Bibliografia

martedì 22 aprile 2014

Spronare il bust





di Thorsten Polleit


La Causa Principale della Crisi è il Sistema Creditizio

I dati economici suggeriscono che le grandi economie di tutto il mondo – Stati Uniti, Europa e Giappone – stiano uscendo dalle crisi finanziarie. La produzione è in aumento, lo "stress" del mercato finanziario è diminuito ai livelli pre-crisi, gli spread creditizi sono in calo e, forse più importante, i prezzi delle azioni continuano a salire.

Tuttavia, questi sviluppi ci suggeriscono davvero che è in corso una sana ripresa economica? In realtà, dovremmo prendere per buona questa storia della ripresa? Per rispondere a questa domanda occorre una solida teoria economica. Perché non si può dare un senso ad un qualsiasi dato senza impiegare una teoria; un'interpretazione dei dati senza una teoria è semplicemente impossibile.

La scuola austriaca d'economia, come prescrisse Ludwig von Mises (1881-1973), fornisce una teoria economicamente solida. Si basa sulla logica dell'azione umana, un asioma inconfutabilmente vero. Mises definì prasseologia la sua ricostruzione dell'economia lungo le linee della logica dell'azione umana. C'è molto da imparare, soprattutto in vista degli attuali sviluppi economici in tutto il mondo.

Un'analisi prasseologica rivela che la causa principale della recente crisi finanziaria ed economica può essere ritrovata nel sistema monetario creditizio, o denaro fiat. In un tale sistema monetario, le banche commerciali, con l'aiuto delle banche centrali, continuano ad espandere lo stock di moneta attraverso l'estensione del credito, il quale non è sostenuto da risparmi reali. E' esattamente qui che risiede il problema.

La creazione di nuovo denaro fiat attraverso l'espansione del credito bancario, sopprime artificialmente i tassi di interesse. Questo, a sua volta, mette in moto un boom artificiale. Tuttavia, prima o poi il boom deve giungere al termine: è un esito inevitabile del sistema monetario creditizio che il boom prima o poi si traduca in un bust.



Ama il Boom, Ingiuria il Bust

È un dato di fatto, però, che la gente ami il boom. Sembra portare prosperità. Aumenta i profitti delle imprese, porta nuove opportunità di lavoro, crea redditi più elevati ed aumenta i prezzi degli asset (come ad esempio le azioni ed i prezzi degli immobili). Il boom fa sentire bene imprenditori, lavoratori e politici.

Vale l'opposto con il bust. Fa sentire male le persone, in quanto è in genere un'esperienza piuttosto deludente. Riporta le persone coi piedi per terra. Rivela gli investimenti improduttivi delle imprese, causa perdite aziendali, riduce l'occupazione e il reddito, e semina terrore tra coloro che detengono asset. I governi finiscono sotto pressione poiché le entrate fiscali iniziano a diminuire.

Quello di cui spesso la gente non si rende conto, tuttavia, è che il boom stesso rappresenta il periodo in cui si generano i problemi: è durante il boom che le risorse scarse vengono sprecate, con conseguente emersione di investimenti improduttivi. Ed è il bust che li corregge e riporta l'economia verso l'equilibrio.

In questo contesto possiamo capire che cosa rappresenta l'attuale ripresa economica: nella migliore delle ipotesi mette in moto un'altra ripresa artificiale, un boom, alimentato da tassi di interesse artificialmente soppressi e da un aumento dello stock di moneta fiat.

La struttura produttiva e occupazionale che si forma in questo ambiente di tassi di interesse artificialmente soppressi ed interferenze di mercato da parte del governo, puo' essere sostenuta solo se i tassi di interesse vengono ridotti a livelli sempre più bassi. Questo, a sua volta, genera una dinamica disastrosa.



Boom e Bust come Conseguenza del Denaro Fiat

Suddetta dinamica disastrosa conduce alla ricomparsa del ciclo boom/bust. Fu Mises, nel suo Theorie des Geldes und der Umlaufsmittel del 1912, che scoprì le conseguenze delle ripetute iniezioni di denaro creato attraverso l'espansione del credito:

Il movimento ondulatorio che interessa il sistema economico, il ripetersi di periodi di boom che sono seguiti da periodi di depressione, è il risultato inevitabile dei tentativi, ripetuti più e più volte, di abbassare il tasso di interesse lordo mediante l'espansione del credito.

Nel tentativo di sfuggire al malessere causato dall'espansione della moneta fiat, la gente finisce per sostenere la stessa politica a dosi maggiori: è d'accordo, e addirittura richiede, una politica monetaria più allentata, destinata a superare gli attuali ostacoli economici (e politici).

Mentre non ci dovrebbero essere dubbi sugli esiti di queste azioni, resta ancora una grande incertezza: non si può dire nulla in anticipo sui tempi del boom e del bust.

Lo scoppio della prossima crisi dipenderà da condizioni particolari che non possono essere previste in anticipo su una base scientifica. La tempistica del bust non può essere calcolata con una formula. Tale calcolo è al di là della scienza economica .

Tuttavia, la scuola austriaca offre ad imprenditori ed investitori preziose conoscenze che altre teorie non possono offrire: fintanto che il sistema monetario fiat rimane al suo posto, le economie ed i mercati finanziari rimarranno afflitti da cicli boom/bust ricorrenti.

