di Francesco Simoncelli
Là fuori ci sono ancora tipi che credono alle favole. E' intrigante conoscere le ragioni che spingono una persona adulta a confondere la realtà con il mondo dei sogni, ma quando questi vengono usati per raccontare frottole e pensare di farci cascare individui ignari allora è giusto puntare il dito e svelarne la loro vera natura fraudolenta. Se non si agisce per tempo, si rischia di assistere ad un'invasione endemica delle storie strampalate partorite dal mondo dei sogni. Anche i sogni nascondono insidie. Possono essere incubi.
La maggior parte delle persone sogna di tornare indietro nel tempo per rivivere la propria gioventù. Magari per cambiare decisioni sbagliate. Oggi ci sono individui che vorrebbero tornare indietro per ripercorrere le stesse decisioni sballate che hanno condotto sull'orlo del disastro diverse società. Ultimi in ordine cronologico i sostenitori della MMT. Nonostante i concetti che portano avanti siano stati confutati lungo il corso della storia, cercano disperatamente di voler rivivere il passato attraverso delle strategie d'azione che ai loro occhi possono condurre ad un miglioramento della condizione di vita. Perché, se in precedenza non hanno funzionato? Perché pensano che stavolta sarà diverso. Non lo è. Ma vanno lo stesso avanti, incuranti di coloro che suggeriscono loro di vivere il presente perché dagli errori passati si può solo imparare. E allora vengono portati nel presente vecchi scheletri già sepolti, uno dei quali è quello di John Law.
L'errore è quello di credere che l'espansione dell'offerta di moneta abbia due solamente: "stimolare" la crescita ed aumentare l'inflazione. Che questa rappresenta una visione troppo ristretta, lo sappiamo sin dai tempi di Richard Cantillon. Cantillon visse in prima persona uno degli esperimenti più significativi con il denaro cartaceo: il famoso sistema di John Law in Francia dal 1716 al 1720. Cantillon conosceva Law ed investì nel suo schema di cartamoneta. Cavalcò la bolla (la famosa bolla Mississippi) fino al suo picco e prese i suoi profitti prima che la bolla scoppiasse. Al contrario di Law che finì sul lastrico e dovette lasciare la Francia, Cantillon andò in pensione da uomo ricco ed annotò le sue acute osservazioni circa gli effetti dell'espansione monetaria. Una delle sue scoperte più importanti fu la fondamentale non-neutralità della moneta. Come disse Cantillon, quando viene iniettato nuovo denaro nell'economia, i prezzi non aumentano contemporaneamente e con la stessa intensità, ma alcuni aumentano più velocemente di altri, e alcuni più di altri.
Infatti, non solo viene abbassato il potere d'acquisto dell'unità di denaro ma coloro che ricevono per primi la nuova moneta creata artificialmente ne beneficiano di più rispetto a coloro che la ricevono più tardi o non la ricevono affatto. Tale aumento dell'offerta di moneta impedisce ai prezzi di mercato di aggiustarsi ai loro livelli reali. Per esempio, se le banche centrali estendono denaro addizionale alle banche, quest'ultime non dovranno vendere, ad esempio, asset (prestiti, titoli, ecc.) per rifinanziarsi. In questo modo vengono sostenute artificialmente delle attività nocive solo per far rimanere in vita degli interessi privilegiati perché ben connessi con l'establishment. Viene impedito che il loro prezzo cali e di conseguenza viene veicolata una falsa immagine di prosperità e stabilità. Mentre una politica di aumento dell'offerta di moneta potrebbe evitare delle perdite nella produzione presente e nell'occupazione mantenendo a galla le banche, impedendo che vadano in default per i loro oneri, la questione importante è se una tale politica contribuirà a ripristinare di nuovo la salute delle economie. Dal punto di vista della Scuola Austriaca la risposta è un NO risonante.
Scrisse Mises nell'Azione Umana:
Un boom indotto dall'espansione del credito dovrà inevitabilmente portare ad un processo che secondo il linguaggio quotidiano viene chiamato depressione. [...] La depressione è in realtà il processo di riaggiustamento, che mette le attività produttive di nuovo in accordo con lo stato dei dati di mercato.
Ma contrariamente all'evidenza ci sono ancora persone che credono che lo stato possa auto-finanziarsi indefinitamente. Come? Attraverso questo preciso disegno inflazionistico che nella storia ha dimostrato di condurre inevitabilmente al crack-up boom Misesiano.
Entra in scena il crack-up boom. Ognuno è ansioso di scambiare il proprio denaro con beni "reali," non importa se ne ha bisogno o meno, non importa quanti soldi deve pagare. In un tempo molto breve, entro poche settimane o addirittura giorni, le cose che erano usate come moneta non sono più utilizzate come mezzi di scambio. Diventano carta straccia. Nessuno vuole scambiare nulla con questa carta straccia.
Ecco perché è nata, in sostanza, la banca centrale. La differenza chiave tra la motivazione della classe bancaria e la classe politica è che la prima preferisce una politica monetaria che permetta loro di trarre profitto dall'attività economica della popolazione in un modo subdolo ed insidioso. Una politica di aperta inflazione condotta dalla classe politica è la via per l'iperinflazione, lo sfacelo della divisione del lavoro e la distruzione del sistema monetario stesso. Diversamente dalla classe politica, la classe bancaria è abbastanza astuta da riconoscere le politiche che porteranno all'inflazione di massa ed alla morte del sistema monetario da cui trae profitto come un parassita. Una chiara illustrazione delle differenti motivazioni delle due classi può essere trovata nella storia dell'iperinflazione della Repubblica di Weimar.
