Bibliografia

lunedì 2 giugno 2014

Il triste stato in cui langue la professione economica

Stranamente, o forse non tanto alla fine, anche il magazine Forbes si è accorto che l'Europa e i rendimenti ridicoli della sua periferia sono certamente "probabilmente" da annoverare ad una seria bolla nelle obbligazioni statali. Nonostante il pezzo sia pregno di una certa cautela da parte dello scrittore, su queste pagine avete potutto leggere per molto tempo di come questa bolla sia figlia degli interventi delle banche centrali a seguito dello scoppio della crisi del 2010. La BCE è riuscita a reflazionare la stessa bolla che ha portato ad un passo dal collasso la zona euro nel 2010. Ma come riassume l'articolo di Forbes, con questa mossa lo zio Mario ha solo guadagnato tempo, ritardando e incrementando il dolore economico. Il quale, tra l'altro, non ha tardato a ripresentarsi: ripresa/boom fasullo. Questo significa che prossimamente ci sarà un nuovo bust, ma stavolta di dimensioni maggiori rispetto a quello di 4 anni fa. E con la Bundesbank che sta capitolando a favore di un QE "made in Europe", l'ottovolante del boom/bust si farà sempre più terrificante. Finirà male.
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di Frank Hollenbeck


Non è un'esagerazione quando si dice che la reputazione degli economisti è inferiore solo a quella di un venditore di auto usate. I recenti fallimenti delle politiche economiche per stimolare la crescita e l'occupazione, hanno intorbidito ulteriormente questa immagine. Cio' è in netto contrasto con il passato, quando gli economisti erano visti come il posto di blocco intellettuale a idee sbagliate, cattive idee, o, ancora più importante, a politiche statali vendute alla popolazione su falsi presupposti. Gli slogan popolari come "proteggere i posti di lavoro americani" giocano sul nazionalismo, ma in realtà servono solo ad alcuni interessi particolari. L'economista del passato non avrebbe mai esitato a sottolineare l'incosistenza di tale ragionamento.

La maggior parte degli economisti di oggi, tuttavia, si è venduta al nemico. Lavorano per agenzie governative come il FMI, l'OCSE, la Banca Mondiale, le banche centrali o le istituzioni accademiche in cui la loro ricerca è fortemente sovvenzionata dalle suddette agenzie. Per avere successo devono "mettersi in riga." Non si morde la mano che ti nutre.

Oggi questi economisti e giornalisti ci informano dei pericoli della deflazione e dei rischi di una "lowflation," e come la stampante monetaria ci proteggerà da questa catastrofe. Eppure non vi è alcuna giustificazione teorica o empirica per questa paura. Al contrario, un'offerta di moneta stabile consentirebbe ai prezzi di svolgere meglio la loro funzione: allocare le risorse dove sono più necessarie. La crescita risultante sarebbe caratterizzata da prezzi in rapido calo, come è accaduto durante la maggior parte del XIX secolo.





Quando il presidente Obama ha parlato dell'aumento del salario minimo, Paul Krugman, premio Nobel per l'economia, ha pubblicato un articolo a sostegno di un tale aumento. Eppure anche uno studente del primo anno di economia sà che i controlli dei prezzi distorcono i prezzi e di conseguenza la loro funzione di allocazione delle risorse, andando a beneficio di un gruppo a scapito del resto della società. Anche se alcuni riceveranno un salario minimo più elevato, molti altri saranno semplicemente lasciati indietro. Un commentatore politico non dovrebbe mascherarsi da economista.

Gli economisti hanno anche una sorta di "invidia della fisica" e sono innamorati dell'empirismo e dei modelli matematici. Per lavorare in una banca centrale bisogna essere a conoscenza dei modelli DSGE, se non esserne quasi esperti. Il problema con questi modelli, o con qualsiasi modello economico, è che i parametri non sono costanti; la maggior parte delle variabili è correlata con la costante evoluzione delle interrelazioni, altre sono omesse del tutto, come le aspettative, e alcune non sono misurabili. Questo equivarrebbe a prendere una cartina marittima e cancellare la posizione delle isole.





L'economia è una scienza sociale e le tecniche mutuate dalle scienze fisiche sono semplicemente inadeguate. Dal momento che non abbiamo un laboratorio per condurre esperimenti economici, è difficile distinguere tra associazione e causalità o determinare correttamente la loro direzione. L'attività economica si basa sulle azioni umane, e presenta una scarsa regolarità empirica. Potrebbe uscire una giornata di sole dopo che avete sciato per tre giorni, ma questo non significa che non scierete il quarto giorno. Le vostre azioni non possono essere modellate come le reazioni dei topi da laboratorio in un esperimento di biologia. A differenza della reazione al rumore degli zombie in The Walking Dead, gli esseri umani non reagiscono necessariamente agli stessi eventi nello stesso modo. Gli economisti della FED si staranno grattando la testa chiedendosi il perché le aziende non abbiano reagito ai tassi di interesse più bassi, come è accaduto dopo la bolla dot-com. E' il vecchio adagio “fool me once, shame on you; fool me twice, shame on me.”

