Bibliografia

venerdì 24 maggio 2013

Il Prezzo E' Sbagliato – E Anche Krugman si Sbaglia





di William L. Anderson


Ogni tanto Paul Krugman dà una lezione di economia Keynesiana e di solito il suo modus operandi è il seguente:

  • creare una caricatura dei punti di vista degli altri costruita su ipotesi errate e false dichiarazioni della posizione originale
  • screditare quella falsa caricatura
  • dichiararsi vincitore

In un recente post sul suo blog Krugman esamina la disoccupazione e le sue cause, assegna agli Austriaci qualcosa in cui non credono e poi afferma che il modo Keynesiano è moralmente ed economicamente superiore anche se la sua "soluzione" Keynesiana prevede di fare esattamente quello che ha condannato altrove: taglio dei salari reali. Per dirla in altro modo, è più della stessa cosa. Scrive:

Iniziamo con il nostro grande problema, che è la disoccupazione di massa. L'analisi della domanda e dell'offerta dice che cose del genere non dovrebbero accadere: i prezzi dovrebbero salire o scendere per ripulire i mercati. Quindi che c'è che non va con l'enorme e persistente eccesso dell'offerta di lavoro?

In generale, lo squilibrio del mercato è un segno di prezzi scombussolati; e la maggior parte delle persone accetta l'idea che per qualche motivo uno o più prezzi non si stanno aggiustando. Il grande divario si apre su quale prezzo sia quello sbagliato.

Poi fa rferimento agli Austriaci:

Per come la vedo io, qualunque parte di questo dibattito (sia essa strutturale, classica, Austriaca, supply-side) crede fondamentalmente che il problema si trovi nel mercato del lavoro. (Lo so, gli Austriaci lo negano — ma non importa quello che si può dire sulla loro posizione, qualsiasi dichiarazione conduce a frasi arrabbiate le quali ti accusano di non capire la loro profondità.) Per qualche ragione sosterrebbero che i salari sono troppo alti data la domanda di lavoro. Alcuni di loro accettano l'idea che la causa si possa ritrovare nella rigidità dei salari nominali; altri credono che i lavoratori siano incoraggiati a rifiutare salari insostenibili a causa di programmi parassitari come i buoni alimentari, le indennità di disoccupazione, le indennità di invalidità, e quant'altro.

In realtà, questa non è affatto la posizione Austriaca. Gli Austriaci sostengono che un boom inflazionistico deve arrivare alla sua fine e quando crolla alcuni segmenti dell'economia non sono più in grado di operare come facevano prima, e uno degli effetti è quello di liberarsi dei dipendenti (e in molti casi la bancarotta). In un certo senso è vero che i settori hanno perso la "domanda" per i loro beni, ma la domanda originale era basata su una iniezione insostenibile di credito.

Prendete ad esempio l'infame boom immobiliare. Lo stato attraverso la Federal Reserve, le banche e le altre agenzie ha diretto ingenti somme di denaro nel settore immobiliare. Nei giorni iniziali di quel boom, la gente poteva prendere in prestito ben oltre il proprio patrimonio netto, poteva ripagare il vecchio mutuo, poteva utilizzare il nuovo denaro non solo per riacquistare o rifinanziare la propria casa, ma farl oavanzare per acquistare beni di consumo.

La cosa bella era che i nuovi pagamenti immobiliari erano più bassi (a causa dei tassi di interesse più bassi) di quanto non fossero prima, ed i proprietari avrebbero potuto avere tutta una serie di nuovi prodotti che in sostanza erano "gratuiti," o come minimo non aumentavano il loro obblighi mensili. Non è difficile vedere come gli americani siano presto diventati dipendenti da questo processo. (Una persona i cui pagamenti fondamentali erano più che raddoppiati mi disse: "Ehi, è il Modello Americano.")

