I governi spesso perseguono questa strategia in tempi di stress economico per aumentare le esportazioni. Ma la svalutazione di un paese genera spesso quella di un altro, aumentando i timori di una guerra valutaria.
La storia ci dà motivo di preoccuparci perché le svalutazioni monetarie globali, che svolgono un'azione atta a "fregare il prossimo," contribuirono ad innescare la Grande Depressione che ebbe inizio nel 1929. [...]
L'icona degli hedge fund George Soros, presidente del Soros Fund Management, è sicuramente preoccupato. "Penso che uno dei maggiori pericoli sia ... una guerra delle valute," ha detto alla CNBC.
Ovviamente non tutti hanno da obiettare alle politiche allentate delle banche centrali, considerandole necessarie per stimolare la crescita. "Se quella che abbiamo è una guerra delle valute, ne abbiamo bisogno di più," ha detto Barry Eichengreen a Businessweek, un economista alla University of Berkeley, California.»
~ Businessweek: World 'Plunges Into Currency War', Dan Weil, MoneyNews, 25 Gennaio 2013.
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di Gary North
Reality Check (24 Gennaio 2013)
Il governatore della Banca d'Inghilterra è Mervyn King. Sta per essere sostituito dall'attuale governatore della Banca del Canada, Mark Carney.
Questa sostituzione non ha precedenti. Un uomo che non è un cittadino britannico finirà per gestire l'istituzione economica più importante del Regno Unito. Ancora più sorprendente, a Carney mancano ancora due anni per terminare il suo mandato in Canada. E' un pezzo grosso molto importante. E' membro del Consiglio di Amministrazione della Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI). E' membro del Consiglio della Fondazione del World Economic Forum, che si riunisce questa settimana a Davos, in Svizzera. Per 13 anni è stato un impiegato di alto livello della Goldman Sachs. Sorpresa!
Il 10 Dicembre, King ha tenuto un discorso all'Economic Club di New York. Nel suo discorso, ha rivelato molto sulle operazioni della Banca d'Inghilterra. Ha anche detto che cosa dobbiamo aspettarci dal 2013. Dato che è in procinto di lasciare la posizione, è stato molto più esplicito di quanto ci si potesse aspettare dal capo di qualsiasi grande banca centrale.
Nel suo intervento introduttivo, King ha detto che 30 anni fa lui e Ben Bernanke occupavano gli uffici uno di seguito all'altro presso il Massachusetts Institute of Technology. Essendo giovani, credevano che l'economia avesse risolto i problemi della Grande Depressione. Ha aggiunto questo: "Beh, ci siamo sbagliati."
Ha poi continuato dicendo che questa volta siamo scampati al peggio dei problemi degli anni '30, "grazie alle politiche di stimolo iniettate nell'economia mondiale dalle banche centrali e dai governi di tutto il mondo, anche se è giusto dire che una ripresa durevole si sta dimostrando sfuggente." Sicuramente. Ha poi descritto i problemi dell'economia attuale.
APPROFITTARSI DEL PROSSIMO
King ha sottolineato l'ovvio. In primo luogo, in Gran Bretagna il governo ha grossi deficit, quello che i Keynesiani chiamano stimolo. In secondo luogo, la banca centrale ha ampliato l'offerta di moneta per finanziare questi deficit. Ha evidenziato qualcosa che la maggior parte di noi non ha notato, e cioè che questa strategia ha creato un calo del 25% nel tasso di cambio medio della sterlina rispetto a tutte le altre valute. E' stato un calo molto significativo, ha affermato, il più grande dopo la Seconda Guerra Mondiale. Lo ha puntualmente definito "un guadagno di competitività." O per meglio dire, è stato un ritorno alle politiche della Grande Depressione note come "frega il tuo prossimo." Lui lo sa, e ne ha parlato in un secondo momento nel suo discorso.
Non ha funzionato. Non c'è stata nessuna ripresa graduale dell'economia e la produzione è stazionaria. Lo ha definito un pattern a zig-zag. Ma secondo lui la politica di svalutazione ha fatto aumentare le esportazioni britanniche. Ha affermato: fin quando il deprezzamento è andato avanti, è stato "molto efficace nello stimolare le esportazioni di beni verso il resto del mondo, le esportazioni verso l'area Euro sono di nuovo diminuite." Il motivo per cui le esportazioni sono diminuite è stata proprio la crisi della zona Euro. Ne ha parlato, ma non c'è dubbio che sappia esattamente quali siano stati i benefici per l'economia nazionale della Gran Bretagna: una sovvenzione per il settore delle esportazioni.
