Bibliografia

giovedì 17 aprile 2014

JFK: Un uomo spaventato dalla Castr"o"zione




Alla ricorrenza del fiasco della Baia dei Porci, andiamo ad analizzarne alcuni retroscena.

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di Gary North


Reality Check

Fidel Castro è l'ultimo dei comunisti. Non siede più sul trono di Cuba. Ora è suo fratello minore (82 anni) a gestire lo spettacolo. Ma il movimento che Fidel lanciò nel 1953 vive ancora nel suo corpo invecchiato. La vittoria che conseguì nel Capodanno del 1959 è politicamente intatta. Tutto il resto è andato e venuto. Lui è l'ultimo comunista malandato.

Castro è stato la nemesi di Eisenhower, Kennedy, Johnson, Nixon, Ford, Carter, Reagan, Bush, Clinton, Bush jr. e ora Obama. Tutti sono vissuti all'ombra dei rendimenti elettorali della Florida, e hanno dovuto inghiottire il loro orgoglio. Tutti hanno reagito a chi era, a che cosa aveva fatto e potrebbe ancora fare. Lui è rimasto. Loro sono andati e venuti.

Se non ci fosse stato Fidel Castro, non ci sarebbe stato Marco Rubio.

Se non ci fosse stato Fidel Castro, potreste comprare un sigaro cubano legalmente.

Quando Kinky Friedman si accese un sigaro cubano, e ne offrì uno a Bill Clinton, quest'ultimo disse: "Uh, sai, questo è illegale in questo paese. Non puoi farlo." Friedman rispose: "Non stiamo sostenendo la loro economia. Stiamo bruciando i loro campi."



CASTR"O"ZIONE

John Fitzgerald Kennedy non si riprese mai dal fiasco della Baia dei Porci, evento progettato da Allen Dulles, approvato da Eisenhower ed ereditato da Kennedy. Rischiò una guerra nucleare durante la crisi dei missili cubani per evitare ciò che la stampa avrebbe descritto come "Kennedy viene Castrato di nuovo."

Nell'ottobre del 1962, i sovietici avrebbero potuto spazzare via grandi città degli Stati Uniti orientali anche senza i missili cubani. Era dal luglio 1961 che avevano sottomarini nucleari con missili nucleari al largo della costa, a cinque minuti di distanza da Washington D.C. e New York. Kennedy non poteva fare nulla. Quindi la loro esistenza venne ignorata pubblicamente. I missili di Cuba sarebbero stati visibili; i sottomarini no. Era tutta una questione di percezione -- pubbliche relazioni. La crisi dei missili cubani fu gestita per difendere principalmente l'immagine da macho di Kennedy, non per difendere la patria.

Per due mesi il senatore di New York Kenneth Keating, un repubblicano, aveva messo in guardia circa i missili di Cuba. Presenziò a 10 interventi e 14 dichiarazioni pubbliche su questo argomento, da agosto ad ottobre. L'amministrazione Kennedy la considerò una sciocchezza. Ma quando i sovietici stavano per armare i missili, Kennedy si ritrovò un enorme problema politico. Sarebbe passato per un idiota. Keating aveva avvertito gli elettori, ed i tirapiedi di Kennedy l'avevano ridicolizzato.

Per capire il suo dilemma -- un dilemma politico -- dobbiamo considerare uno dei discorsi più importanti della sua carriera. Non viene mai trattato nei libri di testo, ma stabilì la dottrina Kennedy sull'auto-censura della stampa.



LA RICHIESTA DEL BAVAGLIO NEL DISCORSO DI KENNEDY

Il 27 aprile 1961 Kennedy tenne un discorso ad un gruppo di editori di giornali: l'American Newspaper Publishers Association. Fu un discorso sul perché la stampa avrebbe dovuto mostrare auto-controllo nella pubblicazione di articoli negativi sui fallimenti della politica estera della sua amministrazione.

Certo, non lo disse apertamente. Invece sollevò la questione della sicurezza nazionale. Il titolo: "Il Presidente e la Stampa."

