Bibliografia

giovedì 10 ottobre 2013

Gli Sproloqui sul Salario Minimo





di Bill Bonner


New York sembra traboccare di teste di legno.

Paul Krugman e Tom Friedman sono entrambi giornalisti del New York Times. E c'è anche James Surowiecki del New Yorker.

Di più tra un minuto...

In primo luogo, gli investitori la stanno prendendo alla leggera... distratti da barbecue, riunioni di famiglia e calore dell'estate. Esitano, riflettono, si chiedono cosa stia accadendo.

Più avanti in questo mese, dovremmo cominciare a vedere qualche attività. Ma per ora, non sta accadendo niente.

Nel frattempo, approfittiamo di queste giornate estive per esprimere alcuni nostri pensieri.

Ad esempio, ci stavamo chiedendo il motivo per cui sono chiamati "giorni da cani." Allora ci siamo guardati un po' in giro. Abbiamo scoperto che è un detto che risale all'antica Roma... e addirittura prima. I Romani chiamavano il periodo di piena estate come dies caniculares — o "giorni da cani."

Si riferisce alla prominenza della costellazione del Cane Maggiore, o del Grande Cane, nel cielo notturno. La più grande stella nel complesso si chiama Sirio, conosciuta anche come la Stella del Cane. E' la stella più luminosa che vediamo.



Il Denaro Può Comprare la Felicità?

Ma stiamo andando fuori binario, torniamo a parlare di soldi.

Non che ci preoccupiamo soprattutto dei soldi. Siamo più interessati a ciò che rappresentano... e come ci aiutano a capire il mondo in cui viviamo.

Il denaro stabilisce una relazione tra le persone. Qualcuno deve qualcosa ed a qualcuno è dovuto qualcosa. Qualcuno acquista qualcosa, qualcuno vende qualcosa. Qualcuno assume, qualcuno viene assunto.

Non si ha bisogno di molto per vivere. Cibo, vestiario, un alloggio, una connessione Wi-Fi. Dopo che si hanno le basi, tutto il resto non è più una questione di sopravvivenza. Si tratta di status: il rapporto tra voi e gli uomini.

Qui nella campagna francese, stavamo seduti in veranda a riflettere...

"Non avete bisogno di molto per vivere bene," abbiamo spiegato ai nostri figli (che sono venuti qui per un paio di settimane di vacanza).

"Tutto ciò che vi serve è una bella casa di campagna... con una cantina ben fornita."

"E un buon giardino. È necessario avere a disposizione uno spazio in cui coltivare il proprio cibo. Quindi è necessario un giardiniere... part-time almeno... e un buon cuoco."

"Sì, non avete bisogno di molto."

Ci vuole più del denaro per vivere bene. Potreste vivere molto meglio della maggior parte delle persone... con poco denaro. Basta avere un cottage pittoresco in West Virginia, coltivare un bel giardino ed imparare a cucinare!

Ma la maggior parte delle persone capisce che ha bisogno di più soldi. Vuole le grandi case di periferia, automobili eleganti, telefoni cellulari e TV a schermo gigante... per non parlare dell'assicurazione sanitaria.



Una Paga da Fame

È possibile acquistare questo genere di cose avendo un lavoro che paga bene. Ma perché così tanti posti di lavoro pagano così poco? Ecco James Surowiecki sul New Yorker:

"In termini aggiustati all'inflazione il salario minimo, anche se più alto di quanto non fosse dieci anni fa, è ancora ben al di sotto del suo picco nel 1968 (quando valeva circa $10.70 l'ora in dollari di oggi), ed è ancora ad un livello da fame.

A peggiorare le cose, la maggior parte dei lavori nei fast-food e nei negozi al dettaglio è part-time, ed il debole mercato del lavoro ha eroso quel poco di potere di contrattazione che avevano i lavoratori a basso salario: i loro guadagni sono scesi tra il 2009 e l'anno scorso, secondo il National Employment Law Project...

