«Uno dei concetti importanti a questo proposito è quello di Albert Jay Nock, un grande pensatore libertario e seguace di Franz Oppenheimer. Nock ha coniato due concetti: ciò che ha chiamato “potere sociale” da un lato e “potere statale” dall'altro. Il potere sociale è essenzialmente quello di cui sto parlando: le energie produttive liberate dal mercato libero, tramite scambi volontari, dalle persone che interagiscono volontariamente e pacificamente. Il “potere statale” è parassitismo, sfruttamento e generalmente l'apparato di stato – tasse organizzate, regolamenti, ecc.. E Nock vide la storia essenzialmente come una gara fra il potere sociale e il potere statale. Nel periodo della rivoluzione industriale, per esempio, per varie circostanze il potere statale era minimo, e questo permise al potere sociale di aumentare vertiginosamente. E ciò che è accaduto nel ventesimo secolo è essenzialmente che il potere statale si è aggiornato; si sono infilati nella società ed hanno cominciato ancora una volta a paralizzarla.
In breve, l'avvento dell'industrialismo e la rivoluzione industriale ha irreversibilmente cambiato la prognosi per la libertà e lo statalismo. Nell'era pre-industriale, lo statalismo e il dispotismo poterono imperversare indefinitamente, contenti di mantenere i contadini al livello di sussistenza e di vivere della loro eccedenza. Ma l'industrialismo ha rotto i vecchi schemi; perché è diventato evidente che il socialismo non può far funzionare un sistema industriale e sta diventando gradualmente evidente che neanche il neo-mercantilismo e l'interventismo, a lungo termine, non possono far funzionare un sistema industriale. Il capitalismo del libero mercato, la vittoria del potere sociale e dei mezzi economici, non è solo l'unico sistema morale e di gran lunga il più produttivo; si è trasformato in nell'unico sistema possibile per l'umanità nell'era industriale. Il suo trionfo finale è quindi virtualmente inevitabile.»
~ Murray N. Rothbard
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di Jeffrey Tucker
Nel 1894, un gruppo di disadattati andò dall'Ohio a Washington, D.C. Avevano un piano da presentare alla classe politica, piano che avrebbe messo fine alla depressione economica scatenata dal Panico del 1893 e avrebbe garantito un futuro di prosperità per tutti. Il loro piano si basava sullo stampare quantità illimitate di denaro.
Sicuramente avrebbe risolto tutto! Dopo tutto, la maggior parte di queste persone sapeva esattamente cosa non andava con la loro vita. I loro terreni agricoli, una volta in piena espansione, erano crollati di prezzo. La loro terra era ormai sommersa, proprio come milioni di case dopo il 2008. Sarebbero stati stupidi a pagare quello che dovevano pagare, e comunque non avevano i soldi per farlo.
Avevano i banchieri alle costole. Questi ultimi possedevano i politici. I politici ed i banchieri erano connessi finanziariamente, e la colla che li teneva insieme si chiamava Wall Street. Tutti sembravano fare soldi tranne l'uomo della strada.
Fu da questa classe di agricoltori indebitati e scontenti che Jacob S. Coxey reclutò il suo esercito di attivisti politici. Coxey era un autodidatta eccentrico che credeva di aver scoperto il segreto del moto perpetuo economico. La mancanza di denaro era quello che irritava il paese. L'eliminazione di tale carenza avrebbe risolto tutto, e, soprattutto, avrebbe rimosso i banchieri, i capitalisti, ed i politici dai loro posti di potere.
Marciarono per mesi e mesi. Possiamo considerarlo il movimento Occupy dell'epoca, con la stessa retorica e le stesse idee stupide. L'unica differenza era nello stile. Mentre i membri del movimento Occupy indossano abiti tinti a nodi e cantano canzoni folk e rap, i seguaci di Coxey indossavano abiti distinti e cantavano "Onward, Christian Soldiers."
Nel 1894, il loro movimento era quasi deserto come una scuola il mese d'Agosto. Il Panico del 1893 fu duro, ma non colpì tutto e tutti. I politici lavoravano con Wall Street per estrarre abbastanza oro da mantenere solvibile il sistema bancario in generale, anche se molte banche fallirono. Gli stravaganti con teorie monetarie eccentriche, allora chiamati Free Silver Movement e successori del movimento Greenback, non riuscivano a farsi ascoltare. Nel 1897, l'economia si riprese pienamente e la minaccia dei seguaci di Coxey si attenuò.
L'intero incidente è riportato in dettaglio nelle prime pagine del grande romanzo di Garet Garrett intitolato The Driver, e-book della settimana presso il Laissez Faire Club. Come spiega il libro, il backgraound del Panico del 1893 non aveva nulla a che fare con la mancanza di denaro in quanto tale. In ogni panico finanziario, anche in presenza di iperinflazione, pare sempre esserci una carenza di denaro. In realtà, la carenza si registra nelle risorse necessarie per sostenere un boom artificiale.