Quando si consegue un dottorato di ricerca in fisica o in medicina, non si spende tempo per comprendere le teorie di 200 anni fa. La professione si muove sempre in avanti, giusto? In economia, perseguiamo erroneamente lo stesso atteggiamento. La macroeconomia come professione non è progredita, ma è regredita. Avevamo una migliore comprensione della macroeconomia 80 anni fa. I politici misero Keynes su un piedistallo perché diede loro la base teorica per giustificare quelle politiche che in passato furono giustamente ridicolizzate dagli economisti classici.

Questi economisti come Smith, Say, Ricardo e Mill combatterno duramente per dissipare l'equivoco popolare secondo cui il problema era la sovrapproduzione e la mancanza di denaro. Oggi la maggior parte degli economisti ci dice che tutto andrà bene se saremo in grado di stimolare la domanda o se otterremo più soldi attraverso il quantitative easing. Queste sono le stesse idee sbagliate promulgate da mercantilisti 250 anni fa. La differenza, oggi, è che gli economisti non sono più i nemici dei mercantilisti, ma i loro alleati.

Il ruolo dell'economista dovrebbe essere quello di spiegare non solo gli effetti diretti, ma anche gli effetti indiretti delle politiche economiche. Gli economisti non dovrebbero dirci solo ciò che si vede, ma anche ciò che non si vede, e soprattutto quello che dovrebbe essere previsto. Gli economisti avrebbero dovuto informare la popolazione dell'inutilità della massiccia spesa pubblica dopo il crollo del 2008, perché quei soldi avrebbero creato una maggiore crescita ed occupazione se fossero rimasti nei portafogli dei privati. Per finanziare il programma “cash for clunkers,” il governo prese in prestito denaro che normalmente sarebbe stato utilizzato per costruire impianti, attrezzature o beni capitali, la vera fonte di una crescita economica. Come disse eloquentemente Murray Rothbard, si tratta di un trasferimento di "risorse dal [settore privato] produttivo al settore pubblico controproducente e parassita."

Viviamo su un pianeta con un vincolo chiamato gravità. Siamo in grado di adattarci alla legge di gravità, creando innovazioni come gli aerei, ma non siamo in grado di infrangerla saltando senza paracadute da un grattacielo. Lo stesso vale in economia e per la legge della scarsità. Crediamo falsamente che se lo stato falsifica legalmente carta intrinsecamente inutile o spende i soldi di qualcun altro, saremo in grado di capovolgere la legge della scarsità.

J.B. Say una volta disse che gli economisti dovrebbero essere "spettatori passivi" che non danno consigli. Avrebbe potuto aggiungere: "e non vanno a letto col nemico."


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


6 commenti:

  1. say aveva ragione. molti sono venduti, anche inconsapevolmente, di fronte ad onori e fama. molti sono palloni gonfiati. molti sono in buona fede impotenti. siamo alla fine delle epoca del fiat money? forse si, anche se le fini possono essere lunghe. l aver introdotto droga e prostituzione nel pil (ma in germania, dove la prostituzione è ufficialmente regolata, già c era?) ha fatto percepire a tutti questa impotenza, e quanto quell indice conti oramai poco. da una parte abbiamo il manifesto contro il lavoro del gruppo krisis ( http://www.krisis.org/1999/manifesto-contro-il-lavoro ). dall altra il mondo più austriaco delle criptovalute e della rete (all inizio, molto all inizio). molti i ragazzi non lavorano, perché non v è utilità marginale: molta fatica e pochi soldi. un panino, una birra, un telefono con whattsupp non manca a nessuno. è un diritto :) . sta mutando paradigma, e non necessariamente questo mutamento prendere a un verso ben definito. come si eserciterà il potere nei nuovi scenari? ovviamente con la guerra e coi trasferimenti. ci sarà un gran distacco tr a esso ed il mondo. più mondializzazione e più localismo. più liberta di mercato e più socialismo. non so, ma mi pare che qualcosa stia cambiando. ci vorrà qualche buona idea, una nuova visione. ma basata su solide fondamenta epistemologiche. mises rivisitato

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    1. Ciao gdb.

      Vorrei citarti un passaggio di Rothbard preso da The Case for Revisionism (and Against A Priori History):

      «Il revisionismo è una disciplina storica necessaria poiché tutti gli stati sono governati da una classe dirigente la quale è una minoranza della popolazione e sfrutta e parassita il resto della società. Dal momento che la sua regola è sfruttatare e parassitare, lo stato deve acquistare la fedeltà di un gruppo di intellettuali il cui compito è quello di confondere l'opinione pubblica affinché accetti e celebri il governo del proprio stato. Gli intellettuali hanno il loro bel da fare quindi.

      In cambio del loro continuo lavoro di apologetica ed illusionismo, gli intellettuali ottengono il ruolo di partner minori nella gestione del potere e nella condivisione del bottino estratto alla popolazione illusa. Il nobile compito del revisionismo è quello di smascherare l'illusione, di penetrare la nebbia delle menzogne e degli inganni dello stato e dei suoi intellettuali di presentare alla popolazione la vera motivazione, la natura e le conseguenze delle attività dello stato.»


