Bibliografia

martedì 4 dicembre 2012

Come "Funziona" lo Stato, Parte II

«Lo stato – un'istituzione che è definita come un ente che gode del monopolio sull'uso della violenza – è particolarmente attraente per gli uomini e le donne il cui “lato oscuro” è più vicino alla superficie di quello di persone più tolleranti e più pacifiche. Quando lo stato eccita questo “lato oscuro” – cosa che fa specialmente in tempo di guerra, la qualità che condusse Randolph Bourne ad identificare la guerra come “la salute dello stato” – uomini e donne altrimenti rispettabili possono trasformarsi in agenti di una selvaggia brutalità. Quando le loro azioni omicide sono eseguite in nome dello stato – con cui la maggior parte delle persone si identifica – le loro azioni acquistano un alone di legittimità che non avrebbero ottenuto in altre circostanze; una distinzione che impedirebbe loro di diventare dei serial killer mentre tornano a casa.
L'identificazione con lo stato, in altre parole, ha la capacità di trasformarci in sociopatici. Non è che lo stato faccia questo a noi, ma è la nostra volontà di attaccarci a delle entità esterne – ed ai valori su cui si basano – a separarci dalla nostra essenza interiore. Le persone disposte ad abbracciare – o persino a tollerare – un tale comportamento asociale, hanno perso ogni contatto con ciò che significa essere umani; hanno perso la loro anima.»

-- Butler Shaffer
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di Bill Bonner


Nel caso dell'Egitto, la gente ascoltava e obbediva — almeno, per quanto potevano fare — perché il Faraone era, in teoria, un dio. Nel caso di Roma — con l'esclusione di Caligola — e degli imperi Mongoli, la teoria era altrettanto semplice, anche se diversa. Tamerlano non avanzò alcuna pretesa di divinità. Si limitò a mettere in chiaro che cosa avrebbe fatto se si disobbediva. Le città che si sottomettevano erano generalmente governate in modo moderato, secondo gli standard dell'epoca... e tassate, ma non rase al suolo. Quelle che contestavano la sua autorità venivano distrutte, spesso uccidendo tutti gli abitanti.

A Roma e nelle steppe, chi controllava il "governo" era in posizione privilegiata. Poteva raggiungere ed imporre la propria volontà a coloro che non erano privilegiati. Cosa che fecero. Fino a quando hanno potuto, coloro all'interno hanno depredato gli esterni. In entrambi i casi, gli esterni erano letteralmente al di fuori del gruppo dirigente e dalla sua patria.

Questo è forse un buon momento per sottolineare che lo stato è un fenomeno, non un sistema. Si comprende meglio se lo si immagina come una lotta tra coloto all'interno e gli esterni. Coloro all'interno controllano sempre lo stato... e lo usano per conquistare e controllare gli esterni. Perché vogliono farlo? Le solite ragioni. Ricchezza. Potenza. Status sociale.

Tutti — o tutti quelli che non sono squilibrati o sono santi — vogliono ricchezza, potere e status sociale. E il modo migliore e più veloce per ottenerli, di solito, è quello di portarli via a qualcun'altro. Questo è il ruolo dello stato. Solo lo stato può prendere qualcosa da qualcuno legalmente. Perché? Perché gli stati fanno le leggi.

Abbiamo già visto come un piccolo gruppo di Romani sia stato in grado di andare oltre la sua città natale, per quasi 1,000 anni, prendendo la ricchezza dalla gente di fuori. Una tribù cadde sotto il loro controllo. Poi un'altra. Poi una città. E un'altra. E sempre più prestigio, potere e ricchezza scorreva a Roma.