Quando il boom del rifinanziamento si diffuse al gioco immobiliare e al "cambio delle case," gli americani sono diventati dipendenti da questo modo di incrementare la loro ricchezza. Ora, la pura logica ci direbbe che questo boom/bolla non sarebbe potuto andare avanti per molto — anche Krugman e gli Austriaci concordano su questo — e quando è arrivata la fine, l'economia era destinata a ridursi poiché gli investimenti improduttivi che erano stati accumulati non potevano più essere sostenuti finanziariamente.

Dove Krugman e gli Austriaci si dividono è su come gestire gli effetti secondari, compresi i problemi della disoccupazione che si presentano non appena l'economia si riaggiusta a seguito del crash. Quando gli Austriaci fanno notare che è probabile che i salari debbano scendere, lo dicono perché calano un sacco di prezzi degli asset durante le contrazioni immediati e secondarie. Gli Austriaci ritengono che i mercati dovrebbero aggiustarsi perché più sarà veloce l'aggiustamento, prima inizierà una ripresa. Krugman, d'altra parte, dichiara:

Quello che richiederebbe il mio lato del dibattito, invece, è una riduzione del tasso di interesse reale, se possibile, andando ad aumentare l'inflazione attesa; e se questo dovesse fallire, più spesa pubblica per aumentare la domanda e per mettere più risorse inattive a lavoro. (sottolineatura mia)

Krugman, anch'egli in agitazione per salari minimi più alti — cioè, aumenti salariali reali per i lavoratori meno qualificati — sembra seguire il "trucco" che Keynes stesso consigliò: usare inflazione per tagliare i salari reali. Sto usando una parafrasi perché la mia copia della General Theory è nel mio ufficio a Frostburg, ma credo che questa sia una valutazione corretta della sua posizione:

Keynes ha espresso, in molti passaggi della General Theory, l'opinione che i salari erano "viscosi," in termini di denaro. Ha osservato, per esempio, che i lavoratori ed i sindacati tendono a lottare con i denti e le unghie contro qualsiasi tentativo dei datori di lavoro di ridurre i salari monetari (la somma reale di quello che ricevono in denaro i lavoratori, in contrasto con il potere d'acquisto reale di questi salari, tenendo conto delle variazioni nel costo della vita), anche di un po'; un'opposizione tale non si è mai vista nemmeno per gli aumenti dei salari ogni volta che il costo della vita aumentava di poco ed erodeva i loro salari "reali."

L'idea era quella di "tagliare" i salari reali attraverso l'inflazione in quanto i lavoratori, secondo Keynes, erano interessati solo ai loro "salari monetari." Keynes non sosteneva che una tale mossa avrebbe riportato la piena occupazione, ma credeva che i lavoratori non avrebbero notato che il loro potere d'acquisto reale era stato eroso.

Credo che l'attuale amministrazione sostenga questo punto di vista. Molti di noi non hanno visto un aumento dei redditi per molti anni, ma è salito il prezzo di quasi tutto quello che acquistiamo, con alcune voci che hanno visto notevoli aumenti di prezzo, compresi carburante e cibo. Questo non è un caso; gli anni di Obama sono stati duri per un sacco di gente, e per i neri la situazione è disastrosa. (Ho il sospetto che se alla Casa Bianca ci fosse stato un Repubblicano bianco sin dal 2009, e i neri se la fossero passata come se la sono passata sotto Obama, il Repubblicano sarebbe stato accusato di razzismo per aver preso di mira i neri con la disoccupazione. Obama, d'altra parte, se l'è passata liscia.)

La strategia di tagliare i salari con l'inflazione è parte della dialettica di Krugman. Prima accusa gli Austriaci di credere che tutto ciò che è necessario per riportare l'economia alla piena occupazione è un taglio salariale universale, e quando gli Austriaci protestano contro tale assurdità, li accusa di essere mistici o qualcosa di simile.

Krugman tenta quindi di impiegare una "cura" che tagli i salari reali come parte del ripristino della piena occupazione, sostenendo nel contempo che sono gli Austriaci quelli che vogliono ridurci alla fame. (Paul Krugman è sempre dalla parte dell'umanitarismo, e si aspetta che gli altri vengano costretti a finanziare i suoi istinti umanitari.)

