di Francesco Simoncelli
«[...] Il movimento ondulatorio che influenza il sistema economico, la ricorrenza di periodi di espansione seguiti da periodi di depressione, è il risultato inevitabile dei tentativi continuamente ripetuti di ridurre il saggio d'interesse lordo di mercato attraverso l'espansione del credito. Non vi sono mezzi per evitare il collasso finale di un espansionismo eccessivo prodotto dall'espansione del credito. L'alternativa è soltanto che la crisi si presenti prima come risultato del volontario abbandono ad espandere ulteriormente il credito, o successivamente, come catastrofe finale e totale del sistema monetario interessato.»
~ Ludwig von Mises, Azione Umana
Qualche settimana fa ho pubblicato questo articolo "La fenice d'oro ridurrà in cenere il denaro fiat" in cui affermavo di come l'attuale sistema a denaro fiat sia condannato a disintegrarsi sotto il peso della sua inconsistenza e delle sue contraddizioni. Ma questo punto è stato ben recepito dal pubblico che ha letto il pezzo, quello che invece non è stato ben compreso (ed è stato oggetto di una pioggia di richieste di spiegazione) è stato il seguente passaggio:
[...] Tutte le banche in questo ambiente dominato dalla riserva frazionaria sono tecnicamente insolventi. Chi lo dice? Loro stesse.
Il grafico ci mostra il tasso interbancario della zona euro, il quale rappresenta la disponibilità delle banche commerciali europee a prestarsi denaro a vicenda. Allo scoppio della Grande Recessione è calato bruscamente verso lo zero, segno evidente che non si fidano l'una dell'altra. Una di loro potrebbe improvvisamente crollare e trascianre nel baratro tutte le altre. Erano coscienti dei rischi della creazione di denaro dal nulla, ma si sono imbarcate lo stesso in questi rischi perché il costo di opportunità era loro favorevole: la presenza di una banca centrale. Hanno scommesso sull'onniscenza dei pianificatori centrali. Per un pò ha funzionato. Ora la scommessa sta mostrando i suoi limiti. Hanno puntato sul cavallo sbagliato.
Quella che all'apparenza potrebbe sembrare una disattenzione, in realtà è il risultato dei tempi in cui ci troviamo a vivere: la manipolazione dei mercati ha distorto pesantemente l'ambiente economico in cui siamo immersi. I segnali in base ai quali prendevamo decisioni non sono più basati sui fondamentali economici, bensì sulla volontà capricciosa di una ristretta cerchia di individui i quali cercano di influenzarli, come meglio possono, per direzionarli "dove credono debbano andare." La teoria Austriaca del ciclo economico ci dice quanto siano importanti i tassi di interesse, e soprattutto cosa accade una volta che ci si intromette con la loro libera fluttuazione in accordo con le decisioni del mercato.
Infatti, alla vigilia dello scoppio (ufficiale) della bolla immobiliare negli USA, i tassi di interesse di riferimento sono schizzati verso l'alto sia negli Stati Uniti che in Europa: il mercato aveva "scoperto" che non esistevano risparmi reali dietro all'espansione del credito degli anni precedenti.
Il sistema monetario moderno è basato sul denaro fiat, il quale può essere creato dal nulla da banche centrali e banche commerciali. Queste ultime, infati, estendono credito inesistente attraverso i prestiti, sfruttando il meccasimo della riserva frazionaria e delle riserve legali. Una volta che si innesca una crisi la fiducia da parte di debitori e creditori vacilla, facendo aumentare di conseguenza il rischio di controparte. Prestatore e mutuatario non si fidano l'uno dell'altro: il primo chiede di onorare i prestiti pendenti e diventa riluttante a prestare, mentre il secondo cerca altri modi di rimediare denaro o si rifiuta di contrarre prestiti.
Le banche commerciali fanno profitti giocando le loro carte sulla curva dei rendimenti: prendono in prestito a breve e prestano a lungo. E' un buon affare per loro. A volte questa curva si inverte e le banche iniziano ad incassare perdite, allora interviene la banca centrale che rifornendo di liquidità il sistema riporta le cose in uno stato di "normalità." Questo intervento, però, non è neutrale perché crea distorsioni nell'ambiente economico, le quali necessitano di una correzione. Più viene rimandata, più le conseguenze si faranno gravi.
Gli interventi delle banche centrali nei mercati monetari sono stati molto invadenti negli anni passati, alimentando la crisi di cui siamo spettatori da cinque anni ormai. La soluzione implementata dalle banche centrali del mondo è stata la stessa: inflazione monetaria. Tale strategia ha impedito che le grandi economie mondiali andassero in default, rimandando nel tempo questo triste destino. Lo spettro della recessione che ancora spaventa le suddette economie è più presente che mai e lo stress finanziario che permea l'aria dei mercati è opprimente. Ancora oggi famiglie ed imprese tendono a rifiutare di accendere prestiti o trovano difficile trovare chi gliene conceda uno.[1] La fiducia nel credito e nella solidità del sistema è ai minimi termini.
