di Francesco Simoncelli
[Questo articolo è apparso anche sul magazine online The Fielder.]
La prasseologia è lo studio dell'azione umana. E' un compito che spesso e volentieri viene travisato da coloro che non si concentrano sulla natura dell'essere umano, ed invece studiano le sue azioni attraverso parametri stabiliti. Insomma, come se stessero osservando dei topi bianchi dentro una teca di vetro. Secondo questo modo di vedere, l'uomo viene inserito in dei modelli comportamentali prestabiliti che fungono da cartina tornasole per eventuali previsioni future. La freddezza di questo approccio è riscontrabile nella sua stessa fallibilità. Come è possibile inquadrare un essere così volubile come l'essere umano?
E' un concetto semplice, eppure talmente vituperato e contrastato. Soprattutto da coloro che repuano l'economia una materia scientifica alla stregua delle scienze naturali. Non solo, sostengono di conseguenza che il metodo scientifico sia un metodo di studio talmente universale da poter essere associato a qualsiasi situazione in qualsiasi materia. E' davvero così anche in economia? Si può dividere tale materia in ciò che è giusto e ciò che non lo è? E' possibile predire determinati comportamenti umani attravero lo stilamento di modelli che si basano su dati empirici?
Perché di questo si tratta, infatti tali modelli si basano su una raccolta di dati empirici dai quali ci si aspetta altri risultati empirici secondo le loro previsioni. Così come nelle scienze naturali, esiste questa legge non scritta secondo cui se un fenomeno è accaduto una volta esso può ripresentarsi benissimo una seconda volta. Da questa conclusione sono nate tutte le assonanze che vogliono paragonare la Grande Recessione di oggi alla Grande Depressione degli anni '30. E' per questo che si sono levate tante voci a favore di una soluzione condivisa dalla gilda degli economisti mainstreream: la banca centrale deve inflazionare di più. E' questa la tesi che le analisi monetariste e keynesiane hanno posto al centro dei loro studi sulla depressione degli anni '30. La considerano una strategia vincente. Ma quale sarebbe questa vittoria empirica su cui gli economisti mainstream fondano le loro tesi?
Otto anni di interventismo estemo della FED e solo le persone facoltose hanno prosperato da questa strategia. A spese di chi? Della classe media. Questa strategia è basata su una teoria: le persone ricche, che comprano molte azioni ed obbligazioni statali, si sentiranno più ricche e quindi aumenteranno i loro acquisti di queste classi di asset. Infatti, il QE3 è un mezzo indiretto per dare gas al settore azionario.
Attraverso questa semplice ed appariscente luce al neon, si dice che la ripresa economica è oggettivamente iniziata. I modelli lo predicono. Prego? Predicono? Quindi basta guardare un monitor, stilare qualche grafico, ed è possibile predire dove andrà l'economia l'anno prossimo? Oppure quali asset saranno prescelti dalla popolazione come centro della prossima mania? Eppure Paul Samuelson, il più fervido sostenitore dei modelli matematici in economia, è stato l'autore della previsione più sballata della storia economica degli ultimi 70 anni: il successo dell'URSS.
Che ci sia qualcosa si sbagliato in questo modo di agire lo riconoscono anche figure estranee alla Scuola Austriaca come Nassim Taleb e Pablo Triana, che sul FT scrivono: "Quasi tutti nel risk management sanno che i metodi quantitativi (come quelli usati per misurare e predire le esposizioni, il valore dei derivati e del rating di credito) non funzionano. [...] Quasi tutti sarebbero d'accordo che il fallimento nel 1998 della Long Term Capital Management ha gettato discredito sui metodi quantitativi degli economisti insigniti del Nobel (coinvolti nella sua bancarotta) e sulla loro scuola di pensiero definita "finanza moderna." Eppure continuano ad essere usati metodi fortemente radicati in questi stessi principi quantitativi. [...] Questa frode può solo essere smascherata esponendo al pubblico ludibrio i suoi sostenitori, boicottando la gilda economica mainstream e le istituzioni che hanno permesso un simile scempio."
Il buon economista non dirà mai: "Abbiamo provato più e più volte che il libero mercato funziona; fidatevi di me, è così che funzionano le cose." Ma dirà: "Pensa ad un modo diverso di guardare le cose." Non si spinge qualcuno a credere fideisticamente al libero mercato, ma gli si propone la possibilità di avvicanrsi ad un nuovo modo di vedere le cose (es. leggendo Bastiat), stimolando la sua curiosità.
