Bibliografia

sabato 16 febbraio 2013

La Fantasia del Giorno: Riformare il Sistema Bancario

Un'altra fantasia che pervade l'aere è quella che vuole l'Inghilterra come una nazione priva di problemi economici e finanziari. Non so per quale motivo, ma il pensiero popolare ha confuso il ragionamento economico con il folklore fiabesco. Leggiamo.
«[...] Gli economisti della Royal Bank of Scotland hanno detto che gli ultimi quattro anni hanno prodotto la peggior performance economica in un periodo di pace sin dal 1830.
Stephen Boyle, responsabile presso la Royal Bank of Scotland, ha detto che l'ultima volta che l'economia versava in condizioni talmente tristi fu subito dopo la Prima e la Seconda Guerra Mondiale, quando il PIL scese di due cifre.
"Oltre a questi, il periodo 2008-12 ha visto uno dei cali più grandi sin dall'ascesa al trono della regina Vittoria. E' la peggiore performance economica almeno dal 1830, al di fuori delle distruzioni del dopoguerra," ha riferito al Daily Telegraph. "E' peggio del 1920, e soprattutto peggio della Grande Depressione." [...]

I dati ufficiali rilasciati alle 9:30 mostrano che l'economia del Regno Unito non è cresciuta affatto l'anno scorso, a causa degli scarsi risultati degli ultimi tre mesi del 2012.
Gli esperti affermano che l'economia si è contratta nell'ultimo trimestre, e per i produttori inglesi è stato l'anno peggiore sin da quando è scoppiata la crisi finanziaria.
Tony Dolphin, capo economista presso l'IPPR, ha detto che non è necessariamente una recessione a triplo fondo, ma l'economia rimane in crisi. [...]

Quello che sappiamo, però, è che l'economia sta affrontando una triplice crisi:. stagnazione, debito e squilibrio".»
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di Gary North


Reality Check (22 Gennaio 2013)

Le grandi banche sono immuni alle riforme o alla regolamentazione. Controllano la Federal Reserve fin da quando ha aperto i battenti nel 1914. Il Congresso si rimette nelle mani della FED. Quindi, il sistema bancario non cambia molto. Non c'è mai una riforma significativa.

Oggi, le 12 grandi banche commerciali statunitensi detengono il 69% dei depositi. Se pensate che sia stato il libero mercato a dirigere questa allocazione, siete vittima della teoria economica Keynesiana. La centralizzazione continua senza sosta. Tutte le chiacchiere sulla "democrazia" del Congresso sono semplicemente una forma di auto-illusione.

Woodrow Wilson, il cosiddetto riformatore, firmò il Federal Reserve Act del 1913, approvato nelle ultime ore prima della pausa di Natale. Lo firmò due ore dopo che il Senato approvò il disegno di legge.

Il guaio era fatto.

Sin da allora i guai si sono moltiplicati.

Ci sono tre approcci principali per portare avanti una riforma del settore bancario: l'approccio Austriaco (porre fine alla FED: standard monetario basato su metalli preziosi deciso dal libero mercato), l'approccio monetarista (ridurre la regolamentazione bancaria: denaro fiat), e l'approccio Greenback (nazionalizzazione delle banche: denaro fiat). Questi approcci verranno discussi solo dopo il default di Washington.



RICHARD FISHER: MONETARISTA

Richard Fisher è il presidente della Federal Reserve Bank di Dallas, una banca centrale regionale di proprietà privata che opera sotto il monopolio concesso dal governo degli Stati Uniti. Quest'anno, è membro del Federal Open Market Committee (FOMC). Il FOMC sul sito web del Federal Reserve System viene definito come ente governativo.

Fisher è il monetarista solitario del FOMC. E' un discepolo di Irving Fisher (nessuna parentela), l'economista di Yale le cui teorie monetarie vennero adottate da Milton Friedman. Quest'ultimo lo definì il più grande economista americano. In un precedente articolo, ho spiegato come Irving Fisher fosse un pazzo totale. Era un razzista ed un eugenista di primo piano. Credeva che il governo avrebbe potuto utilizzare la scienza per contrastare gli effetti negativi della razze mentalmente e moralmente inferiori che si riproducono più rapidamente dei bianchi.

Richard Fisher ha scritto questo discorso elogiativo sulla teoria monetaria di Irving Fisher.

Nei primi venticinque anni del XX secolo, Irving Fisher era uno degli economisti più famosi d'America. Ma, purtroppo, la maggior parte degli americani di oggi non ne ha mai sentito parlare. Anche se la sua fama tra la popolazione è sbiadita con gli anni, all'interno della professione economica è costantemente aumentata. Fisher (nessuna parentela con il sottoscritto, anche se mi sarebbe piaciuto rivendicare l'accesso al suo patrimonio genetico) fu un pioniere in molte aree teoriche e tecniche dell'economia, le quali oggi sono alla base della politica della banca centrale. Tale risultato è derivato dalla creazione di indici per misurare la media dei prezzi, la base di tutte le politiche monetarie attuali.

Ludwig von Mises in The Theory of Money and Credit (1912) dedicò molte pagine per confutare le teorie monetarie di Fisher. E qui mi tocca fare il verso a Richard Fisher: "Ma, purtroppo, la maggior parte degli americani di oggi non ne ha mai sentito parlare."

Fisher ha ragione quando dice che la reputazione di Irving Fisher è stata ripristinata tra gli economisti di professione. Ho descritto questa riabilitazione definendola una guerra del mondo accademico contro il denaro di libero mercato.

Richard Fisher è stato un avversario di Ron Paul.

Come ho detto, Richard Fisher è da quest'anno un membro del FOMC. Cos'è il FOMC? Ecco una descrizione dal sito della Federal Reserve.

