Bibliografia

venerdì 24 gennaio 2014

La fenice d'oro ridurrà in cenere il denaro fiat





di Francesco Simoncelli


Cercare di guardare sobriamente ai mercati odierni è un proposito talmente lontano dalla realtà che si fa fatica a credere che la NASA non abbia ancora mandato un rover in esplorazione a Wall Street. Uno degli esempi più recenti in cui possiamo ammirare tutta questa follia è il mercato dell'oro, il quale nonostante sperimenti un aumento della domanda vede il suo prezzo scendere. Il WSJ va nel dettaglio di questa storia. E' imbarazzante se ci pensate. Una delle leggi dell'economia più importanti, ridotta ad uno zimbello. Ancora per poco però. Infatti in questo saggio analizzeremo perché l'oro ha tutte le carte in regola per sperimentare un altro rally di prezzo.


ANCHE AL MERCATO AZIONARIO MANCA QUALCHE VENERDI'

La storia che sicuramente sentirete ripetere più spesso nei canali di informazione mainstream, è come il settore azionario stia facendo segnare record su record. Questo fatto viene associato ad una ripresa delle attività economiche verso un sentiero sostenibile, ad una ripresa tanto agnognata dopo i malanni post-2008. Infatti se guardiamo ai rendimenti azionari statunitensi c'è da strabuzzare gli occhi.




Eppure dopo la caduta della Lehman si sono susseguiti una serie di eventi che sarebbero stati considerati fuori dal mondo solo pochi anni prima. Non solo negli USA, ma anche nel resto del mondo. E' bastato quindi decidere di spingersi in un sentiero apparentemente pericoloso per scongiurare qualsiasi paura legata ai problemi del passato. E' bastato che le banche centrali si impegnassero in stimoli monetari esponenziali per permettere alle economie dei loro paesi di sostenere il pesante fardello di riprendersi dalle sconsideratezze del passato.

Tutto qui? E' questo l'elisir magico? Il Dow Jones e l'S&P500 sono saliti sin da allora, il tasso di inflazione rimane moderato o nel range prefissato dalle banche centrali e i tassi di interesse rimangono ancorati allo zero. Così anche se Twitter, ad esempio, perde circa $64 milioni il suo titolo in borsa sale dell'82%. Cosa potrebbe andare storto? A quanto pare nulla visto che le banche centrali, prendendosi il merito di quanto avvenuto, sono riuscite a far ricredere anche i più scettici tra gli analisti finanziari.

Quindi è diventata di comune dominio l'idea che in presenza di una crisi, salvaguardare aziende descritte come "troppo grandi per fallire" possa permettere al mercato di stabilizzarsi ed invertire la rotta. Eppure nel complesso i fondamentali economici degli Stati Uniti non sono affatto migliorati, anzi sono peggiorati. La fiducia cieca in un manipolo di individui in grado di influenzare determinati settori dell'economia ha reso gli investitori dei pazzi scatenati in cerca di rendimenti facili. L'isteria intorno al mercato azionario si riduce a questo: fare soldi e in fretta. Cavalcare la bolla finché è possibile. Questo è il sentimento comune ad ogni bolla.

I bassi tassi di interesse di cui ha goduto l'economia fino ad ora, hanno permesso a quelle entità in possesso di grosse somme di denaro di poter prendere in prestito ulteriore denaro e poterlo usare per speculazioni sul mercato azionario.




Ma chi può permetterselo?



I RUBINETTI DI MAIN STREET SONO CHIUSI... PER IL MOMENTO

Fino ad oggi abbiamo sentito spesso che il mostro dell'inflazione è stato domato. La preoccupazione ora dovrebbe essere la deflazione. Combattuta come? Attraverso una maggiore inflazione. La subdola contorsione con cui viene innocentemente avanzata questa pseudo-soluzione è il frutto di statistiche manipolate fino al midollo, ma ammettiamo che sia davvero così. Concediamo pure ai deflazionisti che tutto il denaro finora creato dalle banche centrali non sia affatto entrato nell'economia più ampia.

