Questa è una di quelle notizie che non bisogna farsi scappare perché dovrebbe mettere di buon umore tutti quelli che disdegnano l'assicurazione sui depositi bancari: i depositi bancari di Cipro oltre i €100,000 sono stati convertiti per il 47.5% in partecipazioni nella banca in cui sono depositati. In un libero mercato i depositanti sarebbero a rischio di perdere il 100% dei loro soldi depositati qualora la banca dovesse fallire; ogni banchiere saprebbe che una corsa agli sportelli della propria banca potrebbe mandarlo in bancarotta in qualsiasi momento, questa "paura" lo porterebbe ad essere più cauto negli investimenti e meno propenso a fare leva sulla riservra frazionaria. Di certo il mondo ne gioverebbe. Ed è per questo che i banchieri di tutta Europa sono spaventati che una soluzione come quella adottata a Cipro possa diffondersi a macchia d'olio, perché rappresenterebbe un ritorno della responsabilità nelle mani dei depositanti. Invece i banchieri vogliono che lo stato garantisca per le loro sconsideratezze, che infine pagheranno i contribuenti, in modo da sopire qualsiasi remora da parte dei depositanti. Quando ci fidiamo dello stato, quello che sarà assicurato è solo il disastro: la collettività si sobbarcherà le perdite mentre i banchieri intascheranno i profitti.
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di Frank Hollenbeck
Il governo degli Stati Uniti sta cercando di implementare la versione del XXI secolo del Glass-Steagall Act del 1933. La proposta di legge separerebbe le banche tradizionali (che sono sostenute dal FDIC) dalle istituzioni finanziarie più rischiose che includono aziende focalizzate sull'investmento bancario, sul capitale privato, ecc. Questo per dare l'impressione che i governi stanno prendendo misure contro il settore finanziario, le cui azioni hanno quasi messo l'intera economia mondiale in ginocchio nel 2008. L'assunto implicito è: se passa questa normativa, il settore bancario non sarà mai più una fonte di panico finanziario. Niente potrebbe essere più lontano dalla verità.
In primo luogo, la bolla immobiliare sarebbe ancora esistita senza l'investment banking. I prestiti cattivi e non performanti erano tutte attività di banche commerciali. Se questi prestiti ipotecari non fossero mai esistiti, le banche d'investimento non avrebbero potuto impacchettarli e poi venderli a fondi comuni di investimento, fondi pensione e compagnie di assicurazione. Tenendo i tassi troppo bassi per troppo tempo, la banca centrale ha creato un ambiente per le bolle. Il Glass-Steagall sarebbe stato un nonnulla. Se un bambino va in un negozio di caramelle e si "ingozza come un maiale," incolpate il bambino (i banchieri) oppure i genitori (la banca centrale) per averlo lasciato andare nel negozio di caramelle?
In secondo luogo, gli Stati Uniti hanno fatto registrare gravi crisi finanziarie durante il XIX secolo: il panico del 1819, 1837, 1857, 1873, 1893, tra gli altri. All'epoca la maggior parte delle attività legate all'investimento bancario non esistevano nemmeno. La capacità del settore bancario di creare moneta dal nulla ha permesso una crescita eccessiva del credito (non giustificata da risorse provenienti da risparmi reali), cosa che ha spinto l'attività economica nella fase di boom del ciclo economico. Questa crescita non sarebbe stata possibile senza la riserva frazionaria. Tolta questa, si metterebbe fine alla maggior dei cicli boom/bust.
Il Glass-Steagall Act è stato completamente abrogato nel 1999 con la legge Gramm-Leach-Bliley, consentendo alle banche commerciali di entrare facilmente nelle attività di investment banking. In altre parole, la riserva frazionaria e l'assicurazione sui depositi hanno permesso alle banche di assumere scommesse più rischiose e venivano autorizzate ad impegnarsi in giochi d'azzardo ancora più rischiosi. La recente normativa come la Dodd-Frank, il rapporto Vickers nel Regno Unito e il rapporto Liikanen in Europa Continentale cercano di limitare l'attività delle banche commerciali nell'investment banking. L'idea essenziale dietro alcune di queste nuove regole è che ad ogni scommessa verrebbe assegnata una certa gradazione di rischio. Una banca commerciale potrebbe quindi assumere solo tot. scommesse prima di dover scindere queste attività rischiose in una entità separata.
Nessuno, naturalmente, sta avanzando la domanda cruciale: perché le banche sono autorizzate a partecipare a questi giochi rischiosi con i depositi? Non dovrebbero farlo.
