Bibliografia

venerdì 22 marzo 2013

Le Cose Da Non Fare Durante Una Recessione





di John P. Cochran


Leggere un nuovo report sugli ultimi numeri del PIL mentre rileggevo La Grande Depressione di Rothbard, mi ha fatto capire quanto questo lavoro sia rilevante e importante nell'ottica della situazione odierna caratterizzata da un rendimento economico piuttosto scarso. Il libro riassume brevemente la Teoria Austriaca del Ciclo Economico e la applica al periodo della grande depressione 1929-1933. Il libro è particolarmente importante in quanto fornisce una guida politica per affrontare una crisi economica sulla base di prove storiche e relative alla Teoria Austriaca del Ciclo Economico. Le raccomandazioni di politica includono sia azioni da evitare sia azioni positive che il governo potrebbe intraprendere per accelerare la ripresa. Purtroppo la reazione ufficiale alla crisi è stata in sintonia con le "cose da non fare" di Rothbard, mentre le azioni positive sono state del tutto ignorate nelle discussioni di politica mainstream. Ancora più importante è la necessità di una riforma monetaria, che è la chiave per prevenire i cicli di boom-bust e per evitare le depressioni.

I numeri del PIL per il quarto trimestre 2012, come riportato dal Wall Street Journal, sono stati acclamati come "[S]egni di una debole ripresa" con un PIL in calo dello 0.1%. Come Jeffrey Tucker riporta in "The GDP Shock”":

Quasi nessuno l'aveva previsto. USA Today e altri giornali hanno immediatamente rassicurato il mondo dicendo che non si tratta di una recessione. In qualche modo, dopo essersi appesi ai numeri del PIL per tre anni —— la ripresa è qui nonostante l'economia sia ancora in un fosso —— ora ci viene detto che le cifre del PIL sono solo fuorvianti. La ripresa è ancora qui, secondo la stampa mainstream.

Jon Hilsenrath in “"Unusual Quarter of Contraction Doesn’t Mean Recession”" fornisce un esempio edulcorato di cosa Tucker sta parlando:

Una contrazione della produzione economica non significa che l'economia sia ufficialmente in recessione, ma è raro che tali contrazioni accadano nel bel mezzo di una ripresa economica.

Gli economisti Austriaci sono ben consapevoli che "i dati relativi al PIL sono in realtà fuorvianti." L'inclusione della spesa pubblica in ogni misura della crescita economica è fuorviante. I cicli economici sono caratterizzati da maggiori fluttuazioni nelle industrie di beni capitali connesse ai beni di consumo. L'investimento improduttivo durante il boom è seguito da una ristrutturazione del capitale durante la depressione/ripresa. Per conservare un determinato livello di benessere è essenziale mantenere coordinata la struttura di produzione, ed ampliarla è una condizione necessaria per migliorare il livello di vita materiale. Quando si comprende pienamente la teoria del capitale nell'analisi macroeconomica, diventa chiaro che il consumo non è il "motore dell'economia" (vedi “"Think Consumption Is The ‘Engine’ Of Our Economy? Think Again”" di John Papola su Forbes, o “"Gross Domestic Expenditures (GDE): the Need for a New National Aggregate Statistic"” di Mark Skousen). Per Rothbard (La Grande
Depressione, pp. 58-59):

Il risparmio, che va negli investimenti, è quindi tanto necessario per sostenere la struttura della produzione quanto il consumo. Qui si tende ad essere tratti in inganno perché il calcolo delle entrate nazionali deve essere unicamente trattato in termini netti. Anche il "prodotto nazionale lordo" non è affatto lordo; sono inclusi solo gli investimenti lordi durevoli, mentre sono esclusi gli acquisti di inventario lordi. Non è vero, come i consumisti tendono ad assumere, che il capitale viene investito e poi riversato sul mercato sotto forma di produzione. Al contrario, per sostenere un tenore di vita più elevato, la struttura di produzione —— la struttura del capitale —— deve essere permanentemente "ampliata." Mentre viene aggiunto e conservato sempre più capitale nelle economie civili, devono essere usati più fondi solo per mantenere e sostituire la struttura più ampia. Questo significa maggiori risparmi lordi che devono essere sostenuti ed investiti in ogni fase della produzione.

Anche se il PIL è una misura molto imprecisa dell'attività economica, e indipendentemente dal fatto che una crescita negativa del PIL reale indichi un'economia sull'orlo di una recessione a doppio fondo, non fornisce ulteriori elementi che possono sottolineare la ripresa da una depressione innescata dalla FED con i cicli di boom-bust. Sin dalla fine della "Grande Recessione" nel Giugno del 2009, quasi quattro anni fa, abbiamo vissuto in un'economia sostanzialmente stagnante.

