venerdì 26 luglio 2013
Il cavalcavia incandescente
di Francesco Simoncelli
[Questo articolo è apparso anche sul magazine online The Fielder.]
«Quando ci si sveglia da una sbornia, il mondo non sembra più tanto coerente. Dio, quanto moscatello avevo trangugiato? Ricordo solo di aver ordinato il quarto litro di vino e Blackie che me lo stava portando, poi è calato il sipario. È a quel punto che si è interrotta la ricerca. Mi rigirai sulla branda e mi drizzai a sedere, in modo da poter guardare dal pannello sudicio della finestra l'orologio che stava nella vetrina del banco di pegni, dalla parte opposta della strada. L'orologio segnava le dieci. "Alzati, Howard Perry" mi dissi. "Alzati, vecchio bastardo, e datti da fare.» ~ Fredric Brown, Indagine a Skid Row
Credo che arrivati a questo punto si possa tranquillamente dire che lo zio Ben ha perso la bussola. Dopo il suo test condotto qualche settimana fa in cui aveva esordito in pubblico dicendo di aver intenzione di adottare politiche più restrittive, ha subito fatto dietrofront a causa dei dissestamenti a catena che ha provocato questa dichiarazione in tutti i mercati mondiali. Una probabile mancanza dell'alcol monetario che ancora tiene in piedi questo circo ha scatenato il panico in coloro che hanno scommesso nei pianificatori centrali e nella stampante monetaria. Il test di Bernanke è dovuto non solo alla presunta ripresa paventata dai media mainstream, ma anche dal fatto che le forze di mercato hanno fatto "call" alla politica espansionistica dello zio Ben con i tassi dei mutui trentennali che hanno iniziato a salire sin dal Dicembre dell'anno scorso.
Questo è un ciclo economico che si protrae ormai da 18 anni, ma nonostante l'occasione per permettere uan sana pulizia del mercato si fosse presentata sotto Greenspan nel 2001 si è preferito continuare a far vivere la popolazione americana ed estera nelle illusioni. Al giorno d'oggi si parla di conseguenze catastrofiche per l'economia perché i banchieri centrali si sono spinti troppo oltre nel loro interventismo per sostenere artificialmente i TBTF: distorsioni dei mercati di capitale, impossibile liquidazione degli investimenti improduttivi, alterazione dei prezzi, debiti e deficit alel stelle, ecc.
Nonostante le banche centrali siano state fino ad ora in grado di spostare più in avanti nel tempo i problemi, non li hanno risolti. Anzi, ne hanno creati di nuovi. Quindi la FED continuerà a salvaguardare quelle entità definite troppo grandi per fallire acquistando pattume obbligazionario ed ipotecario ampliando ulteriormente il proprio bilancio (almeno finché non ci sarà una ripresa economica auto-sostenuta). Ma come abbiamo appena detto, tale strategia non fa altro che aumentare gli errori all'interno del panorama economico i quali continueranno ad essere sostenuti artificialmente dalle politiche della FED andando a drenare le risorse necessarie al settore privato per allocare correttamente i capitali nel mercato.
Bernanke è quel tipo di persona che non vorrebbe essere ricordato per aver distrutto il dollaro, quindi sta facendo di tutto per tirare a campare fino al Febbraio 2014. Dubito che presiederà un secondo mandato, invece farà come il suo predecessore: passerà il testimone al povero disgraziato di turno.
TBTF PUTRESCENTI
Il compito ufficioso della FED è quello di far restare in attività quelle entità ben connesse con l'establishment, e si da il caso che queste siano rappresentate da banche commerciali molto influenti nel mondo bancario. (Come JP Morgan, ad esempio.) Fino ad ora è stato pompato denaro in questi istituti in modo da renderli apparentemente solvibili, ma questo ha significato la crescita di bolle nei settori in cui queste banche hanno cercato di indirizzare tale denaro. Ovviamente questo denaro non è finito nelle mani di Main Street, bensì in quelle di Wall Street circolando viziosamente in questo circuito in cui aumenta i prezzi di quegli asset legati a tale entità.
La maggior parte di questo denaro, pero', è rimasta parcheggiata presso la FED stessa.
