Bibliografia

martedì 30 aprile 2013

Monte dei Paschi E' Stata Salvata Per Non Finire Come Corzine

La recessione in Europa è ben più profonda di quanto si credesse. I commentatori mainstream ancora si attaccano alla figura dello zio Mario affinché salvi capre e cavoli, ma non c'è niente da fare. Questa recessione sta sottolineando una cosa che alla Scuola Austriaca è chiara da molto tempo e che ha ripetuto costantemente in questi ultimi anni: l'inutilità del settore bancario centrale, e soprattutto la sua pericolosità. I tassi di interesse di riferimento sono allo 0.75%, e nonostante ciò la disoccupazione greca è ancora al 27% (per non parlare di quella spagnola). Ora girano voci di un ulteriore taglio dei tassi, ma le banche europee ancora non prestano e le imprese sono restie a prendere in prestito. Quindi i prezzi salgono lentamente, mentre la crescita economica è stagnante. La BCE può continuare a comprare pattume obbligazionario dei vari governi europei ma ciò non andrà ad alterare questo fatto. I Keynesiani sono all'angolo, continuano ad invocare deficit per superare la recessione ma neanche questo sta funzionando. Gli stati stanno affrontando una lenta ma inesorabile resa dei conti: entrate in calo, spese del welfare in aumento. devono assolutamente trovare un modo per tagliare le spese senza far incorrere la popolazione in dolore economico. E' per questo che i Keynesiani stanno invocando uno stimolo da parte della BCE, ma ancora una volta non funzionerà per far uscire i vari paesi dell'UE dalla recessione.
_________________________________________________________________________________


da Zero Hedge


Coloro che ripenseranno al Novembre 2011 si ricorderanno che la scommessa di Jon Corzine sui titoli italiani non fu quella che alla fine portò al fallimento di MF Global, beh forse in parte, ma la causa vera fu l'improvvisa carenza di liquidità dovuta al modo in cui erano strutturate le negoziazioni (Repo to maturity), in cui la banca sperava di raccogliere i rendimenti delle cedole obbligazionarie compensando in tal modo il costo nominale del finanziamento. Questo tipo di accordo equivale a raccogliere monetine davanti ad un rullo compressore: mentre il costo di finanziamento può essere molto piccolo e il capitale allocato trascurabile (a causa della leva finanziaria implicita e quasi infinita quando si utilizzano i pronti contro termine), quando lo strumento sottostante va in crash e la controparte originaria si ritrova a finanziare un enorme deficit, arriva il momento in cui la serie di trasformazioni ombra innesca una crisi di liquidità immediata (che può risultare in una serie di liquidazioni a cascata nell'arco di poche ore). E' successo con MF Global, ed è successo anche con Lehman.

Ed ora apprendiamo che è accaduto anche con la più travagliata e più antica banca d'Italia, Monte dei Paschi (BMPS), i cui salvataggi senza fine, gli intrighi politici, i ritiri dei depositi ed i libri truccatii hanno avuto un'ampia copertura qui.

Solo che, a differenza di MF Global e Lehman, il governo italiano è venuto in soccorso di BMPS per un semplice motivo: un fallimento di una banca avrebbe innescato una catena di domino legati ai depositanti che avrebbe distrutto il sistema bancario italiano, e probabilmente avrebbe portato ad un panico a livello europeo ed al crollo della zona euro.

Come si è visto, è stato proprio un pronti contro termine (term repo, per essere precisi) quello che ha portato al recente salvataggio di Monte dei Paschi. Reuters riferisce che:

Monte dei Paschi ha dovuto porre come garanzia €2.8 miliardi ($3.65 miliardi) per sostenere le perdite di due derivati, questione ​​al centro di un'inchiesta sulla presunta frode al terzo istituto finanziario più grande d'Italia.

In una dichiarazione di Mercoledì la banca toscana ha affermato che aveva fornito garanzie per €1.871 miliardi alla fine di Marzo per l'affare noto come "Alessandria" con la banca giapponese Nomura.

La banca ha anche detto di aver posto una garanzia da €939.1 miliardi legata all'affare "Santorini" firmato nel 2008 con la Deutsche Bank.

In altre parole, l'intero (e più recente) salvataggio da $4 miliardi del Monte Paschi era solo per soddisfare le richieste di margine con Nomura e Deutsche Bank. Risultato netto: i contribuenti finiscono per finanziare gli obblighi a cui si era legata BMPS molto tempo fa, ma con denaro che ha lasciato immediatamente l'Italia ed è stato prontamente cablato su conti offshore delle banche tedesche e giapponesi. Sì, un giorno potrebbe tornare quando l'altra parte finirà nei guai, ma molto probabilmente non tornerà.

Cosa ha comprato Monte dei Paschi utilizzando il finanziamento repo? Lo stesso strumento che ha affondato MF Global -- obbligazioni italiane.

Sotto le offerte più rischiose al centro dell'inchiesta, Monte dei Paschi ha finanziato i suoi investimenti (costituiti da obbligazioni a lungo termine dello stato italiano) attraverso pronti contro termine di lunga durata con Nomura e Deutsche Bank.

In un riacquisto, o pronti contro termine, una società utilizza asset come garanzia per raccogliere fondi e si impegna a riacquistare gli asset ad un prezzo concordato in un secondo momento.

Ma il valore dei titoli a garanzia dei prestiti è sceso a causa della crisi della zona euro, le scommesse si sono rivelate controproducenti e Monte dei Paschi è stata costretta a presentare più garanzie con entrambe le banche.

La parte esilarante, quella che dimostra quanto quasi tutti siano all'oscuro della vera natura delle operazioni di leva praticamente illimitate (e che hanno bisogno di zero capitale iniziale, e nel caso dei titoli di Stato -- zero margine iniziale) che hanno luogo nell'economia sommersa come quella dei pronti contro termine, è che i pubblici ministeri di Siena erano così confusi su chi possedeva gli asset sottostanti che hanno ordinato il sequestro di €1.95 miliardi di asset da Nomura (i quali erano in realtà beni appartenenti alla banca giapponese).

In altre parole, i pubblici ministeri italiani hanno quasi confiscato beni appartenenti ad un'altra banca solo per distogliere l'attenzione dai crimini finanziari epici trovati nella loro banca insolvente ed operante nella loro città. Certo, col senno di poi erano semplicemente all'oscuro della situazione e hanno fatto qualunque cosa li dicessero di fare gli avvocati di Monte Paschi. Dopo tutto, il numero di persone in tutto il mondo che capisce veramente la contabilizzazione dei pronti contro termine si può contare sulle dita di una mano.

Inoltre, le linee guida del FAS 140 per la contabilizzazione dei pronti contro termine si contraddicono! Riprendendo l'articolo di Matt King "Are The Brokers Broken," cerchiamo di spiegare i meccanismi alla base delle operazioni "prestito contro promessa":

A parte il fatto che il FAS 140 si contraddice (con il paragrafo 15d che considera al di fuori del bilancio le transazioni "prestiti contro promessa" e il paragrafo 94 che invece le considera all'interno, insomma un documento attaccato da molti broker immediatamente dopo il suo rilascio), sembra che ci sia poco consenso su chi sia il debitore e chi sia il creditore. Per quanto ne sappiamo, i termini come "debitore" e "prestatore" sono usati in senso esattamente opposto nei regolamenti contabili relativi alla prassi di mercato. La descrizione qui sopra segue la pratica comune di mercato. I documenti contabili sembrano fare riferimento al contrario, una fonte di confusione utilizzando del gergo contabile.

Ciò che rende le cose molto spaventose è che il motivo principale per cui si usano i pronti contro termine è quello di evitare di mettere i contanti o impegnare un asset come si farebbe in un prestito tradizionale. E dal momento che tutta l'Europa è ormai a corto di asset, oggi praticamente ogni sistema bancario insolvente, sia esso quello dell'Italia o della Spagna, è interamente dipendente dai pronti contro termine: ogni singola banca europea è un grande MF Global in procinto di esplodere.

E con le banche europee della periferia che utilizzano i pronti contro termine per acquistare più obbligazioni sovrane che possono, una cosa è certa: una volta che i rendimenti dei titoli sovrani inizieranno a salire, partiranno le liquidazioni a cascata, poiché margin call dopo margin call viene indebolita la catena delle garanzie di qualsiasi eccesso di liquidità, costringendo finalmente la BCE non solo ad utilizzare l'OMT, ma dal momento che l'OMT è un grande miraggio che non esiste da un punto di vista legale, ad iniettare direttamente contanti in innumerevoli banche: una mossa che la Germania amerà.

Quindi perché preoccuparsi?

Dopo tutto, l'enorme QE della BOJ è arrivato proprio al momento giusto per trovare il prossimo grande acquirente marginale del debito periferico insieme alle banche dei PIIGS (molto probabilmente quando la capacità dei pronti contro termine stava raggiungendo il limite massimo). Il risultato immediato è stato una serie di record epici in molti settori, andando a restringere gli spread periferici. Purtroppo possono andare solo a zero, prima che qualcuno venda. E poi qualcun altro vende, e il carry trade si sfalda.

Purtroppo, l'ultimo anello a spezzarsi di questa catena sarà rappresentato ancora una volta dalle banche italiane e spagnole insolventi, le quali dovranno ricevere altri soldi dai contribuenti mentre sventoleranno la solita Carta della Distruzione Totale.

L'unica domanda è: quando. Tuttavia, se l'Abenomics soffrirà effettivamente di una morte prematura a causa del fallimento del programma o per qualsiasi altro motivo, quello sarà il momento di chiudere i boccaporti ed abbassare il periscopio poiché l'acquirente marginale di materiale tossico europeo se ne sarà andato, e le banche europee non avranno altra scelta se non quella di scaricare tutto, scatenando il capitolo finale della crisi europea.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


lunedì 29 aprile 2013

Il Modello che Nessuno Sta Guardando





di Martin Sibileau


E' difficile dare un senso ai mercati in questi giorni. Per esempio: l'oro non ha mostrato alcun supporto mentre la situazione geopolitica in Asia si è deteriorata, il Giappone ha intrapreso la madre di tutti i programmi di monetizzazione ed una nazione appartenente a quella che dovrebbe essere un'unione monetaria ha imposto controlli sui movimenti di capitale. Oppure prendete il caso dell'Euro: è passato da $1.2750 a $1.2950 nel giorno di una delle conferenze stampa più confuse e imbarazzanti che abbia mai dato il ​​presidente della sua banca centrale.

Tuttavia, in una terra lontana dove non vi è sistema bancario ombra, leva finanziaria o anche mercati dei capitali, i fondamentali economici continuano ancora a reggere, cosa che ci può aiutare a visualizzare una dinamica persa tra i meandri della nostra memoria collettiva. La terra a cui mi riferisco è l'Argentina, ma non quella del 2001. Oggi voglio scrivere dell'Argentina nel 2013, e no, non voglio discutere delle sue battaglie legali con Mr. Singer.