Il Federal Open Market Committee (FOMC) è composto da dodici membri – i sette membri del Consiglio dei Governatori della Federal Reserve; il presidente della Federal Reserve Bank di New York; e quattro dei rimanenti undici presidenti delle Reserve Bank, che a rotazione annuale prendono il loro posto nella Commissione. I posti a rotazione sono riempiti dai seguenti quattro gruppi di Banche, un presidente per ciascun gruppo: Boston, Philadelphia, e Richmond; Cleveland e Chicago; Atlanta, St. Louis, e Dallas; Minneapolis, Kansas City, e San Francisco. I presidenti delle Reserve Bank senza diritto di voto partecipano alle riunioni della Commissione, partecipano alle discussioni, e contribuiscono alla valutazione dell'economia e delle opzioni politiche.

Il FOMC tiene otto incontri l'anno. Durante queste riunioni, la Commissione esamina le condizioni economiche e finanziarie, determina l'orientamento adeguato della politica monetaria, e valuta i rischi di lungo periodo per la stabilità dei prezzi e la crescita economica sostenibile.

Avviso: i membri del governo, cioè quelli nel Consiglio dei Governatori, hanno un voto di maggioranza se votano in blocco. Di solito lo fanno. Si noti inoltre che la FED di New York ha un voto permanente, ed è qui che risiede il potere tra le 12 banche regionali FED.

Con queste premesse, vorrei analizzare un discorso tenuto il 16 Gennaio in cui Fisher parla delle banche che sono troppo grandi per fallire.

Mentre lo leggete, ricordate una cosa: Fisher è la cosa più vicina ad un economista di libero mercato nel FOMC.



TENERE L'AMERICA IN OSTAGGIO

Fisher fa poi riferimento "all'ingiustizia dell'essere in ostaggio di grandi istituti finanziari ritenuti troppo grandi per fallire, o TBTF in breve." Descrive la situazione in maniera corretta. Il problema nasce quando propone la soluzione. Invoca un crollo delle grandi banche mediato dal governo. Non crede che la concorrenza del libero mercato sia sufficientemente in grado di farlo. In questo aspetto, somiglia ai suoi mentori: Irving Fisher e Milton Friedman.

Ritengo che tali istituti, a causa del loro status privilegiato, estraggono una tassa ingiusta dal popolo americano. Inoltre, possono interferire con la trasmissione della politica monetaria ed inibire l'avanzamento della prosperità economica della nostra nazione.

Vuole liberare "la trasmissione della politica monetaria." Che razza di politica sarebbe questa? Non una di libero mercato, che si ottiene attraverso la concorrenza ed una libera entrata nel business. Infatti è una politica della FED, che ha iperinflazionato ad hoc la base monetaria sin dal 2008. In realtà non è una linea di politica; non c'è teoria che la sostenga.

Da dove prendono il loro status privilegiato? Dove hanno origine tutti gli status privilegiati: dallo Stato. Allora, perché non revocare semplicemente questo status privilegiato? Perché non sarebbe scientifico, secondo Irving Fisher.

In questa volontà di lasciar fallire le banche è solo nel FOMC, e lo sa.

La convenzione della Federal Reserve richiede che io enunci una sorta di dichiarazione di responsabilità: parlo solo a nome della Federal Reserve Bank di Dallas, non per gli altri associati con la nostra banca centrale. Di solito è abbastanza evidente. In molte cose, il mio staff ed io abbiamo opinioni molto diverse da quelle di tanti dei nostri stimati colleghi nel Federal Reserve System. Oggi, "esternerò liberamente e senza riserve le mie percezioni" sul tema dei TBTF, senza voler mancare di rispetto ad altri che possono sostenere punti di vista diversi.

Problema: se gli altri punti di vista hanno portato all'ingiustizia delle grandi banche, una mancanza di rispetto è d'obbligo. Ma Fisher è un giocatore ben pagato che preferisce il gioco di squadra. E' una voce isolata, ma educata.

Afferma quanto segue:

Tutti sanno che gli istituti finanziari ritenuti troppo grandi per fallire sono stati l'epicentro della crisi finanziaria 2007–09. In precedenza si consideravano come delle isole sicure in un mare di rischio, sono invece diventati i promotori dello tsunami finanziario. Ora che la tempesta si è placata, riteniamo che sono una delle ragioni principali per cui la politica monetaria accomodante e le politiche del governo non sono riuscite ad incidere in modo adeguato sulla ripresa economica.

Quei "tutti" di cui parla Fisher non hanno potuto opporsi ai salvataggi di fine 2008 del Segretario del Tesoro Hank "Goldman Sachs" Paulson. Il FOMC ha fornito un bilione di dollari affinché le grandi banche superassero il momento difficoltoso. Successivamente ha aggiunto altri $800 miliardi o giù di lì. Il FOMC ha dichiarato di volerne aggiungere molti di più: $85 miliardi al mese.

Quando si sovvenziona un fallimento, si otterranno molti più fallimenti. E' una questione di domanda e offerta.

Il Congresso ha pensato di affrontare la questione dei TBTF con il Dodd – Frank Wall Street Reform and Consumer Protection Act. Lo scopo di questa legge era impedire la formazione di nuovi TBTF. Sosteniamo che la Dodd–Frank non abbia fatto abbastanza per limitare le banche TBTF e che, a conti fatti, la legge ha solo peggiorato le cose. Riteniamo che, nel breve periodo, le parti della Dodd–Frank abbiano spento ulteriormente la crescita economica già debole, facendo aumentare l'incertezza normativa in settori chiave dell'economia degli Stati Uniti. Ha sicuramente avvantaggiato molti avvocati e ha creato nuovi strati di burocrazia. Nonostante la sua buona intenzione, è stata controproducente.