Cosa pensano gli Austriaci di un calo dei salari e dei prezzi di altri asset? Credono che permettere a tutti i prezzi di tornare ai livelli di mercato accelererà la correzione e porterà più rapidamente ad una situazione in cui gli imprenditori saranno in grado di spostare gli asset di scarso valore verso usi di maggior valore, rafforzando così l'economia. I prezzi sfasati degli asset non sono l'unico problema, ma impediscono il verificarsi degli aggiustamenti necessari. Questi prezzi sono l'effetto di un boom, e devono tornare di nuovo ai livelli reali a seguito di un'espansione insostenibile. Scrive Rothbard:

Dal momento che i fattori devono passare dal più alto al più basso degli ordini di produzione, durante una depressione vi è una disoccupazione "frizionale" inevitabile, ma non deve essere maggiore della disoccupazione in un qualsiasi altro grande cambiamento nella produzione. In pratica, la disoccupazione sarà aggravata dai numerosi fallimenti e dai grandi errori, ma dovrà essere solo temporanea. Più sarà veloce l'aggiustamento, più la disoccupazione sarà fugace. La disoccupazione progredirà oltre la fase di "attrito" e diventerà davvero grave e duratura solo se i salari saranno mantenuti a livelli artificialmente alti (impendendo loro di calare). Se i salari sono mantenuti al di sopra del livello di libero mercato, che ripulisce la domanda e l'offerta di lavoro, gli operai resteranno permanentemente disoccupati. Maggiore è il grado di discrepanza, più grave sarà la disoccupazione.

Rothbard chiarisce il fatto che lo squilibrio dei salari e dei prezzi di altri asset è il risultato della fine del boom precedente. Non hanno causato la crisi; sono il risultato della contrazione. In altre parole, Krugman confonde il processo di causa/effetto utilizzato dagli Austriaci sostenendo che questi ultimi credono che gli effetti siano in realtà le cause del problema. E' difatti una sciocchezza, ma tale fraintendimento è l'elemento basilare dell'arsenale intellettuale di Krugman.

Krugman, d'altra parte, insiste sul fatto che il modo per correggere la flessione è quello di creare un altro boom. Non importa se il boom appena crollato fosse insostenibile e che qualsiasi nuovo boom, alimentato dal credito, crollerà in una data futura. Tuttavia, Krugman vuole farci credere che una tale manipolazione economica possa andare avanti all'infinito.

Ma Krugman non ha finito, infatti dichiara:

Quindi come si può dire quale parte abbia ragione? Beh, queste opinioni divergenti significano previsioni diverse. Se si crede che il problema siano salari eccessivi, si ritiene che l'economia soffra fondamentalmente di una costrizione dal lato dell'offerta. In questo caso il debito pubblico compete con il settore privato per una quantità limitata di risorse, quindi grandi deficit di bilancio dovrebbero portare all'impennata dei tassi di interesse; nel frattempo, poiché l'offerta dei beni è limitata, forti aumenti dell'offerta di moneta dovrebbero portare ad un'inflazione alle stelle. Oh, e tagli alla spesa pubblica dovrebbero essere espansivi, perché rilasciano risorse al settore privato e rendono la vita più difficile ai lavoratori che cercano di vivere con le indennità pubbliche.

Se, d'altra parte, si ritiene che il problema risiede in un deficit della domanda, si ritiene che il debito pubblico non faccia salire i tassi perché mette le risorse disoccupate al lavoro; che l'espansione monetaria non sarà inflazionistica, perché il denaro starà lì; e che l'austerità fiscale sarà fortemente restrittiva.

Solo che questo non è quello che gli Austriaci stanno dicendo che accadrà. Non ho letto un solo commentatore Austriaco che stesse predicendo "un'impennata dei tassi di interesse," e mentre alcuni hanno predetto un sacco di inflazione bisogna ricordare cosa voglia dire il termine "inflazione" per Austriaci e Keynesiani.

