'India, dell'Africa, o di qualsiasi altro Paese oggi potremmo definire sviluppato.
Infine piccole realtà come quelle descritte, non possono avere migliaia di moente fiat cartaceee da poter inflazionare. Ciò è spiegato anche nell'articolo qui sopra di North a proposito di un gold standard internazionale. Ma da solo questo non basta. Tutto ciò da solo non basta. Ci deve essere una scintilla che faccia da collante affinché tutte queste cose descritte vengano adottate in nome della libertà individuale. Al giorno di oggiquesto collante non esiste, o perlomeno non esiste adesso in Europa. La bancarotta del welfare state sarà di lezione agli individui che hanno creduto nel potere di salvezza dello stato, ma la domanda resta: come verrà appresa? Ci sono vari modi di apprendere una lezione e non tutti sono "giusti".
a ma fa schifo proprio questo "noi" (italiani), "loro" (tedeschi). il dover condividere destino con gente di cui non mi fotte proprio. e la pretesa tedesca che io paghi i loro crediti avventati.
RispondiEliminaGdb ciao
Eliminati sento tonico. ;)
Io credo che si approda qui per individualismo metodologico naturale, connaturato prima che culturale. Pertanto le astrazioni collettive sono usate consapevolmente.
Noi e loro e' cum grano salis.
Tante volte lo abbiamo detto. Loro sono ein volk. Lo scrivesti tu commentando il mio articolo.
Io non sono mai stato in alcun noi che non avessi scelto. Poi ci sono anche ulteriori partizioni: il NOI di Veltroni era divisivo. La versione aggiornata della superiorita' antropologica. Ed e' ovvio cosa se ne possa pensare.
Che in questi giorni di tasse girino le scatole a tutti e' piu' che lecito, ma noi laziali abbiamo Klose e percio' un occhio di riguardo per i krukki. :)
>"[...] il dover condividere destino con gente di cui non mi fotte proprio. e la pretesa tedesca che io paghi i loro crediti avventati."
EliminaSottoscrivo.
Crediti avventati? Certo. L'azzardo morale.
RispondiEliminaEd i debiti avventati? Azzardo morale pure quello. E senza dubbio.
E' vero, la manipolazione dei tassi invia segnali irrealistici ai protagonisti del mercato. Ma i protagonisti sono pure un po' fessi ed avventati!
Illusi sognatori a voler esser buoni.
Ai governanti greci non glielo ha detto il medico di farsi corrompere.
Ai politici nostrani chi glielo ha lasciato fare il deficit ed il debito? La Germania?
Sono cinici come tutti. Approfittano della ignoranza e predisposizione alla corruzione degli altri.
Certo adesso si fanno i cazzi loro. Ma perche' gli altri hanno azzardato mooooolto di piu'!
Chi ha fermato la spesa pubblica? Chi si e' impegnato anima e corpo per fermare questo sistema folle? Chi? Dove ero io?
Purtroppo siamo sulla stessa barca volenti o nolenti. I capi corrotti. Moltissimi passeggeri corrotti? A volte siamo fottuti indipendentemente dalle nostre azioni e volonta'.
E' raro salvarsi.
Non e' la possibilita' piu frequente. La meno.
E' possibile avere un grafico serio della spesa pubblica e/o statale pro capite tedesca e italiana? Comparativa? Senza essere preso a sassate, accettereste questo compromesso? : taglio della spesa corrente italiana del 50/100 in 5 anni senza licenziamenti ma con il taglio degli stipendi e pensioni a partire dall alto e contemporaneamente l emissione all attivo di 100 miliardi di euro per spesa pubblica solo per messa in sicurezza idrogeologica con gare di appalto pubbliche e solo per privati? Ovvero una soluzione dare avere tra l esigenza di alcuni di stampare e di altri di ridurre il cordone della spesa?
RispondiEliminaMassimo Pernigotti
accettereste? perché siamo noi a decidere? :) vabbeh che io e francesco abbiamo 2 voti per presidente della repubblica (ed il mio vale di più), me, per ora, chiedi a renzi ed alla merkel.
Eliminaaccettereste? ve la sentiresti di andare alle politiche con un piano economico a 5 anni del genere? e se votato dalla maggioranza vi sentireste di perseguirlo? come via di mezzo? o é follia? come spiegare altrimenti alle persone che non hanno lavoro che "non esistono pasti gratis"?
