Bibliografia

lunedì 4 marzo 2013

Manipolazione dell'oro, Parte 1: Il risultato logico dell'Economia mainstream





di Martin Sibileau


Questo è il primo di tre articoli che pubblicheremo sulla soppressione del prezzo dell'oro. Cosa mi spinge a scrivere su questo tema? Sono stanco di vedere continuamente prove schiaccianti di suddetta soppressione (es. i tipici ribassi nel prezzo alle 8:20 o alle 10:00-11:00 con prevedibilità impressionante), non è giusto che chi si esprime per smascherare questa soppressione venga definito un cospirazionista. Di conseguenza, questi tre pezzi daranno un supporto teorico e rigoroso alla tesi della manipolazione del prezzo .

Il primo pezzo mostrerà che, secondo la teoria economica mainstream, la soppressione del mercato dell'oro non è una cospirazione ma una necessità logica, una conseguenza logica. Dalla pubblicazione di questo pezzo in poi, l'onere di dimostrare il contrario cadrà sugli economisti mainstream. La cospirazione diventerà effettivamente l'opposto: affermare che non è necessario sopprimere il prezzo dell'oro.

Il secondo pezzo mostrerà come avviene la soppressione. Chi ha familiarità con il mercato dell'oro non leggerà nulla di nuovo e, forse, sarà anche incompleto. Ma a livello macro cercherò di offrire una panoramica.

Il terzo pezzo esaminerà le conseguenze di questa soppressione e proverà rigorosamente che quanto sostengono i gold bug (che l'oro fisico verrà scambiato ad un prezzo più alto rispetto all'oro fiat o alle gold stock) non è una teoria campata in aria, ma il risultato logico del paradigma corrente.

Prima di iniziare, vorrei dire che secondo me dimostrare l'implicazione logica che l'oro debba essere soppresso è forse paragonabile alla dimostrazione di Von Mises dell'impossibilità del calcolo economico sotto il socialismo. Entrambi sono passi necessari intelletualmente e molto intuitivi. Senza ulteriori indugi, cominciamo con la prima tesi: la soppressione d'oro è una necessità logica sotto l'economia mainstream.



Assiomi dell'economia mainstream

  1. I decisori della politica ritengono che esista un livello generale dei prezzi, e che possa essere misurato con un indice dei prezzi (Ludwig Von Mises demolì questa idea, ma al momento è fuori tema rispetto al campo di indagine del presente articolo. Ciò che conta è che gli indici dei prezzi sono "misurati" e pubblicati da ogni nazione ed i mercati si basano su di loro).

  2. I decisori della politica ritengono che nel lungo termine la crescita dell'offerta di moneta sia neutrale (anche David Hume rise di questa affermazione nel 1752)

  3. I decisori della politica utilizzano il quadro generale d'equilibrio introdotto da Léon Walras

  4. Esiste un mercato dell'oro e all'interno di questo mercato ci sono investitori che considerano l'oro come denaro, poiché l'oro è stato denaro per migliaia di anni

  5. Nel commercio mondiale non vi è alcun indice unico dei prezzi, ma prezzi relativi influenzati dall'incrocio dei tassi di cambio.



Tesi

Se gli assiomi 1-5 reggono, è necessario sia un coordinamento monetario globale (al contrario delle guerre valutarie) sia una soppressione del prezzo dell'oro affinché il sistema economico mondiale resti stabile.



Dimostrazione

Tra il 1874 e il 1877, le opere di Léon Walras introdussero in Economia la nozione di equilibrio generale. Considerato da Schumpeter come "il più grande economista," nel 1874 Walras pubblicò "Éléments d’économie politique pure, ou théorie de la richesse sociale," mentre insegnava a Losanna. Il suo lavoro andava ad esaminare le condizioni necessarie per raggiungere l'equilibrio sulla base di un sistema di equazioni simultanee. Fino ad oggi gli economisti mainstream, compresi quelli alla guida delle banche centrali, si sono basati sul quadro di equilibrio generale per elaborare le tesi su cui fondano le loro politiche.

