Bibliografia

mercoledì 9 ottobre 2013

Pena di morte: Quale sistema è barbarico?

Ho aspettato un po' prima di pubblicare questo articolo, perché sapevo che avrebbe potuto scatenare diatribe sulle intenzioni dell'autore o Dio solo sa che cosa. Sta di fatto che stavolta, diversamente dal passato, non darò per scontato nulla e vi voglio proporre il perché ho deciso di pubblicare questo pezzo. Per come la vedo io, la società occidentale ha trovato il modo di evitare il senso di colpevolezza o il sentirsi le mani bagnate di sangue in campi come l'eutanasia o la pena di morte. Ma nemmeno allo stato, a cui viene delegato questo compito, piace essere visto come un assassino. Vengono quindi incaricate strutture o persone "specializzate" che dietro compenso agiscono come delle macchine di morte: attraverso dei sorrisi o dei grugniti uccidono il soggetto pulendo eventuali sensi di colpa. Per capire meglio quello che intendo cercate di riportare alla mente la scena del film Lawrence d'Arabia in cui il protagonista, per impedire che il suo amico ferito cada nelle mani del nemico pronto a farlo soffrire indibicili sofferenze, lo uccide tra le lacrime. Essere dalla parte del grilletto non è facile, diffidate da chi vi dice il contrario.
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di Gary North


Se una società imponesse la pena di morte, come la maggior parte delle quali ha sempre fatto, quale sistema avrebbe più senso?

Sistema 1

L'istituzione che la approva è lo stato, non la famiglia o il clan.
I cittadini hanno il diritto di portare armi.
Il cittadino ha il diritto di arrestare -- non esiste un monopolio statale.
L'imputato deve essere accusato come minimo da due testimoni.
Le persone che lo accusano devono essere tra i carnefici.
L'imputato ha l'opportunità di confrontarsi con i suoi accusatori.
Una falsa accusa è un reato contro la vittima.
La pena per falsa accusa sarebbe la stessa di quella applicata alla vittima.

Sistema 2

L'istituzione che la approva è lo stato, non la famiglia o il clan.
I cittadini non hanno il diritto di portare armi.
Il cittadino non ha il diritto di arrestare -- monopolio statale.
L'imputato non ha bisogno di essere accusato da almeno due testimoni.
Le persone che lo accusano non sono presenti alla sua esecuzione.
Il carnefice è un burocrate anonimo assunto dallo stato.
L'esecuzione si svolge in una prigione.
Il condannato non ha la possibilità di confrontarsi con i suoi accusatori.
Una falsa accusa è un reato contro lo stato (es. il tribunale).
La pena per falsa accusa è la prigione.
I contribuenti pagano per il sistema carcerario.

Domanda: quale sistema è in grado di ridurre il numero di false accuse?

Pensateci e considerate le sanzioni.

Quando le famiglie o i clan fanno valere il diritto di imporre sanzioni, una società viene minacciata da faide. Ciò aumenta la violenza, la rende imprevedibile, la rende infinita e la vendetta sostituisce la giustizia.

Lo stato afferma il suo diritto all'esecuzione. Ma lo stato è autonomamente sovrano? O fa derivare la sua sovranità dai suoi cittadini? Chi esercita la sovranità primaria? Su quale base giuridica?

Il secondo sistema è quasi universale nelle società laiche di oggi.

Alcune nazioni non impongono la pena di morte. All'uomo che ha ucciso 77 persone in Norvegia nel 2011 gli sono stati dati un massimo di 21 anni: 13 settimane a vittima. Tra 10 anni potrà chiedere la libertà condizionata: sei settimane a vittima. Ecco l'implicazione economica: un forte sconto per gli omicidi di massa. Io ne ho parlato, i media mainstream no.

Coloro che hanno familiarità con la Bibbia ricorderanno che il primo sistema qui sopra venne richiesto dalla legge mosaica. Ma poiché i cittadini moderni sono stati istruiti nelle scuole umanistiche, non hanno riflettuto sulle implicazioni dei due sistemi. Pensano che la legge mosaica sia barbara. Pensano che il sistema umanista sia umano. Questo è quello che insegnano gli umanisti.



