Chi frequenta costantemente Freedonia sa, dopo articoli su articoli, come la General Theory di Keynes sia uno dei peggiori libri mai scritti nella storia del pensiero economico. Non solo per le idee che propone ma anche per COME è scritto. Lo possiamo definire in due aggettivi: approssimativo e superficiale. Ma la più grossa fandonia che si può ritrovare nel libro è la definizione del prodotto interno lordo: Y=C+I+G. Teorizzare che la spesa pubblica possa generare crescita ed aggiungerla nel calcolo del PIL è quanto di più erroneo si possa affermare. Agire in questo modo è sbagliato perchè la spesa pubblica è un elemento che si origina dalla tassazione, ovvero si toglie coercitivamente denaro guadagnato onestamente da un produttore o da un dipendente privato (che avrebbero speso secondo i LORO desideri) e lo si da ad altri secondo i capricci di una cricca ristretta di individui; la spesa pubblica, quindi, non influisce sul PIL, sposta delle risorse da un settore ad un altro alterando le preferenze individuali (già incluse in investimenti e consumi). Inoltre, sempre nella General Theory, un altro errore mastodontico, camuffato da presunta vittoria, è la "confutazione della legge di Say" (cosa su cui non mi dilungherò ora perché vi sarà dedicato un ampio articolo prossimamente; basta ricordare che gli unici che ci provarono e allo stesso modo fallirono furono Marx e Malthus con i loro sistemi di controllo).
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di Hunter Lewis
[Questo articolo è apparaso originariamente nell'edizione del Gennaio 2013 di The Free Market.]
All'inizio della General Theory, John Maynard Keynes afferma che le sue idee saranno senza dubbio respinte perché sono nuove e rivoluzionarie. Verso la fine dello stesso libro sembra averlo dimenticato, perché dice di aver fatto rivivere le stesse idee che un tempo egli aveva respinto come fallacie assurde. Almeno riconosce di aver cambiato la sua posizione, anche se non spiega come le sue idee possano essere nuove, rivoluzionarie e anche vecchie di secoli.
Si tratta di un pezzo in cui descrive se stesso come membro di quel "valoroso esercito secolare di ribelli ed eretici," poiché raccomanda politiche che fanno appello agli istinti più vili e più auto-conservatori dei politici — e anche perché gode di tutti gli immensi privilegi che derivano dall'essere in cima all'establishment finanziario e politico.
Anche se fosse vero, come ha detto lo storico dell'arte Kenneth Clark, che Keynes "non ha mai oscurato i suoi fari," non si può dire che sapesse come guidare su un lato della strada. Keynes sarebbe diventato l'apologeta principale del "capitalismo clientelare," che forse è il termine migliore per descrivere il nostro sistema attuale. Come probabilmente saprete, gran parte degli scritti di Keynes sono volutamente oscuri, anche se i temi possono essere svelati e confutati come dimostrò brillantemente Henry Hazlitt in The Failure of "The New Economics."
Qual è l'essenza stessa del Keynesismo? Possiamo descriverla in termini più sintetici e semplici in modo che chiunque possa capire che cosa abbia di sbagliato, e quindi diradare la nebbia intellettuale che avvolge e protegge il capitalismo clientelare?
A prima vista potrebbe sembrare che l'essenza del Keynesismo sia semplicemente l'auto-contraddizione senza fine. Non è mai stato fermo su una posizione per lungo tempo.
Ad esempio, inveiva contro l'amore per il denaro. Lo definiva come "il verme [...] che rosicchia l'interno della civiltà moderna." Ma anche lui voleva disperatamente essere ricco. Inveiva contro la speculazione degli investimenti, ma speculava avidamente egli stesso. Ad un certo punto, finì completamente sul lastrico e dovette rivolgersi a suo padre, un insegnante, per avere aiuto. Sarebbe potuto finire sul lastrico altre due volte: una nel 1929 e l'altra del 1937.