Sono d'accordo. Il Congresso non migliora mai le cose, anzi le peggiora.

Perché mai Fisher si dovrebbe fidare del giudizio del Congresso? Ma si fida, come vedremo. Pensa che il Congresso abbia approvato riforme di successo.

Permettetemi di definire ciò che intendiamo quando parliamo di TBTF. La definizione della FED di Dallas è: società finanziarie i cui proprietari, gestori e clienti si credono esenti da processi di fallimento. Tali imprese catturano il lato positivo delle loro azioni, ma evitano in gran parte quello negativo – fallimento e chiusura – violando uno dei principi fondamentali del capitalismo di mercato (almeno come dovrebbe essere praticato negli Stati Uniti). Tali imprese godono di sovvenzioni rispetto ai loro concorrenti non TBTF. Sono quindi più propensi al rischio nella loro ricarca di profitti, protetti dalla presunzione che il fallimento è un risultato altamente improbabile.

E' una buona definizione. La domanda è questa: come hanno ottenuto tale posizione? E' una politica sanzionata dal governo. L'hanno ottenuta perché il Congresso ha rimesso tutto nelle mani della FED, senza fare domande.

Il fenomeno dei TBTF è il risultato di una politica implicita (ma data ampiamente per scontato) del governo, il quale accorerà in aiuto di proprietari, dirigenti e creditori di un istituto finanziario ritenuto talmente grande, interconnesso e/o complesso che il suo fallimento potrebbe danneggiare sostanzialmente il sistema finanziario. Ridurre l'esposizione di un'impresa TBTF alle sue perdite, indebolisce la disciplina che le forze di mercato impongono normalmente nell'economia.

Chiedo: perché non invertire tale politica? Risposta: perché i dirigenti del governo vogliono il controllo.

La disciplina di mercato è stata ulteriormente erosa dalle estensioni della rete di protezione federale: oltre alle banche banche commerciali, ne hanno usufruito anche i loro affiliati non bancari. Inoltre, il consolidamento delle sovvenzioni nel settore (incoraggiato dal governo federale nelle acquisizioni di Merrill Lynch, Bear Stearns, Washington Mutual e Wachovia) ha perpetuato e ampliato il peso delle società finanziarie ritenute TBTF. Ciò riduce la concorrenza nel credito.

Corretto. Quindi, cosa si può fare al riguardo? "La Dodd–Frank non ha fatto abbastanza per limitare i vantaggi delle grandi banche. Infatti, data la loro complessità, li ha involontariamente aumentati." Abbastanza corretto. Cosa si può fare?

La regolamentazione ha fallito e lo ammette. La Dodd-Frank ha fallito. Cosa fare?

Ha un piano.



IL PIANO DELLA FED DI DALLAS

Basta ri-definire cosa copre il FDIC e limitarlo al credito tradizionale. Niente più copertura per i credit default swap, niente più copertura per i derivati.

In poche parole, si raccomanda che gli istituti finanziari TBTF vengano ristrutturati in entità multiple. Solo le successive operazioni ridimensionate delle nuove banche commerciali – e non degli affiliati nel settore bancario ombra o della società controllante – andrebbero a vantaggio dell'assicurazione federale sui depositi e dell'accesso alla finestra di sconto della Federal Reserve.

Si noti questo passaggio: "vengano ristrutturati." Viene nascosta la questione centrale: Chi lo deve fare? Chi deve assumersene la responsabilità? "Chiunque sia pronto a subire tutte le conseguenze non intenzionali di un tale cambiamento, si alzi in piedi per favore." Come disse Ben Stein in Ferris Bueller's Day Off, "Qualcuno? Nessuno?"

Fisher descrive poi l'enorme concentrazione di ricchezza nelle grandi banche.

In base al terzo trimestre 2012, ci sono circa 5,600 organizzazioni bancarie negli Stati Uniti. La maggior parte – circa 5,500 – sono banche comunitarie con un patrimonio al di sotto dei $10 miliardi. Queste organizzazioni rappresentano il 98.6% di tutte le banche, ma posseggono solo il 12% del patrimonio totale del settore bancario. Un altro gruppo formato da circa 70 organizzazioni bancarie – con un patrimonio tra i $10 miliardi ed i $250 miliardi – rappresenta l'1.2% delle banche, e possiede il 19% del patrimonio totale del settore. La parte restante, le megabanche – con un patrimonio tra i $250 miliardi ed i $2.3 bilioni – è composto da soli 12 istituti. Questi colossi reappresentano circa lo 0.2% di tutte le banche, ma posseggono il 69% del patrimonio totale del settore.

La legge 20-80 di Vilfredo Pareto al confronto sembra una democrazia di massa.

Come è possibile una deviazione simile dalla legge 20-80? Due parole: Federal Reserve.

I 12 istituti che attualmente posseggono il 69% del patrimonio totale del settore sono i cosiddetti TBTF, a causa del pericolo che potrebbero rappresentare per il sistema finanziario e per l'economia se una o più di essi finirà nei guai. Al contrario, se uno degli istituti finanziari nel 99.8% finisse nei guai, la cosa verrebbe risolta con una successione della proprietà ed un minimo intervento governativo.

I proprietari delle piccole banche sanno che non saranno salvati. Le loro banche saranno inghiottite. Le loro azioni cadranno a zero in pochissimo tempo. Queste persone hanno i propri interessi. Si adopereranno per evitare di finire nel baratro.

