Nelle settimane in cui veniva allestito il sito per la nostra prima campagna tesseramento abbiamo testimoniato l’ennesima conferma di come governi e banche centrali intendano affrontare le presenti difficoltà economiche: ancor più debito, ancor più tasse, più controlli ed interventismo. Davvero, questi personaggi non cambiano mai: sempre intenti a coprire bare con la terra di quella accanto. Nelle fosse, belle in mostra, stanno in fila le nostre libertà. Pensateci: quante ve ne sono rimaste?
In questo scenario, la condizione che più caratterizza la maggior parte degli individui è l’incoscienza: delle conseguenze economiche delle proprie azioni, della natura e scopo del sistema a cui delegano sempre più della propria vita, ma soprattutto l’incoscienza di quale ruolo chiave sia dato loro di giocare nel progresso verso una società più prospera e pacifica.
Solo partendo da tanta incoscienza si è potuta imporre così tanta violenza sul prossimo: costante, ubiqua, sistematica. In due parole: ‘per legge’.
Eppure, ci siamo addentrati in un periodo tra i più interessanti e promettenti della nostra Storia: non può che essere motivo di sprone quell’amaro movimento che, ogni giorno di più, ci avvicina alla disillusione… a maggior ragione quand’esso è il pungolo di una condizione essenziale e ineludibile: i soldi degli altri stanno per finire. Finalmente!
E’ nella disillusione infatti che si ritrova la realtà delle cose, che si riscopre in sè stessi il principio della propria ascesa, che si riaccende la voglia di agire in prima persona per migliorare la propria condizione. Guarda caso, tre caratteristiche dell’imprenditorialità umana.
Se tra le decisioni che rendano una vita degna d’essere vissuta sta senz’altro quella di vincere la paura d’essere liberi, risalendo un passo alla volta lungo questo proposito tra i primi scalini troviamo la necessità d’una solida educazione sul mondo circostante e sulle dinamiche dell’interazione umana. L’economia è proprio la scienza dell’azione umana: il suo proposito è studiare quelle scelte volontarie, in un ambiente gravato da scarsità, utili ad allontanarci da uno stato di bisogno o disagio. Questo il motivo per cui l’economia è a buon diritto regina delle scienze sociali ed il suo studio un pilastro nell’educazione di ciascuno.
A chi la comprenda ben presto offre in dono la visione di quali potenzialità gli si aprano davanti; la logica per cui non si possa sopravvivere che prostrandosi a un idolo, da omaggiare col sacrificio del prossimo, tutt’a un tratto appare per quella che è: mediocre, fallace ed umiliante. Al suo posto, la certezza che una società prospera e pacifica sia possibile soltanto dove regni quell’attività di scambio volontario alimentata dal rispetto della libertà individuale.
E’ in questo clima di fiducia che il Mises Italia inaugura la prima campagna tesseramento per l’anno 2014: nostro obiettivo è il fornirti uno strumento d’ausilio all’apprendimento. In particolare, il percorso che ti è suggerito conta tre livelli da adattare alle tue esigenze. Il primo affronta le basi della teoria economica di Scuola Austriaca: oltre ad essere la più antica ed attualmente in maggiore crescita, è la teoria che più d’ogni altra ha saputo identificare le cause dei cicli economici attuali ed offrire un impianto teorico coerente e verosimile per risolverli in modo efficace. Scorri la pagina Guida alla Lettura per orientarti sugli argomenti di tuo interesse. Storia, filosofia e soprattutto economia: hai a tua disposizione una vasta libreria, ma non spaventarti! Per acquisire una solida cultura di base sarà sufficiente una selezione di testi chiave.
Il secondo si propone di saldare la tua conoscenza economica in lingua inglese. Quest’ultima è di fatto cruciale per spaziare su realtà esterne alla nazionale: è la porta verso una comunicazione più ampia e proficua; inoltre, rimedia al limite fisiologico di testi tradotti in italiano. I benefici offerti in questo livello sono studiati come approfondimento rispetto ai precedenti: tematiche più specifiche, a seconda del tuo interesse particolare.