Gli economisti mainstream hanno dato spiegazioni concorrenti sul perché questa sia la peggiore ripresa sin dalla Grande Depressione. Molti Keynesiani, tra cui Paul Krugman, hanno sostenuto che la ripresa è lenta non perché la risposta politica sia stata sbagliata, ma perché non è stata abbastanza grande. La risposta politica è stata abbastanza vigorosa da salvare l'economia da un disastro più grande, ma nonostante uno stimolo fiscale da $800 miliardi, deficit di oltre un bilione di dollari, un debito pubblico di oltre $16 bilioni ed una triplicazione del bilancio della FED, la risposta politica è definita ancora troppo piccola. Anche Carmen M. Reinhart e Kenneth Rogoff hanno commentato la risposta politica, e in This Time is Different sostengono (sulla base delle testimonianze storiche) che le riprese da recessioni seguite da una crisi finanziaria sono state sempre lente rispetto alle recessioni non seguite da una crisi finanziaria. Mentre gli stimoli fiscali e monetari non hanno generato una pronta guarigione, queste politiche hanno evitato che la crisi peggiorasse. Secondo “"The Risks of Reviving a Revived Economy”" [grazie a Walter Block] di Rana Foroohar sul Time:

Ironia della sorte, lo stimolo è anche un motivo per cui la ripresa è stata così lenta e continuerà ad esserlo per i prossimi tre/cinque anni. L'economista di Harvard Ken Rogoff, che assieme alla sua collega Carmen Reinhart hanno decifrato al meglio le rune di questi ultimi anni, dice che storicamente durante le crisi finanziarie: "nella misura in cui si agisce per rallentare il profondo dolore economico, si rallenta anche la ripresa."

Contro Rogoff e Reinhart c'è l'ottimo lavoro di Michael Bordo il quale ha dimostrato che nel corso della storia economica degli Stati Uniti, le riprese sono state effettivamente più veloci dopo le crisi finanziarie. Il suo lavoro è stato utilizzato da John B. Taylor per sostenere la sua tesi: l'attivismo e l'incertezza nella linea di politica, sia monetaria che fiscale, hanno impedito la pianificazione aziendale e la ripresa. Gran parte del dibattito può essere visionato qui. Gli economisti Austriaci, come Robert Higgs, io e compagni di viaggio come Mary L. G. Theroux, hanno elaborato ulteriormente l'argomento incertezza per includere il regime di incertezza come elemento chiave che ritarda la ripresa.

Tuttavia, i lettori de La Grande Depressione di Rothbard non dovrebbero sorprendersi se il recente bust non ha sortito una forte depressione seguita rapidamente da un ritorno alla crescita sostenibile ed alla prosperità, anche se non necessariamente ai livelli attesi da coloro ingannati dalle false aspettative create dalla cattiva gestione monetaria la quale ha causato investimenti improduttivi e distruzione di ricchezza nel corso degli ultimi due boom (vedi “"A Reformulation of Austrian Business Cycle Theory in Light of the Financial Crisis" di Salerno,” "Rethinking Capital-Based Macroeconomics" di Ravier,” e più di recente "Le politiche della FED mettono alla berlina le fallacie mainstream" di Shostak). Mentre la prima parte del grande libro di Rothbard è dedicata a spiegare la teoria Austriaca del ciclo economico, difendendola dalle critiche, e ad illustrare la sua applicabilità agli eventi che hanno portato alla crisi del 1929, la seconda parte del libro è dedicata ad esaminare gli interventi governativi e gli errori politici che hanno ritardato la ripresa e trasformato una recessione in una Grande Depressione.

Rothbard sottolinea due cose significative allora come oggi:

  1. "[Più] va avanti il boom accumulando errori su errori, più lungo e più grave sarà il riaggiustamento necessario" (pag. 13). L'attuale ciclo economico ha le sue radici nel boom della fine degli anni '90, il quale ha poi portato ad un bust/recessione (la cui ripresa è stata impedita dalle azioni aggressive della FED all'inizio del 2003, cosa che ha aggiunto nuovi investimenti improduttivi ed allocazioni errate nella produzione). [Vedi “"Hayek and the 21st Century Boom-Bust and Recession-Recovery"” di Cochran.]