I proprietari ed i manager di un istituto bancario operano in base alla convinzione che la loro attività è soggetta ad un processo di fallimento che funziona in tempi ragionevolmente rapidi e trasferisce la proprietà e il controllo ad un'altra entità bancaria? C'è un gruppo di azionisti in grado di esercitare una forza di contenimento sui rischi che si assumuno i top manager delle banche? I manager possono essere sostituiti e può essere spazzato via il valore della proprietà? L'impresa è controllata dai suoi proprietari o invece dai suoi manager? Inoltre ci chiediamo: in che misura i creditori non assicurati dell'ente bancario possono imporre una certa disciplina in materia di gestione del rischio?

Le piccole banche falliscono. Ma non ne falliranno molte.

Le banche comunitarie hanno spesso alcuni azionisti significativi che posseggono una parte considerevole della loro ricchezza legata al destino della banca. Di conseguenza esercitano un controllo sostanziale sulla gestione, in quanto la potenziale chiusura e il rischio sono temi di vitale importanza per loro. Dal momento che le banche comunitarie traggono la maggior parte dei loro finanziamenti dai depositi assicurati dal governo federale, sono semplici e non complesse nella loro struttura patrimoniale e raramente hanno creditori non assicurati e non garantiti. "La disciplina di mercato" sul management si esplica prevalentemente attraverso gli azionisti.

Le mega-banche non hanno vincoli comparabili.

Questo è un peccato perché il loro fallimento, se fosse permesso, potrebbe perturbare i mercati finanziari e l'economia. Riteniamo che le banche TBTF non siano state lasciate fallire. Sapendo questo, il management di queste banche può, in larga misura, scegliere di resistere alla consulenza e all'orientamento degli sforzi delle autorità di vigilanza bancaria, la quale tenta di imporre una certa disciplina. E per le banche TBTF, la disciplina di mercato attraverso gli azionisti ed i creditori è limitata.

I dirigenti la fanno franca. "Avere milioni di azionisti ha disinnescato la loro capacità di monitorare le strategie aziendali che sono redditizie per il management, anche se non necessariamente per gli azionisti."

C'è un enorme sussidio a disposizione di queste banche enormi.

Recenti stime della Banca dei Regolamenti Internazionali, ad esempio, suggeriscono che la garanzia statale fornisce alle grandi banche degli Stati Uniti una maggiorazione media del rating del credito di più di due tacche, riducendo così il costo del finanziamento medio di un punto percentuale rispetto ai loro concorrenti più piccoli. Il nostro amico della Banca d'Inghilterra, Andrew Haldane, stima che l'attuale sussidio implicito ai TBTF sia nel range dei $300 miliardi l'anno, ovvero, per i 29 istituti globali identificati dal Financial Stability Board (2011) come "di importanza sistemica."[9] Mettendo in prospettiva tale sovvenzione annuale, tutte le banche degli Stati Uniti nel 2011  hanno registrato un utile di $108 miliardi.

In caso di crisi, la sovvenzione arriva alle stelle. Non ci sono limiti. I governi intervengono, mettono in prima linea il loro credito per prendere in prestito da altre banche. Poi salvano quelle in difficoltà. Fisher non menziona la portata di questi salvataggi.

Pensavate che Lehman Brothers fosse un problema?

Si consideri il triste caso della Lehman Brothers. Più di quattro anni dopo, il fallimento della Lehman non è  stato ancora risolto completamente. Secondo il 10-K del 2007, la Lehman operava con 209 filiali in soli 21 paesi ed aveva passività per un totale di $619 miliardi. Con questi parametri, la Lehman era un giocatore piccolo rispetto a qualsiasi altro dei Big Five. Se la Lehman Brothers fosse stata troppo grande per una soluzione del settore privato, nonostante sia ancora una gatta da pelare, cosa possiamo dedurre circa i Big Five?

La soluzione della Dodd-Frank? Nazionalizzare la banca insolvente.

La Dodd - Frank risponde a questo quesito. In base alle disposizioni dell'Orderly Liquidation Authority, un istituto finanziario di rilevanza sistemica riceverebbe finanziamenti dal Tesoro degli Stati Uniti nel periodo in cui le sue operazioni debbano essere stabilizzate. Si tratta di una semi-nazionalizzazione, solo in una veste nuova e non testata. A Dallas, consideriamo la proprietà pubblica dei nostri istituti finanziari, anche a titolo "temporaneo," una chiara distorsione dei nostri principi capitalisti.

Ma qual è l'alternativa? In questi giorni, F&A: fusioni ed acquisizioni.

Un alternativa sarebbe quella di trovare un altro istituto finanziario di importanza sistemica che acquisisca quello fallito. Abbiamo già sperimentato questa strada. Non fa altro che aggravare il problema, ampliando il rischio degli istituti superstiti più grandi. Inoltre, continuare a forzare matrimoni tra giganti a spese del contribuente peggiora lo svantaggio di finanziamento in cui versano le restanti 99.8% -- le banche piccole e regionali. Fondere gli istituti di grandi dimensioni è una forma di discriminazione che favorisce le banche TBTF ingombranti e pericolose a scapito di quelle disciplinate e oculate.

La FED di Dallas ha un altro suggerimento.

La nostra proposta è semplice e facile da capire. Può essere realizzata con una minima modifica legale e attuata con il minimo intervento del governo. Richiede subito che la rete di protezione federale venga applicata solo al settore bancario commerciale tradizionale. In secondo luogo, richiede la dichiarazione, attraverso informazioni semplici e chiare, che la rete di protezione federale venga applicata solo alla banca commerciale ed alla sua clientela, e mai e poi mai ai clienti di qualsiasi altra filiale. Le attività bancarie ombra degli istituti finanziari non devono ricevere il sostegno dei contribuenti.