Ma non tutti i Romani ne beneficiarono allo stesso modo. Roma stessa era divisa. Durante il periodo Repubblicano, coloro all'interno venivano dalle più importanti famiglie che controllavano il Senato. Poi vennero i dittatori, gli imperatori e i furfanti che furono in grado di ottenere il controllo del governo. Spesso, erano militari, generali popolari o furbi che avevano fatto carriera, ucciso i loro rivali, e preso le redini del potere. Ognuno di loro portò nuovi membri all'interno... e cacciò alcuni di quelli vecchi. Roma friggeva di intrighi... e a volte sfociavano in guerra aperta, con un gruppo di coloro all'interno che combatteva con uno rivale.

Dopo la caduta di Roma, imperversarono in Europa le tribù barbare. Gli uomini forti erano in grado di creare i propri governi. Poca era la teoria o le giustificazioni. Usarono la forza bruta per prendere ciò che volevano. Poi si misero a governare. Un signore locale forniva protezione ad altri signori locali. In cambio richiedeva pagamenti, tributi, ricchezza e potere. In gran parte delle economie non-monetarie dei Secoli Bui, le tasse erano sotto forma di una quota della produzione... e/o giorni di lavoro. Un servo lavorava di solito un giorno su 10 per il suo signore e padrone.

Il signore della guerra locale e il suo seguito erano coloro all'interno. Prendevano dagli esterni quanto potevano. O quanto pensavano fosse prudente prendere. Alcuni addirittura affermavano un droit du seigneur, noto in Francia con l'espressione più carnale di "diritto alla coscia." Il capo locale chiedeva il diritto di deflorare le spose dei suoi contadini. Anche di recente, agli inizi del secolo scorso, i capi dei Curdi rivendicavano tale diritto sulle spose Armene durante la prima notte di nozze.

Durante il Medioevo, lo stato divenne meno a livello locale. In tutta Europa, servi, signori e vassalli si unirono insieme nel sistema feudale. Uno governava una piccola area, ed a sua volta era governato da un altro che ne governava una più grande. All'apice c'era il re, che doveva la sua fedeltà a Dio stesso.

Lo stato si evolvette, così anche le giustificazioni e spiegazioni a supporto. Come darne un senso? Perché un uomo era potente e ricco e un altro debole e povero? L'Europa era ormai Cristianizzata. Tutti gli uomini dovevano essere uguali agli occhi di Dio. Come mai erano così diversi agli occhi degli altri?

Dare una spiegazione a questi quesiti rihciese un ritorno all'antichità, alla dottrina del "Diritto Divino dei Re." Gli studiosi non sostenevano che i re fossero divini, perché ciò avrebbe intaccato le fondamenta del monoteismo Giudaico-Cristiano. Invece, sostenevano che i re avessero un ruolo particolare, che erano stati nominati... e unti, da Dio (attraverso i suoi ministri nella chiesa di San Pietro)... per governare. Alcune persone pensavano che i re discendessero direttamente dalla linea di Gesù Cristo. Altri pensavano che Dio avesse dato ai re un diritto "divino" a governare in Suo nome.

Come consuetudine del mondo, ogni persona aveva un lavoro da fare. Uno era un taglialegna. Un altro portava l'acqua. Un terzo era un re. Ogni uomo faceva il suo dovere.

Gli studiosi del Medioevo passarono un sacco di tempo sulla questione. Come teoria di governo sembrava coerente e logica. Ma conteneva trappole e vicoli ciechi. Se il diritto di governare era dato da Dio, l'uomo non Lo poteva contraddire. E invece lo contraddicevano. Un sovrano per mandato divino incotnrava un altro sovrano per mandato divino sul campo di battaglia. Solo uno poteva vincere. A che tipo di gioco stava giocando Dio?

E se Dio avesse concesso ad un uomo il diritto di governare altri uomini, ciò significa che bisognava obbedire ad ogni ordine che dava, come se fosse venuto dalla bocca di Dio stesso? E se il re non stesse affatto compiendo il volere di Dio? L'adulterio era chiaramente una cosa da escludere. Dio la disapprovava. Ma i re spesso ne facevano un'abitudine e uno sport. Il re non inquinava forse il suo corpo e tradiva il suo Signore? Nel tentativo di spiegare il problema, gli studiosi avanzarono l'idea che il re avesse in realtà due corpi. Uno sacro. Uno profano.