Questo è mercantilismo, e ha messo in chiaro nella prima parte del suo discorso che è stato benefico per la Gran Bretagna. In realtà, era l'opposto perché la maggior parte dei cittadini britannici ha dovuto pagare di più per i beni ed i servizi che acquistava, visto che doveva fronteggiare la concorrenza degli acquirenti esteri. Beni e servizi sono stati mandati all'estero, lasciando ai cittadini della Gran Bretagna una torta più piccola. Nel 1776 Adam Smith ci mise in guardia da questa pratica, ma i compari molto intelligenti che insegnavano economia presso il Massachusetts Institute of Technology ancora devono riuscire a comprenderlo.
Ecco la morale della favola. La politica monetaria di svalutazione della banca centrale, che viene adottata per fregare il prossimo, ha difatti fregato la popolazione che non faceva parte del settore delle esportazioni dell'economia nazionale.
Il problema della Gran Bretagna è che le banche britanniche sono fortemente esposte alla zona Euro. Le banche non hanno prestato ai governi. Hanno prestato alle imprese private nella periferia della zona Euro. In ogni caso, questa è la sua analisi.
Cosa può fare la Banca d'Inghilterra? Secondo lui può agire esattamente come sta agendo la Federal Reserve. In primo luogo, impegnandosi in ciò che definisce "un programma significativo di acquisti di asset." In altre parole, ha approvato l'inflazione monetaria.
In secondo luogo, ha adottato un programma chiamato finanziamento dei prestiti. La Banca d'Inghilterra garantisce alle banche commerciali in Gran Bretagna che coprirà ogni prestito concesso all'economia reale. Tale garanzia avrà una durata di quattro anni. In altre parole, si tratta di un sussidio diretto alle banche commerciali. Si tratta di un piano di salvataggio delle grandi banche.
In terzo luogo, ci ha informato che le banche devono incrementare il loro investimento di capitale poiché quello attuale è sopravvalutato; e questo è un problema che pende ancora sulla testa della Banca d'Inghilterra. Ha affermato: "Questi problemi sono tutti gestibili. Non c'è niente di più inscindibile della necessità delle nostre banche di raccogliere più capitale. Ma per quanto fosse gestibile, non è stato fatto." Traduzione: doveva essere fatto, ma non è stato fatto.
Ha fatto poi riferimento a quello che chiama il paradosso della linea di politica. Si riferiva alle banche centrali in generale.
Ma il problema che abbiamo di fronte si chiama paradosso della linea politica. Vale a dire, quella che sembra la cosa giusta da fare nel breve periodo per dare sostegno alla domanda aggregata è assolutamente l'opposto di quello che dobbiamo fare nel lungo termine.
Amen. Questa è la grande sfida, questo è il problema che calceranno lungo la strada il più a lungo possibile.
E la grande sfida della politica monetaria è quella di capire a che punto è ragionevole passare da una politica di sostegno nel breve termine ad una politica di aggiustamenti necessari di lungo periodo, perché il Regno Unito, e credo anche l'economia mondiale in generale, ha bisogno di spostarsi in una nuova posizione di equilibrio.
In altre parole, il mondo intero è gestito dalle banche centrali che si stanno concentrando su problemi a breve termine, e le soluzioni che stanno offrendo sono l'opposto di quello che dovrebbero fare. Ciò che bisogna fare richiede la stabilizzazione del denaro, e questo è quello che non viene fatto. Devono passare ad altre politiche, ha detto, ma si rifiutano di farlo.
Naturalmente, la frase su una nuova posizione d'equilibrio è una stupidaggine. Non esiste un equilibrio, se non quello nei libri di testo i quali astraggono la realtà. Quest'ultima invece è pregna di cambiamento, e l'equilibrio si applica solo in un mondo in cui tutti sanno il futuro, in cui non ci sono né profitti e né perdite. L'equilibrio è un'assurdità conveniente che usano quasi tutti gli economisti per spiegare il cambiamento economico, ma l'ipotesi alla base del concetto è che l'equilibrio si trova sempre al di fuori della storia. E', quindi, del tutto irrealistico. King ha usato questo linguaggio perché è imprigionato nella sua esperienza presso il Massachusetts Institute of Technology.