Le banche hanno innumerevoli crediti inesigibili che devono recuperare e sono in disperato bisogno di fare profitti. Il deleveraging del mercato tende a creare due forze opposte in questo contesto: gli individui sono riluttanti a contrarre nuovi prestiti, le banche commerciali sono restie a concedere nuovi prestiti. Allora queste ultime si rivolgono altrove per cercare di sfruttare i tassi di interesse ridicoli che questa situazione genera e rimanere apparentemente solvibili con una quantità di depositi esorbitante.
Principalmente guardano al mercato azionario ed obbligazionario statale. Questo significa che c'è una via d'uscita? Al contrario, questo significa maggiori distorsioni all'interno di un panorama economico già disastrato dagli errori di politica monetaria precedenti i quali non sono stati affatto risolti.
Ogni crash è stato seguito da politiche monetarie sempre più accomodanti che sono andate puntualmente a salvare quelle entità che sono finite nella trappola del denaro a buon mercato e nella rete del debito. Tutti gli asset compresi nei settori nell'immagine qui sopra ora vengono freneticamente rastrellati (a valore nominale) dalla banca centrale che cerca disperatamente di sostenere i suoi "protetti." Ma come sa benissimo Dick Fuld, ogni volta non è mai diverso e le conseguenze impreviste di questa strategia sono sempre dietro l'angolo. Perché? Perché le banche centrali possono solo influenzare i mercati nel breve termine proseguendo a tentoni nella miriade di incertezze determinate dai desideri dei numerosi attori economici.
E' impossibile per loro pianificare il lungo periodo perché non hanno una conoscenza talmente estesa da prevedere gli esiti del futuro. Le forze di mercato ce l'hanno invece, ed è per questo che infine soverchieranno lo status quo. L'ascesa dei tassi dei mutui trentennali ci ricorda questa lezione che i pianificatori centrali non imparano mai. Alla base di queste distorsioni ci sono problemi strutturali che non possono essere risolti con l'accumulo di maggiori debiti: credito facile, ZIRP, capitalismo clientelare, difficoltà nell'operare il calcolo economico per una corretta allocazione dei capitali, spesa a deficit, cambiamenti demografici e soprattutto rendimenti decrescenti.
IL PROTAGONISTA SECONDARIO
In questo scenario le forze centralizzatrici sono concentrate a salvaguardare l'unica moneta che davvero conta: il dollaro. La crisi dell'euro, invece, è solamente un effettto collaterale che è stato più volte tamponato dalla BCE e dalla FED in modo da impedire il crollo di ulteriori pezzi del domino i quali puntano tutti all'ultimo tassello, ovvero, gli Stati Uniti. E' inevitabile questo esito, ma i pianificatori centrali si sono dimostrati finora abili nel riuscire a calciare il barattolo. Problema: ad ogni calcio il barattolo si fa più pesante.
Ma davvero operare sulla moneta, manipolandone i tassi, puo' risolvere il problema? Gli esempi di questi imperi morti ci dimostrano il contrario e l'Europa è pieno di tasselli traballanti che possono innescare una nuova recessione la quale eventualmente porrà la parola fine alla truffa del denaro fiat. Ad ogni vacillamento vistoso si è intervenuto gettando più denaro, e nel caso dell'Europa più euro, sul problema vedendolo semplicemente ripresentarsi più avanti nel tempo. Grecia, Portogallo, Cipro, Italia sono esempi sotto gli occhi di tutti. Perché non funziona questa soluzione? Perché l'economia viene inondata di maggiore mezzo di scambio che va in cerca di meno beni esistenti. Un aumento dell'offerta di denaro non rende un'economia più ricca.
Allora perché molti commentatori, economisti mainstrram, giornalisti e politici continuano a spronare la BCE affinché intervenga più decisivamente e concretamente? Perché non tutti ricevono il nuovo denaro creato nello stesso lasso di tempo. Ci sono individui che lo ricevono prima di altri ed altri che non lo ricevono affatto. Questo conferisce loro un potere economico non indifferente perché permette loro di poter acquistare beni/servizi ai vecchi prezzi prima che questi si aggiustino alla nuova offerta di moneta. I debitori, quindi, sono avvantaggiati rispetto ai creditori.
