mercoledì 7 agosto 2013

La FED può invertire la sua posizione senza causare tanti effetti indesiderati?

Nonostante questa citazione sia di una dichiarazione rilasciata il 19 Giugno, è lo stesso significativa per capire come il capo della FED si comporta quando armeggia con la sua politica monetaria.
RICHARD HARDING. Signor Presidente, ha sempre sostenuto che è lo stock di asset posseduti dalla FED che influiscono sui tassi di interesse di lungo termine. Come concilia questa affermazione con il brusco e recente aumento dei tassi di interesse? E pensa che il mercato stia interpretando correttamente quello che lei pensa che probabilmente sarà lo stock di asset della Federal Reserve? Grazie.

PRESIDENTE BERNANKE. Beh, siamo un po' disorientati da questo punto di vista. E' qualcosa di più grande e non puo' essere spiegata, secondo me, dai cambiamenti negli ultimi acquisti di asset. Quindi bisogna concludere che ci sono altri fattori al lavoro, inclusi un ottimismo per quanto riguarda l'economia ed un certo senso di incertezza crescente.
E' chiaro ora? Non ha la minima idea di come spiegare il recente aumento dei tassi di interesse nonostante la sua politica monetaria accomodante che era intenzionata a tenerli bassi. Conclusione: il suo è un fallimento colossale. Il suo Keynesismo d'accatto è stato un fallimento e lo è stato sin da quando ha accompagnato l'economia mainstream nel corso di questi anni. Infatti non fa notare assolutamente come nel mese di Giugno la percentuale di crescita dell'offerta di moneta sia rallentata, andando a mettere pressione alle bolle gonfiate in precedenza dalla sua sconsideratezza. Forse lo zio Ben non si è ancora reso di conto che sta tirando la coda ad una tigra eramente affamata...
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di Frank Shostak


Secondo la maggior parte dei commentatori, ridurre lo stimolo monetario e liquidare il bilancio della FED senza causare grandi sconvolgimenti economici sarà una grande sfida per i banchieri centrali degli Stati Uniti. Mercoledì 19 Giugno il Presidente della FED Ben Bernanke ha detto che dato un miglioramento delle prospettive per l'economia, la banca centrale degli Stati Uniti avrebbe potuto moderare il ritmo del pompaggio monetario. Secondo Bernanke, entro la metà del 2014 la FED potrebbe anche terminare il suo acquisto di asset.

E' possibile rallentare il ritmo del pompaggio monetario senza causare effetti collaterali significativi?

Secondo il modo di pensare popolare, a causa di gravi shock prima del 2008 provenienti da perturbazioni nei mercati del credito, l'economia USA è stata gravemente disarcionata da un percorso di crescita economica auto-sostenuta.

Di conseguenza sin dal 2008 la FED ha dovuto intervenire con un enorme pompaggio monetario per portare l'economia su un sentiero di crescita economica auto-sostenuta.

Secondo questo modo di pensare la spesa di un individuo diventa il reddito di un altro individuo la cui spesa, a sua volta, dà luogo al reddito di altri individui, ecc. In assenza di shock questo processo tende a diventare autosufficiente. Il ruolo della banca centrale è quello di fare in modo che il processo non venga interrotto e di prevenire dinamiche negative. (Se a causa di uno shock i consumatori riducono la loro spesa, questo potrebbe portare ad un'implosione dell'attività economica).

Ci si aspetta che la banca centrale intervenga non solo in risposta a shock negativi, ma anche a shock positivi che tendono a spostare l'economia al di là di un percorso di crescita economica auto-sostenuta.

Gli shock negativi si manifestano con un calo del ritmo di crescita dei prezzi ed un calo dell'attività economica. Uno shock positivo, invece, si manifesta con un'attività economica surriscaldata ed un aumento dei prezzi di beni e servizi.

Secondo questo modo di pensare, se la banca centrale non è abbastanza attenta nella sua risposta a shock negativi ciò potrebbe spingere l'economia in una cosiddetta zona surriscaldata.

Sembra non essere un compito facile, na i banchieri centrali esperti e saggi dovrebbero essere in grado di far navigare l'economia lontano da varie interruzioni e mantenerla su un sentiero di crescita sana.