SOVRANITA' DEI CITTADINI

Il cittadino dovrebbe essere armato? La legge di Mosè diceva di sì. Qual è il minimo comune denominatore per le armi? Non una mazza. Se si vive in una società in gran parte priva di alberi, il minimo comun denominatore è una pietra. Non c'è bisogno di un'ascia per tagliare un ramo da un albero. Lo si prende da terra e lo si usa come arma. Questa è un'arma quasi universale, ma non in un deserto. Il diritto legale di difendersi con una pietra è un segno della vostra sovranità giudiziaria. La legge non dice che sia necessario attendere un uomo con un distintivo affinché venga a difendervi.

Lo stato moderno cerca di disarmare i cittadini, cerca di estirpare il segno fondamentale della loro sovranità. Gli Stati Uniti sono un eccezione a questa tendenza, ma il resto del mondo non riesce a capire perché il diritto di possedere e portare armi sia un caposaldo della nostra Costituzione. I liberal odiano l'idea di una cittadinanza armata ed insistono che solo gli agenti dello stato -- persone con distintivi -- dovrebbero avere il diritto di portare un'arma. Questa battaglia politica è fondamentale secondo il vecchio concetto biblico di cittadinanza: limitare lo stato limitando l'autorità delle persone con i distintivi. Lo stato cerca di eliminare il segno visibile della sovranità dei cittadini.

Tuttavia, secondo la giurisprudenza, esiste un campo in cui i cittadini sono disarmati negli Stati Uniti: esecuzioni da parte di uomini con distintivi. La cittadinanza è felice di delegare questo segno di sovranità allo stato. La gente accetta la tesi secondo cui è barbaro per i cittadini poter partecipare alle sanzioni civili. Lo stato afferma questa sovranità e gli elettori la accettano. Nella guerra contro una cittadinanza armata (segno di sovranità giudiziaria dei cittadini), i liberal cercano di prendere quello che possono ottenere. Respingono l'idea che i cittadini possano essere sovrani -- non solo nell'autodifesa, ma anche nelle esecuzioni. Sono riusciti a convincere anche i conservatori. I simboli sono importanti e i difensori della sovranità dello stato lo sanno meglio dei difensori di quella dei cittadini.



DUE TESTIMONI

La legge mosaica richiedeva due testimoni.

Un solo testimonio non avrà valore contro alcuno, per qualsiasi colpa e per qualsiasi peccato; qualunque peccato questi abbia commesso, il fatto dovrà essere stabilito sulla parola di due o di tre testimoni. (Deuteronomio 19:15)



SPERGIURO

Gli accusatori potevano essere sospettati di falsa testimonianza. La pena per la falsa testimonianza sarebbe stata quella che avrebbe dovuto scontare la vittima se fosse stata condannata, o quella che avrebbe subito se fosse stata condannata e punita. Ciò valeva anche per reati capitali.

Qualora un testimonio iniquo si alzi contro qualcuno per accusarlo di ribellione, i due uomini fra i quali ha luogo la causa compariranno davanti al Signore, davanti ai sacerdoti e ai giudici in carica in quei giorni. I giudici indagheranno con diligenza e, se quel testimonio risulta falso perché ha deposto il falso contro il suo fratello, farete a lui quello che egli aveva pensato di fare al suo fratello. Così estirperai il male di mezzo a te. Gli altri lo verranno a sapere e ne avranno paura e non commetteranno più in mezzo a te una tale azione malvagia. (Deuteronomio 19:16-20).



PARTECIPAZIONE DEL TESTIMONE

La legge mosaica prevedeva che il testimone che aveva testimoniato contro qualcuno doveva partecipare alla sua esecuzione. La sanzione civile non poteva essere nascosta ai testimoni.

