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di Ed Bogus
In un articolo del 28 Giugno, Martin Feldstein afferma che il quantitative easing NON sta a significare stampa di denaro e suggerisce che è il motivo principale per cui non abbiamo visto alcuna inflazione nei prezzi.
Dopo il 2008 è cambiato il legame tra gli acquisti di titoli e la conseguente crescita della massa monetaria, perché la FED ha iniziato a pagare interessi sulle riserve in eccesso [le quali] hanno indotto le banche a conservare denaro presso la FED stessa piuttosto che prestarlo e creare depositi per assorbire l'aumentato delle riserve, come avrebbero fatto prima del 2008. Di conseguenza il volume delle riserve in eccesso detenute presso la FED è aumentato da circa $2 miliardi nel 2008 a $1.8 bilioni di adesso, eliminando di fatto il legame tra acquisti di titoli da parte della FED e lo stock di denaro. La dimensione dello stock di denaro più ampio (M2) è cresciuto ad un tasso medio di appena il 6.4% annuo dalla fine del 2008 alla fine del 2012.
Eppure questo è tutto sbagliato: ogni singola parola, tranne la parte sul pagamento degli interessi e la maggiore quantità di riserve in eccesso dopo il 2008. Ciò potrebbe sminuire il ruolo del tasso dei Fed Funds come strumento di politica monetaria, ma non ha assolutamente reciso il legame tra gli acquisti di titoli nel mercato aperto e lo stock di denaro. L'analisi di Feldstein inizia con un'osservazione sbagliata e poi procede verso una razionalizzazione.
Ma in realtà, come ho mostrato in grafici come quello qui sotto, la crescita monetaria è aumentata ad un ritmo record rispetto ai precedenti episodi inflazionistici. Se la mia osservazione è corretta, allora perché non abbiamo visto uno scoppio dell'inflazione nei prezzi come hanno predetto molti gold bug?
In primo luogo, cerchiamo di analizzare l'osservazione.
Contano Solo i Fatti
Feldstein dice:
la dimensione dello stock di denaro più ampio (noto come M2) è cresciuto ad un tasso medio di circa il 6.4% annuo dalla fine del 2008 alla fine del 2012.
Dalla fine del 2008 alla fine del 2012 la mia metrica dell'offerta di denaro è passato da $5.7 bilioni a $9.4 bilioni (+$3.7 bilioni), o un tasso medio annuo di circa il 13.3%.
Più del doppio di quello che viene riportato in M2.
Ho mostrato che questo è il più grande aumento dell'offerta di moneta mai visto.
Un altro studente della Scuola Austriaca conferma la mia analisi:
http://blogs.forbes.com/michaelpollaro/austrian-money-supply/
La differenza fondamentale tra M2 e la nostra metrica Austriaca si ritrova nei fondi del mercato monetario (MMF) e nei depositi a termine.
La ragione per cui tralasciamo questi elementi è che non sono denaro, e conteggiarli significa cadere in un errore di doppio conteggio.
I titoli detenuti nei MMF non rappresentano contanti. Devono essere liquidati per ottenere contanti. Qualora si dovesse firmare un assegno, i MMF o vendono titoli al fine di raccogliere denaro per soddisfare la vostra richiesta o lo addebita su un conto che possiede presso una delle banche di cui si occupa. In entrambi i casi, quella somma di denaro viene già conteggiata nell'offerta di denaro.
Discorso simile per i depositi a termine. Anche questi non sono depositi a vista. C'è un trasferimento chiaro e definito del diritto su una certa quantità di denaro dall'investitore all'emettitore, ed il deposito a termine deve essere liquidato al fine di restituire il denaro dall'emettitore all'investitore. In altre parole, il denaro proviene da depositi che sono già stati contati nell'offerta di moneta. Non è possibile acquistare roba con un MMF o un deposito a termine.
La differenza tra la FED ed il metodo Austriaco è che la prima non ha una definizione a priori di ciò che costituisce il denaro. Raccoglie dati che meglio si correlano alla crescita del PIL e ad altri aggregati creditizi. Gli Austriaci si avvicinano ai dati con una definizione di moneta già in mente: ai loro occhi è il mezzo comune di scambio o un qualsiasi sostituto che può essere utilizzato come pagamento finale di beni, servizi e debiti. Questa non è una questione di preferenza, ma di scienza. Non è forse giunto il momento di smettere di guardare dati che ci vengono dati in pasto da dei criminali?
Naturalmente è sbagliato dire che la crescita dell'offerta di moneta è stata bassa quando in realtà la crescita dell'offerta di moneta non è stata davvero bassa. Perché, dunque, l'inflazione nei prezzi è così bassa? Beh, ho le mie idee.