Se volete capire questo discorso, pensate a Tom Sawyer ed alla staccionata. Avrebbe dovuto imbiancarla. Stava cercando volontari.



SCADENZE COMUNISTE

Iniziò con una breve storia sui primi anni di Karl Marx. Marx è stato un disoccupato per tutta la vita. Prendeva il sussidio di disoccupazione dal suo compagno Engels, un comunista capitalista. Per un breve periodo è stato un giornalista in un giornale di New York. Siamo nel 1851. Voleva più soldi. Il proprietario rifiutò. Quest'ultimo era un riformatore liberale, Horace Greeley. Kennedy commentò.

Ma quando tutti i suoi appelli finanziari vennero rifiutati, Marx si guardò intorno alla ricerca di altri mezzi di sostentamento e di fama, infine chiuse il suo rapporto con il Tribune e dedicò il suo talento a quella causa che lasciò in eredità al mondo i semi del leninismo, dello stalinismo, della rivoluzione e della guerra fredda.

Se solo quel giornale capitalistico di New York lo avesse trattato più gentilmente, se solo Marx fosse rimasto un corrispondente straniero, la storia avrebbe potuto essere diversa. E spero che tutti gli editori terranno a mente questa lezione la prossima volta che riceveranno un appello guidato dalla povertà per un piccolo aumento.

Una scenetta davvero divertente. Ma Marx era già un comunista nel 1851. Lui ed Engels scrissero Il Manifesto del Partito Comunista in forma anonima alla fine del 1847. Avevano una scadenza. Non la rispettarono. Predissero una rivoluzione imminente in Europa. Il libro era in tedesco. Venne pubblicato a Londra il 21 Febbraio 1848. La rivoluzione del 1848 scoppiò il 22 febbraio in Francia. Le copie raggiunsero la Germania nel mese di giugno. Marx non ha mai rispettato le scadenze. Più soldi da parte di Greeley non avrebbero cambiato l'impegno di Marx col comunismo -- o il suo odio per le scadenze. Continuò a scrivere articoli fino al 1861. (Engels ne scrisse alcuni quando Marx non rispettò le sue scadenze. Possiamo anche capire quali. Sono quelli più comprensibili.)

Così il contesto del discorso di Kennedy era la gilda dei giornalisti. Stava parlando al loro forum nazionale. In questo contesto parlò dell'Unione Sovietica, ma non la menzionò mai per nome. Sarebbe stato un duro colpo dal punto di vista diplomatico. Il muro di Berlino venne eretto quattro mesi dopo. La sua introduzione su Marx rese chiaro il suo quadro di riferimento: il comunismo internazionale.



SICUREZZA NAZIONALE ED UNA STAMPA AUTO-IMBAVAGLIATA

Iniziò la sezione principale del discorso così:

La parola "segretezza" è in sé ripugnante in una società libera e aperta; e noi come popolo ci opponiamo storicamente alle società segrete, ai giuramenti segreti, alle procedure segrete. Abbiamo deciso molto tempo fa che i pericoli rappresentati da eccessi di segretezza e dall'occultamento dei fatti superano di gran lunga i rischi di quello che invece saremmo disposti a giustificare.

Questa era pura e semplice dottrina cattolica. La Chiesa proibì l'appartenenza alla massoneria, la quale ha avuto una lunga storia negli Stati Uniti. Fu fondamentale per la rivoluzione americana. Kennedy lo sapeva. Sapeva che gli americani guardavano con un certo fascino alle società segrete. Iniziò la sua presentazione con una comoda falsità: "[...] noi come popolo ci opponiamo storicamente alle società segrete, ai giuramenti segreti, alle procedure segrete."

Poi parlò a favore della segretezza.