Tuttavia, credono che stavolta sia diverso. Ognuno dei nuovi saltimbanchi monetari prende la Delorean di Doc e dal passato riporta nel presente qualche stramba "ricetta." Allora noteremo come i Keynesiani siano in sintonia con gli MMTers quando lamentano una carenza della domanda aggregata come causa della crisi economica e suggeriscano che la soluzione sia un deficit maggiore da parte del governo. Ci sono anche i Marxisti che gridano contro i ricchi affinché paghino maggiori tasse e ci sa una maggiore redistribuzione della ricchezza.
Vecchie e decrepite "soluzioni" che in questi anni sono state più volte implementate ma che hanno solo sortito il classico effetto del "calcio al barattolo" lungo la strada, ma ora siamo arrivati alla fine della strada e la pianificazione centrale dall'alto della sua spocchia si è resa conto che si tratta di un vicolo cieco. Ha deciso di calciare per aria il barattolo. Si serve dei vari babbei riformatori per costituire una solida base a difesa delle proprie scelte. Infatti, queste vecchie teorie hanno solo un obiettivo: giustificare davanti l'opinione pubblica l'operato sconsiderato dei pianificatori centrali. Tutti propongono una ricetta risolutiva, nessuno pare vedere l'ingombrante ruolo che l'apparato statale ha ricoperto nel presente. A furia di viaggiare con la Delorean finiranno per schiantarsi contro un muro. Un muro prontamente preparato dagli Austriaci che da sempre ripetono una sacrosanta verità: non esistono pasti gratis.
LA GESTAPO FISCALE
Una parte dell'opinione pubblica vorrebbe un aumento ulteriore delle tasse sui ricchi per tentare di estrarre quante più risorse liquide da destinare all'apparato statale in modo da riequilibrare i suoi conti che sono pessimi. Non solo, la redistribuzione della ricchezza operata dallo stato offrirà più opportunità a coloro che non ne hanno molte. A prima vista questo concetto ha senso, ed è per questo che fa molta presa sulla popolazione. Il condivisibile aiuto verso coloro meno fortunati è umano, è lecito, nonché degno di supporto. Ma... a che prezzo? Non esiste nulla di gratuito su questa terra, e dovreste diffidare di chiunque vi dica il contrario. Quindi, osservare meglio quello che i presunti riformatori sociali vi stanno dicendo è un'obbligo verso il vostro portafoglio e verso l'onesta che ogni persone pone nel gesto altruistico di aiutare il prossimo.
A dire il vero, i Populisti originali e gli irritanti Democratici e Repubblicani, per non parlare dei Socialisti coscienti, diedero poco pensiero al fatto che l'imposta sul reddito sarebbe stata utilizzata per "spennare i poveri". Era uno strumento, pensarono, ideato per espropriare i ricchi a favore dei poveri. Come i poveri avrebbero beneficiato dall'espropriazione, non lo spiegarono; il loro odio intenso per i ricchi riempì convenientemente questo vuoto nella loro argomentazione. La loro passione li accecò al fatto che questo "spennare i ricchi" avrebbe permesso al governo di rubare dalla busta paga.
La dottrina della lotta di classe è più feroce, non nel senso che mette uomo contro uomo, produttore contro produttore, ma in quanto distoglie l'attenzione dei partecipanti dal loro nemico comune, lo Stato. Gli uomini vivono di produzione, ma lo Stato vive di appropriazione. Mentre i ricchi e i non abbienti lottano per la spartizione della ricchezza esistente, è compito dello Stato prosperare a spese di entrambi; prende le biglie, mentre i ragazzi stanno combattendo. Questa è stata sin dall'inizio la storia degli uomini nella società organizzata. Che questa lezione di storia debba essere sfuggita ai riformatori del XIX secolo, quando l'abitudine alla libertà era ancora forte in America, può essere facilmente comprensibile; quello che non è facilmente spiegabile è l'accettazione della dottrina del governo benevolo ai giorni nostri, quando tutte le prove del contrario sono davanti ai nostri occhi.
Tuttavia, una buona "ragione" ne segue un'altra per fare un miglior uso del Sedicesimo Emendamento. Dopo il 1913, il governo, che per oltre un secolo era riuscito a fare a meno della tassazione sui redditi, sentiva un continuo bisogno di maggiori fondi. Le aliquote fiscali sul reddito continuarono a salire, e le esenzioni a scendere; le maglie della rete vennero rese sempre più strette in modo che avrebbero potuto catturare più pesci. In un primo momento si trattava dei redditi delle corporazioni, poi di quelli dei ricchi cittadini, poi delle vedove ben sistemate e dei lavoratori opulenti e, infine, la ricchezza delle badanti e le mance delle cameriere.
Tutto ciò è in linea con la dottrina della capacità di pagare. I poveri, semplicemente perché ce ne sono di più, hanno più capacità di pagare rispetto ai ricchi. La busta paga nazionale contiene più soldi che tutti i tesori messi insieme di tutte le aziende del paese. Il governo non poteva trascurare a lungo questa ricca miniera. Tuttavia, considerazioni di ordine politico rendevano difficile il furto dalla busta paga. I salariati hanno voti, molti voti, e per non alienarsi tali voti, fu necessario mettere a punto alcuni strumenti per rendere accettabile la tassazione dei loro redditi. Dovevano essere cullati per accettare lo "spennamento dei poveri".