Come ha dimostrato un recente studio condotto dagli economisti John Schmitt e Janelle Jones, i lavoratori a basso salario sono più vecchi e più istruiti che mai. Più importante, molti di loro si affidano ai propri stipendi non per spese superflue o per pagare i bagordi del fine settimana, ma piuttosto per sostenere le famiglie.

Quarant'anni fa nessuno si aspettava che i lavori nei fast-food o nei discount avrebbero fornito un salario di sussistenza, perché questi non erano principalmente i posti di lavoro ricoperti dai capifamiglia. Oggi i lavoratori a basso salario rappresentano il 46% del reddito della loro famiglia. E' il cambiamento che sta guidando la richiesta di una paga più alta."

Surowiecki fraintende quasi sempre le cose. Anni fa scrisse un articolo sull'oro, sottolineando che i prezzi dell'oro vanno su e giù. Concluse che questo non rendeva affatto l'oro una protezione migliore di qualsiasi altro investimento.

Ma Surowiecki non capì il punto. Anche se il prezzo dell'oro sale e scende, l'oro non scompare e ha sempre valore. Le azioni della Kodak no. Ancora più importante, l'oro mantiene onesta l'economia... e produttiva.

Fino al 1971, quando il presidente Nixon abolì il gold standard negli Stati Uniti, i più grandi datori di lavoro americani erano aziende che fecevano cose. Gli impianti di assemblaggio della General Motors a Baltimora e la Beth Steel a Sparrows Point potevano permettersi di pagare salari alti perché erano molto produttivi.

La legge di Say: si comprano i prodotti con i prodotti. In altre parole, se si desidera acquistare roba bisogna produrre roba.

Ma dopo il 1971 il nuovo sistema monetario cambio' la natura dell'economia degli Stati Uniti.



Il Nirvana dell'Aumento dei Prezzi

I grandi datori di lavoro di oggi non fanno roba. La fanno invece le imprese a bassa marginalità nel settore dei servizi, i rivenditori al dettaglio e le catene di fast-food. Come Surowiecki fa notare, non possono permettersi salari molto più alti.

Qual è, allora, la soluzione ai lavori a bassa retribuzione nel settore dei servizi? Secondo lui crediti d'imposta e progetti di infrastrutture nazionali: nuove autostrade, ponti, gallerie, aeroporti e così via. Un salario minimo più alto. "Ed abbiamo davvero bisogno che l'economia nel suo complesso cresca più velocemente."

Ottimo!

E sentite questa: "Bisogna convincere i consumatori ad accettare prezzi significativamente più alti ed in costante aumento."

Hmmm...

Come fanno le persone che non guadagnano molto a pagare prezzi più alti? Nessuna spiegazione. Nessuna menzione su come fare le cose. Nessuna menzione sulla produttività o sull'investimento.

E' incredibile quanto possano passare inosservate queste frasi fatte. Non ci serve Surowiecki per capire che non si va da nessuna parte se i salari più elevati sono affiancati da prezzi che salgono.

Quello di cui si ha bisogno realmente è una maggiore produttività. Come la si ottiene? Bisogna risparmiare denaro (e non spenderlo) ed investirlo in cose che producono di più — fornendo i profitti necessari per pagare di più le persone che li producono.

Davvero. È così difficile da capire?

Negli ultimi 42 anni, i federali hanno incoraggiato gli americani a spendere i loro soldi, invece di risparmiarli. E hanno incoraggiato la gente a comprare le cose fatte da stranieri piuttosto che farle da loro.

Questa è stata la conseguenza (forse involontaria) del sistema a cartamoneta fiat di Nixon. Quando è possibile stampare pezzi di carta... e chiamarli "soldi"... non c'è bisogno di fare le cose! Si può semplicemente comprarle!

