giovedì 5 settembre 2013

Mises vs. Mises: La Morte del Socialismo





di Gary North


La cosa più influente che scrisse Ludwig von Mises (1881-1973) fu un breve articolo del 1920 sul calcolo economico in un ambiente socialista.

Sosteneva che la pianificazione centrale socialista fosse impossibile perché senza un sistema di libero mercato, nessuno sa quali siano i costi reali di qualunque cosa e quindi nessuno sa quanto vale.

Questa tesi convinse un'intera generazione di giovani uomini ad abbandonare il socialismo. F. A. Hayek fu uno di loro. Wilhelm Roepke fu un altro. Ce n'erano decine, e per un certo periodo di tempo divennero pionieri della Scuola Austriaca. Ma, uno per uno, abbandonarono questa posizione per vari motivi; nessuna delle reclute dei primi anni '20 ne rimase un sostenitore negli anni '50. Hayek fu quello che vi rimase più fedele più a lungo, e così anche Roepke. Cessarono di essere economisti della Scuola Austriaca. L'infame Capitolo 19 in The Constitution of Liberty (1960) di Hayek ne annuncio' la sua rottura. Divenne un difensore del welfare state. Dato che poche persone lessero quel libro, non sono a conoscenza della defezione di Hayek. Alla prima riunione del Mont Pelerin Society nel 1947, ci fu una sessione sulla redistribuzione del reddito. Solo Mises si oppose e se ne ando' dalla riunione gridando: "Siete tutti un branco di socialisti!" Sulla questione del welfare state, aveva ragione. Tutti avevano disertato.



LA VIA DI MEZZO

Nel 1950 Mises tenne un seminario e quel seminario divenne un articolo. Fu ampiamente letto nei circoli Misesiani che erano al di fuori del mondo accademico. Era un grande articolo con un titolo che catturava. Probabilmente fu il miglior titolo che diede ai suoi scritti: "La Politica della Via di Mezzo Conduce al Socialismo."

L'articolo fu pubblicato in una raccolta di articoli scritti e raccolti da Mises: Planning for Freedom. Venne pubblicato nel 1952. Fu il libro più efficace che Mises avesse mai scritto per quanto riguardava la diffusione delle sue idee ai laici. Le lezioni erano facili da capire e il libro vendette abbastanza bene. Non sto dicendo che è stato il suo più grande libro, ma penso che probabilmente sia il miglior libro per qualcuno senza una formazione in economia e che voglia conoscere l'economia della Scuola Austriaca. Il Mises Institute mette a disposizione sia il libro che l'articolo.

Permettetemi di riassumerlo per voi. Mises sosteneva che l'intervento dello stato distorce l'economia di libero mercato. Queste distorsioni portano a denunce pubbliche da parte degli elettori, i quali affermano che l'economia non funziona correttamente. Gli elettori fanno pressione sul governo affinché risolva il problema, e questo allora approva una legge diversa. Legge dopo legge, distorsione dopo distorsione, l'economia peggiora. La società non si avvia subito su un sentiero verso il socialismo, ma gli interventi sul mercato espandono il potere dello stato, così il risultato è in ultima analisi la creazione di un'economia socialista. Scrisse Mises: "La politica della via di mezzo non è un sistema economico che può durare. E' un metodo per la realizzazione del socialismo a rate."

Nell'ultima sezione negò che il socialismo fosse inevitabile. Ma il suo articolo offrì solo la prova del contrario.

Anche in questo paese, che deve ad un secolo di "crudo individualismo" il più alto standard di vita mai raggiunto da qualsiasi nazione, l'opinione pubblica condanna il laissez-faire. Negli ultimi 50 anni sono stati pubblicati migliaia di libri per accusare il capitalismo e per sostenere l'interventismo radicale, il welfare state ed il socialismo. I pochi libri che hanno cercato di spiegare adeguatamente il funzionamento dell'economia di libero mercato sono stati appena notati dal pubblico.

Concluse il saggio in questo modo:

L'impatto di questo stato di cose induce ad una certa inazione per preservare il sistema dell'impresa privata. Ci sono solo sostenitori della via di mezzo che pensano di avere avuto successo quando ritardano per qualche tempo una misura particolarmente rovinosa. Sono sempre in ritirata. Oggi attaccano misure che solo dieci o venti anni fa sarebbero state considerate come undiscutibili. Tra pochi anni acconsentiranno ad altre misure che oggi considerano come fuori questione. Quello che può impedire la realizzazione del socialismo totalitario è solo una profonda modifica delle ideologie. Quello che ci serve non è né anti-socialismo né anti-comunismo, ma l'approvazione positiva di quel sistema a cui dobbiamo tutta la ricchezza il quale distingue la nostra epoca dalle condizioni ristrette dei secoli passati.