L'assicurazione sui depositi è uno dei due fattori che permettono alle banche di invischiarsi in tali scommesse rischiose. Creato nel 1933, è un perfetto esempio di politica di governo che alla fine si dimostrerà di aver fatto più male che bene. Doveva ridurre i rischi, ma ha fatto esattamente il contrario. Quando i governi forniscono assicurazioni sugli alluvioni che il settore privato non avrebbe mai preso in considerazione, le persone costruiscono case in zone a rischio di gravi inondazioni.
Prima dell'assicurazione sui depositi, le persone erano attente a dove depositavano i loro soldi per pagare l'affitto o le bollette. Se una banca finiva nei guai, le persone avrebbero provato a ritirare i loro soldi dalla banca. Le corse agli sportelli erano una cosa buona perché servivano a costringere le banche ad essere estremamente attente nelle loro pratiche di concessione dei prestiti. La minaccia di una corsa agli sportelli faceva emergere validi incentivi.
L'assicurazione sui depositi è un esempio perfetto della parabola di Frederic Bastiat sulla finestra rotta: ciò che si vede e ciò che non si vede. Da circa 70 anni sono state abolite le corse agli sportelli bancari; ai depositanti è stata data l'illusione della protezione. Questo è ciò che si vede. Ciò che non si vede è che senza assicurazione, le banche avrebbero preso molti meno rischi con i depositi e gli stati avrebbero potuto finanziare di meno la loro spesa (le banche avrebbero potuto comprare meno bond statali).
L'Europa, oggi, è un perfetto esempio degli effetti disastrosi dell'assicurazione sui depositi. Se non fosse esistita, la crisi del 2008 non sarebbe mai avvenuta, o sarebbe stata molto più mite o si sarebbe verificata molto prima, e la situazione del debito degli stati di tutto il mondo sarebbe stata completamente diversa. E' sorprendente come molti economisti di libero mercato difendano l'assicurazione sui depositi, sebbene si tratti di un prodotto che il libero mercato, prima del 1933, non aveva mai considerato degno di prova.
Perché l'Irlanda è stata costretta a salvare le sue banche? Perché gli stati non trattano le banche come qualsiasi altra attività imprenditoriale? Se Nokia non fosse stata in grado di vendere i telefoni in modo competitivo, sarebbe andata fallita. Lo stato non dovrebbe salvare le imprese private. Ancora una volta, è colpa dell'assicurazione sui depositi. Anche se una banca smettesse di esistere, lo stato sarebbe ancora responsabile per le passività della banca (i suoi depositi) a causa dell'assicurazione sui depositi.
Oggi, molte banche italiane e spagnole hanno usato i depositi per acquistare grandi percentuali di debito dei loro stati. Se Spagna o Italia venissero interdette dai mercati finanziari, cosa he sta diventando sempre più probabile, il valore del loro debito scenderebbe in modo significativo come è accaduto al debito greco nel 2010. Queste banche falliranno all'istante, ed il governo italiano e spagnolo finiranno nei guai per quanto riguarda i depositi che servivano da fondi per acquistare le loro obbligazioni (dal momento che questi depositi sono assicurati!).
Questi stati dovranno stampare denaro per far fronte al problema. Tuttavia, questo andrebbe contro il mandato della BCE e probabilmente dovranno affrontare un veto tedesco. Una rottura dell'Euro sarebbe quindi inevitabile. Verrebbe imposto un tasso ufficiale tra euro e lire o pesetas. Questo tasso, tuttavia, non avrebbe nulla a che fare con il tasso di mercato. I depositanti con meno di €100,000 riceverebbero indietro i loro soldi in lire o pesetas. Tuttavia, questa nuova valuta non avrebbe un grande potere d'acquisto. L'assicurazione sui depositi garantisce il valore nominale dei depositi, non quello reale: è per questo che prima si parlava dell'illusione della protezione.
Le conseguenze economiche dell'inevitabile iperinflazione in Spagna o in Italia avrebbero ripercussioni in tutto il mondo. Niente di tutto questo potrebbe succedere senza la riserva frazionaria. L'assicurazione sui depositi sarebbe quindi inutile.