Chiedo però ad ogni editore, ad ogni direttore e ad ogni giornalista della nazione di riesaminare i suoi stessi parametri e di riconoscere la natura del pericolo che corre il nostro paese. In tempo di guerra il governo e la stampa di solito si sono uniti nel tentativo, basato principalmente sull'autodisciplina, di impedire divulgazioni non autorizzate al nemico. In tempo di "chiaro ed effettivo" pericolo, i tribunali hanno confermato che persino i diritti garantiti dal Primo Emendamento debbano sottomettersi alla necessità pubblica di sicurezza nazionale.

Stava parlando dell'URSS.

Oggi non è stata dichiarata alcuna guerra -- e per quanto violento possa essere lo scontro, potrebbe non essere mai dichiarato nel modo tradizionale. La nostra qualità della vita è in pericolo. I nostri nemici dichiarati proliferano in tutto il globo. La sopravvivenza dei nostri amici è in pericolo. E tuttavia non è stata dichiarata alcuna guerra, nessun esercito ha oltrepassato un confine, nessun missile è stato lanciato.

Se la stampa aspetta una dichiarazione di guerra prima di imporsi l'auto-disciplina delle condizioni di guerra, posso solo dire che nessuna guerra ha mai rappresentato una minaccia più grande alla nostra sicurezza. Se state aspettando un "reale ed effettivo pericolo," posso solo dire che il pericolo non è mai stato più reale e la sua presenza non è mai stata più incombente.

Diede questo discorso il 27 aprile, 10 giorni dopo il fiasco della Baia dei Porci. La CIA l'aveva programmata sotto Eisenhower, Kennedy venne quindi umiliato giorni prima del 27 aprile. Il suo discorso era un ovvio riferimento a questo fiasco. Sapeva che i segreti sull'incompetenza totale del governo sarebbero fuoriusciti presto.

Poi continuò:

È necessario un cambiamento nei punti di vista, nelle tattiche, nelle finalità -- da parte del governo, della gente, di ogni uomo d'affari o leader sindacale e di ogni giornale. Poiché siamo osteggiati in tutto il mondo da una cospirazione monolitica e spietata che si avvale principalmente di mezzi occulti per espandere la propria sfera di influenza -- attraverso l'infiltrazione piuttosto che l'invasione, la sovversione piuttosto che le elezioni, l'intimidazione piuttosto che la libera scelta, la guerriglia notturna piuttosto degli eserciti diurni. È un sistema che ha investito molte risorse umane e molti materiali nella costituzione di una macchina efficientissima e perfettamente oliata che combina operazioni militari, diplomatiche, d'intelligence, economiche, scientifiche e politiche.

In breve: "E' colpa dei comunisti. Non è colpa della CIA!" Oppure, come diceva Oliver Hardy a Stan Laurel: "Ecco un altro bel pasticcio in cui ci hai cacciato."

I suoi preparativi non vengono resi pubblici, ma occultati. Ai suoi errori non vengono dedicati i titoli di testa, ma vengono nascosti. I dissidenti non sono elogiati, ma messi a tacere. Nessuna spesa viene messa in discussione, non viene pubblicata nessuna indiscrezione, non viene svelato nessun segreto. In poche parole, la Guerra Fredda viene portata avanti con una disciplina di guerra che nessuna democrazia si augurerebbe o desidererebbe mai di eguagliare.

Qual era la soluzione? Auto-controllo, naturalmente. "Non pubblicare cose che potrebbero mettere in imbarazzo me o la CIA."

I nemici di questa nazione hanno apertamente vantato di acquisire informazioni attraverso i giornali, informazioni che altrimenti avrebbero potuto acquisire solo mediante il furto, la corruzione e lo spionaggio; i dettagli dei piani segreti di questa nazione per contrastare le operazioni del nemico, sono stati disponibili ad ogni lettore di giornali, amici e nemici; la dimensione, la forza, la posizione e la natura delle nostre forze ed armi, i nostri piani e strategie per il loro uso, sono stati tutti descritti dalla stampa e da altri mezzi di informazione in un tal dettaglio da soddisfare qualsiasi potenza straniera; e almeno in un caso la pubblicazione di dati relativa ad un meccanismo segreto, come i satelliti, è stati seguita da una sua alterazione necessaria a scapito di tempo e denaro.