Il libro racconta, inoltre, la vita dell'imprenditore Henry Galt, il quale non voleva avere niente a che fare sia con i seguaci di Coxey sia con banchieri e politici; voleva solo costruire grandi cose, e ci riuscì. Era l'autista. Nella prima scena in cui compare, nota qualcosa di importante riguardo alla folla di manifestanti a Washington. Queste persone erano disoccupate e ancora riuscivano a mangiare. Storicamente è un fatto senza precedenti, segno di un livello di benessere che la società non aveva mai conosciuto prima. Eppure... non è mai abbastanza.
Dietro alle crisi del XIX secolo c'erano bolle speculative alimentate da un insieme di forze familiari. I politici spinsero su progetti infrastrutturali, come le linee ferroviarie, che a loro volta incoraggiarono in tutto il paese una speculazione immobiliare selvaggia basata sulla speranza di prosperità e ricchezza. Questi investimenti speculativi erano supportati da un sistema bancario che la classe politica si era sforzata di sostenere in cambio della sua cooperazione nel comprare debito pubblico.
Il sistema incoraggiò gli investitori e le imprese ad accendere prestiti e ad ampliare le aspettative di profitti certi. Stavano seguendo i segnali economici: bassi tassi di finanziamento, denaro per tutti, un futuro pregno di aumento dei prezzi, e rendimenti futuri che sembravano garantiti. Poi un giorno, i segnali economici sarebbero cambiati e il sistema sarebbe crollato su sé stesso, rivelando gli errori imprenditoriali e le espansioni commerciali ingiustificate che non potevano essere supportati da una crescita economica reale.
Era un ciclo senza fine di boom e bust — nulla in confronto a ciò che sperimentiamo oggi, ma influenzò pesantemente alcune persone. La gente non capiva che era meglio stare fuori dai guai? Possiamo dire la stessa cosa oggi. Nel boom, la persone ai margini sembrano dei fessi che rinunciano a dei profitti facili. Anche se si sa che il boom è fasullo, non si sa quando finirà. Ognuno cerca di guadagnare finché può.
Tutto questo è successo prima che la FED entrasse in scena nel 1913. Infatti, la creazione della FED fu il passo finale di un lungo processo di intervento e di centralizzazione che aveva avuto luogo nel corso di decenni. Il gold standard della fine del XIX secolo era di gran lunga migliore rispetto al sistema attuale di moneta cartacea, ma non era un vero e proprio mercato. Le banche non erano aziende normali. Poiché i governi le consideravano degli importanti partner finanziari, erano più immuni alle forze di mercato rispetto a qualsiasi altra industria.
Ci sono altri pezzi del puzzle che spiegano il panico di quel periodo. Le sovvenzioni per lo sviluppo delle ferrovie e gli affari obbligazionari votati dalla classe politica agevolarono l'irresponsabilità finanziaria. Era lo stesso ciclo ancora e ancora: espansione di capitale, indebitamento e profitti elevati seguiti da un'improvvisa svolta nella direzione opposta. Le vittime gridano per essere salvate dalle conseguenze delle proprie decisioni. Il rimedio è sempre lo stesso: creazione di più soldi.
Infine, nel 1913, la classe politica ed i grandi banchieri ottennero ciò che volevano: un sistema protetto da una concorrenza reale e dal fallimento sistemico. Era una cosa che avevano sognato a lungo, ma non erano mai stati in grado di realizzare. Fu una vittoria delle classi più abbienti, ma venduta come un vantaggio per i seguaci di Coxey.
Avrebbero ottenuto il loro sistema di creazione di moneta. Le banche avrebbero ottenuto le loro garanzie. I politici avrebbero ottenuto un mercato affidabile per il loro debito. Infine, Wall Street, l'élite bancaria e il governo avrebbero tutti lavorato insieme in questo grande sistema chiamato "banca centrale."
Questo tipo di organizzazione ci ha condotto verso una prosperità senza limiti? In realtà, ha segnato gli ultimi giorni di una grande crescita economica nei 25 anni successivi alla fine della Guerra Civile. Fu sotto il gold standard, per quanto imperfetto, che abbiamo visto l'espansione economica più sorprendente della storia, un momento di cambiamento radicale verso la prosperità della classe media, il prolungamento della vita, una salute migliore ed una maggior benessere per tutti.