Ha espresso questo commento: "Alla vigilia della crisi finanziaria, il patrimonio complessivo delle banche negli Stati Uniti sfiorava appena il 100% del PIL annuale. Nel Regno Unito gli asset delle nostre banche andavano oltre il 500% del PIL, quasi a livello di Svizzera e Irlanda. [...]" Cosa? Le banche svizzere avevano possedimenti nel range di cinque volte il PIL totale di tutto il paese? E si suppone che dobbiamo fidarci della saggezza dei banchieri svizzeri? Non io.
Ha continuato:
La vostra economia e la mia devono essere riequilibrate. Ma tale necessità non si limita a quei paesi che in precedenza avevano grandi deficit commerciali. Infatti, secondo le leggi dell'aritmetica, ci deve essere qualche altro paese che ha bisogno di un ri-equilibrio. In questo contrasto tra paesi in surplus e in deficit, è un problema che passa in secondo piano. Non è un problema nuovo. E' stato un problema discusso a lungo a Bretton Woods nel 1944. Sin da allora non è stata trovata alcuna soluzione.
SCIOCCHEZZE KEYNESIANE
Quanto detto sono sciocchezze Keynesiane. Non c'è bisogno di riequilibrare le economie per quanto riguarda il commercio estero ed i flussi di capitale, come non c'è bisogno di riequilibrare il commercio ed i flussi di capitale tra i cittadini del Nevada e quelli dello Utah, o tra i cittadini del Vermont e quelli del Massachusetts. L'unica ragione per cui i Keynesiani ed i funzionari governativi parlano della bilancia commerciale e della bilancia dei pagamenti -- delle relative eccedenze e passività -- è perché cercano di pianificare l'intera economia. E' una cosa inutile. Devono lasciare che l'economia sia libera, e lasciare che i singoli individui decidano cosa vogliono fare con i loro soldi.
Se i proprietari di beni e servizi vogliono comprare qualcosa al di là di una linea invisibile -- un confine di stato -- cosa c'è di male? Se vogliono comprare qualcosa al di là di una linea invisibile chiamata confine nazionale, cosa c'è di male? E' un problema solo per le banche centrali, perché i banchieri centrali cercano di controllare i tassi di cambio. Cercano di fregare il loro prossimo.
I pianificatori centrali hanno difficoltà a pianificare le decisioni prese da singoli proprietari di beni e servizi, i quali decidono di effettuare scambi gli uni con gli altri. Per il libero mercato non è un problema; invece è un problema per i pianificatori economici Keynesiani.
Questo mi porta alla dichiarazione di King che è stato ampiamente citata dai media finanziari. Ha a che fare con la pianificazione centrale Keynesiana. Per il libero mercato non è un problema. Lo è solo per i pianificatori centrali. Ecco cosa ha detto:
Queste sfide sono gestibili, ma lo saranno solo se si interverrà, e ad oggi è necessario. In caso contrario, la mia preoccupazione è che nel 2013 vedremo una pesante gestione dei tassi di cambio come alternativa all'uso della politica monetaria con tassi di interesse a livelli molto bassi, con bilanci orientati verso una spesa eccessiva, e con l'incapacità della politica monetaria di rinviare a tempo indeterminato la regolazione necessaria per arrivare al riequilibrio; probabilmente sarà necessario qualche altro meccanismo, però mese dopo mese vedrete crescere il numero di paesi che registrerà un aumento della gestione dei tassi di cambio (per spingerlo, ovviamente, in basso).
Che cosa significa? Una guerra valutaria. Significa approfittarsi delle politiche monetarie del prossimo. Significa inflazione di massa al fine di forzare in basso il valore internazionale della moneta di una determinata nazione. Significa una corsa verso il fondo. In breve, vuol dire adottare le stesse politiche che la Banca d'Inghilterra ha adottato nel 2008, e che King ha definito un vantaggio per la Gran Bretagna. Beh, se due possono giocare a questo gioco, possono farlo anche una dozzina.