Introduzione

L'argomento che voglio portare alla vostra attenzione si riferisce ad un precedente articolo intitolato "Cosa causa le iperinflazioni e perché non ne abbiamo ancora vista una" (18 Dicembre 2012). In quell'articolo sono arrivato ad un paio di conclusioni; la più rilevante sosteneva che un'inflazione elevata ed alti tassi di interesse nominali non sono incompatibili, ma al contrario... vanno di pari passo: non ci può essere iperinflazione senza tassi di interesse nominali alti. L'articolo suggeriva che i tassi di interesse alti sono il prodotto di un crollo della fiducia, rappresentato da un grave restringimento della base dei depositi in una giurisdizione valutaria. Ma l'articolo non era esaustivo. Si limitava a sottolineare la paura di una confisca come elemento primario dietro al crollo della fiducia. Questo sarà l'elemento motore che porterà alla rottura della zona Euro. Ma c'è un altro elemento primario e l'Argentina del 2013 può essere un modello per gli Stati Uniti. Venite con me...



Paura e Avidità

Quando gli esseri umani agiscono/decidono/scelgono, si trovano ad affrontare un rischio/rendimento. Quando ci si trova a scegliere se lasciare o meno i propri risparmi depositati in una banca, tale decisione può essere mossa da timori di una confisca. In altre parole, a seconda di un determinato rendimento (quasi 0% nominalmente e negativo in termini reali in questi giorni), se il rischio è percepito come troppo alto i depositi diminuiranno (o al meglio non aumenteranno). Questo era lo scenario contemplato nel mio precedente articolo.

L'esempio più catastrofico di uno scenario guidato dalla paura è rappresentato dagli sviluppi monetari durante la caduta dell'Impero Romano, quando i depositanti presero il loro denaro e lo misero in buche nei cortili per nasconderlo sia dall'esattore delle tasse sia dalle orde barbariche. Tuttavia, l'esempio più antico e documentato (da Isocrate; discusso dal Prof. J. Huerta de Soto nel suo grande libro "Money, Bank Credit and Economic Cycles") di questo scenario risale al 393 a.C. ed ebbe luogo ad Atene, innescato dalla guerra con Sparta e la vittoria a Tebe quando Passio (un banchiere ateniese) non potè più nascondere il fallimento della sua banca (Demostene sembra indicare che Passio aveva un rapporto di leva di ca. 5 a 1). Non era il solo. Seguì una corsa generale agli sportelli bancari nei confronti di Timodemus, Sosynomus e Aristolochus e si trdusse in un congelamento dei depositi che durò 10 anni (Ref. Bogaert, Banques et dans les banquiers Cités grecques). Coloro che si sono spaventati per primi, hanno avuto ragione

Dopo 2,406 anni, ciò che mancava al mio articolo precedente (anche se è stato implicato in quelli successivi: es. manipolazione dell'oro) è il "rendimento" o la componente dell'avidità nella decisione di ridurre i depositi. Con questo voglio dire che, per un rischio dato, noto e gestibile, se il ritorno è percepito come troppo basso, la base dei depositi può anche ridursi.

La percezione di un basso rendimento sarà determinata in termini relativi: se vi è un'alternativa al collocamento dei risparmi in un conto corrente, con un rischio uguale o inferiore, la base dei depositi si ridurrà. Nel mondo sviluppato, per gentile concessione della creazione dell'oro fiat e della volatilità che genera intorno al prezzo del metallo, tale alternativa è ancora inesistente. Questa è stata la mossa più intelligente dei banchieri centrali. Ma con l'evento di Cipro e altri a venire (e senza un Piano B), anche questa volatilità può essere ignorata a favore di una visione più di lungo termine riguardo l'oro.



Argentina 2013

Un esempio della diminuzione dei depositi guidata dall'avidità piuttosto che dalla paura, è l'Argentina nel 2013. Lì i depositanti hanno appreso la "lezione della paura" già 12 anni fa, e per questo motivo oggi un dollaro sotto il materasso vale sempre di più rispetto ad un dollaro depositato in una banca. Ma la storia non finisce qui. Successivamente, quando divenne sempre più evidente che la confisca da parte del governo non si era conclusa con il default del 2002, il mercato del dollaro USA ha visto un'altra segmentazione. Mentre il governo ha gareggiato con la popolazione per mettere le mani sui dollari USA (per rimborsare tutto ciò che era stato lasciato in sospeso) e quelli al di fuori del sistema, ha deciso di impedirne l'acquisizione attraverso i mercati aperti. La repressione è iniziata sul serio circa un anno e mezzo fa, e per questo motivo "nazionale e strategico" sono stati addirittura reclutati cani per la ricerca di eventuali dollari USA fuori dal sistema (guardate qui e qui).

Da allora, il mercato si è rotto ed esiste il prezzo ufficiale del dollaro USA, per cui non si trova alcun venditore, e il prezzo di mercato (chiamato mercato "blu" per qualche motivo sconosciuto). Il grafico seguente (fonte: Reuters/La Nación) non ha bisogno di ulteriori commenti; è auto-esplicativo. Oggi, mentre un dollaro USA vale circa 5.15 pesos, il mercato richiede circa 8.50 pesos o un premio di 2/3.




Forse vi starete chiedendo come questo possa essere un modello per gli Stati Uniti. Ed avreste ragione: il mercato dell'oro è ancora uno e il governo americano non dovrà mai competere con la popolazione per mettere le mani sull'oro fisico per rimborsare il suo debito, che è denominato in dollari USA. Ma c'è di più...



Perché può essere un modello

Ma lasciatemi tornare al mio punto iniziale: i depositi possono anche diminuire spinti dall'avidità piuttosto che dalla paura. Nell'Argentina del 2013 i depositi in pesos stanno iniziando a contrarsi in modo esponenziale, un evento non guidato dalla paura ma dalla cupidigia. Perché? Gli argentini osservano l'escalation del prezzo del dollaro americano al di fuori del sistema (+25% da inizio anno) e l'interesse pagato sui depositi denominati in pesos (-10% in termini reali) o in azioni (+18.5% nominalmente), e capiscono correttamente che stanno meglio con un materasso piuttosto che con un conto bancario. Secondo me è probabile che questo possa essere un modello di ciò che potrebbe accadere negli Stati Uniti una volta che crollerà il mercato dell'oro fiat. Ecco perché: se il mercato dell'oro fiat si rompe a causa di una corsa per l'oro fisico, il moltiplicatore del credito per l'oro cartaceo verrebbe schiacciato e da quel momento in poi i depositanti con dollari USA in tutto il mondo vedrebbero la performance dell'oro come un punto di riferimento rispetto ai dollari USA depositati, proprio come gli argentini di oggi considerano il dollaro USA come un punto di riferimento rispetto ai loro depositi in pesos. Questo è il più grande incubo di ogni banchiere centrale: un asset il cui prezzo modella le aspettative sull'inflazione.

L'esito probabile sarebbe una diminuzione iniziale dei depositi USD ed un aumento dei tassi di interesse, in quanto il mercato dei finanziamenti in USD si prosciugherebbe. In seguito la FED, proprio come mi aspetto che faccia la banca centrale dell'Argentina, sarebbe trascinata in deficit (non ho intenzione di spiegare qui la meccanica del deficit di una banca centrale. Il lettore lo può vedere nel mio articolo sull'iperinflazione citato in precedenza).

Poiché alle porte dell'Argentina si sta presentando un nuovo processo di iperinflazione, sarebbe saggio seguirla da vicino. Si tratta di un modello e ci sono due conclusioni che vengono in mente:

Conclusione N°1: La FED/governo USA farebbe meglio a non confiscare l'oro

Contrariamente al pensiero della comunità dei gold bug, il governo degli Stati Uniti avrebbe tutti i motivi per NON confiscare l'oro, perché così facendo innescherebbe una corsa all'oro fisico e perderebbe ogni potere di sopprimerne il prezzo. Questa conclusione dovrebbe reggere anche se avrebbe luogo una corsa all'oro fisico per altri motivi. La loro mossa migliore sarebbe quella di mantenere in vita il più a lungo possibile la soppressione del prezzo dell'oro (tramite l'oro fiat).

Conclusione N°2: La FED riceverebbe più pressioni per aver un deficit rispetto alla banca centrale dell'Argentina

Con il peso come moneta locale, i fondi pensione nazionalizzati, l'assenza di un sistemaa bancario ombra e di mercati dei capitali, se i depositi in pesos dovessero diminuire la banca centrale dell'Argentina non si preoccuperebbe di un contagio sistemico. Poiché nessuno si affida al sistema bancario per finanziare le proprie attività, il calo dei depositi finirebbe probabilmente per influenzare la redditività delle banche (con un'alta probabilità di vedere una nazionalizzazione completa dei depositi).

La FED, invece, subirebbe più pressioni affinché intervenga. Le sue passività influenzano i mercati del credito e delle materie prime in tutto il mondo, i fondi pensione ed i fondi del mercato monetario rischierebbero il collasso. Anche l'alto indebitamento del sistema ombra sarebbe troppo. Pertanto la FED non dovrebbe sovvenzionare solo gli Stati Uniti, ma il sistema bancario globale affinché mantenga i depositi in dollari statunitensi come alternativa competitiva all'oro. (Ancora una volta, per vedere come avrebbe luogo questo esito consultate questo link)



Perché non sono d'accordo con Martin Feldstein

Continuando sul tema dell'aumento dei tassi di interesse, in questo recente articolo (link) Martin Feldstein ha espresso le sue preoccupazioni in materia. Purtroppo non spiega come possa essere attivato tale aumento. Comincia semplicemente con "Quando i tassi di interesse salgono...". A differenza di lui, io sono stato esplicito come minimo sin dal Dicembre 2011: secondo me l'elemento motore più probabile sarà un'ondata di insolvenze aziendali provenienti dalla zona Euro, costringendo la FED a diventare il prestatore di ultima istanza (in effetti lo è già) e innescando un ripudio dei titoli del Tesoro USA. La conseguenza di tale ripudio accentuerebbe ulteriormente la caduta del mercato monetario e, probabilmente, quello di una stanza di compensazione nel mercato delle materie prime. In questo contesto, il prezzo dell'oro non diminuirebbe come predice Feldstein.

Nel mio scenario, prima (cioè indipendentemente da) dell'aumento dei tassi, gli spread creditizi aumenterebbero all'aumentare dei default. I mercati si renderebbero conto che la FED non avrebbe più il controllo e che il trasferimento delle perdite al settore pubblico non sarebbe più sopportabile, e la FED sarebbe costretta a comprare qualsiasi bond del Tesoro USA che il ​​mercato venderebbe.

La storia di Martin Feldstein ha il filo narrativo opposto. Secondo lui i tassi saliranno e ne seguiranno vari default. Secondo le sue parole: "... i tassi di interesse a lungo termine sono ormai insostenibilmente bassi, implicando bolle nei prezzi delle obbligazioni e in altri titoli. Quando i tassi di interesse salgono, come sicuramente accadrà, le bolle scoppieranno, i prezzi di tali titoli cadranno..."

Come si aspetta che i tassi possano salire? Non perché la FED li aumenti, ma perché le aspettative sull'inflazione farebbero aumentare i tassi nominali: "...Se l'inflazione risulta essere più alta (un risultato molto probabile data la recente politica della FED), il tasso di interesse sulle obbligazioni a lungo termine potrebbe essere molto più elevato..."

