Direi che quando c'è di mezzo un apparato clientelare come lo stato è impossibile che proposte sensate come quella di Howden possano essere prese in considerazione. C'è un'agenda che deve essere seguita affinché si possano soddisfare i desideri di pochi a scapito di molti. La sostenibilità di tale pratica pare non interessare a coloro che gesticono la burocrazia statale. E' quello che, infatti, sta accadendo in Cina dove l'enorme bolla immobiliare (alimentata dal credito facile di megabanche gestite dallo stato) ha condotto ad una cattiva allocazione dei capitali i quali hanno contribuito a creare una serie spropositata di appartamenti, centri commerciali, città fantasma, grandi negozi di lusso, ecc. Tutto questo sotto la supervisione dei pianificatori centrali che hanno preso le redini dell'economia e hanno tentato di direzionarla verso una crescita senza fine... a qualunque costo. L'altro lato della medaglia, però, ci mostra un paese in cui i costi di tutto il resto stanno aumentando: affitti, salari, energia, ecc. A Shenyang, una città con circa 8 milioni di persone, lo spazio per grandi magazzini (costruiti ed in costruzione) ha raggiunto i 4 milioni di metri quadrati (uno spazio quattro volte più grande occupato dai grandi magazzini in città come Tokyo). Ma in tutta la Cina queste attività stanno iniziando a soffrire, abbattute sotto i colpi di un affitto che sale vertiginosamente (a Chengdu un centro commerciale è stato costretto a chiudere i battenti dopo che l'affitto del locale è quintuplicato). La bolla immobiliare cinese è uno di quei classici incidenti che sono in attesa di accadere, alle spalle la Cina ha una storia economica che dopo la liberalizzazione del settore agricolo da parte di Deng Xiaoping ha sperimentato un netto decollo dei propri fondamentali. A questo, purtroppo, non è seguito un parere favorevole da parte dei pianificatori centrali quando il mercato ha imposto correzioni all'economia cinese, andando a manomettere segmenti di mercato e tendando di manipolare artificialmente i segnali di mercato. Ora sarà interessante osservare come i banchieri centrali cinesi gestiranno questa bomba ad orolegieria che hanno tra le mani, soprattutto con la domanda cinese di oro che continua a lievitare. Si limiteranno a spodestare semplicemente il dollaro come valuta di riserva mondiale o daranno il via ad un nuovo gold standard?
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di David Howden
La maggior parte delle persone — dai giovani agli anziani e in tutto lo spettro politico — sono uniti da un unico legame: l'idea che le banche ricevano il supporto dei contribuenti è considerata moralmente ripugnante. Gli imprenditori considerano i salvataggi bancari come un vantaggio ingiusto che non è esteso a tutte le imprese. Coloro che si schierano a sinistra dello spettro politico lo considerano un sostegno all'establihshment, ed uno schiaffo ai poveri. Coloro invece che si schierano a destra dello spettro politico lo considerano solamente come un'altra forma di welfare: una redistribuzione della ricchezza dalla popolazione che lavora alla classe sconsiderata dei bankster.
Nonostante questo comune disdegno per i banchieri, esiste un considerevole disaccordo su come occuparsi della faccenda. Un gruppo vede la soluzione in una minore regolamentazione — lasciare che le forze di mercato facciano il loro corso farà prevalere le virtù della prudenza e dell'imprenditorialità. Questa formulazione considera queste stesse forze di mercato come un limite alle dimensioni dell'impresa affinché non diventi "troppo grandi per fallire"; questo limite viene posto attraverso molti degli stessi incentivi che alimentano il progresso economico competitivo.
Un altro gruppo vede la soluzione in una maggiore regolamentazione. La tendenza naturale delle imprese, secondo questo gruppo, è quella di formare grandi monopoli. Quando le aziende crescono in dimensioni, guadagnano anche influenza politica. Di conseguenza non solo saranno considerate come troppo grande per fallire, ma diventeranno anche politicamente influenti da cercare tale etichetta semmai finissero nei guai.