I prezzi sono determinati principalmente dalla domanda e dall'offerta dei beni sul mercato. Un cambiamento di entrambi i parametri permette ai prezzi di fluttuare in basso o in alto rispetto al giorno precedente. Quindi se, ad esempio, oggi abbiamo sul mercato 5 mele in più rispetto a ieri il loro prezzo diminuirà. Viceversa il prezzo aumenterà se rispetto a ieri ci saranno 5 mele in meno. Lo stesso discorso può essere fatto per la domanda.

Ma immaginiamo che ci sia un falsificatore in giro. Può contraffare il denaro per accaparrarsi più beni e far aumentare di conseguenza i prezzi in generale man mano che la nuova moneta circola nell'economia. Ma che succede se gli individui nelle cui mani finisce il nuovo denaro contraffatto si rifiutano di spenderlo? A parità di condizioni, i prezzi rimarranno stabili. La volontà di accumulare denaro da parte degli individui può frenare la corsa inflazionistica a cui è sottoposta la moneta fiduciaria.

Non c'è niente di nuovo in quello che sto dicendo. Fu Mises che delineò questi concetti quando parlò delle tre fasi che portano al crack-up boom. Vengono descritte a pagina 459 del testo Theory of Money and Credit (1912).

L'ignoranza del pubblico è un fattore necessario per il buon funzionamento di una politica inflazionistica. Lo stimolo inflazionistico funziona fintanto che la casalinga pensa: "ho un disperato bisogno di una padella, però i prezzi sono troppo alti, aspetterò che scendano. [...]

[Lo stimolo inflazionistico] cessa invece di funzionare quando la gente scopre che la politica inflazionistica continuerà, causando una forte accelerazione dei prezzi. La fase critica comincia quindi quando la casalinga pensa: "oggi non ho bisogno di una padella, però potrebbe servirmi tra un anno o due. Meglio comprarla subito perchè dopo mi costerà molto di più. [...]

La catastrofica fine della politica inflazionistica si avvicina. Nell'ultima fase la casalinga pensa: "non ho bisogno di un altro tavolo, probabilmente non mi servirà mai. Ma è meglio comprarne uno adesso che tenere per qualche altro minuto questi pezzi di carta che il governo chiama moneta.

Attualmente ci troviamo ancora nella prima fase. Qui, paradossalmente, i prezzi potrebbero anche scendere poiché la creazione di nuova moneta è controbilanciata dalla volontà degli individui di accumulare denaro per i giorni di magra. Dopo il duro colpo assestato alla classe media da parte della bolla immobiliare, i suoi componenti sono diventati riluttanti a prendere in prestito nuovo denaro per acquistare una casa. Questa riluttanza, in un ambiente non ostacolato, verrebbe segnalata da un aumento dei tassi di interesse; e nonostante la ZIRP in cui si sono imepgnate le banche centrali, le pressioni del mercato prevalgono sempre nel lungo termine.




La fiducia è quella di prezzi inferiori futuri alimentati dallo sgonfiamento della bolla che si era creata in precedenza. Questa fase può durare per molto tempo, ma non per sempre. Infine gli individui si rendono conto che i prezzi non stanno effettivamente calando e che invece continueranno a salire. E' qui che inizierà la seconda tappa del crack-up boom il quale culminerà con un nuovo record dei prezzi dell'oro, perché in preda al panico di un potere d'acquisto calante della moneta fiat gli individui concentreranno le loro forze nello spendere il più possibile per acquisire beni reali.

La terza fase entrerà in scena quando gli attori economici perderanno totalmente la fiducia nella moneta fiduciaria, decretando la perdita totale del controllo sull'economia da parte dei pianificatori centrali.

Il denaro non è neutrale. Ogni azione prevede una reazione. Ogni causa prevede un effetto. Il nuovo denaro creato falla FED, ad esempio, è stato sostanzialmente parcheggiato in riserve in eccesso che le banche commerciali hanno presso la stessa banca centrale americana. Anche le banche sono riluttanti a prestare denaro dato lo stato patrimoniale disastroso in cui versano i loro bilanci. Però non tutto quel denaro è rimasto lì. E' stato utilizzato in parte per cercare di ripianare gli errori del passato, ovvero, è stato incanalato nel mercato azionario andando solamente ad acuire i malanni causati dall'azzardo morale passato.

