giovedì 31 gennaio 2013

La Sindrome della Bolla Immobiliare di Oslo





di Mark Thornton


La sindrome di Stoccolma è un fenomeno psicologico in base al quale gli ostaggi sviluppano una simpatia irrazionale verso i loro rapitori fino al punto di difenderli nelle successive indagini e nei processi penali. Anche se vale per singoli o per piccoli gruppi, la sindrome di Oslo si potrebbe applicare alla popolazione di una nazione.

In The Oslo Syndrome: Delusions of a People under Siege (Smith and Kraus Global, 2005), Kenneth Levin descrive la "risposta psicologica comune tra le popolazioni cronicamente sotto assedio, o tra le minoranze oggetto di diffamazione, discriminazione e aggressione oppure tra piccole nazioni sotto continuo attacco dei loro vicini. Le persone che vivono in tali condizioni di stress, spesso accettano per oro colato le accuse che li piovono addosso nella speranza di sfuggire alla loro situazione."[1]

In realtà, la sindrome di Oslo affligge tutte le persone che vivono negli stati socialisti. Lo stato dice alle persone cosa fare, le forza nelle scuole pubbliche affinché siano indottrinate, dice loro cosa possono e non possono consumare, usa il potere della polizia, le punisce se non fanno quello che viene detto loro, e le getta in carcere se scelgono di vivere nel modo che preferiscono. Il sistema statale schiaccia la maggior parte delle persone affinché accettino le cose come sono, come se fosse l'unico modo possibile di vivere.

Dato che la sindrome di Oslo affligge un popolo intero e che la Norvegia sta vivendo quella che si spera che sarà l'ultima bolla immobiliare di questo ciclo, ho ritenuto opportuno traslare il fenomeno psicologico a quello delle bolle immobiliari, la "sindrome della bolla immobiliare di Oslo." Questo fenomeno psicologico è la risposta "irrazionale" di coloro che vivono in una bolla economica. Ignorano o trascurano gli effetti di una bolla e invece attribuiscono la loro buona fortuna (es. prezzi delle case più alti) a "fattori fondamentali" che a prima vista supportano i prezzi elevati nel settore immobiliare o azionario.

Non fraintendetemi. Il ciclo economico non è un fenomeno psicologico. Tuttavia, ha un impatto sulla psicologia di tutti. Se una banca centrale ha intenzione di espandere l'offerta di moneta con una politica di denaro facile, allora alcuni banchieri concederanno prestiti aggiuntivi e cercheranno nuovi clienti a cui prestare denaro. I banchieri saranno premiati ed i loro clienti saranno felici. Durante il boom, le persone fanno registrare grandi guadagni, sono euforiche e persino maniacali. Il boom alla fine si trasforma in bust. Per molte delle persone che prima intascavano grandi guadagni, ora i loro profitti si trasformeranno in perdite, o anche in pignoramenti o in fallimenti. Di conseguenza, diventano depressi.

La ragione per cui i boom si trasformano in bust è che l'espansione artificiale del credito spinge gli imprenditori ad avviare nuovi progetti di investimento che ampliano la struttura della produzione. Questi progetti finiranno per generare nuove restrizioni allo sviluppo e questa è una situazione che non può essere prevista dagli imprenditori. In primo luogo, tutti questi nuovi progetti di investimento andranno ad intaccare la disponibilità delle risorse e degli input di produzione. Di conseguenza, i loro costi aumenteranno rispetto a quanto potevano prevedere. (Ad esempio, il prezzo del petrolio e dei salari della manodopera specializzata crescono man mano che la bolla raggiunge il proprio picco.) In secondo luogo, mentre salgono i prezzi del cibo, dell'energia, e di altri prodotti insieme alla domanda anelastica, i clienti si ritrovano meno reddito disponibile per acquistare i prodotti. In terzo luogo, mentre questi progetti di investimento vengono portati avanti e cominciano a sfornare i loro prodotti, si trovano ad affrontare una maggiore concorrenza, ancora una volta più di quanta avrebbero potuto prevedere. Il risultato è che ora si trovano ad affrontare un aumento dei costi, meno clienti, e più concorrenti. Questa è una ricetta per il disastro.

Se l'economia della vostra nazione non sperimenta da molti anni una bolla, non sorprende se le persone restano scioccate quando la bolla scoppia. Tuttavia, i norvegesi hanno sicuramente notato quanto è successo negli Stati Uniti e coi PIGS, o anche più vicino a casa loro, in Irlanda, nel Regno Unito, e in Islanda. Nonostante quello che hanno visto, ci sono ancora quelli che sostengono che i prezzi delle case in Norvegia sono genuini. I norvegesi, in un certo senso, sono stati "condizionati psicologicamente," e, come per le sindromi di Stoccolma e di Oslo, stanno facendo esattamente l'opposto di quello che dovrebbero fare. Un fenomeno simile è accaduto negli Stati Uniti, intorno al 2005, quando le persone dicevano spesso che "i prezzi delle case non scenderanno mai" o che "non si può perdere denaro investendo nel settore immobiliare."

Sembra che ci siano bolle immobiliari in tutta Europa, ad eccezione dei PIIIGS (Portogallo, Islanda, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna), ma la bolla norvegese sembra la più grande. Il grafico seguente mostra che i prezzi delle case in Norvegia sono aumentati di circa il 300% negli ultimi venti anni.


2012 © Statistics Norway


Dal grafico dovrebbe essere chiaro che l'aumento dei prezzi delle case non è il risultato dell'aumento dei costi di produzione o dell'inflazione nei prezzi, entrambi relativamente bassi dato l'incremento nel settore delle costruzioni e l'espansione generale dell'economia norvegese.


2012 © Statistics Norway


Ciò che spiega il forte aumento dei prezzi è un aumento della domanda per gli immobili. Parte di questo incremento è rappresentato da persone che non vogliono mettere le case sul mercato a fronte di prezzi in persistente salita. L'aumento dei prezzi degli immobili è andato avanti per molto tempo e questo pare sostenere l'idea che gli aumenti di prezzo siano basati su fattori fondamentali. Negli Stati Uniti, i prezzi delle case sono aumentati molto meno e per un periodo di tempo più breve. Secondo un'analisi condotta dalla Federal Reserve, negli Stati Uniti i prezzi sono scesi di circa il 40% rispetto al picco del 2006. Da quel momento, i prezzi delle case in Norvegia sono aumentati di un altro 30%.


Real House Price Index

Fonti: Shiller (2005) e Eitrheim e Erlandsen (2004, 2005)


Gli Stati Uniti hanno molti difetti nei fondamentali della loro economia: un grande deficit del governo, un enorme deficit commerciale, un debito nazionale in espansione, passività non finanziate connesse alla sanità e alle pensioni. La Norvegia, al contrario, non ha questi problemi e diversi fattori suggeriscono che l'economia norvegese è fondamentalmente sana. Dispone di un ampio avanzo commerciale e di un surplus nel bilancio del governo (entrambi si sono attestati in media a circa il 14% del PIL) grazie a sostanziali redditi petroliferi, i quali stanno anche finanziando un fondo sovrano molto grande. Il fondo si avvicina ai $700 miliardi (la popolazione norvegese è di circa 5 milioni).

Il tasso di disoccupazione in Norvegia è stato in media del 3%, ben al di sotto del "tasso di disoccupazione naturale" degli Stati Uniti (si presume che sia pari al 6%). Pertanto, la Norvegia ha uno dei migliori tassi di disoccupazione nella sua regione (Europa) e anche a livello globale. Il C.P.I. norvegese è rimasto intorno all'1%, ancora una volta uno dei migliori al mondo. La crescita reale del G.D.P. è stata del 3% circa e si prevede che continuerà su questa strada anche in futuro. E' quasi troppo bello per essere vero.

Così il quadro dei fondamentali supporta l'impressione che i prezzi delle case siano reali. Un altro fattore a favore di questo punto di vista è che ad Oslo, la capitale con quasi 1/5 della popolazione della nazione, ci sono restrizioni sull'uso del suolo che impediscono l'edificabilità in certe aree. Questa è la stessa cosa che è avvenuta nella grave bolla immobiliare a Las Vegas: il governo impedì l'utilizzo di alcuni terreni. I prezzi delle case a Oslo, però, non sono aumentati di molto rispetto all'incremento medio. I maggiori aumenti si sono registrati in aree associate con il petrolio e con l'esplorazione petrolifera.

Anche se non possiamo sapere con certezza se la Norvegia stia sperimentando una bolla, i sospetti rimangono. La florida economia norvegese non è il risultato di una buona politica, ma di proventi petroliferi che vanno a sovvenzionare il governo socialista. La Norvegia si classifica al quarantesimo posto nell'Indice della Libertà, sotto il Belgio (38) e l'Armenia (39), e solo al di sopra di paesi come El Salvador (41) e Perù (42). Un drastico calo nel prezzo del petrolio assesterebbe un duro colpo alla sua economia. Ma dato che i proventi petroliferi continuano a fluire nel bilancio statale e nel fondo sovrano, sembra che l'economia norvegese sia tutta rose e fiori.

La Norvegia è un caso particolarmente interessante rispetto ad altre economie mondiali. Tutte le principali economie del mondo (es. Stati Uniti, Unione Europea, Cina, Giappone) un giorno sì e l'altro pure sembrano dover cadere da un baratro. Le valute continuano ad indebolirsi data la politica di Bernanke fondata su un quantitative easing "coordinato" tra le varie banche centrali. L'euro è considerato più a rischio a causa di una potenziale scoordinamento valutario, e tale minaccia ha portato ad un calo della domanda di euro e ad un aumento della domanda per valute alternative, come il franco svizzero e la corona norvegese.