Feldstein omette di dirci perché l'inflazione possa essere superiore al 2% inseguito della FED, ma la mia ipotesi è che il modello economico tradizionale annebbia il suo ragionamento (secondo cui al diminuire dell'output gap i prezzi aumentano). Avrò altro da dire su tali modelli nei prossimi articoli, ma per oggi permettetemi di concludere con questo: non esiste una cosa come un output gap. La nozione della sua esistenza è uno strumento mentale ad hoc che respinge il ruolo del sistema dei prezzi nell'allocazione delle risorse.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


giovedì 25 aprile 2013

E' Tempo di Vendere il Vostro Oro?

Poi ci sono notizie come questa qui che ti stampano un sul volto un sorriso beffardo. E' così che va la vita: i fessi vengono fregati dai più furbi. Come si fa ad essere più furbi? Facendo affari in momenti come questi. Con l'argento ad esempio. La maggior parte di coloro che sono entrati nel mercato del metallo grigio lo hanno fatto nel 2011 quando un'oncia d'argento valeva circa $48. Oggi ha perso più della metà di quel valore. Quando l'oro cala di prezzo potete star sicuri che l'argento calerà del doppio, e in tempi come questi acquistare argento è u nvero affare. Soprattutto le cosiddette monete "junk silver." Se comprate a questi prezzi (dopo che ha preso una bella batosta), quando tornerà sui suoi passi avrete ottenuto un guadagno netto. Se pensate che i mercati dei metalli preziosi abbiano raggiunto il fondo questa è la vostra occasione; la vostra occasione per trarre profitto dall'ingenuità di coloro che si sono lasciati convincere a comprare all'apice del prezzo e che ora hanno subito diverse perdite.
_________________________________________________________________________________


di Bill Bonner


Cari lettori, spesso ci chiedono delucidazioni sull'oro. E' il momento di venderlo? Di comprarlo? Di non pensarci più?

L'oro è sceso di $25 ieri; attualmente è pari a $1,575 l'oncia. Il prezzo dell'oro potrebbe arrivare fino a $1,000. Ma non ce lo aspettiamo. L'oro non è in bolla.

Come avete visto, l'oro non è né costoso né a buon mercato. Compra quello che dovrebbe acquistare. Forse un po' meno. Forse un po' di più.

Come facciamo a sapere che cosa "dovrebbe" comprare?

In realtà, non lo sappiamo. Ma l'oro è una cosa naturale. Le persone lo estraggono dalla terra utilizzando la tecnologia e le risorse a loro disposizione. Come la loro produttività aumenta in certe aree, lo stesso accade – in generale – alla loro capacità di estrarre l'oro dalla terra.

Se il PIL aumenta del 10%... la quantità d'oro di solito sale secondo lo stesso ammontare. Se l'economia va in declino, ci va anche l'industria mineraria dell'oro... riducendo il tasso di crescita dell'offerta d'oro.

Per queste ragioni, l'offerta d'oro è di solito più o meno in sincronia con le offerte di altri beni e servizi. E il tasso di cambio tra oro ed altri beni/servizi di solito è stabile.

Questa fu anche l'osservazione di Roy Jastram, che nel 1977 scrisse The Golden Constant. Jastram guardò ai 500 anni di storia britannica e scoprì che i prezzi – in termini di oro – erano notevolmente stabili.

E qui vediamo che anche i prezzi delle azioni erano stabili... finché l'oro – piuttosto che un economista – copriva la moneta.




Potete vederlo voi stessi dal grafico qui sopra (rapporto Dow/oro sin dal 1800). I prezzi delle azioni in termini d'oro sono andati in tilt solo dopo che il Congresso creò la Federal Reserve nel 1913.

Poi il mondo abbandonò il gold standard durante la Prima Guerra Mondiale. (La bolla degli anni '20 fu in parte causata dallo sforzo di tornare al gold standard.)

Poi ci fu un'altra grande salita dei prezzi delle azioni – in termini di oro – negli anni '50 e '60... e di nuovo negli anni '80 e '90. Il grafico mostra anche la discesa del rapporto Dow/oro negli ultimi 13 anni... senza alcuna chiara garanzia che abbia raggiunto il fondo.

Ma aspettate: i compratori d'oro non hanno già incassato tutti i profitti dall'oro? Tekoa Da Silva di BullMarketThinking.com spiega:

In risposta a ciò, il Principio di Pareto ci suggerisce che l'80% dei guadagni si trova nel 20% finale del mercato al rialzo. Allo stato attuale, il rapporto Dow/oro è pari a circa 9 a 1. Un movimento ad un rapporto 5 a 1 richiederebbe un prezzo di $2,907 l'oncia, un rapporto 3 a 1 richiederebbe un prezzo di $4,845 l'oncia, ed un rapporto 2 a 1 richiederebbe uno prezzo esorbitante di $7,268 l'oncia.

Un movimento verso un rapporto di 2 a 1 equivarrebbe ad un aumento del prezzo dell'oro del 400%, e, naturalmente, un rapporto di 1 a 1 ($14,500 l'oncia) sarebbe pari ad un aumento del prezzo dell'oro del 900% (l'ultimo nel mercato al rialzo dell'oro).


Siate Felici

Da Silva non lo dice, ma il rapporto Dow/oro potrebbe essere presentato in un altro modo. L'oro non deve salire di prezzo; le azioni invece potrebbero calare. Se il Dow dovesse scivolare a 8,000, per esempio, questo equivarrebbe ad un rapporto di 5 a 1.

Quando il mercato azionario è andato in crash nel 2000... e l'oro è continuato a salire... abbiamo pensato che i due fossero diretti verso una congiunzione storica. Forse a 2 a 1, forse a 1 a 1. Dove si sarebbero incontrati?

Abbiamo ipotizzato che succederebbe a circa 5,000. L'oro salirebbe a $5,000 l'oncia... e il Dow scenderebbe a 5,000.

O 2 a 1 – il Dow potrebbe scendere a solo 10,000... mentre il prezzo dell'oro salirebbe a $5,000 l'oncia.

Chi lo sa? Ma non c'è ragione di pensare che le cose siano cambiate in modo fondamentale.

L'oro è ancora denaro reale. Viene ancora portato avanti con molto sforzo ed investimenti. E le azioni del Dow rappresentano ancora un certo gruppo di società quotate in borsa negli USA da cui ci si può aspettare un certo flusso di guadagni. Non c'è motivo di pensare che la relazione fondamentale tra le azioni del Dow e l'oro sia stata alterato in modo fondamentale o eterno.

Per quasi tutto il XIX secolo... e in molti anni del XX secolo ... e di recente, nel 1980, il rapporto tra Dow/oro era di 1 a 5 o meno. Gli investitori pagavano cinque once d'oro per comprare il Dow ed i suoi guadagni.

Il Dow verrà di nuovo commerciato per 5 once d'oro o di meno? Quasi certamente. E probabilmente accadrà prima che il calo storico del rapporto Dow/oro raggiungerà il fondo.

Tenete il vostro oro, vendete le vostre azioni e siate felici.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


mercoledì 24 aprile 2013

Come ci Vedono all'Estero

Circa due settimane fa è stato l'anniversario di uno dei giorni più orrendi della storia americana. Ci sono due storie legate a questo evento: una che ha una copertura mediatica molto bassa e una che non ha affatto copertura mediatica. La storia viene semplicemente accennata e sdoganata con un gesto della mano, quasi come non fosse affatto esistita. Sto parlando dei campi di concentramento americani in cui venivano rinchiusi i giapponesi e il decreto esecutivo di Roosevelt che autorizzava tale pratica. Nel 1945, poi, vennero rilasciati e fu permesso loro di tornare a casa (in senso figurato ovviamente, perché i loro averi erano stati tutti venduti nelle aste di 3 anni prima). Nel 1980 il governo americano fece 2ammenda" e riconobbe le proprie colpe assicurando ad ogni giapponese offeso circa $20,000 di risarcimento. Ma vicino a questa storia ripugnante ce n'è un'altra che non riceve affatto copertura mediatica e non credo abbia mai raggiunto la maggior parte delle persone. I campi di concentramento in cui venivano rinchiusi giapponesi non si limitavano al territorio degli Stati Uniti ma si estendevano anche nel Sud America, dove i giapponesi venivano lettarlmente sequestrati e poi inviati negli USA. Esatto, rapimenti. Ma non solo di giapponesi, anche di tedeschi (alcuni anche Ebrei) che vennero usati come "merce di scambio" per liberare prigionieri americani in Germania. Se non fosse per internet e lo zio North, ci sarebbero ancora persone là fuori ad elogiare l'operato di quello squilibrato mentale di Roosevelt.
________________________________________________________________________


di Fred Reed


TSA, scommetto che questa parola non vi sorprenderà.

Gli Stati Uniti sono il paese più odiato al mondo, seguito da vicino da Israele, e poi da nessun'altro. Perché? Perché non l'Ecuador? La Cina? La Russia? Timor Est? L'ostilità fa scervellare molti americani, i quali credono sinceramente che il loro paese sia una forza del bene, un pilastro della democrazia, un difensore dei diritti umani.

Per il resto del mondo, tutto questo non ci va nemmeno vicino.

Se avete vissuto all'estero, così come pochi americani, la spiegazione per quest'odio è evidente: ingerenza. Un'intromissione implacabile, orgogliosa ed inspiegabile, spesso militare, spesso con orrendi pedaggi di morte. Gli americani, manipolati abilmente da una stampa controllata, sono analfabeti dal punto di vista storico, indifferenti e sempre meno istruiti; o non hanno mai sentito parlare del comportamento americano che fa arrabbiare gli altri, o credono che sia stato ispirato da motivi virtuosi. Nessun altro la pensa così. Oltre alla scarsa familiarità con il resto del mondo, aggiungeteci l'affermazione (da sempre inculcata) che l'America è la più grande, la nazione più bella mai esistita, una luce per il mondo, una città splendente sulla collina, e otterrete uno stato pericolosamente delirante. Soprattutto ora. In passato, la supremazia economica e militare americana erano tali che gli Stati Uniti non dovevano preoccuparsi di quello che pensavano altri. I tempi cambiano.

Potrebbe essere saggio confrontare brevemente questo punto di vista attraverso gli occhi di americani e stranieri. Considerate l'Iraq. Per la maggior parte del mondo, la guerra in Iraq è stata brutale, non provocata e omicida. Alcuni, guardando le rovine di Fallujah, hanno pensato a Guernica – di cui pochi negli USA hanno mai sentito parlare.

Molti americani non credono che abbiamo distrutto l'Iraq per il petrolio, l'impero e la lobby israeliana, come è effettivamente accaduto. No. Abbiamo voluto rovesciare un dittatore malvagio e dispensare il dono prezioso della democrazia. E' stata una questione di bontà. A quanto pare molti credono ancora che l'Iraq avesse qualcosa a che fare con gli attentati di New York. Anche in questo caso, stampa controllata, scarsa istruzione, poca curiosità.

Allo stesso modo, gli americani tendono a considerare la guerra in Afghanistan come se avesse a che fare con la fine del Terrore o la diffusione della democrazia – e non come riedizione del Grande Gioco ("Hanh?"), o la diatriba per il gasdotto TAPI ("Whuh?") o gli idrocarburi del Caspio. ("Caspio? Intendi dire il Fantasma Amichevole?") Per la maggior parte del mondo, l'Afghanistan è solo un altro triste spettacolo di caccia-bombardieri americani che uccidono contadini e sventrano bambini. Quello che il mondo vede è questo uso spietato di una potenza di fuoco schiacciante contro contadini armati alla leggera; uno spettacolo che si è ripetuto più e più volte: Vietnam, Cambogia, Laos, Yemen, Somalia, Pakistan.