Grandi economisti come Ludwig von Mises, Friedrich Hayek e Murray Rothbard pensavano che nel campo dell'azione umana, quindi inclusa l'economia, non esistono costanti come invece esistono in materie come la fisica. Non possono esistere equazioni in grado di predire e dettare passo dopo passo il futuro economico di una nazione. L'imprevedibilità dell'azione umana rende futile quell'esercizio che si sforza in tutti i modi di trasformare una variabile in una costante: cercare di dimostrare empiricamente come possa esistere un metodo giusto attraverso il quale poter inquadrare l'intero tessuto economico. A chi giova? Al sistema statale. I monopoli odiano l'imprevedibilità, odiano le sorprese.
COMBATTERE LO STATO
E' davvero imbarazzante notare quanto tempo ed energia viene convogliata nelle discussioni su come rendere più efficiente l'apparato statale. In realtà, esso non si prefigge affatto di diventare più efficiente necessita solamente di personale "qualificato" che garantisca per le sue azioni. La vicenda sulla ritenuta d'acconto che coinvolgeva il lavoro intellettuale di Milton Friedman ce lo ricorda. E' stato acclamato per questa nuova oppressione violenta sul contribuente, è stato allontanato quando proponeva altre riforme in altri campi (es. voucher scolastici).
Qui in Italia non fa differenza. Gli economisti che spaziano dalla Scuola di Chicago, a quella keynesiana fino ai sostenitori della MMT, non mettono in discussione l'autorità dello stato nei campi che monopolizza. Per ogni gruppo di questi sedicenti riformatori, esso viene visto come l'ultimo baluardo di salvezza qualora le cose dovessero mettersi male se venissero implementate le loro soluzioni. Perché andrebbero male? Se davvero credono nella libertà di agire, l'uomo dovrebbe essere in grado di fare le proprie scelte libero da qualsiasi vincolo esterno.
Anche di sbagliare? Di certo sarebbe un buon espediente per ricordagli la parola responsabilità. Essa infatti richiama un'altra parola: sanzioni negative. Sono queste che infatti frenano l'essere umano nel percorrere determinate strade che a prima vista potrebbero essere allettanti. Al giorno d'oggi, con un Leviatano come lo stato, non esistono sanzioni negative (o la loro azione è distorta a tal punto da ritardarne gli effetti ad un prezzo più alto). Finché questo apparato sarà visto e considerato come un'entità in grado di fornire salvezza, non saremo mai liberi da distorsioni economiche, violenze psicologiche e fisiche impunite, omicidi di massa operati in nome della patria, nevrosi isteriche dovute ad una burocrazia selvaggia, ecc.
Negli Stati Uniti, ad esempio, il grado di assuefazione all'oppio statale è aumentato vertiginosamente notando come nel settore del welfare state le persone nel programma SNAP siano salite a circa 48 milioni, con un costo complessivo di $81 miliardi. Quando una persona può guadagnarsi da vivere senza lavorare e spendere soldi degli altri, è molto probabile che quella persona coglierà al volo quell'opportunità se è sicuro di poterla fare franca e non cercherà lavoro. Il problema è che un simile modo di agire è deleterio nel lungo periodo. Questo significa spese esorbitanti e tasse in ascesa.
Tale fenomeno non è esclusivo agli Stati Uniti, la maggior parte degli stati mondiali è avvezzo a tali pratiche, soprattutto la Francia. A questo punto credo sia proprio esatto quando Bastiat soleva dire: "Lo stato è quella grande finzione attraverso la quale ognuno cerca di vivere a spese di tutti gli altri."
La domanda, quindi, è come liberarsi da queste pastoie opprimenti? A volte la cosiddetta "secessione" non deve essere per forza uno spostamento fisico. Anche perché lo stato non lascia scampo, non c'è luogo in cui ci si possa nascondere. La violenza dello stato non è solo fisica, ma soprattutto psicologica e lavora nell'individuo fin dall'età della scuola dell'obbligo. E' come un tarlo che ti segue sempre, distorce a tal punto l'etica e la morale che l'individuo si ritrova a sostenere slogan come il seguente: "Tu non ruberai, a meno che non avrai la maggioranza dei voti." Bisogna riappropriarsi dei significati delle parole, tornare a distinguere marcatamente produzione da furto, guerra da pace, aggressione da proprietà privata, ecc.
Una volta che l'individuo riesce a diradare le nebbie delle illusioni, inizia ad individuare quelle battaglie per cui vale davvero la pena combattere. E' questa l'essenza dell'individualità. E' questa l'essenza della libertà. Lo stato, infatti, nel lungo periodo è destinato ad implodere per il semplice motivo che sta raggiungendo velocemente la legge dei rendimenti decrescenti. Combattere l'oppressione dello stato non richiede affatto impugnare le armi; la vera battaglia si svolge nella mente e nella mentalità delle persone.