Il problema era che i sovietici sapevano i piani per la Baia dei Porci prima ancora che accadesse. Peggio, la CIA sapeva che i sovietici sapevano. Venne lanciata ugualmente. Wikipedia lo riassume.

Il 29 aprile 2000 un articolo sul Washington Post, "Soviets Knew Date of Cuba Attack", ha riferito che la CIA aveva informazioni che indicavano come l'Unione Sovietica sapesse dell'invasione, e non informò Kennedy. Il 13 aprile 1961 Radio Mosca mandò in onda un telegiornale in lingua inglese prevedendo l'invasione, "un complotto ordito dalla CIA" utilizzando "criminali" pagati. L'invasione avvenne quattro giorni dopo.

Kennedy invece l'ha saputo il 27 aprile. Voleva prevenire cose simili -- prevenire che finissero sulla stampa americana. Ebbe successo. Solo nell'aprile del 2000 alcuni sono venuti a conoscenza della trasmissione sovietica.

E' chiaro quello a cui voleva far riferimento questo discorso: controllo dei danni. Stava manipolando la stampa. Niente di nuovo qui.



UN TEORICO DELLA COSPIRAZIONE INGENUO

Con questo in mente, leggete l'analisi di questo anti-cospirazionista di Destra. Ecco la sua valutazione del discorso di Kennedy.

Non è esattamente quello che ci troviamo ad affrontare oggi? JFK sta parlando di ciò che definiva "Gnomi di Zurigo." Nello specifico si sta riferendo ai bankster, al NWO ed al nemico di tutta l'umanità. Questi gnomi utilizzeranno i russi per far rispettare una legge marziale brutale che completerà la distruzione degli Stati Uniti.

Il problema non è se Kennedy "sapesse" del Nuovo Ordine Mondiale, in realtà lui era un Presidente ingenuo e pseudo-macho che era stato fregato da Allen Dulles. Kennedy aveva il potere di avviare una Terza Guerra Mondiale nucleare, e ci andò vicino un anno e mezzo dopo: la crisi dei missili cubani.

Kennedy era uno strumento del NWO, non il suo espositore. Era un uomo che, 10 giorni prima del discorso, era stato preso con le braghe calate, metaforicamente parlando. (Non è mai stato preso così letteralmente. La stampa l'ha coperto.)



CONCLUSIONE

Il contesto del discorso di Kennedy era la Baia dei Porci, non la riserva frazionaria.

Cercate il contesto di qualsiasi documento che citate. Il contesto è di solito la chiave per comprenderlo. Cercate gli avvertimenti velati sul Nuovo Ordine Mondiale solo dopo aver esaminato il contesto con cura.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


2 commenti:

  1. Il cosiddetto nwo, il complotto globalista, e' il progetto di una elite nordamericana. Usa il fiatmoney sostenuto dal ferro ed esporta se stesso.
    Ma non e' l'unico progetto. Ci stanno pure altre elites ed altri progetti di potenza e di dominio.
    Certamente l'esito piu' efficiente del socialismo, storicamente parlando, non e' stato il comunismo reale, ma il fascismo. Un fascismo non nazionalista, uno statalismo corporativo e clientelare che e' sostenuto dal grande capitale e dall'industria bellica e dalla macchina multiforme della propaganda.
    E qui concordo completamente con chi vede le somiglianze profonde tra gli ismi totalitari del novecento e le trasformazioni democraticosocialiste successive alla seconda guerra mondiale.
    Anche la Russia si e' convertita al fascismo e la Cina percorre la stessa strada.

    Politically uncorrect?

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    1. Ciao Dna.

      Se ci si guarda un po' in giro si scopriranno parecchi segnali che rimandano a quell'aspirazione globale che tanto pretende di far scendere sulle nostre teste una pianificazione super-centrale, per così dire. JFK era solo un presidente come un altro, con tanta retorica dalla sua e con poco ascendente sugli altri gruppi di bande armate.

      Ma spesso i martiri sono più funzionali dei viventi...

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