"Il Diritto Divino dei Re" era una teoria di governo che tentava di non fare acqua. Ma bisognava stare attenti a non farla traboccare. Si doveva credere in Dio. Si doveva credere che Egli dava gli incarichi. Si doveva anche credere che ad Egli non importava quando i suoi dipendenti e agenti facevano dei casini... o anche quando contraddicevano i suoi ordini. Guardando la storia dei monarchi, che si pensava avessero tale autorità divina, si dovrebbe concludere che Dio era molto tollerante, o molto negligente. Adulterio, omicidio, furto, menzogne — non ce n'era nemmeno uno dei comandamenti di Dio a cui obbedivano.

Come teoria di governo, il "Diritto Divino dei Re" sarebbe andato bene se non fosse stato per gli stessi re. Alcuni erano uomini ragionevoli. Altri erano tiranni. Molti erano incompetenti, in gran parte irrilevanti e sciocchi. Messi insieme, era molto difficile credere che fossero stati scelti da Dio, anche senza credere che Dio stesse semplicemente scegliendo a caso i Suoi governanti più importanti. I re non erano particolarmente intelligenti. Né particolarmente audaci o particolarmente timidi. Né particolarmente saggi o stupidi. A tutti gli effetti, erano proprio come tutti gli altri. A volte intelligenti. A volte scemi. Qualche volta buoni. A volte malvagi. E sempre oggetto di infleunzamenti.

Verso la fine del XVIII secolo, il "Diritto Divino dei Re" perse il suo seguito. La chiesa, il monarca e il sistema feudale, tutti persero quote di mercato. L'Illuminismo iniziò a far pensare la gente. Poi, l'inizio della "Rivoluzione Industriale" fece entusiasmare gli animi popolari.

Nel 1776, Adam Smith pubblicò il suo "La Ricchezza delle Nazioni," dicendo che il commercio e la produzione erano la fonte della ricchezza. Lo stato inizò a sembrare un ostacolo e un costo in gran parte inutile. Il suo ruolo benefico venne limitato, disse Smith, al rispetto dei contratti e alla tutela della proprietà.

La scuola economica del laissez-faire sosteneva che lo stato era un "male necessario," da essere limitato il più possibile. Il "governo che governa meglio," come disse Jefferson, "è quello che governa meno." Questo è, naturalmente, un altro modo di dire che lo stato — come ogni altro fenomeno naturale — è soggetto alla legge della diminuzione dell'utilità marginale. Uno stato limitato è probabilmente una cosa buona. L'energia messa in un sistema di ordine pubblico, di risoluzione delle controversie, e di alcuni servizi minimi pubblici può dare un ritorno positivo sugli investimenti. Ma il punto dei rendimenti decrescenti viene raggiunto rapidamente. Per riferimento, ecco "l'incasso" degli stati di oggi.

Lo stato — secondo i filosofi Liberali del XVIII e XIX secolo doveva starsene da parte in modo che la "mano invisibile" potesse condurre gli uomini verso vite produttive e fruttuose. Smith pensava che il braccio attaccato alla mano invisibile fosse il braccio di Dio. Altri ritenevano invece che nemmeno Dio fosse necessario. Gli uomini, senza pianificazione centrale o Dio a guidarli, creerebbero un "ordine spontaneo," che sarebbe molto più bello di quello creato da re, dittatori o assemblee popolari.

Questa idea di governo, così com'è, porta a quello che noi conosciamo oggi come "libertarismo." I libertari discutono su quanta autorità dovrebbe avere uno stato. Si azzuffano tra di loro su quello che lo stato dovrebbe fare e quanto grande dovrebbe essere. Ma tutti i libertari sono d'accordo con Jefferson. E tutti sono d'accordo che nel 2011 gli stati di tutto il mondo sono troppo grandi.