Per ovvie ragioni non posso essere molto esaustivo, e pertanto devo essere il più equo possibile nei confronti di Walras in questo breve articolo. In breve, l'equilibrio generale in un sistema economico con (n+1) mercati implica che se i primi n mercati sono in equilibrio, l'ultimo mercato, n +1, deve essere anch'esso in equilibrio. Allo stesso modo, ma a livello globale, se i mercati n mostrano un eccesso di domanda (offerta), il mercato (n +1) dovrà avere un eccesso di offerta (domanda) abbastanza grande da compensare la somma degli eccessi degli n mercati. Questa conclusione è nota come legge di Walras. È importante notare che non è necessario che tutti i mercati siano bilanciati (ossia, in equilibrio). Questo è solo un caso particolare della legge di Walras, dove se i mercati n non mostrano alcun eccesso di domanda o di offerta, l'ultimo, il mercato (n +1), è in equilibrio.

Applicato al nostro contesto, se pensiamo al mercato (n +1) come al mercato monetario globale (e lo stesso si trova in un eccesso di offerta perché ogni banca centrale ha monetizzato il debito sovrano), dobbiamo concludere che il resto dei mercati, a livello aggregato, dovrà avere un eccesso di domanda affinché l'economia mondiale vada in equilibrio. Questo è esattamente ciò che i politici credono di poter raggiungere. Per essere precisi, chiamerò il mercato monetario globale come l'aggregato dei mercati valutari fiat.

Più tardi, nel 1949, Don Patinkin (un altro economista) pubblicò un lavoro intitolato The Indeterminacy of Absolute Prices in Classical Economic Theory.“ Patinkin dimostrò che, nelle analisi di Walras, il livello assoluto dei prezzi non poteva essere determinato e che la pulizia dei mercati (vale a dire, l'incontro tra domanda e offerta) è spinta dai prezzi relativi. In effetti, il concetto di un indice dei prezzi è fallace. Come Rothbard ha sottolineato:

«[...] Dopo che una merce, supponiamo che sia l'oro, viene scelta come mezzo di tutti gli scambi, ogni altro bene eccetto l'oro godrà di un prezzo unitario, in modo da sapere che il prezzo delle uova è di un dollaro la dozzina; il prezzo di un cappello è dieci dollari, e così via. Ma mentre ogni bene e servizio eccetto l'oro ha un solo prezzo in termini monetari, la moneta stessa ha un ventaglio di prezzi individuali praticamente infinito. Per dirla in altri termini, il prezzo di ogni bene equivale al suo potere d'acquisto in termini di altri beni e servizi [...]. In breve, il prezzo, o il potere d'acquisto, dell'unità monetaria sarà una gamma di quantità di beni e servizi alternativi che possono essere acquistati con un dollaro. Dal momento che questa varietà è eterogenea e specifica, non può essere riassunta in una cifra unitaria di prezzo.» The Austrian Theory of Money, 1976

In altre parole, gli agenti non si preoccupano di un indice dei prezzi, perché guardano solo ai prezzi relativi. A questo punto, bisogna fare le seguenti osservazioni:

  • Non possiamo incolpare Walras. Quando scrisse, il mondo era un posto diverso. C'era una moneta sonante e nel 1879 il gold standard sarebbe sbocciato completamente. In effetti, con la moneta-merce e senza la leva finanziaria o la ri-ipoteca di cui soffriamo oggi, gli squilibri erano meno pronunciati ed i prezzi relativi era tutto quello che contava (E' necessario chiarire che il gold standard del 1879 non faceva rispettare un obbligo di riserva del 100%. Queste due condizioni, per quanto ne so, furono solo soddisfatte durante il periodo d'oro della Banca di Amsterdam).
  • Nel mondo della moneta fiat con cui Patinkin aveva familiarità, l'illusione dell'esistenza di un livello dei prezzi era rilevante. Era un mondo di economie relativamente chiuse, che si è concluso con la nascita di attività del calibro di Wal-Mart. Più della metà della popolazione viveva sotto il comunismo, c'era relativamente poco outsourcing, niente internet, niente zona Euro, niente NAFTA o altri blocchi di libero scambio.

Ma se l'assioma 5 è corretto, dovrebbe essere valida la condizione implicita di Walras secondo cui i mercati sono in grado di operare solo sulla base di prezzi relativi, vale a dire, i tassi incrociati FX. Gli economisti mainstream, dopo tutto, non potrebbero puntare ad un indice dei prezzi globale che non esiste. La maggior parte, se non tutti i beni, sono realizzati con componenti/input prodotti in diverse aree valutarie con diversi livelli di prezzo locali. Non vi è alcun indice globale dei prezzi al consumo, a meno che non si misuri (come faccio io) tutto in once d'oro.