Il rapporto di Keynes con l'oro è un buon esempio della sua continua auto-contraddizione. Nel 1922 scrisse The Manchester Guardian: "Se potesse essere re-introdotto il gold standard [...] tutti noi crediamo che tale riforma promuoverebbe il commercio e la produzione come nessun'altra." Un po' più tardi descrisse l'oro come "reliquia barbarica." Eppure, anche quando lo definì così, continuò a raccomandarlo privatamente come diversificazione negli investimenti.
Quando ci rivolgiamo all'economia di Keynes, l'auto-contraddizione più strabiliante che salta all'occhio è la convinzione che lo stato potesse curare un presunto eccesso di risparmio (troppo denaro inattivo) attraverso l'iniezione di più soldi nell'economia. Forse la cosa più strana è che Keynes dice che dovremmo definire questa nuova liquidità "risparmi," perché rappresenterebbero davvero un "risparmio." Cioè i soldi che escono dalla stampante dello stato non sarebbero in alcun modo diversi dai soldi che guadagniamo e decidiamo di non spendere.
Tutti questi nuovi "risparmi" entrano nell'economia attraverso il meccanismo dei tassi di interesse bassi. A questo punto, Keynes confonde ulteriormente i suoi lettori sostenendo che non sono i tassi di interesse alti, come si è sempre pensato, ma piuttosto i tassi di interesse bassi che aumentano i risparmi (anche se all'inizio si era ipotizzato la presenza di troppi risparmi).
I seguaci di Keynes ancora oggi riportano questa storia. Greenspan, Bernanke e Krugman hanno tutti scritto su un eccesso di risparmi come radice dei nostri problemi, e hanno proposto più soldi e tassi di interesse più bassi come rimedio (anche se non definiscono più la nuova moneta come "risparmi veri," preferiscono quantitative easing ed eufemismi simili).
Il Keynesiano Gregory Mankiw, uno dei due consiglieri economici citati da Mitt Romney, ha addirittura proposto di far salire l'inflazione del CPI per creare tassi di interesse profondamente negativi, forse al -6%. In altre parole, aumentare l'inflazione a circa il 6% ma tenere repressi i tassi di interesse quasi a zero attraverso l'acquisto di obbligazioni con tutto il denaro fiat necessario.
Quest'ultima proposta dei tassi di interesse profondamente negativi sorpassa anche Keynes. Nella General Theory non si sostiene che i tassi di interesse possano e debbano essere portati a zero in modo permanente (pagine 220, 221 e 336). Questa idea dei tassi di interesse a zero in modo permanente viene avanzata per la prima volta da Proudhon, anche se Keynes non lo riconobbe o forse non lo sapeva, e secondo il suo modo di vedere sembrava assurdo. Prestare denaro senza interesse è equivalente a darlo via, ed è difficile capire come tutto ciò possa avere un valore.
Tuttavia, Keynes disse che sarebbe stato ragionevole arrivare a tassi di interesse a zero (e dividendi a zero) all'interno di una generazione. Evidentemente lo abbiamo deluso perché avremmo dovuto raggiungere questa utopia nel 1966.
Ma si noti che neanche Keynes suggerì tassi di interesse negativi. L'idea di tassi di interesse artificialmente negativi mi ricorda una frase Yiddish che si traduce approssimativamente così: "Tanto furbo quanto stupido." Ci vogliono persone molto intelligenti per pensarci, ma questo non vuol dire che non siano stupide. Ed è preoccupante che queste considerazioni siano sostenute non solo da persone come Bush o Obama. Non ci si dovrebbe sorprendere da quello che possono architettare quelle menti.
Il presidente Bush disse che: "ho abbandonato i principi del libero mercato per salvare il libero mercato." Il suo successore, il Presidente Obama, nel suo primo discorso di insediamento disse che ci stava traghettando da "un'era di prestiti e spesa" verso un'epoca di "risparmio ed investimento." Poi abbiamo avuto Mitt Romney che non solo avrebbe riciclato un consigliere di Bush, ma si sarebbe affidato ad un sostenitore di tassi di interesse negativi. Un uomo a posto, potrei aggiungere, ma non è qualcuno di cui abbiamo bisogno a Washington.