  2. La disoccupazione, se la ripresa non è ostacolata dall'interventismo, sarà temporanea. Secondo Rothbard (pag. 14):
  3. Poiché i fattori devono passare dall'ordine di produzione più alto a quello più basso, c'è una disoccupazione "frizionale" inevitabile durante una depressione, ma non deve essere maggiore della disoccupazione che ci si aspetta durante un qualsiasi altro cambiamento nella produzione. In pratica, la disoccupazione sarà aggravata dai numerosi fallimenti e dagli errori accumulati, ma deve essere solo temporanea. Più sarà veloce il riaggiustamento, più la disoccupazione sarà di breve durata. La disoccupazione supererà la "fase di attrito" e diventerà davvero grave e duratura solo se i salari verranno mantenuti artificialmente elevati e non si permetterà loro di scendere. Se i salari vengono mantenuti al di sopra del livello di libero mercato, i lavoratori rimarranno permanentemente disoccupati. Maggiore è il grado di discrepanza, più grave sarà la disoccupazione.

Quando la crisi ha colpito nel 2007 e 2008, la politica corretta sarebbe stata quella avanzata da Rothbard nel 1982 nell'introduzione alla quarta edizione (p. xxi) de La Grande Depressione:

L'unico modo per uscire dal caos attuale è quello di "premere i freni," per fermare l'inflazione monetaria. Poi, l'inevitabile recessione sarà forte ma breve e veloce [il corsivo è mio], ed il libero mercato potrà tornare ad una solida ripresa in un tempo incredibilmente breve.

Mentre, come già detto, Rothbard discute solo brevemente dell'ABCT (p. xxxviii), "un'elaborazione completa sarà disponibile in altre opere," nel libro elabora la teoria della politica del governo: "implicazioni che vanno nettamente contro le opinioni prevalenti [sia allora, 1963, che ora]."

Quali sono queste implicazioni? In primo luogo (p. 19), "non interferire con il processo di aggiustamento del mercato" [enfasi in originale]. Più il mercato viene ostacolato dal governo, "più lunga e dura sarà la depressione, e più difficile sarà la strada per completare la ripresa." Rothbard sostiene che è possibile elencare logicamente i modi in cui gli aggiustamenti del mercato potrebbero essere interrotti dall'azione del governo e tale elenco potrebbe coincidere con "l'arsenale 'anti-depressione' del governo." L'elenco corrisponde quasi perfettamente alle risposte politiche date alla crisi dall'amministrazione Bush (vedi “"Hoover, Bush, and Great Depressions”" di Thornton) e Obama.

Ecco la lista delle "cose da non fare" secondo Rothbard (pp. 19-20), con i miei commenti tra parentesi:


1. Prevenire o ritardare la liquidazione

"Prestare denaro ad imprese traballanti, spingere le banche a prestare ulteriormente, ecc." [Fatto. TARP, salvataggi e la politica della FED. Vedi John B. Taylor sul Wall Street Journal: "I tassi bassi fanno in modo che le banche rinnovino i prestiti non performanti piuttosto che eliminarli, mettendo sotto chiave gli asset non produttivi."]


2. Inflazionare ulteriormente

"L'ulteriore inflazione blocca il calo necessario dei prezzi, ritardando così gli aggiustamenti e prolungando la depressione. L'ulteriore espansione del credito crea più investimenti improduttivi, che, a loro volta, dovranno essere liquidati in una depressione successiva. La politica del 'denaro facile' impedisce il ritorno del mercato a tassi di interesse più elevati." [Fatto.]


3. Mantenere alti i saggi salariali

"Mantenere i salari artificialmente alti in una depressione assicura una disoccupazione di massa permanente. Inoltre in deflazione, quando i prezzi sono in calo, mantenere lo stesso tasso dei salari monetari significa che i salari reali sono stati spinti più alto. Di fronte al calo della domanda delle imprese, viene ulteriormente aggravato il problema della disoccupazione."


4. Mantenere alti i prezzi

"Mantenere i prezzi al di sopra dei loro livelli di libero mercato creerà eccedenze ed evitarà un ritorno alla prosperità". [I punti 3 e 4 sono entrambi i risultati diretti delle attuali azioni della FED, compreso il target dell'inflazione al 2%.]