[...] Ogni centesimo preso dai salari viene gettato nella cassa del Tesoro degli Stati Uniti, ed è speso per tutto quello che decide il governo. Stessa storia per i "contributi" dal datore di lavoro. Vale a dire, le tasse della previdenza sociale sono tasse, punto e basta; sono "dazi ed oneri coercitivi" imposti dal sovrano ai suoi sudditi per le spese dello stato. Il denaro non viene tenuto in riserva, niente viene investito in attività. Il tutto viene speso, e viene speso molto tempo prima che "l'assicurato" abbia diritto ai benefici.
Abbiamo quindi scoperto qual è il vero scopo dello stato, e data la sua natura parassitaria ha bisogno di sempre più fondi. Come procurarseli? Esistono tre modi: tassazione, spesa a deficit, inflazione. Continuiamo a considerare la tassazione. Il paravento che spesso viene portato avanti per giustificare le ruberie dello stato è la cosiddetta disuguaglianza sociale. Il divario tra ricchi e poveri, oggi, non è costituito da un divario causato dalla differenza di talenti. Infatti, un sano divario tra le capacità delle persone dovrebbe essere posto dal mercato premiando coloro che meglio soddisfano i desideri del prossimo, mentre nell'ambiente clientelare in cui viviamo oggi è il governo attraverso la pianificazione centrale che premia coloro più connessi con l'establishment attraverso la politica monetaria, incentivi e sussidi, barriere all'entrata, manomissione del mercato, lobbysti, ecc.
Tassare ha lo scopo di togliere a qualcuno per darlo a qualcun altro, ovvero lo stato. Infatti, si sostiene di conseguenza che lo stato debba creare lavoro e attraverso la spesa delle entrate ottenute mediante la tassazione lo stato "crea" lavoro, perché la spesa del governo diventa reddito per qualcuno il quale lo spende facendolo diventare reddito per qualcun altro. Questo è il famoso moltiplicatore Keynesiano. Ma questo modo di ragionare è parziale: infatti il denaro speso dallo stato non cade dal cielo e attraverso la tassazione lo stato distrugge i lavori, per questo motivo lo stato non crea affatto lavori bensì li sposta da un posto da un altro non considerando la produttività di tali lavori creati.
L'aumento delle tasse incrementa le entrate del governo a scapito del capitale disponibile per le attività private in grado di proporre alla società una crescita economica in accordo con le necessità degli attori economici. Prendiamo il caso Italiano.
L’esercizio consiste semplicemente nel mettere a confronto la variazione nel tempo del Pil nominale con la variazione nello stesso tempo del gettito fiscale. Mettendo a rapporto la seconda variazione con la prima otteniamo una misura inconsueta ma significativa della pressione fiscale che possiamo chiamare pressione fiscale ‘incrementale’: per ogni 100 euro in più di Pil quanti sono finiti nelle casse del fisco?
Il Graf. 1 ci fa vedere la variazione da un anno all’altro, in miliardi di euro, del Pil nominale e del gettito fiscale. Ad esempio tra il 2004 e il 2005 il Pil nominale è salito di 39 miliardi e il gettito fiscale di 11 miliardi mentre nell’anno di recessione 2009 il Pil nominale è sceso di 56 miliardi e il gettito fiscale è diminuito di 18 miliardi. Nell’anno di recessione 2012, invece, il Pil nominale è atteso diminuire di 16 miliardi ma il governo Monti ci chiede di versargli 28 miliardi di tasse in più. Non andrà molto meglio nel 2013: il Pil nominale è atteso crescere solo di 18 miliardi (previsioni del documento di aggiornamento al DEF) e il governo Monti ci chiederà 17 miliardi di tasse in più rispetto al 2012 e 45 in più rispetto al 2011 (con un Pil nominale praticamente invariato e reale in calo di circa tre punti percentuali complessivi nel biennio).
Si tratta ora di svolgere la parte più interessante dell’esercizio, considerando le variazioni cumulate delle due grandezze dal 2005. Si osserva da un lato quanto è cresciuto complessivamente dal 2005 il Pil nominale e dall’altro quanto complessivamente il gettito fiscale (Graf. 2). Si mette poi a rapporto l’incremento di gettito con l’incremento di Pil.
Ecco i risultati:
- Dal 2005 al 2008 (governo politico Prodi) il Pil nominale è aumentato di 139 miliardi e il gettito fiscale di 96 miliardi. Il maggior gettito ha quindi assorbito il 69% del maggior Pil.
- Dal 2005 al 2011 (governi politici Prodi e Berlusconi) il Pil nominale è aumentato di 144 miliardi e il gettito fiscale di 96 miliardi. Il maggior gettito ha quindi assorbito il 67% del maggior Pil.
- Dal 2005 al 2012 (governi politici Prodi e Berlusconi e governo tecnico Monti) il Pil nominale risulterà essere aumentato di 128 miliardi e il gettito fiscale di 124 miliardi. Il maggior gettito avrà quindi assorbito il 97% del maggior Pil.