Questo è mercantilismo, ma senza le limitazioni imposte da un gold coin standard internazionale e nazionale. Togliete il fattore di contenimento rappresentato da persone che potevano recarsi presso loro banche locali e richiedere oro in cambio della valuta in deprezzamento, e otterrete il quadro esatto del mondo moderno. Avrete uno squilibrio degli scambi e uno squilibrio dei pagamenti.
TROPPO GRANDI PER FALLIRE
Poi ha continuato a discutere di quell'argomento tanto amato da noi lettori: le banche troppo grandi per fallire. Alle pagine 18 e 19 della trascrizione, c'è riportata una delle storie più significative che abbia mai sentito da un banchiere centrale. Copertura dei media finanziari? Zero. Cito parola per parola, perché questa è davvero dinamite. E' venuto fuori nella sessione domande e risposte.
Bene, vorrei iniziare con un aneddoto avvenuto durante il picco della crisi, ad una riunione del G7 a Tokyo durata circa tre ore. Si fece tardi e avremmo dovuto trascorrere la notte lì, quindi i governatori delle banche centrali andarono a cena. Io proposi di conversare anche durante la cena, facendo un buon uso del tempo a Tokyo. Ne rimasero entusiasti e mi chiesero quali questioni avevo da proporre. Al che dissi: "beh, perché non parliamo di quello che succederebbe se una mattina andassimo in ufficio e ricevessimo una telefonata in cui ci verrebbe comunicato il default della Goldman Sachs? Cosa potremmo fare a riguardo?" Lo presero come uno scherzo. Troppo difficile come domanda, era meglio andare a cena. (Risate)
Il tipo è un vero cabarettista.
Non stava esagerando. I banchieri centrali del mondo non possono letteralmente concepire che cosa farebbero se Goldman Sachs andasse fallita. Metterebbe a rischio l'intera economia mondiale. È per questo che i governi e le banche centrali non lasceranno che Goldman Sachs fallisca, ed è per questo che Goldman Sachs si dedica ad una speculazione ad alto rendimento ma anche ad alto rischio: i manager sanno che sarà salvata. Questo si chiama azzardo morale, ed è fondamentale per l'economia moderna.
CONCLUSIONE
La teoria economica Keynesiana non si focalizzava sulla politica monetaria, ma piuttosto sulla politica fiscale. Invocava enormi disavanzi pubblici per superare le recessioni. Ora abbiamo proprio questi deficit in tutto l'Occidente, in Giappone e in Cina.
La politica monetaria è sempre stato un pensiero secondario nel sistema Keynesiano originario. I Keynesiani moderni sono giunti alla conclusione che la banca centrale deve aumentare l'offerta di moneta per finanziare i deficit nazionali con bassi tassi di interesse. Ma l'espansione monetaria di oggi è arrivata ad un livello considerato incomprensibile prima del 2008. Non è giusto dare la colpa a John Maynard Keynes. Né a lui né a nessun altro che abbia mai immaginato il tipo di deficit considerati accettabili oggi. In una economia durante la guerra, gli economisti tengono la bocca chiusa, e le banche centrali inflazionano. I governi impongono controlli su prezzi e salari. Ci sono enormi carenze di beni e servizi. Ma tutto questo viene fatto in nome della guerra, in nome della vittoria sul nemico. Non s'è mai visto nulla di simile in tempo di pace, sin dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, in ogni nazione industriale.
Le grandi banche sono troppo grandi per fallire. Le banche centrali saranno sempre lì a salvarle. I governi chiederanno alle banche centrali di salvarle. Ma per finanziare tale piano di salvataggio, le banche centrali dovranno creare moneta fiat. Questa è la grande minaccia. Non ci sarà più un ritorno al cosiddetto equilibrio di prima. King lo sa e anche Bernanke. In assenza di una dichiarazione politica esplicita che mostra come i banchieri centrali faranno tornare le nazioni all'equilibrio precedente, riducendo la base monetaria di due terzi, dovremmo concludere che nessuno al vertice crede sia possibile. Tutte le chiacchiere su un vecchio equilibrio sono stupidaggini.
Bon voyage, Mervyn King. Vorrei poter dire lo stesso a Ben Bernanke.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/
"Cosa? Le banche svizzere avevano possedimenti nel range di cinque volte il PIL totale di tutto il paese? E si suppone che dobbiamo fidarci della saggezza dei banchieri svizzeri? Non io."