Chi è entrato in possesso per primo di quel denaro ne ha beneficiato enormemente. Coloro che speculano in borsa ne hanno beneficiato enormemente. Chi? Di certo non voi né io. L'attuale espansionismo monetario "selettivo" ha dato i natali ad altre attività in bolla (es. investimenti improduttivi) che lentamente consumano il bacino della ricchezza reale della società. Sì, anche il denaro è soggetto alla legge dei rendimenti decrescenti. Gli investimenti improduttivi sfilacceranno ciò che rimane del tessuto economico di quei paesi che hanno deciso di percorrere la strada dell'inflazionismo rampante, dimostrando come le parole rinfrancanti di una classe dirigente centralista non siano altro che una bolla di sapone.



IL MONDO DEI SOGNI STATUNITENSE

Gli ultimi mesi sono stati caratterizzati da una serie di pesanti stoccate che normalmente farebbero precipitare la fiducia di un qualsiasi creditore nei confronti del proprio debitore. Il fiscal cliff, il debito crescente, il "tapering," sono tutti eventi che non hanno affatto scalfito il full faith and credit degli Stati Uniti, anzi le reazioni sono state diametralmente opposte. Eppure le condizioni in cui versa lo zio Sam sono tutt'altro che rosee.




Per non parlare delle passività non finanziate del governo, che il professor Kotlikoff dell'Università di Boston ha stimato a $205 bilioni. Di fronte a questi numeri capite benissimo che è impossibile un qualsiasi rallentamento nella creazione di denaro fiat da parte della FED, condannerebbe alla morte tutte le attività in bolla che finora ha aiutato a creare. Certo, il QE3 è stato ridotto, ma di quanto? Diversamente da quanto accaduto nel passato, all'annuncio di Bernanke i mercati hanno risposto positivamente ed i fed funds sono pressoché rimasti al palo. Cosa è cambiato rispetto a prima? Nulla. La FED continuerà a sostenere quelle bolle che ha contribuito a creare drenando maggiore ricchezza dalla popolazione in generale.

Nonostante tutti gli annunci festanti di crescite occupazionali, gli americani si stanno rendendo conto che quello che si ritrovano per le mani sono solo lavori scarsamente qualificati, scarsamente retribuiti e spesso part-time. Parecchi individui, scoraggiati, stanno lasciando il mondo del lavoro rifugiandosi nella carità dello stato. Altri, invece, tornano a studiare. Anche questa è una nota dolente all'interno dell'economia americana, con il governo che ha continuato a finanziare a prezzi artificiali l'educazione universitaria. Insieme ai prestiti per le automobili, i mutui immobiliari, il debito municipale e federale ed i titoli del Tesoro USA (tanto per citarne alcune), i prestiti studenteschi rappresentano una delle bolle più grandi dell'economia americana.

Secondo un recente articolo del WSJ, nel 1970 l'11% degli adulti americani aveva una laurea. Oggi questa percentuale è slita al 30%, con l'individuo medio che non ha nulla da invidiare ad un neo-laureato.




In questo modo coloro che scelgono la via dell'istruzione entrano in una trappola che non lascerà loro scampo. Una trappola che inghiottirà anche le relative famiglie di giovani/adulti che finiranno invischiati nel pantano dei prestiti studenteschi. Il capitale è irripagabile, soprattutto in un ambiente depresso come il mondo del lavoro odierno il quale non può ripulirsi dagli eccessi passati e dalla burocrazia asfissiante. Tasse e regolamentazione sono all'ordine del giorno, e l'approvazione dell'Obamacare è il chiodo nella bara. Il governo concede tempo per i pagamenti, ma questo è un debito da cui coloro che ne rimangono intrappolati non possono togliersi di dosso: non possono andare in default.

Prima che questa bolla scoppi, gli studenti sprofonderanno nel debito, non si laureranno nei 5 canonici anni ed i campus si ingozzeranno di spese folli. Una volta scoppiata i vari college inizieranno a far volare ingiunzioni e faranno funzionare a pieno regime i loro uffici legali. Poveri cristi finiranno in prigione, altri con una spada di Damocle del debito che pednerà perennemente sulla loro testa, incapaci di conseguenza di farsi una vita. Infine i campus saranno costretti a dichiarare bancarotta ed i loro "magnifici" e "mastodontici" acquisti nella fase euforica sranno probabilmente nazionalizzati e trasformati in musei dell'orrore.

