giovedì 12 dicembre 2013

L'inflazione attacca il Dollar Menu

«La storia dell'umanità è la storia delle idee. Poiché sono quest'ultime, insieme alle teorie ed alle dottrine che guidano l'azione umana, a determinare i fini ultimi a cui ambiscono gli uomini e la scelta dei mezzi impiegati per il raggiungimento di tali fini. Gli eventi sensazionali che suscitano le emozioni e catturano l'interesse degli osservatori superficiali rappresentano solamente la consumazione dei cambiamenti ideologici. Non esistono trasformazioni brusche e radicali degli affari umani. Ciò che viene chiamato, in termini piuttosto ingannevoli, un "punto di svolta nella storia" rappresenta la comparsa di forze che già da tempo erano al lavoro dietro le quinte. Le nuove ideologie, che avevano già da tempo sostituito quelle vecche, gettano il loro ultimo velo e anche le persone più noncuranti diventano consapevoli di quei cambiamenti che non avevano notato prima.»

~ Ludwig von Mises, Planned Chaos
__________________________________________________________________________________


di Doug French


Viviamo in universi paralleli. Si dice che il presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke, abbia una certa inquietudine per la deflazione. Gli affiliati in franchise di McDonald's, d'altra parte, non tanto.

Il mese prossimo la catena Golden Arches rinuncerà al suo famoso Dollar Menu dopo 11 anni, rinominandolo "The Dollar Menu & More." Si scopre che non si può guadagnare un dollaro vendendo hamburger ad un dollaro. Deve essere difficile rinunciare ad una simile trovata di marketing che genera un settimo di tutte le vendite. Ma come Derek Thompson descrive sul The Atlantic, il Dollar Menu "fa infuriare quegli affiliati in franchise che non possono più fare soldi vendendo la carne di mucca processata ai prezzi del 2002."

Se Ben Bernanke sta prestando attenzione, sarà senza dubbio entusiasta di sentir parlare di prezzi crescenti.

Gli affiliati in franchise erano stati intervistati all'inizio di quest'anno, e la loro infelicità trasudava da ogni poro: "Ogni elemento introdotto è dotato di un numero illimitato di tagliandi GRTUITI ed un cosiddetto “prezzo suggerito” che è ridicolo, e non soddisfa le esigenze di redditività dell'azienda. Soddisfa l'esigenza e l'apparenza di tenere in alta considerazione la transazione del cliente, spingendo il titolo in borsa."

Mentre l'ufficio aziendale ha continuato ad aggiungere elementi al menù, si pensava che gli affiliati in franchise li avrebbero serviti subito. Invece si sono indispettiti perché dovevano "farlo in modo coerente e con un sorriso sul volto." Aggiungendo, tuttavia, che "c'era poco da sorridere."

Mentre gli affiliati in franchise sorridevano e si annoiavano, i concorrenti hanno copiato l'idea. Nel 2009 Burger King ha istituito una promozione con hamburger a un dollaro, tirandosi dietro una querela che sottolineava come il costo di un doppio cheeseburger fosse di $1.10. Burger King ha richiesto che tutte le sedi aderissero alla promozione.

Wendy ha cambiato il suo menù da 99 centesimi rinominandolo "Right Price Right Size." Il Jr. Cheeseburger Deluxe è passato da 99 centesimi a $1.19. Ed i clienti si ritrovavano quattro pepite di pollo, invece di cinque, a 99 centesimi.

Nel suo pezzo per il The Atlantic, Thompson ha commentato che i prezzi delle carni bovine non hanno fato altro che seguire (a rilento) altri elementi. Scrive: "il prezzo della carne di manzo e di altri alimenti di base è stato turbolento." Quello che ha fatto arrabbiare gli affiliati in franchise è il prezzo del doppio cheeseburger rispetto al costo dei suoi ingredienti.