Per un Keynesiano, l'inflazione è un aumento dell'Indice dei Prezzi al Consumo del governo e niente di più. Si tratta di una statistica, una media ponderata dei dati costruita dagli economisti che dovrebbe presumibilmente riflettere la vita economica di Jane e Joe. Finché il CPI non aumenta di più di qualche punto percentuale, per un Keynesiano vi è poca o nessuna inflazione.

Con il CPI che non mostra più di un 2% di aumento annuo nel suo tasso ufficiale di inflazione, Krugman può dire che ciò che l'amministrazione Obama e la Federal Reserve stanno facendo è positivo perché hanno "stimolato" l'economia e non hanno portato alcun problema dal lato dell'inflazione.

Infatti, Krugman esamina i risultati delle azioni del governo e conclude che è evidente che il punto di vista Keynesiano non solo è economicamente corretto ma anche moralmente, poiché i Keynesiani stanno cercando attivamente di rimettere le persone al lavoro mentre gli Austriaci vogliono attendere il lento ed imprevedibile crollo del mercato nella miseria. Il modello Keynesiano potrebbe essere un modello gigantesco di input-output, con input (domanda aggregata) e output (offerta aggregata), ma nondimeno facile da spiegare e da seguire.

Come fa notare Jeffrey Tucker in questo articolo, la caricatura di Krugman sul pensiero Austriaco è semplicemente sbagliata. In primo luogo, gli Austriaci non credono che l'inflazione si possa misurare necessariamente con una statistica del governo; è l'aumento del denaro in circolazione, punto, e gli effetti dell'inflazione non sono sempre facili da catturare nei numeri di Joe e Jane. Invece, troviamo flussi di denaro che seguono asset come le azioni. (L'attuale mercato al rialzo è propagandato come la conseguenza del genio economico del Presidente Obama, così come la bolla azionaria alla fine degli anni '90 è stata attribuita al buon senso del presidente Clinton. George W. Bush si vantava di aver portato alla ribalta il settore immobiliare durante la sua amministrazione fino a quando l'intera bolla è crollata.)

I prezzi delle case sono più alti di quanto dovrebbero essere e certamente più alti in base alle attuali condizioni economiche, e anche se i profitti delle imprese sono elevati, il mercato azionario ha tutti i crismi di un'altra bolla finanziaria insieme con la bolla finanziaria che la FED sta contibuendo ad alimentare nel debito sovrano degli Stati Uniti. In altre parole, la nuova moneta sta prendendo certe vie che stanno interessando i valori degli asset, ma non necessariamente si riflettono nei prezzi al consumo.

Le eccezioni sono rappresentate da quei beni legati strettamente alle materie prime, tra cui cibo, carburante, e, sì, metalli preziosi. Inoltre, come ho già detto in precedenza, la maggior parte degli americani ha visto scendere sensibilmente i propri redditi; sanno che sono sempre più poveri, e la maggior parte della gente non crede che l'economia degli Stati Uniti si basi su solide basi. Tucker scrive:

...come predisse Mises, quello che sembra un progresso economico non è del tutto falso, ma arriva con un messaggio. I redditi non stano aumentando realmente, perché non viene accumulato capitale. La prosperità esiste e continua a ritmo sostenuto, ma ha una base molto debole. Non è nient'altro che un "castello in aria," come direbbe Mises. (In tedesco la parola è Luftschloss, che significa un sogno che non è reale.)

Si noti che lo scenario che disegna Mises può includere cose come l'iperinflazione della storia e della leggenda, ma non ce n'è bisogno. In ogni caso, il denaro cattivo fa danni. E il danno è a lungo termine — non una crisi domani o il giorno dopo, ma un effetto di lungo periodo che erode lentamente la base di un'economia in crescita.