A questo punto però una domanda al governo Monti bisogna porla: come si può pensare che gli italiani siano disponibili a impegnarsi per produrre più Pil se hanno sperimentato che il governo è disponibile a sottrarglielo tutto al fine di cercare di aggiustare il suo bilancio?
Lo stesso discorso vale per la Francia, diventata l'utopia dei lavoratori (cosa dispendiosa da mantenere).
Ora fermiamoci a pensare per un momento a quanto detto. Le piccole imprese non possono assumere nuovi lavoratori a causa del panorama economico in cui si trovano ad operare: le banche sono riluttanti a prestare e loro non possono espandersi a causa dell'incertezza economica che aleggia sulle loro teste. Inoltre, il calo artificiale dei consumi costringe i consumatori a reindirizzare i loro desideri verso quei prodotti basilari necessari alla sopravvivenza con solo qualche spunto dedicato ai vizi. Questo non è in accordo con un libero mercato costituito da scelte libere dai ceppi ostacolanti posti sulla via degli attori economici da parte dello stato.
Per questo motivo l'attuale status quo non riconosce che i problemi non sono da affibiare ai ricchi. In realtà, sono i consumatori che non riescono a mantenere un determinato standard di vita costruito su false promesse alimentate dal credito facile. Come il sistema statale, anche il cittadino medio ha voluto vivere oltre i propri mezzi tentando di vivere "alla grande" attraverso il consumo indotto da un ambiente artificialmente espansivo, con prestiti al di là delle proprie necessità (es. bolla immobiliare Spagnola, Irlandese, Portoghese).
La tassazione crescente nel nostro paese, invece, è figlia di una spesa sconsiderata effettuata negli anni precedenti allo scoppio della crisi del debito Europea, ed ora per mantenere le vecchie promesse c'è bisogno di estrarre ricchezza crescente dalla popolazione. La peggiore decisione che si possa prendere durante una recessione che in realtà è salutare per l'ambiente economico distorto, poiché dovrebbe re-indirizzare gli sforzi economici degli attori nel mercato verso attività produttive di ricchezza. Ma lo stato non ci sta a vedere demolito il suo apparato di potere, quindi deve foraggiarsi in qualsiasi modo per tentare di sopravvivere all'inevitabile. Pertanto gli Italiani sono la garanzia collaterale dietro i prestiti contratti dal governo Italiano. Ma questa via non è sostenibile, sta uccidendo lentamente ciò che rimane della produttività e della capacità di fare impresa del paese.
Pertanto non sorprende che tasse alte sopprimano la crescita economica. Ma oltre a coloro che richiedono che "tutti paghino il giusto," esiste un'altra schiera di voci che richiede un percorso ben peggiore.
UN POZZO SENZA FONDO
Un'altra corrente di pensiero che ad oggi imperversa nel mondo economico, o pretende di appartenervi, è quella relativa ai sostenitori della MMT. Per tali soggetti i deficit del governo non hanno importanza, proprio perché lo stato potrebbe stamparsi la sua moneta. Inoltre, il debito rappresenterebbe una risorsa vitale perché secondo questa linea di pensiero il debito pubblico dovrebbe equivalere alla ricchezza del paese e lo stato dovrebbe stampare moneta, dare lavoro a tutti e comprare tutto ciò che viene prodotto in modo da garantire sempre a tutti un'occupazione e renderci tutti liberi. In poche parole l'URSS, che però lungi da portare prosperità al popolo Russo lo ha condannato alla miseria ed è poi crollata.
La spesa a deficit è più insidiosa delle tasse perché quest'ultime, una volta pagate, lasciano in mano al contribuente ancora un piccolo margine in cui operare ed indirizzare di conseguenza in maniera organica le risorse che gli restano. Ciò, seppure in maniera limitata, crea ancora occupazione e probabilmente uno sprazzo di crescita economica.
La spesa a deficit, invece, è altamente distruttiva per la crescita economica poiché va a colpire sia i guadagni delle attività produttive sia i risparmi. Potremmo paragonarla ad un cancro che erode inesorabilmente la capacità di formazione di capitale e la capacità di risparmio degli attori economici. All'aumentare della spesa a deficit, aumenta di riflesso il consumo di capitale impegnato per ripagare oneri nati da investimenti improduttivi ed il consumo di capitale da parte di attività non generatrici di ricchezza. Più il debito si diffonde, maggiori possibilità ci sono che la sua crescita infine ucciderà l'economia. Ad esempio, leggiamo questo stralcio di un articolo tratto da Street Talk Live:
Dagli anni '50 fino alla fine degli anni '70 i tassi di interesse erano in un trend tendenzialmente crescente con il tasso dei Fed Funds allo 0.8% nel 1954 e fino al loro picco di 19.1% nel 1981. Naturalmente, in questo periodo gli Stati Uniti erano la potenza industriale e produttiva di tutta l'economia mondiale dopo la devastazione in Europa, Germania e Giappone durante la Seconda Guerra Mondiale. La ricostruzione dell'Europa e del Giappone, in combinazione con gli anni della domanda repressa nel mercato interno, ha condotto ad un'economia in forte crescita ed a maggiore risparmi personali.