LIBERTARISMO vs. AUSTRISMO
Liberarsi da mentalità e modi di pensare radicati negli anni non è facile. La maggior parte delle persone rifiuta un simile passaggio: troppo costoso. Ha speso troppo tempo a dedicare la sua vita a determinate causa che nel momento si accorge che esse sono una menzogna rifiuta di accettare l'idea di aver sprecato la risorsa più preziosa che secondo me abbiamo: il tempo. Ad esempio, il pensiero popolare prevalente crede ancora nelle pistole e nei distintivi. Crede che puntare una pistola alla testa di un consumatore sia la strada "giusta" per indurlo a comprare oggetti a prezzi più alti.
Non vede i costi esorbitanti dovuti a questa pratica violenta dello stato. No, vede uno straniero che offre merce a prezzi migliori e più vantaggiosi, e fa emergere invidia. Lo si vuole vedere distrutto. Per questo invoca restrizioni e dazi su quegli individui che offrono merci a costi più bassi. Se non fosse stato per prodotti cinesi a costi bassi, il peso dell'aumento dei prezzi avrebbe finito di schiacciare il reddito delle varie classi medie.
Il buon economista non si aspetterebbe di cambiare la mentalità di ogni protezionista, ma si accontenterebbe che si capisca che ciò che vogliono i protezionisti è ulteriore tassazione e burocratizzazione. In fin dei conti, per capirlo basterebbe semplicemente ricorrere ad una dose di buon senso. Ed è proprio questo il tema di fondo che la Scuola Austriaca ed il libertarismo si prefiggono di comunicare: è necessario ritrovare il buon senso per ricucire il tessuto sociale che lo stato da tempo sta sfilacciando. Pero' nonostante molto spesso vengano affiancate, le due visioni divergono sostanzialmente.
Il libertarismo è principalmente basato su due assiomi: principio di non aggressione e diritti della proprietà privata. Il primo definisce il rapporto con gli altri individui, il secondo si basa sul singolo individuo. Entrambi tendono ad incanalare la volontà umana in un percorso in cui la coesitenza pacifica venga portata ai massimi livelli. Infatti la definizione di proprietà privata trae le sue radici da pensatori come John Locke e Murray Rothbard, ad esempio, i quali tracciarono linee guida per agevolare questo processo di coesistenza pacifica. Il principio dell'homesteading, infatti, è quel concetto che ci dice che i territori non posseduti da nessuno possono essere acquisiti tramite la loro prima utilizzazioen da parte di qualche individuo.
Successivamente, questo diritto può essere tramandato o trasferito (attraverso lo scambio, il regalo, il baratto) ad un altro individuo secondo l'accordo raggiunto da due parti interessate. La chiave del possesso, quindi, è il lavoro che il primo utilizzatore mescola con il bene di cui vuole appropriarsi. Se ci pensate bene, questi concetti non sono altro che la base di una società civilizzata. Nessuna società civilizzata, ad esempio, potrebbe difendere il furto, l'assassinio, la violenza. Perché allora c'è la filosofia libertaria affronta un certo attrito nel mondo? Perché i libertari applicano questi concetti a tutti i problemi. Non ci sono eccezioni.
Pensate per un momento alle droghe. Chi fa uso di stupefacenti in casa propria sta per caso invadendo il vostro territorio o la vostra proprietà? Perchè dovrebebe essere illegale per chiunque spararsi in vena le sostanze che ritiene più consone al suo stile di vita? Pensate poi al salario minimo. Pensate a due adulti che si incotnrano e decidono di fare un affare ad un deterinato prezzo. Questo prezzo risulta al di sotto del salario minimo sancito dalle regole statali. I due hanno per caso violato i diritti di qualcuno? A parte i suoi effetti (che sono un argomento ecoonmico), dal punto di vista libertario le leggi sul salario minimo dovrebbero essere abolite.
Il libertarismo è una filosofia normativa, descrive cosa dovrebbe o non dovrebbe essere; l'austrismo invece è una scuola economica che non ha nulla ha che fare con gli intenti del libertarismo poiché descrive cosa causa cosa e perché. Riprendendo l'esempio precedente sul salario minimo, dal punto di vista Austriaco esso è deleterio per l'economia perché crea una barriera sempre più alta per tutti quei lavoratori che non hanno sviluppato abilità lavorative adeguate per il lavoro che intendono svolgere. Infatti, spinge i datori di lavoro a non assumere affatto.
Il motivo per cui (probabilmente) libertarismo ed austrismo spesso vengono affiancati è perché le persone che hanno portato più pensatori tra i loro ranghi appoggiavano entrambe le visioni. Ad esempio, Ron Paul.
