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mercoledì 2 luglio 2014
I consumatori sono i re in un'econmia di libero mercato
di Christopher Westley
Uno dei miei economisti preferiti nella storia del pensiero economico è il grande austriaco Carl Menger (1840-1921). Mentre la corrente principale della professione economica riconosce a Menger il suo contributo alla rivoluzione marginalista del 1870, lo ignora perché il suo quadro teorico non si presta a prescrizioni di linee di politica. In un'epoca in cui la professione economica viene in gran parte considerata come una branca ombra dello stato, i pensatori come Menger (e coloro che lavorano nella sua tradizione) non vengono esaltati o studiati nello stesso modo riservato a pensatori come Irving Fisher, John Maynard Keynes, Milton Friedman o Paul Krugman.
Questo è vero se non altro perché lo stato tende a non finanziare universitari o scuole di pensiero economico che non promuovono il suo ruolo centrale nell'economia o che non forniscono giustificazioni economiche alle sue interferenze con le forze di mercato. In assenza di tale contesto, il monetarismo della scuola di Chicago o il keynesismo della Ivy League avrebbero avuto molto meno rilievo nella scienza economica.
Il quadro teorico di Menger si differenzia dalle moderne interpretazioni economiche, perché ha rappresentato il culmine dello sviluppo del pensiero economico in era pre-Progressista, già sbocciato nel corso dei secoli soprattutto in Europa continentale con i pensatori scolastici del Medioevo e con i liberali francesi come Turgot, Cantillon e Say. Queste persone potrebbero anche aver studiato economia seguendo le Scienze Morali del XIX secolo, ma il loro slancio in tal campo era principalmente dovuto al desiderio umano di capire meglio il mondo e le leggi naturali che lo governano. Il loro interesse era per l'economia in quanto economia, e non semplicemente come strumento politico per far apparire lo stato più scientifico, efficiente, o benigno. (In realtà è l'esatto opposto.)
Quindi per studiare l'economia come scienza, soprattutto in un'epoca in cui sembra regnare una certa confusione su tale materia, non è una cattiva idea iniziare da Carl Menger.
Menger nacque in Galizia, una regione allora austriaca ma che ora è in Polonia, da una famiglia benestante con radici in Boemia. Durante le pause dagli studi presso le Università di Praga e Vienna, Menger lavorava come giornalista finanziario e sviluppò un certo talento per la scrittura di romanzi e commedie che venivano serializzate sui giornali.
Fu durante il suo lavoro di giornalista che Menger notò l'importanza delle discrepanze tra le dottrine economiche classiche sui fenomeni di mercato e quelle della sua epoca di cui si occupò nel corso della sua professione. Subito dopo aver ricevuto la laurea in legge presso l'Università di Cracovia nell'agosto del 1867, Menger intraprese lo studio formale dell'economia politica nel tentativo di comprendere meglio e risolvere queste discrepanze — uno sforzo che lo portò alla pubblicazione di Principi di Economia nel 1871.
Mentre Menger riconobbe che gli economisti classici avevano dato un contributo significativo allo sviluppo della teoria economica, credeva che uno dei loro difetti principali si ritrovasse nelle loro analisi del consumatore, una lacuna che è stata ampliata dalla loro enfasi sulla teoria del valore-lavoro e la loro teoria rudimentale dei prezzi (secondo cui i prezzi erano fenomeni derivanti in gran parte dal calcolo economico di uomini d'affari). Il contributo principale di Menger con il suo Principi, è stato quello di inserire il primato dei consumatori nella determinazione del valore e (per estensione) del prezzo, non solo sul mercato ma in tutte le attività economiche.
L'approccio mengeriano, che oggi chiamiamo scienza della prasseologia, ha sottolineato l'importanza dell'azione umana individuale derivante dal desiderio di soddisfare le esigenze personali e dal rapporto di questi bisogni con il mondo esterno. Avere un bisogno ed essere consapevoli che il mondo esterno possiede alcune caratteristiche che permettono all'individuo di soddisfarle, fornisce la base per l'azione umana logica e la valutazione soggettiva di beni e servizi. Menger ha inoltre osservato che al cambiamento della nostra conoscenza rispetto al mondo esterno, cambiano anche le esigenze individuali. Gli sforzi per soddisfare i bisogni sentiti, presuppongono il riconoscimento delle relazioni di causa/effetto che forniscono la base per tutte le azioni umane.
Si noti come quanto detto sia del tutto irrilevante per gli aderenti alla scuola keynesiana o di Chicago. La differenza principale è che entrambe le scuole visualizzano la singola persona (o attore) come un oggetto che deve essere manipolato in nome del successo delle linee di politica. Per i Chicagoboys questo successo si basa sui risultati di mercato che sono più vicini ai loro ideali preconcetti di efficienza del mercato; mentre per i keynesiani questo successo si basa sul raggiungimento dei livelli arbitrari di occupazione di breve periodo, i quali si ottengono penalizzando il risparmio e il consumo gratificante. Per entrambe le scuole la persona umana è un ingranaggio in una macchina economica che deve essere costretta ad agire in modi che facciano funzionare i loro sistemi. Tale è il punto di vista moderno — le sue radici si ritrovano nell'Era Progressista — ed è in contrasto con la storia dell'economia da Aristotele fino a Menger (e non solo attraverso coloro che hanno sviluppato il sistema di Menger).