      E' in fin dei conti quello che stiamo portando avanti con il nostro supporto e divulgazione delle nozioni austriache e libertarie. Uno scopo nobile che cerca di coinvolgere quante più persone possibili ad incuriosirsi e informarsi.

      Ma questo da solo non basta. E' un buon punto di partenza ma non basta. Se si vuole un cambiamento di paradigma, a mio modo di vedere bisogna andare laddove tutto è iniziato: la scuola dell'obbligo. Non parlo solo di propaganda statale, ovviamente. Sto parlando soprattutto della casa in cui l'individuo viene smantellato del suo essere individuo. L'immobilistmo di fronte ai torti dello stato parte da questa causa. L'immobilismo della popolazione di fronte agli scandali della NSA, ad esempio, parte da questa causa.

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  2. Peggio della figura dell'economista c'è solo quella del giornalista, ma ho sentito dire in giro che esistono anche giornalisti economici (che Qualcuno ci aiuti!).
    Purtroppo, se dovesse verificarsi un crollo sistemico, questi incapaci se la caverebbero addossando la colpa a fattori esterni, bloccando sul nascere qualunque tentativo di critica.

    Riccardo Giuliani

    P.S.: Francesco, un giorno dobbiamo andare in facoltà di economia (ora sta insieme con ingegneria) e fare qualche domanda ai ragazzi che studiano, per capire fino a che punto siano stati indottrinati.
    Se ti va di fare questo giro, mi trovi pronto: sarebbe un buon materiale "umano" su cui riflettere.

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  3. Parliamo dell'instrumentum regni dello stato moderno. Parliamo dei mezzi del Potere costruito sulle fondamenta del razionalismo.
    In passato la forza e la religione. Il controllo dei corpi e delle menti. Oggi il controllo degli scambi tra gli individui. Scambi non solo materiali, ma anche scambi di idee e conoscenza. Perciò le fole mainstream hanno la massima diffusione e penetrazione. Tutto ciò che le contesta viene negato, celato, vilipeso.
    La scuola dello stato ha il suo peso, ma è una delle agenzie della formazione. La famiglia e' altrettanto se non più importante. Penso al ritorno dell'homeschooling ed alle parole di verità di Hayek sull'importanza della famiglia di origine nello sviluppo della personalità.
    E qui il discorso si allarga a dismisura comprendendo fattori culturali, religione compresa, storici e sociali.
    Una famiglia tradizionale rappresenta un rischio per il Potere moderno perché trasferisce ancora valori pericolosi per un relativismo morale di convenienza. Meglio una famiglia distorta che trasmette solo fedeltà e riconoscenza al Potere moderno che l'ha generata. Meglio genitore uno e due per il Potere. Meglio due mamme o due papà. Meglio disgregare le agenzie non governative come la famiglia tradizionale. Meglio disintegrare le comunità familiari, etniche e culturali e religiose nel calderone in cui siamo tutti individui soli ed atomizzati e dobbiamo perciò riaggregarci secondo parametri rappresentativi della quantità di fiatmoney disponibile. Classi reddituali di contribuenti e consumatori. I mattoni della piramide.
    La diffusione delle idee, in questo caso il ritorno (la vendetta) di idee solide e collaudate dalla Storia, ha mille vie diverse per realizzarsi. Sun Tzu ricordava che l'acqua è inarrestabile. Si accumula e supera o aggira qualsiasi ostacolo. Che per vincere ci si deve adattare allo scenario, proprio come fa l'acqua, che non ha forma.

    Infine, una piccola considerazione sugli illusi. Hayek, in fondo, lo aveva detto. Contano le origini, contano le radici, conta la loro forza. Conta se hai da mangiare tutti i giorni. Conta se ti sei dovuto spaccare la schiena per un piatto di minestra di fave. Conta che storia c'hai alle spalle e quali opportunità di migliorare la tua esistenza hai trovato. Non è solo questione di essersi fatti coglionare. A volte, spesso, accetti la sudditanza alla mano che ti sfama e ti solleva dalla miseria nelle condizioni che ti sono date. Sei costretto a fottertene del libero arbitrio se non mangi. Primum vivere, deinde philosophari.
    Perciò comprensione per gli illusi. Condanna per illusionisti e profittatori. Condanna per il Potere. Sempre!

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  4. l'unico giornalista che racconta la verita' e' Maurizio D'Orlando.
    scrive du Asianews

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    1. Vero. Confermo. Cita la Scuola Austriaca a proposito. Sito di evangelizzazione dell'Oriente.
      http://www.asianews.it/index.php?l=it&status=find&numtab=&findkey=&author=maurizio&date=&geo=&areat=&paging=100&go=Cerca

      Ma vuoi vedere che la Libertà individuale è diventata un valore tradizionale nella modernità che la nega in nome della protezione sociale?

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