Bibliografia

martedì 11 marzo 2014

Il Papa è ingenuo a fidarsi della politica e dei politici

Quello che il Papa e quelle persone che la pensano un po' come lui (o si fanno trascianre dalle sue parole) non riescono a capire, è questo: la disuguaglianza di reddito è sempre esistita e continuerà ad esistere. E' intrinseca ad un'economia di mercato. Coloro che servono meglio il consumatore e hanno idee migliori dei propri concorrenti, avranno successo e prospereranno. Cosa c'è di male in questa affermazione? Se rispondete niente, allora avete compreso che l'acquisizione di ricchezza senza aggressione, legittima colui che si arricchisce. I lavori non vengono creati da "cattivi imprenditori" che un giorno si svegliano e vogliono "sfruttare" il malcapitato di turno. Prima che essi possano raggiungere la posizione di imprenditori devono impiegare tempo e risorse per scrutare il mercato e trovare il modo giusto per soddisfare al meglio la domanda dei clienti. Ma questo, però, non deve giustificare le attuali discrepanze di ricchezza. Molte imprese oggi fanno affidamento sulle pistole ed i distintivi dello stato affinché fornisca loro privilegi monopolistici e protezione dalla concorrenza.
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di Gary Galles


Una parte della prima esortazione apostolica di Papa Francesco, Evangelii Gaudium, ha condannato "le teorie trickle-down che postulano una crescita economica incoraggiata da un libero mercato e quindi foriera di una maggiore giustizia nel mondo [...] cosa che non è mai stata confermata dai fatti, [ed] esprimono una rozza ed ingenua fiducia nella bontà di coloro che maneggiano il potere economico." Quelli di sinistra hanno immediatamente celebrato queste frasi come un avallo di un  governo "progressista," e sono state riportate in ogni storia sulla figura del Papa come uomo dell'anno del Time.

Purtroppo l'evidente compassione del Papa Francesco per i poveri è sopraffatta dalla sua confusione sulla libertà espressa nei mercati. La libertà economica ha fatto molto per elevare il livello di vita della popolazione in generale, sicuramente di più rispetto a qualsiasi altra forma di organizzazione sociale nella storia. Non solo, ma migliora la giustizia ed espande l'inclusione. Inoltre è l'unico sistema che non ha fiducia nella bontà dei potenti. Le conclusioni tratte da premesse sbagliate dimostrano perché le buone intenzioni non bastano, se dobbiamo giudicare i risultati.

La cosa interessante è che il Papa ha scelto le cosiddette teorie economiche "trickle-down" per i suoi attacchi, nonostante nessun economista abbia mai promosso una cosa del genere. E' un termine come "tagli alle tasse per i ricchi," inventato dai grandi oppositori della libertà di mercato per travisarla deliberatamente.

Trickle-down è la caratterizzazione diffamatoria dell'economia "supply side" in modo da deviare l'attenzione dal mezzo principale attraverso il quale tutti guadagnano dal libero mercato. La confusione è nel ritenere che la riduzione dei disincentivi per coloro che hanno guadagni fortemente tassati (trattenendo di conseguenza più reddito) possa solo andare a loro vantaggio, fatta eccezione per quello che spendono e poi raggiunge a cascata altre persone.

La realtà è che quando le persone, ricche o povere, presentano i loro interessi attraverso accordi volontari, traggono beneficio da coloro con cui fanno affari. Questo esito viene raggiunto fornendo opportunità che gli altri ritengono migliori delle loro alternative, e tali opportunità aumentano la ricchezza altrui. Come ha detto George Reisman succintamente:

Sotto il capitalismo il guadagno di un uomo rappresenta il guadagno di un altro, e non il guadagno di un uomo e la perdita per un altro, in quanto abbiamo a che fare con un aumento della produzione totale [...] Anzi, sotto il capitalismo la concorrenza aumenta il tenore di vita del salariato medio al di sopra di quello delle persone molto ricche un paio di generazioni precedenti.

Oppure come ha detto Arthur Seldon: "il capitalismo è lo strumento che usano le genti di tutte le società [...] per fuggire dal bisogno e permette loro di arricchirsi l'un l'altro mediante lo scambio."