Tuttavia, a partire dal 1980 il mondo è cambiato. Lo sviluppo delle comunicazioni ha ristretto il mercato globale, mentre l'innovazione tecnologica ha permesso agli Stati Uniti di imbarcarsi in un massiccio spostamento della produzione esportandola verso il fornitore a più basso costo per avere importazioni a poco prezzo. La deregolamentazione del settore finanziario ha condotto ad innovazioni nell'ingegneria finanziaria, denaro facile e creazione di ricchezza attraverso l'uso della leva finanziaria che ha portato ad un boom finanziario diverso da tutti quelli visti nella storia. Gli anni '80-90 furono un periodo di prosperità senza pari.
Purtroppo -- è stata la più grande illusione economica mai vista.
La realtà è che la maggior parte della crescita aggregata dell'economia è stata finanziata dalla spesa a deficit, creazione di credito e riduzione del risparmio. A sua volta questo ridusse gli investimenti produttivi nell'economia e rallentò la produzione dell'economia. Mentre l'economia rallentava, ed i salari calavano, il consumatore era costretto ad indebitarsi di più per mantenere il proprio tenore di vita cosa che a sua volta diminuì il risparmio. Di conseguenza, era necessaria una porzione maggiore del reddito per ripagare il debito -- ed in tal modo il "cancro del debito" ha inghiottito il sistema.
La teoria Austriaca del ciclo economico tenta di spiegare i cicli economici attraverso una serie di idee. La teoria considera i cicli economici "come l'inevitabile conseguenza di una crescita eccessiva del credito bancario, aggravata dalle politiche dannose ed inefficaci delle banche centrali, che fanno rimanere troppo bassi i tassi di interesse per troppo tempo, con conseguente creazione di credito in eccesso, bolle speculative e minore risparmio."
In altre parole, i sostenitori dell'economia Austriaca credono che un prolungato periodo di tassi di interesse bassi e la creazione eccessiva di credito generi uno squilibrio volatile ed instabile tra risparmio ed investimento. In altre parole, i tassi di interesse bassi tendono a stimolare i prestiti da parte del sistema bancario che a loro volta conducono, come ci si aspetterebbe, all'espansione del credito. Questa espansione del credito poi, a sua volta, crea un'espansione dell'offerta di moneta.
Quindi, come ci si aspetterebbe in ultima analisi, il boom del credito diventa insostenibile poiché il prestito stimolato artificialmente cerca di diminuire le opportunità di investimento. Infine, il boom del credito causa diffusi investimenti improduttivi. Quando la creazione esponenziale di credito non può più essere sostenuta avviene una "contrazione del credito" che riduce in ultima analisi l'offerta di moneta ed i mercati infine si "ripuliscono," cosa che provoca una riallocazione delle risorse verso usi più efficienti.
Tuttavia, quest'ultima fase è stata "congelata" salvando quelle entità connesse con l'establishment attraverso l'intervento delle banche centrali e dei piani di salvataggio governativi. Lo stato, e di conseguenza i cittadini, sono diventati la garanzia dietro la solvibilità (temporanea) di queste entità tenute in vita artificialmente. Ma le persone devono percorrere il proprio percorso di deleveraging per riallocare correttamente le risorse, in modo da liberarsi e liquidare il debito cattivo e percorrere di nuovo la via verso una prosperità organica. Ciò viene ostacolato dall'interventismo dello stato che ora aggiunge al loro dolore anche quello di quelle entità clientelari che contano sui salvataggi governativi per rimanere a galla.
La loro liquidazione è cruciale altrimenti si continuerà a viaggiare in un limbo che si spiralizzerà sempre di più verso il basso, conducendo ad un crollo ben peggiore di quello che sarebbe avvenuto se le forze di mercato avrebbero potuto fare il loro corso. Ciò è vero in Europa, così come è vero negli Stati Uniti. I deficit sono dannosi per la formazione di capitale ed impediscono la crescita economica futura.
Il delirio di onnipotenza dei pianificatori centrali li porta a cercare di sostenere l'insostenibile, con i governi mondiali che stanno prendendo in prestito a livelli senza precedenti e con le banche centrali che stanno espandendo i propri bilanci a livelli mai visti (intervenendo nei mercati obbligazionari, azionari, ecc.). Il tutto per riuscire a gridare, tra un calcio al barattolo ed un altro, "La ripresa è qui! Aspettate ancora un po'! C'è bisogno di altra sofferenza, ma l'anno prossimo passerà!"
Quando il rischio viene trasferito ai contribuenti, vengono incentivati ulteriori investimenti improduttivi. Si percorre quindi quel vecchio adagio che da sempre ha fatto parte del motto dell ostato: socializzare le perdite, privatizzare gli utili.
UN ASSASSINO SILENZIOSO
Il risultato di tutte queste politiche porta ad un'allocazione errata delle risorse scarse, poiché il denaro preso in prestito dal governo o estorto dalle tasche degli individui viene erroneamente direzionato e sperperato dato che coloro che lo gestiscono non incorrono i nsanzioni negative da parte del mercato e il rischio è praticamente nullo se incappano in errori. Una volta che l'azzardo morale è stato istituzionalizzato non si torna indietro, è una strada in discesa.
E l'ultima fonte di azzardo morale che ha a disposizione il governo è l'inflazione. Stampa denaro per soddisfare gli obblighi di una nazione, le promesse che ha fatto nel corso del tempo. Cerca di farlo svalutando l'unità monetaria di una determianta nazione. Creare denaro dal nulla, ampliando di conseguenza l'offerta di moneta, non produce ricchezza, prosperità o crescita. Depreda silenziosamente i ricevitori ultimi di questo denaro creato da poco del loro potere d'acquisto.
