«La guerra valutaria è la prosecuzione del protezionismo con altri mezzi. Il paese che abbassa il tasso di cambio, il prezzo della sua valuta in termini delle altre, acquista un vantaggio competitivo temporaneo perché riduce in un sol colpo i prezzi dei suoi prodotti e rincara quelli dei paesi importatori.
[...] Ciò che è passato inosservato è l’enorme espropriazione di risorse che un’instabile valuta di riserva infligge ai paesi esportatori. Per lungo tempo il resto del mondo non si è reso conto del fatto che i surplus che accumulava era proporzionale alle perdite che subiva perché le sue ragioni di scambio peggioravano a favore del dollaro. Non solo finanziava il debito americano ma abbatteva il valore del suo credito verso gli USA. Il Giappone è stata la vittima più colpita da questo fenomeno. [...] Purtroppo Tokio seguì ciecamente la cura dei dottori Keynesiani del tesoro e della banca centrale americani che convinsero il paziente che le riserve valutarie non erano necessarie a pagare i debiti dal momento che si poteva farlo ricorrendo ai deficit di bilancio! L’immenso debito che il Giappone ha accumulato durante quel periodo e la sua rovina si spiegano solo in questo modo. Oggi la decisione di svalutare lo yen che comporta uno stimolo (1.2 trilioni di bond entro il 2014) pari al doppio di quello americano, per un’economia che ne vale un terzo, equivale a sparare sul paziente. Man mano che lo yen si svaluterà gli investitori si disferanno del debito giapponese per comprare quello degli USA e dell’Europa rafforzandone le valute, con ciò intensificando la guerra valutaria. L’eurozona, infatti, con una disoccupazione a livelli record non starà certo con le mani in mano perché un euro forte le prosciugherebbe il reddito da esportazioni, unica fonte di sviluppo rimastale.
[...] L’attuale guerra valutaria non è una via d’uscita alla crisi per nessuno. È l’equivalente di una reazione nucleare incontrollata e inarrestabile che renderà il mondo sempre più inospitale a chi vuol produrre, risparmiare creando ricchezza e lavoro. Alla fine il sistema monetario esploderà perché senza valute stabili e affidabili l’economia mondiale non può funzionare. Tuttavia la maggior parte dei governi continua a ignorare la realtà. Ma non potrà ignorarne le conseguenze.»
~ Perché c’è la guerra valutaria, Gerardo Coco, Chicago-blog, 10 Febbraio 2013.
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di Bill Bonner
Non dovreste crocifiggere l'umanità su una croce d'oro.
~ William Jennings Bryan
La stagione del digiuno incombe. Scordatevi uno standard di vita alto. E' tempo di stringere la cinghia... di mettere su un viso scarno e uno sguardo compiaciuto, ci aspetta una lunga Quaresima.
E' così trascurata che anche Google l'ha dimenticata. Quando l'abbiamo cercata sul motore di ricerca è uscito fuori "zuppa di lenticchie."
La Quaresima rievoca i 40 giorni e le 40 notti che Gesù trascorse a digiuno nel deserto prima di mostrarsi in pubblico. Ricordiamo questi giorni magri con la preghiera, la meditazione e l'abnegazione. Le nostre labbra non vedranno più una goccia d'alcol dal Mercoledì delle Ceneri fino alla Domenica di Pasqua. (Tranne la Domenica, i giorni santi, i giorni festivi, i giorni che iniziano con la lettera "T" o che iniziano con un numero primo.)
Sì, caro lettore, saremo fedeli al calendario ecclesiastico, con un paio di nostre rettifiche.
Perché? Perché vogliamo ricordare che i periodi di gola e di lussuria devono essere seguiti da periodi di digiuno e di correzione. Lo yin e yang devono essere tenuti in equilibrio. Dolore e piacere... bene e male... giusto e sbagliato – tutti devono prendere quello che li arriva. In caso contrario, il mondo intero ne uscirà scombussolato.
Siamo veloci a ricordare che ci sono difficoltà... che ci sono periodi di magra nella vita. Non solo nelle nostre vite da beoni... ma nelle nostre vite economiche... e anche nella nostra vita emotiva. C'è avversità, c'è dolore e penitenza. Ci mettiamo in fila, osservando i riti della chiesa, in modo da non cadere a pezzi quando le vere avversità vengono a bussare alla nostra porta. Sopportiamo la Quaresima in modo che possiamo godere della Pasqua.