RispondiEliminaperche? mi sfugge il senso. almeno ci sta qualcosa a fronte dei depositi, tenuto conto dei crediti inesigibili all attivo. di certo quest accumulazione degli assets è per altri aspetti, di cui abbiamo parlato spesso, deleteria.
la bce cerca, anche se invano, di restringere la massa monetaria. la aumenta meno degli altri, ma poi si trova l euro in aumento e l economia in difficolta. insomma, la guerra delle valute è li. stanno cercando di evitarne l esplosione, consapevoli delle conseguenze.
ma il sistema è struturato in modo tale da renderla quasi inevitabile.
L'equilibrio in medicina si chiama omeostasi ed è per definizione instabile e mutevole nel tempo. Un medico non deve mai dimenticarlo quando dosa una terapia in base alla età ed al peso del paziente.
RispondiEliminaInvece, qui si parla di equilibrio come fenomeno statico. Immutabile. Statico come status quo e come stato.
Questi banchieri centrali sono pazzi e forse molti di loro sono pure convinti di quello che fanno. No. Non ci credo. Non conosco nessuno a certi livelli che non sappia esattamente ciò che fa. Fanno ciò che gli conviene. Fanno ciò che devono fare perché così garantiscono a se stessi la conservazione dei privilegi.
Sono sociopatici. Non ci possono essere dubbi. Ahinoi!
Oggi Obama ha proposto di alzare lo stipendio orario minimo da sette dollari e mezzo a ben nove dollari.
Aumenterà i disoccupati. I nove dollari se li mangera' l'inflazione. Farà l'elemosina coi soldi degli altri.
Un socialdemocratico di destra o di sinistra pensa e propone sempre le stesse fregature.
Aumenti nominali e svalutazioni reali.
Ma continuerà sempre ad avere un lungo e vasto seguito come benefattore della povera gente. Che tale rimane e rimarrà intrappolata nella propria povertà e contenta del sostegno del piccolo padre statale.
Prepariamoci al peggio. Come sappiamo.
Una vera rivoluzione oggi sarebbe convincerci tutti spontaneamente e dal basso a ridurre i prezzi a parità di servizio per contrastare l'inflazione ed aumentare o almeno conservare il potere d'acquisto della currency.
RispondiEliminaMa è utopia perché la currency è nata apposta per essere stampata facilmente ed incanalata verso i gestori della stampante ed i loro sodali.
Perciò laddove il libero e consapevole mercato provasse di sua sponte a ridurre i prezzi si ritroverebbe ad usare uno strumento sbagliato e corrotto, inadatto allo scopo.
Più probabile un controllo dei prezzi pianificato dall' alto. Ma sarebbe la fine di qualsiasi favola sulla libertà.
Sono davvero pessimista oggi. Corriamo verso un peggioramento delle nostre ed altrui condizioni di vita ed è quasi impossibile saltare giù da questo caravanserraglio. E tanti vogliono pure che si accelleri. Va a finire che mi ritiro nell' orticello. Lo dico ma tanto so già che l'inquietudine me lo impedirà.
Ciao gdbarc.
RispondiEliminaCredo che North in quel passaggio si riferisse al totale degli asset posseduti dalle rispettive banche centrali, i quali erano gonfiati artificialmente. Ovvero, bisogna ricordare che nominale e reale sono due cose ben distinte. E' per questo che poi aggiunge: "E si suppone che dobbiamo fidarci della saggezza dei banchieri svizzeri? Non io."
Per quanto riguarda la guerra delle valute, quella a cui lo zio Mario non vuole credere (o si gira dall'altra parte), ora verranno ascoltati i mercantilisti e le loro ricette volte a sovvenzionare esportazioni (come vanno sbraitando alcuni accademici come quello nell'articolo introduttivo) o a erigere una politica protezionista. Errori vecchi di secoli ma più vivi che mai.
Ma come diceva Milton Friedman, "non esiste qualcosa come un pasto gratuito." E i giapponesi lo stanno imparando sulla loro pelle, o più in generale, lo impareranno ancora una volta sulla loro pelle gli abitanti di una determinata nazione in cui vengono adotatte politiche svalutative. La gara è partita, Abe è in testa al momento.