Io vivo in Messico. In innumerevoli città, probabilmente in tutte le città di qualsiasi dimensione, si vedono strade intitolate ai Niños Heroes (bambini eroici). A Guadalajara c'è una rotonda con un monumento dedicato a loro. Queste cose commemorano i bambini che cercarono di combattere i soldati americani che invasero Città del Messico. In questa guerra (puramente acquisitiva) il Messico perse metà del suo territorio. Ma quanti gringos sanno che sia mai accaduta, o quando, o hanno mai sentito parlare del bombardamento di Veracruz o dell'incursione di Pershing?

Gli americani che hanno un po' di comprensione della storia a volte dicono che i messicani dovrebbero "dimenticare" la Guerra Messicana-Americana. Qualcuno potrebbe dire agli ebrei di "dimenticare" l'Olocausto, o agli americani di "dimenticare" il 9/11. E' molto più facile dire alle persone di dimenticare quello che avete fatto a loro piuttosto che dimenticare cose che loro hanno fatto a voi.

Poi c'è la Guerra alla Droga. Gli americani credono che si tratti di una campagna contro il Male – condotta meglio, ovviamente, in altri paesi.

Ci sono altri punti di vista. I messicani premurosi non comprendono (per quello che so, non ho mai fatto un sondaggio) perché le droghe siano un problema del Messico. Se i gringos non vogliono droghe, perché le comprano? Perché non risolvono i loro problemi? Non è un segreto che gli studenti americani nelle scuole superiori e nelle università facciano uso di droghe. Perché gli americani non sbattono in galera i loro figli? E si dice (probabilmente a ragion veduta) che Washington, sponsorizzando l'eliminazione dei grandi signori della droga, abbia causato dei combattimenti tra signori più piccoli per controllare tale commercio, creando così una carneficina. Com'era prevedibile, il flusso di droga verso il nord non è stato influenzato.

I patrioti truculenti al Rib Pit di Billy Bob non ne sanno niente di tutto questo. La combinazione di ignoranza ed arroganza li rendono ciechi al pensiero degli altri paesi. Si consideri la loro visione dell'Iran: un paese arabo malvagio, sperduto da qualche parte, che vuole la Bomba in modo da far esplodere Israele e New York. Non si pongono domande sull'ostilità dell'Iran nei confronti degli Stati Uniti, che vogliono un cambiamento di regime in modo che gli iraniani possano avere democrazia e libertà. Chiedete agli avventori del Billy Bob se hanno mai sentito parlare di importanti città iraniane come Teheran, Sulawesi o Sidone. No. Eppure sono sicuri che gli abitanti siano pericolosi ed anti-americani.

Forse gli iraniani vedono le cose in modo diverso. Sanno che nel 1953 il primo ministro Mohammed Mossadeg ("Mossy cosa?" Chiedono al Rib Pit.), eletto democraticamente, venne rovesciato dalla CIA lasciando al comando il Shah ("E' una persona?"), un orribile dittatore di routine. Ciò ha avuto molto a che fare con l'occupazione dell'ambasciata degli Stati Uniti nel 1979, che in patria venne venduta come prova della cattiveria degli iraniani.

Più tardi, nel 1988, la Marina degli Stati Uniti (più precisamente la USS Vincennes) abbattè un aereo di linea iraniano e uccise tutti a bordo. Gli americani scrollarono le spalle: era senza dubbio necessario per fermare il terrorismo. Ma immaginate lo scandalo se la marina iraniana avesse abbattuto un aereo di linea statunitense.

Nessuno al di là dei nostri confini acquista le nostre canzoni sulla diffusione della libertà e dei diritti umani. L'America ha sostenuto innumerevoli dittatori che hanno governato con l'esercito e la tortura (i sauditi sono un esempio attuale). Abbiamo messo molti dittatori sui loro troni, come Pinochet ("Quel tipo di legno, il naso cresceva quando diceva una bugia, vero?") in Cile. ("Non è per caso quella zuppa di fagioli messicana?") Altri notano che l'unico paese che tortura apertamente e con orgoglio i prigionieri è... il nostro.

Il problema di fondo è sempre l'ingerenza. Gli scagnozzi di Bin Laden non hanno attaccato New York perché era una mattina noiosa e non riuscivano a pensare a nient'altro da fare. Erano furiosi per l'ingerenza degli Stati Uniti nelle terre musulmane. Potreste pensare, e potrei pensare, che l'Islam è una fede primitiva e non adatta al mondo moderno. Bene. Potrei anche pensare che i calabroni non hanno un'organizzazione sociale ideale, ma ci penso due volte prima di colpire il loro nido.

Questo è il motivo per cui ci odiano – ingerenza, bombardamenti, invasioni, droni, dire agli altri come gestire i loro paesi. No, George, non è a causa delle nostre libertà.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


martedì 23 aprile 2013

Oro: Il Peggior Investimento del 2013?

Ancora uan volta i fessi saranno depredati dei propri pantaloni così rapidamente da non lasciare loro il tempo di arrossire per la voergogna (data la pubblica ilarità che deriverà da questo spettacolo). Leggiamo:
[...] Uno dei cambiamenti più pronunciati nel comportamento degli investitori sin dall'inizio della crisi economica è stata la canalizzazione dei risparmi nei bond e nei fondi comuni obbligazionari. Questi ultimi hanno attratto più di $1 bilione di depositi sin dal 2008, mentre negli ultimi sei anni il denaro migrava dai fondi azionari. I bond di solito offrono rendimenti a lungo termine inferiori rispetto alle azioni, ma una probabilità sicura di meno perdite nel breve termine.
Stanno scommettendo sulle promesse del governo per la loro pensione. Il tasso dei risparmi è tornato ai livelli del 2007. "Siate felici, i bei tempi sono tornati!" La loro credenza in questa illusione li rovinerà dato che ormai un crash del mercato obbligazionario è inevitabile (la Federal Reserve è arrivata a comprare quasi $1 bilione di bond del governo all'anno). L'aumento dell'inflazione nei prezzi affosserà i prezzi dei bond, e Bernanke sta sperando che arrivi il 2014 in modo da passare la patata bollente al prossimo disgraziato di turno. Ripetete dopo di me: "L'inflazione nei prezzi uccide i bond."
________________________________________________________________________


di Bill Bonner


L'oro sarà il peggior "investimento del 2013"?

Finora lo è stato...




L'oro ieri ha retto sopra i $1.600/oz. Potreste pensare che in futuro possa fare meglio. Ben Bernanke si è impegnato a far rombare la stampante... anche se alcuni settori dell'economia – come quello immobiliare – sono in miglioramento.

Un miglioramento dell'economia non farebbe uscire alla luce del sole tutti questi soldi stampati... facendo salire i prezzi?

E se l'economia non migliora, Ben Bernanke continuerebbe a stampare denaro... andando ad aumentare la produzione dei dollari sfornati dalla stampante... fino a quando il vecchio dollaro non andrà in mille pezzi?

Allora perché l'oro sta performando così male? Il mercato al rialzo dell'oro, che ha avuto inizio circa 14 anni fa, è finito?



Tesoro Sepolto

Tali domande sono state sottoposte ad un gruppo di cui abbiamo fatto parte lo scorso fine settimana a Cafayate. Gli interlocutori erano per lo più sostenitori di una moneta sonante. La discussione ha anche avuto una propensione per le tesi dei gold bug.

Allora, quali sono state le risposte?

Possiamo solo ricordare la nostra:

"Un paio di anni fa, nello Yorkshire, è stato trovato un nascondiglio pieno di monete ed oggetti d'oro. Probabilmente erano stati sepolti per nasconderli dai combattimenti che imperversavano nella zona durante l'VIII secolo. Nessuno sa cosa è successo ai proprietari, ma non sono mai tornati a riprendere il tesoro. Invece è stato trovato per caso 1,300 anni dopo.

"Eppure l'oro di cui erano costituiti quegli oggetti è tanto buono ora quanto lo era allora. Il loro valore – rispetto a beni e servizi offerti – è circa lo stesso, almeno nella misura in cui siamo in grado di mettere insieme i prezzi di quel periodo e confrontarli con quelli attuali.

"Ciò... e tutto il resto che sappiamo su questa vicenda... mi porta a credere che in futuro l'oro varrà più o meno quello che vale anche oggi. Nel corso della nostra vita, abbiamo visto l'oro scendere e salire. Ma non svanisce e se foste andati a comprare una nuova Buick nel 1935 o giù di lì... l'avreste pagata circa 25 oncie in monete d'oro. Potreste farlo anche oggi.



Pensare al Lungo Periodo

"Quindi, se state pensando al lungo periodo, sicuramente vorrete possedere oro piuttosto che azioni di società di oggi... o dollari cartacei di oggi... o promesse del governo di rimborsarvi gli IOU.

"Certo, lo so che molti di voi non si preoccupano del lungo periodo. Nel lungo periodo saremo tutti morti. Che cosa importa? E' il breve periodo che conta. E nel breve periodo come si comporterà l'oro?

"Chi lo sa? Ma sarebbe molto strano che un mercato al rialzo durato 14 anni finisca con prezzi ragionevoli. In genere, finisce con prezzi irragionevoli.

"L'oro non è particolarmente costoso ora. Non c'è una mania intorno all'oro. La copertina della rivista Time non espone una moneta d'oro o la previsione della fine della cartamoneta. Anche secondo il tasso di inflazione del Bureau of Labor Statistic, l'oro non si è ancora avvicinato al suo picco record di 32 anni fa.

"La maggior parte delle persone in America non ha mai visto una moneta d'oro, ma la vedranno. A meno che questa volta non sia davvero diverso... a meno che questa non sia davvero una nuova era monetaria... si può presumere che ciò che è accaduto in passato, accadrà di nuovo. Cosa è accaduto in passato? I sistemi monetari cartacei sono sempre saltati in aria e l'oro è sempre diventato infinitamente costoso in termini di deprezzamento della cartamoneta.

"Non sappiamo quando ciò avverrà, ma non vediamo alcun motivo per cui non debba accadere. Continuano a dirci che la FED non sta facendo nulla di male quando stampa $85 miliardi in più ogni mese.

"Ci dicono che i tassi di inflazione ufficiali sono bassi... e in discesa. Ma se si calcolasse il tasso di inflazione come si calcolava durante gli anni di Carter, il CPI sarebbe al 9.6% ed i rendimenti dei titoli sarebbero al 10% o 12%.

"...e la gente farebbe fatica a pagare mutui al 13%... ed i federali sarebbero disperati nel dover vendere obbligazioni con cedole del 15%... e il dollaro starebbe sull'orlo del collasso... e verrebbe scosso l'intero sistema...

"...e noi non staremmo qui a fare questa discussione. Tutti ci aspetteremmo un'inflazione al 20% e saremmo felicemente in attesa che l'oro raggiungesse i $5,000 l'oncia.

"Nessuno in questa stanza o in qualsiasi altro luogo sa dove arriverà il prezzo dell'oro il prossimo anno o l'anno dopo. Tutto quello che sappiamo è che i rischi nel possederlo sono piuttosto bassi... mentre il rischio di non possederlo sono elevati."