Come la maggior parte delle risposte, la verità sta nel mezzo.
Il primo gruppo osserva correttamente che ci sono due svantaggi specifici in una regolamentazione crescente. Le politiche di regolamentazione "universali" (come è comunemente il caso a livello Federale) raramente sono in grado di gestire la complessità e le dinamiche delle imprese. Hanno anche l'effetto di far abbassare la guardia ai cittadini ed alle imprese. Con la pretesa che lo stato abbia emanato norme sagge, gli individui decidono che non c'è bisogno di monitorare attivamente le imprese affinché si comportino in modo responsabile. Anche le aziende soccombono a questa mentalità. Con la conformità al regime normativo vigente, si crogiolano nel fatto che qualsiasi attacco contro la loro integrità potrà essere ricalibrato come un attacco ai fallimenti del corpo regolamentare.
Dall'altra parte, una maggiore regolamentazione genera il problema che gli economisti chiamano "azzardo morale." Un'attività è moralmente pericolosa quando una parte può raccogliere i frutti di un'azione senza doverne sostenere i costi. Oggi il settore finanziario è pesantemente afflitto da azzardo morale.
Le banche e le altre società finanziarie hanno rispettato la legge. Vorrei azzardare un'ipotesi: non esiste un settore più regolamentato del settore dei servizi finanziari, ed è quello che spende più tempo e risorse facendo in modo di restare conforme a questo labirintico complesso normativo. Devono essere mantenuti determinati livelli di capitale, la rendicontazione deve essere tempestiva e trasparente ed alcune tipologie di asset possono essere o non essere acquistati. Le banche che seguono queste norme saranno in grado di sopravvivere, se non di prosperare, a condizione che lavorino entro i confini della legge.
Tuttavia, è sempre più evidente che le norme finanziarie messe in atto negli ultimi decenni sono risultate tristemente incapaci di mantenere sano il settore finanziario. Nonostante (o forse proprio a causa loro) tutti questi regolamenti, molte aziende stanno diventando, per così dire, meno solvibili. Allora, di chi è la colpa? Sarebbe facile dare la colpa alle aziende stesse, anche se hanno fatto tutto quello che le autorità di regolamentazione hanno detto loro di fare.
Perché non prendere in considerazione di allentare l'impanto normativo? Farlo avrebbe un duplice vantaggio.
Da un lato, le imprese diventerebbero ovviamente più responsabili dell'instabilità che hanno creato. Dall'altro, le aziende più spericolate o gestite goffamente cesserebbero immediatamente l'attività, mancando del beneficio di un "genitore" regolatore che le rimprovera per i loro errori. Il risultato sarebbe un minor numero di imprese instabili, e più attenzione ai pericoli delle proprie azioni.
Ho già detto che entrambe le parti hanno ragione in una certa misura, il che implica che le tesi di coloro che chiedono una maggiore regolamentazione hanno un certo merito. Tuttavia, per parafrasare Inigo Montoya, quando usano la parola "regolamentazione" non credo sappiano cosa stia a significare veramente.
È vero che non tutte le aziende lavorano sullo stesso livello. Nel settore dei servizi finanziari, e in particolare nel settore bancario, ciò è particolarmente evidente. Le banche possiedono un privilegio legale di "riserva frazionaria." Il risultato è che le banche si comportano in un modo che è fondamentalmente diverso da qualsiasi altro tipo di attività, e che è facile da mal diagnosticare come "regolamentazione inadeguata."