In un tale contesto, è concepibile e necessario guardare al sistema economico mondiale come ad un insieme di (n +1) mercati, in cui l'ultimo, il mercato (n +1), è il mercato globale del denaro fiat. Fino a quando questo mercato rimane in equilibrio, il resto dei mercati non dovrebbe essere influenzato dalla politica monetaria globale.

Affinché il mercato monetario globale sia in equilibrio, ci deve essere un coordinamento globale delle politiche monetarie. Una guerra delle valute dovrebbe essere chiaramente scoraggiata. Secondo l'economia mainstream, vi è un beneficio nella realizzazione dell'equilibrio a livello globale (in cui l'eccesso di domanda per una moneta si compensa con un eccesso di offerta di un'altra). Questo è ciò che abbiamo osservato tra il dollaro USA e le zone con la valuta Euro. Si tratta di una implicazione diretta degli assiomi 1-5... Ma per quanto riguarda la manipolazione del mercato dell'oro?

Quando si considera l'oro come una valuta complementare, è chiaro che lo squilibrio, per esempio, di un eccesso della domanda deve essere compensato dallo squilibrio opposto nelle valute fiat, se il mercato monetario globale deve rimanere in equilibrio. Se l'oro è richiesto più della sua offerta, le valute fiat dovranno essere fornite più di quanto domandate. In modo simile, se vi è un coordinamento globale per mantenere i mercati monetari globali in equilibrio a livello aggregato, anche l'oro deve essere tenuto in equilibrio.

Ma l'equilibrio non è quello che i banchieri centrali stanno cercando. Vedono uno squilibrio nei mercati n delle merci e cercano di risolverlo con un altro squilibrio nel mercato globale del denaro fiat. Vogliono indurre un eccesso di domanda sul lato reale del sistema economico attraverso un eccesso di offerta nel mercato globale del denaro fiat. Ma dato che il denaro è semplicemente un altro bene necessario, le persone hanno bisogno di denaro sonante; un asset sonante come mezzo di scambio indiretto. Se l'idea dei banchieri centrali è quella di indebolire le passività delle banche che dirigono, la gente finirà per passare all'oro. Questo, naturalmente, è inaccettabile per i governanti esistenti. Pertanto si è dimostrato che per conservare lo status quo (cioè, tenere in equilibrio il mercato monetario globale) e per stimolare un eccesso di domanda negli asset reali, è una necessità logica manipolare il mercato dell'oro; o tenendolo in equilibrio o in un eccesso di offerta.



Corollario

Dopo aver dimostrato che se gli assiomi 1-5 sono veri la manipolazione del mercato dell'oro è una conseguenza logica, voglio proporre un'ultima osservazione. Se il coordinamento globale delle valute lascerebbe in equilibrio il mercato globale del denaro fiat, l'equilibrio nel resto dei mercati dipenderebbe del tutto dalla politica fiscale.

Ma c'è una contraddizione qui, perché il flusso e lo stock di moneta fiat nella maggior parte delle zone valutarie (se non in tutte) sono regolati dalla politica fiscale (cioè, dalla monetizzazione dei deficit). Pertanto, è impossibile far rispettare un equilibrio nel mercato monetario globale attraverso il coordinamento delle banche centrali. Quello che potrebbe essere fattibile sarebbe coordinare l'espansione dell'offerta di moneta fiat globale. Ma se fosse così, ricadiamo di nuovo nella mia tesi: la manipolazione del mercato dell'oro (da tenere in eccesso di offerta) è una conseguenza logica. Far finta che non sia così... è un complotto! Spetta agli economisti mainstream dimostrare che mi sbaglio.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


--> Qui la Seconda Parte: http://francescosimoncelli.blogspot.it/2013/03/manipolazione-delloro-parte-2-come-ci.html

--> Qui la Terza Parte: http://francescosimoncelli.blogspot.it/2013/03/manipolazione-delloro-parte-3-il.html


8 commenti:

  1. fin ora, giustamente, nessun commento. ed anche il mio è solo un riconoscimento: quando sibileau parla, si tace. ottimo articolo, molte cose da apprendere, approccio interessante. continuo a studiare

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  2. Ciao a tutti

    beh, caro gdbarc, qualche parola consentimela, anche se concordo con te sul valore dell'articolo di Sibileau, ottimamente scelto da Francesco.