Diversamente da un qualsiasi altro sistema monetario decentrato in cui gli attori economici scelgono volontariamente i produttori di quella merce scelta da loro come denaro, nel nostro presente la BCE crea denaro arbitrariamente ed i ritmi perseguiti sono davvero scandalosi (smontando qualsiasi paragone con un presunto gold standard).
La BCE crea principalmente denaro sotto forma di cifre su un computer che poi, comprando titoli dalle banche commerciali, finiscono in quest'ultime rendendole effettivamente i primi riceventi. Le banche, infatti, comprano bond statali e li impegnano come garanzia affinché la BCE conceda loro nuovi prestiti; questo denaro puo' finire in depositi overnight presso la BCE stessa o essere utilizzato per comprare nuovi bond statali. Inoltre le banche commerciali possono emettere bond propri e garantiti dallo stato in modo da poter chiedere altri finanziamenti alla BCE e sostenere ulteriormente gli stati falliti; oppure possono comprare titoli azionari per speculare sul carry trade tra denaro a basso osto e rendimenti dei titoli acquistati.
Di conseguenza i riceventi successivi sono gli stati ed il settore finanziario. Ma la storia non si esaurisce qui perché esiste anche un altro meccanismo di redistribuzione all'interno della zona euro e coinvolge i vari stati membri, nonché le loro spese e deficit. Questi stati sconsiderati ricevono più soldi rispetto agli altri stati responsabili perché il loro sistema bancario impegna le continue emissioni di bond in cambio di nuovo denaro dalla BCE. L'offerta di moneta aumenta e quei paesi che ricevono per primi il denaro possono far aumentare i prezzi dei beni che vanno ad acquistare mettendo in moto uno scambio di qualcosa per niente. (Ad esempio: la Grecia aumenta l'emissione di bond, le banche dell'Europa li acquistano e li usano come collaterale per nuovi prestiti con cui comprare altri titoli, i greci acquistano beni dalla Germania che invece è rimasta più contenuta con le sue emissioni di bond, i prezzi in Germania aumentano.)
Lo stato utilizza poi il denaro a basso costo per finanziare nuovi progetti clientelari (es. assumendo più persone, aumentando benifici previdenziali, ecc.), mentre le banche possono utilizzarlo anche per speculare sul mercato azionario. Di conseguenza i mercati obbligazionari ed azionari vanno in bolla finanziati da un'espansioen artificiale del credito. Più si è vicini a questa catena, più si otterranno i benefici della redistribuzione del potere d'acquisto del denaro in un ambiente in cui la banca centrale ne controlla arbitrariamente l'emissione.
Coloro invece che non possono permettersi un nuovo prestito (es. mancanza di garanzie) e si trovano più lontani da questa catena, subiranno le conseguenze più dolorose di questo processo. Questa è la follia dell'attuale sistema monetario, e questa è l'attuale follia dell'euro. Le attività sostenute artificialmente continueranno nel tempo a drenare sempre più risorse e impedendo una loro corretta allocazione nei vari tipi di investimento, portando alla fine alla distruzione definitiva del bacino della ricchezza reale. L'euforia iniziale di questo processo induce gli attori economici a non notare l'impoverimento lento ed inesorabile a cui tutta la società va incontro: il settore finanziario e quello statale parassitano tutto il resto.
In questo modo coloro che si trovano vicino al rubinetto monetario si abbeverano diventando più ricchi, mentre lasciano morire di sete tutti gli altri che diventano più poveri. Purtroppo la maggior parte delle persone non nota questo subdolo meccanismo di redistribuzione di ricchezza e si limita ad inveire contro i mulini a vento ogni qual volta vede aumenti nel prezzo di beni e servizi. Ciò li costringe ad intaccare i loro risparmi e non vedono un nemico nella BCE o nel welfare statale, anzi, ne richiedono l'intervento per "sistemare" le cose. E questo va a vantaggio di coloro che costantemente richiedono l'intervento dello zio Mario: le banche (che difendono a spada tratta l'euro e la sua sopravvivenza) e gli stati (altamente indebitati).
Anche qui tutti i problemi che si sono accumulati precedentemente alla crisi finanziaria iniziata nel 2010 sono ancora lì.