Di conseguenza peggiorare gli incentivi dei produttori li induce a fare di meno per gli altri. E mentre ciò danneggia questi produttori, offre vantaggi solo agli invidiosi o agli avari. Danneggia coloro con cui fanno affari, annientando quegli accordi che sarebbero risultati reciprocamente vantaggiosi. In altre parole, l'aumento delle aliquote fiscali e degli oneri normativi (che sono come tasse) distruggono la ricchezza che sarebbe stata creata per i non-ricchi.

Quando i ricchi diventano più ricchi manipolando il processo politico è certamente un'azione discutibile, ma non è un fallimento del mercato. Si tratta di un fallimento del governo, generato dall'indebolimento dei benefici che i mercati competitivi prevedono per tutti i relativi partecipanti. E la soluzione è quella di impedire allo stato di rubare (come richiederebbe il capitalismo), in modo da non permettere ai privilegiati di raccogliere il maltolto attraverso la diminuzione della concorrenza e poi usare gli abusi statali come scusa per tassare ulteriormente (e quindi scoraggiare ulteriormente) coloro che effettivamente traggono beneficio dagli altri.

E' vero che il capitalismo clientelare che vediamo intorno a noi, che è molto più vicino al fascismo che al capitalismo, è ingiusto. Papa Francesco ha ragione nel criticare tale ingiustizia, ma la proprietà privata, la base del capitalismo, impedisce (piuttosto che consentire) la competizione "cane mangia cane/sopravvivenza del più forte" di cui i suoi detrattori la accusano.

Al contrario, la proprietà privata previene l'invasione fisica nei confronti della persona, della sua libertà, o delle sue proprietà senza il relativo consenso. Impedendo tali invasioni, la proprietà privata è una difesa insostituibile contro l'aggressione da parte del forte contro il debole. A nessuno è permesso violare i diritti altrui. I diritti di proprietà negano la regola del "più forte ha ragione," il quale prevale in loro assenza. Nelle parole di Herbert Spencer: "lungi dall'essere, come qualcuno ha asserito, una difesa dei forti contro i deboli, rappresenta molto più di un'insistenza l'affermazione che i deboli debbano essere protetti contro il forte."

L'implicazione di Papa Francesco, secondo cui i mercati liberi non espandono l'inclusione, riflette la confusione tra il capitalismo ed il capitalismo clientelare. Il capitalismo è un sistema che non pone ostacoli giuridici ai partecipanti che offrono prodotti e termini che gli altri ritengono migliori. Tutti sono liberi di scoprire e di offrire modi attraverso i quali possano beneficiarne gli altri. E nessuna quota di mercato attuale (a volte erroneamente chiamata "potere di mercato" di un'azienda) può persistere di fronte ad opzioni migliori. L'essenza del capitalismo clientelare prevede l'uso di leggi, regolamenti, mandati, tasse, controllo dei prezzi, barriere commerciali e tariffarie ed arbitrarietà amministrativa per ostacolare tali offerte, elargendo ad "amici" alcuni dei guadagni generati da questi favoritismi in modo da poter mantenere la loro morsa sul potere politico.

Questo è anche il motivo per cui l'affermazione del Papa, secondo cui il capitalismo prevede "un'ingenua fiducia nella bontà di chi maneggia il potere economico," è fuorviante. Gli accordi volontari basati sulla proprietà privata proteggono tutti dagli abusi del potere economico. Come dimostrò Adam Smith in The Wealth of Nations: fintanto che tutte le relazioni sono volontarie, anche le persone che non si preoccupano affatto di coloro con cui fanno affari procureranno loro un vantaggio in modo indiretto (e la sua Teoria dei Sentimenti Morali discusse di come la gente va oltre il mero interesse nei propri rapporti).

Non c'è nulla di ingenuo nel fidarsi delle persone che perseguono il proprio interesse personale. Invece è la fede nelle "soluzioni" della politica a risultare ingenua, dove il potere coercitivo del governo vìola i diritti individuali e la capacità di scegliere per se stessi.