Colui che dovrà morire sarà messo a morte sulla deposizione di due o di tre testimoni; non sarà messo a morte sulla deposizione di un solo testimonio. La mano dei testimoni sarà la prima a levarsi contro di lui per farlo morire; poi, la mano di tutto il popolo; così torrai il male di mezzo a te.

Era un'esecuzione pubblica. L'imputato aveva l'opportunità di confrontarsi con i suoi accusatori per l'ultima volta. Nel Nuovo Testamento, l'esempio preminente era la testimonianza e l'esecuzione di Stefano (Atti 7).

Qual era la pena per un reato capitale? La morte per lapidazione.

E tutti gli uomini della sua città lo lapideranno, sì che muoia; così toglierai via di mezzo a te il male, e tutto Israele lo saprà e temerà. (Deuteronomio 21:21).

Perché la lapidazione? Perché la pietra era il segno universale del diritto all'auto-difesa. Rappresentava il diritto di possedere e portare armi. Era anche economico: ogni cittadino poteva permettersi una pietra.

Una pietra era un'arma universale. Lo stato non le distribuiva e non delegava questa autorità solo a persone che potevano permettersi una spada; anzi non delegava affatto tale compito. Il diritto di partecipare all 'esecuzione è un diritto fondamentale, immune dalle esclusioni dello stato. Lo stato non forniva i mezzi per l'esecuzione come segno della sua sovranità sui cittadini. La pietra era il segno della sovranità -- una sovranità sullo stato. Lo stato riceve la sovranità da Dio e dagli uomini. Non è esso stesso la sua fonte.

Nessuna persona era responsabile per la morte del condannato. Era un atto dello stato, il che significava un atto della cittadinanza. Non era un atto legittimamente delegato ad un carnefice pagato.

Nell'Inghilterra dell'età moderna il ricco non finiva appeso alla corda del boia. Ne era indegno. Veniva giustiziato per decapitazione. Era usanza dare una moneta d'oro al boia mascherato. Perché? Era una tangente. La vittima sapeva che il boia avrebbe potuto rovinare "accidentalmente" l'esecuzione, e quindi morire tra atroci sofferenze. Così, pagava per una decapitazione pulita. Ecco la voce di Wikipedia sulla decapitazione.

Se la scure o la spada del boia era tagliente e la sua mira precisa, la decapitazione era veloce e si presumeva anche indolore. Se lo strumento era smussato o il carnefice era maldestro, sarebbero stati necessari più colpi per tagliare la testa. Alla persona che doveva essere giustiziata veniva quindi consigliato di dare una moneta d'oro al boia per assicurarsi che facesse un lavoro preciso. Le esecuzioni di Robert Devereux, Secondo Conte di Essex, e di Maria, Regina di Scozia, richiedettero tre colpi. Si dice che per Margaret Pole, Ottava Contessa di Salisbury, ce ne vollero addirittura dieci.

Nell'Israele mosaica non era così. Non c'era nessuno da corrompere. Non c'era nessuno incaricato del colpo finale. Era un'esecuzione di comunità, in quanto tutte le esecuzioni in una repubblica o in una democrazia sono atti giuridicamente comunitari. La sovranità deriva da Dio e dal popolo, non da oligarchi o re. L'esecuzione viene fatta in nome di Dio e del popolo. Il marchio della sovranità del popolo è la loro partecipazione alle esecuzioni.



RIDURRE LA FALSA TESTIMONIANZA

Con questo sistema, la falsa testimonianza sarebbe comune? Ho i miei dubbi. Ad ogni passo del processo di falsa testimonianza, al criminale sarebbe ricordata l'entità della pena. Dovrebbe scagliare la prima pietra. Se poi venisse condannato, sarebbe il destinatario della prima pietra.

Gli umanisti hanno abbandonato questo sistema in Occidente. Prima venne il boia, di solito mascherato -- un funzionario dello stato anonimo e pagato. Poi arrivarono le impiccagioni pubbliche, dove la comunità vi assisteva ma rifiutava di partecipare all'atto. L'umanista moderno vuole nascondere l'esecuzione. Deve essere invisibile.