Dobbiamo porre fine a questa continua corsa tra le banche e le autorità di regolamentazione. Abbiamo già troppi burocrati. Tutta questa nuova legislazione bancaria andrà probabilmente a peggiorare la situazione. Le banche saranno sempre in grado di utilizzare le nuove tecnologie ed i nuovi strumenti finanziari per rimanere un passo avanti ai regolatori. Continuiamo a mettere bende su un sistema che è marcio fino al midollo. Il settore bancario nella sua forma attuale non rappresenta il capitalismo. Rappresenta la frode ed il capitalismo clientelare, tenuto a galla da interventi statali sempre più disperati. Dovrebbe essere smantellato.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/
Il garante dell' azzardo morale è lo stato. Senza dubbio. D'altronde è cosa diffusa cercare la scappatoia alle malefatte. La banca centrale è nata come prestatore di ultima istanza per gli insolventi privilegiati collusi col potere politico conferito dal trovarsi ai vertici del baraccone.
RispondiEliminaNon è difficile da spiegare e capire. Ma invece lo è perché mette in discussione la fede più radicata del nostro tempo. Si scambia per protettore il parassita.
Gli statolatrici senza se e senza ma spiegano che cambiando la classe politica dirigente lo stato funzionerà onestamente ed i perfidi banchieri ed i clientes economici e finanziari saranno tenuti alla larga dalla perfetta ed integerrima gestione della cosa pubblica operata dagli incorruttibili prossimi venturi.
RispondiEliminaE questo è proprio l'errore per eccellenza. Ma molto diffuso, ma che dico: condiviso!
Così il socialismo statalista e la democrazia sociale si dimostrano avversari mortali per la libertà degli scambi volontari che non necessitano di altro che del rispetto dei contratti stipulati volontariamente. Ed è proprio della garanzia e della protezione dei contratti che dovrebbe occuparsi una istituzione terza.
Ciò che si vede meglio in Italia oggi sono le malefatte dei cortigiani. Ciò che ancora non si vede è il sovrano corruttore.
RispondiEliminaEd è il risultato della mistificazione che inganna tutti proclamando il popolo come sovrano, che lo stato siamo noi e che la coop sei tu...
Ciao Dna.
RispondiEliminaA proposito di sovrani e cortigiani, ti faccio un "regalo": costi e posti (visibili) della macchina rugginosa italiana.
Grazie del "regalo"!
RispondiEliminaTra i cortigiani metto anche i capitalisti clientelari o sovvenzionati e tutti gli amici degli amici comprendendo anche quelli ai quali dobbiamo comprare i superjet militari...
Un'altro grande articolo...Ti vorrei chiedere una tua Opinione sul rischio rottura €. La vedi probabile, possibile o credi che si continuerà con scenari deflazionistici per sgonfiare ad esempio la bolla immobiliare italiana(nn + tanto latente) e continuare con il processo di riduzione salariale che in Spagna,Italia,Grecia e Portogallo non è mai stato così evidente,coaudiuvato dall'inasprimento fiscale?
RispondiEliminaBel regalo quello per DNA,nn avevo idea di questi numeri...
ps. http://www.zerohedge.com/news/2013-09-16/summers-season-over-morning-after
Saluti
Nikolaj
non sei la coop, sei il mps, cioè, i debiti li paghi tu.
RispondiEliminaottimo articolo su distopia e meritocrazia nell ultimo numero di limes. consigliabile
Ho letto qualche tempo fa quel pezzo di Rothbard intitolato I LIBERTARI SONO ANARCHICI? e la conclusione del nostro e' che No, non sono anarchici nel senso storiografico e piu' comune del termine, ma non-archici. Termine bruttarello ma che li distingue dai minarchici e dagli anarchici di tradizione non liberale.
RispondiEliminaLa mia riflessione e' questa: siccome per forza di cose viviamo nel tempo e come noi tutte le nostre opere, anche quella istituzione collettiva che chiamiamo stato e' soggetta al tempo e ad una propria evoluzione o trasformazione.
Cio' cui assistiamo ai nostri giorni ed in cui siamo storicamente contemporanei e' la degenerazione di quella istituzione collettiva che e' diventata in maniera evidente ed innegabile una bestia corrotta, affamata, violenta, disperata ed interessata soltanto a conservare se stessa a costo di prosciugare fino a distruggere materialmente tutte le fonti del proprio approvigionamento.
Ma questa degenerazione odierna, questo accelerante processo storico contemporaneo, e' inevitabile perche' insita nella natura stessa della creatura, forma organizzativa del potere, oppure e' la conseguenza di una malattia grave contratta con l'avvento del socialismo nelle sue diverse declinazioni?
In altre parole, uno stato liberale e' piu' longevo di uno socialista o socialdemocratico, oppure e' immune da degenerzioni, oppure gli esempi storici dimostrano che la degenerazione e' inevitabile?
