Il più grande vantaggio che il libero mercato offre agli individui, è quello di potersi incontrare e stringere volontariamente un accordo per migliorare le proprie condizioni. Sebbene esistano differenze economiche tra di loro, questo non ferma gli individui dal soddisfare i propri bisogni ignorando tale fatto. Certo, le persone ricche possono stringere accordi con altre persone ricche, ma stringono accordi anche con persone "povere". Pensate ai giardinieri, alle babysitter, ai cuochi. Dal punto di vista sociale, vivono separati; dal punto di vista economico, lavorano insieme. Entrambi ci guadagnano, ed è questa la meraviglia del libero mercato. Un giorno, coloro assunti dalla gente ricca potrebbero avere abbastanza referenze e risorse da poter avviare un'azienda tutta loro ed "elevarsi" socialmente. Quando invece si fa ricorso alla violenza dello stato si vengono a creare barriere tra le varie classi: i poveri spronano lo stato a ridistribuire la ricchezza e diventano invidiosi dei ricchi; questi ultimi, per difendersi, cercano di organizzarsi politicamente per rispondere agli attacchi dei primi. L'unica cosa che li spaventa è che anche i poveri si organizzino politicamente. Minacce e paura vanno così a governare quello che prima era un ambiente pressoché pacifico e dedito alla cooperazione. La libera volontà, infatti, va a beneficio di tutte le classi sociali. Quando, invece, una classe manda un agente del governo a bussare alla porta di un'altra classe, potete star sicuri che il futuro sarà costellato da meno cooperazione e più conflitto.
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di Jeffrey Tucker
Ho chiesto ad un mio amico in Cina come funzionassero le poste. La sua risposta è stata rivelatrice: esiste un sistema postale statale, China Post. E' una grande burocrazia che si muove alla vecchia maniera. Le sue origini risalgono al 1870.
Ma oggi, quasi più nessuno pensa di usarla. Rimane lì. Le filiali postali sono qua e là, e vari burocrati vi bazzicano dentro. Invece quasi tutte le persone e aziende si rivolgono ai servizi privati. Ce ne sono decine, addirittura centinaia, tutti specializzati in qualche altro tipo di servizio. Ogni settimana ne spuntano di nuovi.
Perché la gente li usa? I servizi privati dispongono della tracciabilità. Sono veloci. Prendono la consegna da qualsiasi luogo e la portano a destinazione quasi istantaneamente. Sono incredibilmente competitivi, quindi i prezzi sono in costante calo. E' un mercato in forte espansione che al confronto quello statale è ridicolo.
Questi imprenditori, che hanno innovato nonostante i monopoli e le normative vigenti, hanno creato maggiori opportunità, prosperità e libertà. Le persone non sono più legate alle scelte dello stato. Possono lasciare il sistema e trovare nuovi e migliori modi di vivere. Questo è ciò che significa essere liberi.
Eppure il governo cinese va avanti facendo sempre meno. Per quanto tempo può mantenere viva la farsa? Probabilmente molto tempo. Forse anche di più. Ma i suoi servizi diventeranno obsoleti, ingestibili, inefficaci, irrilevanti per la vita delle persone e, quindi, costantemente minacciati di chiusura.
Negli Stati Uniti sta accadendo qualcosa di simile. Il servizio postale è in continua remissione. Le varie filiali vengono chiuse. Il servizio si sta riducendo. A volte si allea con i servizi privati, e talvolta si limita solamente a schiacciare i concorrenti — qualsiasi cosa pur di sopravvivere un altro giorno.
Privato e pubblico continuano ad esistere fianco a fianco. Ma chi è favorito dalla direzione della storia? I servizi che rendono la vita migliore sopravvivono, gli altri perdono energia e muoiono, anche quando sono finanziati dallo stato.
Lo stato può prolungare una funzione inutile, ma non per sempre. La tecnologia è una forza inesorabile. Il governo può rallentarla, ma non può fermarla. Il settore privato continua a sorprendere sempre di più, mentre i servizi statali — in tutto il mondo — continuano a peggiorare.