IL VIAGGIO INVERSO DI ORO E ARGENTO
In questo panorama il prezzo spot dell'oro continua a languire in uno stato comatoso. Manipolazioni di prezzo? Potete scommetterci. Ma come abbiamo appreso nel corso di queste letture, ogni interferenza col mercato porta con sé un prezzo da pagare. E questo prezzo è l'arbitraggio che si è venuto a creare tra Londra/New York e Shanghai. Il Comex si sta dando la zappa sui piedi consentendo un arbitraggio sul prezzo dell'oro che viene comprato a New York o Londra e poi viene venduto a Shanghai ad un premio. Lo stesso vale per il fondo GLD con un flusso negativo di oro (attraverso JP Morgan) nei confronti di Shanghai.
Diversamente da dieci anni fa, in cui c'era principalmente un flusso di carta e debiti da Occidente verso Oriente, ora c'è un movimento di oro da Occidente ad Oriente.
Il prezzo spot dell'oro, in realtà, non è il prezzo vero dell'oro perché al momento c'è un'offerta pressoché statica in contrasto con una domanda gigantesca per il metallo fisico. Affinché si possa scorgere il prezzo vero dell'oro bisognerebbe chiudere una volta per tutte il Comex, ma a quanto pare sono gli stessi funzionari al suo interno che si stanno "scavando la fossa." E sarà per questa mancanza di oro nei caveau Occidentali, a fronte di una domanda crescente che soverchierà l'offerta pressoché statica, che la backwardation dell'oro sferrerà il colpo finale al Comex. Ed è un fenomeno che sta accelerando. Proprio per questo motivo ad Aprile abbiamo visto i continui abbattimenti di prezzo nel prezzo spot dell'oro.
E sarà il crollo di una grande banca che permetterà l'emersione del prezzo "vero" dell'oro e sarà uno scossono devastante perchè i livelli di stampa di denaro sono andati oltre ogni limite immaginabile cinque anni fa.
Tenete particolarmente d'occhio queste tre: Barclays, Citigroup e Deutsche Bank.
Nel frattempo JP Morgan sta richiedendo la consegna di argento, e non denaro. E' una cosa che non si era (quasi) mai vista o sentita. (In realtà provarono a fare una cosa simile Nelson Bunker Hunt e William Herbert Hunt nel 1980, cercando di "prendere il controllo" del mercato dell'argento portandolo verso una stretta; ma il Comex cambiò le regole. Risultato? I fratelli Hunt persero un sacco di soldi.)
Ora JP Morgan sta provando a fare la stessa cosa, ma cosa abbia in mente al momento nessuno lo sa. Gli speculatori sui futures nei mercati delle materie prime agiscono principalmente sugli sviluppi dei prezzi, pochissimi chiedono la consegna del bene sottostante. A loro interessa fare soldi scommettendo sugli sviluppi futuri che avranno i prezzi ed ovviamente vince chiunque riesce ad andarci più vicino. Ma se un cospicuo gruppo di partecipanti a questo mercato inizierà ad agire come JP Morgan, il mercato dell'argento subirà una stretta. Perché? Perché non c'è abbastanza metallo fisico da soddisfare tutte le posizioni short; il vero scopo del mercato dei futures è quello di dissuadere le posizioni long dal richiedere la consegna del metallo fisico. Nonostante la notizia, il prezzo dell'argento è rimasto stabile. Ma è un'azione che lascia perplessi e soprattutto con una domanda: siamo arrivati ad un fondo per quanto riguarda il prezzo dell'argento? Forse sì.
CONCLUSIONE
Ci troviamo su un treno sparato a velocità folle verso un cavalcavia in fiamme. I macchinisti dicono di avere la situazione sotto controllo, dicono che il fumo che si vede in lontananza è solo quello di un grande barbecue in città a cui tutti sono invitati. Nascondono la realtà delle cose: i freni sono andati. Sperano che il treno passi indenne l'incendio e poi che qualcosa accada per fermare la sua corsa. Che cosa dovrebbe fermarla? Non lo dicono. Perché? Perché in realtà non lo sanno.
I problemi di cui soffre l'economia statunitense e che sono emersi prorompenti nel 2008 sono ancora lì. I problemi di cui soffre l'economia europea e che sono emersi prorompenti nel 2010 sono ancora lì. L'ingegno e la fantasia dei banchieri centrali ha fatto in modo che potessero essere in grado di calciare il barattolo, ma l'incendio sul cavalcavia non è sparito. Come puo' un macchinista su u ntreno in corsa spegnere un incendio su un cavalcavia? Non puo'. L'inevitabilità del fallimento della pianificazione centrale è tutta qui.