La definizione di Feldstein dei prezzi è troppo stretta
Nell'articolo di sopra Feldstein, come la maggior parte degli analisti, si sta rivolgendo al CPI. Ma non solo il CPI è la statistica più manipolata di tutte, il "core" in particolare è la misura più stretta riguardo gli effetti finali di una qualsiasi espansione di denaro. Rappresenta l'ultimo degli effetti: il vento di coda; e riflette solamente ciò che il governo vuole confessare. Che dire dell'impennata di prezzi delle case e dei titoli azionari? Che dire del valore delle obbligazioni? Ricordate, devono acquistare bond per spingere i tassi verso il basso, quindi c'è inflazione lì. Che dire dell'arte? Che dire dei costi dell'energia, che sono triplicati dai minimi del 2008? Molte delle soft commodity sono salite a livelli da record dopo la reflazione del 2008.
Infatti, come ho sostenuto di recente, non si può dimenticare che il CPI sarebbe stato il 25% più basso se non ci fosse stata l'espansione della massa monetaria post-2008. Se questo è vero, il fatto che il CPI sia aumentato a malapena nasconde un 25-30% di calo nel valore del denaro.
L'economista Austriaco Mark Thornton ha sostenuto una tesi simile nel suo articolo "Dov'è l'Inflazione" del Gennaio 2013:
Non viene nemmeno preso in considerazione come sarebbero i prezzi se la FED e le banche centrali mondiali non avessero agito come hanno fatto. I prezzi delle case sarebbero stati inferiori, i prezzi delle materie prime sarebbero stati più bassi, il CPI ed il PPI sarebbero finiti in territorio negativo. Le famiglie a basso reddito avrebbero visto un aumento della loro tenore di vita. I risparmiatori avrebbero ottenuto un rendimento adeguato per i loro risparmi. Certo, anche il mercato azionario ed il mercato obbligazionario avrebbero visto prezzi significativamente più bassi. I titoli bancari sarebbero crollati e le banche fallite avrebbero chiuso. La finanza, gli hedge fund e gli investimenti delle banche sarebbero crollati. Il settore immobiliare di Manhattan sarebbe affondato. Il mercato dei fund manager, dei gestori di hedge fund e dei banchieri sarebbe evaporato.
In qualsiasi altro paese in cui la struttura del capitale è meno sviluppata, la transizione verso l'inflazione nei prezzi sarebbe stata più intensa ed istantanea. È per questo che una minore inflazione monetaria in Europa ha prodotto un'inflazione nei prezzi più elevata.
Questo è ciò che rende diverso il dollaro. L'economia degli Stati Uniti è in grado di assorbire meglio l'inflazione. Questo ha a che fare con la produttività del capitale e la capacità degli Stati Uniti di espandere la produzione, compensando in tal modo l'impulso inflazionistico dei prezzi. Questo processo funziona attraverso l'altro lato della medaglia domanda/offerta: la "domanda" di denaro, che è dove Feldstein dovrebbe guardare.
Feldstein omette qualsiasi discussione sulla "domanda di moneta" superiore alla media
La produttività del sistema capitalista non è l'unico fattore che esercita la sua influenza sulla domanda di moneta, andando così a compensare gli effetti di un aumento dell'offerta di denaro.
In Mystery of Banking, Murray Rothbard individuo' un totale di sei modi in cui questa domanda di moneta si manifesta ed influenza i prezzi:
- La semplice funzione della domanda (quando i prezzi scendono, il desiderio di possedere moneta cala; e quando i prezzi aumentano, la domanda di liquidità aumenta — questi movimenti si verificano insieme alla funzione della domanda);
- La produttività del capitale (quando la produzione si espande provoca un aumento della domanda di moneta);
- Frequenza del pagamento di salari e stipendi (se le persone vengono pagate tutti i giorni probabilmente dovrebbero tenere meno saldi di cassa se invece venissero pagate ogni trimestre);
- Le innovazioni nel sistema di compensazione (le innovazioni della Visa e degli altri metodi di trasferimento di denaro hanno cambiato la quantità di soldi che possiamo tenere a portata di mano. Ovviamente se si vive nella boscaglia, lontano da queste tecnologie, si avrà bisogno di possedere più contanti);
- Fiducia generale nel denaro; e
- Aspettative di inflazione o deflazione.
Quest'ultimo è il più importante.
Non tutti questi fattori devono sussistere in un dato momento. Ma sappiamo che le aspettative di deflazione sono state elevate. Le persone hanno accumulato denaro così come l'hanno fatto anche le banche e le imprese. Le persone si aspettavano un crollo dei prezzi dopo il 2008, non solo dei prezzi al consumo ma una deflazione generale... non è vero?
Questa è una domanda importante secondo me, proprio perché è stato complicato far capire che non sarebbe accaduto: almeno non quel tipo di deflazione che i sostenitori di questa posizione avevano in mente. La teoria di base sulla progressione di un tipico ciclo inflazionistico coinvolge principalmente i numeri 1, 5 e 6. Citando Hazlitt e Rothbard, ho scritto di recente su come il ciclo progredisca da un'alta fiducia nel sistema monetario verso una sua eventuale distruzione. Lungo la strada vi è un inevitabile calo della domanda di possedere denaro (che è ciò che la FED vuole), cosa a cui stiamo assistendo oggi; vale a dire, una liquidazione delle aspettative di deflazione. I semi del bust sono stati seminati e la FED dovrà presto avere a che fare con le conseguenze.