L'economia sta perdendo il contatto con la realtà, in un mondo in cui la neolingua ha ribaltato il senso delle parole. Nominalmente l'economia è in ripresa, realmente marcisce sotto i pesanti colpi inferti dai fondamentali economici impazziti.

I pianificatori centrali, ormai, non possono più esimersi nell'interpretare il ruolo salvifico che si sono cuciti addosso. Sono davvero capaci di una cosa del genere? Così affermano. Cosa stanno aspettando? Presumibilmente il momento giusto. Quando arriverà questo momento giusto? Non lo dicono... ma ci stanno lavorando. A quanto pare la loro presunta onniscenza và e viene.



IL MONDO DEI SOGNI EUROPEO

Come negli Stati Uniti, anche in Europa le voci si fanno insistenti su una presunta ripresa delle economie del vecchio continente. La prova che più volte viene presentata al pubblico è la discesa degli interessi sui debiti che i vari paesi della zona euro pagano ai creditori. Questo è ovviamente quello che la maggior parte delle persone vede. Ciò che invece viene accuratamente tenuto in secondo piano dai canali d'informazione mainstream e dagli economisti mainstream, è la mole di bad asset che ancora infesta il settore bancario commerciale europeo.




La cosa diventente di questa storia è che la banca spagnola Sareb è stata utilizzata negli scorsi anni come discarica generale di parecchi NPL, in modo che i numeri in generale sembrassero in miglioramento. Poi cosa è successo? Sono arrivati i rinforzi che hanno fagocitato parte di quel pattume. A valore nominale ovviamente, e con tanti cari saluti dallo zio Ben. Ebbene sì, la FED è ormai diventata l'attore principale che sta salvando tutto e tutti dalla bancarotta.

Il sistema bancario spagnolo, come quello di tutta Europa, è fallito. E' morto. Questo è l'epitaffio sulla sua lapide: riserva frazionaria. I bagordi con cui i banchieri si sono trastullati negli anni precedenti, creando denaro dal nulla dai depositi a loro consegnati, sono finiti ed ora il conto da pagare è salato. Faranno di tutto affinché venga pagato dai contribuenti. Al momento solo Cipro ha presentato la pillola amara alla sua popolazione. Ma presto potrebbe accadere anche qui da noi, con Monte dei Paschi.

Tutte le banche in questo ambiente dominato dalla riserva frazionaria sono tecnicamente insolventi. Chi lo dice? Loro stesse.




Il grafico ci mostra il tasso interbancario della zona euro, il quale rappresenta la disponibilità delle banche commerciali europee a prestarsi denaro a vicenda. Allo scoppio della Grande Recessione è calato bruscamente verso lo zero, segno evidente che non si fidano l'una dell'altra. Una di loro potrebbe improvvisamente crollare e trascianre nel baratro tutte le altre. Erano coscienti dei rischi della creazione di denaro dal nulla, ma si sono imbarcate lo stesso in questi rischi perché il costo di opportunità era loro favorevole: la presenza di una banca centrale. Hanno scommesso sull'onniscenza dei pianificatori centrali. Per un pò ha funzionato. Ora la scommessa sta mostrando i suoi limiti. Hanno puntato sul cavallo sbagliato.

I privilegi in palio sono troppi, quindi eviteranno per quanto possibile un default palese. Calceranno il barattolo fin quando potranno grazie anche all'aiuto degli stati europei. Gli unici settori che segnano una crescita sono quello bancario e quello statale, quest'ultimo supportato da continui salassi fiscali sui propri contribuenti. La pianificazione può reggersi solamente su due pilastri: attività in bolla e continua erosione delle libertà individuali. Mentre quest'ultimo aspetto è molto visibile alla maggior parte degli individui, il primo sfugge allo sguardo poco attento. La bolla più grande mai gonfiata nella storia dell'uomo è quella legata alle obbligazioni statali. Non c'è niente di simile nel passato che possa superare lo sfacelo che porterà questa gigantesca mole di investimenti improduttivi.