I libertari sono preoccupati per la loro perdita di libertà. Ma quello per cui siamo preoccupati è il ribasso. Quando viene superato il punto dei rendimenti decrescenti, diminuisce il compenso per ulteriori investimenti di risorse nelle attività di polizia e nella redistribuzione della ricchezza. Allora che cosa succede? Abbiamo già visto cosa è successo in Germania negli anni '30 e '40. Venne eletto Hitler. Ma poi, il Reichstag venne bruciato e vennero sospese le istituzioni democratiche. Le democrazie moderne sarebbero forse in grado di adattarsi più rapidamente ed evitare così il ribasso?

Staremo a vedere... nel prossimo paragrafo.

Saluti,


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


=> Qui la prima parte: http://francescosimoncelli.blogspot.it/2012/11/come-funziona-lo-stato.html


17 commenti:

  1. Ho già espresso la mia opinione nell'articolo precedente, ma lo spiego un un altro modo. Alcuni libertari dovrebbero mettersi l'anima in pace, perché per una società complessa, serve un'organizzazione complessa (lo stato), altrimenti si ritornerebbe ad uno stadio semi-tribale. Alcuni non accettano neanche uno stato minimo, perché dicono, che tenderà ad espandersi sempre di più. È vero solo se non indichi chiaramente i suoi limiti nella costituzione.

    Come ho già detto la forma di governo più accettabile è la monarchia, in cui quel cancro che sono i partiti e l'elezioni scompaiono per lasciare unicamente ai cittadini il referendum come strumento democratico mentre al re la nomina di quasi tutte le cariche. Come limitare lo stato? I suoi compiti intanto sono due: legislativo/bilancio ed esecutivo (erogare servizi). La giustizia è un servizio come un altro che comunque meriterebbe un accenno nella costituzione, per esempio la reintroduzione della pena di morte per gli omicidi volontari e l'abolizione del carcere, ma questa è un'altra storia.

    Il suo potere di spesa lo limiti scrivendo nella costituzione che l'unica forma di tassazione sia una flat tax sul reddito (da qualsiasi fonte) e ne stabilisci il limite massimo, es. 1/4 (25%) e come è ripartita fra i 2 livelli di governo, magari una 20% a quello locale e a quello centrale un 5%. Il vantaggio è chiaro, dici in sostanza: puoi tassare solo fino ad un certo punto, fattelo bastare per erogare i tuoi servizi. Metti anche un limite all'indebitamento, che per carità ci può essere ma deve essere sostenibile. Il debito sarà molto basso perché i margini di manovra nell'aumentare le tasse e ridurre la spesa sono minimi.

    La questione legislativa è più complicata da limitare. Però si può iniziare ad alzare i quorum di voto ai 2/3, e per i referendum anche per l'affluenza. Nella costituzione bisogna scrivere su quali princìpi deve essere basata una legge, gli unici termini che mi vengono in mente sono: la sobrietà e la semplicità, e si deve concedere al Re il potere di porre a referendum qualsiasi legge che non risponda a questi criteri. Cerco di spiegarmi meglio, il matrimonio civile è inutile e andrebbe abrogato, l'introduzione di leggi come le quote rosa, il femminicidio, il negazionismo (ebreo), le unioni civili per i gay (doppione di quello civile che va abolito) sono inutili. Per la semplicità porto l'esempio della tassazione, che è complicatissima o la legislazione sul lavoro, inclusi i contratti.Quindi in sostanza bisogna avere una legislazione snella.

    Tutto questo per dire che lo stato è un male necessario, come viene affermato anche nell'articolo, per avere una società complessa. E che la sua espansione può essere limitata nella costituzione, nei modi che ho cercato di spiegare, magari ce ne sono acnhe altri.

    Massimo

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  2. Complessità. Il presupposto necessario per manipolare e fottere il prossimo.
    La complessità è artificiale.