In altre parole, solo ora la domanda di moneta sta scendendo.
Solo adesso ci stiamo infilando nella fase di "boom" dove le conseguenze ricadranno sui prezzi al consumo. Al ritorno della paura dell'inflazione, il ciclo diventa vizioso, quindi anche se rallenta la crescita dell'offerta di moneta (come nel 2004-07) i prezzi inizieranno inspiegabilmente ad accelerare verso l'alto.
Infine: il ritardo
C'è sempre un certo ritardo.
L'espansione dell'offerta di denaro non puo' immediatamente comportare un aumento uniforme dei prezzi, anche se si neutralizzassero tutti i fattori che influenzano la domanda di moneta. La ragione è che ci vuole tempo affinché la nuova moneta permei nell'economia più ampia. Questo è il motivo per cui ha effetti redistributivi.
Se i prezzi aumentassero tutti in una sola volta e nello stesso grado non esisterebbe una redistribuzione della ricchezza, il che significa che nessuno avrebbe alcun incentivo nell'attuazione di tale politica.
Conclusioni sul ritorno dell'inflazione nei prezzi
La maggior parte delle persone guarda ad M2 o MZM o a qualunque cosa la FED da loro in pasto. Sono condannati ad avere un'analisi sbagliata.
Utilizzando questi numeri, concluderanno inevitabilmente che il QE non si è tradotto in stampa di soldi e che non importa quanto la FED ci provi, non riuscirà ad inflazionare!
Uh, oh, dobbiamo essere vicini alla deflazione allora!
Ma come diavolo avrebbero potuto mantenere la borsa così in alto se stavano solo espandendo il credito ad un ritmo del 6.4% l'anno? Crescita reale? Suvvia!
Non vi è dubbio che prima o poi vedremo un focolaio di inflazione nei prezzi. Questo è storicamente accaduto quando la FED cerca di invertire il suo stimolo, e la FED tende a farlo quando la domanda di moneta inizia a scendere perché va a coincidere con un miglioramento dei dati economici.
In ogni caso, la crescita monetaria negli Stati Uniti è più veloce di quello che dice l'analisi di Feldstein, e la ragione principale per cui non abbiamo ancora avuto un'inflazione nei prezzi elevata è dovuta alla maggiore produttività del capitale ed alla concomitanza in questi ultimi anni di una domanda maggiore per i saldi di cassa (es. tesaurizzazione).
Come ho detto, in qualsiasi altro paese, i prezzi ormai sarebbero saliti in risposta a questo QE. Se gli Stati Uniti continuano questa politica, continueranno ad esaurire la propria base di capitale ed in futuro diventeranno ancora più sensibili all'inflazione.
I fattori temporanei che influenzano la domanda di moneta hanno cullato le persone in un falso senso di sicurezza circa il potenziale problema.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/
Ciao Francesco
RispondiEliminaIn ogni caso, dalle nostre parti, se non c'e' inflazione galoppante (ma e' solo un trucco oramai scoperto) ci sono le tasse (ce lo chiede l'europa...) e le bollette per le utilities.
Il potere d'acquisto della carta che ci dicono essere denaro diminuisce in ogni caso.
E non dimentichiamo i senza lavoro o i sottoccupati o i cassaintegrati o i pensionati al minimo. Quelli ne hanno pure poca di quella carta che ci dicono essere denaro.
E fare impresa o l'autonomo e' sempre piu' difficile e costoso. Quasi non conviene se non sei sussidiato.
Tra un po' si fermera' tutto. Poi voglio vedere.
Andremo a fare una bella passeggiata.
E magari qualche pernacchio come insegnato da don Ersilio Miccio...
Lo stato che alza le tasse è indirettamente inflazionistico. E distrugge due volte la ricchezza.
RispondiEliminaLa vicepresidente del cartello del capitalismo clientelare nazionale a capo della distribuzione bancaria dei favori agli amici degli amici sinceri democratici in Toscana e con un occhio a Roma.
RispondiEliminaComunque secondo i lcalcolo del CPI di Shadowstat, gli USA stanno già sperimentando un'inflazione a doppia cifra. E' solo un assaggio di quello che verrà.
RispondiEliminaE se vi ricordate Zerohedge ad Aprile aveva scovato questa notizia riguardante Goldman Sachs. I fessi hanno abboccato e venduto oro. Risultato: oro a prezzi stracciati (soprattutto fisico).
Sì, certo, ha comprato contratti GLD. Ma da dove veniva questa emorraggia? JP Morgan, ad esempio. Tra le due non scorre "buon sangue" e credo in questa cosa: quando gli squali finiscono i pesci piccoli, iniziano a mangiarsi tra diloro.