Questo mercato si regge solo grazie alle banche commerciali e alle banche centrali. Nonostante i debiti si stiano facendo davvero enormi ed esponenzialmente inarrestabili, i rendimenti a loro legati sono in diminuzione. Nonostante la burocrazia stia prendendo sempre più coraggio nell'interferire con la vita degli individui, le distorsioni che ne derivano sembrano all'apparenza irrilevanti. Nonostante i rischi legati ad un ambiente fiscale opprimente, la disoccupazione e la morte delle imprese sembra solo un danno collaterale di lieve entità. Sembra che i problemi siano magicamente scomparsi grazie ai continui vertici europei che si sono susseguiti freneticamente finora.

Guardate il seguente grafico, rappresenta i volumi di trading dei bond statali greci.




Così come in Giappone, il mercato obbligazionario europeo è morto. Ci sono solo le banche commerciali e quelle centrali ad accumulare questo pattume a prezzi nominali. Ma cosa potrebbe mai andare storto?




Se la BCE continuerà a fallire nello sterilizzare le obbligazioni statali sul suo bilancio, non passerà molto tempo prima che possa davvero passare ad utilizzare l'OMT sul serio. Calciare il barattolo lungo la strada, è questo il piano. E' sempre stato questo.



L'ORO AVRA' L'ULTIMA PAROLA

E' un pò di tempo a questa parte che non si parla più di strategie d'uscita dalle politiche monetarie cosiddette "temporanee" ed "eccezionali." Erano state promesse uscite di emergenza quando le misure non convenzionali sono state avviate per la prima volta all'indomani dell'imminente crollo del castello di carte su cui i pianificatori centrali avevano puntato da circa 100 anni. La mancaza di un serio discorso su questo argomento lascia quantomeno perplessi. A cinque anni dall'introduzione di una politica considerata in passato come folle ed irresponsabile, l'informazione mainstream tace su una possibile fine di tale pratica.

Nonostante ci siano preoccupazioni circa lo stato distorto dell'economia statunitense, i banchieri centrali non hanno palesato le loro intenzioni di uscire definitivamente dalle politiche monetarie non convenzionali. Hanno scelto con cura le parole da usare. Se ci fate caso "politiche monetarie non convenzionali" dà proprio il senso di qualcosa di passeggero e fugace. Così come tutte le azioni definite temporanee dai burocrati statali, anche questa è diventata la nuova norma. Non si può uscirne senza causare una recessione più grande di quella che ha richiesto tali interventi in prima istanza.

Che fare? Per il momento si continua a calciare il barattolo.




La FED continua a reggere come meglio può l'economia statunitense comprando debito dello zio Sam, il quale promette di ripagarlo. La mole di debito creata, però, è abnorme e le capacità di ripagarlo (insieme agli interessi) si affievolisce ogni giorno che passa. Inoltre l'economia è in stallo, poiché gli individui sono sfiduciati sul futuro ed appiattiscono le loro attività stagnando perpetuamente in un limbo apparentemente senza fine. Questo significa aumento delle tasse nel lungo periodo. Ma se i rubinetti per Main Street verranno riaperti significherà una tassa ancora più subdola. Gli USA sono in trappola, qualunque strategia scelgano di perseguire affronteranno il Grande Default.

2,500 anni di storia ci dicono che in casi come questi la miglior protezione per schermare le proprie ricchezze dalla mannaia inflazionistica e dell'instabilità è rappresentata dai metalli preziosi. Sono rari, non sono creabili dal nulla, non si deteriorano nel tempo. Queste caratteristiche giocano tutte a favore dell'oro, ad esempio. L'Estremo Oriente conosce molto bene la storia dell'oro, la sua tradizione è profondamente radicata nei popoli asiatici a differenza di quelli occidentali. L'aprile dell'anno scorso, quando i prezzi dell'oro sono praticamente crollati, i compratori asiatici hanno visto un'opportunità davvero unica per entrare con mano forte nel mercato del metallo giallo.




Nonostante i premi in acesa per l'oro fisico scambiato nello Shanghai Gold Exchange, gli asiatici hanno continuato a comprare. Nonostante la guerra del governo indiano contro i compratori d'oro, questi ultimi hanno continuato ad acquistare. L'occidente è stato ben lieto di fornire l'oro a sua disposizione per mantenere a livelli artificialmente bassi il prezzo spot dell'oro nel London Exchange.