L'ironia è che togliere l'oro dal sistema monetario degli Stati Uniti ha portato a quelle problematiche — bassi salari nel settore dei servizi — che Surowiecki sta ora cercando di risolvere.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


15 commenti:

  1. Ciao
    visto che oramai lavoro per pagare le tasse, sto pensando di affidarmi a buoni pasto, ad espropri proletari di case e negozi e dulcis in fundo voglio il reddito di cittadinanza!!!
    Così mi riposo, me la spasso e guai a cercarmi un lavoro...
    La ricerca della felicità. Eureka!!!

    RispondiElimina
  2. Ciao a tutti, riporto da il sole 24ore

    E su questo su tecnocrazia e trasparenza ha di nuovo riposto: "Le banche centrali sono molto potenti ma non sono elette come risolviamo la questione? Semplice, sono potenti ma operano all'interno di un mandato e il mandato è deciso dai legilsatori. Dunque operare all'interno di un mandato diventa chiave, per la trasparenza, ma anche per la credibilità dell'istituzione". Infine una battuta sull'oro che chiude i voli pindarici di chi avrebbe voluto vendere le riserve europee e della Banca d'Italia in particolare: "La Banca d'Italia è il quarto detentore di riserve auree al mondo – ha detto Draghi - E non ho mai pensato che fosse saggio venderle perché una riserva è importante. Per quei paesi senza dollari può essere la salvezza, ti da protezione contro fluttuazioni. Credo che le banche centrali che avevano cominciato a vendere si sono fermte e l'eperienza di banche centrali che hanno liquidato le loro riserve non è stata buona". Oggi un repeat, ma forse su altri temi a New York, all'Economic Club.
    http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-10-10/mario-draghi-nostra-sfida-074442.shtml

    Matteo M.

    RispondiElimina
  3. Ciao Matteo
    Come stanno le cose questi qua lo sanno perfettamente. L'importante per lor signori è che non lo si sappia in giro. O che comunque non si capisca ciò che si sa. Informazioni senza comprensione. Ancor più facile che disinformare. L'importante è non farsi capire.
    Per capire bisogna informarsi? Certo, ma prima bisogna studiare studiare studiare studiare studiare studiare studiare ed avere la fortuna di studiare la teoria giusta. Gli occhiali giusti. L'educazione giusta. La famiglia giusta. ...

    RispondiElimina
  4. Ciao Dna.

    Condivido pienamente il loro programma: non solo l'analisi sociale carica di solidale democrazia sul piano economico, ma anche le profonde considerazioni sul sociale espresse con dialettica particolarmente efficace.

    Dna, potresti fondare un Movimento su queste basi, sai? :'D

    ***

    Ciao Matteo.

    Con molta probabilità quell'oro è stato parcheggiato alla NYFED, questo significa che non basterebbe una telefonata per rimpatriarlo. La promessa è quella, ma come è successo alla Germania verrà infranta.

    Il flusso d'oro da occidente ad oriente continua.

    RispondiElimina
  5. Ciao ragazzi, si concordo con voi, volevo solo evidenziare il bispensiero.

    Matteo M.

    RispondiElimina
  6. Che giornata strana, http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2013-10-10/basta-vendiamola-083742.shtml

    Matteo M.

    RispondiElimina
  7. La cosa divertente di questa storia è come lo stato sia difatti un pessimo "imprenditore." Non può operare il calcolo economico in modo genuino e qualunque attività voglia inglobare è destinata a fallire. Non importa quanti soldi vi vengano gettati dentro, il problema di fondo rimane lo stesso che non può essere curato con maggiori dosi di debito.

    I sindacati si sbracciano, così come lo stato, perchè sanno che queste aziende (come Trenitalia, Alitalia, Telecom, ecc.) sono degli snodi clientelari cruciali per i loro fini. Ed ecco che esercitano pressioni affinché l'opinione pubblica ingoi la pillola amara e metta mano al portafoglio per il prossimo giro di sussidi.

    Lasciare che il mercato decreti vincitori e vinti? Giammai. Ci provò, ad esempio, Arenaways a suo tempo, ma gli "amici degli amici" fecero di tutto per smontare il suo operato a botte crescenti di burocrazia.