Anche questi consulenti di Romney, naturalmente, credono nella fiaba dello stimolo monetario. Spesso viene dimenticato come Keynes ci assicurava che ogni dollaro proveniente da tale stimolo avrebbe prodotto fino a dodici dollari di crescita, e non meno di quattro dollari. Anche i più ferventi Keynesiani, ovviamente, non sono stati in grado di dimostrare che un tale stimolo possa produrre (come minimo) un dollaro di crescita. Keynes come poteva essere sicuro di tali numeri? Non lo era. Disse al governatore della Banca d'Inghilterra, Norman Montague, che le sue idee erano "una certezza matematica," ma era solamente un bluff.
Ciò che è empiricamente verificabile è che da decenni tutti i debiti, privati o pubblici, stanno generando sempre meno crescita. Nei dieci anni successivi al 1959, le cifre ufficiali dicono che per ogni dollaro preso in prestito c'erano 73 centesimi di crescita. Prima di arrivare al Crollo del 2008, tale statistica è scesa a 19 centesimi e mi aspetto che ora sia diventata profondamente negativa.
Piuttosto che seguire Keynes ed i suoi seguaci, chiediamoci: esiste un filo comune tra tutte queste sciocchezze? Sì, c'è. Il filo comune è che i prezzi di mercato non contano. In un sistema pieno di paradossi, questo è il paradosso definitivo: "Per fissare i prezzi e determinare i profitti, dobbiamo sovvertirli. Nessun prezzo o profitto deve essere lasciato al caso. Il sistema prezzo/profitto deve essere pungolato, spinto, tirato, solo per essere lasciato nel caos più completo." L'assalto ai tassi di interesse ed ai tassi di cambio è particolarmente distruttivo, ma tutto questo folle armeggiare con i prezzi è esponenzialmente distruttivo.
È questa, quindi, l'essenza del Keynesismo? La sua cieca distruzione del meccanismo dei prezzi da cui dipende ogni economia, come dimostrò Mises? Sì. Ma ci può essere un'essenza ancora più profonda.
Quando si pensa alle idee principali di Keynes, acquisiscono una sorta di qualità stereotipata. Se, per esempio, ci pensiamo attentamente scopriremo che l'eccesso di spesa e il debito sono la strada verso il fallimento e la rovina, quindi abbandoneremmo immediatamente queste idee. No, la spesa e il debito sono la strada per la ricchezza.
Per i Vittoriani, la spesa all'interno dei propri mezzi ed evitare il debito non erano solo principi finanziari, ma principi morali. Keynes, che si ribellò consapevolmente contro questi stessi Vittoriani, descrisse la loro "moralità da manuale" come "medievale [e] barbara." Disse alla sua cerchia interna che "resterò sempre un immorale."
Ricorderete il famoso monito di Micawber nel romanzo ottocentesco David Copperfield di Charles Dickens: "Reddito annuo venti sterline, spese annue diciannove, risultato felicità. Reddito annuo venti sterline, spese annue venti, risultato miseria."
Keynes sovvertì questa idea. In particolare portò avanti la strana idea, ma ora molto diffusa, che la saggezza vecchio stile e la moralità erano datate ed in conflitto con la scienza. Questa è un'assurdità totale, ma è permeata nella nostra cultura e proprio le persone che predicano l'onestà e la sostenibilità al di fuori di economia, per esempio nel trattamento dell'ambiente, non riescono a capire che Keynes predica la disonestà e l'insostenibilità in economia.
Quindi, in conclusione, quando svisceriamo il Keynesismo, il rapporto con il capitalismo clientelare diventa ancora più chiaro. Il capitalismo clientelare rappresenta sia la corruzione del capitalismo sia la corruzione dei costumi. Anche il Keynesismo rappresenta sia una corruzione dell'economia sia una corruzione dei costumi. Il capitalismo clientelare ed il Keynesismo sono solo due facce della stessa medaglia svalutata.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/
Piccolo contributo
RispondiEliminaGRAND THEFT
C'è anche un videogioco che va per la maggiore da alcuni anni, si chiama Grand Theft Auto. Ma, da sempre, vanno per la maggiore le guerre espansionistiche, di conquista violenta di risorse altrui: territori, risorse idriche, risorse energetiche, anche risorse genetiche (dall'abigeato alle donne). Grand Theft Wars. Gordon Gekko citava sempre SunTzu, uno stratega militare.