Intanto nella torre d'avorio della FED, gli economisti non devono preoccuparsi di rimanere in attività vendendo hamburger sotto costo o armeggiando con le dimensioni delle porzioni. Teorizzano che vi sia una mancanza di domanda aggregata, e pensano che bassi tassi di interesse e più soldi risolveranno il problema. I loro amici che trafficano con i numeri presso il Bureau of Labor Statistics sostengono che i prezzi siano aumentati solo dell'1.5% negli ultimi 12 mesi. Non vedono l'inflazione e non vogliono sentirne parlare.

Sul The San Diego Union-Tribune, Dan McSwain articola i timori della FED: "un'inflazione in calo aprirebbe la strada alla deflazione, una spirale in cui prezzi in calo indurrebbero i consumatori a ritardare gli acquisti nella speranza di prezzi ancora più bassi, cosa che deprimerà ulteriormente i prezzi — ed i salari."

Questa teorica spirale al ribasso non genera un aumento della domanda, ma invece fa diminuire le vendite. Nonostante beni e servizi più accessibili, i Keynesiani come Bernanke credono che la gente smetterà di spendere soldi, i lavoratori verranno poi licenziati, i prezzi degli immobili scenderanno, ne conseguiranno pignoramenti e le banche falliranno. In altre parole, torneremo al 1933.

All'inizio di quest'anno sono stati chiesti lumi a Bernanke sulla bassa inflazione registrata dal Bureau of Labor Statistics. "Questo tipo di andamento dell'inflazione suggerisce che si dovrebbe spingere più forte sull'acceleratore?" Il presidente della FED ha risposto che una bassa inflazione era male perché: "Aumenta il rischio di deflazione. Fa salire i tassi di interesse reali. Significa che il deleveraging del debito avanza più lentamente."

Ha continuato così:

"Ci sono una serie di fattori transitori che possono contribuire ad un basso tasso di inflazione: per esempio, gli effetti del sequester sui pagamenti medici, i prezzi non di mercato al momento straordinariamente bassi. Queste sono alcune cose da cui ci aspettiamo un'inversione, e ci aspettiamo un po' più di inflazione."

Nel suo mondo non è ancora arrivata l'inflazione, per cui la FED continuerà a comprare $85 miliardi in titoli ogni mese. Marc Faber, editore del The Gloom Boom & Doom Report, ha raccontato alla CNBC che non è una questione di quando la FED attuerà il taper, ma quando inizierà ad aumentare i suoi acquisti. Probabilmente il tono scherzoso con cui ha detto che nel prossimo futuro comprerà un bilione di titoli al mese, sarebbe da prendere sul serio.

Il problema per gli affiliati in franchise di McDonald's è che non comprano dal BLS i materiali per fare hamburger. John Williams di ShawdowStats.com calcola che l'inflazione al consumo sia intorno al 5% utilizzando il calcolo del 1990, o poco meno del 10% utilizzando il metodo del 1980.

E se le cose non fossero abbastanza dure per Gold Arches, gli affiliati in franchise dicono che l'Obamacare minaccia i loro fondi già esili. "L'Obamacare distruggerà i profitti già bassi," ha detto un affiliato in franchise. "McDonald's Corp. sembra non curarsene. La società sta freneticamente cercando di aumentare il numero dei negozi a 24 ore, indipendentemente dalla mancanza di redditività. Si aggiunga l'aumento dei costi delle materie prime e delle assicurazioni, McDonald's che chiede agli operatori di ricostruire o ristrutturare, e il futuro sembra tetro."

Nel mondo reale degli hamburger e delle patatine fritte, i costi sono in aumento. Nei modelli generati negli uffici governativi, i burocrati temono che i prezzi siano in bilico precario sul bordo di una scogliera.

Il famoso musicista country americano Charley Pride cantava tempo fa: “It was burgers and fries and cherry pies. It was simple and good back then.”

Nel mondo della pianificazione centrale della banca centrale, è tutt'altro che semplice, ed il "QEternità" di certo non è buono.