In breve, si basa sul presupposto che il FDIC sia legittimo: l'assicurazione federale per le banche fallite.

Che c'entra il libero mercato?

Dice che c'è bisogno di regolamentazione.

Ci rendiamo conto che rimuovere l'inerzia dei clienti e le abitudini dei dirigenti degli istituti bancari TBTF possa richiedere molti anni. Durante tale periodo, le banche TBTF potrebbero gettare i semi di una nuova crisi finanziaria. Per queste ragioni, potrebbero essere necessarie azioni supplementari. I TBTF dovrebbero essere ridimensionati e ristrutturati in modo che le banche commerciali supportate dalla rete di protezione possano essere efficacemente disciplinate dalle autorità di regolamentazione e dalle forze di mercato. E ci saranno probabilmente restrizioni aggiuntive (o eventualmente divieti) sulla capacità di spostare attivi o passivi da un affiliato bancario ombra ad un affiliato bancario all'interno della holding.

Il suggerimento di base è questo:

Con la nostra proposta, solo la banca commerciale avrebbe accesso all'assicurazione sui depositi FDIC ed ai prestiti della finestra di sconto forniti dalla Federal Reserve. Queste due caratteristiche della rete di protezione diventerebbero, per legge, non disponibili per qualsiasi affiliato bancario ombra, veicolo speciale di investimento della banca commerciale o holding della società madre.

Ma aspettate! Ce l'abbiamo già! "Questa è in gran parte la tesi attuale -- ma in teoria, non in pratica. E l'approvazione è considerata improbabile."

Fatemi capire bene. Le leggi non vengono applicate, quindi abbiamo bisogno di più leggi.

Per rafforzare lo statuto e la sua credibilità, ogni cliente, creditore e controparte di ogni affiliato bancario ombra e della società madre dovrebbero accettare e firmare un nuovo patto, una dichiarazione di trasparenza che riconosce il proprio status non protetto. Una tale comunicazione informativa necessita di maggiore spiegazione:

Questo duplice passo dovrebbe rimuovere il sussidio implicito ai TBTF e le relative operazioni bancarie ombra. Entità, diverse dalle banche commerciali, hanno impropriamente beneficiato di un'implicita rete di protezione. La nostra proposta promuove la concorrenza alla luce della disciplina di mercato e delle normative, andando a sostituire lo status quo delle agevolazioni e dei rischi eccessivi.

Come indicato in precedenza, un po' di intervento del governo potrebbe essere necessario per accelerare l'istituzione di un'efficace disciplina di mercato. Noi crediamo che le forze di mercato debbano essere considerate come la scelta migliore, per quanto possibile. Tuttavia, le forze radicate degli oligopoli, in combinazione con l'inerzia dei clienti, verranno superate solo attraverso una ri-organizzazione (approvata dal governo) ed una ristrutturazione dei TBTF. Quando si concede un sussidio è quasi impossibile toglierlo. Quindi, potremmo avere bisogno di una spinta utilizzando un po' di intervento del governo per ri-allineare gli incentivi e ristabilire un panorama competitivo.

Quindi, il sistema ha protetto le banche TBTF. Deve essere rivisto. Bisogna dire alle banche TBTF: "Niente più aiuti."

Ogni otto settimane, Fisher viene messo in minoranza 11 a 1. Ricorda molto Giovanni Battista che grida nel deserto...

Se 12 grandi banche controllano il 69% dei depositi, dove sta il potere politico?

Pensatela in questo modo: allo stato attuale, il 99.8% delle organizzazioni bancarie in America è soggetto alla disciplina normativa o a quella di azionisti/mercato per contenere il rischio di comportamenti scorretti (i quali potrebbero minacciare la stabilità del sistema finanziario). Lo 0.2% non lo è, e la loro stessa esistenza minaccia la stabilità economica e finanziaria. Inoltre, per contenere tale rischio, le autorità normative e molte piccole banche sono legate a nodi legali e giuridici (un costo enorme per loro ed un grande costo indiretto per la nostra economia). Se l'amministrazione e il Congresso possono trovare un accordo su leggi che riguardano l'1% dei contribuenti (come è accaduto due settimane fa), sicuramente possono elaborare una soluzione meno complessa e molto più efficace della Dodd-Frank per lo 0.2% delle banche.

Capito? "Se l'amministrazione e il Congresso possono trovare un accordo su leggi che riguardano l'1% dei contribuenti (come è accaduto due settimane fa), sicuramente possono elaborare una soluzione meno complessa e molto più efficace della Dodd-Frank per lo 0.2% delle banche."

Sicuramente, Fisher vive in un mondo di fantasia politica.

È giunto il momento di cambiare il paradigma decisionale. Dovrebbero esistere altre soluzioni ai problemi attuali rispetto alle uniche due che conosciamo: salvataggio o fine del mondo economico così come lo conosciamo. Entrambe le scelte sono inaccettabili.

Il tempo giunse nel Dicembre del 1913, quando venne firmato il Federal Reserve Act. E' stato tutto in discesa sin da allora.

La prossima crisi finanziaria potrebbe costare più di due anni di produzione economica, sostenuti da milioni di contribuenti americani. Tale costo deve essere pesato in relazione ai presunti benefici di conservare lo status quo dei TBTF. Secondo noi, il rimedio è ovvio: porre fine ai TBTF re-introducendo le forze di mercato, e in tal modo porre allo stesso livello tutti gli istituti bancari.



CONCLUSIONE

Fintanto che si parla di fantasia politica, lasciatemi avanzare la mia opinione. Il Congresso apre la seduta discutendo questa legge: Il Federal Reserve Act del 1913 è ora abrogato. Tutto qui. Otto parole e una data.