Ciao anonimo,
RispondiEliminacredo che se ti leggi il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa e I Viceré di DeRoberto potrai trovare gran parte delle risposte che cerchi.
L'uomo e' un legno storto, imperfetto ed inquieto, ed il potere e' molto attraente per chi vuole privilegi ed e' disposto a pagare in qualche modo. Il potere, monarchico od oligarchico, comunque sia organizzato, contraccambia intervenendo per favorire il privilegio del cortigiano piu' munifico e soprattutto per conservare se stesso.
Il socialismo e la democrazia hanno allargato a dismisura la platea dei cortigiani che parassitano condizioni di privilegio le piu' varie, dal finanziamento, all'appalto, dalla sovvenzione parassitaria fino al posto fisso di lavoro od alla posizione corporativa protetta, offrendo in cambio i voti o altro.
Lo stato socialista interviene molto di piu' dello stato liberale perche' vuole costruire ideologicamente una realta' come dovrebbe essere con interventi, manipolazioni, deformazioni della realta' come e'.
E tutti questi interventi sono spesso fallaci perche' frutto di presunzioni fatali di conoscenza di cio' che non e' mai completamente conoscibile perche' si tratta di conoscenza dispersa tra miliardi di individui mutevoli ed imprevedibili.
Storicamente lo stato liberale, minimo, poco interventista, poco presuntuoso, fa parte del passato. Non ha vinto, ma perso.
Percio' ora, escluse le teocrazie, abbiamo solo stati totalitari autocratici o socialdemocratici con ordinamenti sempre meno liberaldemocratici nella sostanza e sembra quasi che le opzioni possibili non siano attualmente ed in prospettiva altre che queste. Infatti, la soluzione libertaria, secessionista, non-archica sembra solo utopia.
Il sistema fiatmoney rappresenta oggi e da un secolo a questa parte la modalita' per la conservazione del potere e la distribuzione dei privilegi ai gruppi organizzati.
Ciao Nikolaj.
RispondiEliminaL'Europa è un coacervo di voci tenute insieme con lo scotch da parte di un manipolo di individui presuntuosamente voncinti di poter direzionare a piacimento le varie economie al suo interno. L'imposizioen dell'euro come valuta unica ne è la prova; una valuta non scelta dal libero mercato, es. scelte dei singoli individui, ma da un manipolo di individui che l'ha pianificata a tavolino. Questo non potrà che condurre ad ulteriori intensificazioni del socialismo imperante in Europa. E' inevitabile.
Il settore che si sta tentando di sgonfiare è quello privato, ma gonfiando altresì quello pubblico e sorreggendo il comparto bancario (cosa che gli impedisce di liquidare i propri investimenti improduttivi). Cosa significa? Si sta ostacolando l'emersione di prezzi (es. tassi di interesse obbligazionari) in accordo a quello che segnalerebbe un mercato non distorto da interferenze esterne. Questo non fa altro che aggiungere benzina all'incendio.
E' la stessa strategia adottata dai banchieri centrali: boom e bust, boom e bust, boom e bust, ovvero, tirare a campare un altro po'. Alla fine la situazione in Europa si può riassumenre in 5 punti:
1. Gli squilibri vengono pagati dai paesi meridionali;
2. Gli squilibri vengono pagati dai paesi nordici;
3. I paesi nordici si fanno garanti degli squilibri dei paesi meridionali;
4. Monetizzazione attiva da parte della BCE dei governi insolventi;
5. I governi insolventi si fanno carico di oneri fiscali maggiori che si ripercuotono sui contribuenti e sui depositanti delle banche insolventi.
I PIIGS e la Francia sostengono i punti 3 e 4; mentre la Germania spinge per una soluzione a metà tra la 1 e la 5.
Esiste anche in realtà un punto 6, ovvero, lo scoppio di tumulti sociali in caso di vittoria tedesca per quanto riguarda questa linea d'azione. Questo significherebbe l'uscita di paesi praticamente falliti (es. Grecia) dall'Europa. Il ritorno ad uan moenta "sovrana" e la sua conseguente svalutazione inneschrebbe una reazioen a catenache inghiottirebbe il resto degl ialtri paesi europei.
Se invece sarà il punto di vista tedesco a capitolare, la stessa Germania potrebbe uscire dall'euro a seguito di tumulti volti a dire "no" ad un pagamento del conto delle irresponsabilità altrui. Non è un caso se i teteski abbiano iniziato le pratiche per il rimpatrio delle loro scorte auree presso la NYFED. Una protezione aggiuntiva per quei crediti TARGET che non rivedrà più.