RispondiEliminafaccio un esempio: Matteo Salvini oggi dice: aliquota fissa al 15% per tutti. A me che sono una partita IVA va benissimo. Ma................. la piazza se lo fai e non hai i soldi per pagare gli stipendi a pubblici e pensioni poi? Salvini salta dopo 5 mesi...........
ovvero vi vuole un programma e una grossa idea per raggiungere l obiettivo, e dato per scontato che sono d'accordo con l analisi liberalista deve esistere un progetto per raggiungerla? IO credo di si-
Nno é che chiedo a Voi o a me di fare il progetto. Ma ............si intravvede qualcuno in grado di fare questo progetto?
e se lo dovessimo fare io e Voi (io che scrivo e voi che pensate) da quale paese dovremmo o potremmo prendere realmente spunto?
copiando le cose che vanno bene?
esiste il paese un paese di riferimento per cui poi andiamo a prendere i voti e diciamo: ok noi arriveremo a quel punto là, dove sono arrivati loro.
grazie
Massimo Pernigotti
massimo@pernigotti.net
Ciao Massimo.
EliminaCome credo tu sappia, o abbia intuito leggendo queste pagine, l'economia è una scienza sociale che studia l'azione umana. Come studioso di tale materia posso confermarti che il ventaglio di azioni è variegato e impossibile da prevedere, ma esistono alcuni tratticaratteriali dell'essere umano che vengono spronati quando si vengono a creare determinate situazioni. Ad esempio, l'innato desiderio degli uomini di ottenere qualcosa dando in cambio nulla; oppure ottenere il massimo risultato col minimo sforzo. (Questa ovviamente non vuole essere un'analisi predittiva, bensì la consapevolezza di come alcuni atteggiamenti umani vengono influenzati dall'ambiente esterno. Per approfondimenti vi consiglio di leggere la traduzione del libro di Chodorov che sto portando avanti per il Mises Italia.) Qualora ce ne fosse la possibilità, l'essere umano tenderebbe a coglierla. E' naturale. Ovviamente questa strada è percorribile finché ci si basa sulla produzione di qualcun altro, e se questo qualcun altro intende continuare a mantenere vivo questo assetto svantaggioso. A meno che non stiamo parlando di schiavi, tale situazione ha un limite, oltrepassato il quale terminerà.
Ma la domanda che ci si pone è questa: perché una persona dovrebbe entrare in uno scambio "palesemente" svantaggioso? La risposta è: preferenze temporali. E' stato promesso qualcosa in un futuro. In realtà la merce scambiata è la parola della persona che ha avanzato la promessa. Al giorno d'oggi lo stato ha fatto una promessa: sussistenza degli individui durante l'età pensionabile. Ma lo stato no è un produttore, le spreca le risorse... come farà a sostenere nel futuro un apparato che fonda le proprie basi sulla produzione altrui? Non può. Andrà in bancarotta. Quindi cerca disperatamente di aggrapparsi a tutte le possibilità che ha a disposizione. In realtà sono solo due: tassare di più e prendere in prestito di più. L'apparato statale non può fare altro. Esso è governato da individui che costringono la popolazione in uno scambio forzato di qualcosa in cambio di niente; ma ciò finirà: fallimenti aziendali + aumento del welfare state.
Quindi, per rispondere alla tua domanda della flat tax, io sarei disposto anche ad accettare ma quello di cui stiamo parlando è un apparato fondato sulla frode e sulla depredazione. Questo significa che romperà inevitabilmente le sue promesse, come sarà costretto a farlo per le pensioni. E sebbene si possa mimare la Svizzera per migliorare la nostra condizione di vita vorrei ricordare le parole di Giovanni Birindelli in questo articolo:
«[...] A mio parere, se noi vogliamo anche solo attenuare la forma estrema di totalitarismo nella quale ci troviamo in Italia e se vogliamo anche solo avvicinarci al nostro potenziale di crescita, noi dobbiamo puntare alla libertà e cioè, per esempio, a una situazione in cui la banca centrale, il corso forzoso, l’espansione artificiale del credito, la redistribuzione delle risorse, la violazione della libertà contrattuale, le regolamentazioni diverse dalla Legge intesa come principio, dimensioni dello stato superiori a quelle strettamente necessarie alla difesa della Legge intesa come principio, non solo non ci sono, ma non ci possono essere.»