L'inflazione è praticamente una tassa nascosta che deruba gli individui produttivi a favore dei clientelisti legati all'establishment, è una tassa intesa a ripgare gli interessi crescenti sul proprio debito e far rimanere a galla entità vitali allo status quo (es. TBTF) ma non al mercato. Questo trasferimento di ricchezza va avanti fintanto che i produttori di ricchezza possono attingere dal bacino dei risparmi reali per continuare la loro attività, una volta prosciugato questo bacino la festa finisce e le eventualità sono due: depressione o iperinflazione.
E la politica inflazionistica è una delle raccomandazioni presenti nel sistema Keynesiano.
La più controversa delle teorie di Keynes era quella secondo cui gli investimenti devono essere socializzati per praticare, in un certo senso, ”l'eutanasia” del rentier, che non possedeva redditi giustificabili. Arrivò persino a scrivere “L’interesse, oggi, non premia alcun sacrificio vero e proprio. [...] Non ci sono ragioni intrinseche per la scarsità del capitale”. La soluzione definitiva sarebbe stata quindi quella di progettare “un aumento del volume del capitale fino finché cessi di essere scarso”. Fare ciò significava ridurre il tasso di interesse per i mutuatari, ampliando l’offerta di moneta. Per la gioia dei funzionari pubblici, a ciò avrebbe fatto seguito, in tandem, un aumento della spesa pubblica.
Naturalmente questa strategia avrebbe successo se non fosse per un dettaglio fondamentale: il capitale non è costituito da pezzi di moneta fiat. Il capitale è formato da risparmi reali rappresentati da cose come le macchine industriali, le catene di montaggio, l’attrezzature delle fabbriche, i cavi ottici e le materie prime. In altre parole, non è vero che il capitale non può essere reso scarso poiché può essere stampato a comando. Tuttavia, questa verità non riesce a far smettere le promesse politiche di beni “gratuiti” a vita agli elettori suscettibili.
Ed è per questo che la General Theory non era solo un libro sulla teoria economica; era una guida “sul come” vincere le elezioni. Ci sarebbe da meravigliarsi allora perché così tanti apologeti dello stato sostengono che esso contenga una saggezza senza limiti?
Infatti, quale politico non adora setnire che la prosperità si trova a poche leggi di distanza? Il mondo degli aggregati omogenei che Keynes presentò all’Establishment alimentò il desiderio lussurioso di controllo della società. In un mondo di fredde statistiche, le persone non sono altro che pedine su una scacchiera da spostare avanti e indietro con il minimo di facilità. Le obiezioni non contano nulla; il percorso verso la virtù è visto solo da quei pianificatori centrali che, come Keynes, si considerano “eletti”, non vincolati dagli istinti primordiali della gente comune.
Quello che i Keynesiani non comprendono è che questo trucco è percorribile solo una volta perché crea un debito che non si puo' espandere ad libitum e non si trasforma in risparmio per le attività produttive. "Funziona" soprattutto fin quando il ciclo economico offre possibilità di crescita reale non artificialmente sostenuta, ovvero fintanto che vengono soddisfatti i bisogni reali delle persone e le imprese possono attingere da un bacino dei risparmi ancora presente in grado di poterle indurre ad innovare la propria attività. Una volta che si innesca la correzione del mercato e la sua pulizia, ma la pianificazione centrale tenta di adottare politiche anticicliche per sostenere artificialmente determinate entità, allora iniziano i guai che nessuna stampante può aggiustare.
Seguire le teorie Keynesiane nell'attuale contesto è un grave errore perché allo stato attuale delle cose è altamente probabile che il bacino dei risparmi reali sia stagnante (se non in declino). Inoltre i debiti delle attività produttive e degli individui vanno a deprimere tale bacino aumentando i crediti inesigibili (es. chi ha da parte qualche spicciolo e vede palesarsi il rischio default, preferisce prima consumare invece di continuare a produrre e risparmiare) e mettendo ulteriore pressione alle banche in bancarotta. Non esiste alternativa all'austerità, ma è ora che i sacrifici li facciano veramente i debitori e non i risparmiatori. Lo stato per primo tagliando le sue spese.
IL PROFUMO NON NASCONDE IL FETORE DELLA MORTE
In questo marasma la Banca Centrale Europea ha promesso, attraverso il suo presidente, che farà tutto il possibile per mantenere a galla l'euro. Questo significa che lo zio Mario è pronto a seguire i passi percorsi dallo zio Ben sin dal primo QE. Infatti, ad ora il bilancio della BCE ammonta a €3.1 bilioni
Questa azione dello zio Mario ha semplicemente rimandato l'inevitabile. Ha fornito una boccata d'aria a quelle entità finanziarie che sguazzano nel pantano più appiccicoso, le quali hanno bisogno di crescenti quantità di denaro per rimanere a galla. Ma come vi ripeto spesso: non è un problema di liquidità, ma di solvibilità. Queste entità finanziarie sono morti che camminano, vengono tenute in vita artificialmente. Così anche i governi dei paesi di cui fanno parte. Invece di permettere al mercato di ripulire l'ambiente economico dagli investimenti improduttivi accumulati durante gli anni della bolla, questi vengono alimentati (cosa che a sua volta dà origine ad ulteriori investimenti improduttivi).