5. Stimolare il consumo e scoraggiare il risparmio

"Abbiamo visto che un maggiore risparmio e meno consumo accelererebbe la ripresa; più consumi e meno risparmi aggravano ancora di più la carenza di capitale risparmiato. Il governo può incoraggiare il consumo mediante 'buoni alimentari' ed aiuti di pagamento. Il risparmio e gli investimenti possono essere scoraggiati attraverso tasse più alte, in particolare sulle imprese, sui ricchi e sugli immobili. Infatti, l'aumento delle imposte e la spesa pubblica scoraggeranno il risparmio e gli investimenti e stimoleranno i consumi, dal momento che la spesa pubblica è tutta consumi. Parte dei fondi privati sarebbero stati risparmiati e investiti; tutti i fondi governativi sono consumati. Qualsiasi aumento della dimensione del governo nell'economia, sposta il rapporto consumi-investimenti a favore dei consumi e prolunga la depressione." [Il governo federale si è ampliato da un 18-20% ad un 23-25% sotto l'attuale amministrazione. Lo stimolo fiscale di Bush nel 2008 e quello di Obama nel 2009 hanno sostenuto i consumi rispetto agli investimenti.]


6. Sovvenzionare la disoccupazione

"Qualsiasi sovvenzione alla disoccupazione (attraverso inennità di disoccupazione, aiuti, ecc.) la prolungherà a tempo indeterminato, e ritarderà il passaggio dei lavoratori nei campi dove i lavori sono disponibili." [C'è bisogno di aggiungere altro?]

Rothbard (p. 21) sosteneva che queste erano "strategie radicate e preferite dal governo" e l'ultima parte de La Grande Depressione venne dedicata a mostrare come queste politiche furono adottate nel 1929-1933. La politica attuale ha seguito lo stesso percorso. Non dovremmo sorprenderci se il risultato è stato simile, se non abbastanza tragico. Non è ancora troppo tardi per cambiare strada, ma purtroppo tale azione, seppur possibile, non è probabile che avvenga e né vedremo le azioni positive raccomandate da Rothbard (p. 22) per accelerare la ripresa. Ridurre il ruolo del governo nell'economia e ridurre le tasse, in particolare quelle che pesano di più sul risparmio e sugli investimenti (come ho sostenuto in precedenza in “"Thoughts on Capital-Based Macroeconomics”, Part III"), sono le azioni corrette per affrontare il debito e la crisi.

Ancora una volta ci troviamo davanti alla "Crisi dell'Autorità," alla voglia di azione e troppo spesso, come spiegato Pierre Lemieux, alla convinzione incontrastata che "Qualcuno in Carica"[1] abbia la soluzione alle crisi. La politica corretta che il governo dovrebbe seguire durante la depressione è "Nessuno in Carica." Il laissez-faire è quindi l'alternativa e previene anche le depressioni. Il denaro sonante e di libero mercato è l'alternativa al denaro del governo. Il laissez-faire e il denaro sonante dovrebbero sostituire il ciclo ricorrente di boom-bust, la depressione e la disoccupazione, con una crescita ed una prosperità sostenibile.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


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Note

[1] Il titolo dell'eccellente libro di Pierre Lemieux (ma molto costoso) sulla crisi finanziaria e sulle sue conseguenze è "Somebody in Charge: A Solution for Recessions"?

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11 commenti:

  1. Complimenti Francesco per la scelta dell'articolo di oggi. Bello. Chiaro.
    C'ho messo solo un po' a capire che significasse ABCT, poi l'illuminazione Austrian Business Cycle Theory. Giusto?

    Commento al testo: siamo fottuti e finirà peggio.
    Ed un sacco di pecoroni acclameranno.

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  2. Giusto Andrea.

    Ultimamente mi sto concentrando sulla cosiddetta "fiammata" immobiliare negli USA alimentata a pieno ritmo dallo zio Ben, esempio campione delle cose da non fare durante una recessione. (Guardate la base moentaria.) I lproblema è il solito: cosa succederà quando dovrà tirare i lfreno a mano? Perché fino ad ora i mercati hanno gli occhi su Cipro, ma non durerà per sempre. Ad oggi lo zio Ben compra $40 miliardi di monnezza di Fannie & Freddie al mese per illudere i poveri fessi e far credere che il settore immobiliare sia in ripresa; ma cosa accadrà quando smetterà di comprarla?

    Quando uno dei mercati come quello immobiliare negli USA diventa dipendenta dal denaro gratis, ne vorrà sempre di più. Cosa significa questo? Significa che tutti i mercati connessi a quello immobiliare diventeranno progressivamente dipendenti dal denaro gratis. Questo a sua volta significa tassi di interesse in lievitazione e prezzi al consumo in ascesa. E se la FED smette di fornire pasti gratis a Fannie & Freddie i tassi dei mutui schizzeranno alle stelle. La FED è in trappola. Poveraccio il suo prossimo governatore.