CONCLUSIONE
Scrisse Rothbard:
[...] Ogni volta che qualcuno chiede al governo di abbandonare le sue politiche inflazionistiche, economisti e politici dell'establishment avvertono che il risultato non può che essere una grave disoccupazione. Siamo in trappola, dunque, nel gioco tra inflazione e disoccupazione elevata, e veniamo persuasi che dobbiamo dunque accettare un pò di entrambe.
Questa dottrina è la posizione di ripiego dei Keynesiani. In origine, i Keynesiani ci hanno promesso che attraverso la manipolazione e la messa a punto dei deficit e della spesa pubblica, avrebbero potuto portare e ci avrebbe portato prosperità permanente e piena occupazione senza inflazione. Poi, quando l'inflazione è diventata cronica e sempre più grande, hanno cambiato la loro sintonia per mettere in guardia dal presunto compromesso, in modo da indebolire ogni pressione possibile sul governo per fermare la sua creazione inflazionistica di nuova moneta.
La dottrina del compromesso si basa sulla presunta "curva di Phillips", una curva inventata molti anni fa dall'economista Britannico A.W. Phillips. Phillips correlò gli aumenti del saggio salariale con la disoccupazione, e sostenne che le due cose si muovono in modo inversamente proporzionale: più alto è l'aumento dei salari, più bassa sarà la disoccupazione. Superficialmente, questa è una dottrina particolare, dal momento che viola la logica della teoria del senso comune. La teoria ci dice che più alto è il saggio salariale, maggiore sarà la disoccupazione, e viceversa. Se ognuno domani andasse dal proprio datore di lavoro ed insisterebbe per farsi raddoppiare o triplicare il salario, molti di noi sarebbero subito senza lavoro. Eppure questo risultato bizzarro è stato accettato come un vangelo dall'establishment economica Keynesiana.
Ormai, dovrebbe essere chiaro che questo dato statistico viola i fatti così come la logica. Nel corso degli anni '50, l'inflazione era solo di circa 1-2% l'anno e la disoccupazione si aggirava intorno al 3 o 4%, mentre in seguito la disoccupazione sarebbe oscillata tra 8 e 11%, e l'inflazione tra il 5 e il 13%. Negli ultimi due o tre decenni, in breve, sia l'inflazione sia la disoccupazione sono aumentate notevolmente e gravemente. Se non altro, abbiamo avuto una curva di Phillips inversa. C'è stato tutt'altro che un compromesso inflazione-disoccupazione.
Pensate quindi alle scienze naturali e alle scienze sociali in questi termini: fisica e matematica hanno consentito all'uomo di andare sulla luna; i banchieri centrali hanno mandato la macroeconomia in una regione non specificata dello spazio in cui presupponevano ci fosse la luna.
Hanno sbagliato. L'astronauta è morto.
Ciao Francesco.
RispondiEliminaMolto stimolante, ma non in senso monetario. ;D
Siccome, con l'esperienza, si impara a gestire contemporaneamente una marea di cose insieme, mi accorgo che oramai nel tuo blog i commenti tuoi, di gdb (a proposito, ma quanto pensate di rimanere lassù soli soletti? Attenti alle illusioni... :D) ed i miei si rincorrono da un post all'altro e quando compare un post nuovo spesso certe riflessioni restano confinate nel post precedente senza seguito evidente. Come se si perdesse, almeno in parte, il filo.
Credi sia utile o credi tecnicamente di poter fare qualcosa senza snaturare il tutto, come creare una zona priva di soluzioni di continuità (una route66 per il più imprevedibile dei coast to coast nell'ambito degli argomenti del tuo blog) per favorire il collegamento tra commenti concatenati che propongono talvolta anche contributi esterni al post del momento o parzialmente offtopic come succede già ora?
ottima idea. io la perseguo artigianalmente mettendo glim articolo con discussioni post conseguenziali in cartelle preferiti internet.
RispondiElimina"a proposito, ma quanto pensate di rimanere lassù soli soletti? Attenti alle illusioni... :D)". ?, nn capisco...
Ciao gdb
RispondiEliminaMa come non capisci!?!?!?!
Non ti aiuto. ;)
Intanto, leggiti i nostri commenti al tuoi offtopic1 e 2 nel post precedente.
Risulterò un po' assente nelle prossime ore (spero vivamente non giorni) perché sono un masochista: ho voluto fare l'upgrade da Mint 14 a 15 ed ora mi ritrovo a vagare per schermate nere sul pc. Fortunatamente Vista non mi ha abbandonato. Sto cercando di smanettare con la shell per salvare il savabile.