Quindi i banchieri centrali devono monitorare attentamente i dati economici chiave in modo che l'economia, quando si trova su un percorso di crescita economica auto-sostenuta, rimanga lì.

L'indice delle aspettative dei costruttori è salito a 52 a Giugno, dal 44 di Maggio. La dinamica di crescita delle abitazioni è aumentata a Maggio rispetto al mese precedente. Il relativo tasso annuale è salito al 28.6%, dal 13.5% di Aprile.




Anche l'attività economica in generale sembra aver riguadagnato forza. L'indice della FED di Philadelphia sullo stato del business ha registrato un grande incremento a Giugno rispetto a Maggio (da -5.2 a 12.5). L'indice della Federal Reserve di New York sull'attività economica ha registrato un rafforzamento visibile salendo a 7.84 a Giugno dal -1.43 di Maggio.




E' su questo sfondo che si può capire la logica di Ben Bernanke e dei suoi colleghi quando dicono che dato il rafforzamento dell'attività economica ed il probabile rafforzamento del mercato del lavoro, i banchieri centrali statunitensi potrebbero tagliare il ritmo del pompaggio monetario nei prossimi mesi.

Ciò che è necessario per la buona riuscita della politica monetaria della FED è una valutazione corretta dell'andamento futuro dell'economia degli Stati Uniti.

Anche se si dovesse accettare questo modo di pensare, non è mai possibile prevedere con grande precisione la dinamica degli eventi. La FED brancola nel buio se dovesse dichiarare se l'economia si sta avvicinando ad un percorso di crescita autosufficiente o se ha già superato questo percorso ed è entrata in un percorso di crescita inflazionistica.

E' probabile che si aggiungano altri errori alle misure di politica atte a contrastare i diversi schock. (Le misure chiave della FED sono il pompaggio monetario e le manipolazioni dei tassi di interesse).

Su questo punto, ogni volta che la FED cambia il ritmo di pompaggio l'effetto sui diversi mercati non è istantaneo. Il denaro iniettato si muove da un mercato all'altro – vi è un intervallo di tempo.

Per alcuni mercati l'intervallo di tempo puo' essere berve, per altri mercati può essere molto lungo. Ogni volta che la nuova moneta entra in un determinato mercato significa che ci sono più soldi rispetto ad una data quantità di beni. La spesa monetaria o il fatturato monetario in determinati mercati sono ora più alti.

Diversi indicatori economici descrivono cambiamenti nei fatturati monetari in vari mercati. Per esempio, i cambiamenti nella quantità di moneta dopo un intervallo di tempo di nove mesi si manifesteranno in cambiamenti nel cosiddetto prodotto interno lordo (PIL). L'aumento di questo indicatore non ha nulla a che fare con una crescita economica reale, ma arriva in risposta a passati aumenti nel tasso di crescita dell'offerta moneta.

Dato che i tempi sono variabili, i vari indicatori economici (come gli indici dei prezzi) potrebbero rispondere a quei cambiamenti della politica monetaria che hanno avuto luogo diversi anni prima.

Potrebbe quindi emergere una situazione in cui a causa della variabilità dell'intervallo di tempo ci potrebbe essere un ventaglio di risposte in diversi indicatori economici in determinati punti nel tempo. (Per esempio un rafforzamento nel tasso annuale di crescita del CPI mentre l'attività economica è in calo).

Sappiamo che i banchieri della FED tendono ad essere – la maggior parte del tempo – reattivi ai cambiamenti degli indicatori economici, il che significa che la maggior parte del tempo i banchieri centrali stanno rispondendo alle politiche del passato. (E' come un cane che si morde la coda.) Inutile dire che tali tipi di politiche tendono ad amplificare gli shock anziché attenuarli.

Siamo del parere che questo modo di ragionare (secondo cui esiste un qualche tipo di percorso di crescita su cui la FED puo' indirizzare l'economia) sia errato. Non esiste un'economia come questa; ci sono solo gli individui che sono impegnati in varie attività per conservare la loro vita ed il loro benessere.

