_________________________________________________________________________
di Scott Shackford
Sappiamo che l'economista Paul Krugman evita di leggere quelle teorie economiche e politiche diverse dalle sue, ma ha smesso di leggerle per evitarvi un'esposizione accidentale? Nell'articolo di Domenica sul New York Times, Krugman parla della bancarotta di Detroit ed afferma che la cosa importante è che si smetta di paragonare i vari problemi fiscali dell'America con quelli della Grecia:
Come forse ricorderete, alcuni anni fa la Grecia è precipitata in una crisi fiscale. Si è trattato di un evento negativo, ma avrebbe dovuto avere effetti limitati sul resto del mondo. L’economia greca, dopo tutto, è alquanto piccola (in effetti è una volta e mezzo circa quella dell’area metropolitana di Detroit). Purtroppo, molti politici hanno sfruttato proprio la crisi greca per fare cambiare direzione al dibattito, cambiando l’oggetto dalla creazione di posti di lavoro all’integrità fiscale.
Beh, in verità quello della Grecia era un caso molto speciale, dal quale si potevano trarre pochi insegnamenti, forse nessuno, per la politica economica nel suo complesso. E perfino in Grecia i deficit di bilancio erano soltanto una parte del problema. Ciò nondimeno, per qualche tempo il dibattito politico in tutto il mondo occidentale è stato completamente “ellenizzato”: tutti erano la Grecia. Tutti stavano come minimo per trasformarsi nella Grecia. E questa errata convinzione ha inferto enormi danni alle prospettive di una ripresa economica.
Cosa ha reso la Grecia un caso così speciale? Perché è così differente, diciamo, dalla situazione economica della Spagna? O addirittura da quella di Detroit? Perché un economista sta dicendo che c'è poco da imparare sulla politica economica di uno stato in bancarotta? Si tratta di semplici affermazioni senza una spiegazione.
Krugman riesce a scrivere che gli oneri di budget e pensionistici di Detroit non sono parte del problema.
Non conta che la prevista crisi fiscale statunitense abbia ripetutamente mancato di materializzarsi; non conta che abbiano perso completamente credito il brusco calo nei livelli di indebitamento degli Stati Uniti e buona parte della ricerca che gli irascibili utilizzavano per legittimare i loro rimproveri… continuiamo pure a ossessionarci per i budget municipali e gli obblighi di spesa per le pensioni statali!
Oppure, anzi, lasciamo perdere.
Le sventure di Detroit sono la soglia oltre la quale inizia la crisi nazionale delle pensioni pubbliche? No. Le pensioni statali e locali sono indubbiamente sotto-finanziate, e gli esperti del Boston College stimano che la carenza complessiva di finanziamenti sia nell’ordine dei mille miliardi. Ma molti governi stanno prendendo vari provvedimenti per far fronte a quelle carenze. Questi sforzi, tuttavia, non sono ancora sufficienti. Le stime del Boston College indicano che quest’anno i contributi complessivi per le pensioni saranno inferiori di circa $25 miliardi rispetto a quello che dovrebbero essere. In un’economia da $16 bilioni, tuttavia, questa cifra non è esorbitante, e anche se si facessero stime ancora più pessimistiche, come alcuni contabili – ma non tutti – dicono che si dovrebbe fare, continuerebbe a non essere una cifra abnorme.
Che modo ridicolo di guardare alla crisi delle pensioni, ed ovviamente in modo deliberato. Le città nel mondo reale stanno andando davvero in bancarotta a causa di questi impegni pensionistici. Non è un problema immaginario e, cosa più importante, non unico a Detroit. Ma si puo' presentarlo come un problema immaginario paragonando il budget di una singola città alla grandezza dell'economia di un'intera nazione senza nessun contesto o spiegazione a supporto. Ma secondo Krugman la soluzione al problema sarebbe un "salvataggio," che è la sua risposta a tutto. State dicendo che San Bernardino e Stockton non possono pagare i propri conti? Abbiamo tutta questa caterva di denaro! Se la mole degli impegni pensionistici continua a crescere, meglio girarsi dall'altra parte. "Molti stati stanno prendendo precauzioni per correggere gli squilibri." Sì, stanno riempiendo le carte per dichiarare il fallimento. Per caso ha almeno dato un'occhiata a questa lista di creditori di Detroit?
Ma no, Krugman sa perché Detroit è fallita. E' colpa del libero mercato! Ovviamente è così:
Ma allora Detroit è stata soltanto irresponsabile? Ancora una volta no. Detroit sembra aver avuto una governance particolarmente cattiva, ma in linea di massima la stragrande maggioranza della città è stata soltanto vittima innocente delle forze del mercato.
Come? Le forze di mercato fanno vittime? Naturale. Certo. Dopo tutto, i fanatici del libero mercato adorano citare Joseph Schumpeter quando parla dell’inevitabilità della “distruzione creativa,” ma sia loro sia l’opinione pubblica che dà loro retta si dipingono come distruttori creativi, non come creativamente distrutti. Beh, indovinate un po’! C’è sempre qualcuno che finisce con l’essere l’equivalente moderno di un produttore di frustini per calessi, e quel qualcuno potreste essere voi.
Talvolta i perdenti di un cambiamento economico sono individui le cui competenze diventano superflue. Altre volte sono aziende che servono nicchie di mercato che vengono a sparire. E qualche altra volta ancora sono città intere, che hanno perso il posto che occupavano nell’ecosistema economico. Il declino può accadere.