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


lunedì 22 aprile 2013

Gli Stati Uniti e la loro dipendenza dal debito

Ai Keynesiani piacciono due cose: i deficit e la contraffazione operata dalla banca centrale per sovvenzionare tali deficit. Ma perché questa dovrebbe essere uan soluzione? E' davvero saggio accumulare più debiti quando bisogna ripagarne di vecchi? Secondo loro questo semplice buon senso non si applica al governo nazionale, perché il risparmio non potrebbe stimolare l'attività economica. Ma se i contribuenti risparmiano denaro, questo dovrà andare a finire da qualche parte (es. in banca, negl investimenti, ecc.). Una parte è probabile che finisca nei beni di consumo, ma una maggior parte è probabile che finisca in beni di produzione che incrementeranno la capacità produttiva delle aziende permettendole di assumere dipendenti. Questo porterà a prezzi in discesa, questo permetterà a più persone di spendere in maniera più conveniente il proprio denaro, questo significa assenza di alchimie monetarie. E ' così che il libero mercato supera una recessione: aggiustamento dei prezzi. I Keynesiani non ci arrivano però, si crogiolano nel loro gergo tecnico e nel groviglio delle loro equazioni impedendo di capire un fattosemplice: le attuali economie sono manovrate da degli idioti. Attraverso il fallimento dei vari welfare state manderanno il sistema economico mondiale in default. E' una buona notizia, e quando accadrà la Scuola Austriaca sarà lì a puntare il dito contro di loro.
_________________________________________________________________________________


di Detlev Schlichter


Lo scopo di questo saggio è quello di contestualizzare l'ultima crisi secondo il trend di lungo periodo del debito degli Stati Uniti e di cimentarsi in alcune previsioni riguardo l'economia USA ed i mercati finanziari.

Le statistiche sono indicatori di eventi passati e la loro analisi significa interpretare la storia, e questo può essere fatto solo su una base teorica. Dobbiamo prima ricordare alcune nozioni teoriche per essere in grado di rendere intelligibili gli eventi passati. Naturalmente, i dati storici non possono essere in contrasto con la teoria utilizzata, poiché verrebbe messa in dubbio la validità di quest'ultima. Ma non possiamo usare le statistiche né per dimostrare la correttezza di una teoria, né per scoprirne di nuove (anche se la storia ci può fornire degli spunti su teorie potenziali). Prima di esaminare i dati, è meglio fornire una breve descrizione della mia teoria (cosa con cui i lettori del mio libro, Paper Money Collapse, avranno una certa familiarità).



La teoria – versione corta

Paper Money Collapse contesta il pensiero popolare sul denaro secondo cui è un bene avere qualcosa come una "politica monetaria." La maggior parte degli economisti mainstream di oggi, pur accettando la superiorità dei mercati quando si tratta di allocare risorse scarse secondo i loro usi più urgenti, sostiene che nel settore monetario è auspicabile il coinvolgimento dello stato, e che un'economia ben funzionante richieda un'offerta di denaro cartaceo in costante espansione ed una guida (manipolazione) di certi prezzi di mercato (tassi di interesse) da parte di una burocrazia centrale, vale a dire, la banca centrale. Più precisamente, questa burocrazia dovrebbe continuare ad espandere l'offerta di moneta in modo che il potere d'acquisto del denaro diminuisca continuamente (inflazione moderata e controllata) e, in caso di economia debole, dovrebbe usare i suoi poteri per "stimolarla" verso una crescita più veloce, di solito attraverso la produzione accelerata di denaro e tassi di interesse artificialmente bassi.

Paper Money Collapse sostiene che tutte queste nozioni sono erronee e pericolose. Un'espansione monetaria costante non è necessaria (neanche in un'economia in crescita) ed è sempre molto distruttiva. La continua espansione della moneta fiat, naturalmente attraverso i mercati finanziari, distorce sistematicamente i tassi di interesse, cosa che conduce ad un'errata allocazione del capitale e ad altri squilibri economici i quali rendono inevitabili (in una fase successiva) le correzioni recessive. Le recessioni, che dovrebbero essere abbreviate dalla politica monetaria "allentata," non sono altro che il risultato di precedenti espansioni monetarie.

Le recessioni possono essere evitate solo evitando i boom artificiali che nascono dall'espansione del credito. Una volta che l'espansione monetaria ha portato a considerevoli distorsioni economiche, la recessione diventa inevitabile – e persino necessaria per purificare l'economia dalle dislocazioni. Ma come se non bastasse, nel nostro attuale sistema di denaro fiat illimitato, le recessioni sono – ogni volta che si verificano – contrastate con la creazione di ulteriore denaro (di solito attraverso nuove riserve bancarie della banca centrale) ed ulteriori tagli dei tassi di interesse. Gli squilibri non vengono eliminati ed invece si accumulano nel tempo rendendo sempre più instabili il sistema finanziario e l'economia globale. Il sistema si sta muovendo verso un punto di catarsi: o si lascia che avvenga una completa liquidazione (dolorosa) oppure si crea sempre più denaro fiat fino a quando la popolazione non perderà la fiducia nella moneta fiat stessa e si verificherà un collasso valutario iperinflazionista (più doloroso).

Io sostengo che questa teoria sia coerente e non in conflitto con gli eventi passati.



I dati

La chiara identificazione degli squilibri, per non parlare della quantificazione, è estremamente difficile se non impossibile. Tali squilibri di solito diventano visibili solo durante le crisi. Di conseguenza, l'analisi dei dati richiede un notevole grado di giudizio. Di seguito mi concentrerò "sull'eccesso di indebitamento" come squilibrio importante causato dall'espansione del denaro fiat.

L'attuale sistema monetario incoraggia l'accumulo eccessivo di debito, e scoraggia lo sdebitamento e la disinflazione, anche se in certi punti nel tempo potrebbero essere difficili da evitare del tutto. Durante la crisi finanziaria le forze deflazionistiche e recessive hanno preso brevemente il sopravvento. In quale misura hanno eliminato dal sistema gli squilibri indotti dal denaro? Ha avuto luogo una "pulizia" significativa degli squilibri? Se è così, l'economia è "guarita"?

Ho dato un'occhiata al Flusso dei Fondi della Federal Reserve e questo è il quadro che ne emerge.

Nel corso degli ultimi 31 anni, dal 1981 alla fine del 2012, il debito totale degli Stati Uniti è cresciuto da $5,255 miliardi a $56,280 miliardi di dollari. Il carico di debito è aumentato costantemente di anno in anno – con una sola eccezione: 2009, quando il debito totale è diminuito solo dello 0.2%. Il debito è aumentato più rapidamente del PIL nominale in 27 dei 31 anni. Il tasso di crescita medio del debito era dell'8% annuo, rispetto al 5.4% del PIL nominale. Nel 1981, il debito totale era al 168% del PIL, oggi è al 359% del PIL.

Nel 1981, il debito totale era così diviso: il debito delle famiglie era circa al 48% del PIL; il debito societario era circa al 53% del PIL; il settore pubblico vantava circa il 38% del PIL e il settore finanziario il 29% del PIL. Si noti che dei quattro settori principali, il settore pubblico e il settore finanziario erano i due più piccoli. Il debito del settore finanziario ammontava a poco più della metà del debito societario.

Le cose sono cambiate nel 2012: l'indebitamento delle famiglie è esploso all'82% del PIL e il debito societario all'81%. Il debito del settore pubblico ormai è pari al 93% del PIL e l'indebitamento finanziario è pari al 103% del PIL. Il settore pubblico e finanziario sono diventati i più grandi debitori.

Il debito societario è circa 7.5 volte più grande in termini assoluti nel 2012 rispetto al 1981 e il debito del settore finanziario è 17 volte più grande. Nel corso degli ultimi 26 anni, dal 1981 alla vigilia della crisi finanziaria nel 2007, il debito del settore finanziario è cresciuto ad una media del 12% l'anno rispetto al 6% del PIL nominale nello stesso periodo. Quando nel 2007 siamo entrati nella crisi finanziaria, il debito del settore finanziario ha raggiunto un livello da record storico: 131% del PIL.

Ritengo che una tale rescita dell'indebitamento complessivo, nonché della ripartizione specifica di tale crescita per ogni settore, sia sintomatico del nostro sistema monetario fiat senza costrizioni e delle banche centrali che favoriscono l'accumulo di debito e promuovono strategie di alta leva nel settore finanziario. Che questo abbia portato ad una notevole instabilità economica è ormai evidente.



L'economia ha sperimentato un deleveraging sin dal 2007?

I due settori che sono stati più esposti nel 2007 erano quello delle famiglie (attraverso il mercato dei mutui residenziali) e quello finanziario. Entrambi i settori hanno diminuito la propria esposizione al debito sin dal 2007. Le famiglie hanno ridotto il loro debito dai $13,712 miliardi del 2007 ai $12,831 miliardi del 2012. Questi $881 miliardi rappresentano una riduzione del 6.4%. Il settore finanziario è stato costretto a tagliare ancor più debito: dal 2007 al 2012, il debito totale del settore finanziario si è ridotto di oltre $2,100 miliardi, una riduzione del 12%.

Tali riduzioni non hanno precedenti nei 31 anni di storia sino ad oggi. In nessun momento prima d'ora l'indebitamento delle famiglie e del settore finanziario era diminuito di tanto su base annuale, a questo proposito le vicende della recente crisi sono state davvero uniche. Possiamo dire che è avvenuta una certa "pulizia," ma quanto è significativa? In termini assoluti – l'importo totale del debito – entrambi i settori sono più o meno dove erano... nel terzo trimestre del 2006, appena un anno prima che iniziasse la crisi! Non è accaduto molto in termini assoluti. Tuttavia, negli ultimi anni, l'economia ha continuato a crescere moderatamente, quindi (in percentuale del PIL) il debito delle famiglie si trova oggi grosso modo dove era nel 2002/3, e il debito del settore finanziario si trova dove era nel 2001/2. In termini relativi, è stato cancellato un decennio di eccessi.

Tuttavia, come già detto, il carico di debito totale ha continuato a crescere e ha raggiunto un livello record oggi. La ragione è soprattutto da ricercare nell'esplosione del debito pubblico. Mentre le famiglie e le società finanziarie hanno ridotto il debito di $3 bilioni sin dal 2007, lo stato si è caricato di altri $6.6 bilioni in nuovo debito nello stesso periodo – quasi tutto a livello federale! In effetti, il debito del governo federale è più che raddoppiato dal 2007!

E' persistito il trend dell'accumulo di ulteriore debito. Il deleveraging delle famiglie e del settore finanziario ha, tuttavia, portato complessivamente ad un rallentamento nell'accumulo di debito, nonostante il pesante indebitamento da parte del governo federale. Nel 2010, per la prima volta sin dal 1992, l'economia è cresciuta più velocemente del debito totale, e ciò è continuato nel 2011 e nel 2012, anche se ad un ritmo più lento. Di conseguenza, il debito totale è pari oggi al 359% del PIL, in leggero calo rispetto al picco del 381% nel 2009. Tale debito in percentuale del PIL era quello che avevamo agli inizi del 2007. Quindi non è avvenuto molto deleveraging nel complesso.