Gli investitori occidentali hanno inteso questo flusso di oro da ovest ad est come un segnale per liquidare le proprie posizioni. Ma non vendendo metallo fisico (non credo neanche che l'abbiano mai visto), bensì vendendo i loro ETF. Il mercato paper gold è quindi crollato portando con sé un senso di dismissione nei confronti anche del metallo fisico, il quale invece sta viaggiando verso l'Estremo Oriente che attutisce con la sua domanda tutte le notizie riguardanti le liquidazioni degli ETF.

L'oro a disposizione dell'occidente si sta lentamente esaurendo. Sarà questo il risveglio amaro a cui dovremo far fronte una volta che i pianificatori centrali perderanno il controllo sulla manipolazione del prezzo del metallo giallo. Inizierà tutto con una bullion bank incapace di soddisfare le richieste di rimborso in metallo fisico e proseguirà con una corsa agli sportelli per accaparrarsi l'ultimo grammo di oro ancora disponibile. Quello che fa più paura alle bullion bank non è la mancanza d'oro (anche perché le economie occidentali sono riuscite a sopravvivere senza rendendo dipendenti i loro popoli da monete fiat e credito inflazionistico), ma l'impossibilità di adempiere ai propri obblighi contrattuali con gli investitori. Significa infrangere le proprie promesse. Significa sospetto.

Questo a sua volta impone margin call su quelle entità considerate a rischio al fine di salvaguardare i propri interessi. La fiducia è quella che regge il gioco di oggi, e sarà la stessa fiducia che tradirà i pianificatori centrali. La Cina, in questo gioco, non farà la prima mossa; sta continuando a comprare debito statunitense ma al contempo accumula tonnellate d'oro. Inoltre consiglia anche alla popolazione di comprare oro, in modo da sedare potenziali rivolte causate dall'escalation dell'attuale guerra valutaria. Sta logorando gli Stati Uniti. Infine imploderanno travolti dai loro stessi giochi manipolatori. Quando accadrà il dollaro entrerà letteralmente in un campo minato: ogni passo che compiranno i banchieri centrali potrà essere anche l'ultimo. La posta in gioco salirà, questo significa che anche i tassi di interesse saliranno lasciando la sola FED a reggere il gioco.

Come finirà quindi? Inflazione di massa o depressione? Difficile dirlo, entrambe hanno buone possibilità di accadere (sia singolarmente che vicendevolmente). La cosa sicura è solo una: finirà male per chi si farà trovare impreparato. Al momento i paesi occidentali stanno annaspando in una stagflazione opprimente, con prezzi in ascesa e disoccupazione rampante.



CONCLUSIONE

La situazione in cui versano la maggior parte delle economie mondiali è desolante. Eppure i media mainstream continuano a confondere le idee delle persone parlando di fantomatiche "riprese." Come disse qualche tempo fa Juncker: "Quando le cose si fanno serie, arriva il momento di mentire." I pianificatori centrali hanno applicato questo consiglio su tutta la linea. Invece di comprendere come le manipolazioni nei mercati siano ormai arrivate ad un punto morto, preferiscono peggiorare la situazione. Non hanno altro a cui rivolgersi se non ad un ottimismo spurio.

La zombizzazione burocratica in cui sono finite le grandi nazioni occidentali le sta rendendo dei pachidermi incapaci di stare al passo con le scelte dinamiche del mercato. Hanno fatto il loro tempo, si credevano onniscenti invece sono incappati nella famosa presunzione di conoscenza di cui avvertiva Hayek. Mises avvertì di questo esito già nel 1920. Niente dura per sempre. Soprattutto quando parliamo di pianificazione centrale. Gli Stati Uniti lo impareranno sulla loro pelle.

Solo la Cina pare aver capito quale sia la posta in palio. Sa che gli USA non ripagheranno mai il loro debito, eppure continua a comprarlo. Perché? Preferisce non agitare le acque, anch'essa ha degli scheletri nell'armadio. Ci sarà dolore economico quando diventerà ufficiale che gli USA non potranno più pagare i loro conti, chi ha creduto alle promesse di un manipolo di burocrati finirà col cerino in mano. Quello sarà il momento della resa dei conti, quando sul tavolo saranno rimasti da un lato un mucchio di IOU di carta e dall'altro un mucchio di monete d'oro. L'oro batte la carta.