    Le cose che ancora stanno fungendoda tappo a questo esito sono la paura delle banche commerciali e l'ingordigia obbligazionaria della FED. Il settore immobiliare USA è completamente dipendente dalla stampante, è stato nazionalizzato. E da qui a cascata dovranno essere nazionalizzati tutti i settori di mercato che fanno a esso riferimento.

    Gli elettori non fanno domande, è quello che aspettavano in realtà. Ma il mercato offre sempre momenti di verità.

    Hai ragione che finirà peggio. Puoi scommetterci.

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  3. Ciao Francesco, ottimo come sempre.
    Ti chiedo una opinione a questi articoli per favore. Sembrano valide anche queste affermazioni però ammetto di essere un po' in confusione al riguardo.
    Ciao e grazie in anticipo

    http://www.lombardreport.com/2013/3/17/piano-bar-sprazzi-di-luce-nella-notte-dell-economia-1-2

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  4. mi associo con andrea sull articolo. aggiungerei, accennato alla fine, che siccome al laissez-faillir dovrebbe seguire il laissez-faire, invece escluso da innumerevoli regolette che impediscono alla gente di lavorare, strutturando la produzione nel dirigismo piu puro, allora tutto è inutile.
    saluti dal canada

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  5. dal grafico delle banche commerciali sembra che la fed abbia fatto bene lil suo lavoro di ricapitalizzazione. quando saranno fuori dai guai, ricominceranno un altro giro

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  6. Francesco, perchè non ci provi?

    http://blogs.forbes.com/help/how-do-i-become-a-contributor/

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  7. Molto interessante!
    Semplificando, avendo l'Italia perduta la sua sovranità monetaria, essendo la recessione nello stivale molto cattiva e non essendoci praticamente intervento di denaro pubblico (salvo che congelato nelle banche), la ripresa successiva sarà 'naturale' e sostenibile, robusta e benedetta.

    Non sarà così, temo, vero?

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  8. Ciao buf.

    Devo dire che non ho letto nella sua interezza il link che mi hai proposto di analizzare. Mi sono andato a cercare le cose più rilevanti, e tra queste credo ci sia l'intervista a Harry Dent. Non mi fraitendere, le altre figure a cui si riferisce l'autore sono di spicco e hanno le loro cose da dire ma quello che dice Dent è superiore alle loro opinioni.

    Ricordo di aver tradotto un pezzo di Dent per un amico e se non sbaglio il suo nomne appare spesso nei documenti del Casey Research. E come mi aspettavo parla di demografia. Era lo stesso argomento di quel pezzo tradotto tempo fa.

    La tesi per la quale la demografia gioca un ruolo importante nello svolgersi di una crisi non è assolutamente campata in aria. Ma diversamente da quello che possa pensare l'autore, non è LA causa delle recessioni. E' uno di quei componenti che la rende più acre, ma non la causa principale. Perché? Perché serve solo ad esporre alla luce del sole lo schema di Ponzi in cui siamo immersi e perseguito dall'economia mainstream.

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  9. Ciao Gianandrea.

    «[...] avendo l'Italia perduta la sua sovranità monetaria, essendo la recessione nello stivale molto cattiva e non essendoci praticamente intervento di denaro pubblico (salvo che congelato nelle banche), la ripresa successiva sarà 'naturale' e sostenibile, robusta e benedetta.»

    La cosiddetta perdita di sovranità è stato un compromesso, poiché da come andavano le cose l'Italia era arrivata al capolinea (economicamente) prima di entrare nell'euro. Nelle attuali condizioni la ripresa sostenibile ce la possiamo scordare perché non è in accordo con gli obiettivi dei pianificatori centrali che intendono salvuagardare ad ogni costo il sistema bancario fallito e quello statale sull'orlo della bancarotta.

    La strada è segnata: depressione o inflazione di massa. La prima continuerà a volteggiare sulle nostre teste fino a quando non si riuscirà a dare un briciolo di parvenza alla fiducia nell'eurozona (es. quando le banche torneranno a prestare), ma quando ciò accadrà la cartaccia accumulata dafli istituti bancari come riserve in eccesso invaderà in forze (a differenza di ora che sta percolando lentamente) nell'economia più ampia causando ingenti danni inflazionistici. In entrambi i casi ci aspetterà un default alla fine della strada.

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  10. Ciao Francesco. Non sono un esperto, ma ho l'impressione che la botta iperinflazionistica potrebbe avvenire solo 'uscendo' dal sistema. Nell'altro caso ho l'impressione che sarà rimandata sine die.
    Il che vuol dire spalmarla piano piano in per secula seculorum.

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  11. c'è un 'in' di troppo nel mio lassù :)

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