Le banche centrali del mondo sono intrappolate dagli stesi mostri che hanno creato loro e ne pagheranno le conseguenze.
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Bell'articolo, chiaro e...condivisibile al 100%.
RispondiEliminaStamattina leggevo questa notizia "In Vietnam right now you can get greater than $200 above the spot price. So it makes a lot of sense for the bullion banks to buy gold here in North America, take delivery, and then send the gold over to Asia and capture the spread. This is what is happening to a lot of the Western gold: It’s going to Asia. And the harsh reality is that it’s not coming back. "
Aggiungici il fatto che ci sono testimoni attendibili che hanno visto fondere in Asia, nel corso degli anni, lingotti con su il marchio della Bundesbank...
Danno tutti la deutsche bank per fallita... Immagino che i fuochi d'artifico cominceranno DOPO la rielezione della Merkel.
non è che abbiano molte alternative. l altra è dire al mondo: "in effetti le banche centrali non servono, anzi sono pure dannose". ma vogliono "controllare", è nella loro fede. la cosa piu sporca è pero questa dell oro, laddove emerge tutto il lato piu oscuro del potere. e dalla fede si passa alla prevaricazione. stanno distruggendo l occidente. ancora ci sta tempo, perche in usa hanno tutta la storia di internet ed in oriente, in cina, c è la censura. dirigismo e dittatura tarpano le ali a mercato e miglioramenti tecnologici. in piu sono lontani anche militarmente. ma sono esiti strani ed imprevisti. magari saranno decenni, magari crolla tutto in un attimo, sia l italia o la deutsche bank. domani o dopodomani intervengo sull articolo di ieri, molto importante per capire lo stato delle cose
RispondiEliminaCiao Niki.
RispondiEliminaVedremo chi sarà a pescare il bastoncino più corto. :)
***
Ciao gdbarc.
Sull'oro ci sarà un altro articolo che tornerà a parlare del leasing. Per quanto riguarda le banche centrali è nel loro interesse far andare avanti il giochetto del credito facile, quindi non faranno nulla di dannoso che possa andare ad indebolire il loro presunto potere sull'economia. Questo significa evitare l'iperinflazione ed una depressione.
Ce la faranno? Forse. Ma il problema che non potranno MAI scrollarsi di dosso sarà quello delle passività non contabilizzate legate al welfare state. E questo è un problema di tutti gli stati del mondo. Alla fine andranno in default pe questi debiti off-budget. La vera propaganda si sprigiona da qui: i ldefault viene raffigurato come i lpeggiore di tutti i mali. Invece no. La vita non finisce al default, la vita continua. Il default cancella le promesse impossibili da mantenere dei pianificatori centrali, con un dolore economico molto acuto per chi c'ha creduto.
Quando crollerà l'apparato statale sotto il peso delle sue contraddizioni e lacci burocratici verrà smontato anche quello sporco mito secondo cui senza lo stato i servizi non possono essere erogati: non c'è niente di più falso, come dimostrato da questo esempio in Spagna.
Chi ci perde dal default sono i privilegiati, ed ovviamente è nel loro interesse personale far continuare a girare la giostra...
Ciao a tutti.
RispondiEliminaBravo Francesco. Un altro giro di ventilatore per disperdere la nebbia.
Senza banca centrale e con l'obbligo della riserva al 100% e con la moneta merce saremmo già a buon punto. Il default sembra un processo più che un evento. I Cinesi potrebbero sorprenderci. Secondo certe fonti avrebbero già la seconda scorta di oro del mondo.
Dicono che sarà una donna a dirigere la Fed. Come in Russia.
Ciao Dna.
RispondiElimina"[...] Dicono che sarà una donna a dirigere la Fed. Come in Russia."
Le voci vogliono Janet Yellin come prossimo Presidente della FED. Ovvero, dalla padella alla brace.
Comunque, per quanto mi riguarda, quel posto dovrebbe essere assegnato a Krugman. Per tutte le cazzate che ha detto finora, meriterebbe di essere ricordato come l'uomo che ha disintegrato il dollaro.