Il primo dono dell'età della banca centrale fu la Prima Guerra Mondiale. Il debito travolgente partorito da questa calamità ci ha portato nel corso del tempo al boom/bust del più grande panico nel mercato azionario (1929), seguito da 10 anni di estenuanti irreggimentazioni, una spaventosa spesa pubblica ed una corruzione dilagante, a cui fece seguito la Seconda Guerra Mondiale. La seconda metà del secolo si può riassumere in tre parti: guerra, debito, e stagnazione economica. Nel corso del secolo, l'inflazione ha devastato i soldi ed i risparmi della gente.
Quindi no, non è andata così bene.
Nel frattempo, i seguaci di Coxey sono ancora con noi, continuando a credere che tsunami di soldi risolveranno tutti i mali della società. Inoltre sono ancora con noi i banchieri che mendicano favori. Così come i politici che spendono i soldi degli altri. Così come gli speculatori che traggono vantaggio dal sistema boom/bust come meglio possono. Così come gli sviluppatori di infrastrutture che corrono dal governo ogni volta che finiscono nei guai.
L'unica differenza è che quello che una volta era un problema periodico, ora è diventato un modo di vivere.
Cordiali saluti,
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/
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Ciao Francesco.
RispondiEliminaOgni articolo di storia dimostra la chiave di lettura dell'autore. Ed ogni chiave di lettura e' percio' parziale. Ma aggiunge sempre qualcosa di utile a capire meglio.
Se leggiamo la realta' in termini politici vediamo gli ultimi 250 anni in un modo. Se li leggiamo con gli occhiali economici li vediamo in un altro. E poi dipende da quali occhiali usiamo. Quelli marxisti o quelli liberali? Quelli di Hoppe o quelli di Zagrebelski? Quelli delle scuole statali o quelli di Gary North?
Tutto sembra relativo. O confutabile. O falsificabile. E la verita' resta un mito.
Ecco, e' tutto qui: studiare studiare studiare e soprattutto avere sempre la mente aperta ma non vuota. E col maggior numero di dati possibile farsi una idea.
Capire soprattutto cosa e' il primum movens dell'azione umana e quindi chiedersi sempre: cui prodest?
VonMises ci ha dato una chiave straordinaria per aprire la mente. Rothbard l'ha usata bene come forse nessuno altro e Ron Paul e' riuscito a divulgarla fin dentro le stanze accessibili del potere.
Ora tocca ai blogger come te ed ai lettori come me. Deve scorrere come l'acqua. Inarrestabile e senza forma (SunTzu).
sono d accordo con andrea. l est asiatico non sembra non abbia avuto una forte crescita nel periodo in cui l occidente si è fermato. è ovvio, erano diverse le situazioni di partenza, ma il sistema monetario lo stesso. l analisi dei dati dev essere enorme, tuttavia qui sono articoli, ed offrono idee e spunti. ora, data la diversita di possibilita di lettura dei dati e la fisiologica incompletezza, mi limiterei ad una lettura alquanto superficiale degli eventi, ma tale che non possa essere discussa. perche o le cose si valutano a vista, e sono quasi sempre quel che sembrano, o veramente a fondo. allora bisognerebbe avere una quantita di dati immensa. ma una mezza cultura è quanto di piu deleterio. quasi sempre errato. e manipolabile. io difendo la liberta come modo per il raggiungimento della felicita individuale, e non solo dal punto di vista economico. perche dobbiamo essere chiari sul fine. ammesso e non concesso che ci siano forme di organizzazione sociale che portano ad un maggiore benessere materiale, dobbiamo perseguire quella direzione? allora perche non reintrodurre la schiavitù, se giova alla crescita economica? precisato cio, che il libero mercato sia il modo allocativo migliore delle risorse, è cosi semplice da non poter essere contraddetto. e se la moneta è sottratta al mercato, tutto è falsato dai detentori di quella. non è difficile. infine un misunderstanding sulla concorrenza: oggi la parola è usata in modo errato: mettere tutti sulla stessa linea e vedere che è piu bravo a fare quella cosa, e coi requisiti, che richiede il pianificatore. ma la concorrenza non è una gara di produttività o prezzo, od almeno non solo quello. perche si è persa la funzione fondamentale di quella: la pluralita dell offerta. solo se ognuno puo organizzarsi come vuole ed offrire quel che vuole, e le persone scegliere quel che vogliono, ci sta concorrenza. allora, requisiti identici per prodotto (soggettivi od oggettivi o strutturali), livelli minimi, ed ancora tutte quelle eguaglianze di condizioni tra stati, o territori (tasse, salari etc.), sono proprio il contrario della concorrenza, perche uniformano prodotto e produzione. difenta solo che è piu bravo nell unica gara dei 100 metri
RispondiEliminaCiao a tutti.