Invece di permettere alla corona di aumentare di valore in risposta a questo aumento della domanda, la banca centrale norvegese, la Norges Bank, ha invece replicato con un aumento dell'offerta. Ha intenzionalmente fissato i tassi di interesse ad un punto artificialmente basso e il tasso sui depositi è stato fissato al 1.5% sin dal Dicembre scorso. Sta cercando di evitare che la corona si apprezzi in valore, ma i suoi sforzi non hanno avuto del tutto successo. Prevenire questo apprezzamento della corona ha lo scopo di proteggere gli esportatori, compreso il settore petrolifero nazionale. Tuttavia, contribuisce anche a gonfiare la bolla immobiliare.

L'inflazione monetaria, misurata dalla M2 norvegese, è pari all'8%. Durante la crisi economica, 2007, era al 20%. Dal 2008 ad oggi l'inflazione monetaria è stata in media il 7.5%.[2]

Il risultato è che la Norvegia sta vivendo una bassa inflazione nei prezzi, eccetto nel settore immobiliare, e c'è ancora una pressione al rialzo sul valore della corona. Con le banche centrali di tutto il globo che abbassano scandalosamente i tassi di interesse, per la Norges Bank è difficile lasciarli aumentare. Tassi di interesse più elevati aiuterebbero a sgonfiare la bolla immobiliare, ma non è riuscita ad implementare tale politica.[3] Con i banchieri centrali che si incamminano in un marcia funebre inflazionistica, la Norges Bank continua ad assecondare una politica di tassi di interesse ultra bassi e l'inflazione monetaria.

Dato che la Norvegia ha scelto di mantenere la propria indipendenza monetaria e rimanere fuori dalla zona euro, potrebbe agire diversamente.

Se la banca centrale avesse alzato i tassi di interesse ed avesse permesso alla sua moneta di fluttuare, la corona si sarebbe apprezzata ed i risparmiatori norvegesi ne avrebbero beneficiato poiché il valore dei loro risparmi sarebbe aumentato. Ciò li avrebbe incoraggiati a lavorare di più ed a risparmiare di più, facendoli diventare più ricchi. Ogni corona avrebbe acquistato più beni provenienti da tutto il mondo ed avrebbe acquistato più beni domani rispetto a oggi. Questo apprezzamento valutario avrebbe danneggiato gli esportatori (es. esportatori di petrolio e formaggio), ma avrebbe soprattutto fermato ed invertito la bolla immobiliare prima che le cose peggiorino e diventino più distorte.

Come al solito, quando si ha a che fare con le decisioni politiche un popolo finirà per diventare più ricco o povero. Nel caso della sindrome della bolla immobiliare di Oslo, finirà per essere "più povero."


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


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Note

[1] Oslo syndrome symptoms, The Washington Times.

[2] "Decreased money supply growth" da "Statistics Norway."

[3] "Norway Central Bank Delays Plans to Tighten Monetary Policy," Bloomberg.com.

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mercoledì 30 gennaio 2013

La Perdita di Fiducia nei Leader Politici

Bene, i giapponesi volevano Abe e la sua folle politica inflazionistica, giusto? E questo è quello che accade quando si stampa a tavoletta. Mentre fino ad ora il sistema bancario ombra ha fornito bilioni di iniezioni monetarie in USA e Europa, finite principalmente nel circuito azionario dato che le banche hanno utilizzato il denaro non sterilizzato in tale mercato, il Giappone non è stato così "fortunato." Il programma di Abe potrebbe già aver avuto i suoi primi effetti nell'economia più ampia, come si legge dall'articolo di Nikkei.com. Non oso immaginare cosa accadrà ai prezzi di beni e servizi quando il programma di monetizzazione intaccherà totalmente l'economia più ampia. Ma da buon mercantilista qualcuno potrebbe ribattere che l'aiuto monetario darebbe una mano al settore delle esportazioni, incrementando la portata degli affari del paese in considerazione. Ceeeerto! Soprattutto ora con i rapporti che intercorrono tra Giappone e Cina (senza menzionare il lato importazioni, tra l'altro). Il tutto mentre la popolazione interna sarà ridotta alla fame; per questo viene da chiedersi quanto ancora i giapponesi riusciranno a sopportare questo inferno inflazionistico. Inoltre, il prezzo dell'oro ha raggiunto un picco mai visto da 32 anni. Qualcuno doveva avvertire Abe che bisogna stare attenti a quello che si desidera...
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di Gary North


Reality Check (18 Gennaio 2013)

Quando Ron Paul ha lasciato la Camera dei Rappresentanti, ha lasciato un vuoto. I libertari hanno avuto solo due rappresentanti nel corso degli ultimi 60 anni: Howard Buffett e Ron Paul. Non sono tanti. In questi giorni, il movimento conservatore sembra privo di un leader al Congresso, così come lo sono i libertari. Marco Rubio sventola vari slogan e Rand Paul viene citato di tanto in tanto, ma non c'è nessuno che abbia l'attenzione dei conservatori di cui godeva Jesse Helms una generazione fa.

In tutte le istituzioni la leadership è importante, ma quando manca nella politica nazionale si vede facilmente. Non diamo molto peso alla nomina degli amministratori delegati delle 10 più grandi aziende d'America. Probabilmente non sappiamo nemmeno chi sono. I dirigenti delle imprese tendono a non essere noti tra la popolazione. Le poche eccezioni sono Bill Gates e Steve Jobs, ma sono rarità. Non ho alcuna obiezione in proposito. Non credo che i dirigenti d'azienda debbano spendere tempo e denaro per diventare figure nazionali, a meno che non sia per aumentare i ricavi dell'azienda. Ma anche questa è una rarità. Il colonnello Sanders è un esempio. Ma era la sua compagnia. Con i suoi spot televisivi, Dave Thomas di Wendy's ha interrotto le vendite in calo della società. La gente ha creduto in lui. Lee Iacocca ha avuto un effetto simile nei primi anni '80 sulle vendite dei prodotti Chrysler. Ma sono eccezioni.



LA SCARSITA' DI LEADER POLITICI

Quando non si riesce a trovare una leadership politica, in genere è un'indicazione che il sistema politico è o in stallo o nel caos. Quando nessun leader diventa il portavoce di una particolare ideologia, quest'ultima è sicuramente sulla difensiva. Se un gruppo di idee non è associato ad un particolare individuo, la loro diffusione è intralciata.

Negli anni '30 e '40, c'erano leader famosi. Franklin Roosevelt era uno di loro; Adolf Hitler era un altro; Joseph Stalin un altro ancora; Winston Churchill. Rappresentavano popolazioni gigantesche. Ci condussero alla Seconda Guerra Mondiale. A livello internazionale, non c'è mai più stata una leadership paragonabile a quella della Seconda Guerra Mondiale. Naturalmente, visti i suoi effetti, probabilmente è stato un bene.

Una generazione più tardi, abbiamo avuto Margaret Thatcher, Ronald Reagan, Deng Xiaoping, e, cosa più improbabile, Papa Giovanni Paolo II. Fatta eccezione per la minaccia di una guerra nucleare, la posta in gioco era molto più bassa negli anni '80 rispetto ai '40. Il livello della leadership, vale a dire il numero e la dedizione dei suoi seguaci, non era lo stesso di quello nella Grande Depressione e nella Seconda Guerra Mondiale. Anche questo è stato un bene.

Oggi, dato che non esiste una minaccia concreta, la dedizione e la passione nei confronti dei leader nazionali è quasi inesistente. C'è una guerra contro il terrorismo, ma tale la guerra non ha capi visibili. Inoltre non c'è modo di sapere chi sta vincendo e chi sta perdendo. Non esistono i criteri per decretare una vittoria netta. Così, senza leader concreti dall'altra parte del conflitto, il livello di dedizione è inferiore.



IL MALE SOTTO SPOGLIE UMANE

Durante la Grande Depressione, un leader nazionale poteva identificare i suoi nemici. Hitler era un esempio ovvio. Incolpava gli Ebrei per tutto quello che non andava nell'economia. Stalin aveva lo stesso approccio riguardo i fallimenti dell'economia sovietica. Incolpava dei sabotatori. A volte erano i capitalisti, a volte erano i seguaci di Leon Trotsky. C'era sempre qualche forza malefica all'interno del sistema che ne manometteva il funzionamento.

Franklin Roosevelt incolpò i banchieri ricchi, gente a cui aveva venduto obbligazioni dal 1921 al 1929. Li definì come cambiavalute nel Tempio e "malfattori con grandi ricchezze." Tuttavia, era piuttosto difficile incolparli, e tassarli, e ancora incolparli, quando l'economia non andava bene.

Poi venne la Seconda Guerra Mondiale, durante la quale i leader potevano facilmente identificare i nemici cattivi. E' facile essere un leader politico nel corso di una grande guerra in cui la posta in gioco è alta. Ma le guerre finiscono. I leader perdenti se ne vanno. Nel caso di Churchill, il leader vincente se ne andò. Nel 1945 vinse il Partito Laburista. Venne buttato fuori.

Oggi, nessun leader nazionale sembra capace di identificare un particolare gruppo come causa unica della crisi economica. I maggiori beneficiari sono stati ovviamente i grandi banchieri. I salvataggi li hanno salvati. Nessun leader nazionale li sta additando in pubblico. Ma se non si può incolparli, o se non si può incolpare gli avidi capitalisti, o gli amministratori delegati la cui paga è troppo alta, chi si prenderà la colpa?

Se non si capisce chi è il colpevole, non è possibile presentare un programma politico plausibile per ripristinare la prosperità mettendo in gabbia i cattivi. Pertanto, non c'è molto che i leader possano fare per dimostrare di avere successo nella guerra contro la crisi economica. Continuano a promettere che le cose andranno meglio. Il come, però, non lo specificano.



