Bibliografia

venerdì 25 gennaio 2013

2008, ancora una volta





di Francesco Simoncelli


[Questo articolo è apparso anche sul magazine online The Fielder.]


Ci risiamo. Ancora una volta ci sono dei pazzi che incitano la popolazione ad essere gaudente della situazione in cui versa, convinti spudoratamente che quello che stiamo attraversando sia un periodo di stasi finanziaria e graduale ripresa. Ovviamente, questi pazzi non hanno seguito la massima su cui ogni analisi economica dovrebbe fondare la sua veridicità: "Fidatevi, ma verificate." Invece oggi non ci fideremo e verificheremo. Ogni tanto uno strappo alla regola è d'obbligo... Infatti, quello che aleggia nell'aria è qualcosa che riporta la mente ai giorni del 2008 in cui il panico finanziario aveva colto di sorpresa milioni di persone che scioccamente avevano abboccato al bluff dei pianificatori centrali: avevano fino ad allora creduto che fossero onnipotenti. Non è così.

Infatti, l'emergenza non è ancora finita. Lo si può sentire dai media mainstream quando dicono: "Siamo scampati al baratro, ma c'è ancora molto lavoro da fare." Con la frase "molto lavoro da fare" intendono "dobbiamo escogitare nuovi modi per calciare in qualche modo un barattolo che sta diventando enorme." Ma questa pratica nasconde insidiose conseguenze non volute che trascineranno inevitabilmente la finanza mondiale in un nuovo panico in stile 2008. Stavolta più grande. La ragione è semplice: nessuno problema che ha scatenato la crisi del 2008 è stato riparato.

Invece di lasciare che il mercato ripulisse gli errori del passato, essi sono stati affogati nella cartamoneta con le banche centrali che fornivano supporto alle banche commerciali in disperato bisogno di un salvagente per salvarsi dai casini innescati nel passato. Sono stati salvati settori ormai ad un passo dalla morte. I tassi di interesse sono stati spinti verso il basso alimentando, quindi, tutta una nuova serie di bolle.

La cosiddetta ripresa poggia le sue basi su sabbie mobili, ma nonostante ciò si respira di nuovo aria di euforia tra i trader e gli investitori. La liquidità della banca centrale ha reflazionato il mercato azionario.




I profitti delle grandi banche sono di nuovo ai livelli a cui erano prima della tempesta finanziaria del 2008. E con l'opportunità fornita loro dal salvataggio della banca centrale, dimostrando di non aver imparato la lezione (oltrettutto, come si fa ad impararla se si ha praticamente accesso a denaro gratuito?), continuano ad operare azzardi morali e ad accumulare errori su errori. La storia si sta ripetendo, solo su scala più vasta. I pianificatori centrali ignorano che accadrà, o tentano di negarlo a loro stessi, che ad un certo punto ci sarà un nuovo schock finanziario che trascinerà il mondo in una crisi peggiore di quelle sperimentate fino ad ora.

Per questo vendono illusioni attraverso i media mainstream. Illusioni di una ripresa. Illusioni che perseguire una certa via seguita fino ad ora possa portare a risultati differenti. Ma quando infine arriverà il Grande Default, perché è sicuro che arriverà, ci sarà un'opportunità per cambiare il mondo. Quando i governi del mondo non potranno più garantire i profitti in cima alla piramide sociale in cui viviamo oggi, ci saranno più possibilità per quelli nel mezzo e in basso.



IL PUNTO DI NON RITORNO: 2008

La storia è stata pingue di cicli boom e bust. Ma mai come adesso il lasso di tempo si è ristretto tra una crisi ed un'altra. Ho discusso di questa caratteristica in questo articolo. Ma la cosa sorprendete è che viviamo in un periodo in cui le distorsioni e gl ierrori del passato sono stati spazzati sotto il tappeto impedendo al mercato di ripulire a dovere il panoram economico. Non c'è un presidente come Harding che come negli anni '20 impedì alla FED di intervenire e alleviare i malanni delle manomissioni passate.

