di Gary North
Nella storia della filosofia occidentale e della teoria sociale, non esiste idea più sciocca della teoria del contratto sociale. La cosa più assurda è che ha avuto successo.
In realtà non è una teoria del contratto sociale. Si tratta di una teoria del contratto politico. E' quell'idea, promossa da Thomas Hobbes, John Locke e Jean-Jacques Rousseau, secondo cui, ad un certo punto della storia, le persone si sono riunite e hanno volontariamente trasferito i loro diritti personali allo stato. I loro diritti, insomma, erano alienabili.
Hobbes e Locke hanno parlato di questa cosa come se fosse accaduta realmente. Rousseau era molto più onesto. Le sue parole nel saggio "A Dissertation on the Origin and Foundation of the Inequality of Mankind" (1754), vanno subito al punto:
Cominciamo quindi con lasciare alcuni fatti da parte, in quanto non influenzano la questione in causa. Le indagini in cui ci addentreremo, nel trattare questo argomento, non devono essere considerate come verità storiche, ma solo come semplici ragionamenti ipotetici e condizionali, calcolati per spiegare la natura delle cose piuttosto che per accertare la loro vera origine; proprio come le ipotesi che i nostri fisici formulano ogni giorno riguardo la formazione del mondo. La religione ci comanda di credere che Dio stesso dopo aver portato gli uomini fuori da uno stato di natura immediatamente dopo la creazione, li ha resi ineguali solo perché era la Sua volontà: ma non ci vieta di formare congetture basate esclusivamente sulla natura dell'uomo e sugli esseri che lo circondano, pensando a ciò che sarebbe potuto diventare il genere umano se fosse stato lasciato libero di agire. Questa poi è la domanda che mi è stata posta, e ciò che mi propongo di discutere nel seguente discorso.
Questo è stato il fondamento teorico del suo libro del 1762, che ha avuto enorme influenza quasi del tutto perniciosa: The Social Contract.
In primo luogo, l'idea del contratto sociale presuppone che ad un certo punto sia venuto in essere un patto tra gli uomini. Tali uomini rappresentavano tutta l'umanità, il che significa che erano qualcosa di paragonabile alla società di Caino ed Abele. I promotori della teoria del contratto sociale non dicono esattamente tutto ciò, ma questo è quello che vogliono dire quando fanno riferimento allo stato di natura.
Sono un grande credente nelle alleanze rappresentative. La dottrina del peccato originale si basa su tale concetto. C'era un patto tra Dio e Adamo, e Adamo ed Eva l'hanno infranto. Questa è una dottrina familiare nella storia dell'Occidente.
Subito dopo la cacciata di Adamo ed Eva dal giardino dell'Eden (Genesi 3), abbiamo la storia di Caino e Abele (Genesi 4). Qui è dove dovrebbero iniziare tutte le discussioni sul contratto politico. Vi è un cattivo ragazzo, pieno di invidia: Caino. Vi è un bravo ragazzo che fa del suo meglio per servire Dio: Abele. Il cattivo usa violenza contro il bravo ragazzo.
Nella storia, Caino sa di aver commesso un peccato. In un primo momento, cerca di nasconderlo. "Sono forse il guardiano di mio fratello?" Presume che Dio non possa capire che fine abbia fatto Abele. Poi quando Dio impone sanzioni negative contro di lui, grida disperato perché sa che altri uomini imporranno sanzioni negative contro di lui. Questa linea di ragionamento si basa su un presupposto: esiste un governo civile. Esiste una sorta di un sistema di giustizia penale. Esiste un sistema per imporre sanzioni negative contro i trasgressori.
Qui, in forma incipiente, abbiamo la storia dell'origine del governo civile. Non vi è alcuna discussione su come sia nato esattamente, ma è chiaro che è esistito dal momento in cui Caino uccise Abele.
Questa teoria dell'origine del governo civile non la identificherei con una teoria del contratto sociale, bensì con la teoria prevaricatrice dello stato. Qui il termine prevaricatrice non lo intendo come lo intendeva Theodore Roosevelt. La mia teoria prevaricatrice è fondamentalmente la teoria dello stato secondo Scut Farkas.