RispondiEliminaQuindi, fate come se foste a casa vostra. :)
xxxxx non capisco neanche cosa dice francesco (a parte che sara assente)... dev essere la mia giornata no :)
RispondiEliminaAh, Francesco! Da Nadia ad Olivia!
RispondiEliminaUpgrade mint per dummies: si tratta di un miglioramento del sistema operativo Linux. Gli upgrade hanno nomi femminili cui corrispondono versioni. 14 Nadia e 15 Olivia.
gdb, gdb .... La vetta della classifica della serie A!
Devi essere più stanco di me. Quindi moltissimo.
aaaahhhhh, beh è ovvio che non ci pensi.... sai com è .... l abitudine....
RispondiElimina"La natura umana non è una macchina da costruire secondo un modello e da regolare perché compia esattamente il lavoro assegnato, ma un albero, che ha bisogno di crescere e di svilupparsi in ogni direzione, secondo le tendenze delle forze interiori che lo rendono una persona vivente" (...)
RispondiElimina"Una educazione di Stato generalizzata non è altro che un sistema per modellare gli uomini tutti uguali; e poiché il modello è quello gradito al potere dominante - sia esso il monarca, il clero, l'aristocrazia, la maggioranza dei contemporanei - quanto più è efficace ed ha successo, tanto maggiore è il dispotismo che instaura sulla mente".
J. Stuart Mill, On Liberty.
Bella citazione Anonimo.
RispondiEliminaSoprattutto tranquillizzante.
Perché l'efficienza dello stato totalitario nell'indottrinamento programmatico scolastico (fascismo, nazismo, DDR e Patto di Varsavia, Cina, Cuba, Corea del Nord e per certi versi Giappone, ma lì è piu un fatto culturale storico) per costruire il cittadino perfetto ed il soldato perfetto, nei sistemi educativi occidentali e democratici è assai meno efficiente e dunque efficace. Per non parlare del nostro sistema italiano così differenziato pure a livello geografico.
Semmai, in occidente, abbiamo avuto il tentativo gramsciano della egemonizzazione culturale con l'inserimento di un corpo docente indottrinato ideologicamente che ha provato con parziale successo a ficcare il giacobinismo, lo statalismo ed il politically correct anche nella ricreazione.
Ma proprio per il pressapochismo, il menefreghismo e le inefficienze diffuse del nostro Paese, storicamente incline ad esser dominato ed a farsi dominare in qualche modo, ma fino ad un certo punto e soprattutto "senza scassa' o' ca... ca' sinno' te mando affangu...", nessun governante può minimamente sperare di avere a disposizione un popolo di automi indifferenti.
Infatti, da noi, si usano, con crescente scarso successo, altre armi propagandistiche, dai media televisivi (ma la tv generalista è morta) a quelli cartacei (ma chi legge i giornali?), e perciò, in termini pragmatici ed a naso, la nostra libertà di servi ignoranti ma non poi così sciocchi mi pare ancora preservata, nonostante tutto.
Sul keynesblog, contro l'austerita', per una vera politica economica ed industriale, per tanta nuova spesa pubblica a deficit, da Piga a Brancaccio, propongono il Nobel per l'economia a .... !!!!
RispondiEliminaAndate a vederlo da Voi, che io non riesco a scrivere dal ridere......
:'D
A giudicare dal recentissimo sciopero degli studenti (per cosa? Boh!), dalla semi universale adesione sinistrorsa dei docenti, dai libri di testo altrettanto orientati (soprattutto Italiano e Storia), dalla burocratizzazione pervasiva e sfiancante, dagli eterni e inutili dibattiti su ciò che dovrebbe lo Stato fare per la scuola, dall'oggettivo decadimento degli apprendimenti e della cultura in generale, direi invece che lo Stato ha ottenuto (con italica pervicace blandizia) in gran parte ciò che voleva: cittadini pronti a rivolgersi ad esso per qualsiasi cosa; deresponsabilizzati; sempre pronti a chiedere; a credere che sia solo una questione di uomini e non di sistema; che lo Stato democratico è sempre e comunque buono. Ne è uscito un popolo di eterni bambini/adolescenti insomma, da guidare e da rabbonire con le promesse, ma tutto sommato non pericolosi. Poco alla volta, piano piano proseguiamo lungo la strada della schiavitù. E non ci sarà ribellione, solo una lunga, lenta, ineludibile ma consapevole agonia.