Ad ogni fase i progressisti hanno sostenuto che la pena di morte del periodo fosse barbara.

Ad ogni fase i testimoni sono stati allontanati dalle conseguenze visibili della loro testimonianza. Questa è una barbarie.



CONCLUSIONE

La persona che considera barbari quei cittadini di una comunità che lapidano una persona condannata, hanno accettato il primo principio della teoria politica moderna: la sovranità superiore dello stato sui suoi cittadini. Per iniziare a ripensare a questa premessa, bisognerebbe ripensare alle opinioni sulla lapidazione.

Ritengo che una cittadinanza disarmata sia una barbarie. La Sinistra invece no, e ha tentato di convincere i conservatori che una popolazione disarmata sia la cosa migliore. Ha avuto successo: la legittimità di tutte le esecuzioni statali delegata ad uno o più burocrati anonimi con un distintivo -- il segno della sovranità statale.

L'Unione Sovietica costruì un intero ordine sociale su questo principio di giurisprudenza. La prigione di Lubyanka era il suo simbolo supremo. Il romanzo di Arthur Koestler lo riassume in tre parole: buio a mezzogiorno.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


14 commenti:

  1. Roba grossa, oggi!
    Qualche giorno fa in un villaggio marittimo del Madagascar la popolazione inferocita ha catturato, torturato per la confessione e bruciato vivi sulla spiaggia tre stranieri accusati di traffico di organi umani. Un linciaggio, giustizia sommaria, una barbarie secondo i media occidentali attoniti.
    Ma poi la notizia e' sparita dalla ribalta.

    Cosa e' un diritto naturale? Cosa e' un diritto umano?

    Qui aspetto le riflessioni competenti e personali di gdb. Intanto, espongo le mie.
    Dopo il vecchio testamento mediorientale, orientale ed africano (il mondo antico), c'è stato il nuovo testamento che ha contribuito in modo determinante a sviluppare la storia del l'occidente fino ad oggi, sia pure con molte contraddizioni. Non ricordo citazioni dai Vangeli riportate da North. Eppure non è un tipo spiccio. È molto old right, o bianco o nero. Ed ammetto che talvolta, di fronte alle madornali minchiate che ci tocca sentire, vedere e subire, talvolta vien davvero voglia di semplificare la vita con un taglio netto o con un colpo secco. Ma dietro di me ci stanno 2013 anni di cristianesimo e varianti.
    I padri liberali erano quasi tutti implicati con la religione. Erano filosofi morali prima che politici od economici. E non dimentico i secoli delle civiltà greca e romana.
    Insomma, il politically correct ci propone sempre Cesare Beccaria, ma manipolato per le finalità dei manipolatori. Se non erro la pena di morte non l'aveva del tutto negata, ma riservata ai casi più gravi. E Rothbard ha scritto che dovrebbe essere decisione lasciata ai familiari della vittima, per quanto istituzionalizzata nelle forme di esecuzione.
    Qui non c'è lo spazio e neppure il tempo per inoltrarsi nell'argomento. Non vuol essere la solita scusa per rimandare ad altre sedi e tempi che non ci saranno mai, ma concludo con un pensiero che mi segue da un po' di tempo. Si possono perdere i diritti umani per colpe gravissime? Si può essere espulsi coram populi dal genere umano? C'è una soglia del male compiuto oltre la quale è giusto e sacrosanto l'operato anonimo e collettivo dei Malgasci?