Le conseguenze di medio e lungo termine di queste azioni sono diverse e le più disparate: distruzioni, predazioni, stermini, dominazioni, epidemie, ma anche contaminazioni e fusioni culturali, scoperte, scambi,... Insomma, non solo dolore immediato e morte, ma anche imprevedibile... ex malo bonum. Perchè la vita e la natura matrigna riservano... sorprese.
Le coperture ideologiche di questi eventi violenti sono sempre state più necessarie mano a mano che lo spirito umano si è andato raffinando. Ma lo scopo primario è sempre lo stesso: grand theft.
Anche in maniera figurata capita, ed è capitato a tutti, a ben guardare, di avere a che fare con qualche forma di grand theft. Da bambini ti sottraggono quella figurina o quella bambola, poi ti soffiano la ragazza o il boyfriend, ... Ricordo benissimo che, nella elitaria scuola di specializzazione che frequentai, qualcuno raccomandava sussurrando di "rubare" il sapere tecnico-scientifico dai restii maestri. E quell'ambiente mi fece iniziare a comprendere un po' alla volta come vive, si muove e si rinnova una tipica organizzazione gerarchica e clericale, come si selezionino i leader, i comprimari e le nullità, i cortigiani e le immancabili cortigiane ;D
C'era una violenza sottile, talvolta invisibile, ma permanente. Forse è per questo che una volta, dopo anni che non vi ero ritornato, mi resi conto che più di una mezz'ora non ce l'avrei fatta a rimanere... mi parve di vedere il sangue che scorreva giù dalle pareti come in Shining... Bah!
Ci sono grand theft anche esistenziali: quanto del nostro percorso è determinato esclusivamente da noi e quanto da altri? E quante di queste azioni altrui e nostre possono rientrare, ripensandoci, nella categoria dei grand theft? Sliding doors... Ma davvero ho sempre scelto io? Matrix... Ma questa è la realtà?
Veniamo al grand theft dei nostri giorni. Ed è davvero un grand theft, forse il più grande e raffinato grand theft di sempre.
Oggigiorno, l'intero mondo vive, non per la prima volta, ma quasi del tutto inconsapevole, all'interno di un sistema politico-finanziario globale, istituzionalizzato, ultrasofisticato e clericale, ipertecnologico ed estremamente complesso, dietro il quale si nascondono sedicenti menti raffinatissime di... ladri senza scrupoli.
Il denaro monopolizzato creabile dal nulla, il fiatmoney a corso forzoso, è solo lo strumento, straordinario nella sua efficienza (finchè regge), del più grande sistema organizzato di furto legalizzato della storia. Tutti i meccanismi tecnici più o meno ispirati o intesi a sostenere le più disparate forme di scambio e di relazione commerciale, sono soltanto la trama oscura del grand theft globale. Un crimine organizzato davvero incredibile. Che non ha solo i suoi ideatori ed attori, i pupari politici, finanziari ed accademici, ma anche un vastissimo consenso fondato sull’interesse e… sull’ignoranza. Chi non vorrebbe, potendo, partecipare ad un sistema così consolidato di rifornimento continuo di mezzi di scambio a buon mercato? Chi non vorrebbe trovarsi tra i primi ad approfittare dell’effetto Cantillon? Chi non vorrebbe almeno qualche goccia da una sorgente del genere?
Sapete perché apprezzo l’asprezza coerente dell’accetta di Gary North? Perché è chiaro ed esplicito. Affatto superficiale, sembra ispirato sempre dal passo evangelico che dice: “il tuo dire sia Sì Sì o No No, perché il dippiù vien dal male”. Preferisce poche idee, ma molto chiare. Coglie le sfumature per ricondurle alla loro essenza: questo è Bene e questo No!
E non datemi del populista! :D
dna mi batte quasi sempre in velocità sui commenti :).