UNA PERDITA DI FIDUCIA

È per questo che la situazione attuale sta erodendo costantemente la fiducia della gente nei leader nazionali. Al Congresso non c'è praticamente nessuno di cui un gran numero di elettori sembra fidarsi. Al Congresso non c'è nessuno con un movimento separato a suo sostegno, persone pronte a sacrificarsi in nome del messaggio di questo leader. Non c'è nessun Ted Kennedy. Non c'è nessun Jesse Helms. Senza Teddy, la Destra ha problemi con la raccolta dei fondi. Senza il buon vecchio Jesse, la Sinistra ha difficoltà a raccogliere fondi.

Ad un certo punto, la gente capirà che c'è qualcosa di fondamentalmente sbagliato nel sistema. Non è possibile identificare persone o gruppi specifici da incolpare per la crisi economica. I leader nazionali non riescono a trovare il modo di ripristinare la crescita economica e il mercato del lavoro. Gli elettori perderanno la fiducia. Non sanno chi o cosa possa essere in grado di superare i problemi economici che ogni grande nazione sta affrontando.

Senza la speranza, gli elettori perderanno la fiducia nella politica come mezzo di guarigione. Questa è la religione centrale della nostra epoca. Questa fiducia sta svanendo. Il sistema Keynesiano detiene il potere. Non c'è un ampio consenso su quale fede possa sostituirlo e come.

Senza un male sotto spoglie umane, è davvero difficile che i potenziali leader possano mobilitare le truppe. La leadership diventa problematica proprio perché le persone non muoiono per una causa che non ha un leader a sostenerla. Non si sacrificano per una causa a meno che non ci sia un leader che li convinca di come il sacrificio possa fare la differenza, almeno nel lungo periodo, e di come li possa portare alla vittoria.

È per questo che oggi non ci sono leader. I problemi che deve affrontare ogni economia moderna si annidano nella sua struttura, non nella manipolazione in quanto tale. I problemi non possono essere risolti tentando di aggiustare il sistema.



LA SOLUZIONE DELLA SCUOLA AUSTRIACA

Gli Austriaci hanno soluzioni semplici: "Lasciate in pace il libero mercato." "Meno governo è meglio." "Abbassare le tasse aumenta la libertà." "Fidatevi dell'oro, non dei banchieri." Questi erano i temi di base nel tardo XVIII secolo. Erano i temi fondamentali del liberalismo classico nel XIX secolo. Non sono concetti mai sperimentati. Hanno reso ricco l'Occidente quando sono stati onorati.

Mentre gli analisti Austriaci sono sempre pronti ad additare il sistema bancario a riserva frazionaria come il colpevole principale nel sistema economico, e come alcune persone ne traggono grande profitto, non siamo così ingenui da credere di poter migliorare il sistema economico sostituendo semplicemente le persone al vertice. Inoltre, non crediamo di migliorare le cose approvando leggi da 2000 pagine.

L'unico modo per migliorare le cose richiede la riduzione del potere e dei privilegi dei vari gruppi, e questo significa approvare leggi contro le leggi esistenti. Questo significa sostituire la pianificazione centrale, nelle sue varie forme, con la progettazione imposta dal libero mercato.

Questa soluzione è respinta da Keynesiani, socialisti, e interventisti di tutti i tipi. Quando si parla della politica monetaria, il messaggio degli Austriaci è anche respinto dai supply-side e dai monetaristi: un gold coin standard e niente FDIC. Quindi, il sistema non migliora. Peggiora sempre di più.

È per questo che la dedizione ai principi economici è uno strumento importante per lo sviluppo della leadership futura. Il concetto di leadership deve spostarsi dal "fermare i cattivi," o "fermare i gruppi con interessi speciali," ad una riforma del sistema che funzionerà veramente, cosa che richiede l'eliminazione dei favoritismi del governo che sono alla base dei profitti dei cattivi e dei gruppi con interessi speciali. Per questo motivo ogni programma intenzionato ad avere successo nel riformare la politica deve impegnarsi nei principi del libero mercato. Tutti gli altri programmi tentano di aggiustare il sistema, cercando di renderlo più efficace. Il problema non è che è inefficiente; il problema è che interferisce con le libertà delle persone, in quanto tenta di centralizzare la pianificazione.

Non esiste una soluzione semplice, se non quella di convincere la gente che durante una crisi la risposta corretta sarebbe ridurre il potere dello stato, non espanderlo. In caso di crisi, questa è l'ultima cosa che le persone vogliono sentire. Ma se al cuore della crisi c'è il governo che è a corto di denaro sonante, dovranno ascoltarla.

Gli strumenti che hanno condotto alla vittoria i precedenti leader (es. un rafforzamento del governo centrale, un aumento della tassazione e un abbassamento forzato dei tassi di interesse) sono esattamente le politiche che ci hanno gettato nel pantano odierno. Così, le riforme proposte si basano semplicemente su "più della stessa cosa."

Oggi le persone ancora rifiutano di comprendere questo discorso, ma ad un certo punto saranno costrette a capirlo, perché il governo centrale non avrà più le risorse per mandare avanti l'attuale livello di controllo. In quel momento dovremo essere pronti, in ogni comunità, in ogni organizzazione locale, con un messaggio diverso: la soluzione al problema è il de-finanziamento dello stato. Fino a quando la gente ci crede, non usciremo dal pasticcio in cui ci troviamo.



CONCLUSIONE

La strategia giusta di riforma coinvolge un programma di educazione e di persuasione. Si tratta di un programma a lungo termine, ma il tempo è dalla nostra parte. Il nostro vantaggio è rappresentato dall'accumulo di enormi deficit legati alle promesse del welfare e la capacità dei governi di raccogliere le entrate necessarie per mantenere tali promesse.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


martedì 29 gennaio 2013

Le politiche della FED mettono alla berlina le fallacie mainstream

Il denaro è importante. Come mezzo di scambio coordina l'azione di miliardi di scambi effettuati tra i vari attori economici. Infatti, il mercato nel corso dei secoli ha fatto emergere il miglior tipo di denaro affinché gli attori economici potessero migliorare due delle più importanti caratterstiche a cui l'essere umano conferisce un peso non indifferente: tempo ed efficienza. Ora, lo stato e le varie figure accademiche di spicco tendono a sttolineare come il denaro fisico sia addirittura una sorta di reliquia barabarica (sappiamo già a cosa è stato affibiato questo nomignolo e quali siano state le conseguenze) e lottano per abbaterlo artificialmente dalle abitudini degli individui. E' per questo che qui in Italia è nato il movimento "Contante Libero" per denunciare a più persone possibili cosa significa perdere la possibilità di usufruire delle meraviglie generate dal mercato libero. Il mercato, infatti, attraverso la decentralizzazione e la concorrenza fa emergere le soluzioni migliori ai problemi giornalieri degli individui, e soprattutto essi sono totalmente in possesso delle decisioni riguardanti le proprie vite. Il denaro contante è l'ultimo baluardo di civiltà e privacy che ancora abbiamo. Arrivare a "difendere" la forma attuale del denaro non è il massimo per un Austriaco, ma certi concetti vanno assimilati per gradi. La strada verso una moneta sonante è lunga, ma bisogna pur partire da qualche parte e questa lotta è un primo segno di passo in avanti.
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di Frank Shostak


In occasione della riunione annuale dell'American Economic Association a San Diego il 4 e 6 Gennaio 2013, il professore di economia ad Harvard, Benjamin Friedman, ha detto:

I modelli standard che insegnamo [...] non hanno una spiegazione per quello che la maggior parte delle banche centrali del mondo ha fatto in risposta alla crisi.

Friedman consiglia anche di ignorare il ruolo degli aggregati monetari. Infatti, ha detto:

Se il modello che si sta insegnando ha una "M," è una perdita di tempo per gli studenti. Lasciatelo stare.

Secondo la maggior parte degli esperti economici la FED ha riscritto il copione delle banche centrali, abbassando i tassi di interesse quasi a zero e triplicando il proprio bilancio con l'acquisto di obbligazioni. Il tasso sui fondi federali è attualmente allo 0.25%. Il bilancio della FED è passato dai $0.86 bilioni del Gennaio 2007 ai $2.9 bilioni del Gennaio 2013.




I professori che concordano con l'approccio 2008-9 della FED alla crisi economica, sono lo stesso combattuti per come spiegare ai loro studenti questo nuovo mondo delle banche centrali. Le loro azioni per contrastare la crisi finanziaria globale non possono essere spiegate con i modelli tradizionali.

Quindi, qual è il problema?

Ora, secondo il modo di pensare tradizionale, un abbassamento dei tassi di interesse stimola la domanda complessiva per beni e servizi e questo a sua volta, attraverso il famoso moltiplicatore Keynesiano, stimola l'attività economica generale. Inoltre, sempre secondo il modo di pensare tradizionale, l'enorme pompaggio monetario dovrebbe anche portare ad un tasso di inflazione più alto.

Eppure, nonostante il massiccio pompaggio monetario, sia l'attività economica sia il tasso di inflazione restano moderati. Dopo aver chiuso al 8.1% a Giugno 2010, il tasso annuo di crescita della produzione industriale è sceso al 2.2% del Dicembre 2012. Il tasso annuo di crescita dell'indice dei prezzi al consumo (CPI) è sceso al 1.7% a Dicembre 2012, dal 3.9% del Settembre 2009. Inoltre, il tasso di disoccupazione è pari al 7.8% a Dicembre 2012, con 12.2 milioni di persone senza lavoro.




Allora perché l'enorme pompaggio monetario della FED e il tasso dei fondi federali quasi a zero non sono riusciti a rilanciare con forza l'attività economica e non hanno esercitato pressioni al rialzo sui prezzi di beni e servizi?