Ma i tassi di interesse di riferimento non sono scesi a segnalazione di un ambiente più favorevole per il prestito? Certo, in un mercato non ostacolato sarebbe così, ma nel nostro sono inaffidabili ormai. Lasciate che mi spieghi. Il brusco calo dei tassi di interesse interbancari (il tasso al quale le banche si prestano denaro a vicenda) è stato alimentato dall'aiuto della Federal Reserve. Lo stesso è accaduto in Europa, con la BCE che è riuscita a mettere una pezza sui dei rendimenti obbligazionari impazziti dei vari paesi dell'eurozona. In questo modo si sono assicurate che le entità finanziarie avessero accesso a liquidità di breve termine, puntellando il sistema bancario e di riflesso le finanze statali.
Lo zio Ben e lo zio Mario non hanno fatto altro che annunciare tagli ai tassi di interesse e che avrebbero impedito un collasso delle loro economie. Ma se davvero fossero così capaci di gestire tali situazioni e poi uscirne con altrettanta facilità, perché siamo arrivati così vicini al baratro col crollo della Lehman? Perché la Grecia continua ad ottenere tranche di aiuti? Per il gusto del brivido? Perché loro sono i "buoni" che salvano la situazione un secondo prima che la bomba ci faccia saltare tutti in aria? Se in possesso di una tale onniscienza come hanno fatto a farsi scappare di mano le cose? Se, invece, erano ciechi prima, come possiamo credere che non lo siano anche ora?
Le banche centrali non hanno nulla di magico, non sanno niente di più di quello che sanno gli altri attori economici. Godono solo del privilegio legale di poter influenzare secondo i loro capricci i segnali economici attraverso i quali gli individui prendono le proprie decisioni. In sostanza, stanno mentendo. La FED, ad esempio, non ha fatto altro che triplicare la base monetaria e comprare bond del Tesoro USA (o scambiarli per titoli tossici in pancia alle banche commerciali). In questo modo ha potuto affermare al mondo intero che le banche statunitensi godevano di buona salute, vendendo la balla che i bond del Tesoro possano considerarsi asset "sicuri." Nonostante lo affermi anche Basilea III, non è così. Perché no? Altrimenti la FED avrebbe un piano d'uscita.
Invece adesso possiede asset che nessuno sul mercato (e sano di mente) comprerà a valore nominale. Questo rende lo stato dell'economia tuttora vulnerabile. Ma i banchieri centrali non lo ammetteranno, altrimenti i loro annunci di una ripresa sostenibile non sarebbero credibili.
CONCLUSIONE
In caso di flessione economica, dovuta ad un precedente boom innescato da politiche monetarie espansive, lo stato e le banche centrali fanno tutto quello che possono per tenere in piedi il sistema monetario a denaro fiat. Di conseguenza possono ricorrere ad una serie di sotterfugi per comprare tempo: lo stato nazionalizza le banche in procinto di crollare; la banca centrale rifinanzia a breve termine il sistema bancario commerciale; la banca centrale scambia asset performanti con asset non performanti. Ma mentre l'espansionismo monetario è stato adottato per scongiurare il crollo del sistema bancario commerciale, quest'ultimo non l'ha tradotto in espansione del credito essendo a conoscenza dello stato disastroso in cui languono i conti della maggior parte degli istituti finanziari.
Nonostante le banche centrali abbiano schivato il colpo, non si capisce come attaccare i sintomi possa porre rimedio agli squilibri del passato. La soluzione non è quella di mettere mano alle rotative e farle ruggire finché tutti non saremmo sommersi da un mucchio di cartrastraccia.
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Note
[1] Si noti che nonostante il mercato sia pervaso da segnali distorti, esiste un mercato nero in cui emerge il vero prezzo di mercato dei prestiti. La comparsa di un mercato nero è il classico sintomo che ci avverte di come l'economia stia viaggiando su binari separati: uno guidato dalle forze di mercato e l'altro guidato dai capricci dei banchieri centrali. Così come in Argentina c'è un valore ufficiale del rapporto di cambio dollaro/peso ed uno non ufficiale ("blue"). Il fatto che il mercato sia manipolato non vuol dire che le forze di mercato siano state annullate, anzi. Maggiori dettagli li trovate leggendo questo articolo di Dough French: Il Prestito Ombra Nasconde le Distorsioni della FED.
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