Conclusioni e prospettive

Non posso negare che la recente crisi abbia già portato una sorta di guarigione fondamentale nell'economia degli Stati Uniti, un po' di liquidazione necessaria dagli eccessi monetari. Sì, le famiglie e il settore finanziario si sono ridimensionati e probabilmente ora sono più in forma rispetto a qualche anno fa. Il debito delle famiglie sembra in fase di stabilizzazione, e questo significa che il deleveraging che stanno affrontando potrebbe giungere alla fine, mentre quello del settore fianziario ancora non da segni di volersi fermare. Naturalmente, data la fiducia nel sistema, coloro che controllano le leve del sistema monetario fiat stanno facendo il possibile per scoraggiare l'ulteriore deleveraging. I tassi di interesse a zero ed il QE infinito sono poco favorevoli alla riduzione del debito.

Ecco le mie attuali previsioni, ed ovviamente sono altamente ipotetiche:

  • La politica monetaria super-allentata continuerà, per quanto possa prevedere. La FED ha dichiarato di voler utilizzare la politica monetaria per rilanciare l'occupazione (l'arroganza dei burocrati!). Ma il deleveraging nel settore finanziario, se persisterà, potrebbe essere un problema per la strategia della FED. Il settore finanziario è fondamentale per la trasmissione della politica espansionistica. E' quindi lecito aspettarsi che la FED continui ad opporsi al deleveraging con tutte le sue forze. E se e quando si trasformerà in re-indebitamento, la FED probabilmente lo nutrirà per qualche tempo.
  • La dissolutezza nel settore pubblico non è un fenomeno della crisi, è in piena fioritura sin dal 2002 ed è ora in gran parte strutturale. Nel breve periodo sembra improbabile una soluzione politica. Lo stato continuerà quindi ad essere il principale motore della crescita complessiva del debito. Per la FED non è un problema finanziare questo accumulo di debito (essendo il più grande acquirente marginale dei titoli di stato) ed è improbabile che abbandoni la sua politica super-allentata.
  • Il settore delle imprese non è stato l'elemento principale in tutta questa storia, almeno fino ad ora. Recentemente, il debito societario ha cominciato ad espandersi di nuovo. Non è irragionevole supporre che questo trend possa continuare.
  • Il quadro generale potrebbe essere descritto come segue: il debito del settore pubblico continuerà a crescere rapidamente, il debito societario oscillerà tra una crescita leggere ad una forte; l'indebitamento delle famiglie potrebbe ristagnare. Il jolly rimane il settore finanziario. La mia ipotesi è che con il poco deleveraging che abbiamo visto – misurato come un modesto calo nel debito totale in relazione alla capacità dell'economia di generare reddito, cioè PIL – tale processo è in procinto di invertirsi. Gli interventisti lo considereranno come un successo della linea di politica. La "deflazione del debito" è stato evitata – per ora. Una valutazione più realistica ci fa capire che l'economia è sotto steroidi finanziari rispetto ad alcuni anni fa, e – nel complesso – più fragile. L'ulteriore espansione dei livelli di debito richiede tassi di interesse continuamente più bassi ed un'attività bancaria centrale più interventista. La FED è completamente in accordo con questo stato di cose.
  • La deflazione è un'eventualità molto improbabile. La svalutazione della cartamoneta continuerà. I tassi di inflazione dovrebbero cominciare a salire.
  • I rapporti debito/PIL del 359% (ora) o 381% (2009) sono insoliti a livello storico. Il rapporto era inferiore al 200% all'inizio della Grande Depressione e raggiunse un picco del 300% nel 1933, quando il PIL nominale poi crollò. Il carico di debito attuale è senza precedenti. Ma poi, paesi come il Giappone e il Regno Unito hanno un indebitamento complessivo superiore al 500% del PIL. Il disastro sembra ancora inevitabile, ma forse non imminente.



...qualche parola sul mercato obbligazionario

Si dà il caso che anche nel 1981 si registrò un picco nei rendimenti obbligazionari degli Stati Uniti. I bond del Tesoro a 10 anni raggiunsero il 15% nel 1981 e poi scesero fino ad oggi, quasi 31 anni ininterrotti di mercato a rialzo nelle obbligazioni. Oltre ai titoli del Tesoro, anche quelli aziendali e il debito ipotecario sono attualmente scambiati a dei minimi storici. Sebbene l'economia degli Stati Uniti non avesse mai dovuto trasportare più debito – sicuramente mai di più in termini assoluti e quasi mai di più in rapporto al PIL – il compenso che gli investitori hanno ottenuto da tutto questo debito non è mai stato tanto basso!

Certo, l'inflazione era ancora alta nei primi anni '80, ma il suo calo strutturale era finito nel 1992. L'inflazione al consumo si era ampiamente stabilizzata nei primi anni '90, senza alcun ulteriore impulso deflazionistico.

Sembra che negli ultimi tre decenni i debitori siano stati incoraggiati a portare sempre più debito, perché i finanziatori – i compratori dei bond – sono stati felici di detenere titoli di debito con rendimenti sempre più bassi. Un mercato in cui la domanda di asset continua a salire a prezzi costantemente in aumento (rendimenti persistentemente in calo), ha tutti gli ingredienti per essere in bolla. Penso che il mercato obbligazionario USA – e, per estensione, i mercati obbligazionari internazionali – potrebbe essere la più grande bolla della storia.

La grande domanda è: quando scoppierà questa bolla?


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


venerdì 19 aprile 2013

Teorie della Cospirazione e la Religione della Democrazia





di Gary North


Remnant Review

Ho scritto un articolo su Murray Rothbard, economista della Scuola Austriaca, sostenendo che uno dei motivi per cui gli economisti di ruolo della Scuola Austriaca vogliono prendere le distanze da lui, possiamo ritrovarlo nei suoi scritti sulle cospirazioni nella storia americana.

Rothbard era abbastanza chiaro quando applicava le teorie dell'azione umana al tema delle cospirazioni. Nel 1977 scrisse su questo argomento, iniziando a descrivere la reazione istintiva degli intellettuali dell'Establishment.

Ogni volta che viene presentata un'analisi caparbia su chi siano in realtà i nostri governanti, di come si intreccino i loro interessi politici ed economici, viene sempre denunciata dai liberal e dai conservatori (e anche da molti libertari) come una "teoria della cospirazione," "paranoica," "economicamente determinista," e addirittura "Marxista." Queste etichette oltraggiose vengono applicate su tutta la linea, anche se tali analisi realistiche possono essere (e lo sono) composte da parti di qualsiasi spettro economico, dalla John Birch Society al Partito Comunista. L'etichetta più comune è "teorico della cospirazione," utilizzata quasi sempre come un epiteto ostile piuttosto che descrittivo.



LA GILDA DEGLI STORICI

Ciò ci porta alla corporazione accademica. Ogni gilda ha regole e regolamenti, ma soprattutto ha un sistema di screening. La gilda passa al vaglio le persone che non sono in possesso degli standard imposti dalla gilda stessa, cercando di definire le proprie pratiche come le sole vere ed accettabili. Non solo, ma dovrebbero essere accolte a braccia aperte anche dalla società. Ogni professionista che si discosta dagli standard imposti dalla gilda, viene automaticamente definito come una sorta di deviato. I rappresentanti della gilda avvertono il pubblico di non accettare le conclusioni, le pratiche, o i presupposti di chiunque (soprattutto gruppi rivali) osi mettere in discussione le conclusioni, le pratiche ed i presupposti della gilda.

La gilda respinge tutte le ipotesi che la vogliono operante in base ad interessi personali. Rassicura le persone che ha a cuore solo il loro di interesse. Persegue i suoi obiettivi al fine di difendere i cittadini dagli operatori senza scrupoli che cercano di fregarli. Per questo motivo, e solo per questo motivo, la gilda insiste sulla necessità che lo stato intervenga per bandire coloro che offrono opinioni opposte, pratiche contrarie e, soprattutto, prezzi più bassi. La popolazione necessita di una protezione contro i ciarlatani, insiste la gilda, e al fine di aiutarla invita politici e burocrati a stabilire norme (il che significa scritte dalla gilda) per limitare l'ingresso nel campo di studio della gilda o nelle operazioni che attualmente ha sotto il suo dominio.

La gilda cerca di legittimare le pratiche, i presupposti ed i concetti secondo i suoi standard. E' questa definizione di legittimità che è fondamentale affinché la gilda possa promuovere i suoi interessi, perché deve scansare tutte le critiche che si basano su un attento studio di causa-effetto economico riguardo le misure politiche raccomandate dalla gilda. Chi segue i soldi, dagli effetti delle normative fino ai conti bancari dei membri della gilda, viene deriso come un teorico della cospirazione. Viene definito un Marxista, o qualcuno che si è opposto al bene della popolazione. La gilda insiste sul fatto che la sua adesione alle proprie norme di funzionamento non ha nulla a che fare con il suo guadagno maggiore e con i proventi minori dei suoi concorrenti.

Quasi tutta la legislazione politica moderna, così come quasi tutti gli standard adottati dalle burocrazie governative per far rispettare le leggi, sono il risultato di pressioni esercitate sui politici e sulle burocrazie dai membri delle gilde. La quasi totalità della vita economica moderna si basa sulle gilde, così come la vita urbana ed economica nel 1200 si basava sulle gilde. Oggi non si chiamano più così, ma interessi particolari: gruppi di produttori il cui interesse è in particolare il loro interesse personale.



INTERESSE ECONOMICO PERSONALE

Uno degli aspetti strani della storiografia moderna e della scienza sociale è questo: la frase "gruppo con interessi particolari" è ampiamente accettata, ma la frase "storia delle cospirazioni" è disprezzata. Da un punto di vista economico, un gruppo con tali interessi esercita pressioni sui politici affinché vengano approvate leggi che limitano l'entrata ai nuovi in un determinato campo. Questo aspetto è ampiamente riconosciuto come fondamento della vita politica moderna, e gli accademici non hanno dubbi sul seguire i soldi fino ad un gruppo capitalista con interessi particolari: una corporazione, un'associazione di categoria, o un cartello. In altre parole, seguono i soldi quando conducono ad uno specifico gruppo di capitalisti. Questa tradizione risale ad Adam Smith nella ricchezza delle nazioni. Si tratta di una tradizione di lunga data.

Quando la pista del denaro porta ad organizzazioni dell'Establishment ben note, come il Council on Foreign Relations o la Commissione Trilaterale, o peggio alla Federal Reserve, lo storico accademico traccia la linea di demarcazione. "Fino a qui, e non oltre." Cessa di seguire il denaro. E' legittimo, egli dice, seguire il denaro fino ad organizzazioni il cui unico scopo è fare soldi. Questi sono i cattivi. Ma è illegittimo continuare a seguire i soldi quando portano ad organizzazioni governative composte da persone di spicco nel mondo degli affari, nel mondo accademico, nei media, ed ai più alti livelli del governo nazionale. Rothbard la metteva in questo modo quando parlava di David Rockefeller.