Tutte le bolle hanno ricondotto l'umanità su binari economici solidi e possibilmente qualora la bolla era sperimentata nella cartamoneta o i nqualche altro asset manipolabile a piacere, lo scoppio della relativa bolla conduceva quasi sempre ad un ritorno ad un gold standard. Oggi, invece, la situazione è diversa. Nessuno degli errori passati è stato corretto. Anzi, stanno peggiorando.




Il grafico qui sopra mostra il rendimento dei bond a 10 anni degli USA. Nonostante gli allarmi che si rincorrono sul debito che grava sulle loro spalle, tali rendimenti sono a dei minimi mai visti nella storia americana. Infatti, la loro media è stata quasi sempre intorno al 5%.

Per quasi tutta la storia americana il tasso di interesse sul denaro non è mai sceso al di sotto del 3%.




Cosa significa tutto ciò? Pensate ai tassi di interesse come al costo del denaro. Secondo la legge economica della domanda: "Quando qualcosa costa di meno, ne sarà richiesto di più." Lo stesso vale per il denaro, quando è a buon mercato gli individui sono disposti ad accendere mutui, prestiti, impegnarsi in progetti che prima non potevano permettersi, ecc.

Quando invece il costo del denaro è alto allora le persone pensano meglio a quello che possono fare col denaro. Ci pensano due volte prima di imbarcarsi in prestiti per determinati investimenti. Tenderanno quindi a posticipare le loro idee. In questo caso l'individuo è tendenzialmente spinto ad essere un risparmiatore. Più persone risparmiano, a causa del tasso di interesse sul denaro alto, più il tasso di interessse tenderà a scendere nel tempo. Il che è una cosa buona perché rappresenterebbe la normalità in un mercato non ostacolato. Ma c'è un problema.

I minimi di oggi e di ieri dei tassi di interesse non erano principalmente guidati da un mercato non ostacolato. Purtroppo sono stati innescati da interventi centrali. In breve: la Federal Reserve ha creato denaro dal nulla e ha usato tale asset per acquistare bond del Tesoro USA. Questo meccanismo ha fatto in modo che i tassi di interesse scendessero. Il risultato di questa pratica ha lanciato un segnale a tutto il mercato: "Prendete in prestito denaro! Costa poco, non siate stupidi, approfittatene. Avevate quel progetto nel cassetto, giusto? Iniziatelo!"

L'euforia derivante da questo denaro creato dal nulla ha ubriacato le menti della maggior parte degli attori economici, spingendoli ad un consumo sconsiderato. La falsificazione di questo segnale economico cruciale li ha condotti su una strada pericolosa. E' così che è stato innescato il ciclo boom/bust che ha portato alla scoppio della immobiliare del 2008. E' così che è stata creata una falsa "prosperità" basata sul debito.




In questo modo sempre più persone, dopo lo scoppio della bolla, sono diventate dipendenti dalle elargizioni del governo. Ad oggi, circa 46 milioni di americani vivono con i food stamp; non solo, ma questa crescita è stata maggiore di quella di lavori creati. Questa situazione ha peggiorato le finanze pubbliche del governo degli Stati Uniti che si è impegnato in un deficit fiscale da capogiro.






Dato che il denaro prestato alle banche dalla FED è rimasto nel circuito finanziario e non è ancora totalmente fuoriuscito nell'economia più ampia, c'ha pensato il governo ad impegnarsi in investimenti improduttivi attraverso il deficit fiscale (es. bolla dei prestiti studenteschi). E con i carichi di debito a dei picchi mai visti e con il risparmio ai minimi, debito e passività federali sono aumentate fino a raggiungere vette vertiginose. Ciò vuol dire solo una cosa: il governo degli USA ha fatto in modo che la prossima crisi finanziaria sarà ben peggiore.



IL PROSSIMO 2008

Soleva dire Mises: "Il governo può ridurre il tasso di interesse nel breve termine. Può emettere cartamoneta supplementare. Può aprire la strada all'espansione del credito attraverso le banche. Può quindi creare un boom artificiale ed una prosperità apparente. Ma tale boom è destinato presto o tardi a collassare ed a generare uan depressione."