Il trend si sta diffondendo. Sta colpendo il settore del trasporto: i monopoli di stato vengono frantumati da parvenu privati. Sta accadendo nella comunicazione, dove, nel giro di pochi decenni, siamo passati da scatole parlanti di proprietà dello stato ad una conoscenza a portata di mano nelle nostre tasche.
Sta accadendo all'istruzione (raramente l'istruzione pubblica è la prima scelta), alle pensioni (nessuno sotto i 50 crede più a quelle statali), alla sanità (dove quella statale è sinonimo di scandalo) e alla sicurezza (anche lo stato ora ingaggia servizi privati).
In ogni ambito della vita, il trend è evidente ed è intensificato dalla rivoluzione digitale, la quale ha aperto una nuova frontiera agli imprenditori affinché innovino al di fuori del sistema statale. Le innovazioni sono diventate essenziali per la nostra vita.
Grazie alle app, per esempio, possiamo ascoltare la musica, impostare i nostri modelli di riposo, navigare per le mappe delle città, suonare uno strumento musicale; il tutto dai nostri telefoni cellulari. Grazie ai siti web peer-to-peer, possiamo vendere la nostra roba, affittare una stanza in più a casa nostra, affittare un'auto, frequentare lezioni con grandi maestri — o possiamo fare il contrario: comprare roba, trovare una camera, essere pagati per guidare, o insegnare. Gli strumenti per fare tutte queste cose vengono distribuiti a tutti, bypassando completamente gli stati.
Questo è un percorso molto più efficace verso la libertà rispetto alla via che passa dalla politica convenzionale. In tutto il mondo le persone soffrono sotto il peso della pianificazione centrale, della regolamentazione, della tassazione elevata, degli ostacoli al commercio e dei monopoli sull'educazione, sulle banche, sul denaro e su tanti altri settori. Le persone chiedono a gran voce più spazio per respirare, creare e servire. Ma come si arriva da qui a lì? L'innovazione è il percorso produttivo che sta facendo la differenza.
Facciamo un passo indietro ed esaminiamo una questione fondamentale: perché lo stato dovrebbe fornire un qualche servizio? Perché l'elite politica ed i suoi burocrati debbono prendere i nostri soldi per vivere a nostre spese? Perché si prendono la briga di fingere di fare qualcosa per noi come proteggerci, darci sicurezza, pulire l'ambiente, difenderci dai cattivi, amministrare la giustizia ed impedirci di comportarci in modo autodistruttivo?
Lo stato farebbe meglio a non fare nulla di tutto ciò. Invece di far finta di fare cose gloriose per noi, sarebbe molto meglio se si comportasse come un parassita in modo esplicito.
Ma ecco il problema. Gli stati hanno bisogno del sostegno delle persone, come minimo tacitamente. Nessun governo può governare solo con la forza. Il controllo è strettamente dipendente dai cuori e dalle menti. E' quel profondo impegno culturale nei confronti dello stato e di un governo della minoranza sulla maggioranza, che assicura stabilità allo stato e tiene a bada sconvolgimenti e rivoluzioni. Questa è la ragione fondamentale per cui lo stato continua a definirsi indispensabile.
Ma guardate cosa succede quando lo stato non è più così meraviglioso, quando i suoi sistemi di sicurezza, i sistemi bancari, i sistemi monetari, i sistemi educativi, i sistemi normativi, i programmi di pensionamento, le burocrazie ambientali e del lavoro sono poco efficienti rispetto a quello che può essere realizzato al di fuori della sua sfera d'azione. La gente, per una questione di interesse personale, si allontana da ciò che non funziona verso ciò che funziona.