E' quindi valido il commento di Benjamin Friedman secondo cui il denaro non è rilevante? Se l'enorme pompaggio della FED non ha prodotto risultati lungo la linea dei modelli tradizionali non vuol dire che l'offerta di denaro non sia importante per capire cosa stia succedendo.

Il fatto che l'attività economica non stia rispondendo al pompaggio monetario, come in passato, è indicativo del fatto che le continue politiche monetarie sconsiderate hanno gravemente danneggiato la capacità dell'economia di generare ricchezza reale. Contrariamente a Friedman, riteniamo che il denaro sia molto importante. Contrariamente al pensiero mainstream, un aumento dell'offerta di moneta non fa crescere l'economia, piuttosto la distrugge.

L'attuale pompaggio monetario, insieme alla falsificazione della struttura dei tassi di interesse, ha causato una cattiva allocazione del capitale reale. A causa di politiche monetarie sconsiderate, è stata creata una struttura di produzione che non crea ricchezza – ovviamente, questa capacità decrescente di generare ricchezza reale non rende possibile il sostegno (es. finanziare) di un'attività economica forte.

Ricordate che il pompaggio monetario è sempre una cattiva notizia per l'economia in quanto devia fondi da attività generatrici di ricchezza verso attività consumatrici di ricchezza. Si mette in moto uno scambio di qualcosa in cambio di nulla.

Fino a quando è ancora intatta la capacità dell'economia di generare ricchezza, possono essere attutite le politiche monetarie sconsiderate della banca centrale. Le politiche monetarie espansive creano la falsa impressione di essere dei fattori chiave nella crescita economica.

Tuttavia, una volta che le attività generatrici di ricchezza scendono al di sotto del 50% in relazione a tutte le altre attività, la realtà torna a bussare alle porte dell'economia generale la quale deve scendere di conseguenza.

L'indebolimento dei vari processi che generano ricchezza si riflette anche in quelli che consumano ricchezza, i quali contavano sui primi per la loro esistenza. Per evitare la bancarotta, sono costretti ad abbassare i prezzi dei beni e dei servizi che producono (i beni che godono di una bassa preferenza tra i consumatori). Secondo Mises:

Non appena giunge al termine l'afflusso di ulteriori mezzi fiduciari, crolla il castello di carte del boom. Gli imprenditori devono limitare le loro attività perché mancano i precedenti fondi su scala esagerata. I prezzi scendono improvvisamente perché queste imprese in difficoltà cercano di ottenere denaro mettendo sul mercato le scorte ad un prezzo ridicolo.[1]

Non è chiaro se si sia già raggiunto questo stadio negli Stati Uniti. Ma nonostante l'enorme pompaggio monetario della FED, l'attività economica resta contenuta; questo fatto aumenta la probabilità che l'economia degli USA possa sprofondare da un momento all'atro in un buco nero.

L'aggressività della FED ha messo in evidenza la natura distruttiva delle politiche monetarie espansive. Contrariamente alle teorie popolari, le azioni della FED hanno dimostrato che il pompaggio monetario non può far crescere l'economia, può solo mettere in moto un processo di distruzione.

I pensatori economici mainstream sono del parere che rendendo più trasparenti e coerenti le politiche della FED, esse possano diventare più efficaci. Secondo Michael Woodford, professore alla Columbia University e uno degli attuali pensatori più influenti riguardo la politica monetaria, "gli eventi recenti [...] ci hanno dato un sacco di motivi per cambiare quello che insegnamo quando parliamo di politica monetaria." In futuro, Woodford ha detto che potrebbe incorpare nei suoi programmi una discussione più ampia circa l'importanza della stabilità del settore finanziario, comunicando agli studenti perché le aspettative future delle banche centrali possono essere fondamentali sui tassi d'interesse.

"Bisogna spiegare perché le aspettative sono importanti per la domanda aggregata," ha detto in un dibattito. "La banca centrale deve rafforzare la sua credibilità seguendo effettivamente la politica che indica," riferendosi all'importanza di convincere le imprese e le famiglie ad investire e spendere.

E' fallace credere che se la politica della FED dovesse diventare più trasparente e coerente porterà ad una crescita economica stabile. Sono le politiche della FED che hanno condotto alla distruzione del processo di generazione di ricchezza. E questo è un danno che non può essere evitato, anche se la FED divenisse più coerente e trasparente.

Inoltre, il problema chiave con la prospettiva mainstream è l'enfasi che viene posta sullo stimolo della domanda per beni e servizi come ricetta per la crescita economica, vale a dire, la domanda crea l'offerta.

E' per questo motivo che i pensatori tradizionali ritengono che l'incremento dell'offerta di moneta e il conseguente aumento della domanda globale di beni e servizi siano dei catalizzatori per la crescita economica.

Una volta che viene pompato denaro, si mette in moto uno scambio di qualcosa in cambio di nulla: viene deviata ricchezza reale dai generatori di ricchezza verso i consumatori di ricchezza, portando ad un conseguente impoverimento economico.



Sintesi e conclusione

In occasione della riunione annuale dell'American Economic Association a San Diego il 4 e 6 Gennaio 2013, gli economisti accademici hanno affermato che le ultime politiche monetarie della FED hanno complicato la previsione, in base alle teorie accettate, degli effetti di suddette politiche. Gli esperti sono del parere che nel "nuovo mondo" l'offerta di moneta non spiega esaurientemente gli eventi recenti; ad esempio perché l'attività economica e il tasso di inflazione siano rimasti contenuti nonostante le politiche aggressive della FED sin dal 2008. Contrariamente al pensiero mainstream, le politiche aggressive della FED hanno messo in evidenza la natura distruttiva di una politica monetaria espansiva – e quindi l'offerta di moneta è più importante che mai.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


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Note

[1] Ludwig von Mises, Azione Umana 4a edizione riveduta, p. 562.

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lunedì 28 gennaio 2013

I Keynesiani Hanno Dirottato l'Elicottero di Milton Friedman

Prima di addentrarci nell'articolo odierno vorrei focalizzare l'attenzione su un aspetto sottolineato l'estate scorsa: il castello di carte della Apple. A quanto pare il colosso di Cupertino sta iniziando ad avere gravi problemi. La Apple dipendeva enormemente da Steve Jobs e sin dalla sua morte le cose hanno iniziato a rallentare con una certa costanza, ora se vorrà rimanere "in vita" dovrà dimostrare di saper competere sul mercato. Finora non ce l'ha fatta: da Settembre il prezzo delle azioni è calato del 30%. Perché? Perché quando qualcosa è gratuita attirerà maggiori clienti. La Apple è costosa, il sistema operativo Android è gratuito. Questo significa che un grande bacino di Asiatici potrà cimentarsi nella telefonia. Infatti, in un mondo in cui l'opensource continua ad ottenere sempre più attenzioni, la proprietà del software non può rimanere sempre a livelli stratosferici. La Apple sarà relegata in un mercato di nicchia. Già la Samsung le sta togliendo porzioni di mercato. Perché? Perché i suoi prodotti sono per gli occidentali ricchi e il futuro della produzione di massa, nonché del consumo, non sarà per gli occidentali ricchi: l'Asia non adotterà la Apple. Ad esempio, la Coolpad sta spopolando in Cina. Il più grande mercato della storia è quello Asiatico, e mentre ciò sarà un bene per i consumatori, si trasformerà in un male per gli investitori Apple.
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di Gary North


Reality Check

Milton Friedman era molto intelligente ed un grande oratore. Lo conoscevo. Mi piaceva. Ma non era diverso dagli altri suoi colleghi molto intelligenti. Quando assimilava qualcosa di concettualmente sbagliato, era pericoloso.

Il mio professore di apologetica al seminario era Cornelius Van Til. L'apologetica è la difesa filosofica della fede Cristiana. Van Til era tanto intelligente quanto Friedman. Aveva un sacco di grandi metafore nel suo arsenale e la mia preferita era la metafora della sega circolare. Diceva questo: "Potete affinare una sega per quanto volete, ma se la impostate ad un'angolazione errata, non taglierà mai dritto."

La "sega circolare" di Milton Friedman sulla teoria monetaria era sempre impostata ad un angolo storto. Non tagliava mai dritto.

Descriveva la distribuzione di denaro fiat usando una metafora: un elicottero pieno di soldi di carta che li lancia alla popolazione sottostante. Usò questa metafora in un capitolo intitolato "The Mystery of Money." E' il capitolo 2 nel suo libro del 1994 Money Mischief. Il suo obiettivo in quel capitolo era dimostrare che questo denaro gratis, se fosse continuato a cadere, avrebbe fatto aumentare i prezzi. Introdusse la metafora a pagina 29. (Per il momento, è possibile leggere il capitolo qui. Ma le pagine Web vanno e vengono.)

Quello che la metafora non mostra è ciò che invece sottolinea la teoria monetaria della Scuola Austriaca: il nuovo denaro viene introdotto in punti specifici dell'economia. Viene speso dal governo che vende i suoi IOU al contraffattore ufficiale: la banca centrale. Il governo ha, quindi, per primo accesso a questo denaro. Poi lo spende. I destinatari di questa spesa hanno accesso al nuovo denaro prima di altri cittadini. Quindi, in generale i prezzi non aumentano in modo uniforme. Potrebbero non salire affatto se aumenta la produzione economica generale. Quello che aumenta sempre è la spesa pubblica. E' questo, e non gli effetti del denaro contraffatto sui prezzi, il cuore di un'analisi accurata sulla moneta della banca centrale. Viene discusso in dettaglio solo dagli economisti della Scuola Austriaca.

Friedman non ha mai ammesso che questo processo di spesa sequenziale fosse rilevante. Come il suo mentore intellettuale Irving Fisher, respinse consapevolmente l'approccio analitico degli Austriaci. Qual è questo approccio? Quello nel copione di Tutti gli Uomini del Presidente: "Segui il denaro."