Se si desidera un libero mercato nel settore bancario, basta approvare questa legge: il governo degli Stati Uniti termina da adesso tutte le connessioni e il sostegno con il Federal Deposit Insurance Corporation e la National Credit Union Administration.

Il libero mercato rappresenterà una sorta di agenzia di regolamentazione.

Questa è la soluzione di Mises. Non quella di Fisher: Irving o Richard.

Ma è troppo radicale, secondo Fisher. Ron Paul era troppo radicale, secondo Fisher. I monetaristi sono come i ragazzi del coro dei predicatori Keynesiani. Ci viene detto che non potremo mai tornare alla libertà monetaria, che non potremo mai tornare alla concorrenza bancaria senza il FDIC. Il dolore sarebbe troppo grande. Il tasso di disoccupazione! I fallimenti delle banche!

Siamo nella trappola dei banchieri centrali. Una volta dentro, non possiamo uscirne, secondo loro. Gli economisti bancari ci dicono che una volta che si cede alla banca centrale, è per sempre. Non possiamo tornare alla libertà, in cui il mercato alloca i prestiti bancari. Questa è la Linea del Partito.

Il mercato finirà per spezzare questo controllo, ma non sarà indolore. Il mercato imporrà una riforma: le banche TBTF andranno in bancarotta e il sistema bancario tornerà al 20-80.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


20 commenti:

  1. C'è poco da dire... La mia generazione è completamente fottuta.

    Ed il paradosso (misconosciuto) è che viviamo "gli anni del consenso" (DeFelice docet).
    E prestissimo ne avremo ulteriore riprova.

    Sob!

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  2. dice il saggio: basta una piccola verita per far crollare una grande menzogna.
    agire sulla giusta leva, e tutto il castello di carte cade...

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  3. come si diceva ieri: basta modificare la premessa, l punto di vista iniziale. e tutto poi cambia. quello delle banche centrali è la questione piu importante

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  4. Ma guardano tutti da un'altra parte...

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  5. Ok gdbarc.
    Aveva ed ha ragione Ron Paul: END THE FED.
    Questa sarebbe la leva.
    Smaschera l'origine ed il ruolo delle banche centrali e tutto il sistema verra' giu'.
    Mises docet. Come al solito.

    Mi sono letto i pezzi di Oppenheimer ed un altro sulla differenza tra stato e governo. Ed ho scoperto Zomia, oggi un luogo ideale.

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  6. Francesco, non centra assolutamente nulla ma devo comunicarti l'ennesimo residuo vomitevole di retorica collettivista e socialista emergente, niente popò di meno, dalle righe dell'esimio Guido Rossi sull'editoriale del Sole 24 ore dall'emblematico titolo"l'eredità di dworkin e il rischio del Cesarismo". Ti invito al leggerlo soprattutto quando, nel tentare di coniugare il pensiero universalista del filosofo con la genesi della crisi attuale, afferma che tra le cause "indiscutibili" della crisi in questione è univocamente accettato (da lui) che vi sia " l'ideologia liberistadel mercato efficiente che si autoregola ed equilibra, ispirato alla teoria del laissez faire".

    Vorrei che tu commentassi una presa di posizione cosi netta su un quotidiano di livello nazionale...

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  7. Nessuna meraviglia. Il capitalismo clientelare va sempre dal politico più disponibile ad intervenire contro il mercato e per lo status quo.

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  8. Ciao Luca.

    Perdonate la mia assenza ragazzi, ma ieri è stata una gioranta "maledetta" per me. Giè ero passato attraverso la traumatica esperienza diretta del terremoto dell'Aquila, ci mancava solo quest'altra botta vicino casa a scassarmi i coglioni.

    A parte questa digressione, direi che quell'articolo è la copia esatta delle tesi che Stiglitz va sbandierando dal 2001. Il fallimento del mercato, una maggiore regolazione, il capitalismo a letto con la corruzione, ecc.

    Sul fallimento di mercato:

    Domanda 1): Dove, nel mercato reale, esiste informazione "perfetta" e non asimmetrica? Se vai dal panettiere lui sa sicuramente molte cose sul suo prodotto di cui tu non hai idea. Dal meccanico? Peggio. Quando vai a fare un colloquio di lavoro non ne parliamo... è la fiera della menzogna. Secondo questa linea di ragionamento dovremmo vivere in un "fallimento di mercato" continuo (tra l'altro, fallimento rispetto a cosa? Al videogioco in cui tutti sappiamo tutto e massimizziamo funzioni quantificabili e sommabili in un "benessere nazionale"; in quell'universo il sistema perfetto sarebbe il socialismo pianificatore.). E invece il mercato funziona. Come mai? Perché l'asimmetria informativa è una caratteristica fondante del mercato, i prezzi di mercato non sono qualcosa che si può scostare o meno da un "ottimo" di "perfetta concorrenza" conosciuto (non si sa come) dagli economisti ma sono segnali che diffondono la conoscenza. [cfr. The Use of Knowledge in Society]

    In sintesi il mercato serve per diffondere informazioni tramite il meccanismo dei prezzi (in un mercato non ostacolato) e quindi è lo strumento per livellare l'asimmetria informativa.

    Capitalismo clientelare: prendiamo ad esempio la riforma sanitaria di Obama. L'azzardo morale si ha quando chi ottiene i benefici di una "certa cosa" può scaricare i costi su una persona terza. Gioco al casinò, se vinco mi tengo i profitti, se perdito mi faccio pagare dal contribuente. In pratica la riforma Obama va proprio nella direzione di creare ancora più azzardo morale nel settore obbligando tutti ad acquistare un'assicurazione e sussidiandola. In questo modo le assicurazioni riescono a "vendere" le loro assicurazioni a prezzi maggiorati ottenendo una rendita e gli assicurati "a rischio" ottengono la loro assicurazione a spese del contribuente. Di chi è la colpa quindi?