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  2. Aggiungo un'altra considerazione.
    È vero, Francesco, l'occidente ha trovato il modo di separarsi da certe responsabilità. Vuoi vedere che c'entra la mediazione cattolica tra l'individuo ed il Padreterno?
    Anche lo stato è un mediatore. E, nell'affidargli o nell'essersi preso questo ruolo, deresponsabilizza, separa, si frappone tra la volontà individuale e la realizzazione che diventa collettiva. Anche per questo limita la libertà individuale, perché la separa spesso dalla responsabilità individuale. Interviene al posto tuo.
    La mediazione cattolica guida al posto dei fedeli, indirizza, spiega, ma perdona anche. Certo, in cambio chiede responsabilizzazione per il futuro, di ritrovare la retta via per la salvezza. Ma perdona come mediatore.
    Il pastore protestante non guida per te, prova a spiegarti come guidare da solo, ma il confronto con il principio è individuale, certamente molto meno mediato. Il perdono è molto meno mediato.

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  3. Infatti questo è un argomento che ha spien da tutte le parti,ma come sosteneva anche Rothbard i libertari dovranno affrontarlo prima o poi. Quando poi si sente parlare della giustizia della pena pare di sentire parlare di sport: tutti ne parlano ma nessuno sa di cosa in realtà si stia parlando. Le ragioni per cui una squadra vinca o perda sono insondabili da parte del pubblico quanto lo sono i motivi che portano ad una determinazione delle pene.

    La realtà è che una giusta pena non esiste. Non serve a molto piangere sul latte versato, come non serve punire i cani per i cancelli aperti che hanno fatto scappare gli animali. Prevenzione sarebbe meglio, ovvero, l'autodifesa. Ma i lor signori non sono assolutamente interessati alla NOSTRA protezione, perciò tutto il sistema attuale si basa su premesse fallaci.

    Una cosa è sicura: qualsiasi cosa si faccia sarà sbagliata e bisognerà assumersene la colpa, che può essere più o meno grave con cui convivere.

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  4. Che lo stato ci abbia messo lo zampone è insindacabile, infatti. Quale ente (e di conseguenza le persone al suo interno che prendono decisioni) può farla franca sterminando allegramente gente in tutto il globo senza che possa rispondere di tali crimini?

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  5. Eh, vabbe', proseguo. Però vado offtopic.
    Una cosa e' insegnare la Prudenza, altro e' instillare la Paura. La prudenza dovrebbe guidare il libero arbitrio, dovrebbe esserne il cardine della responsabilità che ci si accolla nell'azione. La paura invece è un freno all'azione libera.
    Se spaccio la libertà come rischio, come abisso spaventoso, se instillo la paura esagerando il senso del limite ( che in realtà giustifica la prudenza), posso esercitare il controllo e propormi come mediatore, protettore e guida. Cedimi la tua libertà in cambio della sicurezza che ti prometto. Questo è il genitore del bambino piccolo. È lo stato paternalista, il piccolo padre.
    Poi il bambino cresce ed il genitore bravo dovrebbe favorire l'autonomia progressiva del figlio. Questo è educare. Condurre accompagnando, insegnando dall'esperienza la prudenza, non la paura, ma lasciando che un po' alla volta il figlio impari a camminare da solo, sempre più libero e responsabile di se stesso. Nessuno stato contemporaneo si comporta così, perché il suo scopo non è la liberazione, ma il controllo ed il conformismo, la conservazione del controllore. La mediazione cattolica periodicamente invidia un po' le teocrazie orientali. Ma si deve confrontare con la secolarizzazione del mondo occidentale e pertanto ha imparato ad esercitare in modo pragmatico e adattativo, cioè con intelligenza, il soft power.

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  6. attenzione, interruzione dei programmi filosofici, che saranno ripresi il piu presto ossibile e, sperando, ci riguardano poco. breaking news

    http://www.corriere.it/economia/13_ottobre_09/obama-pronto-nominare-yellen-065a49b8-306f-11e3-8faf-8c5138a2071d.shtml


    i keynesiani gia esultano, siamo salvi!!!



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  7. (Schiarimento di voce) Credo che il video calzi a pennello alla situazione: http://youtu.be/N-g7NtnF97M.