RispondiEliminaNon esiste la verità, altrimenti non esisterebbero gli avvocati. :'D
A parte gli scherzi, l'analisi di oggi è uno dei tanti pezzi in cui la chiave storica ci racconta come si sia caduti nell'attuale spirale pianificatrice. C'è voluto del tempo, ma infine alcune tesi insostenibili in un libero mercato sono state vendute alla popolazione. Infatti, gdbarc fa bene a sottolineare come ad esempio la "concorrenza" oggi sia stata solamente una parola stravolta per permettere la pianificazione. Lo stesso discorso potremmo dirlo per la bilancia dei pagamenti.
E' per questo motivo che, come dici Andrea, bisogna sempre studiare. Ma cosa? Altrimenti ci ritroveremmo nell'incubo di Houxley in cui saremmo sommersi da dati senza riuscire a cavarci nulla. I pezzi dei puzzle sono sempre davanti ai nostri occhi, manca solo il codice con cui tradurre le immagini e Andrea ci ricorda bene che Mises non ha fatto altro che approfondire l'intuizione avuta anni prima da Hume e Smith.
L'intrusione del governo all'interno delle libertà individuali non ha a che fare con un suo diletto personale, ha a che fare con il sempiterno desiderio dell'uomo di guadagnarsi da vivere col minimo sforzo possibile. Ogni partita di carte viene vinta sul piano psicologico piuttosto che con quello della fortuna o delle carte. Se un giocatore riesce a far credere agli avversari di avere una mano vincente, non dovrà nemmeno scoprire le carte una volta che gli altri abbiano lasciato.
L'accoppiata banche governi ha fatto proprio questo, ha lanciato l'illusione che un gruppo ristretto di persone potesse indirizzare e risolvere problemi complessi andado a prevedere quel campo più incerto che mai: l'azione umana. Lo stato non è "pubblico," non esiste un concetto simile; lo stato è semplicemente un privato col monopolio della violenza su un territorio. Questo monopolio è stato costruito lentamente, ma infine crollerà data l'inevitabile valanga di dati manipolati che si ritorceranno contro i manipolatori.
Pensateci, il fallimento dello stato è evidente in quei campi cruciali in cui si fonda una società: denaro, comunicazione, istruzione, sicurezza.
Certo. Il declino o fallimento non e' un evento singolo ma un processo gia' in atto ed in divenire. E' da tempo che e' cominciato e pian piano emerge.
RispondiEliminaTerminera' con la consapevolezza dei piu'. Per ora, come ha detto Francesco, la strada e' ancora lunga. Ma ha anche detto che nella stanza del precario domino qualcuno potrebbe dimenticare la finestra aperta ed allora...
Ho letto il tuo pezzo su mille, caro gdbarc, e mi e' piaciuto il link felicita'-liberta' che fa molto Filadelfia e Jefferson. Musica per le mie orecchie.
Il riferimento al pensare e vedere le cose con occhiali politici od economici voleva sottolineare il refrain statalista sul primato della politica. Cioe' del pianificatore centrale. Ed era anche un suggerimento di quel simpatico bastian contrario di Doug Casey che dice sempre ragionate in termini economici e non in chiave politica per non farvi fregare.
Che poi gli articoli qui pubblicati vadano letti e commentati in maniera circoscritta non ci sono dubbi. Ma se possiamo spingerci oltre e prenderli come spunti per ulteriori nostre riflessioni... siano le benvenute!
Ultima cosa sulla concorrenza. Concordo al 100% con quanto scritto. Le liberalizzazioni di Bersani erano pianificazione centralista ammantata da stimolo al libero mercato. Avrebbero dovuto togliere autorizzazioni e licenze. Invece ne hanno aumentato e regolato il numero. E questo non e' un favore ne' ai consumatori ne' ai competitori. Solo una riaffermazione del potere centrale. Il lupo non perde il vizio...
Cmq prepariamoci al peggio nel breve e forse al meglio nel lungo.
Guardero' con interesse la scelta dei cardinali. Spesso menti raffinatissime che hanno saputo leggere la realta' con lungimiranza. Vedremo se nonostante tutte le sordide lotte intestine riusciranno a fare una scelta di lungo respiro ( il papa filippino) oppure una di breve e rimanderanno la scelta importante a tempi piu' chiari
grazie andrea, in realta ce ne sono 2 uno è populismo ed etilismo, l altro (e dovrebbe essere quello che collega liberta e felicita) è la sinossi di una lezione ala scuola di liberalismo della fondazione einaudi. pero in quest ultimo ci sono diversi refusi. anche importanti. ma sono sicuro che tu riusciresti comunque nell autocorrezione, date le tue capacita che ho imparato ad apprezzare qui. li ho avvisati chiedendo la correzione, ma invano. pero devo ritotnare alla crica, perche un paio di concetti importanti sono storpiati ed un non addetto puo cadere in inganno
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