In ogni società ci sono prevaricatori. In ogni società le vittime e le vittime potenziali hanno vari modi per imporre sanzioni negative su questi prevaricatori. Ma tali prevaricatori hanno anche forti limiti, uno dei quali è l'incompetenza dei loro subordinati. Devono utilizzare la divisione del lavoro, e il tipo di persone che sono disposte a sottomettersi ai prevaricatori sono di terz'ordine. Ho scritto su questo argomento qui: http://www.garynorth.com/public/12462.cfm
Hayek ha scritto un capitolo famoso, probabilmente il suo più famoso: "Perché i Peggiori Arrivano in Alto". E' il Capitolo 10 nel suo libro, The Road to Serfdom (1944). Quello che non ha menzionato è questo: i peggiori arrivano in alto attraverso l'abuso del potere statale. Questo li si ritorce sempre contro. L'espansione costante dello stato porta ad una resistenza intrinseca. Più lo stato tenta di controllare, meno è in grado di controllare. Più lo stato cerca di imitare Dio, più inciampa nei propri limiti. Questo è il problema della centralizzazione della conoscenza. I pianificatori centrali vogliono essere onniscienti, ma non lo sono. Su questo punto facciamo riferimento ad un altro saggio di Hayek: "The Use of Knowledge in Society" (1945). Nessuna commissione burocratica potrà mai possedere la stessa quantità di conoscenza della società nel suo complesso. Questa conoscenza è posseduta a livello locale. Utilizza il sistema economico del libero mercato per mobilitare le informazioni.
Non ho bisogno di note per dimostrare quanto detto. Posso provarvelo con David Warner ne I Banditi del Tempo.
Uno dei miei film preferiti è dedicato a questo tema. Quasi nessuno l'ha mai visto. Il protagonista è Frank Sinatra: Johnny Concho (1956). Vorrei che fosse online. Parla di un uomo che ha carta bianca in una piccola città. Vince giocando a carte e non ha bisogno di lavorare. Fa la bella vita perché suo fratello maggiore, Red Concho, è un pistolero. Red non vive in città, cavalca in tutto il West. Alla città sta bene, allo sceriffo anche, figuratevi a Johnny quindi.
Poi, un giorno, due pistoleri arrivano in città. C'è un leader ed un subordinato. Informano la città che hanno ucciso Red Concho e ne prendono le redini. Due prevaricatori hanno eliminato un altro prevaricatore, e la città adesso soffre.
La città si riscatta solo quando Johnny affronta i due prevaricatori. Sfoderano le loro armi e iniziano a sparare. A quel punto, ogni uomo in città è allineato lungo la strada principale. Cominciano a sparare ai pistoleri dalle finestre. La città finalmente si batte per i suoi diritti. Concho li rappresenta, ma c'è ancora uno sceriffo. La città è armata, ma c'è sempre un rappresentante della città. Questo è parte del sistema delle sanzioni negative. Qualcuno ha un distintivo. Qualcuno ha una pistola. Ma quando la gente con i distintivi e le pistole sfugge di mano, ci sono due modi per trattare con loro. Uno è la rivoluzione, che è ciò che accade nel film. L'altra è la paziente sopportazione degli oneri, sul presupposto che il governo civile illegittimo infine fallisca. Tutti gli imperi muoiono. Tutti gli imperi si ritrovano a corto di soldi. Tutti gli imperi si ritrovano a corto di vittime da cui estrarre ricchezza.
Non c'è bisogno di una teoria contorta del contratto sociale per spiegare il governo civile. Tutto quello che bisogna sapere è questo: ad un certo punto Scut Farkas andrà troppo oltre.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/
Ed ecco puntuale il Nobel per l'Economia all'interventismo statale. Viva la politica! Vive la France!
RispondiEliminail portavoce del governo Stephan Le Foll vede nel Nobel una ricompensa alla «scuola francese di economisti»: «Se questo premio arriva a un francese, è perché si vuole dare un riconoscimento al pensiero economico francese che è unico nel mondo di oggi, perché dalla crisi fa discendere il bisogno di regole, di elementi di stabilità, di riassicurazioni e di gestione dell’economia, e non si affida solo ai meccanismi del mercato».