Ebbene sì, è appena accaduto! Non ci sono problemi di politica qui. Basta non prestare attenzione all'elevato tax rate di Detroit! Poi continua ad accusare la "dispersione dei posti di lavoro" che ha portato sempre più persone a spostarsi da Detroit, senza notare affatto l'enorme estensione fisica della città o le ragioni per cui le imrpese se ne sono andate. Come ha fatto notare Shikha Dalmia di Reason, Detroit ha preferito la burocrazia allo spirito imprenditoriale chiudendo 1,500 imprese "illegali" che non erano conformi alle normative della città. La leadership di Detroit non voleva fornire ai suoi cittadini quel tipo di libertà di cui aveva bisogno la città per riprendersi, e quindi è sprofondata. Si puo' essere una "vittima" dell'idea di distruzione creativa di Schumpeter solo se ci si rifiuta di adattarsi (o se qualcuno lo impedisce).
La conclusione di Krugman:
La cosa più importante è non lasciare che questa discussione sia dirottata, come nel caso della Grecia. Ci sono molte persone influenti e autorevoli che vorrebbero farvi credere che il tracollo di Detroit è in primo luogo dovuto all’irresponsabilità fiscale e/o all’avidità dei dipendenti pubblici. Non è così. In grandissima parte, è soltanto una delle cose che accadono, ogni tanto, in un’economia in costante cambiamento.
"Una delle cose che accadono" è apparentemente una teoria economica valida. Senza dubbio è anche l'unico argomento che si potrebbe utilizzare se si volesse che Detroit ottenga un salvataggio federale.
Oh, e un post-scriptum: l'ultimo piano di salvataggio della Grecia da parte di istituti di credito internazionali è legato ad un impegno di ridurre le dimensioni della sua forza lavoro nel settore pubblico. No, certo, non c'è alcun paragone.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/
Anche la Grecia ė cosa che accade... Lol
RispondiElimina"Purtroppo, molti politici hanno sfruttato proprio la crisi greca per fare cambiare direzione al dibattito, cambiando l’oggetto dalla creazione di posti di lavoro all’integrità fiscale."
RispondiEliminaEccolo qua il fine ultimo dei politici!
Creare posti di lavoro. Il tutto in cambio di voti. Questo È il potere dello stato. Creare dal nulla. Creare posti di impiego anche del tutto inutili.
Infedeli! Parlate della lungimiranza dei politici come se non fosse lo strumento per raggiungere il bene superiore, senza vedere che l'aumento della spesa statale è l'unico faro in questa notte piena di segugi liberisti che vogliono ridurci alla fame. Propongo quindi una nuova voce di spesa che prevede la creazione di vari sportelli pubblici (con tanto di dipendenti) che diano ascolto alle proposte fameliche dei liberisti selvaggi. In un colpo solo aumentano PIL e diminuisce la disoccupazione.
RispondiElimina(applausi scroscianti!)
*DRIIIIN*
Pronto?
Presidente, che ne pensa anche di sportelli pubblici di "rieducazione imprenditoriale" per tutti quelli che si mettono una corda al collo?
Lei, signore, è un passo più vicino al Nobel per l'economia.
Senti senti...
RispondiEliminahttp://www.zerohedge.com/news/2013-08-28/financial-times-world-doomed-endless-cycle-bubble-financial-crisis-and-currency-coll
Chissà le repliche dei vari Krug Stig e compagnia keynesiana ...
Ma stasera dobbiamo solo pregare Iddio per quei poveracci che verranno bombardati dai sedicenti buoni...
Marginalmente sarebbe utile ricordare i successi di Hitler e Mussolini nel denunciare la situazione del libero mercato USA negli anni '30: negozi pieni di merci e gente che faceva la fame.
RispondiElimina(Ma questa è solo storia, mica economia :D )
Ciao
EliminaIo sapevo che se esiste una banca centrale non esiste il libero mercato, ma un mercato manipolato da chi determina il prezzo del denaro. Un mercato in mano al capitalismo clientelare sovvenzionato dallo stato. Il new deal fu statalismo e deficit spending.
“I spent 33 years and four months in active military service and during that period I spent most of my time as a high class muscle man for Big Business, for Wall Street and the bankers. In short, I was a racketeer, a gangster for capitalism. I helped make Mexico and especially Tampico safe for American oil interests in 1914. I helped make Haiti and Cuba a decent place for the National City Bank boys to collect revenues in. I helped in the raping of half a dozen Central American republics for the benefit of Wall Street. I helped purify Nicaragua for the International Banking House of Brown Brothers in 1902-1912. I brought light to the Dominican Republic for the American sugar interests in 1916. I helped make Honduras right for the American fruit companies in 1903. In China in 1927 I helped see to it that Standard Oil went on its way unmolested. Looking back on it, I might have given Al Capone a few hints. The best he could do was to operate his racket in three districts. I operated on three continents.” - General Smedley Butler. – Americas most decorated soldier
RispondiEliminahttp://www.fas.org/man/smedley.htm
EliminaBreve considerazione sulle decisioni del consiglio dei ministri di stasera.
RispondiEliminaVediamo se ho capito. Viene "abolita" l'IMU ma per il 2014 è già pronta una "service tax" che dovrebbe includere le tasse sui servizi, cosa che non escluderebbe la re-introduzione dell'IMU sotto mentite spoglie con eventuali aggravi. Non solo, ma si dice che tale tassa sia una sorta di imposta cumulativa: ricordo che all'epoca si disse la stessa cosa dell'Irap e ciò non ha impedito ad altri governi di aumentare il carico fiscale degli italiani.
Soliti proclami, solita tosatura del bestiame italiano.
Beeeee Beeeee... Bau Bau! Beeeee Beeeee Beeeee
RispondiElimina