Il terzo livello rappresenta un traguardo di azione pratica, inteso a facilitare l’accesso a stumenti di intervento diretto per salvaguardare niente di meno che il potere d’acquisto del tuo stipendio. In un panorama di titoli di Stato traballanti, borse gonfiate e banche inaffidabili, è pratica del buon padre di famiglia apprendere quei fondamentali del mercato utili ad indirizzarne gli investimenti. L’epoca dei risparmi affidati per fede a un impiegato di banca è terminata da tempo: torna padrone delle tue scelte d’investimento o pagherai l’inerzia a caro prezzo. Lo ritieni un obiettivo inarrivabile? Sappi che ciò dipende non dalla sua lontananza, ma dalla tua abitudine a delegare ad altri anche quest’aspetto della tua vita.
In conclusione, se da un lato è vero che la sola ripresa sia individuale e la sua dimensione sia privata e familiare, vale altrettanto che non vi sia scampo per i pigri. Ecco allora le domande da porsi con urgenza: quanto sono disposto ad investire su di me? Voglio essere protagonista di ciò che mi accade? Mentre le valuti, vorrei sottoporti la risposta data a suo tempo dall’economista che dà nome alla nostra associazione (grassetto aggiunto):
Tutte le istanze politiche attuali concernono problemi comunemente detti economici. Tutti gli argomenti sostenuti nella discussione contemporanea degli affari pubblici e sociali trattano delle fondamentali materie dell’economia e della prasseologia. La mente di tutti si occupa di dottrine economiche. Filosofi e teologi sembrano essere più interessati ai problemi economici che ai problemi che le passate generazioni consideravano oggetto della filosofia e della teologia. Romanzi e commedie trattano oggi le cose umane — comprese le relazioni sessuali — dal punto di vista delle dottrine economiche. Ognuno pensa economicamente, sia conscio o no. Aderendo ad un partito politico e votando per esso, i cittadini prendono implicitamente posizione rispetto a teorie economiche essenziali. […]
Non v’è mezzo col quale sfuggire alla propria personale responsabilità. Chiunque trascuri di esaminare nel miglior modo tutti i problemi relativi, cede volontariamente la sua primogenitura a una élite che si arroga la posizione di superuomini. In queste materie vitali la cieca fiducia negli “esperti” e l’accettazione acritica delle parole d’ordine e dei pregiudizi popolari equivalgono a rinunciare all’autodeterminazione e cedere al dominio degli altri. Nelle condizioni odierne, nulla può essere più importante dell’economia per ogni uomo intelligente. È in gioco il suo stesso destino e quello della sua progenie.
Pochissimi sono in grado di contribuire qualche idea conseguente al corpo del pensiero economico. Ma tutte le persone ragionevoli sono tenute a familiarizzarsi coi principii dell’economia. Oggi questo è un dovere civico primario.
Volenti o no, è un fatto che l’economia non possa rimanere una branca esoterica del sapere accessibile solo ad un ristretto gruppo di studiosi e di specialisti. Essa tratta dei problemi fondamentali della società; interessa tutti e appartiene a tutti. È il principale e più idoneo studio per ogni cittadino.
(L’Azione Umana)
Se ci ritieni in grado di aiutarti nel cammino della tua educazione, diventa socio del Mises Italia.
Parole straordinarie di Mises.
RispondiEliminaSe c'è una cosa che davvero dimostra la differenza tra l'Austrismo e le altre scuole è l'accusa frequente, da parte dei seguaci di queste ultime, che i testi di Mises ed Hayek siano libri di filosofia e non di economia.
Hanno torto e ragione insieme. Perchè sono libri di economia che derivano e propugnano una precisa filosofia, una precisa visione della realtà che mette al centro l'individuo e la sua libertà di scelta.
E tra i princìpi che se ne traggono ci sono che la vita, il tempo che abbiamo a disposizione, è una risorsa scarsa che va pertanto economizzata, cioè risparmiata, in senso lato e soprattutto nel senso di non sprecarla, e/o investita con saggezza, cioè cercando sempre di preferire, in senso lato, la qualità alla quantità.
Lo zio Ben, i monetaristi di Chicago ed i keynesiani statalisti puntano tutto sulla quantità (QE), che conviene soltanto a loro stessi.