Perciò, pure dalle nostre parti: più regole, più tasse, più Stato! Alè!
Hayek, invece, diceva: "Se l’uomo non deve fare più male che bene nei suoi sforzi per migliorare l’ordine sociale, dovrà imparare che in questo, come in tutti gli altri campi in cui la complessità essenziale di un genere organizzato prevale, non può acquisire la conoscenza completa che permette la padronanza degli eventi. Quindi dovrà usare la conoscenza che può ottenere, non per modellare i risultati come l’artigiano modella i suoi oggetti, ma per coltivare una crescita fornendo l’ambiente adatto, così come fa il giardiniere per le sue piante.
C’è un pericolo, nell’esuberante sensazione di sempre maggiore potere che il progresso delle scienze fisiche ha generato e che tenta l’uomo, “ubriaco di successo” per usare una frase caratteristica del primo comunismo, a cercare di soggiogare al controllo della volontà umana non solo il nostro ambiente naturale ma anche quello umano.
Il riconoscimento dei limiti insormontabili alla sua conoscenza deve, effettivamente, insegnare allo studioso della società una lezione di umiltà, la quale dovrebbe impedirgli di diventare complice nel fatale tentativo di controllare la società – un tentativo tale da renderlo non solo un tiranno dei suoi compagni, ma il distruttore di una civiltà non progettata da nessun cervello, ma nata dagli sforzi liberi di milioni di individui."
devo ancora leggere l articolo di oggi, che ho riletto con attenzione quello di ieri. e devo fare i miei più grandi complimenti a francesco per la cultura, l umiltà, la visione da lontano, e lo stile. una vera summa con ironia, ma senza polemica. uno dei migliori articoli in assoluto, tra quelli che si contano sulle dita di una mano. ora io penso che il problema è più a fondo, ancora più che la sola questione del potere. ridurlo a quello è accettare il materialismo storico. ma le cose sono, sappiamo, più complesse. e forse è ora che si scindano i liberali dai liberisti, quelli della crescita a forza sostenuta dalla banca centrale. perché liberalismo con banca centrale è schiavitù. ci sta un nesso evidente tra l attacco alla scuola austriaca e quello al liceo classico. lo scientismo progressista pianificatori, l elitismo, la crescita infinita, la modernità e l illuminismo. ma anche, bisogna ammetterlo, l arretratezza culturale, il parassitismo, il latino di don abbondio. insomma, tra rifiuto della modernità, anche di un di un certo liberalismo (hoppe?) ed eccesso di modernità fino alla distopia ce ne passa. già un sentore di questa divaricazione, per chi era stato attento, c era stato quando north ha detto che thoreau era contro l industrializzazione e la divisione del lavoro, e pertanto contrario al capitalismo. boldrin porta questo al tifo da stadio, fuoriuscendo dal dibattito culturale, e dalla natura problematica del mondo, ed evadendo ogni questione intenerente alla vita umana, perché l economia viene prima di tutto. anzi, la crescita. e la vita di chiunque ad essa deve essere asservita. ma allora, andrebbero abolite le ferie ed il tempo libero. sarà per questo che ho sempre apprezzato mises, nozick, hayek. perché, senza ora qui discutere di utopia, stato mimimo, invadenza ontologica dello stato o dissoluzione dello stato, rappresentano un equilibrio tra diversi interessi, ognuno del quali ha delle sue ragioni. una riforma della scuola modernizzante, secondo le 3 i l aveva già evidenziata berlusconi. è il livello del disorso, la negazione di ogni altro interesse che caratterizza boldrin. l assolutismo, oltre che l assenza di stile. insomma, siamo non lontani da un delirio.
RispondiEliminaCiao gdb
EliminaMi sento chiamato in causa quando fai cenno al Potere.
Ovviamente, il potere non è solo il gruppo o il singolo al comando. E' anche e soprattutto l'idea dominante.
Se il Potere sì ammantava del volere divino, una volta, oggi, o meglio, dalla Rivoluzione Francese in poi, al Potere vanno i membri dell'elite razionalista e razionalizzatrice.