Ludwig von Mises confutò il libro di Fisher sulla teoria monetaria in The Theory of Money and Credit. Fisher non rispose mai in modo esplicito a Mises. I loro rispettivi discepoli si diedero battaglia. Murray Rothbard criticò ripetutamente Friedman su questo stesso punto. Friedman non rispose mai in modo esplicito a Rothbard.

La sua metafora dell'elicottero divenne un potente strumento retorico per convincere gli altri delle sue tesi contro il libero mercato dei prezzi. Diceva sempre che ne era a favore, ma c'era sempre questa clamorosa eccezione: il prezzo del denaro. Trascorse la sua carriera cercando di indebolire la legittimità del concetto di denaro in un libero mercato (monete d'oro) e di un sistema di prezzi basato su di esso. E' diventato un personaggio pubblico con il suo libro del 1961 Capitalism and Freedom. Il capitolo 3 è sul denaro. Inizia con un rifiuto del gold coin standard.



I KEYNESIANI ALLA GUIDA DELL'ELICOTTERO

I Keynesiani hanno amato fin dall'inizio la sua metafora dell'elicottero pieno di soldi cartacei. Perché? Perché questa metafora rappresentava la banca centrale in veste di fornitore di beni gratuiti. Hanno capito ciò che capiscono gli economisti della Scuola Austriaca: il governo nazionale riesce a vendere i suoi IOU alla banca centrale ad un tasso di interesse più basso rispetto a qualsiasi investitore privato che non può (legalmente) creare denaro dal nulla. In questo modo il governo spende più di quanto raccoglie dalle tasse e dai prestiti del settore privato. Ecco la legge dell'economia: quando il prezzo di qualcosa diminuisce, ne viene richiesto di più. Il denaro fiat emesso da una banca centrale consente, quindi, al governo di acquistare più potere e influenza nell'economia. Il denaro fiat della banca centrale sovvenziona il governo nazionale.

I Keynesiani ritengono che il governo possa e debba aumentare il suo acquisto di beni e servizi. Friedman ha sempre sostenuto che non avrebbe dovuto farlo molto spesso, e solo secondo criteri di efficienza (es. buoni scuola). Ma ignorò l'ovvio: il denaro fiat abbassa il costo di emissione degli IOU. Ciò significa che la banca centrale fornisce al governo potere ed influenza a basso costo. Il governo chiede maggior denaro a tassi di interesse artificialmente bassi, in quanto amplia la gamma delle sue operazioni.

Questo era il cuore dell'errore analitico più grave di tutta la sua vita. Questo errore era benvoluto tra i Keynesiani. La banca centrale che fornisce "denaro gratis" per la spesa pubblica rappresenta, secondo la loro ottica, un grande vantaggio.

Friedman fece passare in sordina questo aspetto. Promosse l'idea di un'inflazione monetaria tra il 3% ed il 5% per far girare senza problemi il "motore" dell'economia. Il lubrificante economico di Friedman -- la mia metafora, non la sua -- era il denaro. Credeva davvero che potesse essere fornito gratis dalla banca centrale.

Costruì la sua reputazione con il libro A Monetary History of the United States (1963). Lui e Anna Schwartz accusarono la Federal Reserve per la Grande Depressione. Perché? Perché non inflazionò a sufficienza per salvare 9,000 banche e quindi fermare la contrazione di M1. Questa fu una manna dal cielo per i Keynesiani. "L'elicottero" di Friedman trasportava anche un'ideologia anti-capitalista: incolpare la banca centrale per un'inflazione nei prezzi insufficiente ed uno stimolo monetario insufficiente attraverso un aumento della spesa pubblica.

Pertanto, Friedman credeva nei pasti gratis in questo settore dell'economia. Tutta la sua analisi economica fu influenzata da questo aspetto. Gli fruttò anche un premio Nobel.

Aveva torto marcio.



UNA DEFLAZIONE NEI PREZZI TRAVOLGENTE

Il suo torto marcio ha fatto sì che il Keynesiano Ben Bernanke invocasse la metafora sopracitata nel suo discorso del 21 Novembre 2002 contro la deflazione nei prezzi.

Ciascuna delle opzioni di cui ho discusso finora prevede che la FED agisca da sola. In pratica, l'efficacia di una politica anti-deflazione potrebbe essere notevolmente migliorata attraverso la cooperazione con le autorità monetarie e fiscali. Un'ampia riduzione delle tasse, ad esempio, accomodata da un programma di acquisti sul mercato aperto per alleviare un possibile aumento dei tassi di interesse, quasi certamente sarebbe uno stimolo efficace per il consumo e quindi per i prezzi. Anche se le famiglie decidessero di non aumentare il consumo ma di riequilibrare i loro portfoli, utilizzando il loro denaro extra per acquistare asset reali e finanziari, il conseguente aumento del valore degli asset abbasserebbe il costo del capitale e migliorerebbe le posizioni di bilancio dei potenziali mutuatari. Un taglio delle tasse finanziato col denaro è sostanzialmente equivalente alla famosa metafora di Milton Friedman del denaro "lanciato da un elicottero."

Sì e no. Friedman non discusse del governo e della tassazione nella sezione relativa alla metafora. Ma Bernanke aveva ragione. In definitiva, poiché le banche centrali acquistano IOU del governo, l'espansione monetaria della banca centrale sprona una maggiore spesa pubblica. Questa è l'implicazione reale della posizione di Friedman.

La spiegazione esplicita di questa posizione venne riferita con chiarezza da Murray Rothbard. Quello che Bernanke ha chiamato "un taglio delle tasse finanziato col denaro" è equivalente alla descrizione di Murray Rothbard di un'espansione del governo per mezzo dell'inflazione monetaria. La ritroviamo nel suo libro What Has Government Done to Our Money?

L'urgenza di denaro, oltre ad innescare un boom per la razza umana, apre anche un percorso più subdolo in cui il governo espropria più facilmente le risorse. In un libero mercato, il denaro può essere acquisito attraverso la produzione e la vendita di beni e servizi che la gente vuole, o estraendolo dal terreno (un business tanto redditizio, nel lungo periodo, quanto qualsiasi altro). Ma se il governo può trovare il modo di falsificarlo -- creando nuova moneta dal nulla -- può produrre rapidamente la propria moneta senza prendersi la briga di vendere servizi o di estrarre oro. Può quindi appropriarsi di risorse quasi in maniera inosservata, senza destare l'ostilità scatenata dalla tassazione. In realtà, la contraffazione è in grado di creare nelle sue stesse vittime l'illusione di una prosperità senza precedenti.

La contraffazione è chiaramente solo un altro nome per l'inflazione. Ed ora capiamo perché i governi sono intrinsecamente inflazionistici: l'inflazione è un mezzo potente e subdolo con cui il governo può entrare in possesso delle risorse della popolazione, una forma di tassazione più pericolosa e indolore.

Frederic Bastiat nel 1850 ci avvertì di prestare molta attenzione alle cose non viste ogni volta che ci potremmo trovare a delineare un'analisi economica. Usò la metafora della finestra rotta e della relativa spesa che generava. Avremmo dovuto focalizzarci su questa spesa. La finestra rotta sposta la spesa da consumi ed investimenti in beni e serivizi che avrebbero avuto una certa priorità, verso nuove priorità: la riparazione della finestra. L'uomo che si ritrova la finestra rotta ha subito una perdita. Quindi, sosteneva Bastiat, non è possibile considerare la spesa per la riparazione della finestra un beneficio personale. E pertanto non rappresenta un beneficio sociale netto. Questo è il cuore della sua analisi.

Applicando questo principio al lancio di cartamoneta dall'elicottero, il conseguente spostamento della spesa dal settore privato al settore pubblico non deve, ipso facto, essere considerato un beneficio sociale netto. Al contrario, deve essere considerata una perdita sociale netta.

Friedman non ne è mai uscito pulito. Ha sempre sostenuto che ci fosse una sorta di teoria giudiziaria che il governo avrebbe potuto applicare per vietare questo uso improprio dell'elicottero, vale a dire, ampliare la spesa pubblica al di là di quello che:
  1. i contribuenti sarebbero disposti ad accettare, e
  2. i creditori privati sarebbero disposti a finanziare a tassi di interesse bassi.

La possibilità di una tale norma implicava che le volpi fossero degli ottimi guardiani di un pollaio. (Tutti amiamo le metafore, non è vero?) L'idea era assurda fin dal primo giorno, ma questo uomo geniale non se ne rese mai conto -- assurda in base alla sua teoria del governo civile, una posizione che presentò nel suo libro There Is No Such Thing as a Free Lunch (1977).



BUON COMPLEANNO, MILTON

Due settimane prima che Bernanke tenesse la sua famosa conferenza sull'elicottero, ne tenne un'altra. Era in onore del 90° compleanno di Milton Friedman. Le due conferenze sono a volte ricordate come un solo discorso. Sono state unificate concettualmente, ma erano degli esercizi pubblici separati.

Bernanke era stato invitato all'Università di Chicago per onorare Friedman con un discorso. In questo discorso, ha visibilmente dirottato A Monetary History of the United States ai fini Keynesiani. In realtà, i Keynesiani l'avevano dirottato con successo 39 anni prima. Nel 1963, invitarono simbolicamente Friedman nell'establishment accademico grazie a suddetto libro. Era stato un paria fino ad allora.

Nel penultimo paragrafo, Bernanke ha detto quanto segue a proposito della politica della Federal Reserve, 1930-1933.

Vorrei concludere il mio intervento abusando un po' del mio status di rappresentante ufficiale della Federal Reserve. Vorrei dire una cosa a Milton e ad Anna a proposito della Grande Depressione. Avevate ragione, l'abbiamo fatto. Ci dispiace molto. Ma grazie a voi, non lo faremo mai più.