Per di più, la teoria austriaca fornisce l'intuizione preziosa secondo cui il sistema monetario fiat, ad un certo punto, raggiungerà il suo limite: la politica di creare boom artificiali non può andare avanti per sempre. Mises lo disse in poche parole:

"Non vi è alcun mezzo per evitare il collasso finale di un boom causato dall'espansione del credito. L'alternativa è se la crisi debba arrivare prima come risultato di un abbandono volontario di un'ulteriore espansione del credito, o successivamente, come catastrofe totale del sistema valutario."

In questo senso la ripresa congiunturale in atto, fortemente alimentata dalle politiche delle banche centrali che hanno tenuto artificilmente bassi i tassi di interesse, sta gettando i semi del prossimo bust – che potrebbe tradursi in un malessere superiore a quello osservato nel 2008 e nel 2009.

Una cosa è certa: le banche centrali continuano a lavorare con successo verso il rafforzamento della prossimo bust.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


6 commenti:

  1. Pezzo molto chiaro.

    Intanto, in piena campagna elettorale, tocca sentirne di tutti i colori, ma, avendo compreso il gioco, è facile constatare la profonda identità di vedute di tutti gli attori in campo.
    Il duo Renzi/Padoan chiede più Italia in Europa, cioè, una condotta economico-finanziaria all'italiana, con molta spesa, poca responsabilità contabile e soprattutto stampa di denaro fresco perchè è difficile avere consenso quando si va avanti a chiacchiere, promesse da piazzista e nuove tasse difficili da nascondere. Keynesiani interventisti.
    Il Berlusca indica le nuove tasse palesi della "sinistra" e dal canto suo propugna l'inflazione (monetaria), cioè la tassazione occulta che espropria in silenzio e redistribuisce dal basso in alto. Keynesiano interventista.
    Colui che si propone come vera alternativa ai primi due, Grillo, fa, invece, le stesse proposte: negazione del pareggio di bilancio, rifiuto del fiscal compact, redistribuzione degli oneri del debito italiano su tutta la popolazione europea (eurobond) e dulcis in fundo, come la Lega, ritorno alla Lira sovrana da stampare, svalutare e manipolare a piacimento come ai tempi delle svalutazioni competitive della Prima Repubblica.
    D'altronde, il denaro fiat è denaro politico, della politica dello statalismo sociale. E' strumento flessibile del potere. Del potere bancario e politico, statale. E' denaro manipolabile, carta colorata a corso legale e strumento digitale asservito all'elite al potere. Si regge soltanto sulla credibilità del potere politico. Credibilità democratica e coercitiva. Cioè basata sull'acquisizione del potere tramite il processo e le procedure democratiche, e conservata grazie all'autorità del diritto positivo e del potere coercitivo e, sul piano internazionale, grazie alla potenza militare.
    Quindi fiatmoney come instrumentum regni.
    Proprio come lo può essere la religione o la propaganda o la potenza militare o la repressione del dissenso. Tutti strumenti del potere.

    Alla fine, perciò, trattando del sistema monetario più truffaldino per i più, ma più vantaggioso per lo status quo al potere, siamo arrivati a ragionare del potere stesso e dei suoi mezzi di dominio.

    In questo senso e paradossalmente, l'inevitabile ritorno dell'oro fisico nel paniere monetario globale, sostenuto dalle potenze orientali che se ne sono rifornite fino diventarne quasi esclusive proprietarie, proporrà il soundmoney per eccellenza, il cosiddetto denaro apolitico della gente, come strumento non più di libero mercato, ma anch'esso di potere geopolitico. Anche l'oro fisico sarà instrumentum regni proprio perché verrà contrapposto al sistema fiatmoney occidentale ed al potere geopolitico che rappresenta.
    Non aspettiamoci di meglio.

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    1. Ciao dna.

      Bel commento, preciso e succinto che inquadra la situazione con cui ci apprestiamo ad entrare nel clima delle europee. Non c'è molto altro da aggiungere. Quindi vi faccio notare una piccola curiosità proveniente dalla Svezia: taglio del 15% della spesa pubblica. Che dite, ci saranno ancora le urla a "fare come la Svezia"?

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  2. Il credito facile serve a difenderci dagli alieni, parola di Paul Cruccman.
    Il che mi fa pensare che "potrebbe" non essere vero, altrimenti ci saremmo già liberati di fenomeni come il sullodato.
    La fantasia al potere!

    Riccardo Giuliani

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    1. Ciao Riccardo.

      A proposito di fantasia, ecco la ricetta per la rovina e la distruzione.

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    2. Inutile sparare sulla stella rossa (ops, volevo dire croce rossa) con commenti facili.
      Mi preme piuttosto far rilevare il leggerissimo conflitto tra i punti 2 e 7, soprattutto sottolineando come gli eurobond vengano prima di un'uscita dall'euro; anche se in genere, in una lista dispari, gli elementi centrale+esterni sono quelli che impattano meglio nella memoria, specie degli italiani pesci rossi (ancora con questo rosso!).

      Comunque sia, sono sicurissimo che se il Movimento 5 Siberie vincesse le elezioni europee o ancora meglio le prossime nazionali contribuirebbe a far ripartire l'economia: così finalmente essa potrà prendersi una meritatissima vacanza lontana da noi.

      Riccardo Giuliani

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  3. sprona oggi, sprona domani, il cavallo crepò

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