Cordiali saluti,


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


7 commenti:

  1. Chi sta in cima alla piramide non guarda mai in basso. Se ne fotte. Vive tra le nuvole. Non sa nulla e non gliene frega nulla di chi vive lungo la piramide. Conta solo la stabilità della piramide. Per questo ogni tanto fanno incatenere parti della piramide.

    RispondiElimina
  2. Meglio una tassazione occulta o una tassazione palese?
    Tanto il loro denaro torna cmq alla sorgente.
    Quale soluzione dà più opportunità alla libertà individuale?

    RispondiElimina
  3. occulta, ci scappa qualcosa se sei fortunato (se sei abbastanza bravo da metterti in posizione decorosa). poi, scappi un po di qua, un po di la, io speriamo che me la cavo. con quella palese è stato di polizia.

    ps. ecco una tipica battaglia avvocatesca, che combatte il potere con le sue armi: una proposta di legge che reintroduca il reato di falso in bilancio. particolarmente odioso in quanto in frode alla buona fede dei cittadini. proprio per questa ragione, e per la sacralità dello staot e dell azione pubblica, la reintroduzione ne prevederà l applicabilità ma metterlo anche a carico di stato e pubbliche amministrazioni?

    RispondiElimina
  4. Ciao a tutti.

    Gdb molto pratico :)

    Al dilemma di Dna io direi una tassa palese. Vi spiego anche il perché. Quando in Inghilterra e negli Stati Uniti, ad esempio, si sostenevano ancora teorie liberali veniva permessa una ed una sola tassa che serviva a mandare avanti una fievole organizzazione statale (nel caso dello stato minimo e massimo dovrebbero essere uguali). Questa situazione andò avanti per un periodo prolungato di tempo, non impedendo quel processo che avrebbe cambiato la storia degli stati occidentali: la rivoluzione industriale.

    Per l'Inghilterra significò l'arricchimento di un paese in misura mai avvenuta prima nel corso della storia mondiale, rendendo un paese corrotto in cui tutti morivano di fame una delle piu' grandi potenze economiche mondiali.

    La tassa nel nostro caso è l'IVA al 3%, con esclusione dei beni di prima necessità. E' l'unica imposta con un minimo di senso: se spendi vuol dire che te la puoi permettere, se non spendi risparmi. Poi a meno che i soldi non finiscano dentro il materasso, si finanzia la produzione di merci che la gente vuole, visto che il risparmiare ritorna ad avere senso, non le rendite finanziarie.

    Inoltre, meno soldi deve amministrare lo stato più è facile controllare le spese.

    RispondiElimina
  5. guarda che il dilemma non era tra tanta o poca tassazione, sul quale potrebbe pronunciarsi catalano (ti ricordi "quelli della notte"?), ma tra tassazione all 80 % ed inflazione a 2 cifre.
    nel primo caso la senti sulla pelle, ma una volta avrebbe prodotto rivolte, oggi non più. troppo benessere e soprattutto droni contro bastoni, troppa sproporzione di forze in campo

    RispondiElimina
  6. Pardon, ho capito male io stavolta. Stando così le cose, direi inflazione dato che si potrebbe sfruttare a proprio vantaggio.

    Nel frattempo: Obbligo POS, nuovo salasso

    Uhm... ma tu guarda le coincidenze... Proprio in questi giorni la BCE richiedeva una copertura di capitale maggiore alle banche europee dato che i bond statali non sono affatto privi di rischi.

    Lotta all'evasione... dehehe!

    RispondiElimina
  7. Ciao
    La mia risposta personale è quella di gdb pari pari e la seconda di Francesco: provare consapevolmente la soluzione individuale in un mondo tendenzialmente collettivista. Soluzione all'italiana.
    La risposta "austriaca", se mi consentite di essere supersintetico e perentorio, è: dipende dalla posizione in cui uno si trova lungo la piramide del potere fiatmoney.

    La ricchezza più importante è la conoscenza. In questo caso la conoscenza del sistema e delle sue regole. Regole folli e deprecabili, ma... "conoscere per deliberare" è Einaudi.

    RispondiElimina