Bibliografia

mercoledì 7 maggio 2014

Il partito della guerra è al lavoro in Siria: Un'altra nazione distrutta, più sangue sulle mani americane





di David Stockman & Eric Margolis


Lo scorso autunno, proprio al momento giusto, il popolo americano ha finalmente puntato i piedi e ha tolto le chiavi di Obama dalle batterie di missili Tomahawk. Nonostante il fuoco dei missili sia stato messo a tacere, la distruzione non è diminuita. Infatti, la carneficina continua in quella che la stampa internazionale definisce "guerra civile" in Siria. Il conteggio dei morti è nell'ordine delle centinaia di migliaia; il flusso di profughi disperati è nell'ordine dei milioni; l'ordine civile, le vettovaglie, le forniture di carburante, gli edifici, le strade e le case sono in rovina; ed i barbari jihadisti, che ora dominano la cosiddetta opposizione, saccheggiano gran parte della terra al di fuori delle zone controllate dal governo.

E' fuor di dubbio che il brutale regime quarantennale della famiglia Assad abbia seminato malcontento e rivolta — soprattutto tra la maggioranza sunnita della Siria. Ma ciò che è iniziato come l'ennesima "rivolta," non è diventato un calderone di guerra civile e indicibile violenza per miracolo divino.

Un'altra nazione del Medio Oriente è stata distrutta perché "l'opposizione" è stato provocata, rifornita, addestrata, armata e finanziata dall'Occidente e dagli sceicchi del Golfo Persico. Qualunque siano le sue legioni di peccati, il regime di Assad non è stato più brutale, tirannico o decadente della Casa di Saud o dei governanti Al Thani del Qatar. Quindi la "guerra civile" non mira ad un governo migliore per la popolazione sofferente della Siria, perché non è più una guerra civile — semmai lo sia stata.

E' una proxy war pura e semplice. L'obiettivo è ancora una volta il "cambiamento di regime," e non perché Assad è malvagio; ma perché nella fantasia e nella propaganda del Partito della Guerra neo-con, i governanti dell'Iran sono malvagi. Il vero scopo della guerra civile sponsorizzata dall'accoppiata USA-Arabia, è quello di eliminare il collegamento siriano nel presunto arco di influenza dell'Iran tra il Levante e Hezbollah.

Due cose sono chiare. In primo luogo, se Washington avesse una visione sobria del governo iraniano, non l'avrebbe demonizzato come un nemico implacabile della civiltà; avremmo risolto le nostre divergenze — tra cui l'urticante questione nucleare — in una sala conferenze e non attraverso una proxy war.

In secondo luogo, la guerra civile e la carneficina siriana possono essere fermate in qualsiasi momento dal nostro Nobel per la pace Obama; basta abbastanza buon senso da dire al Partito della Guerra di andare a farsi una passeggiata. Mentre la Siria giace morente, i media occidentali gridano: "Dobbiamo salvare i bambini in Siria." In effetti è così, fra nove milioni di rifugiati interni ed esterni della Siria, circa 450,000 sono bambini.

Tutte le guerre civili sono sanguinose e cruente, ma la lotta in Siria ha raggiunto nuovi picchi di violenza e di sofferenze tra i civili poiché gli Stati Uniti e l'Arabia Saudita usano questa nazione come campo di battaglia per arrivare all'Iran.

Ho dato ampia copertura alla guerra civile del Libano 1975-1990; la sua memoria spaventosa mi fa ancora venire i brividi. Delle 14 guerre di cui mi sono occupato, il Libano è la prima in classifica per barbarie e sadismo. Un mio amico, proprietario di una boutique per donne, è diventato un Rambo paramilitare e passo' dal vendere profumo a tagliare le orecchie dei musulmani.

Una follia simile è quella discesa sulla Siria, dove i tanti gruppi etnici e religiosi si scannano gli uni con gli altri. 630,000 profughi palestinesi in Siria hanno sofferto terribilmente, in bilico tra le parti in conflitto.

Ma lamentarsi della situazione dei profughi in Siria non aiuta, perché bisogna ricordarsi che questa guerra brutale è stata iniziata dalle potenze occidentali e saudite, è finanziata da loro, e potrebbe essere interrotta in qualsiasi momento se Washington e Riyadh dessero l'ordine.

I combattimenti sono scoppiati nel 2011 dopo le manifestazioni contro il governo del presidente Bashar al-Assad. Molti siriani hanno sopportato la brutale dittatura dinastica della minoranza Alawi di Assad.

L'intelligence occidentale ha utilizzato tecniche sviluppate in Georgia, Ucraina, Iran, Libia, Turchia (senza successo) ed Egitto per convertire la rabbia della popolazione in manifestazioni di piazza. La risposta pesante del governo di Assad ha trasformato un problema locale in una guerra civile.

La maggior parte delle rivolte contro Damasco è iniziata ai confini con il Libano e la Giordania, dove i servizi di intelligence statunitensi, britannici, francesi e sauditi hanno organizzato, addestrato e finanziato gruppi anti-Assad. Anche l'intelligence turca, il MIT, ha alimentato la rivolta nel nord.

Credo fortemente che le forze speciali occidentali abbiano supportato segretamente le forze antigovernative, armandole con le ultime armi anticarro – proprio come nel rovesciamento del leader libico Muammar Gheddafi organizzato dall'occidente.

Da sempre la Francia ha aspirato a ristabilire una sorta di protettorato francese in Libano e in Siria. Curiosamente, i socialisti francesi hanno una mentalità più imperialista dei conservatori. L'intelligence francese – ex-SDECE, oggi DGSE – svolge un ruolo chiave nel sostenere le fazioni anti-siriane e anti-Hezbollah in Libano.