Questo non vuol dire che l'espansione monetaria non abbia alcun effetto sui prezzi al consumo o su quelli della produzione. Infatti, poiché gli Austriaci sostengono una visione del denaro legata all'utilità marginale (l'espansione dell'offerta di moneta riduce il valore dell'unità marginale del denaro, cosa che fa aumentare i prezzi monetari) le enormi espansioni del dollaro spinte dalla FED spingeranno i prezzi più in alto. Non c'è stata iperinflazione perché la maggior parte della quantità di moneta è sotto forma di riserve bancarie che non sono entrate in circolazione. Questa non è la stessa situazione dove i dollari stampati dal governo finiscono direttamente ai lavoratori, come nel caso dello Zimbabwe, della Bolivia, e anche della Germania di Weimar.

No, i problemi della nostra economia non verranno "risolti" con un gigantesco taglio reale dei salari operato dal mercato o dai pianificatori o da una raffica di inflazione; e né saranno risolti con il debito pubblico, con la stampante e con l'acquisto da parte della FED di asset senza valore, solo per cercare di conservare la "fiducia" nelle istituzioni finanziarie e nei governi.

Krugman può ridicolizzare i paradigmi Austriaci della moneta sonante, del risparmio e dell'imprenditorialità, ma funzionano e funzionano bene. Scrive Tucker:

Le persone possono vivere a lungo in una casa senza prestare attenzione al fatto che il pavimento su cui poggia l'edificio è incrinato e decadente.

In questo momento la maggior parte degli americani percepisce che qualcosa non va, ma vengono rassicurati dalle classi politiche e da un gran numero di economisti accademici come Krugman i quali insistono sul fatto che le basi economiche di questa casa sono solide. Allo stesso tempo, le stesse persone che danno voce a queste rassicurazioni stanno prendendo il martello pneumatico per "migliorare" la struttura mentre insistono sul fatto che stanno aiutando l'economia, non la stanno demolendo.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


16 commenti:

  1. Assecondiamoli. Facciamoli lavorare. I pazzi vanno assecondati se non e' possibile fermarli.
    Dio acceca chi vuol perdere. Probabilmente va sempre cosi'.
    Noi formiche, nel nostro piccolo, cerchiamo di risparmiar...ci.
    Capito?

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  2. Osservazioni interessanti.

    http://www.24hgold.com/english/news-gold-silver-using-shadowstats-inflation-statistics-we-ll-see-that-the-1980-peak-of-850-equals-9-00.aspx?article=4379709116G10020&redirect=false&contributor=Charleston+Voice

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  3. La risposta di Peter Schiff

    A country that attracts investment from abroad (through stable and fair governance, low taxes, a growing economy, and a productive labor force) and produces goods that are in demand on the global stage will generally see a rising currency. In essence, this is the reward for a job well done. Strong currencies then help nations stay strong by conferring greater purchasing power to its citizens and businesses, which keeps input costs low, thereby enhancing international competitiveness. Strong currencies also encourage savings, keep real interest rates low, lower capital costs, and allow for greater productivity and higher real wages.

    http://www.24hgold.com/english/news-gold-silver-the-biggest-loser-wins.aspx?article=4385958754G10020&redirect=false&contributor=Peter+Schiff

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  4. k dice che, siccome l aumento della moneta (inflazione austriaca) non va sui prezzi al consumo, e quindi non equivale al taglio dei salari reali, allora può espandere l occupazione. se non restasse nelle riserve bancarie. è poi vero che l indice dei prezzi resta basso, al di la dei trucchi, per aumenti di produttivita nel mercato mondiale. fatto sta che le basi sono minate. ma che nel campo minato non è facile essere austriaci da soli. qundi si deve giocare con le regole che ci sono. lo scenario è questo, ed a questo ci si deve adattare.

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  5. Ciao And.

    Quando vedo tutti quei grafici mi si illuminano gli occhi. :)

    Il consiglio è sempre lo stesso: comprate oro nei ribassi, vendete azioni durante i rally dei mercati azionari. Da non perdere anche questa analisi di Addison Wiggin che ci ricorda come la partita venga giocata sostanzialmente sul mercato dell'oro fiat e sui premi per il metallo fisico.

    E' interessante notare come la tesi di Sibileau si stia dimostrando molto accurata: "[...] If you wanted real metal, you paid a substantial premium over the paper price. In silver, these premiums were off the charts. On Thursday, April 25, spot silver was $23.94… but a Silver Eagle from a major online dealer would set you back $29.54 — as high as the paper price before the mid-April crash!