    RispondiElimina
  8. bah, tutto sommato con gente ricca senza far nulla, finanza d assalto assistita, parlamentari e burocrati assistiti, pensionati d oro assistiti, impresa assistita, fondazioni d ogni genere assistite, sindacati e sindacalisti assistiti, partiti politici assistiti, perche non assistere con un po di soldi anche qualche poveraccio oltre che i ricchi? ribadisco: la moneta fiat è socilaista ed il socialismo nel contesto presente è l esito naturale e pure equo. come in ogni socialismo, poi, le disparita saranno ancor piu forti...

    RispondiElimina
  9. off topic 1: qualcuno ha visto quel pezzo che ho inviato ieri?

    off topic 2: a me pare che la storia che una moneta unica è possibile in aree omogenee, del tipo lingua, trasferimenti, mercato del lavoro e menate varie, mancante in eu ed invece presente in usa, ed essenziale in caso di chock asimmetrici, sia del tutto secondaria. quel che conta è l unitarieta soggettiva di riferimento contabile. non ho mia sentito delle difficolta delle banche calabresi per crediti insoluti concessi che possa gravare su banche lombarde. di deficit di bilancia dei pagamenti pugliese. di imposte sui siciliani piu alte che nel friuli (tipo patrimoniali, ed al netto di cose insignificanti quali miniaddizionali regionali o comunali. provate a fare un federalsimo fiscale serio, e poi vediamo...) per pagare il debito pubblico regionale della sicilia verso il veneto

    RispondiElimina
  10. Offtopic1
    Lo leggo domani che forse ho più tempo. Promesso. Poi ti scrivo la mia.

    RispondiElimina
  11. ok.. attendo valutazioni su offtopic 2, che mi pare un punto importante sul mercantilismo delle valute fiat. dna e fra.

    ps mi pare ce RC sia sceso ultimamente, sia come utenti che come articoli

    RispondiElimina
  12. Pur sfinito da visite e lungo rientro a casa ho letto offtopic1; a parte che vorrei capire come hai fatto a trovare quel pezzo, che ricerca hai percorso, che link, ...
    comunque , la prima riflessione è: ma il Mises institute ad auburn in Alabama, proprio in Alabama, ha qualche relazione con il populismo razzista e sudista come illustrato da quel comunista? E se è così, ma per noi che cambia? A noi, a me, piacciono quelle idee, quelle spiegazioni, quelle interpretazioni. I sudisti c'hanno la loro storia e le loro contraddizioni. Ma pure io vengo da un paese che ha regalato, si fa per dire, il fascismo al mondo. E se sono libertario, liberale, libero e responsabile, cristiano e pure un po' cattolico, laico e radicale, rothbardiano ed austriaco, antistatalista e diffidente, speranzoso e pragmatico, fesso e perspicace, colto ed ignorante, uno, nessuno e centomila, ebbene lo devo al divenire che c'è prima di me, in me e dopo di me. Inevitabilmente mi porto dietro l'habitat sociale e culturale in cui ho vissuto e vivo. Consapevolmente e non. Di tutta la lettura storicista anticapitalista postmarxista e via dicendo del comunista di cui sopra non me ne importa nulla. Noiosa, insopportabile, artificiale. Se c'è del vero, tuttavia, per quanto riguarda le mie scelte e preferenze individuali, non cambia assolutamente nulla. Io mi fido di von Mises.

    RispondiElimina
  13. Su offtopic2 hai perfettamente ragione: menate.
    Ciò che conta è la volontà libera di utilizzare un mezzo di scambio. anche fiat se accettato liberamente.
    L'omogeneità delle aree non conta nulla o comunque molto poco. Se Iran e Cina, piuttosto diversi tra loro, decidono di usare l'oro come mezzo di scambio, nessuno può impedirglielo e nessun problema di disomogeneità si pone.
    Il problema nasce quando il mezzo viene imposto dal più forte con le armi (dollaro fiat), oppure quando viene imposto dall'alto e non nasce come processo spontaneo di mercato (euro fiat).