I governi in generale, e quello degli Stati Uniti in particolare, vogliono che i tassi di interesse siano bassi per avere un boom "eterno" in modo che la popolazione si adegui il più possibile allo status quo, che considerino i painificatori centrali come figure onnipresenti ed onniscenti in grado di aggiustare qualsiasi problema con uno schiocco di dita. Tentano, quindi, di alimentare questa illusione attraverso la stampa di denaro ed il conseguente acquisto di bond del Tesoro.

Un altro modo che hanno per portare avanti questa falsa prosperità è quello di spingere le banche centrali di altri paesi ad acquistare il proprio debito. Nel caso degli USA, la Cina ha perseguito esattamente questa strada. L'ha fatto per molti anni. Ciò ha contribuito a manetenere bassi i tassi di interesse negli Stati Uniti, ma soprattutto ha contribuito a veicolare un'immagine fasulla di puntualità nel ripagamento dei propri oneri finanziari.

La Cina ha infine capito questo fatto e lentamente ha lasciato maturare il debito USA in suo possesso sostituendolo con "qualcos'altro." Con cosa? Oro e argento.




Questo atteggiamento da parte dei Cinesi non è da sottovalutare. Come non è da sottovalutare un altro aspetto che possiamo osservare tra il numero di bond acquistati dalla FED (es. il suo stato patrimoniale) ed il prezzo dell'oro. Le rotative della stampante in accelerazione sono coincise con un prezzo del metallo giallo in costante crescita. Infatti, al defilamento degli investitori esteri, la FED ha risposto con un acquisto maggiore di bond del Tesoro.




Questo fatto non è passato inosservato tra i media mainstream, che nonostante tutto non si sono presi la briga di unire i puntini. Cosa hanno mancato di osservare? Che la domanda per l'oro è più viva che mai.




Quando gli investitori esteri si defilano, la pressione sui tassi di interesse inizia a farsi sentire. E quando i tassi di interesse salgono in un'economia debole, essa diventerà più debole. Ma negli ultimi tempi vari paesi si stanno susseguendo nell'acquisto di debito USA, non c'è un vero e proprio assalto agli sportelli dello zio Sam. Credono ancora che gli Stati Uniti possano tener fede alle proprie promesse. Questo perché credono nel mantra Keynesiano che recita: "Più della stessa cosa correggerà gli errori. Se non funziona allora ne sarà necessario ancora di più." E' per questo che lo zio Ben ha da poco annunciato un nuovo Quantitative Easing (o QEternità).

Bernanke ha promesso, infatti, che stamperà $85 miliardi al mese (circa $1 bilione l'anno) finché l'economia non guarirà. Ora iimaginate dove arriverebbe il prezzo dell'oro una volta che questa iniziativa enrerà in piena attività. Vi do un indizio.




Sorpresi? Non dovreste. La correlazione tra il debito USA ed il prezzo dell'oro è evidente. Se adesso riportate alla memoria l'estate del 2011 e tutto il dibattito che si è scatenato attorno all'aumento del tetto del debito, ricorderete sicuramente di come l'oro fosse passato da $1,500 a $1,900 in pochi mesi. Ed ora abbiamo all'orizzonte un nuovo dibattito sul tetto del debito. Quando si dice le coincidenze...

Fino ad ora sono stati i seguaci della Scuola Austriaci ad avvertire del pericolo che si annida nello stampar moneta e che l'unica soluzione è il ritorno ad una moneta di libero mercato (possibilmente un gold coin standard, aggiungo io). Ma a quanto pare le paure degli Austriaci non solo le loro, ci sono anche altri che stanno temendo un crac globale e pertanto corrono ai ripari. Sto parlando della Germania.

La domanda, quindi, è: quando l'uomo della strada si accorgerà di come lo tsunami monetario, paventato dai pianificatori centrali come soluzione ai malanni dell'economima, sia in realtà la causa prima dei problemi?