Ogni volta che la banca centrale alza il ritmo del pompaggio monetario al fine di portare l'economia su un sentiero di crescita autosufficiente, gonfia varie bolle. La loro proliferazione, che viene salutata come prosperità economica, mette in moto una deviazione di ricchezza reale dai generatori di ricchezza verso le bolle stesse. Viene indebolito il processo di generazione di ricchezza.

Ogni volta che la FED frena il suo pompaggio monetario ciò va ad indebolire la deviazione di ricchezza reale verso le bolle e minaccia la loro esistenza. Le bolle non possono continuare ad esistere senza il pompaggio monetario che devia ricchezza reale dai generatori di ricchezza. Questo porta a un bust economico.

Ovviamente non c'è modo con cui la FED possa frenare il pompaggio monetario senza mettere in moto un bust. Sarebbe in contraddizione con la legge di causa ed effetto. La gravità del bust è in conformità con la percentuale di bolle esistenti: più è grande questa percentuale, più sarà doloroso il bust.

Questa percentuale a sua volta è dettata dalla grandezza e dalla lunghezza temporale della posizione monetaria accomodante della FED. Una volta che questa percentuale sfugge di mano, il bacino della ricchezza reale finisce nei guai. Di conseguenza si riduce la volontà delle banche di impegnarsi in politiche di espansione del credito, nonostante la posizione accomodante della banca centrale. Questo porta ad un calo della dinamica di crescita dell'offerta di credito "dal nulla," cosa che a sua volta porta alla diminuzione del ritmo di crescita dell'offerta di moneta. Dopo un certo intervallo di tempo diminuisce l'attività economica, cioè, si mette in moto un bust.

Nel frattempo, dopo aver chiuso a -1.4% nel Settembre 2012, il tasso annuo di crescita del bilancio della FED è balzato a quasi +20% a Giugno. A causa della riluttanza delle banche nel concedere prestiti (le riserve in eccesso sono pari a $1.963 miliardi a Giugno), persiste la tendenza al ribasso della dinamica di crescita dell'AMS americana. (Dopo aver chiuso al 14.8% nel Novembre 2011, il tasso annuo di crescita a Giugno si è attestato al 7.7%). Suggeriamo che questo ha già messo in moto un bust.





Sintesi e conclusione

Secondo la maggior parte dei commentatori, anche se non è un compito facile i banchieri centrali dovrebbero essere in grado di portare l'economia statunitense lontano dai vari effetti collaterali che arrivano in risposta ad una posizione più ristretta della FED. Suggeriamo che ogni volta che la FED alza il ritmo del pompaggio monetario al fine di "rilanciare" l'economia, in realtà crea una piattaforma di supporto per le varie attività non produttive che deviano ricchezza reale dai generatori di ricchezza. Ogni volta che la banca centrale statunitense rallenta il pompaggio monetario, ciò indebolisce la deviazione di ricchezza e l'esistenza delle bolle – si genera un fallimento economico. Suggeriamo che non c'è modo con cui la FED possa restringere la sua posizione senza mettere in moto un bust. Significherebbe sfidare la legge di causa ed effetto.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


3 commenti:

  1. Potremo mai perdonare uno che agisce in completa buona Fed?
    Oppure dovremo fare un referendum per la responsabilita' civile dei banchieri centrali?
    Ma se all'Universita' gli hanno insegnato teorie sbagliate allora la colpa e' degli insegnanti.
    Ma chi e' che ha selezionato gli insegnanti?
    E chi e' che ha scelto i testi sbagliati?
    La selezione l' hanno fatta quei pochi che avevano convenienza a che fossero scelte quelle teorie, quei testi e quei docenti.
    E chi sono quei pochi?
    Sono quelli che stanno al vertice del sistema di potere. Le eminenze grigie del sistema fiat money.
    Quelli in cima alla piramide, dalle parti dell'occhio nel triangolo.
    Quelli spietati.

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  2. è proprio cosi, grande dna

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  3. Un video didattico per capire con un esempio semplice la differenza tra prezzo spot dell'oro e quello reale: Gold, the Titanic & Lifeboats - Why it's Important to Own Physical Gold.

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