Ma nel 1870 Menger applicò coraggiosamente le sue implicazioni alla determinazione del valore. Egli osservò che dal momento che le merci sono esterne alla persona umana e riconosciute soggettivamente come in possesso di qualità che consentono la soddisfazione di un certo bisogno, potrebbero essere differenziate in beni di ordine diverso. In Principi scrisse che esistono i beni d'ordine primario, come i beni che consumiamo per soddisfare i bisogni. Questi sono i classici beni di consumo.
I beni d'ordine secondario sono beni necessari per produrre i beni di ordine primario; mentre una macchina può essere un bene d'ordine primario che va a soddisfare una necessità per il trasporto, i beni d'ordine secondario includerebbero il vetro, la gomma, il cromo e tutti gli altri input che compongono la macchina. I beni d'ordine terziario sono tutti quei beni che sono necessari per produrre i beni d'ordine secondario, e così via, con forme più complesse di produzione e caratterizzate da ordini più distanti di produzione.
Tuttavia i valori di tutti i beni di qualsiasi ordine derivano dal desiderio iniziale del singolo individuo di soddisfare una necessità sentita, quindi la gomma non ha valore in sé o grazie al lavoro necessario per la sua produzione, ma a causa del desiderio umano iniziale per il trasporto. Questa comprensione dei beni è in netto contrasto con l'idea dei neoclassici, secondo cui il valore dei fattori economici fa riferimento alla loro utilità tecnica nella produzione. La teoria del valore di Menger rappresenta un'espansione della legge di Say, secondo cui l'offerta crea la propria domanda, ed è la giusta risposta teorica agli sciroccati monetari (al tempo di Menger così come a quegli di oggi) che non vedono differenza tra capitale diretto dallo stato e capitale ideato e diretto dal settore privato.
In verità, il capitale creato dal governo soddisfa le esigenze delle classi politiche e gli interessi clientelari ad esso collegati, mentre il capitale diretto dal settore privato mira alla soddisfazione del consumatore.
Senza l'influenza dello stato nello sviluppo del pensiero economico del XX secolo, è probabile che oggi Menger sarebbe conosciuto come un importante economista che corresse le carenze della scuola classica; e soprattutto non sarebbe mai stato necessario che l'economia classica si fosse suddivisa in varie scuole neoclassiche, caratterizzate da strumenti di indagine adeguati alle scienze fisiche.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/
Usando un "ferrea" logica, se la società valorizza i consumatori allora diventa consumistica, invece se protegge i (soliti) produttori diventa sana.
RispondiEliminaIl diabolico ribaltamento della realtà: la prova del nove è che non si deve neanche minimamente accennare alla stupidità di un tal modo di pensare, e mi riferisco non tanto a chi ne beneficia, quanto piuttosto a chi ne trae danno ma non vuole cambiare.
Riccardo Giuliani
Mi inchino a Menger.
RispondiEliminaOra viviamo nello sprechismo e nell'arraffismo.
L'era degli ultimi uomini che strizzano l'occhio e dicono: "abbiamo inventato la felicità".
Ma la folla ignorante rimane plaudente.
CHE SCHIFO!
L'unica sovranità che resta è quella individuale. Ma ancora per poco.
EliminaProprio ora al tg ci dicono che e' un pochino aumentata la capacita' di risparmio dei conterranei rispetto al 2013. Dal 56 al 58%.
EliminaSara' stata la deflazione monetaria prodotta dall'aumento delle tasse e dalla accortezza nei consumi?
E' una cosa buona e positiva?
Macche'!
Si dia forza all'inflazione e subito!!!!
Che senza consumi non c'e' crescita!!!
Non c'e' nulla da fare. Le persone rispondono agli incentivi. E se non ci sono alternative e MAI se ne sono conosciute e' autoevidente che la scelta sara' sempre la stessa.
Chi ha mai conosciuto un libero mercato vero in questo territorio? Chi ha mai capito la Liberta' negativa in questo territorio?
Nessuno si meravigli se le forze politiche piu coinvolte con le banche e certe banche in particolare hanno fatto il pieno di consensi proprio nei luoghi del misfatto...
mi sembra allucinante. creano denaro dal nulla (dicendo che dietro ci sta un capitale vero... dicendo...) e te lo prestano, ma senza il cattivo interesse. insomma tutto il denaro all interno del sistema è prestato e deve rientrare, come al monopoli. puoi anhe cambiare valuta... tanto è tutto finto. si basa sul fato che anche quello vero è finto. questo ne è imitazione. ma non è assistito dalla forza! e non si capisce che c entra il platino. ma come puo rientrare se non eliminando tutto il denaro prestato e pertanto tutti i crediti dei conti in attivo (come a monopoli quando finisce la partita)? intanto (a metà partita) se te lo richiedono e non lo ridai, che non ce l hai, allora ti prendono beni beni reali? fanno decreto ingiuntivo? ma quale giudice e lo concederebbe?!
RispondiEliminaA parte l'ovvia considerazione che non esistono pasti gratis e che sembra un misto di marxismo e cryptovalute, mi sbagliero' ma a me puzza un po' di riciclaggio, sempre che i 200 miliardi di budget esistano davvero.
EliminaMeno male. Un tipo originale.
RispondiEliminaLeggo al punto 27 del suo piano:
" 27. Con Rinnovamento (Progetto di riforma del sistema umano), la riforma contestuale e programmata dei rapporti e dei comportamenti umani attraverso la modifica della struttura del sistema gerarchico, attraverso un processo dialettico fra tutte le persone."
Ecco niente di piu' di questo...
;D
Se permettete, un'auto-pacca sulle spalle ci sta tutta. :)
RispondiEliminaNow in Italian: ‘How Consumers Rule In a Free Economy’