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  3. Certamente, la complessità di questa società è artificiale.La società più semblice e più naturale è quella tribale, in cui i vari clan sono autosufficenti e in cui la specializzazione è quasi inesistente e limitata al massimo fra i sessi o all'interno del gruppo. Lo stato è una evoluzione in grande della società tribale. Per quanto semplici possano essere i vari componenti del gruppo devono comunque sottostare ad un'autorità. Ribadisco che per una società complessa serve un'organizzazione complessa che è lo stato, si può criticarlo ma non si può negare l'evidenza della sua necessità.

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  4. massimo, sbagli sulla premessa concettuale: perche la societa è complessa? da dove deriva tale complessita? dal modo in cui si è organizzata. lo stato moderno, lo stato sociale non è l organizzazione di una complessita preesistente, ma la fonte della complessita. uso corrotto della funzione, potere travestito, conflitti d interesse, azzardo morale sono alcuni dei fenomeni, i primi che mi vengono in mente, dovuti alla complessita creata dalla sovrastruttura "stato complesso". non da altro. monarchia, impero,capotribù democrazia, mafia o quello che ti pare: qui quello che è importante è che il potere svolga solo una funzione: difesa ed ordine pubblico (giustizia e sicurezza nella quale al massimo si puo fare rientrare l'organizzazione della sanità per motivi umanitari affinche ciascuno possa essere curato; non certo l erogazione). e per questo il potere sia remunerato. che sia a tutti chiaro che la funzione è esercizio, regolazione e canalizzazione della violenza fisica in monopolio. questo è, ma oggi si traveste e getta fumo negli occhi, atteggiandosi a santo mentre ti spolpa. sia trasparente in cio che prende e cio che dà. per evitarne l abuso senza possibilita di difesa, meccanismi di ostaggio istituzionale reciproco "federalsimo-secessione-mobilita delle persone". tipo concorrenza e recesso contrattuale.
    forma di stato: monarchia o repubblica, indifferente. forma di governo: parlamentare o presidenziale, indifferente.

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  5. su una cosa importante hai ragione: il potere quale "fatto" non è del tutto eliminabile. per cui a me personalmente uno stato minimo, alla nozick (il cui pensiero pero ha delle falle sistematiche) o sporattutto alla rand mi sta pure bene. stato minimo, re minimo, mafia minima, impero minimo, capotribu minimo. basta che sia minimo. e tra i suddetti lo stato non è nella storia il peggio. tanto se non quello, un altro potere ci sarebbe. limitazione costituzionale fortissima a tutela dei diritti individuali e solo diritto privato "puro". certo, dal dito il potere si prende il braccio, con l ausilio delle corti costituzionali e dell interpretazione. hanno ragione nel concetto i libertari piu intransigenti. ma il raggiro ed il sopruso non sono escludibili dal mondo. se non nell idealismo con tutti i suoi mali. quindi è filosofia teoretica. con la violazione della costituzione iperindividualista è almeno meglio percepibile. se invece sono scritte minchiate come "funzione sociale della proprietà" ovviamente tutto ed il contrario sono leciti.
    il quorum è ininfluente, quel che conta è il limite: la legge dovrebbe essere tendenzialmente una per sempre (tipo codice civile e penale). non manipolabile con le nuove pretese. e limitarsi a regolare le conseguenze delle interazioni di volonta (contratti sulle proprietà, anche del proprio lavoro) senza creare "istituzioni" neanche civilistiche quali matrimonio o commerciali quali le hodings su cui si innesta il delirio dell abuso.
    indebitamento? pure 3000% se il potere ha beni e qualcuno gli fa credito. ma no banche centrali, riserva frazionaria o carte truccate: perche sia chiaro che è il debito di un soggetto, e non dei cittadini. non tassabili nè depredabili per quel debito. risponde il debitore col suo patrimonio. se qualcuno gli fa credito, affari del creditore. insomma, come un qualsiasi privato. perche lo stato è un soggetto privato societario che esercita il potere, null altro. ma indebitarsi alle spalle di altri assolutamente no. zero%. la questione del re e del referendum è assolutamente campata in aria: perche il referendum al re? e se la popolazione dice "si" alla legge invasiva, che si fa, si regolamenta, ad es, la convivenza delle persone? si torna al sacrificio della liberta dei singoli com'è oggi? alla democrazia per cui la maggioranza può schiavizzare il singolo?
    "reintroduzione della pena di morte per gli omicidi volontari e l'abolizione del carcere, ma questa è un'altra storia": si un altra storia, e mica la capisco tanto data l ampia forbice. la pena di morte ahime per quanto moralmente lecita non è praticabile per l inevitabilita dell errore e la sua irreparabilità. invece la chiave la butterei e farei dei bei lavori forzati per pagarsi vitto ed alloggio. ma, appunto, altra storia.