Per chiunque si farà trovare impreparato, finirà male.


13 commenti:

  1. Ma se quasi tutto l'oro sara' in Asia, che ruolo potra' svolgere qui in occidente? Se una cosanon c'e', non c'e' e basta. Non avra nessun ruolo. Non contera nulla. Semplicemente non potra rappresentare nulla. Si continuera con la cartamoneta e le banche centrali. Al massimo si potra dividere la globalizzazione. A ciascuno il suo denaro. Autarchia? E noi occidentali siamo ancora davanti a tutti con tecnologia e scienza.

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  2. Ciao anonimo
    dividere la globalizzazione? Allora separiamoci pure dalla Storia e dal buon senso...

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  3. anche a me è venuta spesso in mente la considerazione di anonimo: l occidente ha puntato troppo contro l oro, direi tutto o quasi. e qualche freccia ce l ha ancora. ma non sarei così convinto di una duratura ed inscalfibile supremazia tecnologica. d altra parte l occidente sta a debito. quindi se l uno non può fare a meno dell altro, la cosa più ovvia non è separarsi, cosa abbastanza impossibile, ma un compromesso. l oro sarà parte, ma non tutto.

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  4. Mi ripeto. In Occidente non c'è più denaro. C'è solo fiatmoney e sue varie declinazioni.
    L'adagio ricorda che i ricchi possiedono asset ed i poveri debiti.

    Noi moderni occidentali, politically correct, relativisti e decadenti spocchiosi, abbiamo la moneta-debito di carta fiduciaria, cioè il nostro sistema si regge sulla credulità (la fiducia è ben altra cosa), e perciò siamo e diventiamo poveri. 
    I nuovi ricchi del mondo, invece, arretrati e brutali come sono, hanno ancora e sempre di più il buon vecchio e caro soundmoney. E presto ci faranno il culo a strisce...

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  5. Ciao a tutti.

    Ieri sul mio account Facebook ho pubblicato questa foto, rappresenta il prezzo di un cellulare Samsung in Argentina nell'arco di 6 ore. Il governo Kirchner è riuscito a mantenere in piedi la baracca fino ad ora perché ha dato fondo alle sue riserve in dollari... ora stanno finendo. E' bastata una voce di un possibile crollo valutario nel futuro prossimo per legare la crisi Argentina alla bolla immobiliare/subprime del Brasile. Oltre alle ripercussioni sugli altri BRICS, ciò avrebbe avuto effetti anche sugli USA dato che il Brasile è il quarto paese estero ad avere una larga porzione del suo debito.

    Inoltre le banche faranno di tutto per sembrare solvibili e restare a galla. Quindi scordatevi di poter ritirare i vostri soldi in caso di crisi conclamata. Cosa rimarrà in mano all'uomo della strada? Quattro parole: Dio, oro, generi alimentari, armi. Il baratto? Suvvia, siamo nel XXI secolo... oltre ad aver radicato nelle nostre azioni propositive la necessità di un mezzo di pagamento indiretto, la tecnologia ci ha offerto altre soluzioni (es. Bitcoin). Ma la corsa all'oro ha una storia più lunga, ha una tradizione più lunga. E' sempre stato il primo asset preso in considerazione quando le valute sono andate in crisi sin dal 1971.

    Inoltre ricordate che in un momento di crisi e panico, la tangibilità di avere un piano B è fondamentale per tenersi lucidi. La fiducia prima o poi richiede sempre una prova di tangibilità per restare in vita.