Sì: Le correzioni sono una parte della vita.
Si correggono gli errori... o si viene corretti da loro. Nessun altro risultato è possibile.
Ma poi arriviamo alla dottrina e alla pratica della moderna banca centrale. Tutti questi banchieri centrali usciti dal MIT hanno un'idea diversa. Lavorano senza sosta per evitare le correzioni... per prevenire il dolore... e riportare in auge i bei tempi della baldoria fatta di spesa sfrenata. Ora hanno un programma – "QEternità" – che promette di liberare l'economia dal dolore per sempre.
Un "Progetto Malvagio"
Per comprendere appieno come sia successo, facciamo un passo indietro alla fondazione degli Stati Uniti d'America, nella quale Costituzione la moneta della banca centrale di oggi era espressamente vietata. Gli stati (che allora avevano il potere di coniare il proprio denaro) dovevano "accettare solo monete d'oro e d'argento a corso legale nel pagamento dei debiti."
James Madison, in The Federalist Papers, descriveva la cartamoneta come un "progetto improprio o malvagio." E nella sua decisione del 1819 su Dartmouth College v. Woodward, il Giudice John Marshall spiegò che la cartamoneta "indeboliva la fiducia dell'uomo nell'uomo e scombussolava tutte le transazioni tra privati andando a sopprimere la fedeltà degli impegni presi."
Non che la cartamoneta fosse necessariamente l'opera del diavolo, ma Satana c'aveva messo lo zampino. Quando si può falsificare il denaro – e farla franca – diventa un'abitudine difficile da soffocare. Presto si viene risucchiati dal suo fascino.
Il Congresso fece ricorso alla cartamoneta – biglietti verdi – durante la Guerra Tra gli Stati. Vennero emessi cinquecento milioni di dollari di carta. Ciò portò ad un aumento dei prezzi, con grande piacere dei debitori. Accesero prestiti in denaro costoso; ma li rimborsarono con biglietti verdi a basso costo. I prezzi del Nord salirono del 75% dal 1860 al 1865.
Una Croce d'Oro?
Dopo la guerra, i biglietti verdi scomparvero. Ma persistette il desiderio per il denaro a buon mercato.
L'agricoltura era il più grande settore dell'economia nel XIX secolo. In genere gli agricoltori facevano uso dei prestiti per espandere le loro aziende durante i boom, quando i prezzi erano alti. Poi, durante la correzione, imprecavano contro i banchieri che avevano prestato loro i soldi ed inveivano contro il gold standard.
Verso la fine del secolo, William Jennings Bryan fece sua la loro causa. Il proletariato rurale era andato in bancarotta nel crash agricolo del 1880... e stava talmente affogando nel debito da essere disposto a dare retta ad un pazzo come Bryan, se avesse promesso loro sollievo.
Le strade erano piene di polvere quando Bryan giunse in una città nel Midwest. Lì, sputò fuoco e fiamme contro tutto ciò che detestavano gli agricoltori – spesso sudando come un gelato sotto la calura estiva.
"Non crocifiggete l'umanità su una croce d'oro," ruggì agli alleluia d'approvazione dei bifolchi.
Il discorso era formato da una retorica di grande potenza. Ricordato e ripetuto, ancora oggi probabilmente è più conosciuto della Quaresima. Ma era vuoto: niente di più che enfasi e frode.
Vi è un certo disaccordo liturgico ma in generale la Quaresima termina il Venerdì Santo, quando Gesù fu crocifisso su una croce di legno. Sin da allora, milioni di persone sono state crocifisse finanziariamente dalla carta moneta (un prodotto del legno). Nessuno è mai stato inchiodato ad una croce d'oro.
Il motivo per cui Bryan ce l'aveva tanto contro l'oro è lo stesso motivo per cui tutti gli spacciatori di cartamoneta – tra cui gli attuali banchieri centrali – ce l'hanno contro l'oro: l'oro è poco collaborativo ed è cocciuto. Si può prenderlo in prestito e bisogna ripagarlo, il prestatore infatti si aspetta di riavere il suo denaro (denaro reale).