    Meanwhile, the premium on “junk silver” — U.S. dimes, quarters and halves dated before 1965 — sits at four-year highs, according to coin dealer Richard Nachbar. Usually, these coins trade at a small discount to the paper price of silver. Now? As the chart nearby shows, they fetch a 17% premium over spot… and that’s wholesale!"

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  6. Ciao gdb, hai assolutamente ragione. Dobbiamo operare nella realtà che viviamo, coi piedi per terra.
    Ma nessuno pensa di fare l'austriaco integralista o ideologico in un mondo keynesiano.
    Per quanto riguarda me, da quando ho scoperto ed approfondito la teoria economica della Scuola Austriaca, ho immensamente allargato le mie capacità di comprendere meglio i fatti dell'economia, che prima mi erano del tutto oscuri. Conoscere per deliberare: adesso mi muovo in maniera più consapevole, evito più errori di prima, scopro un keynesiano non appena apre bocca, provo a difendermi dalla truffa insita in questo sistema, diciamo che avendo una visione più completa della situazione circostante credo di avere qualche chance in più di prima per cavarmela in questo campo minato...
    I liberali sono uomini prudenti e malfidati per definizione.

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  7. Ciao gdbarc.

    «[...] ma che nel campo minato non è facile essere austriaci da soli. qundi si deve giocare con le regole che ci sono. lo scenario è questo, ed a questo ci si deve adattare.»

    Se, pero', per adattarsi si intende prendere a moccoli bifolchi simili: Stampare denaro per uscire subito dalla crisi.

    Chissà perché non spiegano mai com'è che nello Zimbabwe c'è l'inflazione al 1200%, eppure muoiono ugualmente di fame sotto le manganellate di Mugabe...

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  8. voglio dire che qui è beato l orbo in terra dei ciechi. la svalutazione è un trucco e lo sappiamo, ma uscire dall euro è meglio, e sappiamo anche questo 8ricordiamo l articolo di north). almeno gli individui possono salvarsi (ed io, e voi, siamo individui; non "sistema paese"), ed il potere si fraziona, e v è concorrenza monetaria. poi, per l italia, cavoli suoi. ma ora siamo agganciati in cambio fisso al marco, e ci andiamo tutti di mezzo per forza. per me stampassero quante lire vogliono se posso comprare monete alternative piu forti. ma qui stampano tutti, appunto guerra tra valute, per evitare la svalutazione competitiva dell altro. la stessa svizzera compra una quantita di euro esorbitante stampando franchi, ovviamente creazione di riserve. insomma, non esiste governo tecnico, e non esiste moneta fiat neutrale. vuoi vedere se rallenta l export tedesco, ad esempio, che si fa, un bel qe? l euro ha posto l italia di fronte al bivio: migliorare o morire. l italia ha scelto la seconda. e purtroppo ci siamo dentro noi. allora in una guerra valutaria, ogni concorrente guerriero, e si guerreggia a stati, dovrebbe avere l arma che gli è propria. cioe la sua moneta, sia perche lo rispecchia (e cio è mercato) sia perché puo usare la sua arma in questo scenario di guerra. certo, da una guerra escono tutti perdenti, anche valutaria. oggi l arma non è isabile. certo, fa male anche a chi la maneggia: la guerra è guerra, diceva la nonnina. e ci sono pure i fessi che pensano di risolvere tutto svalutando. ma che mi frega a me, problemi loro, mica io sono l italia. in quel mondo forse ci si puo salvare, a meno che non mettano i cani da dollaro come in argentina. l articolo di north non vale se sei in corea del nord, a cuba. ma in scenari piu normali puoi proteggerti all estero, e la liretta forse circola, per comprare una panda e non l audi. e si smette di indebitarsi in euro (valuta estera). si pagheranno tassi a 0 in lira svalutata. inflazione sui prezzi. peggio per loro, se la sono cercata. ma meglio per me,i miei risparmi in valuta estera. la situazione in giappone. insomma, è pur sempre meglio che in grecia. non siete d accordo? cosi l accumulazione in capo ai poteri forti è garantita. cosi gli investimenti in euro della moneta fiat emessa, se si fanno, si dirigono tutti dove funziona meglio, la germania. ed sono italiano per forza invece quando mi mettono imposte al 70% perche non possono svalutare od inflazionare. in questa persecuzione nessuno ha piu scampo. il debito non si paghera mai. la gente stara "ricca" in titoli, patrimonializzata sino alla fine dell umanità. gli interessi non si pagheranno se non molto poco, a tassi molto bassi. per cui per avere una rendita decorosa dal capitale (chiamiamolo cosi, per gioco) accumulato) devi averne tantissimo. hai voglia ancora a stampare. poi tutti vivranno di rendita e nessuno avra bisogno percio di produrrre beni e servizi. quando ci sara la fine del mondo, saremo (noi umani) tutti ricchissimi. pieni di cct con scadenza al prossimo miliardo di anni. e purtroppo a quel punto perderemo tutto. l insistenibile leggerezza della banca centrale, il senso dell effimero e del transeunte.