Possiamo affermare che gli sforzi prodigiosi di David Rockefeller, per conto di certe politiche stataliste, siano solo un riflesso di un altruismo sfocato? O è coinvolto il perseguimento di interessi economici? Jimmy Carter fu nominato membro della Commissione Trilaterale non appena venne fondata perché Rockefeller e gli altri volevano ascoltare la sapienza di un anonimo governatore della Georgia? O venne strappato dall'anonimato e fatto presidente grazie al loro sostegno? J. Paul Austin, capo della Coca-Cola, era uno dei primi sostenitori di Jimmy Carter solo per la sua preoccupazione per il bene comune? Carter scelse tutti Trilateralisti, quelli della Rockefeller Foundation e della Coca-Cola semplicemente perché sapeva che erano le persone più capaci possibili per determinati lavori? Se le cose stanno così, è una coincidenza che lascia sbigottiti. O sono coinvolti interessi politico/economici più sinistri? Secondo me gli ingenui che si ostinano a rifutare di esaminare l'interazione tra gli interessi politico/economici nell'ambito governativo, stanno gettando via uno strumento essenziale per analizzare il mondo in cui viviamo.

Gli economisti accademici della Scuola Austriaca non lo seguono in questo percorso e nemmeno gli storici accademici. Perché no? Perché sanno chi li paga e in fin dei conti fa anche parte della loro formazione: sono stati formati per anni affinché capissero dove porta una simile strada, e cioè alla disoccupazione. Sanno quali sono le regole del gioco (anche se non dichiarate), come tutti i membri della gilda. Riconoscono l'esistenza di confini (es. l'etichetta accademica), e sanno che chi oltrepassa tali confini ottiene una sola cosa: mancato rinnovamento dei contratti di insegnamento. Sanno di quali argomenti non possono discutere quando si trovano in compagnia di persone educate. Le cospirazioni sono uno di questi argomenti. Secondo loro non esistono, invece secondo me sì.



OPPOSIZIONE ALLE TEORIE DELLA COSPIRAZIONE

Le teorie della cospirazione, in quasi tutti i casi, sostengono che gli obiettivi dei cospiratori si estendono oltre i propri interessi economici personali fino alla religione, all'ideologia, e agli "amici degli amici." Una teoria della cospirazione segue il denaro, ma il suo obiettivo di lungo termine è quello di esporre gli interessi nascosti che sono più profondi di quelli economici e più grandi dei conti bancari. In altre parole, una teoria della cospirazione, mentre vuole smascherare il tornaconto economico di politici corrotti e degli uomini d'affari che offrono loro le tangenti, non si concentra sul denaro come l'obiettivo della cospirazione, ma sul denaro come il mezzo della cospirazione.

Se un'organizzazione di interessi particolari si limita alla pressione politica come mezzo per fare più soldi, quasi tutti gli scienziati sociali e gli storici sono disposti a darvi considerazione. Ma se si sostiene che gli interessi economici personali sono secondari e che le connessioni religiose, ideologiche o familiari sono alla base del gruppo con interessi particolari, la teoria viene automaticamente liquidata come folle.

Perché? Perché seguire il denaro potrebbe condurre a persone che sono alla ricerca di potere piuttosto che di soldi? Seguire il denaro spesso porta a persone con programmi che si basano sull'affiliazione, una di quelle che va oltre i confini economici e nazionali. I confini economici sono secondari, ma i confini confessionali o familiari sono centrali.

Ancora più importante: e se il gruppo con interessi particolari è legato ad una sorta di giuramento di fedeltà, esplicito o implicito, e questo giuramento si estende oltre i confini nazionali? E se tale giuramento comporta fedeltà ad un'organizzazione nascosta, o ad una sezione nascosta dell'organizzazione pubblica, a cui viene impedita l'entrata alla stragrande maggioranza dei cittadini?

Ciò indicherebbe due cose. In primo luogo indicherebbe che l'analisi Marxista del tornaconto economico personale è sempre stata sbagliata, così come risulterebbero sbagliate tutte le teorie sociali influenzate dai Marxisti. Vorrebbe dire che i politici democraticamente eletti non riuscirebbero a far andare avanti gli interessi particolari modificando semplicemente la politica fiscale. I loro consiglieri sarebbero pescati dai gruppi con interessi particolari più potenti, che non sono prevalentemente economici, ma che sono alleati di industrie privilegiate (in generale) e favoriscono il settore bancario internazionale (in particolare).

Ciò significherebbe che l'interesse economico personale è subordinato ad altri interessi, e rappresenta ancora una volta un rifiuto della teoria Marxista. La teoria Marxista originale poneva il modo di produzione al centro dello sviluppo sociale. Quasi tutte le forme di socialismo, Marxiste o non-Marxiste, hanno adottato questa idea di base. L'unica eccezione fu Antonio Gramsci, che in realtà fu il più importante anti-Marxista mai uscito da tale movimento. Negli anni '30 Gramsci riconobbe che la società occidentale era profondamente religiosa, e l'unico modo per ottenere una rivoluzione proletaria sarebbe stato quello di rompere la fede degli elettori occidentali nel Cristianesimo e nel relativo sistema morale. Pose la religione e la cultura alla base della piramide; ciò significa che il modo di produzione è secondario.

In secondo luogo indicherebbe che uno studio accademico convenzionale, basato su una teoria economica dell'interesse personale e su documenti pubblici, risulterebbe incompleto in tutte quelle aree in cui predominano quei gruppi con interessi particolari legati da un giuramento. Questi ultimi non potrebberoo essere compresi con precisione utilizzando come parametro valutativo la motivazione economica, cosa relativamente facile da valutare, ma piuttosto bisognerebbe basare l'analisi su lealtà profonde e nascoste che vanno al di là del richiamo dell'economia.

Ciò significa che alcune persone sono profondamente motivate ​​dall'obiettivo di cambiare l'umanità cambiando il mondo. Sono disposte ad usare l'influenza politica per ri-plasmare il mondo, anche se questo obiettivo è in contrapposizione con la maggioranza democratica prevalente. Questo indica che la maggioranza democratica non è una guida affidabile per definire la strategia di politica, perché essa sarà riscritta, ri-formata e ri-organizzata da gruppi nascosti che possiedono il vero potere al vertice della gerarchia politica. In altre parole, una teoria della cospirazione è intrinsecamente anti-democratica.

La teoria democratica è la religione regnante per la stragrande maggioranza di coloro che sono stati istruiti secondo le scienze sociali negli istituti scolastici superiori. Tutto ciò che sfida la sovranità ultima dello stato democratico è considerato come il male, ed è per questo che gli scienziati sociali sono disposti a seguire il denaro fino all'obiettivo "fare più soldi." In questo modo è possibile esporre i responsabili della strategia politica come persone con interessi personali che si opponevano alla democrazia, ed i critici danno per scontato che gli elettori democratici risponderanno a tali denunce. Questa prospettiva era il fondamento del movimento Progressista di un secolo fa, ed è alla base delle dichiarazioni ufficiali di tutti i movimenti riformisti liberal.

E se i gruppi con interessi particolari sono solo marginalmente motivati ​​dal denaro? E se il loro obiettivo è il potere, cioè la capacità di plasmare ciò che la stragrande maggioranza degli elettori vuole fare a prescindere dai loro interessi? Allora la democrazia è un'illusione, solo un comodo strumento di inganno manipolato dall'élite. Per il potere elitario la democrazia è un mezzo, non un fine – proprio come lo è il denaro. Quindi una teoria della cospirazione indebolisce la fede della gente nell'efficacia dello stato democratico. I sommi sacerdoti della religione della democrazia sono sconvolti poiché tali idee danneggiano la fede delle masse.

Quindi esiste una certa resistenza accademica a qualsiasi teoria della cospirazione che pone un giuramento di fedeltà al di sopra del tornaconto economico personale o del potere della democrazia di produrre bene sociale per le masse. Una teoria della cospirazione, se vera, indicherebbe che la vita moderna è modellata in ultima analisi da prospettive religiose che operano dietro le quinte, e non dal modo di produzione, dalla cabina elettorale e dal denaro sottobanco.



SANZIONI CONTRO LA BLASFEMIA

Gli scienziati politici ritengono che le persone vogliono raggiungere il potere politico, ma non vogliono credere che un gruppo di individui d'elite, che opera da decenni e anche da secoli, possa aver ostacolato la maggioranza democratica ancora e ancora. Questi elitisti hanno tratto profitto dalla loro capacità di indurre in errore la maggioranza democratica. Queste persone non stanno solo cercando di fare i soldi; queste persone stanno giocando a fare Dio. Gli umanisti che rifiutano l'idea di Dio, lo hanno sostituito un nuovo dio: le masse democratiche. Si risentono profondamente per qualsiasi ipotesi che abbia alla base questo concetto: gruppi nascosti con interessi particolari hanno ingannato le masse democratiche sin dall'inizio. Quindi promuovere qualsiasi teoria della cospirazione vuol dire sputare in faccia a dio: la democrazia. I sacerdoti di questa religione non tollerano tale ipotesi, per gli umanisti è l'equivalente della blasfemia.

Oggi nessuno viene mandato al rogo per blasfemia, e nessuno brucia libri. Ma prima della nascita di Internet, la produzione dei libri era accuratamente vagliata da editori istruiti nei college, ed i libri che promuovevano una teoria della cospirazione non venivano pubblicati. Essa era considerata legittima solo se il denaro riconduceva ad un qualche gruppo che stava cercando di fare soldi a spese del corpo politico. Non era considerata legittima se il denaro avesse ricondotto ad un gruppo con interessi particolari che era rimasto nascosto per oltre un secolo e il cui obiettivo era in ultima analisi religioso, vale a dire, una nuova struttura della società attraverso connessioni nascoste e manipolazioni dietro quello che sembrava essere il trionfo della religione della democrazia.

La teoria sociale moderna si aggrappa a due presupposti: gli uomini sono motivati ​​da interessi economici personali e le istituzioni democratiche possono essere utilizzate per limitare il successo dei gruppi con interessi particolari. L'ultimo di tali gruppi, che non è affatto un gruppo con interessi particolari ma è l'interesse generale (cioè, le masse democratiche), risulterà vittorioso. Questo è il dio del mondo moderno, e questo dio è difeso da un sacerdozio. Esso è per lo più accademico, e dove non arriva il mondo accademico ci arrivano i mezzi di comunicazione. Il professore e il conduttore sono i sommi sacerdoti di questa religione ben organizzata.

I professori e il conduttore respingono qualsiasi ipotesi secondo cui esiste un gruppo nascosto che modella il loro pensiero. Essi si risentono quando alcune persone affermano che sono dei venduti. Penso che sia un errore credere che vendersi per soldi possa riassumere tutta questa storia. Non si sono limitati a vendere il corpo, hanno anche venduto il cervello: credono che la democrazia trionferà sugli interessi economici del capitalismo con interessi particolari.

Le persone che credono che i sacerdoti del mondo accademico e dei media si siano venduti, non hanno seguito il denaro abbastanza a fondo. Questi sacerdoti si sono effettivamente venduti, ma sono stati comprati in un modo molto speciale. Sono stati sottoposti ad uno screening che passa al vaglio la loro confessione di fede: deve essere a favore della religione della democrazia. Chi si discosta da questa fede non viene promosso nelle più alte sedi del servizio sacerdotale.

Questi portavoce, attentamente selezionati dall'Establishment, respingono profondamente qualsiasi ipotesi secondo cui dietro alla religione della democrazia c'è sempre stato un gruppo i cui membri credono che si possa ingannare tutta la popolazione e che si possa ingannare la maggior parte dei professori. Si offendono se qualcuno ipotizza che il modo con cui hanno raggiunto la loro posizione si basa su rozze tangenti. Sono d'accordo, le tangenti non sono affatto rozze. Sono subdole. Uno dei più grandi saggi di C.S. Lewis è "The Inner Ring," e descrive la natura delle tangenti.