E dal momento che l'offerta d'oro raramente cresce più velocemente dell'offerta di beni e servizi, i prezzi rimangono più o meno stabili. Ma non per questo i debitori dovevano considerarsi nei guai.
Dal 1800 al 1913, quando infine venne fondato il settore bancario centrale in America, i prezzi salirono del 176%, dice Paolo Moreno. Nuove scoperte di oro in Alaska, Sud Africa e Australia aumetnarono l'offerta di moneta in modo significativo. Ma questo è niente perché nei 100 anni successivi, quando la cartamoneta è stata la "merce" più emessa dal Tesoro degli Stati Uniti, i prezzi sono aumentati del 448%.
Bryan ottenne ciò che voleva, dopo tutto. Nessuno in America soffre per una moneta onesta e nessuno ripaga tanto quanto ha preso in prestito. Anche i contratti con clausole "aggiustate al CPI" non riescono a proteggere il creditore; i federali hanno previsto anche questo.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/
Lo metto qui tanto è uguale e poi chiudo
RispondiElimina@Andrea
Condivido tutto, ma non credo che questo sia il nwo
@Simone
È fazioso dire che un sistema basato sui metalli sia più onesto di un sistema alla "monopoli". Sono entrambe onesti solo che il primo non è pratico, e l'ho spiegato. L'oro è troppo poco, e affiancarlo a un secondo metallo, fino ad arrivare che ne so, ad un penta-metallismo è assurdo. I metalli possono essere usati per scopi più utili. Poi, non puoi dire che un ritorno ai metalli sia una scelta di libero mercato, ma è politica.
La distribuzione dell'oro fra i vari paesi è troppo diseguale, il Libano e la Svizzera sono i paesi con più oro per capita, e la Cina e l'India ne hanno poco, altri niente. Quindi come nel sistema "monopoli" bisogna ripartire quasi da zero e redistribuire. È una scelta politica eccome, se fossi la Cina o un altro paese non accetterei mai il gold standard, ma svilupperei un mio sistema monetario basato su moneta fiduciaria, tabacco, canapa, altri metalli o altro.
Hai un pregiudizio di fondo, hai la fobia della gente in giacca e cravatta. Il fmi va riformato, deve essere una associazione di stati sovrani che creano una moneta comune anelastica per favorire il commercio internazionale.
@gdbarc
Forse lo penso solo io ma la moneta deve essere anelastica, e l'oro ci va quasi vicino. Quelli che sono elastici e dinamici sono la produzione e la popolazione. Come dicevo nel commento precedente, molti sostengono un sistema in cui, se aumenta la produzione deve aumentare anche la moneta. La logica vorrebbe che se diminuisce, lo deve fare anche la moneta, distruggendola ma non lo dicono. Anzi, chiedo più moneta per aumentare la "crescita".
@tutti
Un sistema "monopoli" è onesto e pratico, ma ha un problema politico e forse teorico (l'essere anelastico), un sistema metallico ha gli stessi pregi e difetti ma non è pratico. C'è una alternativa ai metalli più pratica, ed è il "monopoli", non voglio convincere nessuno, faccio solo lo scassaballe di turno per portare qualche riflessione in più.
Vediamo di chiarirci Massimo, altrimenti andremo avanti fino alla fine dei tempi. :)
RispondiEliminaCredo che sia chiaro a tutti che viviamo in un mondo imperfetto, proprio perché l'essere umano è imperfetto (non siamo né onniscenti, né onnipotenti, né moralmente perfetti). Quindi ci ritroveremo ad assistere a situazioni in cui alcuni individui si ritroveranno ad agire per il proprio tornaconto a scapito di altre. Il nostro obiettivo, o perlomeno quello del libertarismo e della Scuola Austriaca, è quello di minimizzare gli effetti di questo agire scellerato.
Dovremmo quindi perseguire un mondo in cui le imperfezioni sono ridotte al minimo, ed essere saggi a tal punto da non credere alla perfezione. Le società messianiche conducono solo alla tirannia.