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  9. gdb, quello che proponi e spieghi sembra cinico paraculismo.
    Non ti critico, sia chiaro, perchè non fa una piega da un certo punto di vista.
    Se non ti ho capito male, tu dici che, siccome il mainstream è largamente maggioritario e prevarrà, cioè si stamperà a manetta, si inflazionerà e si favoriranno i soliti noti clientes, ma per un po' si darà la parvenza di una ritrovata prosperità, e siccome noi "liberali austriaci" sappiamo esattamente come funziona il sistema e la truffa che esso incarna, tanto vale approfittarne a livello individuale, visto che le nostre possibilità temporali di poter cambiare il sistema, tornando ad uno molto più onesto, tendono a zero.
    Insomma, io potrei cercare di diventare l'oculista di lor signori e così avvicinarmi indirettamente alla stampante... E poi mi basterà convertire gran parte della cartaccia con altra cartaccia migliore o con altri asset...

    Secondo me, al punto in cui siamo il crack dell'intero sistema è molto più vicino di quanto si possa credere.
    Pensa a come finì la Belle Epocque circa cento anni fa, dopo pochi anni il mondo era completamente cambiato. Pensa a come finirono i regimi nazifascisti. E' crollata persino l'URSS. E senza una vera grande guerra mondiale.

    Mainstream rules.
    Oggi in tv uno dei tanti esperti lamentava la diffusa proprietà della prima casa in Italia: tutto capitale bloccato che non può essere redistribuito...
    Oggi i sindacati dell'Ilva hanno pronunciato la parolina magica: nazionalizzazione. Come per MPS, nazionalizzarla!
    A CHE PREZZO?
    E CHI PAGA?

    No. Stavolta non ce la caviamo stampando, svalutando, inflazionando, confiscando, ristrutturando, ...
    La cartaccia in giro è davvero tantissima, molta di più di tutte le altre volte. Stavolta hanno esagerato. Stavolta sarà diverso.