Al contrario, gli Austriaci mirano non solo alla qualità degli investimenti, ma addirittura alla qualità del mezzo di scambio.
a proposito delle criptovalute, che sto iniziando a cercare di comprendere, questa sembra essere l ultima frontiera della rete. l alba di una nuova era monetaria, libertaria od oligopolista (naturale?). ed internet e sarà libertà o controllo totale, od entrambe le cose? il bitcoin non so se reggerà. perché ha un valore fiduciario assoluto. è vero che anche l oro non ha valore intrinseco, se non retaggio del passato, ma quanto meno non puoi produrne a volontà. invece di criptomonete si. al bitcoin si aggiunge il litecoin e la base monetaria si raddoppia. e così via, con infinite criptomonete ed inflazione. e perché il bitcoin si ed il litecoin, magari no? lo dira il mercato… si ma perché lo dira? se le preferenze di valore sono imperscrutabili, ed i mercati irrazionali più a lungo della nostra capacita di resistevi, abbiamo la praxeologia che ci illumina: è più ragionevole adottare una criptomoneta con o senza valore retrostante? allora, piche sappiamo la risposta, immaginate se e quando nell arena scenderanno facebook, google, apple, twitter e tutti i grandi signori della rete. come una volta il signore, proprietario terriero, certificava il valore e la bontà di quella moneta ottenendo un corrispettivo (signoreggio), così ora la moneta potrà essere sostenuta dal valore aziendale. una specie di "moneta - partecipazione azionaria". e le azioni, allora? potrebbero rappresentare il valore che nasce dall essere titolari della nuova moneta. e se così fosse anche per il futuro l america potrebbe svoltare la giornata...
RispondiEliminaquesta sarebbe una moneta "merce di sintesi" basata sul credito. perché se l emittente perde i suoi asset aziendali, la moneta si potrebbe deprezzare più o meno in dipendenza da quanto sarà stata nel frattempo riconosciuta nel mercato come valore convenzionale assoluto. cioè si sarà staccata dall emittente per circolare autonomamente dal di lui valore. queste incertezze contengono una dose di rischio che non facilita gli investimenti, ma per eliminare il rischio ci vuole la banca centrale fiat.
RispondiEliminasempre meglio diversificare, e probabilmente riassicurazioni monetarie tra big players, con una sorta di riserva, ciò e una diversificazione già a monte, sarebbe plausibile. ma tenere sempre un po d oro. sono tempi incerti
la ris fraz è un fatto inevitabile. direi di mercato, come le cambiali o le lettere di credito. si tratta del credito. ed il credito di per se solo gonfia i prezzi e genera bolle. se la base monetaria è espandibile all infinito (ex ante od ex post è irrilevante) il sistema diventa senza misura alcuna, com è ora. insomma, qui, a ridurla al minimo, il metallismo puro, con l uso delle monete d oro, è il sistema più integro, alla rothbard. la concorrenza metallica serve in caso di accumulo ed insufficiente circolazione: il mercato trova altre vie, se gli levi la sua moneta. la ris fraz, cioè il credito, pur coinvolgendo tutti necessariamente sui cicli boom and bust (da contenere eliminando la riassicurazione ad libitum), deve pero 1.coinvolgere il meno possibile (a parte l inevitabile risvolto sui prezzi) tutti i soggetti di un sistema, altrimenti è collettivismo. chi non gioca, non vince nel boom ma non perde. quando ci sarà il bust, godrà (qui invece chi ruba gode nel boom, e chi produce paga nel bust) 2.dev essere il più possibile manifesta, cioe accettata e conosciuta nella misura. quello che aveva inteso fare il peel act, dando alle banconote la copertura dell oro e fissando la proporzione 1/3 oro e 2/3 titoli (credito). quindi un obbligo di riserva "alto", almeno rispetto ad oggi. in specie in un economia sviluppata tale distinzione è fondamentale altrimenti rischio bancario, obbligazionario, azionario si sovrappongono in unica mistificazione. l oro è la moneta, non ce ne è altro. alla fine vince north ed il bigottismo :) . il bitmoney puo essere credito 100% fiat alla freidman, su emittenti qualificati a vari livelli in concorrenza tra loro. se vogliono che io compri la moneta apple, in cambio mi devono promettere la convertibilità con un device. od un interscambio dietro accordo commerciale con i google glass. ecco una moneta merce di sintesi 100 % fiat di mercato. col bitmoney creato dal nulla, seppur con la fatica del mining, la base monetaria è espandibile all infinito con più criptocurrency. e della fatica del mining me ne frego, perché di sisifo, per quanto commovente, non me ne faccio nulla. l oro era diverso: il mercato lo chiede, la gente va in miniera. qui dovrei "premiare" uno sforzo solo in quanto tale ma senza mia utilità? non ci sta la "garanzia" offerta dall oro, ma una scommessa su un sistema peer to peer od un altro, senza ragione alcuna, essendo perfettamente equivalenti, che vinca uno o l altro. se non a causa di interventi di supporto, ma allora è un altra storia.