Il professore di Harvard Joseph Schumpeter, pur non essendo un economista della Scuola Austriaca, tenne un discorso alla fine del 1949 dal titolo "La Marcia verso il Socialismo." Non era la stessa tesi di Mises, ma la sua conclusione era la stessa. Era molto più pessimista del discorso di Mises... e il discorso di Mises era molto pessimista. Ai primi di Gennaio, Schumpeter stava rivedendo il discorso ma morì sulla sua scrivania. Progettava di completarlo il giorno successivo quando avrebbe dovuto pubblicarlo. Fortunatamente, era in buona forma e venne pubblicato come il capitolo finale della terza edizione (1950) del suo libro del 1942, Capitalism, Socialism and Democracy.

Cosa c'era di sbagliato in tutto questo? Ignorava l'articolo originale di Mises. Mises dimostrò nel 1920 che tutta la pianificazione economica socialista è irrazionale. Non può giungere a buon fine. Deve frantumarsi. Sarebbe dovuta essere la singola e più ottimista chiamata alle armi intellettuali del XX secolo. Convinse un sacco di giovani uomini, tra cui Hayek, che il socialismo non poteva funzionare.



MISES AVEVA RAGIONE

Alla fine degli anni '80, l'economia dell'Unione Sovietica ando' in pezzi. A partire dal Luglio del 1989, i minatori di carbone non avrebbero più consegnato il carbone e questo pose fine all'intero esperimento nel 1991. Eppure quasi fino alla fine, nessuno l'ha vista arrivare. Proprio nessuno. Solo Judy Shelton rappresento' una eccezione, ma il suo libro era in ritardo: 1989.

Il tutto venne giù in un periodo di circa cinque anni. Il simbolo fu l'abbattimento del muro di Berlino nel 1989. Eppure nel 1985, quando Gorbaciov salì al potere, quasi nessuno credeva che potesse accadere una cosa simile. Il mondo proprio non se l'aspettava. Perché? Perché il mondo si rifiutava categoricamente di credere che l'articolo di Mises del 1920 fosse corretto.

Infine, nel Settembre 1990, il socialista ed economista multi-milionario Robert Heilbroner scrisse un articolo per il New Yorker intitolato "Dopo il Comunismo." In tale articolo, ammise che Mises aveva avuto ragione nel 1920 e che l'intera professione economica, che aveva o respinto oppure ignorato tale articolo, si era sbagliata. Lo disse in tre parole: "Mises aveva ragione." Quella ammissione, ovviamente, non è mai stata riportata dalla professione. Ma era un commento accurato. Eppure Heilbroner non aveva mai menzionato Mises nel libro di testo che lo rese ricco: The Worldly Philosophers. Il blackout era stato in vigore per 60 anni, e lui ne ha fatto parte.

C'era una situazione a cui Mises fornì la corretta analisi nel 1920: l'intero esperimento non poteva sopravvivere. Aveva la risposta nel discorso tenuto nel 1950. Era davanti al suo naso. Nessuno al mondo era meglio attrezzato per mostrare perché la politica della via di mezzo non può portare al socialismo: il socialismo è come l'altro lato di un cavalcavia che è costruito su legno marcio ed il treno che passa sopra il cavalcavia del socialismo non c'è modo di attraversarlo senza farlo crollare.

Questo è esattamente quello che è successo. Il comunismo non è mai andato a buon fine, perché i pianificatori comunisti dietro la Cortina di Ferro non sono mai stati in grado di far funzionare il sistema della pianificazione abbastanza a lungo da portare al paradiso comunista.

Nell'Unione Sovietica il socialismo non cadde a causa delle idee. Crollo' perché migliaia di minatori si rifiutarono di consegnare il carbone. I minatori smisero semplicemente di produrre. Dissero che era quello che si accingevano a fare e ciò avrebbe fatto crollare l'economia, e lo fecero. Ce lo dimentichiamo. Ancora oggi, non vi è quasi alcuna menzione dello sciopero dei minatori come causa del crollo. Ma quello fu l'innesco. Altri lavoratori iniziarono a scioperare. Si diffuse. Tutto il sistema stava cadendo a pezzi per tutti quei motivi elencati da Mises.

C'era una situazione in cui all'interno della testa di Mises c'era una soluzione a tesi, antitesi e sintesi. Solo che non c'era una sintesi; la pianificazione socialista crollo'. I dirigenti comunisti saccheggiarono la tesoreria del Partito Comunista, inviarono i soldi nei loro conti bancari in Svizzera, vendettero le imprese statali a se stessi ed ai loro compari ed oggi abbiamo il risultato: Putin. Non è comunismo. Non è capitalismo. E' putinismo.