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  6. ps, la sobrietà no, ti prego. mi viene in mente la legge impartita da monti

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  7. ps hoppe, l allievo di rothbard, portando il ragionamemento alle conseguenze piu coerenti, predilige la societa tribale. io non sono cosi d accordo: in fondo si tratterebbe solo di rimettere l orologio indietro. qui ci si trova sempre ad una questione praxeologica, come sempre ha ragione von mises, e quindi al di la della logica formale del ragionamento dobbiamo considerare la natura umana. credo che lo stato liberale dell 800, lodato da ortega y gasset, sia stato idoneo al controllo ed alla canalizzazione della violenza meglio della societa tribale. il tribalesimo sviluppa l es sino al thanatos: leale quanto vuoi, ma la deformalizzazione del re nudo ha gia dato prova di se. il problema c'è stato con l irruzione delle masse nella vita politica, nel primo 900. ora, i migliori anni della storia dell umanita sono stati l epoca dei comuni e 700 ed 800 (illuminismo a parte rivoluzione francese). e da li si deve ripartire.

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  8. Premessa: I miei ragionamenti li faccio da conservatore e non da libertario, che non crede neanche ad uno stato minimo.

    I termini da me usati non saranno i più appropriati, ma con gli esempi che ho fatto volevo dire che la legge deve essere la meno invasiva possibile. Non puoi dire che una volta fatta la legge questa debba essere eterna o che la puoi limitare, come? Imponendo un numero massimo di articoli? imponendo un numero massimo di parole? Devi stabilire dei criteri con cui si debba creare una legge, cioè che deve essere poco invasiva e snella. Dato che una norma non può essere eterna e può essere modificata, cancellata e aggiunta il voto e il quorum serve, eccome. Il fatto che un re o un presidente abbia il potere di porre a referendum qualsiasi legge non è campata in aria ma serve per evitare abusi del potere legislativo. Imponendo un quorum nell'affluenza e nel voto serve per avere una leggittimità più larga. Meglio abolire il quorum come vogliono alcuni? Così con un 20% di affluenza e con un 51% di voti avremo una dittatura della minoranza. Con un quorum più alto si può almeno mantenere lo status quo, perché se una legge non interessa, salta il quorum e buonanotte.

    Dei limiti meno vaghi li puoi mettere invece nella tassazione, come ho spiegato. Io sono pragmatico, e credo che una stato minimo non lo vorrebbe nessuno, ma vorrebbero anche la scuola e la sanità pubblica. A te non importa del debito, ma imponendo un limite nella tassazione ottieni anche un limite all'indebitamento che fa parte di una buona gestione "aziendale" dello stato. Ricapitolando, la Legge deve essere poco invasiva, e non va sempre modificata od espansa ed è meglio interpellare direttamente i cittadini. Il fare una legge buona non è né di destra né di sinistra, come non lo è la gestione dei servizi secondo criteri economici. Quindi a che servono i partiti e le elezioni? A nulla, a te non interessa la forma di governo, ma facendo 2+2 esce fuori che la monarchia è il sistema migliore.

    Se verrà pubblicato un articolo riguardante la pena di morte o il sistema carcerario ne riparliamo.