L'impennata della TMS ci suggerisce che è probabila che accada abbastanza presto. Soprattutto quando il dolore economico diventerà così intenso che gli individui non avranno altro da fare che staccare la spina a questo enorme schema di Ponzi in cui nostro maglrado siamo immersi. Fino ad ora i pianificatori centrali sono riusciti a nascondere le conseguenze della loro sconsideratezza monetaria, ma non durerà per sempre. La svalutazione della cartamoneta proseguirà e saranno i singoli individui a richiedere un ritorno ad una moneta sonante.



IL RUOLO DELLA SCUOLA AUSTRIACA

Quest'ultimo punto diventerà chiaro una volta che la Scuola Austriaca reciterà la formula magica per attirare l'attenzione del pubblico generale: "Ve l'avevamo detto e vi avevamo detto perché." Infatti, con il Keynesismo ed il monetarismo ad un vicolo cieco credo che la Scuola Austriaca attirerà più attenzioni. Così come nel 2008 molti suoi seguaci hanno predetto il crollo del castello di carte dell'economia statunitense, a causa delle distorsioni accumulate nel tempo e mai ripulite ci sarà un nuovo evento recessivo che inghiottirà il mondo intero.

Il mondo si trova in una gigantesca bolla alimentata dall'intervento e dalla manipolazione delle banche centrali che proteggono particolari interessi privilegiati. L'enorme quantità di denaro creata dalle loro rotative va a finire nei bond dei vari governi, facendoli aumetnare di valore (nominalmente) e facendo diminuire i loro rendimenti. Ma tutto questo, come abbiamo discusso finora, non è il risultato di fondamentali economici sani.

La prossima crisi coinvolgerà da vicino le varie nazioni le cui banche centrali sono intervenute pesantemente per tenerle a galla. Lo tsunami di denaro creato dalle banche centrali può anche aver abbassato gli interessi sui loro debiti, ma non ha fatto nulla per migliorare le loro condizioni finanziarie.

In questo contesto, la Scuola Austriaca si è posta sempre in maniera critica affermando che se l'attuale società non ritorna a dei fondamentali sani è condannata per sempre in una spirale senza fine di declino perpetuo. C'è bisogno, quindi, di prezzi di mercato "decisi" liberamente dai consumatori che attraverso le loro decisioni di acquisto e di astensione dall'acquisto ne decidono l'ammontare. Questo vale per qualsiasi merce, compreso il denaro. C'è bisogno, inoltre, di un ritorno all'attività imprenditoriale libera da meccanismi clientelari connessi allo stato e da pastoie fiscali per seguire un percorso di crescita in accordo con i desideri degli attori economici. Sono quest'ultimi che devono premiare gli imprenditori che meglio soddisfano i loro voleri, e non la migliore amicizia con qualche soggetto politico.

L'establishment economico di oggi ha de-umanizzato la scienza economica, trasformandola in una sorta di branca della fisica accantonando la sua anima sociale. I modelli matematici hanno preso il posto delle decisioni dei consumatori ed una crescita attraverso una costante iniezione di mezzi fiduciari ha manomesso irrimediabilmente l'attività imprenditoriale. In questo modo, ricorrendo ai dati statistici, ripropongono situazioni passate e soluzioni passate per rimediare a malanni odierni. Come se avessero a che fare con un esperimento in laboratorio.

Questo semplice, ma dannoso, aspetto della materia economica conferisce la classica "luce verde" ai pianificatori centrali per intervenire e produrre condizioni migliori. Gli ingegneri sociali aumentano di numero, relegando il resto della popolazione a semplici comparse sul mercato. Pensano che il governo possa sopperire a qualsiasi bisogno o desiderio degli attori economici. La presunta onnipotenza dei pianificatori centrali è servita.

Ma l'ignoranza economica di tali soggetti è stata esposta per l'ennesima volta nel 2008 e verrà esposta ancora e ancora finché tutti i nodi infine arriveranno al pettine e il Grande Default spazzerà via ogni parvenza del bluff che ci hanno venduto fino ad ora.

La teoria della Scuola Austriaca sottolinea queste ed altre fallacie portate avanti dai pianificatori centrali. Pertanto, chiunque di voi lettori che cova un briciolo di sfiducia e sospetto in questo moderno meccanismo di depredazione di libertà, che sospetta che l'attuale stato sia semplicemente un enorme parassita in mano ad un manipolodi persone per il proprio vantaggio personale, lo invito ad esplorare e approfondire le virtù del libero mercato, di una moneta sonante e degli insegnamenti della Scuola Austriaca.