RispondiEliminaAnonimo, capisco bene le tue forti e vere argomentazioni, ma permettimi di ricordarti di non basare le tue opinioni solo su ciò che si vede e si sente, le minoranze rumorose che sembrano maggioritarie, ma pensa sempre che esistono vere maggioranze silenziose che non si vedono e non si sentono, ma che poi non sono così sciocche ed indifferenti al momento di decidere chi deve essere il pianificatore centrale temporaneo. E scelgono, spesso tappandosi il naso, il meno peggio.
RispondiEliminaE sono maggioranze molto resistenti, altro che zoccolo duro!
in usa si chiamano South park repubblicans. perce tra donne, poveri, indifesi, malati, neri, ispanici, tutte le minoranze etniche, fasce deboli etc. non si capisce chi resterebbe a votare l old party. invece le cose vanno poi male ai dem, che non hanno il congresso. per i south park repubblicans... quel caso vi ricorda nulla :)
RispondiEliminaCiao a tutti,
RispondiEliminaDNA, sul keynes blog puro politichese ovvero come parlare per ore e non dire nulla o scrivere tomi senza capo n'è coda.
Matteo M.
hahahahaha, zio ben! evviva! io lo darei alla nuova arrivata, cosi per incoraggiamento a fare di meglio. ma avete visto il commento austriaco a pié di pagina del povero pacman che sul keynes blog cerca di spiegare con impegno la scula austriaca (parlando di socialismo reale e capitalismo reale in simbiosi: fossi tu dna?)?
RispondiEliminaDiciamo che mi ci ritrovo molto... ;D
EliminaCiao Matteo.
RispondiEliminaOgni tanto vado a vedere che si raccontano....
Ma il Nobel allo zio Ben è veramente straordinario. Come quelli ad Obama ed alla UE.
Questi ci mandano a sbattere con l'acceleratore a tavoletta. Andrebbero arrestati tutti per guida in stato di ebbrezza.
Buongiorno.
RispondiEliminaMa che ne pensate della definizione di "capitalismo reale" per la sua evoluzione e manifestazione storica concreta?
Riferimento all'ultimo commento del post precedente.
Ciao a tutti, DNA
RispondiEliminaMa una cosa che vien fuori da moltissime delle letture e delle nostre riflessioni è che a ben guardare gli studiosi della teoria austriaca assomigliano un po' agli studiosi marxiani. Se da quella parte tuttora si crede che il socialismo teorizzato sia molto meglio del socialismo reale, cioè di quello che storicamente si è realizzato, e perciò abbia ancora e necessariamente una prospettiva futura, si deve anche ammettere che tra il capitalismo del libero mercato teorizzato dalla tradizione liberale fino alla Scuola Austriaca e la realizzazione storica, il capitalismo reale, che è clientelare, mercantilista, corporativo e soprattutto finanziario prima che economico, corre una enorme differenza.
Ovviamente, la Scuola Austriaca dimostra in modo evidente la superiorità fattuale del sistema di libero mercato rispetto al sistema socialista ed a quello intermedio, ma oggi, concretamente, dirsi a favore del sistema capitalista così come è realmente mi pare molto contraddittorio. Si rischia di passare per i Peppone del capitalismo, quando invece non è questo il mercato libero che vogliamo.
Esatto DNA, questo non é capitalismo ma mercantilismo e non é quello che noi vogliamo.
Io non considero capitalisti n'è imprenditori ad esempio i nostri cd capitani coraggiosi, ma ritengo Capitalisti e Imprenditori tutte quelle persone Donne e Uomini che con onestá e duro lavoro tirano il carro pur con un sistema fiscale e burocratico opprimente e asfissiante.
P.s. Elogio al profitto
Matteo M.