Questo significa che paragonare qualsiasi sistema monetario alla perfezione è sbagliato (anche il gold standard). La perfezione non è un'opzione che possiamo scegliere, quindi dovremmo soppesare gli effetti che comporterebbe un gold coin standard (in cui una persona non potrebbe emettere biglietti se non in possesso d'oro) rispetto ad uno standard calato dall'alto dagli stati. Il tasso di inflazione, ad esempio, sarebbe di gran lunga inferiore in un gold standard con riserva bancaria al 100% rispetto ad uno standard di moneta fiduciaria gestito da banchieri centrali attraverso banche commerciali a riserva frazionaria.
Mises difese il gold standard perché lo considerava come il fondamento delle nostre libertà. Perché? Perché l'oro è costoso da estrarre e le spese di estrazione riducono il tasso di inflazione monetaria. Anche Mises sosteneva che il gold standard non fosse perfetto, ma i suoi effetti sono meno deleterei di uno stato che emette denaro o di un cartello bancario (concesso dallo stato) che emette denaro.
Gli effetti economici dell'oro sono molto più prevedibili perché sono più regolari. La geologia svolge una funzione di barriera all'inflazione monetaria in maniera più efficace di qualsiasi altra disposizione arrangiata dall'uomo. [cfr. The Theory of Miney and Credit, L. von Mises]
I boom saranno contenuti ed i bust meno devastanti, e tutta la redistribuzione coinvolta nell'inflazione/deflazione può essere pianificata in modo migliore. La natura è taccagna, ed è una benedizione quando si parla di moneta (presumendo che parliamo di un sistema legato ai metalli). Non avremmo bisogno dell'oro se, e solo se, avessimo la garanzia che lo stato o le banche non manometterebbero l'offerta di moneta per il loro tornaconto di breve termine.
Fintanto che esiste la tentazione, solo l'oro (o l'argento o il platino) potrà svolgere la funzione di protettore contro le politiche di inflazione di massa.
Cavolo,ho avuto un lapsus, ti ho chiamato Simone, vabbè. Comunque il punto era che i principii del gold standard non si discutono, ma che si può fare la stessa cosa e anche meglio con una moneta fiat.Tutto qui.
RispondiEliminamassimo, le riflessioni sono sempre le benvenute (parlo per me ma penso di interpretare il pensiero di tutti), anche scassaballe purche, come nel caso, provocatoriamente intelligenti.
RispondiEliminafacciamo finta che siano tutti buoni e disposti a rinunciare al potere e si trovi un miracoloso accordo nel senso da te indicato (il che comporta che dal giorno dopo tutti quelli del fmi e banche centrali e compagnia cantante dovrebbero andare a lavorare - ed ho detto tutto - mentre albergatori a davos o cernobbio dovrebbero cambiare mestiere).
io penso che una moneta assolutamente rigida finirebbe per compromettere gli scambi perche mancherebbe man mano che si accumula il risparmio. e non è soprattutto nellla produzione il mio appunto, ma nel rapporto tra risparmio e scambio. la moneta non puo essere del tutto anelastica. l appunto che fai all oro, di essere poco, è in fondo la relativa anelasticita in virtu della crescita avvenuta nel secolo scorso della popolazione mondiale. il che non sarebbe un problema, sol ove i tuoi 25 grammi valessero, che so e per dire, 10 milioni di banconote "ori". avere una certa elasticita non puo voler pero dire essere manipolabile. nel caso che tu suggerisci, ripeto: meglio di oggi, l accumulo del risparmio tenderebbe ad un processo spontaneo di creazione dal basso di un nuovo mezzo monetario, a meno che non sia proibito. il sistema metallico è onesto perche rispetta il principio etico che si guadagna solo col lavoro o con lo scambio. e non stampando ricchezza in monopolio. col gold standard questo principio etico è chiaro ed evidenziato. l aumentare della massa è pertanto legata a qualcosa di non manipolabile ma frutto di produzione. che poi il gold standard non è stata imposto dall alto, ma è stato scelto dalle persone. qui si è avuto