    Viviamo in un tempo nel quale, assai più che in altre epoche, è "vero" solo ciò che è conveniente allo status quo. E tutto il sistema della comunicazione deve solo propagandare la verità utile all'attuale sistema di gestione.
    Mentre tutto il resto va ignorato o screditato mediaticamente o demolito materialmente o eliminato fisicamente.
    E tutto ciò funziona ancora (abbastanza) bene perché è rassicurante. Come rassicurante è la routine, il tran tran, la ripetizione che dà il senso della continuità, se non dell'eternità.
    Anche la gestione mediatica della crisi, del percepito cambiamento incombente, punta sempre a negare la possibilità del crollo del sistema. Anzi, se qualcuno lo palesa o lo sospetta, è uno sfascista o un disfattista o un sobillatore o un irresponsabile o un buontempone o un pazzo.
    Come nelle prime ore del naufragio del Titanic. Situazione preoccupante, ma è tutto sotto controllo. Ed infatti...

    Tutta la manipolazione è perciò sostanzialmente crudele. Ed il sistema mostra il suo vero volto: lascia i più nella completa inconsapevolezza degli eventi e così li condanna alla rovina ed alla disperazione.
    Rafforza l'inganno, offusca la visuale e mostra l'illusione di un luminoso, seppure inspiegabilmente (ma solo temporaneamente) accidentato, cammino verso la luce al posto dell'abisso là davanti.

    Ed è paradossale, assurdo, ironico, che in una situazione completamente artificiale (come il denaro fiat) ci sia chi propone di eliminare (contro il buon senso) il divario informativo esistente in una qualsiasi transazione (non ricordo il termine preciso che ora va tanto di moda).

    Perciò, è davvero un privilegio non solo poter leggere questi articoli, non solo esser giunti fin qui, ma anche poter scambiare con Voi (tra Noi) le riflessioni che assai raramente possiamo condividere nei contesti abituali.

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  3. Aggiungo: la logica mainstream giustifica la manipolazione del prezzo dell'oro aumentando l'offerta come fosse il denaro fiat. Per l'equilibrio.

    Ma secondo me le banche centrali fanno questo anche e forse soprattutto perché si devono rifornire di fisico. Perché è nell'aria da un bel po' il ritorno dell'oro nel sistema monetario. Probabilmente in modo improprio e forse con la perversa riserva frazionaria ancora in azione. Però l'oro tornerà. E cercheranno di usarlo come ancora di salvezza del sistema. Ne deformeranno il ruolo ma dovranno averlo. E fisico.

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  4. Ciao gdbarc e ciao Andrea.

    Quelli di Sibileau infatti sono sempre articoli estremamente rigorosi, sulla scia di quelli di Hoppe quasi. E' per questo che mi piacciono, ma sono abbastanza ostici da tradurre. :)

    Poi ovviamente le intenzioni possono essere molteplici, come ricorda anche Andrea probabilmente per accumulare oro presso le banceh centrali, ma bisogna stare attenti ogni volta che ci dicono di "non preoccuparci." E' sempre consiglaito fare il contrario quando si ascoltano simili parole. Come ultimamente sta accadendo per la Grecia, dove si afferma che il peggio è passato.

    Se davvero fosse vero, allora le recenti corse agli sportelli bancari sono un'allucinazione di massa. (Sono stati ritirati circa un terzo dei depositi dalle banche greche.)

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  5. Ripensavo all'equilibrio.
    Nulla di tecnico, ovviamente.

    Hanno distorto anche il significato dell'equilibrio di Walras.

    Quello che cercano di riequilibrare con la loro "cartaccia colorata" sono tutte le bolle (o balle?) (immobiliari, azionarie, obbligazionarie, dei prestiti, ...) che hanno gonfiato, e continuano a gonfiare, in giro per il mondo nei confronti dell'asset reale che svela tutto l'inganno: l'oro, che non è in bolla. Ma va per forza manipolato: devono coprire con un velo la lampadina d'allarme e "silenziare" le sirene (i bloggers economici della Scuola Austriaca).

    Siamo all'apoteosi della forma contro la sostanza.
    D'altronde questa è ancora la società dell'immagine, cioè di ciò che appare al posto di ciò che è.
    E l'immagine della realtà è talmente distorta da esser diventata un'illusione collettiva.
    L'abito... fa il monaco.
    Ed è noto che in una relazione interpersonale solo il 7% è il peso della comunicazione verbale.

    (Il sorriso ammiccante di Berlusconi ha stufato parecchi, ma lo sguardo accigliato ed una certa arroganza di Bersani l'hanno fregato, mentre ha funzionato la rabbia ironica di Grillo più dei suoi contenuti)

    Conta, assai più della sostanza, tutto il resto: il rito, il contesto, il tratto, l'abbigliamento, le formalità, insomma... il pacco!!!