E infine, i banchieri centrali avranno successo...
...nel distruggere il denaro fiat. :P
Ciao Andrea.
RispondiElimina>"Ma continuerà sempre ad avere un lungo e vasto seguito come benefattore della povera gente. Che tale rimane e rimarrà intrappolata nella propria povertà e contenta del sostegno del piccolo padre statale.
Prepariamoci al peggio."
Anche perché non credo potremmo aspettarci di meglio quando i cosiddetti dirigenti politici e gli imprenditori al loro seguito fanno la stessa cosa più e più volte aspettandosi risultati diversi. Einstein li avrebbe definiti degli idioti.
Un esempio tra tanti: Alitalia. La compagnia era fallita, eppure lo stato italiano le concesse denaro per continuare ad operare. Ora è di nuovo sull'orlo della bancarotta, ma ancora una volta si interviene per sostenerla artificialmente. E, sorpresa sorpresa, Air France è uan di quelle compagnie aeree a rischio bancarotta.
Tanto ci sono quei fessi dei contribuenti, pronti a ficcarsi in quelle aule puzzolenti di scuola e scarabocchiare qualche foglio colorato con una crocetta da demo-analfabeti, che pagheranno il conto.
...e se infine i contribuenti andranno in bancarotta? Orrore! :'D
RispondiEliminaDico: "Non vado a votare"
Dice: "Guarda che poi non puoi protestare"
Dico: "E perché no? Pago le tasse più alte del mondo e non posso aprir bocca?"
Dice: "Votare è un dovere civile"
Dico: "Non legittimare i cialtroni, che ci hanno condotto a questo punto è un dovere morale"
Dice: "Ma se non voti nulla può cambiare"
Dico: " Invece se voto...ho una probabilità su più di 40 milioni di contare qualcosa"
Dice: "Ma se non votasse nessuno che succederebbe? Sarebbe il caos...l'anarchia!"
Dico: " Appunto amico, appunto"
Stefano G.
Ciao Stefano G.
RispondiEliminaI liberali temono più di ogni altra cosa lo statalismo. Lo stato onnipotente. Uno stato ipertrofia che abusa del suo potere legislativo, esecutivo, giudiziario.
I liberali monarchici accettano lo stato minimo e lo stato di diritto.
Oggigiorno bisogna essere pragmatici al massimo e puntare alla impotenza dello stato. Se no posso evitarlo che almeno non faccia altri danni. Io punto a limitarne la capacità' di danneggiare la gente. Punto alla paralisi. Voterò' per l'ingovernabilità' e perciò' contro tutti affinché' nessuno vinca.
Spero di farcela.
Vuoi aiutarmi?
Ciao heavymetal,
RispondiEliminache dovrei fare? Ammesso che ci sia qualcosa da fare...
Stefano G.
L'avete visto Serpico? E' la storia di un poliziotto di New York che entra in un corpo di polizia corrotto.
RispondiEliminaLo fanno entrare perché pensavano fosse uno di loro. Ma si sbagliavano, lui non voleva prendere mazzette. E' chiaro fin dall'inizio come sarebbe finita: gli spareranno in faccia. E' un giro che rende una barca di soldi ad un sacco di gente e se non ci vuoi stare stai attentando al flusso di guadagni di un sistema consolidato. Non sopravviverai. Ti fanno fuori.
Come mai non è mai esistito un partito (degno del nome) che abbia perseguito il fine della liberalizzazione totale delle droghe, tanto per fare l'esempio piu' eclatante. Auguri a chi vuole provarci.
Solo i Talebani, che democratici non sono, sono andati contro corrente vietando veramente le droghe. Li hanno scagliato contro i Mastini della Guerra, tutte nazioni democraticissime... all'apparenza.
L'economia del mondo si regge sui proventi del mercato della droga.
RispondiEliminaUn mercato nero. Stracolmo di liquidità.
Come il sangue.
Ricordo benissimo la sigla finale con la lunga passeggiata serale di Serpico con il suo cane, in una qualche strada di New York. Chissà se nel suo silenzio assorto pensava quello che dice Francesco: è un sistema-trappola-prigione: prendere o lasciare. Non si può cambiare.