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  6. Ciao Francesco
    Sai che c'e', forse e' un limite mio, forse l'eta', ma quando penso alla grande crisi prossima ventura, quella dei problemi mai risolti e sempre rinviati, io me la immagino un po' come gli anni Settanta che ho vissuto da ragazzino e ragazzetto, dalle elementari alle superiori. C'era una inflazione a due cifre, da mangiare (italiano) c'era, la religione coi suoi valori familiari di vicinanza e solidarieta' c'era, le armi erano quelle dei terroristi che volevano il comunismo e forse era il confronto tra i due blocchi, la guerra fredda in un paese al confine tra i due blocchi, un ruolo per l'oro non me lo ricordo. Parlo da ex ragazzino-ragazzetto e solo da poco ho cominciato a vedere le cose in un modo piu chiaro, ma un ruolo vero sostanziale nella mia vita personale di allora non lo ricordo proprio. Neppure di tanti altri che conobbi e conosco.
    Noi non siamo l'Argentina e neppure il Sudamerica. Alcune somiglianze non fanno una identita'.
    Tu prospetti, paventi, invece, l'Armageddon. Uno scenario da diluvio universale, qualcosa che puo avere l'impatto esistenziale di una diagnosi grave ed inattesa o di un gravissimo lutto improvviso. Insomma, una catastrofe come un bombardamento aereo, come un rastrellamento, come un vagone per lo sterminio industriale.
    Che ci siano tutti gli ingredienti per un gran casino internazionale e' indubbio, che ci si possa ritrovare espropriati da un momento all'altro senza reazione violentissima ed unanime mi pare difficile in questo Paese, che e' pieno di greggi certamente, ma mai far incazzare una persona mite, perche' ... ci siamo capiti.

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    1. Per ora soffriamo di risanamento con noi come bancomat di un baraccone inaccettabile. Prima di un maxi esproprio ci sara' la carta della inflazione monetaria. Un esproprio anche quello ma meno palese e forse piu gestibile a livello individuale. Tertium... Speriamo di no.
      Cmq emozioni in arrivo e maniche rimboccate. ;)

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  7. Io non so cosa accadrà, Dna. So solo che ogni evento per quanto uguale possa essere ad un altro, ha dettagli diversi dai precedenti. Inoltre so anche che se una cosa non può più andare avanti, si ferma.

    Inoltre, dopo l'Argentina, ecco un altro "incidente" annunciato: Venezuela Bonds Plunge After Bolivar Weakened for Travel
    Credo che Maduro abbia totalmente perso la brocca, e nonostante sia seduto su pozzi di petrolio fiorenti questo non basterà a salvare lui ed il suo team di socialisti imbecilli.

    Svalutazioni moentarie e leggi liberticide, non sono capaci d'altro per raggiungere il loro sogno socialista.

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  8. http://www.bloomberg.com/news/2014-01-25/gold-mint-runs-overtime-in-race-to-meet-world-coin-demand.html

    Il mainstream, la voce della Fed e dello scagnozzo GS, annunciano e spiegano un evento e quasi tutti i commenti all'articolo dichiarano il contrario. Davvero una battaglia tra il centro e la periferia più dispersa. Tra il potere traballante e gli spettatori più svegli.
    Quasi quasi lunedì vado a togliere un po' di fiatmoney, compro fagioli in scatola e pastasciutta e fiammiferi e succhi di frutta, zucchero, farina e sale. Anzi, ci vado adesso....

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  9. A quanto pare non sono l'unico "catastrofista." :'D
    Tra l'altro è una lettura consigliata questo articolo.

    «[...] As has been remarked here before, forecasting the price is for mugs and bugs. But one day the ties that bind this pixelated gold may break, with potentially catastrophic results. So if you fancy gold at today’s depressed price, learn from Buba and demand delivery.»

    Learn from Buba and demand delivery for true price of gold

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  10. Alla fine pure FT ci sta arrivando. La scritta sul muro dice che....

    Bagus, invece, prova a pensare come il ladro, che a sua volta pensa sempre di farla franca...
    http://www.cobdencentre.org/2014/01/how-the-paper-money-experiment-will-end/

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  11. Che poi, il titolo di Bagus è fuorviante perché lui espone ben sette tipi di calcio al barattolo. Ed alla fine il sistema fiatmoney è ancora lì.
    Ma ovviamente è tutta teoria in condizioni standard, cioè in assenza di imprevisti. Ma gli imprevisti ... esistono e non avvisano.

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  12. Ariecco gli speculatori!!!!
    Ed ariecco i fasciocomunisti spendaccioni e superindebitati.
    http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-01-26/argentina-governo-avverte-speculatori-non-forzino-cambio-otto-pesos-dollaro-175353.shtml?uuid=ABK47Ls
    Anticipazioni delle minchiate mainstream prossime venture anche dalle nostre parti.
    La madre dei keynesiani statalisti è sempre incinta.

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