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  10. no, non arrivo al paraculismo. non ci riesco. non mi piace, non è nella mia natura, che devo pur sempre rispettare. almeno un po :). mi riferisco alla sopravvivenza tramite l adattamento, all autodifesa. non ho il diritto di approfittare. ho il diritto all autoconservazione. a difendermi, a non essere massacrato. quando cadrà, tanto meglio. per ora devo sopravvivere.
    poi voglio dire che come in una societa di falchi, se sei colomba sei morto in un attimo (e torniamo alle considerazioni di sopra), cosi in un sistema mondiale comunicante di moneta fiat, non si puo non considerare le mosse degli altri giocatori. questo della moneta fiat è un sistema che nella teoria dei giochi è di soli falchi. ed un giocatore (stato) non puo essere colomba solo lui. la stessa cosa che dicevo per le persone, portata agli stati fatti soggetti. i sistemi di soli falchi si auto distruggono in fretta. finche il campo di gioco è questo ogni stato deve salvarsi. e l euro affossa i piu deboli.
    inoltre, viste le interferenze tra i 2 terreni di gioco (stati/individui, stati tra loro) con l euro lo stato italiano muore ma prima uccide tutti i suoi sudditi. senza l euro lo stato italiano faccia quel che vuole, ma gli individui hanno piu possibilita di salvarsi.
    le persone sono state messe in squadre giocatrici detti stati: i numeri che fanno la classifica si riferiscono a questi giocatori. secondo la classifica della tua squadra sei fregato, anche se sei un campione e giochi bene.e non puoi cambiare squadra, se non cambi paese. incentivo a non giocare e chiedere solidarieta. ecco, la squadra dove ci hanno messi non solo gioca male, ma ha addirittura ceduto ogni possibilita di giocare ed al contempo di dare possibilita ai suoi giocatori di trovare salvezza altrove. senza l euro inflazioneranno, stamperanno, svaluteranno. forse troveremo un buco per scappare: valuta estera, oro, quello che ti pare. ma se ti inseguono e ti levano tutto con tasse ed espropri, non ci sta piu via di fuga.

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  11. gdb, lo so benissimo che non ti affascina il paraculismo. Sennò non stavi da queste parti. ;D

    Ma, in genere, partecipare ad una guerra (anche valutaria) non porta mai bene al maggior numero delle formiche, neppure a quelle poche che non la combattono direttamente e neppure a quelle costrette a scappar via prima. Mi verrebbe da riesumare lo slogan "Non nel mio nome!".
    Il tuo ragionamento lo capisco, sai. Ma non credo che ci sia altro che brace fuori da questa padella.
    E poi il mercato (l'interazione libera tra gli individui) non perdona nel lungo periodo. Ed il lungo periodo è già trascorso, secondo me.
    Non è catastrofismo il mio. Ma mi pare di constatarlo. Oggigiorno tutto è molto più veloce di prima. Il Giappone ha cominciato a stampare a Novembre e le prime avvisaglie del casino sui loro bond si sono già palesate...

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  12. Ah, dimenticavo questi versi di Kipling:

    ... In the Carboniferous Epoch we were promised abundance for all, By robbing selected Peter to pay for collective Paul; But, though we had plenty of money, there was nothing our money could buy, And the Gods of the Copybook Headings said: " If you don't work you die ." ...

    da: The Gods of thhe Copybook Headings

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  13. no, il tuo non è catastrofismo, and.
    è ottimismo

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  14. 1985, an Escape from Orwell's 1984 : a Conservative Path to Freedom / Edited by Rhodes

    qualcuno conosce o recupera questo libro?

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  15. http://www.unz.org/Pub/JSocialPoliticalEconomicStudies-1976q1-00091?View=PDF


    chicca, recensione poco prima della lady di ferro

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  16. Ciao a tutti.

    No, no ragazzi. Prestate attenzione, qui non si tratta più di essere più furbi, più intelligenti, più ottimisti, più ottimisti, più catastrofisti, ecc. Non si tratta più di se, ma di quando. L'esperimento socialista, nonostante la sua espansione a macchia d'olio, è destinato a fallire. Non c'è scampo da questo esito.

    Quello che state dicendo entrambi è semplicemente una strategia per farsi trovare pronti. Non farsi cogliere alla sprovvista, preeparando la propria strategia nel momento in cui gli altri verranno colti di sorpresa dal crollo delle illusioni fomentate dall'apparato burocratico-statale. Ci sarà parecchio dolore economico, gli errori devono essere corretti in un modo o nell'altro e molte persone impareranno una lezione molto dura: mai prestare denaro allo stato.

    Si spera che questa lezione venga ricordata il più a lungo possibile.

    In Italia ci sarà parecchio da ridere, soprattutto per gente che ancora crede alle fesserie sparate da Landini (e credetemi, ce n'è a iosa di gente simile): http://youtu.be/Fp8UWJQ3JRk

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