RispondiEliminahttp://www.usemlab.com/index.php?option=com_content&view=article&id=1048:moneta-fiscale&catid=39:politiche-economiche&Itemid=176
RispondiEliminaCiao gdb, rispondo qui perché la discussione di questi argomenti è più pertinente.
RispondiEliminaStiamo semplicemente assistendo al funzionamento del mercato. Ed è un processo a dir poco stupefacente a cui essistere, la riverenza che mostro per queste decisioni ed il loro sviluppo è quanto di più prasseologicamente puro potessi vedere. Sta venendo soddisfatta la volontà di quei clienti desiderosi di trasformare parte dei loro risparmi in valute alternative. Al momento la paura maggiore è per la confisca dei propri beni, come ben ricordano a Cipro, quindi una delle necessità principali di cui hanno bisogno gli uomini ora è essere sicuri di rimanere in possesso dei propri asset.
Prima si credeva che le banche potessero fornire questo servizio dai banditi; ora sono loro i banditi. La rapina nei confronti di NotHaus sta lì a dimostrarlo. Ma ora è emerso Bitcoin, il cui protocollo Bitcoin è opensource ed il database delle transazioni pubblico, quindi tutti possono verificare tutto e nessuno si deve fidare di un ente centrale. Sulla scia del suo successo sono nate altre valute che hanno ampliato l'offerta di monete in circolazione da cui attingere per soddisfare i propri desideri. Chi risulterà vincente? Questo solo il tempo ce lo dirà, ma una cosa è certa: le decisioni in questo ambito sono scaturite dalla volontà del mercato, poiché così come è stato premiato il Bitcoin (e le altre criptovalute) può essere scartato qualora non ci si fidasse più del suo "valore." Ma non perché lo direbbero enti centrali, perché essere non asservirebbero più al compito che si prefiggevano di portare avanti quando sono nate.
Al loro posto, quindi, nascerà qualcos'altro e così via.
Bitcoin è un bene "scarso," ed in quanto tale un perfetto mezzo di scambio, esattamente come spiega la teoria Austriaca sulla moneta, da cui (a quanto pare) Nakamoto ha attinto a piene mani per modellare le regole che avrebbero governato il sistema. In proposito c'è da dire una cosa molto interessante: Bitcoin, essendo un sistema completamente aperto, ha spiegato come poter creare in generale delle "criptomonete" ed ognuno è quindi libero di di crearsi tutti i tipi di monete che vuole, con le regole che preferisce.
Questa cosa chiaramente è stata fatta: sono nate decine di monete alternative, come ad esempio Litecoin, PPCoin, TerraCoin, Devcoin, IxCoin, Novacoin, ecc. In questo modo è stato possibile implementare in esse le regole che i vari "economisti" (dei miei stivali) del calibro di Krugman, Mosler, Stigliz, ecc. dicono che sono importanti (demurrage, elasticità dell'offerta, e puttanate assortite).
Siccome l'uso di Bitcoin, così come delle altre monete create, è completamente libero e volontario (chi vuole le usa altrimenti le ignora bellamente), la gente ha potuto scegliere quale usare in base alle cose che riteneva migliori per sè.
Indovinate quale è l'unica moneta che ha avuto successo? Se non è una vittoria della scuola austriaca questa...