RispondiEliminaEcco la morale di tutte le storie umane;
non è che la stessa prova del passato;
prima la Libertà e la Gloria-
quando ciò viene a mancare
Ricchezza, Vizio, Corruzione-
Barbarie infine - e la Storia
con tutti i suoi volumi non ha
che un'unica pagina.
Byron
Stefano G.
Esistono sistemi economici tra loro compatibili sulla base del costo del lavoro, welfare raggiunto, protezione ambientale, infrastrutture, e sistemi economici incompatibili con questi come quelli dei Paesi emergenti (Asia). Il lasciare liberi gli scambi tra tutti questi sistemi economici provoca degli spostamenti produttivi e quindi di PIL dai Paesi avanzati a quelli in via di sviluppo. L'importanza di questi spostamenti dipende dalle dimensioni delle economie che vanno ad intersecarsi, nella situazione attuale, se la Cina al posto di avere 1.300.000.000 di abitanti ne avesse 20.000.000 gli spostamenti di PIL che causerebbe sarebbero trascurabili rispetto al PIL totale dei Paesi occidentali economicamente evoluti, quindi l'assorbimento e la crescita economica della Cina causerebbe danni sopportabili e limitati nel tempo. Purtroppo le dimensioni attuali della Cina provocano cali e spostamenti di PIL dai Paesi occidentali alla Cina nell'ordine di oltre 1.000 miliardi di dollari annui, e la cifra è in continuo aumento. A fronte di una bilancia delle partite correnti cinesi ampiamente positiva (+ 210 miliardi) i cinesi hanno bloccato il loro tasso di cambio in modo da non vedersi rivalutare il renmimbi, truccando quindi le carte nei confronti degli altri Paesi e impedendo il riallineamento delle valute sulla base della domanda e dell'offerta. Inoltre l'avanzo annuo delle partite correnti i cinesi, sempre per non dover affrontare problemi di riallineamento valutario, lo investono in titoli di Stato dei Paesi debitori mantenendo così inalterata la loro competitività. I Paesi occidentali per poter far fronte alla concorrenza dei Paesi emergenti sono costretti a diminuire i salari, il welfare e a ridurre gli investimenti in infrastrutture innescando così una fase recessiva che troverà la fine solo quando vi sarà un riallineamento tra la competitività dei Paesi occidentali e quella dei Paesi emergenti, cosa questa, che per le enormi differenze dimensionali tra loro, avverrà tra non meno di 20/30 anni. Se si osservano i sistemi economici del nostro pianeta come un unico grande sistema potremmo anche dire che va bene così, e che nel lungo periodo vi sarà alla fine una maggior crescita complessiva per tutti, se invece la nostra visuale riguarda solo i sistemi economici occidentali, è ovvio che il discorso cambia, è ovvio che una drastica riduzione di reddito per un periodo di tempo così lungo non lo vuole nessuno e che per evitare che avvenga è necessario stoppare la crescita dei Paesi emergenti basata sulle esportazioni verso i Paesi occidentali. In parole povere dal 1998 in poi, anno in cui i Paesi emergenti sono entrati nel WTO è cominciata la crisi economica occidentale e questa ha innescato la crisi finanziaria che è nata con la deregulation approvata da Clinton per creare ricchezza artificiale con cui sopperire al calo di PIL dovuto all'apertura verso i Paesi emergenti. La genesi è questa, gli effetti pure, le conseguenze avrebbero potuto essere differenti se gli Stati avessero ridotto la spesa pubblica in misura proporzionale al calo di PIL senza innescare la corsa al debito che, per periodi di recessione di lunghissimo periodo, come questo, è pura follia. Le manovre di politica monetaria accompagnano l'economia reale, non la possono sostituire, e quindi forme di continue iniezioni di liquidità nei sistemi economici quando manca la competitività necessaria per far ripartire l'economia è come fare assistenzialismo puro, è come garantire il "salario di cittadinanza" voluto da Grillo, è come mantenere il paziente vivo sotto la tenda ad ossigeno sapendo che però questo non potrà mai farlo guarire.
RispondiEliminaQuindi?
RispondiEliminaBello il commento su zerohedge: elezioni italiane, la più grande sconfitta di GoldmanSachs.
RispondiEliminaCiao heavymetal.
RispondiEliminaChissà perché MPS ha ciuso per eccesso di rialzo, eh? :'D