ALLA RICERCA DI LEGITTIMITA'

I membri della gilda vogliono credere che stanno veramente aiutando la popolazione. Vogliono credere che la loro ricchezza sia solo un sottoprodotto della loro attività. Sì, hanno tratto grande profitto dall'intervento dello stato nell'economia affinché facesse rispettare le norme consigliate dalla gilda. Tutti cercano legittimità per le proprie convinzioni.

E se c'è un piccolo numero di membri della gilda con una fedeltà superiore? E se la loro fedeltà non va alle rispettive gilde, ma piuttosto ad un'associazione di elitisti internazionali con programmi nascosti? E se queste persone sono disposte a sacrificare gli obiettivi delle loro gilde, così come quelli della religione della democrazia? Ciò indicherebbe che i membri anziani di ogni gilda sono tanto zotici quanto la popolazione agli occhi degli anti-democratici. Sono stati ingannati.

Nessuno vuole pensare di essere un bifolco. Nessuno vuole pensare di essere una vittima. Nessuno vuole pensare di essere uno sciocco. Ma se il teorico della cospirazione ha ragione, allora praticamente tutti i membri anziani delle gilde accademiche sono degli zotici, dei creduloni e degli sciocchi. Hanno speso la loro vita cercando di spiegare causa-effetto nella società, eppure sono stati manipolati dai poteri dietro i troni nazionali. Hanno pensato che loro fossero i poteri dietro il trono. Questo è il motivo per cui considerano oltraggiose tutte le teorie della cospirazione.

Ai conservatori piace il detto "le idee hanno conseguenze." Ma anche le confessioni, i giuramenti di lealtà, le connessioni familiari, gli "amici degli amici," il denaro, il potere hanno conseguenze. Quando guardiamo la forma della società, quali di questi fattori rappresenta il fondamento dell'ordine sociale?

Chiunque avanzi una teoria della cospirazione che pone qualsiasi altra cosa al posto dello stato democratico e del tornaconto economico personale come fondamento dell'ordine sociale, è considerato una minaccia e pertanto deve essere liquidato come un pazzo. L'etichetta usata più comunemente per liquidare un teorico sociale rivale è questa: teorico della cospirazione. Nelle gilde accademiche questo è di gran lunga più pericoloso (rispetto ad altre infrazioni, come il plagio) per chi sta scalando la scala accademica. Ci sono stati numerosi plagiari che hanno fatto carriera anche dopo essere stati esposti come tali. Se si è un plagiario che promuove l'Establishment americano, probabilmente si può farla franca senza nemmeno perdere la propria reputazione. Ma se si è un teorico della cospirazione, allora no. Si è come una persona in una stanza piena di vampiri che ha un palo e un martello nella borsa, e il sole sorgerà tra 30 minuti. Faranno del loro meglio per usare il palo contro di voi.



GIURAMENTI DI FEDELTA'

C'è un odio endemico all'interno del mondo accademico moderno, e nel liberalismo moderno in generale, contro il concetto di un giuramento di fedeltà. A loro non piacciono i giuramenti di fedeltà verso il governo, ma soprattutto non piace l'idea di un giuramento di fedeltà nei confronti di qualsiasi istituzione che è considerata più fondamentale di un governo nazionale. Un giuramento di fedeltà comporta ovviamente fedeltà e in un'epoca in cui gli uomini e le donne sono infedeli, un giuramento di fedeltà è spregevole.

Più di 40 anni fa assistetti ad una conferenza di una delle più grandi menti conservatrici del XX secolo, Erik von Kuehnelt-Leddihn. Fece un'osservazione di importanza cruciale: parlò di suo padre. Era stato un burocrate del governo austriaco ed aveva giurato fedeltà all'Imperatore prima della Prima Guerra Mondiale. Dopo la sconfitta dell'Imperatore, suo padre giurò fedeltà al governo democratico che sostituì l'Impero in Austria. Dopo il trionfo dei nazisti nel 1938, giurò fedeltà al regime nazista. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, giurò fedeltà al governo austriaco del dopoguerra. Kuennelt-Leddihn ne trasse la corretta conclusione: il XX secolo distrusse il concetto di lealtà in Europa. Oggi la fedeltà è qualcosa di temporaneo, ma non ha nulla di vincolante a livello spirituale. E' strettamente pragmatica. Si può giurare fedeltà ai governanti attuali, ma se questi vengono sconfitti, si può immediatamente giurare fedeltà ai vincitori.

Alcune cospirazioni sono davvero vincolate da un giuramento di fedeltà verbale. Altre sono legate ad un giuramento di fedeltà implicito. L'organizzazione impone il giuramento, ci sono sanzioni negative imposte su coloro che infrangono tale giuramento. Ci sono sanzioni negative su coloro che lasciano l'organizzazione, anche se non violano apertamente il giuramento. Queste organizzazioni richiedono fedeltà, ma il governo moderno no. Questi giuramenti di fedeltà si estendono a tutti i confini politici. Si tratta di organizzazioni internazionali, e rappresentano qualcosa di confessionalmente paragonabile alla Chiesa Cattolica Romana.

L'ostilità dei Giacobini contro la Chiesa Cattolica Romana nel 1789 si basava su confessioni rivali, su giuramenti di fedeltà rivali, su finanziamenti rivali; tutti e due in competizione per il potere politico all'interno della Francia. Lo storico che per primo richiamò l'attenzione sul sistema dei giuramenti di fedeltà dei Giacobini fu un prete Gesuita, Augustin Barruel. Il suo libro del 1798, Memoirs Illustrating the History of Jacobinism, divenne uno dei libri fondamentali sull'origine del conservatorismo europeo (una reazione contro la Rivoluzione Francese). La voce su Wikipedia ci informa che Edmund Burke scrisse a Barruel: "Non posso esprimervi facilmente quanto sia rimasto deliziato dal primo volume della Storia del Giacobinismo." Elogiò "la narrazione meravigliosa" supportata da documenti e prove e "la precisione minuziosa e regolare." Alla fine della lettera Burke aggiunse: "Ho dimenticato di dirvi che ho conosciuto personalmente cinque dei principali cospiratori; e posso dirvi, per mia conoscenza certa, che nel lontano 1773 erano impegnati nella trama che avete così ben descritto, e nel modo e nel principio che avete così vivamente rappresentato. Per questo aspetto posso parlare da testimone."

Qualsiasi studente di storia che dovesse citare il libro di Barruel, se non per attaccarlo, non vedrebbe nemmeno da lontano una laurea in storia (soprattutto se insistesse nel considerare il libro come una spiegazione della Rivoluzione Francese). Il libro è un'anatema, e per la gilda accademica lo è stato per più di un secolo. Agli studenti di storia non viene mai rivelata la sua esistenza, e tanto meno viene chiesto loro di leggerlo. Eppure il grande storico cattolico, Stanley Jaki, scrisse un'introduzione entusiasta di una sua ristampa del 1995. La tesi del libro venne ampliata dallo storico Nesta Webster nel suo libro, The French Revolution: A Study in Democracy (1919). Si tratta di un libro brillante, come lo sono le sue opere meno conosciute sulla monarchia francese. Fu per confutare questo libro che Crane Brinton scrisse il suo, che rimane uno standard nel mondo accademico, The Anatomy of Revolution (1938). Il libro è così importante che esiste una voce su Wikipedia. Ma Brinton non menzionò mai i libri della Webster. C'è un breve accenno alle "spavnetose Tory come Nesta Webster" (pagina 56, edizione tascabile) -- nessuna spiegazione, nessun riferimento, niente bibliografia. Eppure tutto il suo libro era dedicato a confutare il suo, come lo capì Quigley. Brinton non ebbe l'integrità di dire ai lettori chi era lei e perché scrisse il suo libro. Si trattava di un'insabbiatura e funzionò. C'è solo un riferimento sul Web per "spavnetose Tory come Nesta Webster," ed è in un libro che scrissi io. Ora ce ne saranno due di riferimenti. È possibile scaricarlo gratuitamente qui in PDF.

Quando lessi il suo libro nella scuola di specializzazione, probabilmente ero l'unico in tutta la facoltà che lo avesse mai letto. Sapevo chi fosse il suo bersaglio, sospettavo che fosse un tentativo di contrastare i suoi argomenti, ma non avevo le prove. La prova fu fornita nel 1974 da Carroll Quigley, lo storico della Georgetown University che scrisse Tragedy and Hope (1966) e che insegnò a Bill Clinton. In un'intervista registrata, disse quanto segue.

Questi stessi cospiratori sono i Giacobini che fecero la Rivoluzione Francese. Una donna di nome Nesta -- NESTA -- Webster scrisse quel libro. Per confutarlo, il mio tutor Crane Brinton -- BRINTON -- scrisse la sua tesi di dottorato chiamata The Jacobins, in cui cerca di confutarla. Capito? Però credo che alla fine della sua vita Brinton iniziò a percepire che si fosse sbagliato, che esistesse davvero una qualche società segreta coinvolta con i Giacobini. E una sua allieva di nome Elizabeth Eisenstein, ricercatrice meravigliosa (ora professoressa alla American University), scrisse una tesi di dottorato sul fondatore della Cospirazione Babeuf.

Potete stare certi che questa ammissione di Quigley non ha ricevuto alcuna attenzione all'interno dei dipartimenti di storia delle università occidentali.

Il più grande libro mai scritto sullo sfondo cospirativo della moderna storia europea è Fire in the Minds of Men: Origins of the Revolutionary Faith (1980) di James Billington. Fu pubblicato da Basic Books, una casa editrice neoconservatrice. Billington resta il Bibliotecario del Congresso. Il libro mostra che i movimenti rivoluzionari del XIX secolo dipendevano da due istituzioni: i nuovi giornali e le società segrete -- cospirazioni legate da giuramenti. Incorpora documenti in una mezza dozzina di lingue e ha note che riempiono 140 pagine. La tesi del libro viene ignorata dai libri di testo di storia e di storia europea.



CONCLUSIONE

I sostenitori di qualsiasi cospirazione negli eventi storici sono considerati paria nel mondo accademico. Perché? Perché queste teorie si avvicinano alla verità, e cioè che la democrazia di massa non ha impedito ai gruppi messianici con interessi particolari di cercare il potere politico e la ricchezza come modi per ri-modellare l'umanità. Questi gruppi esercitano il potere dietro molti troni. Non sono a favore della democrazia e non sono a favore del libero mercato. Sono uomini in cerca di modi per ottenere ciò che vogliono: una nuova umanità. Useranno denaro e politica per raggiungere questo obiettivo.

Il modo migliore per contrastarli è attraverso una confessione migliore, e attraverso una proprietà decentrata. Non si può battere qualcosa con il niente.

Il modo migliore per spodestare una cospirazione è quello di eliminare la sua influenza: il potere politico a difesa della redistribuzione della ricchezza. Esiste già uno slogan: "Togli le mani dal mio portafoglio, ed io le toglierò dal tuo. Cominciamo con il Congresso, che ha le sue mani nel portafoglio di tutti."


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/