Un depositante mette soldi nella propria banca. Il risultato è un deposito, e il depositante ha un credito su questa somma di denaro. Si potrebbe pensare che la banca sia obbligata a tenere i soldi a portata di mano, come nel caso di altri beni depositati — come il grano in un silos. La legge permette di fare distinzioni. Le banche sono tenute a mantenere solo una parte, o una frazione, di ciò che è depositato nei loro caveau e sono libere di utilizzare la somma restante a loro piacimento. Canada e Regno Unito sono esempi di paesi in cui una banca non ha alcun obbligo giuridico di mantenere una qualsiasi percentuale di tale deposito originale nel suo caveau. Negli Stati Uniti, se le transazioni nette di una banca (depositi e conto clienti) sono meno di $12.4 milioni, il coefficiente di riserva è pari a zero. E' una cosa molto diversa dai silos, in cui la legge afferma tassativamente che il proprietario deve tenere il 100% del grano depositato nel silos.
Ci sono due risultati nella pratica della riserva frazionaria, e nessuno dei due positivi per la persona media.
In primo luogo, le banche si ingrandiscono perché hanno accesso ad una fonte di finanziamento che altrimenti non sarebbe disponibile se dovessero rispettare le stesse leggi come le altre imprese. Quando i commentatori dicono che "le banche sono differenti," c'è una certa verità in questa frase. Hanno un privilegio legale che permette loro di crescere al di là di quello che possono. Questo spiega anche perché molte banche ed istituzioni finanziarie vengono considerate come troppo grandi per fallire.
In secondo luogo, le banche diventano più rischiose. Ogni volta che un deposito non è supportato al 100%, il depositante è esposto alla possibilità di non vedersi rimborsato il deposito. Se una banca utilizza il deposito per finanziare un mutuo, il mutuatario va in bancarotta e non può rimborsare la banca, c'è il rischio che il depositante originale perderà parte del suo denaro. Un caso più comune è una corsa agli sportelli bancari, in cui molti depositanti cercano di ritirare i soldi nello stesso momento. Il risultato presenterà una situazione in cui ci sono fondi insufficienti per onorare contemporaneamente tutte le richieste di rimborso. Ciò è avvenuto con diverse banche in Islanda, Irlanda, Gran Bretagna e Cipro nel corso degli ultimi quattro anni.
Pero' poche persone si preoccupano di quest'ultimo problema, a causa di quello precedente. Dal momento che le banche sono diventate troppo grandi per fallire, veniamo rassicurati che se una va in bancarotta, noi come depositanti non ci perderemo. Il governo si impegna implicitamente, o anche in modo esplicito attraverso l'assicurazione sui depositi, ad intervenire e salvare gli attori irresponsabili.
Il risultato è lo stato di cose confuso che abbiamo oggi con due campi che appoggiano la stessa richiesta — stabilità del sistema bancario — attraverso due mezzi diametralmente opposti: "maggiore regolamentazione" in contrapposizione ad una "minore regolamentazione."
Una Soluzione
Questi due campi non si escludono a vicenda. Siamo in grado di risolvere i problemi dell'azzardo morale e dei "troppo grandi per fallire" in un colpo solo: mettendo fine alla riserva frazionaria.
Ponendo fine a questo privilegio legale, eliminiamo la possibilità che le banche possano crescere fino a raggiungere dimensioni smisurate. Rispettando gli stessi principi giuridici (o "regole," se volete) di qualsiasi altra impresa di deposito, le banche non risulterebbero indebitamente avvantaggiate. Se le banche riducono le loro dimensioni, la dottrina dei "troppo grandi per fallire" verrà eliminata, o almeno notevolmente ridotta. Questo significa che se i depositanti ed i banchieri si renderanno conto della presenza di perdite, saranno solo loro che ci perderanno.
Il rischio delle perdite è una grande forza per rimuovere l'azzardo morale, il quale esiste solo quando la capacità di guadagno di una persona non è vincolata alla minaccia di una perdita. Consapevoli delle conseguenti perdite, i depositanti chiederanno che le loro banche aderiscano a principi di gestione più prudenti ed i banchieri saranno costretti a rispondere a queste esigenze.
I critici preoccupati dei "troppo grandi per fallire" hanno ragione. Abbiamo bisogno di più "norme," in un certo senso. Abbiamo bisogno che le banche siano disciplinate dagli stessi principi giuridici in materia di frode, come ogni altra attività. Anche i critici preoccupati per l'azzardo morale hanno ragione. Abbiamo bisogno di minori regolamentazioni di ogni altro tipo.