Poi ha concluso: "Auguri per altri 90 anni."

Il discorso di Bernanke riguardava l'analisi del fallimento della Federal Reserve, 1930-1933. Ha ignorato quello di cui si doveva discutere: la politica della Federal Reserve, 1926-1929. Questo è ciò che analizzava il libro di Murray Rothbard, anch'esso pubblicato nel 1963, America's Great Depression.

Bernanke non ha mai menzionato il fatto centrale della politica della Federal Reserve, 1930-1933: la FED ampliò la base monetaria, ma era una cosa che non poteva compensare gli effetti deflazionistici innescati dai fallimenti bancari. Quindi, M1 si ridusse. Questa situazione andò avanti fino a quando il governo non creò il FDIC nel 1933. In seguito, l'espansione della base monetaria sarebbe corrisposta all'espansione di M1. L'evidenza statistica è qui. Nel suo discorso Bernanke non ha mai parlato del FDIC. Né ha detto che la FED non aveva alcuna autorità legale per estendere alle banche la garanzia sui depositi, cosa che fermò la contrazione di M1 tra l'altro.

Dal 1963 fino alla sua morte nel 2006, non è mai apparso sulla stampa questo messaggio di Friedman:

I Keynesiani hanno abusato della mia tesi sulla Grande Depressione. Invocavano un ampliamento della base monetaria della banca centrale e un aumento del denaro nelle banche commerciali al fine di compensare la deflazione nei prezzi e la depressione economica. Anch'io l'ho invocato. Danno la colpa alla FED, 1930-1933, per non aver inflazionato a sufficienza. Questo è quello che ho sostenuto, e quello per cui il Dr. Schwartz ha fornito un sacco di statistiche per dimostrarlo. Ma non mi prendo alcuna responsabilità per l'espansione della spesa del governo federale sin dal 1933. Nessuna. Nemmeno un pizzico. Le mie mani sono pulite.

I Keynesiani invocano più spesa pubblica. Io no. Sì, è vero che quando la Federal Reserve espande la base monetaria per acquistare debito del Tesoro questo si traduce necessariamente in una maggiore spesa del governo federale. Non è colpa mia. La FED potrebbe invece acquistare obbligazioni societarie. E' una strada che non ho mai consigliato, ma non è giusto che venga usata la mia teoria e l'evidenza storica del Dr. Schwartz per giustificare l'espansione del governo federale. Declino ogni responsabilità per qualsiasi espansione del governo federale.

O avrebbe dovuto adottare pubblicamente questa linea di ragionamento, ovviamente, poco plausibile, o altrimenti avrebbe dovuto ammettere che lui e la Schwartz erano colpevoli. Non l'ha mai fatto.



CONCLUSIONE

La metafora di un elicottero pieno di soldi cartacei serve ai Keynesiani ed ai monetaristi. Ma non è una metafora corretta. Non è neanche rilevante per il processo di inflazione monetaria.

La metafora giusta è un uomo con un sacco. Agisce come un agente della mafia. Trasporta denaro nei sacchi per pagare politici corrotti.

La mafia americana è il cartello della riserva frazionaria. La Federal Reserve è il suo agente. Paga i politici: acquista debito del Tesoro con il denaro appena contraffatto.

Milton Friedman era l'uomo con il sacco nel campo teorico, il suo messaggio era: una Federal Reserve riformabile. Pagava i portavoce dei politici, i Keynesiani, nella valuta con cui fanno affari: note e formule. Fu accolto dai Keynesiani come un pioniere economico grazie a questo servizio ideologico.

Al contrario, Rothbard e Mises, poiché sostenevano che i prezzi di libero mercato in un gold coin standard ripuliranno i mercati senza l'intervento del governo, hanno trascorso la propria carriera come profeti che gridano nel deserto.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


sabato 26 gennaio 2013

Il conflitto in Mali non ha niente a che fare con i terroristi





di Assed Baig


Un'altra nazione occidentale ed ex-potenza coloniale ha scatenato l'ennesimo conflitto con un paese africano, bombardandolo dal cielo e attaccandolo da terra. Ci è stato detto che la Francia sta combattendo in Mali per respingere degli "islamisti" ribelli (non mi trovo a mio agio con la parola "islamista," anche perché non ho mai sentito parlare di un "cristianista") accusati di essere estremisti, terroristi e fanatici -- scegliete voi quali tra queste etichette si adatta meglio ai nemici dell'Occidente.

Ancora una volta, come in Afghanistan, ci viene detto che questa battaglia si sta combattendo per ragioni ideologiche. I ribelli sono estremisti, hanno distrutto il patrimonio storico ed amputato arti in base alle loro interpretazioni religiose. Tuttavia vorrei sfatare il mito che la Francia sia andata in Mali per lottare contro degli estremisti.

L'Occidente non ha alcuna superiorità morale; un breve sguardo al suo passato ci mostra che il retaggio coloniale della Francia in Nord Africa può essere ricondotto ad un terrorismo di stato da manuale. Se l'Occidente fosse veramente preoccupato per la distruzione del patrimonio storico, le mutilazioni e le esecuzioni, allora c'è uno stato che supera di gran lunga tutto quello che hanno fatto i ribelli in Mali: l'Arabia Saudita.

Inoltre, l'ideologia e l'approccio religioso dei ribelli del Mali hanno origine dallo stato saudita e dal movimento wahabita/salafita. L'Occidente gode di un ottimo rapporto con l'Arabia Saudita. Possiamo vedere spesso come i leader occidentali abbraccino e bacino i leader sauditi, come si godano l'ospitalità dello stato saudita, senza però menzionare la distruzione del patrimonio storico, il trattamento dei lavoratori stranieri, le esecuzioni, le mutilazioni e il soggetto preferito dall'Occidente quando desidera andare in guerra -- il trattamento delle donne. I nostri leader sono troppo indaffarati a riempire di armi l'Arabia Saudita piuttosto che farle la morale.

Se questa battaglia non è combattuta per motivi ideologici, allora a cosa serve? La risposta, seppur cinica, è semplice. Risorse. Il Mali è ricco di risorse, dall'uranio all'oro. La nazione africana è conosciuta per le sue grandi riserve auree e, più recentemente, per la sua disponibilità di petrolio e di uranio. Se i ribelli avessero espresso il loro amore per l'Occidente ed aperto il mercato del Mali alle società estere (permettendo la lisciviazione delle risorse), non avremmo sentito una parola di obiezione da Francia, Regno Unito o qualsiasi altra potenza. Invece, vediamo che c'è una corsa per accaparrarsi una fetta di questa torta africana. Ognuno corre a combattere i "terroristi" in Mali. La Francia è in cerca di sicurezza energetica. A quanto pare, il flusso di uranio nei reattori nucleari della Francia non deve interrompersi. I cosiddetti ribelli sono un male per gli affari.

L'America non ebbe problemi ad ignorare la presenza di talebani nei territori degli Stati Uniti quando pensavano di poterli conquistare con le offerte sui gasdotti. La loro ideologia non era un problema allora, diventa un problema solo se qualcuno contesta o mette in discussione  l'egemonia occidentale.

L'arroganza e l'ignoranza che la gente di tutto il mondo si trova ad affrontare è stupefacente. Se questi ribelli del Mali si fossero trovati in Siria o in Libia (all'epoca di Gheddafi) sarebbero stati chiamati rivoluzionari, avrebbero ricevuto finanziamenti, formazione ed armi dall'Occidente. Questi ribelli, però, stanno combattendo un governo che non è nemico dell'Occidente, e purtroppo per loro si trovano nel luogo sbagliato. Forse avrebbero dovuto chiedere un reclutamento in Siria?

Come per ogni intervento all'estero, c'è sempre un effetto boomerang ed una certa destabilizzazione tra i paesi vicini. L'Afghanistan e le difficoltà in Pakistan sono un esempio lampante. L'attacco ad un impianto di gas in Algeria è sembrata una conseguenza diretta dell'intervento occidentale in Mali.

Se l'Occidente non avesse attaccato il Mali, probabilmente non ci sarebbero stati ostaggi in Algeria e, soprattutto, non ci sarebbero stati morti. I report ci dicono che i ribelli in Algeria erano alla ricerca di occidentali. Il ministro degli esteri ha negato che l'Algeria avesse a che fare con l'intervento nel vicino Mali. Stavolta la popolazione non s'è fatta fregare così facilmente, soprattutto in seguito all'Afghanistan e all'Iraq. Ci viene ricordato che l'Occidente è impegnato in Mali per combattere questi "terroristi," ma l'Occidente è stato lieto di sostenere gruppi e leader per i quali i diritti umani erano tutt'altro che fondamentali. Dal generale Suharto in Indonesia fino alla resistenza afgana durante l'occupazione sovietica, l'Occidente non ha dimostrato alcuna superiorità morale quando si tratta di diritti umani.

Non ci sarebbe stato alcun interrvento in Mali se i Tuareg non fossero stati cacciati dalla Libia e non fossero di conseguenza tornati nella loro regione, armati e addestrati, alla ricerca dei propri diritti e del riconoscimento come popolo. La spartizione coloniale dell'Africa e l'elaborazione artificiali delle frontiere ha negato tale riconoscimento ai Tuareg. In Mali c'è stata un'alleanza di vari gruppi con interessi diversi, ma il loro nemico è lo stesso -- il governo a Bamako che simpatizza per l'Occidente.