    RispondiElimina
  14. Ciao gdb.

    La tradizione italiana ogni tanto ci ripropone la cosiddetta "moneta fiscale," e le regioni italiane si sono lasciate sedurre da queste porcherie (es. SCEC, Napo, ecc.). Buoni sconto stampabili a iosa spacciati come soluzione ai mali finanziari, ma in realtà palliativo.

    Questo per dire che siamo ancora lontani anni luce su una discussioen seria sulla moneta. La propaganda spinge sulla moneta perché è il mezzo attraverso il quale, come sappiamo bene, si possono influenzare le scelte degli individui. Quindi finché non sarù chiaro cos'è la moenta e come funziona l'economia sarà inutile avventurarsi su questa strada per quanto riguarda l'opera divulgativa.

    Poi, per andare a fondo sul tuo commento, sì il denaro è un problema secondario in un libero mercato; ma adesso, in regime di denaro fiat, è fondamentale.

    RispondiElimina
  15. Riflessioni del mattino ripensando a quanto letto in offtopic1.

    Probabilmente, io stesso, ogni tanto, sono "vittima" di un modo di ragionare abbastanza comune che tende ad esemplificare eccessivamente, forse per riflesso condizionato, forse perché è più semplice ed immediato, avventato, banale. E perciò divido il mondo in due anche se so benissimo che non è diviso in due.
    In effetti Mises l'aveva detto benissimo, aveva già identificato la terza via, diciamo socialdemocratica o comunque dell'interventismo progressivo.
    È esagerato affermare che noi si viva in un quasi socialismo reale. Non è la realtà. Noi viviamo nella terza via e grazie a Mises ne intravediamo gli sbocchi più probabili.
    Ma una cosa che vien fuori da moltissime delle letture e delle nostre riflessioni è che a ben guardare gli studiosi della teoria austriaca assomigliano un po' agli studiosi marxiani. Se da quella parte tuttora si crede che il socialismo teorizzato sia molto meglio del socialismo reale, cioè di quello che storicamente si è realizzato, e perciò abbia ancora e necessariamente una prospettiva futura, si deve anche ammettere che tra il capitalismo del libero mercato teorizzato dalla tradizione liberale fino alla Scuola Austriaca e la realizzazione storica, il capitalismo reale, che è clientelare, mercantilista, corporativo e soprattutto finanziario prima che economico, corre una enorme differenza.
    Ovviamente, la Scuola Austriaca dimostra in modo evidente la superiorità fattuale del sistema di libero mercato rispetto al sistema socialista ed a quello intermedio, ma oggi, concretamente, dirsi a favore del sistema capitalista così come è realmente mi pare molto contraddittorio. Si rischia di passare per i Peppone del capitalismo, quando invece non è questo il mercato libero che vogliamo.
    Il punto allora è la identificazione e la comprensione del fattore unificante tra socialismo reale e capitalismo reale. L'attore della coabitazione delle due istanze di dominio. Il protagonista della unificazione perversa tra le concrete manifestazioni del socialismo e del capitalismo.
    E questo non può essere altro che lo stato burocratico centrale che grazie allo strumento disgraziato del fiatmoney ha permesso la progressiva coesistenza e fusione degli interessi, convergenti nel potere, delle burocrazie socialiste e delle aristocrazie finanziarie.
    Ed è questo il sistema, l'habitat nel quale viviamo realmente. Un miscuglio di interessi solo apparentemente divergenti che ha consentito l'emergere di una élite particolare che ruota attorno all'intervento statale. Lo stato centrale rappresenta la loro acropoli e nell'agora' ci muoviamo noialtri più o meno manipolati, più o meno ingannati, più o meno illusi, più o meno condizionati a credere che il mondo sia diviso orizzontalmente: di qua o di là o in mezzo, mentre è più probabile che ci sia un sopra ed un sotto. Una piramide. Solo la piramide del potere.

    RispondiElimina