il procedimento di formazione normativa dal basso: l oro è stato eletto dalla legge i quanto usato dalla gente. altro è imporre con legge alla gente quel che la gente non ha scelto. e la diffidenza verso questi signori ed il potere in generale, cravatta o saio o cappuccio od armatura, non è proprio un pregiudizio ma un post-giudizio. hanno abustao barando in gold standard, hanno sequestrato l oro, figurati che fanno con le figurine panini. detto questo, oggi la reintroduzione normativa del gold standard avrebbe, come dici, un sapore esclusivamente politico e regolamentatorio. ma come osservi giustamente, ci sta la canapa, il tabacco, e direi soprattutto olio e gas. e se io supportassi una moneta di mia emissione un basket di asset ,ad es con oro gas ed olio, ... chissa se avrei successo... allora penso che la cosa migliore sia un free banking, che consenta di lasciare liberta di emissione monetaria e liberta al mercato di recepire ed usare le monete che ritiene maggiormante consone. forse, e dico forse, si potra pagare un po in efficienza, a meno che non si ritenga che il mercato trovi gli aggiustamenti piu consoni e la concorrenza svolga il suo dovere. ma sicuramente, se un prezzo di efficienza fosse da pagare, sarebbe un costo di una polizza assicurativa di liberta contro gli abusi del potere. e qui siamo al dunque: come non premetterebbero quello non permetterebbero altro, osservi. ed hai ragione, infatti non permettono ne l uno ne l altro. ma "quello" dovrebbe essere una loro costruzione suicida, l"altro" sara una necessita di sviluppo naturale e spontaneo il giorno in cui la dittatura finanziaria fara cio che tutte le dittature hanno fatto: cadere fragorosamente sotto il peso di inefficienza, abusi e corruzione. in tale ottica, il bitconi (sul quale personalmente, potrei sbagliare, non punto molto: la sua potrebbe essere un affermazione di nicchia) è comunque da vedersi come un atto di resistenza.
sul nwo, sul quale mi sono espresso in passato, un altra volta.
saluti
Scusate, non riesco a capire, mi piacerebbe avere una spiegazione. Perchè il gold standard non dovrebbe avere un effetto deflattivo? Se in un tot di tempo raddoppia l'oro circolante nel mondo, mentre quadruplica la ricchezza prodotta, vorrebbe dire che la stessa quantità di oro (o di moneta rappresentante oro) compra il doppio dei beni.
RispondiEliminaForse in passato questo problema di disincentivo non si presentava perchè i più lavoravano in un regime di sussistenza? E/o perchè comunque la crescita del mercato era più lenta, tale da non scostarsi troppo da quella dell'oro?
Grazie per l'attenzione.
Alpha T
Ciao Alpha T.
RispondiElimina>Se in un tot di tempo raddoppia l'oro circolante nel mondo, mentre quadruplica la ricchezza prodotta, vorrebbe dire che la stessa quantità di oro (o di moneta rappresentante oro) compra il doppio dei beni.
E fu proprio questa caratteristica che lanciò gli USA alla ribalta. Come scrisse Rothbard in The History of Money and Banking in the United States: The Colonial Era to World War II:
«I dati del 1879-1896 erano molto simili a quelli della prima fase della presunta grande depressione (1873 – 1879). Ancora una volta, sperimentammo una fenomenale espansione dell’industria American e della produzione reale pro-capite. La ricchezza reale pro-capite riproducibile e tangibile salì al picco decennale della storia Americana nel 1880, al 3.8% l’anno. Il prodotto nazionale reale netto aumentò al tasso del 3.7% l’anno dal 1879 al 1897, mentre il prodotto nazionale netto pro-capite aumentò del 1.5 % l’anno.
Sia i prezzi al consumo che i salari nominali scesero di circa il 30% negli ultimi dieci anni dei greenback. Ma dal 1879-1889, mentre i prezzi continuavano a scendere, i salari aumentarono del 23%. Quindi i salari reali, dopo aver preso l’inflazione — o sofferto la sua mancanza — salirono.
Nessun decennio precedente o successivo produsse un tale aumento sostenibile dei salari reali.