Ecco il potere del positivismo e del diritto positivo contro il lasseiz faire.
Ecco la scissione del sapere tra ragione scientifica, tecnica, matematica ed il sapere del cuore, umanistico, artistico. Certo che il disprezzo per il liceo classico è anche frutto del sistema produttivo, così come la bruttezza delle nostre città e l'alienazione da se stessi impegnati nella crescita del pil. Tutto si tiene.
Ed allora non è scuola scientifica quella austriaca, ma solo filosofica. Ed il calcolo matematico può padroneggiare positivisticamente tutto e soprattutto tutti perché noi siamo solo particelle di un organismo superiore, lo stato.
Ecco, questo è il Potere oggi e tutto, dalla politica al fiatmoney, alla contabilità truccata dei MMT ers sta lì a ricordarcelo ed a rappresentarlo.
Ed aggiungo anche la scissione nefasta tra il medico tecnologico e quello empatico. Ed indovina gli individui malati o sedicenti tali quale preferiscono.
EliminaSenza tralasciare la figura del medico amministratore ed amministrato... Questo davvero un prodotto del Potere.
Laissez faire e non lasseiz faire. Ops!
Eliminaottimo dna, questa è una definizione di potere che mi piace, più estesa e non limitata solo al potere fine a sé stesso. perché cio che muove il potere è l idea. più che prendere il potere per prendere il potere, è prendere il potere per imporre una visione. lo fanno anche i talebani. mi riferivo, quindi, al fatto che non è solo l imbroglio per arricchirsi, che non possiamo parlare solo di interessi economici, che certo ci sono, e come; che è anche, ma neanche solo, il prestigio e la vanità; ma l ideologia. ecco se il potere è il potere dell ideologia, allora tutto combacia. poi il potere in sé viene fuori in tutta la sua virulenza quando, per rimuovere la sconfitta ideologia, od almeno per conservare almeno il potere reale, si tratta della conservazione dell esistente. la resistenza al cambiamento. ottima aggiunta, esemplificativa, l esempio della scissione tra medico tecnologico ed empatico
RispondiEliminahem il bosone (vabbeh... cambia poco)
RispondiEliminahttp://www.giovannischioppo.it/sogno.pdf
RispondiEliminaecco il libro. pag. 90 sul terrorismo, e pag da 90 a 95, soluzioni austriache.
ok, la genialita e la follia sono prossime. ma chi davvero vuole confrontarsi con la matematizzazione dell economia, deve parlare di quanto sopra.
e se cio sara un giorno possibile, si deve riconoscere che siamo alla preistoria dell economia. e che il bagaglio epistemologico austriaco è molto più idoneo dei grossolani macroaggregati keynesiani.
ecco perche ci sta poca matematica, perché è difficilissima, sempre sia possibile. mentre dire scemenze per certezze molto più facile.
Finalmente ci ritroviamo, gdb. :)
EliminaSarò un irriducibile individualista presuntuoso, ma gli psicostorici vanno rinchiusi prima che facciano danni.
Eliminaa me sembra una follia, e quel che c è di buono buon senso prasseologico travestito da simboli matematici (anche le parole sono simboli). ma io non sono bohr, né un fisico quantistico. il problema quindi non è nell ipotesi, ma nel delirio della presunzione. provare a capire, supporre, è un conto. incasellare persone per esperimenti un altro (e sempre ipotizzando la buona fede, che non sempre c è). scambiare l inizio di una ricerca con la realtà.
RispondiEliminaE prova ad immaginare cosa possono fare con l'ingegneria genetica. Guidare l'evoluzione della specie secondo il loro disegno. E qualcuno da qualche parte lo sta già facendo. Perché un business del genere fa gola al warfare ed agli aumenti della produttività. E nella conquista dello spazio hai bisogno non solo di astronavi, ma di equipaggi capaci di cose mai viste. Sembrano divagazioni ma sono progetti no limits, secondo il delirio dominante del progresso infinito. E noi qui ancora a tifare per il libero arbitrio... Ultime reliquie barbariche che non siamo altro...
Elimina