    L'attento lettore saprà cosa farsene delle puttanate in salsa Vendoliana di Guido Rossi e correrà a rileggersi The Wealth of Nations. ;)

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  9. non mi fate parlare di guido rossi: sto sempre a dire che bisogna comportarsi in modo tale da dover necessariamente essere presi sul serio, in modo educato e misurato. dunque, dopo aver contato sino a 10 ci provo: inizia una brillante carriera di giurista e prova ad affermare, nel suo bel libro "Persona giuridica, Proprieta, Rischio d impresa; giuffre 1967", che tutt oggi il rischio è legato alla responsabilità. un supporto all ideologia del falso capitalismo manageriale. letto in gioventu. interessante, a quel tempo, ne capisco il senso nella maturità. alla fine trattasi di un peana per giustificare l elitismo del salotto buono, cercando di spiegare in molte pagine, perche nessuno ci crede ed occorre pur costruire una struttura giuridica esplicativa, che il sistema della corporate governance ancora oggi è legato al binomio rischio-responsabilita. sul tema, molto, ma molto, ma molto, piu interessante, di cui consiglio la lettura anche in chiave storica, il libro di Berle & Means, The Modern Corporation and Private Property, 1932
    (del quale posseggo la versione italiana) dove si enuncia compiutamente il concetto di proprieta passiva e si esplorano le modalita di relazione tra grande impresa e diritto societario. con riferimenti alla realta concreta del capitalismo usa. lì ho appreso, ad esempio, che l avvocato dei rockefeller, samuel calvin dodd, utilizzo il trust per aggirare l allora vigente divieto delle holdings (di qui l antitrust). certamente personaggio dell establishment finanziario, membro dei salotti buoni, anzi buonissimi. tanto da al contempo ricoprire cariche istituzionali e sospettato, fino ad essere indagato o denunciato (ma non sono al corrente delle sue situazioni perche non mi destano alcun interesse), per l ambiguita delle situazioni connesse ai ruoli ricoperti. il potere è potere, ed ha i suoi rischi. ma rossi è personaggio di rilievo, ed è indenne da vicende di basso profilo. infatti egli rappresenta, direi incarna, quell elitismo chic che coniuga, aggiungerei con somma incoerenza, una fittizia e formale verve eversiva, con una reale e formale partecipazione a tutti quegli esercizi del potere alto borghese che nei suoi scritti critica.
    uomo di certa cultura e modi, e di frequentazione di grandi poteri. ovviamente non gli si puo rimproverare di non fare quel che da solo egli non puo fare, tuttavia ricorda il motto del gattopardo, quel cambiare tutto per non cambiare nulla. lo ricorda in ogni sua manifestazione del pensiero, pensiero alla fine sempre sotteso, pur condito da una retorica socialista rivoluzionaria, (retorica ben vestita, per carita!!!) al mantenimento della concentrazione del potere in quell elite responable e rigorosa, fatta dai migliori (aristoi) di cui fa beatamente parte, densa di denaro e potere, e che sola puo guidarci in un mondo piu giusto. resta solo qunidi da capire, piccolo dettaglio, il perche quest elite non lo faccia veramente. alla fine, dunque, la sua appartenenza e la difesa sostanziale di quel sistema, stridono fortemente con gli attacchi retorici che ne fa. sino a poter dire che si tratta di attacchi assolutamente fasulli, di maniera, innocui. insomma, spogliato del suo spessore culturale, alla fine egli come tanti altri, seppur con piu belle parole, lancia un messaggio univoco: " è tutta colpa di berlusconi".

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  10. non resisto, una piccola glossa: non apprezzo chi sputa nel piatto in cui mangia. e mangia alla grande. egli è l attore, non puo fare anche il critico.

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  11. http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2013-02-17/leredita-dworkin-rischio-cesarismo-141634.shtml?uuid=AbE58FVH

    ecco il link, articolo di rossi senza senso, senza logica, senza inferenze, senza storia. frasi fatte, senza consecutio, senza relazione tra cause ed eventi. grands mots in liberta. basta dire "democrazia, liberismo selvaggio, eguaglianza" e si è subito grandi uomini. le idee di fondo, o pseudoidee, sono colpa del liberismo (che in realta sappiamo inesistente: risibile come rossi dica che la crisi è in specie in italia, che è il paese in specie meno liberale), e della finaziarizzazione (corresponsabilita sua insomma, dato che è uomo di finanza). infine come si legge, il nemico è il cesarismo, "è colpa di berlusconi"; e quando avevo scritto il commento precedente, non avevo ancora letto l articolo.

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  12. http://www.free-press-release.com/news-globalization-your-good-bad-and-evil-globalism-1331950417.html

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  13. E com'è che l'autorevolissimo e super partes Sole24ore arriva ad utilizzare questi mezzucci?
    ;D

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  14. il sole 24 ore è un giornale di scarsa, molto scarsa, attendibilità. ogni tanto ci sta un buon articolo, ma gli errori tecnico sono non solo una quantità enorme, ma soprattutto di una tale gravita ed ignoranza da risultare spesso comici. ora, capisco che spesso si tratta di giornalisti, e non di tecnici, ma a maggior ragione, ci vorrebbe piu cautela quando ci si addentra con presunzione a discorrere di diritto, interpretazione, in critiche alla corte costituzionale od alla cassazione. non perche questi ultimi organi siano immuni, ma va fatto con dovizia, non prendendo poi lucciole per lanterne e straparlando ignorantemente. vi assicuro, ne ho lette di eccezionali, da sbellicarsi! invece è molto bello, a parte qualche articolo (nulla è perfetto) e di gran valore l inserto della domenica. non sempre si è d accordo, ma le voci sono tante, provenienti da ogni parte, gli spunti sono molti ed ottimi, il panorama vasto. ci sono recensioni, rimandi, e l area culturale è vasta sia per settori che per teorie. ci si fanno ottime idee generali. forse l unica pubblicazione tra i quotidiani che vale la pena di leggere è l inserto domenicale del sole 24 ore