Dal 1869 al 1879 il numero totale di stabilimenti industriali si alzò a malapena, ma il decennio successivo vide un aumento del 39.4%. Non sorprendentemente, un decennio di calo dei prezzi, aumento del reddito reale e guadagni corposi di interessi derivanti da enormi investimenti di capitale, garantirono guadagni futuri in termini di produttività.»
ciao alpha, forse tiri in ballo il mio commento. sicuramente avrebbe un effetto deflattivo, e cio non è un grave problema. è vero che oggi potrebbe essere piu di ieri, per i motivi che hai detto cui aggiungerei la crescita della popolazione mondiale. ma è anche vero che il mercato saprebbe supplire trovando sostituti (altre monete che siano asset backed o comunque a scelta dell utente). pensa una moneta come quella proposta da massimo (che pur teoricamente onesta, e presupponendo l onesta dell autorita) essendo finita, piu dell oro che ha comunque un ritmo di crescita, potrebbe portare col risparmio ad una stasi del commercio. anche perche se ci sta il corso forzoso non possono svilupparsi sostituti ove il mercato lo ritenesse necessario. ricapitolando, la deflazione puo essere, e sarebbe, un bene permettendo maggiore accesso ai beni. un blocco della circolazione degli scambi per mancanza di moneta, visot che si accumula il risparmio, ovviamente no. ed è questo il rischio nell ipotesi di una moneta a corso forzoso (non sostituibile) senza nessuna possibilita di crescita.
RispondiEliminaCredo che il problema di una crescita zero della base monetaria sia un falso problema, che non intaccherebbe per nulla gli scambi.
RispondiEliminaQuando la moneta era una merce e in particolare come il tabacco nell'america coloniale, ovviamente l'offerta non era finita e aumentava e diminuiva anche di molto. Con l'oro l'offerta era più stabile, ma nei tempi antichi l'offerta era negativa al contrario di oggi.
Se il problema è la crescita di moneta la si può far crescere di un 1-2% anche in sistema fiat, ma così si giustifica l'attuale assetto. In una moneta merce l'offerta può essere sia negativa e sia positiva.
Ma in una moneta fiat deve essere per forza a crescita zero. Ripeto, il problema della diminuzione degli scambi non sussiste, se aumenta il risparmio, aumentano anche i prestiti o no?
Per carità non sono un economista, posso sbagliare, non ho la presunzione come quelli della mmt che credono che si possano abolire le tasse e stampare a manetta.
100%fiat con crescita 2% circa era, grosso modo, l idea di m.friedman... ma così infatti sono arrivati i guai, dallo stimolo al modo di diffusione dell offerta monetaria.
RispondiElimina"se aumenta il risparmio, aumentano anche i prestiti o no? " boh, e che ne so, come si fa a sapere? probabilmente si, ma la suddivisione è incerta e
dipende dallo stock che la gente decide di tenere a disposizione. è vero che si potrebbe tenere oro od argento, od immobili. ma non parlo dei prestiti (che poi andrebbero suddivisi tra al consumo o per investimenti), ma di commercio: se poi la moneta che resta in circolazione, man mano che il risparmio aumenta, non dovesse bastare per gli scambi?
Visto che a suo tempo ho tradotto un bell'articolo di Schlichter sul tema dell'elasticità del denaro, vi rimando alla traduzione: Cosa Dà Valore al Denaro, e la Riserva Frazionaria E' una Frode?.
RispondiEliminaChe il denaro oggi si compone di pezzi di carta altrimenti senza valore o di voci immateriali elettroniche non è il problema. Ciò che conta è il processo di creazione di moneta e l'impatto sull'economia. Una volta che abbiamo capito questo processo è chiaro che l'elasticità dell'offerta di moneta è al centro del problema e che abbiamo ormai raggiunto un punto in cui la produzione ulteriore ed in accelerazione di queste forme di denaro è quasi una certezza.
RispondiEliminasembra che la proposta di massimo, se la realta fosse come la fantasia, allora potrebbe funzionare. è ovvio che con la cartamoneta non è la fiducia nel governo che conta ma è l obbligo imposto di accettarla ai fini dell estinzione dell obbligazione pecuniaria.
io ho invece espresso dei dubbi dati dal fatto che la moneta "finita" possa divenire ostacolo agli scambi (ripeto,dubbio). con i bitcoin pur finti anch essi il problema non si porrebbe perche non essendo a corso forzoso si potrebbe sviluppare in caso di necessita un alernativa concorrenziale.