Chi è chiamato a pagarne le conseguenze è, ovviamente, la popolazione. Il tasso di disoccupazione in Spagna è arrivato al 25%. Lo stesso in Grecia. La disoccupazione nell'area Euro ha sorpassato l'11%.
La crisi Europea è ancora qui. Perché? Perché si continuano a distorcere i segnali economici che permetterebbero, successivamente ad una pulizia dei mercati, la corretta allocazione delle risorse scarse e la conseguente ri-formazione del bacino dei risparmi reali. Chi? La BCE, la riserva frazionaria ed i vari governi dell'Eurozona. Come? Con le stesse politiche che ci hanno condotto in questa situazione: alimentando l'azzardo morale. Dove? Nei mercati obbligazionari, continuando a manipolare tassi d'interesse e rischi connessi.
Quando? Esattamente. Ormai non si tratta più di "se andrà in default," ma "quando andrà in default" l'Eurozona. Allacciate le cinture.
CONCLUSIONE
Il problema che i governi e gli economisti mainstream devono ancora riconoscere è che non possono essere sostenute enormi deficit ed infusioni di credito. Per questo molti "teorici" moderni salgono sulle loro Delorean e viaggiano indietro nel tempo e riportano nel futuro teorie vecchie ed ammuffite che ormai sono morte e sepolte. L'establishment ha bisogno di giustificazioni. Ma la brocca d'acqua è satura.
Negli ultimi quattro anni il mercato azionario e quello obbligazionario sono stati tenuti artificialmente in vita da iniezioni di denaro e ha impedito che l'economia cadesse in una depressione nel breve periodo, però tutto ciò ha impedito una sana pulizia dei mercati e di conseguenza ha lentamente ucciso ogni possibilità di ripresa organica. Nel lungo periodo non è sostenibile. Non c'è alcun modo per uscirne "senza dolore."
Il processo che ha alimentato la crescita economica negli ultimi 30 anni si sta invertendo, aggiungendoci anche i vari cali demografici capiamo che l'attuale dipendenza dai programmi del governo è una bomba ad orologeria pronta ad esplodere.
L'unica possibilità per ritornare a fondamentali economici sani è mettere la data giusta nel quadrante della Delorean: 1912, The Theory of Money and Credit.
allora, quelli della mmt, manco a parlarne: dare gratis a qualcuno qualcosa (moneta) per comprare qualcosa da me che lavoro... hahaha, fossi scemo.... ricordate la moda dell aeroplanino quella specie di schema ponzi che andava di moda circa 20-30 anni fa (gia. sono sui 50)? perche entrere in un aeroplanino, bastava disegnarsene uno. sulla mmt, satis est. manco a parlarne se si ha un QI. basta un QI, senza neanche doverlo numerare.
RispondiEliminacerto che il conflitto di classe maschera il potere dispotico statale, ma bisogna essere onesti: ai tempi di marx non era così. lo stato meno forte e tecnocratico. come è oggi il capitale transnazionale finanziario ad allearsi col potere, tanto tempo fa fu il capitalismo industriale a farlo, anche se in parte. solo che era un alleanza piu leggibile, non travestita da stato sociale e percio meno ingannatrice, maggiormente contrastabile dall associazionismo sindacale di base, che bene ha fatto ai lavoratori a suo tempo (contrariamente agli organici sindacati di adesso). ma soprattutto non v era l inganno della moneta debito. perche, mi pare, e sto approfondedo l argomento attraverso scritti e libri anche su banche centrali diverse da bce e fed, quali inglese o svizzera, la moneta è oggi comunista. e se la pietra fondante è comunista, il resto è malato, e vale tutto. in che senso moneta comunista: in un sistema di denaro merce, ad esempio e solo ad esempio l oro, la moneta si acquista. e non con oro, per evidente tautologia, ma con beni reali, o servizi forniti al titolare dell oro- moneta. dopo di che è stock non manipolabile. puo anche essere data a debito, ma quella relazione credito.-debito è individuale nel sistema del denaro fiat e della riserva frazionaria, oltre al ciclo, ed ala primazia del posizionamento, gia gravissimi, abbiamo la nefasta conseguenza, se non erro la mia riflessione poiche sono arrivato a questo punto ma sto ancora approfondendo la mia riflessione, della collettivizzazione del debito di contro alla privatizzazione del credito. quel che succede nell impresa nella sua relazione con lo stato è la conseguenza di quello che accade alla fonte: la moneta. se è vero che loans make deposits, allora la titolarita di moneta debito/credito deve essere soddisfatta dal pagamento altrui tramite altra moneta, con necessita di crescita maggiore dell interesse pagato.