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  9. Aggiungo che nel precedente articolo avevo detto che la migliore forma di governo oltre alla monarchia è la repubblica in cui i vari delegati siano eletti casualmente.

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  10. per essere pragmatici sono liberale. stato minimo senza dirlo, che hai ragione, fa paura. tetto a tassazione, ok. debito, nel senso dello stato e basta, me ne frego se ci sta limita
    e a tassazione. non si confondano i patrimoni di stato e persone. debito nel senso odierno, ripeto 0%: è risorse oltre tassazione= tasse future. a quel punto non ha piu senso mettere limite a tassazione.
    "imponendo un limite nella tassazione ottieni anche un limite all'indebitamento": non è corretto. a meno che tu intenda (con i post non è sempre tutto chiaro) che se ti indebiti quest anno, quest altr anno con le tasse limitate dovrai pagare il debito fatto l anno precedente. teoricamente funziona ma, mmmm, mi puzza di casino in piazza....
    il debito è il surplus del finanziamento dello stato oltre le tasse. puoi mettere limite alle tasse del 20%, ad esempio. ma se poi lo stato s indebita con conseguenze sulle persone, allora il limite non ha piu senso. è ovvio poi che anche con la separazione soggettiva della responsabilita patrimoniale l indebitamento dello stato si riflette indirettamente sulle persone. per cui direi tendenzialmente anche li 0. roba troppo pericolosa, come vediamo tutti.
    le migliori sanita del mondo oggi sono svizzera, singapore e olanda. e sono private. lo stato si occupa solo di normare in modo che siano accessibili a tutti. scuola, stessa storia: in svezia quando i conservatori hanno levati il bonus x scuola privata, "la sinistra è insorta"... il contrario che da noi. se vuoi essere veramente realista: qui si gioca intellettualmente e si spera... gli italiani sono pecore ed odiano la libertà. la gran parte. non puoi mettere un regime liberale in arabia. in italia la differenza c'è, ma non cosi tanta da potercelo permettere. la questione percentualistica, attento, è deleteria: qui non si tratta di minoranza che legifera, ma al contrario: neanche maggioranza. che non è meno dittatura perhce sono tanti a volerlo. non è che se 9 su 10 votano di riempirmi di botte ogni sera alle 18, allora cio è giusto. la dittatura è tale, sia se imposta da 1 che da molti. il focus è la tutela delle minoranze. e la piu piccola minoranza, come disse rand, è l individuo. quindi per me, è un paradosso, possono fare le leggi che vogliono come percentuale, basta che siano leggi "irrilevanti". con cio voglio dire che la "qualità" ed i limiti della legislazione, in senso di garanzia dell individuo, sono il bastione a tutela. il free banking è necessario: chi controlla la moneta, controlla l economia e lo stato, e tutto e tutti. è poco avvertito perche pochi se ne accorgono tecnicamente. noi abbiamo una creazione di moneta che privatizza utili e socializza perdite. il resto a confronto è aria fritta. molto piu che il numero populista. oakeshott e scruton, due acuti conservatori, potrebbero interessarti.

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  11. ..repubblica in cui i vari delegati siano eletti casualmente..., idea stimolante, ci riflettero. ma non che oggi introdurre tale regola o ripristinare la monarchia sia "pragmatico": nessuno lo vorrebbe. l importante è sempre che i "delegati" non possano fare quasi nulla... e siano senza benefit e pensioni. se cosi per forza a sorte: nessuno lo farebbe. la modifica del contratto sociale (nuove leggi) dovrebbe poter comportare la possibilita di recesso se modifica sostanzialmente l oggetto sociale. un po come nelle s.p.a.. ma qui non ci sta abbastanza spazio...
    e se sei conto la legislazione sul matrimonio, non pensare di essere conservatore senza qualche vena libertaria (neanche saresti a parlare con noi). il conservatorismo ortodosso difende a spada tratta la famiglia tradizionale. i teocon piu estremi equiparano pedofilia, omosessualita, sesso prima del matrimonio, contraccezione...
    veri conservatori, no?
    i liberali spesso sono definiti conservatori in economia e progressisti sui diritti civili. in realta sono solo coerenti. la liberta e libertà. e per esistere no abbiamo bisogno del bollino dello stato. ma anche questo è un altro discorso. e lungo... ora si cena...