oramai sembriamo baran e sweetzy (il capitale monopolistico) che partiti dall austrismo, via shumpeter, sono arrivati al marxismo. d latra parte wright mills insegna molto. hilferding (il capitale finanziario) era austriaco (dell austria). e bakunin attaccava marx proprio per la necessita di ossequio del marxismo alla finanza dato il suo carattere di dirigismo accentratore. matteo ha ragione, in realta oggi siamo di fronte a mercantilismo. inevitabile in moneta fiat ris fraz e globalizzazione. penso sia il mix di piu assoluto casino realizzabile. keynes infatti voleva moneta fiat all interno ma bancor, restrizione del commercio internazionale e controllo dei capitlai (erano anche altri tempi); il che ha una sua logica. friedman voleva 100% fiat, che ha una sua logica pure, con credito alla banca centrlae quale organo indipendente per non lasciare la stampante ai politici. certo, poi il legno storto è storto ovunque. allora il sistema dovrebbe essere quello che crea meno possibilita di grandi storture. meno potere concentrato. ma (io, contrariamente a francesco, sono un po randiano, per lo stato minimo e sopratutto abolizione del corso forzoso) la prasseologia del potere ha mostrato che senza gli stati si corre il rischio di polverizzazione del conflitto tra bande tipo africa. è vero che gli stati hanno compiuto i piu grandi crimini (le guerre), ma è anche vero che le persone lo volevano. insomma, sia lo stato, e quale stato, che la guerra tra bande (che non in tutti i posti accadrebbe la stessa cosa) è la produzione inevitabile dell humus culturale. l istituzione, ed il modo di viverla, hanno un loro sottostante culturale di cui sono l esito. a meno che non sono regimi. quando illuminati (monarchie illuminate; la crescita di singapore) sono periodi felici. d altro canto, le piramidi, il colosseo, gli archi di trionfo e la gran parte dei simboli storici mondiali sono il frutto della schiavitù. così, anche le repubbliche, ed i capitalismi, possono essere piu o meno coerenti col sistema teorico. quando le masse erano lontane dal potere, nel liberalismo dell 800 do ortega y gasset, si stava meglio (quando si stava peggio).poi, l insiregere dei nazionalismi (mosse: la nazionalizzazione delle masse). insomma, è sempre un disequilibrio dinamico. ora, il capitalismo reale, cioe quello finanziario fiat, è alla frutta. o cambia o crolla se non vuole mostrare il suo spietato volto dittatoriale.
RispondiEliminahttps://www.facebook.com/photo.php?fbid=646063785424649&set=a.578699135494448.1073741829.562806957083666&type=1&theater
Ciao gdb
RispondiEliminaOvviamente resteremo quelli che siamo. Cercatori dubbiosi, diffidenti e prudenti, di chiarezza anche laddove le carte sono state incasinate ad arte e non.
Vorresti pubblicare qui, Francesco permettendo (che mi pare ovvio), dopo averla tenuta, la tua lezione di Novembre? Certo, rischi una critica spietata se dovessi deviare dalla linea ortodossa... :D
Intanto, per tornare tera tera:
http://www.rischiocalcolato.it/2013/10/gold-cluble-prove-della-manipolazione-al-ribasso-se-proprio-insistono-mi-vedro-costretto-a-ricominciare-laccumulo-di-fisico.html
anche se sarebbe stato piu corretto "nuovo disordine mondiale"... il fatto è che sopruso, violenza, vessazione sono ineliminabili dal mondo (se non con sopruso e violenza) perhce parte dell essere umano. ovviamente sono parte dell essere umano, cioe non esauriscono l essere umano. fatto di thanatos ma anche di eros. quindi il male va conosciuto, trattato, canalizzato. anche quello dentro di noi. sappiamo che solo conoscere le nostre zone piu oscure permette di gestirle per il nostro stesso bene. e sappiamo anche che le stesse zone oscure sono talora risorse, se ben "trattate" data l ambivalenza. insomma, non esiste sistema perfetto, ma cerchiamo di fare bene. è un guaio quando il male si ammanta di bene e non si riconosce. l euro ne è prova: azzardo morale per tutti, falsi segnali al mercato (che concede prestiti a bassi tassi ai pigs come vi fosse garanzia tedesca), che fanno la festa; e festa fanno anche i tedeschi che svalutano (cioe non rivalutano, il che è lo stesso) e dopo avere venduto agli indebitati (peggio per loro, verrebbe da dire), chiedono il conto anche ai di loro connazionali pur se non corresponsabili. questo è il mercantilismo. o si finisce di considerare gli stati come soggetti contabili unitari, il che è infatti solo una finzione che puo cambiare, basta una secessione qualsiasi), o si reintroduce una moneta sana. consiglio hullsmann, l etica della produzione di moneta. tedesco, insegna in francia. se l euro finira, sara, se non per implosione, a causa del conflitto francia germania. chi volete si ribelli, l italia? gli inglesi sono fuori. saranno i francesi con la marine le pen, in testa ai sondaggi.
RispondiEliminacerto ne sarei contento, se riuscissi a scriverla. mi riprometto sempre, e lo spero, ma come puoi agevolmente riscontrare in rete, il mio lavoro è un altro. e tra lavoro (mia figlia grande mi costa un occhio: gia sta a londra per i suoi 2 ultimi anni di scuola in una scuola per secchioni :); potrebbe divenire ivy leaguer, vuole andare al college in us, io la spingo verso il canada: costa pure la met°, se non meno, ed è piu sereno), famiglia, amici e sport (non mi faccio manare nulla), ancora non trovo il tempo di scrivere quel che vorrei. gia è tanto se riesco a studiare. cmq tu conosci gia il mio pensiero, che poi sono i miei post messi in ordine :)
RispondiEliminaUna nazionalsocialista francese, una kirchner più bruttarella, contro una democristianosociale tetesca.