È interessante notare che anche la Russia non ha mai abbandonato completamente le sue pretese di guardiana dei cristiani del Levante. Mosca resta il più importante alleato della Siria.

Oggi la Siria è in rovina, insieme ad Afghanistan e Iraq – che hanno sfidato la volontà degli Stati Uniti e ne hanno pagato il prezzo. Tre anni di guerra e il governo di Assad sembra essere il vincitore del conflitto, aiutato da Iran, Russia e, in misura modesta, da Hezbollah.

Mentre Damasco guadagna slancio militare, le fazioni ribelli filo-occidentali della Siria languono in uno stato di confusione e rivalità. Non sono in grado di presentare una leadership rappresentativa. Nel frattempo, anche gli islamisti più radicali – forse 100,000 – hanno preso parte ai combattimenti. Sono mine vaganti che spaventano i loro protettori occidentali, forse anche più di Damasco. Nessuno è in grado di controllarli o organizzarli.

Ironia della sorte, questi jihadisti dovrebbero essere nemici dell'Occidente, mentre il regime laico di Assad un alleato. L'odio per l'Iran dà vita a cose divertenti.

Gli Stati Uniti hanno mostrato la loro frustrazione per questa guerra, e per la mancata vittoria, rompendo le relazioni diplomatiche con la Siria, un atto stupido che è totalmente controproducente e indica spesso una guerra imminente.

Più preoccupante, Israele ha lanciato un altro attacco alla Siria la scorsa settimana dopo che una delle sue pattuglie era finita (molto probabilmente) in un vecchio campo minato. Israele ed i suoi sostenitori negli Stati Uniti sono determinati a schiacciare il regime di Assad per poi passare all'Iran.

Dato il fallimento dei jihadisti anti-Assad, Israele potrebbe presto intervenire per distruggere le forze aeree e corazzate di Assad. Israele si sta preparando ad attaccare massicciamente Hezbollah in Libano, ennesimo tentativo di sradicare il movimento di resistenza sciita.

Gli Stati Uniti sono quasi entrati in guerra contro la Siria lo scorso autunno, finché l'abile diplomazia della Russia non ha tirato il tappeto da sotto i piedi di Washington. Ma le potenti fazioni negli Stati Uniti stanno ancora spingendo per attacchi navali e aerei in Siria.

L'Ucraina e la Crimea hanno temporaneamente distratto gli Stati Uniti. L'amministrazione Obama cerca di evitare il conflitto, ma i neo-con pro-Israele ed i falchi repubblicani stanno spingendo duro per la guerra – e le elezioni di medio termine arriveranno questo autunno.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


6 commenti:

  1. Premesso che ho infinita pietà per tutti i popoli che si trovano nel mezzo di queste carneficine (che non vogliono), che tutti i contendenti sono poco raccomandabili, sia quelli visibili che quelli occulti, che il regime change militare fa parte del progetto imperiale ed NWO, che l'articolo fa solo un accenno ai regimi sauditi e parla dell'Iran, ma non dei gasdotti che devono raggiungere l'Europa per fare concorrenza a Gazprom, che i bambini sono strumentalizzati dalla propaganda, ma a nessuno dei protagonisti e dei diplomatici importa nulla di loro, ... premesso tutto questo, l'unica speranza del Bene è questa: " ... proprio al momento giusto, il popolo americano ha finalmente puntato i piedi ... "

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    1. Chissà che qualcuno, nelle stanze dei bottoni, non covi ancora un incoercibile desiderio di vendetta (comprensibile, ma non giustificabile) e pensi di distruggere la Germania in un'eventuale escalation Est-Ovest...

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    2. Peccato che la bandiera arcobaleno sia gestita dagli anticapitalisti e dai comunisti... Non riuscirò a sventolarla. Ma se servisse lo farei. Alleato per la pace... con chiunque.
      Però ho ancora la colomba della pace, una bella bandiera con la colomba! ;)

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  2. per ora tra usa ed liran da quel che ho letto qua e là è scoppiata la pace, con investimenti ed accordi commerciali. poi, l america è grande e varia e ci sta sempre qualche parte più esagitata. perché distruggere la germania, dna? ciò avverrebbe solo in caso di avvicinamento della stessa a putin. preferisco sempre l impero usa all euroasia di dugin

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    1. Pensavo a neocon sionisti. Non agli ebrei, ma ai sionisti.

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  3. Ciao a tutti.

    Riflessioni più che condivisibile che cercano di lacerare il velo della propaganda, e soprattutto che non cedono ad essa. Lo scetticismo con cui porsi nei confronti degli alfieri degli imperi è un elisir cruciale per restare avulsi dalla loro retorica. E gli Stati Uniti sono di fatto l'impero più grande di questo secolo, e la loro strategia prevede un dispiegamento di forze concentrato in quelle aree adibite ad essere controllato. Credo che, secondo una stima approssimativa, ci sono circa 100,000 truppe americane stanziate nel vecchio continente. Perché? Perché lo scopo di un impero è l'espansione.

    In fatto di logistica, sono utili per raggiungere luoghi che fanno gola allo zio Sam. Come, ad esempio, l'Africa, il Medio Oriente (per i quali, guardacaso, nel 2008 è stata istituita l'operazione AFRICOM) e gli stati dell'Europa dell'est. Avere basi in queste nazioni, garantisce un accesso alle risorse e a progetti finanziari a prezzi "di favore." Basti pensare al gasdotto Nabucco o ai treni ad alta velocità (molto buoni per spostare truppe in poco tempo). E indovinate dove passa una tratta di queste? Torino-Lione.

    Non fatevi infinocchiare dalle rivoluzioni colorate, l'obiettivo resta sempre lo stesso: la Russia.

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