Papa Francesco è chiaramente compassionevole, qualità dimostrata dai suoi tentativi pastorali di guidare la Chiesa cattolica verso la santità. Da cattolico, applaudo con sincerità i suoi sforzi. Ha ragione ad opporsi a quello che vede nel mondo che lo circonda. Ma quello che contesta non è causato dal capitalismo. E' causato dalla sua caricatura del capitalismo clientelare, che è una forma di controllo statale, e non l'autodeterminazione individuale alimentata dal capitalismo. La confusione nell'Evangelii Gaudium è altamente problematica. Spinti da questo documento, i politici (nel tentativo di "aggiustare" il capitalismo, una benedizione economica piuttosto che il problema) potranno annullare ancor più scelte individuali trasferendole al diktat dello stato, ingigantendo ulteriormente la sfera d'azione del capitalismo clientelare. Verrebbero sradicati gli ampi vantaggi del capitalismo e, consecutivamente, verrebbero proprio danneggiate le persone che Francesco desidera proteggere.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


5 commenti:

  1. Un gesuita ingenuo? Al massimo, profondamente ignorante. Ma ne dubito e me la rido.
    I Papi di Roma devono curare gli interessi della Chiesa, che sono talvolta interessi di breve, ma soprattutto di lungo periodo, millenari. Il sistema, le condizioni storiche nelle quali vive anche la Chiesa sono quelle del fiatmoney statale. Ed il fiatmoney statale, oggigiorno, è il potere. Ed i poteri passano, mentre la Chiesa deve comunque rimanere. Anche del sistema attuale si dirà "sic transit gloria mundi".
    Dante la chiamava "puttana sciolta" per le tante relazioni col potente di turno. Ed ancora oggi, essa si inchina al potere contemporaneo, lo statalismo, e si guarda bene dal denunciarne le vere storture: piuttosto, si accoda al mainstream antiliberale e partecipa alla mistificazione del libero scambio. Le convenienze al posto delle convinzioni, come sempre. Chiesa conformista. Chiesa statalista.
    E, poi, non dimentichiamo che i Papi sono due e lavorano in accordo. Un vivace gesuita compassionevole sudamericano ed un colto professore tedesco, un po' stanco.

    D'altronde, è noto, la religione e la Fede sono una cosa e la Chiesa cattolica apostolica romana un'altra.
    La sincera Fede dei Polacchi, senza la pressione economica dei missili americani e la fermezza inglese, non sarebbe riuscita a dare il colpo finale all'inevitabile, per gli austriaci, fallimento economico-sociale dell'URSS.

    O, forse, le vie del Signore sono davvero infinite.

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    1. Se esiste l'ESF, il fondo di stabilizzazione del governo americano, che dagli anni trenta ha il compito di manomettere TUTTO per conservare lo status quo, ...ma di che stiamo a parlà?
      Il potere mondano contemporaneo non ha paragoni storici. Se vacilla, corregge la realtà a suo piacimento, con le buone e con le cattive. Non ha remore, nessuno scrupolo morale, talvolta sembra disperato, talvolta millanta credito, ma comincio a pensare che sia talmente abile nel proporsi e contemporaneamente brutale da non avere veri rivali culturali. Non parlo degli USA, che ne sono oggi l'espressione più chiara, ma del sistema globale fiatmoney, che in questi anni vede uno scontro per la leadership, ma non per il cambiamento del gioco. Anche la Cina è molto fragile, e tra i fragili vince chi sta sempre una mossa avanti, anche una soltanto.

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  2. " Nel nostro tempo è ormai evidente che la ricchezza e un immenso potere sono stati concentrati nelle mani di pochi uomini. Questo potere diventa particolarmente irresistibile se esercitato da coloro i quali, poiché controllano e comandano la moneta, sono anche in grado di gestire il credito e di decidere a chi deve essere assegnato. In questo modo forniscono il sangue vitale all'intero corpo dell'economia. Loro hanno potere sull'intimo del sistema produttivo, così che nessuno può azzardare un respiro contro la loro volontà"
    (Papa Pio XI, Quadragesimus Annus 106-9, 1931

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    1. Hai fatto bene a riproporlo.
      Dimostra che, avendo ben chiara la situazione, si sono adeguati alla grande.

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    2. beh, a dirlo l hanno detto… poi, devono pure campare (che è in breve quello che hai detto tu sopra)

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