RispondiEliminacomunque ha ragione da ieri, viene tutto da non rubare detto questo, hai detto tutto.
mi domandavo perche i tedeschi si preoccupano dei saldi target 2, ma sono contenti quando sono pagati da coriandolini inesigibili americano o cinesi, che poi non usano perché non consumano
http://www.marfdrat.net/wp-content/uploads/2011/05/limits-of-keynesian-economics-600x466.jpg
RispondiEliminaIeri mi sono imbattuto in questo video indecente. Noterete già dai commenti come la presa dell'economista italo-inglese abbia avuto una certa presa su coloro che l'hanno ascoltata. Il suo è Keynesismo. Quello alla John Galbraith, in cui lo stato viene deificato fino al suo massimo estremo in un ente di redenzione e progresso.
RispondiEliminaL'economia ci insegna che non esistono i pasti gratuiti. Pertanto le risorse possono essere allocate in due modi: attraverso uan competizione dei prezzi o attraverso commissioni statali. Il Keynesismo cerca di trovare una via di mezzo. Ma l'allocazione delle risorse perseguita da una burocrazia si chiama "razionamento." I Keyesiani odiano questa parola. Perché? Perché rappresenta realmente quello che fa la burocrazia. Quest'ultima cerca giustificazioni per sopravvivere, e le trova negli economisti compiacenti che forniscono giustificazioni alla sua esistenza.
Crede nei pasti gratuiti, crede nel capitalismo clientelare: "Le imprese si sono spostate in quei luoghi in cui le sovvenzioni statali erano abbondanti." Richiede una maggiore spesa pubblica, pensa che uno stimolo fiscale attraverso la rapina sia genuino e in accordo col mercato. Non si pone una domanda: chi paga? E soprattutto non si pone la domanda che tutti i Keynesiani evitano di porsi: è sostenibile?
L'altra sera Fassina da Santoro: la situazione della eurozona è insostenibile, se non cambia dovremo ristrutturare il debito, non possiamo più svalutare la moneta, stiamo svalutando il lavoro a causa delle politiche liberiste europee.
RispondiEliminaMa da che pianeta viene questo qua? Dagli orfanelli del PCI, dall'orbita del PCUS...
Questi sono i nostri keynesiani di sinistra. Poi c'abbiamo pure i keynesiani di centro e di destra...
Tutti statalisti che vorrebbero una Europa all'italiana.
http://www.zerohedge.com/news/2013-11-14/feds-100-year-war-against-gold-and-economic-common-sense
RispondiEliminahttp://www.lewrockwell.com/2013/11/thorsten-polleit/90-years-ago/
RispondiEliminaok. forse ci sono… per usare un utile terminologia di keynes, a livello di macrosistema quando la moneta precauzionale o speculativa supera la moneta transazionale, l interesse sulla prima sorpassa i flussi di cassa (velocità di circolazione x quantita di moneta transazionale) e gli utili che il sistema dell economia reale deve all economia finanziaria. questo fa si che "fisicamente" non ci sia abbastanza moneta per ripagare i debiti", vi sono crisi finanziarie, fallimenti, passaggio di beni dall economia reale a finanziaria monopolistica (questo è l inizio, ed in certa misura è già contemplato nel sistema). in parole povere è come quel comics di zio paperine del 24 ore dove tutti vogliono vivere di rendita. li si risolve bene perché la gente va a lavorare. qua si fanno le tasse e guerre. ciò in considerazione sia che la moneta creata dal nulla aumenta sempre di più, sia che le perdite dell economia finanziaria non divengono effettive, ma sono ripianate dal sistema delle banche centrali, che rilanciano aumentano la montare di moneta speculativa, che richiede aumento della produttività del sistema per genereare ancora più flussi di cassa utili. se trovo un matematico che mi sviluppa una formula, vado ad insegnare ad harvard, e non mi chiamate che faccio finta di non conoscervi :)
RispondiEliminache poi, anche la rticolo dice che è un po strano curare il problema di eccesso di risparmi, creandone altri dal nulla (appunto, sarebbe meglio dare direttamente un po di soldi ai poveri che usare le rotative del sistema banca-stato-finanza), cosa che ha aumentato e non diminuito il problema. se invece l accumulo è oppressivo, la produzione dovrebbe essere libera di cambiare mezzo di scambio (usare una moneta diversa). e vedi che i cattivi capitalisti oppressori pretenderebbero di meno dalla produzione reale
RispondiEliminaBuongiorno.