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  15. Da tecnico ti dico che la sezione "norme e tributi" è buona, vige la regola tra i tributaristi e commercialisti che la mattina non si entra a lavoro senza aver letto il Sole in questa sezione. Ci sono autori di grande spessore che discutono di diritto in modo eccellentemente professionale in modo scevro da condizionamenti ideologici o concettualmente aprioristici ma solo evidenziando lo "stato dell'arte" offrendo grandi contributi ai professionisti del settore.

    Poi arrivano gli editoriali dei vari Guido Rossi e Giuliano Amato che ci danno lezioni comparative sulle cause e sugli effetti delle crisi finanziarie e di quanto noi poveri farlocconi dediti all'austerismo debbano emulare gli Stati Uniti. Certo, a volte sono temperati da qualche estemporaneo intervento di Zingales,..ma non è sufficiente

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  16. Neo-tecnico....sono nel settore da pochissimo :))

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  17. luca, mi spiace ma non sono d'accordo. sicuramente la parte tributaria non è scevra di apporti discreti, d altra parte è la più importante nell ottica del giornale. ci sono sicuramente professionisti di rilievo che intervengono; sul settimanale "24 ore sanità" in materia di assistenza sanitaria, ho fatto anch io un paio di articoli :). il problema è che tutto è sullo stesso piano: le pagine da riempire sono tante, e tutto finisce in un unico indistinto calderone. senza verifica di qualita. questo vale, purtroppo, anche per molte riviste giuridiche, che devono uscire, riempire, vendere. la qualita ne risente. oramai non leggo più il giornale peraltro da molto tempo, ma anche le problematiche tributarie non sono esenti da errori. io, ahimè. sono un po meno giovane di te, sono stato abbonato molti anni. pensa che leggevo anche tutte le gazzette ufficiali: ordinaria, regioni, europa e corte costituzionale. oltre una decina di riviste giuridiche al mese, e libri. ora, a parte libri, nulla di quanto sopra, mi dedico ad altri argomenti. tanto gia so quello che scrivono. sono gli anni, null altro... sicuramente, dai tuoi bei interventi, si vede che hai le capacita, i numeri e la visione per andare ben oltre.
    ma io nel tempo ne ho lette di tutti i colori. in vari campi del diritto, anche piu specificamente in campo tributario. la questione dell irap e dei professionisti, ad esempio, è stata sempre trattata in modo grossolano. negli altri settori del diritto va peggio. la cosa piu brutta è che superficialita e prosopopea imperano. giudizi secchi su sentenze della corte costituzionale, motivati con igniranza abissale. ma il massimo è stato quando ho letto in un articolo sulla colpa del sanitario la definizione del principio del "favor rei": "l onere della prova sta in capo a chi si deve difendere" (conservo la copia). ora, il solo leggere una cosa del genere su un giornale, lo squalifica in modo assoluto. è semplicemente inconcepibile. mi sono formato su capograssi, scarpelli, galgano, hart, ascarelli, betti, falzea. su riviste come il foro italiano e contratto e impresa. vedere che il mondo tiene in considerazione "l esperto risponde" mi fa senso. nessuno pensa piu, bisogna avere le rispostine subito. il problema di cui si discute è sempre la velocita della giustizia, ma la qualita della giustizia non preoccupa nessuno. è un non problema? o forse è questione di pil?

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  18. io se non ho nulla da scrivere, non pubblico nulla. se non ho nulla da dire, non parlo. ma se scrivo è perche ho un idea da trasmettere, non per riempire carta ne per vivere (vivo con la professione e scrivo per hobby, nel poco tempo libero tra il lavoro e fare il papà). e non ho mai scritto per far girare il nome o per auto pubblicita di alcun genere. semplicemente me ne frego. il risultato, pero, è che tutte le cose, poche, che ho scritto, sono state sempre riconosciute e considerate molto bene. capisco che questo non puo essere il caso di un quotidiano. pero le fesserie enormi no, nè l arroganza. comunque, tu neo-tecnico lo devi leggere :)... ma a titolo informativo.
    poi pero filtrare, verificare. ed usare solo come base per successivi approfondimenti.
    sono certo, avendo apprezzato i tuoi commenti qui, che sai benissimo regolarti.

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  19. Gdbarc...ti reputo una persona informata e estremamente intelligente, il tuo ventaglio di conoscenze copre un raggio vastissimo e lo si evince dai tuoi commenti; per questo farò tesoro dei tuoi consigli come se fossero impartiti dal miglior professorone o tecnico qualificato. Già adesso il Sole costituisce il primo superficiale approccio allo svisceramento di tematiche che poi approfondisco compiutamente altrove.

    Scusa se mi sono posto con arroganza...lungi dal mio carattere farlo; o se ho dato l'impressione di erigermi a depositario del sapere specifico spezzando una piccolissima lancia a favore del giornale.

    In ogni caso alla prossima discussione su Freedonia. :)

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  20. grazie luca, dimostri sempre di essere una persona di grande valore.

    "pero le fesserie enormi no, nè l arroganza": era riferito al giornale, spero fosse chiaro :)

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