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  8. north bianco e nero, fosse della juve? beccaria era per il diritto di portare armi, contro la pena di morte, a favore dei lavori forzati. ma contro la tortura se non nel caso di.... testimone reticente, cioe che rifiuta di rispondere.... hahaha, da li a testimone che non dice quello che si viol sentir dire il passo è breve, anzi brevissimo. su quest argomento ognuno dice la sua, non esistono tecnicalita, quindi non perche giurista uno ha piu cognizione di altri. è argomento assiologico, no tecnic; vale solo il fatto che chi si è occupato dio diritto conosce piu storia e filosofia della vicenda. il che ha un suo peso. ma non di certo assoluto, direi neanche preponderante. ma aserve ad assistere chi sa ragionare. i diritti umani sono stati ipermutevoli nel tempo. un po anche quelli naturali, in principio di ascendenza religiosa. quindi si può dire di tutto e di più. io mi attengo ai diritti autoevidenti, che non esigono spiegazione ma non hanno base metafisica. sulla pena, la retribuzione morale è in kant, qualcuno che di morale ne masticava un po; non solo nella legge del taglione. ma al di la di tale teoria, che mi trova incline, oltre l autoevidenza è la logica a guidarci: la pena di morte è inammissibile perche l errore nella sentenza è inevitabile. chi accetterebbe di morire per aver fatto un errore nel sentenziare (familiare od istituzionale sia il giudice)? ed una volta applicata, scoperto l errore è tardi. si, è anche vero che dopo 50 anni di prigione la scoperta sarebbe tardiva, ma allora non potremmo mai applicare pene. un bilanciamento serve, e l inibizione per errore prasseologicamente inevitabile della pena di morte mi sembra ragionevole. ovviamente, ai lavori forzati, non retribuiti.

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  9. la retribuzione morale ha a che fare con il condivisibile pensiero di fondo dell articolo, che north esplicita coi suoi modi affabili (peraltro mescolando l antidarwinismo: certo che è possibile essere scientificamente antidarwinisti. non è possibile essere scientificamente creazionisti!), e cioè che la pena è stata sottratta, direi scippata, alla sua dimensione umana relazionale, tragica, impossibile, per essere consegnata ad un manipolo di burocrati che maneggiano scartoffie (molti dei quali - aggiungo - ignorano la filosofia del diritto, quindi quello che il diritto è; quindi quello che fanno), svilita a funzionalità (uomo come mezzo e non come fine), quando va bene; a controllo sociale (non sui rei, ma sulla vendetta privata) degli offesi dal reato, che vengono inibiti perche cosi fa comodo al sistema, quando va un po peggio; a stanca routine occasionale piena di rassegnazione nella sua quotidianita, quando si vede la realta. ecco, il recupero della dignita umana e dell esperienza tragica della pena, della sua necessita non pedagogica ma relativa alla necessita di ricostituzione di un ordine violato (anche relazionale, non necessariamente divino; ma cosi si sacralizza comunque, giustamente, la relazione umana), è il punto che l articolo porta avanti, ma che nasconde, come fa apposta north nei suoi articoli, sotto false superficialità e soprattutto modalita di sfida... direi che è un vecchio burbero, che per certi aspetti tanto puo insegnare... ma poi temo s incazzi :)

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  10. http://sergiomauri.wordpress.com/2012/01/26/il-problema-del-populismo-razziale-nellamerica-della-guerra-fredda/


    non l ho ancora digerito; un po complicato inutilmente, troppo articolato, sinistrorso in modo eccessivo. ma certamente una prospettiva intrigante, particolare; ed una modalita ricostruttiva interessante. che ne dite?