RispondiEliminaSapete perchè un medico come Ron Paul ha compreso appieno e certamente meglio di tanti operatori ed accademici economisti il vero messaggio della Scuola Austriaca?
Perchè si tratta comunque di curare un malato e la differenza la fa diagnosi. Se sbaglio la diagnosi sbaglio automaticamente la terapia e, se sbaglio parecchio, la terapia può essere talmente dannosa da uccidere il malato. Ippocrate: primum non nocere. Grande principio di modestia, se riesci a far del bene, ottimo, ma evita di far del male ulteriore e ricordati della vis sanatrix naturae. Altrimenti detto, non credere di essere un padreterno. Non peccare di ubris. Non peccare di orgoglio.
Il NWO è un piano storico di controllo e potere esteso a livello globale. Riedizione aggiornata dell'imperialismo di tanti secoli fa. Ovviamente, essendo un esempio tipico di umana tracotanza ed orgoglio smisurato, anche il fine fosse la pace duratura ed il benessere materiale collettivo, finirà male dopo aver fatto più male ai più che bene ai meno.
Infatti, lo vediamo già: ciò che si profila è l'OWD, Old World Disorder, un variopinto Caos crescente ed incoercibile che sa di rivolta all'idea del controllo e della stasi perpetua.
Dov'è la differenza tra la Scuola Austriaca ed il mainstream keynesiano e monetarista?
Nella diagnosi. E quindi nella terapia proposta.
Keynesiani e Monetaristi credono che l'economia sia una questione tecnicoscientifica meccanicistica e quindi regolabile a piacimento con l'uso appropriato di una sola terapia: lo strumento monetario; il mezzo di scambio deve poter essere piegato agli scopi prefissati.
Ben venga, pertanto, un ente deputato al controllo ed al monopolio della moneta: la banca centrale. Ed è assolutamente necessario che la moneta sia manipolabile, flessibile, piegabile allo scopo.
Inevitabilmente, la prescrizione del farmaco sbagliato, data la diagnosi sbagliata, conduce solo ad un uso quantitativo dello stesso. Ma è la qualità del farmaco, la sua tipologia che è errata.
Riserva frazionaria e conio di moneta fasulla sono sistemi vecchi quanto le banche. ...
... Ma finchè qualcuno non ha intuito che un ente centrale e monompolista come la banca centrale avrebbe potuto fungere da assicurazione contro i fallimenti prodotti dall'azzardo morale dei banchieri più avidi, il sistema era in grado di autocorreggersi eliminando il marciume e premiando la responsabile gestione. Ma oltre alla banca centrale monopolista del denaro bisognava anche rendere più elastico il denaro stesso, cioè renderlo sempre più flessibile agli scopi del potere: perciò abbandono del soundmoney, troppo difficile da manipolare a dovere nonostante i tentativi storici, e ricorso al fiatmoney, molto più funzionale allo scopo.
RispondiEliminaGià, il potere. Il potere ha pian piano capito di aver bisogno del denaro e di sempre più denaro, come di una droga. La droga, un farmaco nocivo, del potere.
Assistiamo continuamente ad una battaglia molto "interessata" e "finta" tra keynesiani e monetaristi. Ma è una lotta per il potere dei gruppi che si appoggiano a queste teorie economiche.
La politica, gestione dello stato, è sempre fondamentalmente keynesiana: le promesse elettorali hanno un prezzo ed hanno bisogno di spendere denaro, anche a deficit.