CONCLUSIONE

Il mondo sta guardando l'abisso negli occhi. Il mercato azionario USA è ai massimi pre-crisi, ma come abbiamo visto le condizioni finanziarie del paese ancora sono pessime. La ricetta per il disastro verrà riproposta ancora una volta quando bisognerà decidere sull'ennesimo aumento del tetto del debito.

In Europa la crisi del debito sovrano, nonostante Barroso pensi che sia acqua passata, ancora langue tra le varie nazioni PIIGS intaccando tutto il resto della zona euro. Passività non conteggiate, il bilancio della BCE più gonfio di quello della FED, prestiti a fondo perduto, meccanismi di salvataggio nascosti e che sfruttano artifizi contabili, ecc. Le economie di Spagna, Italia, Portogallo, Cipro, Irlanda e Grecia continuano a deteriorarsi mentre i rendimenti sui loro debiti calano grazie all'aiuto dello zio Mario a Francoforte.




Il Giappone, una volta considerata una potenza in ascesa, è solo il pallido ricordo di quello che era fino alla fine degl ianni '80 ed ora naviga costantemente in un mare d'insolvenza. Ora i pianificatori centrali giapponesi, schiacciati dalla scarsa produttività, da deficit crescenti e da una curva demografica traboccante di vecchiaia, hanno deciso di tentare ancora la carta della svalutazione monetaria. Ah! E c'era chi diceva che i kamikaze si fossero acquietati dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Tutto questo mentre la crescita della Cina rallenta. Un'economia ancora guidata da fantasmi Comunisti che non permette investimenti esteri oltre una certa soglia, in cui si sono costruite intere città fantasma, in cui vengono spudoratamente e sfacciatamente manipolati i dati economici, in cui vagonate di cartaccia tengono in piedi la baracca, ecc.




Non si può continuare a stampare moneta e non aspettarsi gravi conseguenze. Tassi di interesse artificialmente bassi sui vari debiti sovrani avranno serie ripercussioni su fondi pensione, sulla popolazione sulle compagnie d'assicurazione e sulla popolazione in generale mettendo l'intero sistema a rischio di eventi "imprevisti" a causa della sconsideratezza dei pianificatori centrali e la loro voglia di nascondere sotto il tappeto gli errori passati. Questa farsa può andare avanti ancora un po', ma non durerà all'infinito.

Ogni "prossima volta" sarà peggiore. La crisi all'orizzonte sarà peggiore di quella passata perché i problemi sottostanti non sono stati risolti. Non fatevi cogliere di sorpresa. Non ascoltate le bagginate dei pianificatori centrali. Non ascoltate le baggianate di coloro che li riforniscono di giustificazioni per le loro azioni sconsiderate.


6 commenti:

  1. Ciao Francesco

    nella mia professione il linguaggio tecnico-specialistico è certamente figlio della volontà di escludere i pazienti dalla conoscenza. Tipico atteggiamento elitario e clericale.
    Al contrario, la chiarezza espositiva e la capacità di spiegare con il linguaggio comune e più comprensibile i concetti e le situazioni più complesse è sempre molto apprezzato dai pazienti.

    Tu hai questa capacità divulgativa e la padronanza della materia la dimostri con la comprensibilità dei tuoi lineari ragionamenti. E questo, ti assicuro, è molto apprezzato non solo da me, nonostante qualche incertezza ogni tanto, ma da tutti quelli ai quali ho proposto i tuoi testi.

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  2. Una segnalazione.

    http://www.zerohedge.com/news/2013-01-24/guest-post-majority-opinion-illusion

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  3. Francesco, sei unico.

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  4. Leggo con interesse i tuoi lavori
    ma non ho mai lasciato
    un commento finora.

    Oggi mi sento in dovere di farlo
    per ringraziarti per l'ottimo lavoro che svolgi.

    Sono d'accordo con Andrea.

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