RispondiEliminaA quel punto, per non far saltare tutto nella eurozona e per salvare tutti quelli che ci hanno messo il loro fiatmoney, qualcuno organizza un casus belli euro-riunificante e si va in guerra contro l'islam radicale ed i suoi protettori. Salute dello status quo. Propaganda occidentale di guerra. PIL che torna a crescere, disoccupazione in declino (armi e militarizzazione), ruolo del sistema fiatmoney nell'ombra.
Il barattolo un po' più in la' e salvati capre e cavoli di lor signori.
A proposito di donne e potere...
RispondiEliminaLagarde, Yellen, Merkel, Kirchner, LePen, Camusso, Cancellieri, Bonino, Ghandi, SanSuChi, ...
E prima ricordo solo Tatcher, Meyr, Bhutto, Peron, ...
Ciao a tutti.
RispondiEliminaA quanto pare mi sono perso un bello scambio, pero' ce l'ho fatta a risolvere i casini del SO.
Da quello che posso vedere c'è grande fermento intorno agli Stati Uniti e non tanto per il tetto del debito che pare aver catturato le attenzioni di tutti, ma per i rendimenti obbligazionari statali che negli ultimi due mesi stanno levitando in un modo non indifferente. Sono convinto che questo sia a causa della strategia dei BRICS che stanno usando i T-Notes come merce di scambio per incamerare più riserve d'oro.
Ricordate: hanno dato il via ad una loro banca che quasi sicuramente riguarderà scambi d'oro. Un po' alla volta si stanno liberando della cartaccia obbligazionaria dello zio Sam, causando grattacapi alle banche statunitensi (principalmente) che hanno in pancia tonnellate di questi asset tossici. Soprattutto, questa lenta ma inesorabile salita dei tassi di itneresse andrà ad intaccare seriamente uno degli altri grandi problemi del settore bancario USA mai risolto: swap sui tassi di interesse.
Quindi, signori e signore, non sentiremo più parlare di "taper." Non è mai esistito in realtà. Anzi, scommettete che la Yellen raddoppierà la posta?
Anche perché lo shadow banking ci campa sulla liquidità del T-Notes/T-Bill, e senza la loro liquidità (perché questo rappresentano nel settore ombra) il caos del 2008 sembrerà una gita al parco.
Ma capisco che queste cose sono difficili da afferrare per chi si rifiuta di leggere libri GRATIS, invece di pascolare per le strade.
Bentornato Francesco.
RispondiEliminaconsiglio vivamente a tutti questo pezzo di DeBellis sulla realtà che viviamo. L'inganno del potere.
http://www.polyarchy.org/basta/sussurri/giocoparti.html
E questo: http://polyarchy.org/basta/sussurri/socialstatismo.html
RispondiEliminahttp://www.zerohedge.com/news/2013-10-13/chinas-official-press-agency-calls-new-reserve-currency
RispondiEliminaCigno nero?
O forse il "quando" è più prossimo di quanto si pensi?
Sarebbe davvero ironico se dovessero attribuire il nobel per l'economia allo zio Ben proprio nei giorni in cui i BRICS mollano il dollaro non convertibile e tutto il debito creato per finanziare l'interventismo sfrenato del governo federale...
RispondiEliminaOvviamente, saremmo in quattro gatti ad accorgercene ed a riderne.
Ma nel giro di qualche settimana dovrebbero accorgersene tutti... delle conseguenze immense di questa "svolta della storia"!
State in campana!
Ah! Questa sì che si chiama notizia succulenta! E' già da un anno che era nell'aria questa notizia ma adesso si sta facendo più insistente dato che oltrei ai BRICS, alla loro nuova banca (che molto probabilmente opererà in "gold settlements"), le tonnellate d'oro accumulate in oriente, all'abbandono del dollaro da parte dell'Australia, molto presto anche Panama scaricherà il greenback.
RispondiEliminaNoi siamo quelli che vissero ai tempi dell'epilogo inevitabile di un sistema monetario cartaceo non convertibile in nessun asset concreto, come era una volta.
RispondiEliminaNoi siamo quelli che videro il crollo dell'interventismo statale irresponsabile consentito dalla gestione folle del denaro di carta.
Noi siamo quelli che scoprirono la truffa della riseva frazionaria e del sistema delle banche centrali per il controllo (e la distruzione) del mezzo di scambio.
Noi siamo quelli che assistettero al trionfo ineluttabile delle regole non scritte, ma eterne, dell'economia: chi spende più del guadagnato fallisce sempre.
Sempre.
E speriamo di non farci male!