Il keynesismo è funzionale alla gestione statale. Non ha inventato nulla nel dichiarare la manipolabilità del mezzo di scambio, l'iperinflazione di Weimar è precedente alla General Theory, ma ha fatto da copertura ideologica al sistema di controllo statuale e dunque politico della realtà. I politici sono quindi tutti keynesiani, tutti spendaccioni, tutti contro l'austerità nella spesa del denaro drenato con le tasse o la stampa quantitativa illimitata (nel nostro piccolo territorio ci troviamo tra Berlusconi/Brunetta antiausterità, Letta/Alfano democristiani antiausterità e Fassina/Bersani antiausterità; trovate la differenza: la propaganda) e chi se ne fotte dell'inflazione monetaria e dei prezzi: l'importante è solo essere tra i primi a ricevere questo nuovo denaro: politici ed imprenditoria clientelare della politica.
Il monetarismo, invece, è più funzionale a stuprare il mezzo di scambio attraverso le tecniche della finanza: il monetarismo è la copertura ideologica del sistema finanziario che ha così trovato il modo e la teoria per creare denaro e ricchezze a velocità siderali (col turbo) attraverso la distorsione completa ed infinita del mezzo di scambio: denaro dal denaro, indipendentemente dall'economia reale. Ovviamente, siccome come già detto il potere ha bisogno di denaro, anche la politica non ha disdegnato queste tecniche di creazione di denaro dal denaro. E così abbiamo un intreccio di keynesismo e monetarismo, di poltica spendacciona e di finanza creativa (l'MPS nostrano era la banca della politica keynesiana di sinistra che sfruttava fino al collasso gli strumenti finanziari più arditi dei monetaristi). ...
DNA, sottoscrivo e rilancio.
RispondiEliminaSocrate ; Io so di non sapere di essere ignorante
http://it.wikiquote.org/wiki/Socrate
Matteo M.
... E questo intreccio è il sistema fondato sulla terapia sbagliata per curare il malato e per condurlo al benessere. Il sistema del denaro fiat gestito dalla farmacia banca centrale che accontenta di volta in volta keynesiani e monetaristi: Big Government e Wall Street.
RispondiEliminaPerciò i passaggi sono questi:
diagnosi errata, terapia errata, insuccesso terapeutico.
La diagnosi errata dipende dalla presunzione (politica) di conoscere come guarire il paziente senza dubitare dei propri mezzi (interventi) e del proprio sapere (accademico). E questa è la gestione politica dello stato, il suo interventismo in economia.
Il secondo è l'uso della terapia sbagliata: credere che la cura dipenda dal mezzo di scambio (il denaro), ma per essere efficace la terapia, ce ne vuole uno che possa essere gestito, deve essere fiatmoney e non soundmoney, ci vuole un monopolista politicofinanziario che lo gestisca (la banca centrale) e tutto si risolve con l'incremento del farmaco in circolo, con la quantità dello stesso (QE fino... all'infinito), dato che è fiat, e non con la sua qualità, dato che non deve assolutamente esser più sound (come un tempo, quando si usavano i metalli preziosi).
Il risultato, la guarigione non arriva? Ce ne vuole ancora dippiù!
Ron Paul, medico, conosce benissimo il danno iatrogeno. E questo è tutto danno iatrogeno.
Gli economisti austriaci, invece, seguono Ippocrate. Prima di tutto non far del male. Pertanto, stai a guardare che succede, non interferire più di tanto, cerca di capire bene che la vis sanatrix naturae, il libero scambio incontrollato tra gli esseri umani trova la soluzione vincente, una nuova salute, anche da sè, anzi, meglio e più rapidamente se tu, con il tuo sapere limitato e le tue migliori intenzioni non hai l'ardire di correggere l'impossibile, di proteggere il male e di dirigere il gioco.
Gli austriaci spiegano che la ricerca del meglio per ciascuno funziona da sè e che l'unica terapia dei malfunzionamenti è assecondare la guarigione spontanea del sistema. Accettare che prevalga il meglio e soccomba il peggio, di volta in volta.