Non sto difendendo i ribelli salafiti/wahabiti o il loro approccio letterale e brutale. Sto semplicemente sottolineando le contraddizioni palesi delle potenze occidentali. La Francia e l'Occidente, a mio parere, sono molto più brutali di qualsiasi gruppo ribelle. Sganciare bombe sui villaggi ed assassinare bambini non è qualcosa che dovrebbe essere applaudito, ma i galoppini del governo sono sempre lì per farci odiare le persone che dovrebbero avere la nostra simpatia e per farci amare quelli che dovrebbe avere la nostra indignazione.

Un giorno la gente si guarderà indietro e rifletterà su queste cosiddette "guerre di liberazione" vedendole per quello che sono -- politici che antepongono interessi finanziari alla vita delle persone e che si forgiano di una falsa patina di superiorità morale.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


venerdì 25 gennaio 2013

2008, ancora una volta





di Francesco Simoncelli


[Questo articolo è apparso anche sul magazine online The Fielder.]


Ci risiamo. Ancora una volta ci sono dei pazzi che incitano la popolazione ad essere gaudente della situazione in cui versa, convinti spudoratamente che quello che stiamo attraversando sia un periodo di stasi finanziaria e graduale ripresa. Ovviamente, questi pazzi non hanno seguito la massima su cui ogni analisi economica dovrebbe fondare la sua veridicità: "Fidatevi, ma verificate." Invece oggi non ci fideremo e verificheremo. Ogni tanto uno strappo alla regola è d'obbligo... Infatti, quello che aleggia nell'aria è qualcosa che riporta la mente ai giorni del 2008 in cui il panico finanziario aveva colto di sorpresa milioni di persone che scioccamente avevano abboccato al bluff dei pianificatori centrali: avevano fino ad allora creduto che fossero onnipotenti. Non è così.

Infatti, l'emergenza non è ancora finita. Lo si può sentire dai media mainstream quando dicono: "Siamo scampati al baratro, ma c'è ancora molto lavoro da fare." Con la frase "molto lavoro da fare" intendono "dobbiamo escogitare nuovi modi per calciare in qualche modo un barattolo che sta diventando enorme." Ma questa pratica nasconde insidiose conseguenze non volute che trascineranno inevitabilmente la finanza mondiale in un nuovo panico in stile 2008. Stavolta più grande. La ragione è semplice: nessuno problema che ha scatenato la crisi del 2008 è stato riparato.

Invece di lasciare che il mercato ripulisse gli errori del passato, essi sono stati affogati nella cartamoneta con le banche centrali che fornivano supporto alle banche commerciali in disperato bisogno di un salvagente per salvarsi dai casini innescati nel passato. Sono stati salvati settori ormai ad un passo dalla morte. I tassi di interesse sono stati spinti verso il basso alimentando, quindi, tutta una nuova serie di bolle.

La cosiddetta ripresa poggia le sue basi su sabbie mobili, ma nonostante ciò si respira di nuovo aria di euforia tra i trader e gli investitori. La liquidità della banca centrale ha reflazionato il mercato azionario.




I profitti delle grandi banche sono di nuovo ai livelli a cui erano prima della tempesta finanziaria del 2008. E con l'opportunità fornita loro dal salvataggio della banca centrale, dimostrando di non aver imparato la lezione (oltrettutto, come si fa ad impararla se si ha praticamente accesso a denaro gratuito?), continuano ad operare azzardi morali e ad accumulare errori su errori. La storia si sta ripetendo, solo su scala più vasta. I pianificatori centrali ignorano che accadrà, o tentano di negarlo a loro stessi, che ad un certo punto ci sarà un nuovo schock finanziario che trascinerà il mondo in una crisi peggiore di quelle sperimentate fino ad ora.

Per questo vendono illusioni attraverso i media mainstream. Illusioni di una ripresa. Illusioni che perseguire una certa via seguita fino ad ora possa portare a risultati differenti. Ma quando infine arriverà il Grande Default, perché è sicuro che arriverà, ci sarà un'opportunità per cambiare il mondo. Quando i governi del mondo non potranno più garantire i profitti in cima alla piramide sociale in cui viviamo oggi, ci saranno più possibilità per quelli nel mezzo e in basso.



IL PUNTO DI NON RITORNO: 2008

La storia è stata pingue di cicli boom e bust. Ma mai come adesso il lasso di tempo si è ristretto tra una crisi ed un'altra. Ho discusso di questa caratteristica in questo articolo. Ma la cosa sorprendete è che viviamo in un periodo in cui le distorsioni e gl ierrori del passato sono stati spazzati sotto il tappeto impedendo al mercato di ripulire a dovere il panoram economico. Non c'è un presidente come Harding che come negli anni '20 impedì alla FED di intervenire e alleviare i malanni delle manomissioni passate.

Tutte le bolle hanno ricondotto l'umanità su binari economici solidi e possibilmente qualora la bolla era sperimentata nella cartamoneta o i nqualche altro asset manipolabile a piacere, lo scoppio della relativa bolla conduceva quasi sempre ad un ritorno ad un gold standard. Oggi, invece, la situazione è diversa. Nessuno degli errori passati è stato corretto. Anzi, stanno peggiorando.




Il grafico qui sopra mostra il rendimento dei bond a 10 anni degli USA. Nonostante gli allarmi che si rincorrono sul debito che grava sulle loro spalle, tali rendimenti sono a dei minimi mai visti nella storia americana. Infatti, la loro media è stata quasi sempre intorno al 5%.

Per quasi tutta la storia americana il tasso di interesse sul denaro non è mai sceso al di sotto del 3%.




Cosa significa tutto ciò? Pensate ai tassi di interesse come al costo del denaro. Secondo la legge economica della domanda: "Quando qualcosa costa di meno, ne sarà richiesto di più." Lo stesso vale per il denaro, quando è a buon mercato gli individui sono disposti ad accendere mutui, prestiti, impegnarsi in progetti che prima non potevano permettersi, ecc.

Quando invece il costo del denaro è alto allora le persone pensano meglio a quello che possono fare col denaro. Ci pensano due volte prima di imbarcarsi in prestiti per determinati investimenti. Tenderanno quindi a posticipare le loro idee. In questo caso l'individuo è tendenzialmente spinto ad essere un risparmiatore. Più persone risparmiano, a causa del tasso di interesse sul denaro alto, più il tasso di interessse tenderà a scendere nel tempo. Il che è una cosa buona perché rappresenterebbe la normalità in un mercato non ostacolato. Ma c'è un problema.

I minimi di oggi e di ieri dei tassi di interesse non erano principalmente guidati da un mercato non ostacolato. Purtroppo sono stati innescati da interventi centrali. In breve: la Federal Reserve ha creato denaro dal nulla e ha usato tale asset per acquistare bond del Tesoro USA. Questo meccanismo ha fatto in modo che i tassi di interesse scendessero. Il risultato di questa pratica ha lanciato un segnale a tutto il mercato: "Prendete in prestito denaro! Costa poco, non siate stupidi, approfittatene. Avevate quel progetto nel cassetto, giusto? Iniziatelo!"

L'euforia derivante da questo denaro creato dal nulla ha ubriacato le menti della maggior parte degli attori economici, spingendoli ad un consumo sconsiderato. La falsificazione di questo segnale economico cruciale li ha condotti su una strada pericolosa. E' così che è stato innescato il ciclo boom/bust che ha portato alla scoppio della immobiliare del 2008. E' così che è stata creata una falsa "prosperità" basata sul debito.




In questo modo sempre più persone, dopo lo scoppio della bolla, sono diventate dipendenti dalle elargizioni del governo. Ad oggi, circa 46 milioni di americani vivono con i food stamp; non solo, ma questa crescita è stata maggiore di quella di lavori creati. Questa situazione ha peggiorato le finanze pubbliche del governo degli Stati Uniti che si è impegnato in un deficit fiscale da capogiro.






Dato che il denaro prestato alle banche dalla FED è rimasto nel circuito finanziario e non è ancora totalmente fuoriuscito nell'economia più ampia, c'ha pensato il governo ad impegnarsi in investimenti improduttivi attraverso il deficit fiscale (es. bolla dei prestiti studenteschi). E con i carichi di debito a dei picchi mai visti e con il risparmio ai minimi, debito e passività federali sono aumentate fino a raggiungere vette vertiginose. Ciò vuol dire solo una cosa: il governo degli USA ha fatto in modo che la prossima crisi finanziaria sarà ben peggiore.



IL PROSSIMO 2008

Soleva dire Mises: "Il governo può ridurre il tasso di interesse nel breve termine. Può emettere cartamoneta supplementare. Può aprire la strada all'espansione del credito attraverso le banche. Può quindi creare un boom artificiale ed una prosperità apparente. Ma tale boom è destinato presto o tardi a collassare ed a generare uan depressione."

I governi in generale, e quello degli Stati Uniti in particolare, vogliono che i tassi di interesse siano bassi per avere un boom "eterno" in modo che la popolazione si adegui il più possibile allo status quo, che considerino i painificatori centrali come figure onnipresenti ed onniscenti in grado di aggiustare qualsiasi problema con uno schiocco di dita. Tentano, quindi, di alimentare questa illusione attraverso la stampa di denaro ed il conseguente acquisto di bond del Tesoro.

Un altro modo che hanno per portare avanti questa falsa prosperità è quello di spingere le banche centrali di altri paesi ad acquistare il proprio debito. Nel caso degli USA, la Cina ha perseguito esattamente questa strada. L'ha fatto per molti anni. Ciò ha contribuito a manetenere bassi i tassi di interesse negli Stati Uniti, ma soprattutto ha contribuito a veicolare un'immagine fasulla di puntualità nel ripagamento dei propri oneri finanziari.

La Cina ha infine capito questo fatto e lentamente ha lasciato maturare il debito USA in suo possesso sostituendolo con "qualcos'altro." Con cosa? Oro e argento.