La riparazione di un sistema finanziario rotto non deve essere ostacolata da differenze politiche inconciliabili. Riconoscere le vere questioni in gioco — privilegio legale ed assunzione di rischi sconfinata — permette di riunire i sostenitori di soluzioni molto diverse in un unico gruppo coerente. Fare in modo che concordino anche i banchieri è un'altra storia.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/
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i favorevoli al sistema monetario attuale affermano che cosi è stata favorita una crescita enorme. anche a volere ammettere, cosi per semplicita di discorso, che la ris fraz abbia contribuito ad usicre dal dopoguerra irrorando la societa nel suo insieme, in sepcie la piccola e media impresa, ebbene questa funzione avrebbe straesaurito i suoi effetti! ed oltretutto ogni cinghia di trasmissione è oramai compromessa. è sotto gli occhi di tutti che non è piu sostenibile. come un droga, od uno sportivo dopato, il lungo termine distrugge l organismo assuntore di droga, anche se performante a breve termine. mises non era d accordo neanche sul breve termine, ed in ogni caso è una forma di schiavitu e distribuzione iniqua. ma anche tralasciando tutto quanto dettto appena sopra, anche ad accettare le tesi di cui all inizio del commento, ora il mulo è sfinito. a meno che non si voglia vivere solo per la continua crescita in stato di schiavitu. un dio come un altro! ma allora basta una sana schiavitu, d òatra parte lòa democrazia è relativamente giovane!
RispondiEliminaAbolire la rf significherebbe rivoluzionare il modello storico di business del sistema creditizio. Non verrà mai fatto perché tutti vogliono avere a che fare con questo imbroglio legale. Non si combatte il sistema bancario, si cerca di farne parte, si cerca di avere una banca, si prova a scalarla, si cerca di assecondarne i progetti perché loro ti danno il denaro e ti fanno ricco, ci si accorda con un sistema così redditizio e protetto.
RispondiEliminaIl potere politico adora questo sistema che gli dà il sostegno o può toglierglielo. E perciò il sistema bancario può fare ciò che vuole. Le regolamentazioni sono fumose, inutili, aggirabili, fatte solo per dare una parvenza di controllo e buona condotta. Ma riguardano sempre e soltanto aspetti marginali, non il cuore del problema.
La rf ha redistribuito la ricchezza in maniera innaturale ed eccessiva ed ha gonfiato la bolla Occidente. Ha favorito lo sviluppo di un sistema di grande e repentino benessere materiale diffuso in una ben precisa e confinata area del mondo. Ma a che prezzo? Una distorsione storica immensa. Un divario di sviluppo mai prima sperimentato. Certo con ricadute positive anche oltre l'Occidente, ma anche con enormi ingiustizie, prevaricazioni e violenze dei più ricchi sui più poveri.
Oggi assistiamo ad una tragedia immensa che ha le sue cause prime nella prevaricazione consentita dal sistema fiatmoney e riserva frazionaria. Oggi non ho sentito gli intellettuali francesi strapparsi le vesti per i diritti umani di quei poveracci salpati dalla Libia liberata dal dittatore. Oggi non ho sentito i massimi vertici istituzionali del nostro Paese invocare l'intervento militare delle buone democrazie occidentali per liberare i Libici e portare libertà e democrazia oltremare. Oggi non ho visto l'USAF intervenire in soccorso degli individui oppressi.
Oggi sono quasi più incazzato che attonito.
Sarebbe stato meglio non capire nulla e non aver mai sentito parlare della scuola austriaca...
http://www.corriere.it/economia/13_ottobre_03/crolla-potere-acquisto-famiglie-2012-scivola-minimi-1990-c70d92b2-2c11-11e3-b674-51fbe6c64466.shtml
RispondiEliminaE probabilmente sono dati manipolati per difetto.