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  11. beh, se sappiamo con certezza assoluta che c è stato un traffico d organi umani; se lo sappiamo; con certezza assoluta; allora il processo è una farsa ininfluente. perche farlo? mi ricordo la prescrizione per priebke, mi pare, del tribunale militare di roma. rivolta popolare e sentenza rimangiata. non era piu degno dire che il processo era inutile? il processo vale per gli eventi relazionali ordinari. non per i drammi, le situazioni eccezionali, non contenibili in un ordine procedimantale. li il processo ha altre funzioni: ordinatrice, canalizzatrice, dirappresentazione teatrale, mitologica.
    la reale funzione del processo, ordinariamente, non è quella di applicare la pena dopo un rito codificato, bensi quella di verificare se sussistono le condizioni per la colpevolezza. il gesto in mada è selvaggio non per la pena o per le vie brevi, ma per non aver dato la possibilita di difesa sull esistenza del reato. anche norimberga ha avuto la sua assoluzione.
    nei casi di dramma, il processo, quando non una parvenza farsistica per nascondere un piu leale vae victis, allora è la rivitalizzazione del dramma, e la sua catarsi. tra teatro e psicoanalisi deve finire come una tragedia greca: male

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  12. Grazie gdb. Non solo spiegazioni, ma spunti ulteriori di riflessione. Come sempre. Sapevo solo la differenza tra la verità processuale e la verità dei fatti. E' già qualcosa e per come la vedo io, ben pochi conoscono questa differenza. Purtroppo. Grillini ed altri beoti pericolosissimi accecati dal giustizialismo politico ignorano anche questo.
    Sergiomauri lo leggo un'altra volta che stasera sono cotto.
    Comunque, quello che mi pare tu ci dica è che anche la giustizia umana ha un valore relativo. Come ogni altra cosa che ci riguarda. È non dobbiamo mai dimenticarlo. Dal legno storto non potrà mai uscire nulla di completamente diritto. Già! Diritto!

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  13. Esposizione sostanziale gdb, soprattutto strutturata con dovizia di particolari e rfilessioni. L'ampliamento della tesi di North passa anche da queste considerazioni. Sono davvero soddisfatto che la discussione non sia sfociata in un tifo pro/contro la pena di morte. Mi interessava infatti portare alla luce il lato delle persone che le emtte di fronte alle proprie responsabilità: porre fine all'esistenza di un uomo, al suo futur, alle implicazione che potrebbe avere con altri individui, è un macigno sulla psiche di colui che preferisce delegare questo compito a persone terze.

    Ancora uan volta de-responsabilizzaione. Soprattutto perché la società attuale fa di tutto per preparare le persone a vivere, ma fa pochissimo per prepararle a morire. E' uno degl iattuali limiti dell'occidente, uno di quei tanti che contribuiscono a far restare calato quel velo di ipocrisia e contraddizione schizofrenica di cui la scoietà attuale è malata.

    Prima le guerre venivano combattute solo dagli eserciti, poi lo stato ha dichiarato di rappresentare il popolo ed ecco che arrivano guerre mondiali e distruzioni a tappeto di villaggi e città. Perché coloro che possono dichiarare guerra dovrebbe essere esenti dalla pena di morte? E' la parola criminale che è stata criminalizzata a dovere affinché potesse servire da espediente per manomettere le facoltà cognitive degli individui e rivoltarle contro loro stessi.

    Cosa significa essere un criminale?

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  14. Crimine etimologicamente significa atto grave che deve essere oggetto di giudizio. Il criminale è perciò l'autore del grave atto.
    Non sono d'accordo sul fatto che chi delega la pena di morte sia schiacciato da un macigno. È il contrario. Il boia viene deresponsabilizzato perché agisce in nome dello stato o della legge. Chi delega l'esecuzione a persone terze è anch'esso materialmente deresponsabilizzato. La deresponsabilizzazione è considerata un vantaggio in senso lato. Fa comodo. Chissenefrega se in cambio cedo quote di libertà. Sennò a che mi serve la libertà se non posso che trarne dure responsabilità di ... sbagliare? Invece, così, ne scambio un po' e mi sono alleggerito l'anima. E caso mai posso contestare il delegato se non mi aggrada più. La deresponsabilizzazione funziona nel 99,99% dei casi. Si cerca sempre un vantaggio, non è vero? Semmai si può criticare che ci si è affidati male. Ma non che si cerchi di vivere serenamente (illusoriamente).

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