Questo atteggiamento da parte dei Cinesi non è da sottovalutare. Come non è da sottovalutare un altro aspetto che possiamo osservare tra il numero di bond acquistati dalla FED (es. il suo stato patrimoniale) ed il prezzo dell'oro. Le rotative della stampante in accelerazione sono coincise con un prezzo del metallo giallo in costante crescita. Infatti, al defilamento degli investitori esteri, la FED ha risposto con un acquisto maggiore di bond del Tesoro.




Questo fatto non è passato inosservato tra i media mainstream, che nonostante tutto non si sono presi la briga di unire i puntini. Cosa hanno mancato di osservare? Che la domanda per l'oro è più viva che mai.




Quando gli investitori esteri si defilano, la pressione sui tassi di interesse inizia a farsi sentire. E quando i tassi di interesse salgono in un'economia debole, essa diventerà più debole. Ma negli ultimi tempi vari paesi si stanno susseguendo nell'acquisto di debito USA, non c'è un vero e proprio assalto agli sportelli dello zio Sam. Credono ancora che gli Stati Uniti possano tener fede alle proprie promesse. Questo perché credono nel mantra Keynesiano che recita: "Più della stessa cosa correggerà gli errori. Se non funziona allora ne sarà necessario ancora di più." E' per questo che lo zio Ben ha da poco annunciato un nuovo Quantitative Easing (o QEternità).

Bernanke ha promesso, infatti, che stamperà $85 miliardi al mese (circa $1 bilione l'anno) finché l'economia non guarirà. Ora iimaginate dove arriverebbe il prezzo dell'oro una volta che questa iniziativa enrerà in piena attività. Vi do un indizio.




Sorpresi? Non dovreste. La correlazione tra il debito USA ed il prezzo dell'oro è evidente. Se adesso riportate alla memoria l'estate del 2011 e tutto il dibattito che si è scatenato attorno all'aumento del tetto del debito, ricorderete sicuramente di come l'oro fosse passato da $1,500 a $1,900 in pochi mesi. Ed ora abbiamo all'orizzonte un nuovo dibattito sul tetto del debito. Quando si dice le coincidenze...

Fino ad ora sono stati i seguaci della Scuola Austriaci ad avvertire del pericolo che si annida nello stampar moneta e che l'unica soluzione è il ritorno ad una moneta di libero mercato (possibilmente un gold coin standard, aggiungo io). Ma a quanto pare le paure degli Austriaci non solo le loro, ci sono anche altri che stanno temendo un crac globale e pertanto corrono ai ripari. Sto parlando della Germania.

La domanda, quindi, è: quando l'uomo della strada si accorgerà di come lo tsunami monetario, paventato dai pianificatori centrali come soluzione ai malanni dell'economima, sia in realtà la causa prima dei problemi?




L'impennata della TMS ci suggerisce che è probabila che accada abbastanza presto. Soprattutto quando il dolore economico diventerà così intenso che gli individui non avranno altro da fare che staccare la spina a questo enorme schema di Ponzi in cui nostro maglrado siamo immersi. Fino ad ora i pianificatori centrali sono riusciti a nascondere le conseguenze della loro sconsideratezza monetaria, ma non durerà per sempre. La svalutazione della cartamoneta proseguirà e saranno i singoli individui a richiedere un ritorno ad una moneta sonante.



IL RUOLO DELLA SCUOLA AUSTRIACA

Quest'ultimo punto diventerà chiaro una volta che la Scuola Austriaca reciterà la formula magica per attirare l'attenzione del pubblico generale: "Ve l'avevamo detto e vi avevamo detto perché." Infatti, con il Keynesismo ed il monetarismo ad un vicolo cieco credo che la Scuola Austriaca attirerà più attenzioni. Così come nel 2008 molti suoi seguaci hanno predetto il crollo del castello di carte dell'economia statunitense, a causa delle distorsioni accumulate nel tempo e mai ripulite ci sarà un nuovo evento recessivo che inghiottirà il mondo intero.

Il mondo si trova in una gigantesca bolla alimentata dall'intervento e dalla manipolazione delle banche centrali che proteggono particolari interessi privilegiati. L'enorme quantità di denaro creata dalle loro rotative va a finire nei bond dei vari governi, facendoli aumetnare di valore (nominalmente) e facendo diminuire i loro rendimenti. Ma tutto questo, come abbiamo discusso finora, non è il risultato di fondamentali economici sani.

La prossima crisi coinvolgerà da vicino le varie nazioni le cui banche centrali sono intervenute pesantemente per tenerle a galla. Lo tsunami di denaro creato dalle banche centrali può anche aver abbassato gli interessi sui loro debiti, ma non ha fatto nulla per migliorare le loro condizioni finanziarie.

In questo contesto, la Scuola Austriaca si è posta sempre in maniera critica affermando che se l'attuale società non ritorna a dei fondamentali sani è condannata per sempre in una spirale senza fine di declino perpetuo. C'è bisogno, quindi, di prezzi di mercato "decisi" liberamente dai consumatori che attraverso le loro decisioni di acquisto e di astensione dall'acquisto ne decidono l'ammontare. Questo vale per qualsiasi merce, compreso il denaro. C'è bisogno, inoltre, di un ritorno all'attività imprenditoriale libera da meccanismi clientelari connessi allo stato e da pastoie fiscali per seguire un percorso di crescita in accordo con i desideri degli attori economici. Sono quest'ultimi che devono premiare gli imprenditori che meglio soddisfano i loro voleri, e non la migliore amicizia con qualche soggetto politico.

L'establishment economico di oggi ha de-umanizzato la scienza economica, trasformandola in una sorta di branca della fisica accantonando la sua anima sociale. I modelli matematici hanno preso il posto delle decisioni dei consumatori ed una crescita attraverso una costante iniezione di mezzi fiduciari ha manomesso irrimediabilmente l'attività imprenditoriale. In questo modo, ricorrendo ai dati statistici, ripropongono situazioni passate e soluzioni passate per rimediare a malanni odierni. Come se avessero a che fare con un esperimento in laboratorio.

Questo semplice, ma dannoso, aspetto della materia economica conferisce la classica "luce verde" ai pianificatori centrali per intervenire e produrre condizioni migliori. Gli ingegneri sociali aumentano di numero, relegando il resto della popolazione a semplici comparse sul mercato. Pensano che il governo possa sopperire a qualsiasi bisogno o desiderio degli attori economici. La presunta onnipotenza dei pianificatori centrali è servita.

Ma l'ignoranza economica di tali soggetti è stata esposta per l'ennesima volta nel 2008 e verrà esposta ancora e ancora finché tutti i nodi infine arriveranno al pettine e il Grande Default spazzerà via ogni parvenza del bluff che ci hanno venduto fino ad ora.

La teoria della Scuola Austriaca sottolinea queste ed altre fallacie portate avanti dai pianificatori centrali. Pertanto, chiunque di voi lettori che cova un briciolo di sfiducia e sospetto in questo moderno meccanismo di depredazione di libertà, che sospetta che l'attuale stato sia semplicemente un enorme parassita in mano ad un manipolodi persone per il proprio vantaggio personale, lo invito ad esplorare e approfondire le virtù del libero mercato, di una moneta sonante e degli insegnamenti della Scuola Austriaca.



CONCLUSIONE

Il mondo sta guardando l'abisso negli occhi. Il mercato azionario USA è ai massimi pre-crisi, ma come abbiamo visto le condizioni finanziarie del paese ancora sono pessime. La ricetta per il disastro verrà riproposta ancora una volta quando bisognerà decidere sull'ennesimo aumento del tetto del debito.

In Europa la crisi del debito sovrano, nonostante Barroso pensi che sia acqua passata, ancora langue tra le varie nazioni PIIGS intaccando tutto il resto della zona euro. Passività non conteggiate, il bilancio della BCE più gonfio di quello della FED, prestiti a fondo perduto, meccanismi di salvataggio nascosti e che sfruttano artifizi contabili, ecc. Le economie di Spagna, Italia, Portogallo, Cipro, Irlanda e Grecia continuano a deteriorarsi mentre i rendimenti sui loro debiti calano grazie all'aiuto dello zio Mario a Francoforte.




Il Giappone, una volta considerata una potenza in ascesa, è solo il pallido ricordo di quello che era fino alla fine degl ianni '80 ed ora naviga costantemente in un mare d'insolvenza. Ora i pianificatori centrali giapponesi, schiacciati dalla scarsa produttività, da deficit crescenti e da una curva demografica traboccante di vecchiaia, hanno deciso di tentare ancora la carta della svalutazione monetaria. Ah! E c'era chi diceva che i kamikaze si fossero acquietati dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Tutto questo mentre la crescita della Cina rallenta. Un'economia ancora guidata da fantasmi Comunisti che non permette investimenti esteri oltre una certa soglia, in cui si sono costruite intere città fantasma, in cui vengono spudoratamente e sfacciatamente manipolati i dati economici, in cui vagonate di cartaccia tengono in piedi la baracca, ecc.




Non si può continuare a stampare moneta e non aspettarsi gravi conseguenze. Tassi di interesse artificialmente bassi sui vari debiti sovrani avranno serie ripercussioni su fondi pensione, sulla popolazione sulle compagnie d'assicurazione e sulla popolazione in generale mettendo l'intero sistema a rischio di eventi "imprevisti" a causa della sconsideratezza dei pianificatori centrali e la loro voglia di nascondere sotto il tappeto gli errori passati. Questa farsa può andare avanti ancora un po', ma non durerà all'infinito.

Ogni "prossima volta" sarà peggiore. La crisi all'orizzonte sarà peggiore di quella passata perché i problemi sottostanti non sono stati risolti. Non fatevi cogliere di sorpresa. Non ascoltate le bagginate dei pianificatori centrali. Non ascoltate le baggianate di coloro che li riforniscono di giustificazioni per le loro azioni sconsiderate.