Gli austriaci spiegano che gestire il denaro non serve a nulla, anzi peggiora il quadro clinico. Non è il denaro la cura della economia, infatti non ne serve una quantità illimitata. Quello è solo un comodo mezzo di scambio, e storicamente e spontaneamente si è scelto di accettarne ed usarne uno stabile, non controllabile da qualcuno in particolare, ma da tutti. Così, liberamente e coi suoi tempi, senza mettere il turbo, i capitali sono aumentati e con loro la ricchezza si è pian piano diffusa. E con essa il benessere materiale.
Mi fermo qui. Ci sarebbe da scrivere ancora molto, ma solo per incasellare i tanti pezzetti del puzzle culturale e storico che ho cercato di inquadrare.
Spero vi piaccia.
molto apprezzato, grazie
RispondiEliminaovviamente quanto sopra xche è capitale fasullo fasullamente sostenuto nelle perdite, creato dal nulla e col saggio manipolato, eh? che si fa presto a finire nel socialismo partendo da buone intenzioni…
RispondiEliminadna, la tua metafora con l radicamento medico è magistrale. come ho detto più volte, ma la frase non è mia, chi sa molto, ma molto bene una cosa, sa tutto
Ciao a tutti.
RispondiEliminaTrovo molto ispirante il pensiero di Dna (al quale posso dire che il suo commento è stato riportato anche su altri siti :) ), soprattutto perché la "metafora" che utilizza è calzante. Le altre scuole accademiche privilegiano un incasellamento degli individui in masse informi, i testi universitari favoriscono questo settarismo attraverso uno sbrodolamento di equazioni matematiche senza fine.
Un esempio concreto? Eccolo, da Bloomberg. Nonostante gli Austriaci abbiano predetto la bolla immobiliare, non è stato chiesto loro consiglio su come "agire" di conseguenza. Anzi, secondo l'articolista sono stati arruolati ingegneri, fisici e quant'altro per cercare di predire le crisi!
Grazie a Tutti per l'apprezzamento.
RispondiEliminaE' un ragionamento che potrebbe essere sviluppato ulteriormente.
In Medicina da qualche tempo si fa un gran parlare e discutere di linee-guida del SSN (spesso da modelli anglosassoni). Ci possono essere anche risvolti giuridici nella loro parziale o mancata applicazione.
Sono sicuramente utili e studiate bene per la stragrande maggioranza dei casi, ma ragionando in termini economici sembrano un razionamento burocratico della spesa sanitaria più che una vera razionalizzazione diagnostico-terapeutica.
Se non si deve MAI scordare che esiste quel particolare paziente (individuo) con quella particolare "categoria dell'intelletto" che è la malattia nell'inquadramento nosologico, sembra "un po' burocratico" dover usare al massimo "tre taglie di uniforme" per tutti quanti. Non vi pare?
Aggiungo che, a mio parere, va chiarito con decisione che turbocapitalismo finanziario e cosiddetto liberismo selvaggio sono del tutto estranei agli insegnamenti della saggia Scuola Austriaca di Economia, che sono frutto dei tecnicismi esasperati della Scuola di Chicago e consentiti dal fatto che il denaro è fiat e non sound, e che perciò voler confondere tutti gli antiKeynes coi liberisti e neoliberisti politico-finanziari è fuoriluogo, molto scorretto e sa tanto di manipolazione culturale interessata, insomma, sa tanto di lingua di legno.
RispondiEliminapensavo proprio alle linee guida, dna, in relazione al tuo scritto. ed appunto a come l epistemologia è la base di ogni materia. mondo proceduralizzato, abbandono del rapporto individuale e dell approccio olistico. ma anche strumento in grado di indicare una ia. d altra parte, vorrei tranquillizzare un burbero alla north, che non si può restare sotto l impero della genesi, il semplice attenersi alle linee guida può essere fonte di responsabilità medica. per ora, e per fortuna, è anche così
RispondiEliminaNo, dai, che non sono un burbero alla north! :D
RispondiEliminaCerco solo di capire per non farmi fregare.
Francesco, per curiosità, dove hai linkato quel commento?
In realtà l'ho scoperto grazie agli strumenti che Blogger fornisce al webmaster, così è saltato fuori che un utente di questo sito abbia riportato per intero il tuo commento.
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