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  12. Bravo gdbarc. Condivido. Imparo e condivido.
    Un Tale, che dal nulla pare che riuscì a creare moltissimo, una volta spiegò così la complessità: "Il tuo dire sia sì sì no no. Il dippiu' viene dal demonio".

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  13. Ciao Francesco,

    per favore puoi dare un'occhiata a questo e spiegarlo brevemente? Grazie.

    http://www.zerohedge.com/sites/default/files/images/user3303/imageroot/2012/11-2/20121203_NTMPE.png

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  14. Ciao a tutti.

    Arrivo in ritardo in questa discussione non perché non avessi ancora letto ma perché stavo leggendo attentamente i commenti.

    Credo che ormai abbiate capito qual è la mia linea di pensiero in materia. Fondamentalmente, sono per la libertà di associazione. Credo che questo sia l'unico modo per mettere in mano agli individui quell'arma importante da impugnare qualora il governo a cui ha aderito diventa (a suo vedere) dispotico: sanzioni negative. Ad oggi è impossibile applicare all'attuale tipo di governo sanzioni negative per correggere i suoi deragliamenti che investono la nostra libertà.

    In sostanza le sanzioni negative servono per metterle alla porta ladri, farabutti e socialisti. Loro sono cordialmente invitati ad autogestirsi fuori dai coglioni. Se hanno ragione, tutti ci uniremo a loro per vivere nell'Eden. Se hanno torto, creperanno di fame facendo code davanti a scaffali vuoti, con somme risate del pubblico. Basta che crepino lontano da me, con i loro "testi sacri" che si diletteranno a mangiare e digerire poco prima della meritata fine.

    Ma visto che ormai viviamo praticamente con la faccia sotto lo stivale del collettivismo, anche uno stato limitato con flat-tax al 10% avrebbe vita breve, perché ci potrebbe essere sempre qualche povero stronzo con la testa piena di "coraggiose" riforme sociali da finanziare. Mi basta consultare qualunque sito di "controinformazione" e "riforma monetaria" per capire che aria tira, allora a quel punto tanto vale tenerci quello che c'è, finché qualcuno non finisce appeso per i piedi. Almeno ci faremo due risate: il libero mercato provvederà a creare una corda adatta all'uopo e a basso costo, come vuole la tradizione.


    PS: prima si richiedeva un articolo sulla pena di morte. Lo trovate qui.

    La funzione "Cerca nel Blog" qui nella colonna di destra è vostra amica. :)


    PPS: Andrea, se devo dirti la verità non bado molto al mercato azionario. Non esiste drogato peggiore, e le azioni ad oggi possono anche essere alte di prezzo ma non lo sono in valore. Beh, per non parlare del rischio reale...

    Ma più a lungo il mercato azionario viene sostenuto artificialmente, più terribile sarà la sua caduta.

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  15. Grazie Francesco.

    E' l'idea che mi sono fatto anche io. In questi giorni manipolazioni a go go. Non più del solito. L'oro ribassato a bastonate, ma poi neanche tanto nonostante gli sforzi. L'argento pure.
    Vorrà dire nuove opportunità d'acquisto.
    Volevo solo una conferma, per me stesso.

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  16. Da uno dei link apprendo che il carico fiscale in Iran è il 6,1%.

    Adesso me ne faccio una ragione, è davvero un pericolo mortale per la democrazia!

    Bomb bomb Iran!

    Alfoja

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  17. >Adesso me ne faccio una ragione, è davvero un pericolo mortale per la democrazia!

    Come anche gli "anarco-insurrezionalisti" che magicamente compaiono ogni volta che il fisco deve metterlo nel culo un'altra volta a mezza "popolazione"? :'D

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