In ogni caso, quelli di noi che hanno preso sul serio entrambi i saggi non si sono mai seduti in modo sistematico e hanno detto che il saggio di Mises nel 1920 avrebbe superato la lezione di Mises nel 1950. Mises non lo disse. Hayek non lo disse. Rothbard non lo disse. Nessuno lo disse. Eppure questo era quello che successe.



CONCLUSIONE

A volte la risposta ad un problema è proprio sotto il nostro naso. George Orwell lo disse meglio nel 1946: "Per vedere ciò che è davanti al proprio naso, c'è bisogno di una lotta costante."


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


7 commenti:

  1. Questo gigante, quest'uomo d'altri tempi e fuori dal tempo, è stato molto di più di un economista liberale, molto di più di uno scienziato e di un maestro coerente.
    Ha svelato a chi l'ha seguito e compreso la trama e l'ordito del grande gioco di specchi imbastito quasi in modo perfetto negli ultimi cento anni e di tutte le sue conseguenze. Forse della più grande e misconosciuta truffa criminale di sempre col maggior numero di partecipanti passivi ingannati sfruttati o massacrati da pochi ineffabili impuniti manipolatori occulti.
    Eppure, alla fine, perderanno.
    Perderanno e stanno già perdendo il controllo del loro piano. Ed è per questo che stanno diventando sempre più aggressivi e violenti. Perché si stanno indebolendo e tutto vacilla terribilmente.
    Dobbiamo in tutti i modi allontanarci dallo skyfall prossimo venturo.

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  2. Nel frattempo
    http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=181184
    più della stessa cosa

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  3. Ciao Dna.

    Hai notato come le conferenze stampa dello zio Mario siano diventate la riedizione (parola per parola) di quelle precedenti? bla bla bla... tassi uguali... bla bla bla... disoccupazione alta... bla bla bla... qualcuno schiacci il tasso replay. Cambia solo una cosa: il mese in cui arriverà la ripresa, sempre da 6 mesi a questa parte.

    Scommettiamo che dopo il 22 Settembre lo zio Mario farà un'inversione a U per quanto riguarda la politica monetaria? La Grecia ha assolutamente bisogno di altri soldi, così come la Spagna dove i NPL sono arriavati a dei massimi senza precedenti...

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  4. Mah per pretendere di far passare Hayek per un fuoriuscito della scuola austriaca ci vuole giusto North...

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  5. North evidenzia delle incoerenze, delle discrepanze, sottolinea quelle che ritiene delle deviazioni dalla linea di Mises.
    E' la sua opinione.
    North è piú ortodosso. Fondamentalista. Preferisce gli sviluppi di Rothbard. North non si fida di quel Nobel del 1974, anzi, quella è la prova del cedimento "parziale" al conformismo mainstream.
    Ci sono uomini che cercano i punti di contatto anche tra molto diversi e ci sono altri che fanno le pulci anche ai propri simili.
    Credo dipenda dalle circostanze e dagli ambiti. Qui si parla di una Scuola di pensiero economico e puó esser utile mettere in ordine i diversi rami sviluppatisi per meglio comprendere la forma dell'albero e la sua tendenza. North sembra armato di cesoie affilate per conservare quello che lui ritiene il tronco principale ed i rami rothbardiani. Altri ammirano invece anche i frutti ed i fiori più inattesi e gli innesti e le contaminazioni.
    Chi ha ragione?
    Il massimalista o il gradualista?
    La risposta puó solo essere individuale.

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  6. Ciao Anonimo.

    In quel particolare articolo scritto da North viene attaccato Hayek per non aver avuto il "coraggio" di sottoscrivere le conclusioni a cui è arrivato Rothbard: un mondo senza stato. Quindi lo "schiaffo" di North arriva da un punto di vista filosofico più che economico, perché Hayek ha sempre sostenuto posizioni minarchiche e per lui quello doveva essere lo stadio finale. Ma ciò presuppone una domanda: che limiti dovrebbe avere lo stato? Chi dovrebbe farli rispettare? E se li varca? NOn ha mai saputo dare una risposta concreta e soddisfacente perché in realtà non esiste, dato che finché ci sarà un apparato che fonda la propria esistenza sull'uso della forza sarà "libero" di raggiungere qualsiasi totalitarismo.

    E pone le sue basi anche sul fine utilitaristico che le persone sfruttano a loro vantaggio (es. welfare state). E' su questo aspetto che North attacca ferocemente Hayek.Un Rothbard o un Ron Paul immaginano il minarchismo come un mezzo per raggiungere un fine ultimo che presuppone la fien dello stato, Hayek invece presuppone il minarchismo come fine ultimo. Comunque come economista non si discute, fu davvero un grande; come filosofo politico e morale molto meno.

    Per approfondire questi aspetti vi invito a leggere il Capitolo 28 di The Ethics of Liberty-

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