Possono anche aver costruito lo stato, ma non possono costringere le persone ad usarlo, soprattutto se esistono alternative migliori. Ci sono migliaia e milioni di modi per lasciare il leviatano oggi. Ci circondano: da Uber taxi a Bitcoin, all'homeschooling, ai servizi medici privati, alle farmacie online, alla conservazione ambientale privata.
Dite il nome di un qualsiasi servizio apparentemente essenziale che lo stato ha offerto nel XX secolo e potete dire il nome di un'alternativa privata più economica, più efficace, più innovativa e più accessibile. Non c'è nulla che gli stati possono fare che i mercati non sappiano fare meglio. La traiettoria attuale della tecnologia sta confermando questo punto, più volte.
Il risultato è l'instabilità politica. Un cambiamento di paradigma. L'obsolescenza del settore pubblico. La crescente irrilevanza del potere. Sempre meno dipendenza, e quindi meno fedeltà, verso una struttura di potere coercitivo e di conseguenza sempre più affidamento verso strutture culturali, economiche e sociali che la società crea per sé stessa. La tolleranza per la tassazione, la schiavitù, l'annullamento della privacy, la regolamentazione e la guerra sta cominciando a declinare. Alla fine morirà, perché è insostenibile senza il sostegno pubblico. Questa è la storia di come la libertà umana prevarrà sulla tirannia. Potrebbe essere la storia del nostro futuro a breve termine.
Si tratta di un percorso pacifico. Non è un percorso certo, ma guardando al mondo di oggi, rappresenta uno dei più produttivi per quanto riguarda i bisogni umani e soprattutto quello più temuto dall'élite politica. L'élite al potere non se ne andrà senza lottare, ma combatterà sempre di più queste persone che stanno già scoprendo un modo migliore di vivere.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/
Consenso=mi fido.
RispondiEliminaBuonsenso=non mi fido.
E' un processo inarrestabile.
Come tutto cio' che ha vita. Le cose cambiano. Tutte. Altro che staticita'! Altro che riforme!
I trucchi degli illusionisti non durano per sempre. Ce ne faremo una ragione. Avanti!
Le alternative possono essere negate e mistificate. Ma se funzionano meglio... vincono.
Eliminacome north aveva ragione ieri sulla immodificabilità politica e finanziaria, tucker ha ragione oggi: l implosione viene accelerata dal cambiamento del paradigma: spiazzare il nemico, non giocare sul suo terreno.
RispondiEliminaCiao gdb
Eliminace stamo a prova' co' Lotito... ;D
E lo sanno pure li sanpietrini... ma stanno tutti zitti perche' il potere nega sempre... Fotte e nega...
;D
La intro di Francesco spiega le cause del blocco del cosiddetto ascensore sociale. Lo stato irrigidisce tutto. Mentre tutto e' naturalmente dinamico e mutevole. Lo stato e' contronatura. Per questo alcuni lamentano i ritardi della politica. Ma e' una pia illusione che lo stato cammini di pari passo con la realta' mutevole delle libere scelte degli individui.
RispondiEliminaPercio' lo stato o interviene indirizzando arbitrariamente le risorse fiscali o intralcia con le sue burocrazie il libero divenire della societa'.
http://mobile.ilsole24ore.com/solemobile/main?fn=srchFd&id=SEARCH/NEWS24/Ab2rxQ4G
RispondiEliminase ieri fosse sfuggito.
la vita è resistenza al cambiamento. solo i grandi saggi lasciano andare.
RispondiEliminaArriva il cigno nero.
EliminaLo stato italiano che fa? E' fragile e crolla. La gente? Resiste? Quanti antifragili ci sono ancora in Italia?
La resistenza al cambiamento e' soprattutto cittadina. In campagna, nonostante le contaminazioni, la natura viene assecondata.
EliminaEsperienza personale delle diverse realta' che frequento per lavoro. Una volta si parlava di alienazione. Da se stessi. Dalla propria natura. Dalla natura.
E qui si e' gia' scritto che la terra e' sound mentre e' fiat il mutuo trentennale in periferia.