    Ed oggi siamo proprio al "pacco" alla napoletana. E' tutto teatro, rappresentazione. Credibilità fasulla come il credito cartaceo.

    La realtà è mascherata da un'illusione, un sogno, una falsa promessa, e perciò gli spettatori vanno drogati ed ammansiti.
    E serve sempre più droga perchè la realtà sta bussando alla porta sempre più forte.
    Siamo al capolinea, ma ci dicono che è la partenza per un radioso futuro. Ed, invece, dietro la tenda, c'è il muro.

    Possono infinite menzogne equilibrare la verità?
    Dipende:
    da quanto è grossa la verità negata, e quindi da quanto sono grosse le menzogne propinate,
    da quanto sono bravi i falsari,
    da quanto sono fesse (irretite, disinformate, abbindolate) le vittime.

    In precario equilibrio è lo status quo. Ma non dobbiamo accorgercene.
    Non dobbiamo accorgerci che per salvare se stessi ci stanno buttando a mare.

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  6. Sì, i lteatro in cui oggi siamo spettatori è imbastito da uan compagnia che vuole far rimanere nella sala il pubblico. Sono disposti a mentire affinché ciò accada. Il problema è uno: l'Europa sta diventando una polveriera, i compromessi non sembrano più ben accetti alla popolazione. La promessa che sarebbe servito un altro po' di tempo per "aggiustare" le cose sta scemando. Gli assalti agli sportelli bancari delle banche greche ne sono una prova, e i pianificatori centrali sanno che i greci ne hanno avuto abbastanza di sopportare dolore economico e sociale. Ma questa è la conseguenza dell'interventismo nell'economia: dolore economico crescente nel lungo periodo.

    L'Italia non se la passa meglio. Dietro le parole dolci dei media mainstream, c'è uan realtà assai amara.

    Finirà male.

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  7. Già.

    Quindi dei 4 scenari di Huerta de Soto: ripresa della bolla, crollo sistemico, giapponesizzazione economica, risanamento del mercato, tu, Francesco, al momento, propendi per il più catastrofico.
    E non posso darti torto. Basta guardarsi intorno.
    Ma, sai com'è, la speranza è l'ultima a morire, anche in un campo di concentramento come sta diventando l'unione europea.

    Ed è stupefacente che su zerohedge, peraltro sempre interessante, compaiano analisi strambe come questa: http://www.zerohedge.com/news/2013-03-04/understanding-europes-austrian-solution-merkel-draghi-wager
    Mi pare quanto di più deformante si possa leggere, soprattutto perchè pubblicato su zerohedge.
    Non c'è nulla di "austriaco" nell'austerità sui privati.

    Le RIFORME STRUTTURALI AUSTRIACHE sono altre:
    1. ABOLIZIONE DELLE BANCHE CENTRALI;
    2. ABOLIZIONE DELLA RISERVA FRAZIONARIA;
    3. SEPARAZIONE NETTA TRA BANCHE DEPOSITO E BANCHE COMMERCIALI;
    4. RITORNO ALLA DISCIPLINA DEL DENARO SONANTE.

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  8. Non direi catastrofico. Sarà devastante per chi ha investito nelle promesse dei pianificatori centrali, sarà devastante per coloro ben connessi con l'establishment politico/monetario attuale, sarà devastante per le élite al potere, sarà devastante per coloro che invocano u nitnervento positivo dello stato.

    Sarà "catastrofico" per tutti quelli che si aspettano di ottenere qualcosa in cambio di niente. Per tutti gli altri sarà solamente un rito di passaggio. Se prenderanno precauzioni, riusciranno a renderlo il più indolore possibile. Ma, Andrea, sono convinto di una cosa: sono le lezioni più dure quelle che rimangono impresse nell'animo, quelle che lasciano segni indelebili che imporranno in futuro un certo rigore nelle scelte dell'individuo che è rimasto "scottato."

    De Soto è un ottimo Austriaco, l'enorme valore accademico dei suoi studi ne è la prova. Sbaglia in una cosa: crede che l'attuale sistema possa essere aggiustato. NOn può essere aggiustato perché è fondato sulla menzogna e per questo qualsiasi modifica (seppur positiva dal punto di vista Austriaco) sarà prima o poi cancellata dall'instabilità sottostante di cui è vittima.

    No, continuo a sostenere il punto di vista di North: the sooner, the better.

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