il pagamento al primo prenditore investitore avviene poi con altra monet che nasce sempre da un altro debito primario che si autoalimenta. di qui la dittatura del pil, qualsiasi sia la merce che faccia crescita numeraria, anche se perfettamente inutile. la cosa peggiore è che questo debito iniziale non è individuale, come nell esempio della moneta merce in un prestito soggettivo e volontario, ma collettivo, in un sistema di relazione a rete di una banca "unica" gestita dalla hoding banca centrale. per cui le eventuali perdite, o non sufficienti crescite rispetto al tasso d interesse applicato al prenditore originario, dell investimento vengono fatte pagare con l espansione della base monetaria e conseguenze che conosciamo. paradossalmente, in questo quadro, e sempre se non erro, la politica del tasso 0, oltre ad avere le nefaste conseguenze insegnate dal nostro lume mises, ha 2 intenzioni benefiche: 1.fungere da GRAZIA, per non far pagare TROPPO a TUTTI le perdite deglli investimenti errati, dando un altra chance. 2.sterilizzare la remunerazione del capitale accumulato dai primi prenditori non lasciandogli, oltre il gia cospicuo beneficio iniziale, anche la rendita. insomma, si azzera il risparmio, ma anche la rendita dei profittatori. nel sistema di fiat money, deleterio, alla fine è la situazione meno peggiore per i non abbienti. solo che l azzardo morale e l accumulazione non si arrestano... mai. allora, si scorda che keynes diceva quel che diceva in regime di gold standard, cioe in tutto altro scenario di base. hayek, altrimenti, non l avrebbe stimato affatto, come pur faceva. mentre friedman appare solo un fascistone che spreme il limone.
RispondiEliminainsomma, e sempre col conforto della dialettica e del dubbio, il denaro merce è l unica possibilità: o lo compri, o ti indebiti. ma se ti danno credito, il solo debitore sei tu.
ecco il perche dell aumento ancor piu veloce dal 2000 circa: l abolizione della glasssteagall ha innestato il turbo ad un sistema gia destinato. prima si riuscivno contenere i danni, che pur ci stavano, gravando su milioni di persone che ogni giorno vanno a lavorare. d altra parte vi pare normale che con milioni di beni prodotti giornalmente da milioni di persone ed una ricchezza materiale senza pari nella storia, a livello di produzione globale, sia per pochi comprarsi una casa? l abolizione della glass ha aumentato la velocita verso il burrone. e siccome inquesto schema la strada fatta è fatta, e non si torna indietro, oora si è piu vicini all orlo del burrone. ancje il ripristino della glass, ed ulteriore drenaggio, potranno solo rallentare. frenare in prossimita dell urlo per me piu di 10 anni è difficile che duri. ovviamente non ho la palla di vetro. infine, e faccio fantamoneta, l alternativa potra essere ritorno a denaro merce, non necessariamente oro. gas e petrolio se gli usa faranno abbastanza fracking. decideranno i potenti, non escluso un paniere di merci, oro incluso, con occhio al bene del futuro, l energia, o monete in concorrenza differentemente asset-backed.
RispondiEliminabeh, su keynes, non a caso era contrario al gold standard, salvo il bancor nel suo progetto presentato a bretton woods. poiche il nostro era come è noto volubile. insomma, finche si scherza (col moltiplicatore e la psesa pubblica, in un contesto territoriael limitato, per un tempo limitato e per un ammontare molto limitato: come quando uno fa un mutuo in banca per la casa) si scherza, ma in sede internzaionale il gioco si fa duro, ed il duro, l'oro, comincia a giocare
RispondiEliminaCiao gbarc.
RispondiEliminaMi piace la linea del tuo ragionamento e devo dire che mi hai dato di che riflettere. Noto anche una certa deriva Hayekiana, soprattutto quando parli di Keynes. :)
Vorrei solo aggiungere un paio di cose a quello che dici. Bisogna considerare i tassi di interesse come delle spie luminose, dei semafori. Essi guidano il traffico dei fondi mutuabili nell'economia; non sono né buoni né cattivi, svolgono semplicemente una funzione e dovrebbero essere lasciati liberi di segnalare cosa sta cambiando nel panorama economico.
Ad esempio, l'aumento dei tassi di interesse durante un periodo di boom, come avrebbe detto Hayek, è il freno naturale dell'economia, il segnale e l'incentivo a rallentare. Questo concetto, tra l'altro, è una porta portante della teoria del capitale Austriaca; cose che invece l'impianto Keynesiano non aveva. Keynes era furbo, ma di economica non ci capiva nulla. Soprattutto, era un tipo che cambiava molto facilmente idea e troviamo che nelle sua ultima fase Keynes comprese cosa significasse continuare a fare deficit e stampare moneta. Passò all'altro mondo prima di riuscire a far ravvedere i suoi proseliti, che invece lo innalzarono a "nuovo profeta." Heyek poi non confutò la General Theory come fece con A Treatise on Money ed eccoci qui con i nostri guai attuali scatenati da un branco di rimbambiti che agiscono in base all'algoritmo "il denaro me lo pappo per primo e sti cazzi degli altri."
Però, al di là dei catenacci normativi che si tenta di apporre al sistema finanziario e bancario, qualsiasi tentativo di riformare il sistema bancario fallirà. Quindi il fatto del Glass-Steagall Act passa in secondo piano. Perché? Perché finché ci sarà una banca centrale con facoltà di manomettere il panorama economica e permettere la riserva frazionaria, avremo sempre una fonte di guai pronta a sfornarne di nuovi.
Scardina il primo anello di una catena e tutti gli altri cadranno a terra senza che siano stati toccati.
assolutamente d accordo su tutto. l abolizione della glass stegall infatti come ho detto ha fatto da accelleratore in investimenti improduttivi. la chiave è la riserva frazionaria. il debito pubblico viene dopo: lo stato è uno dei debitori improduttivi, anche se molto importante. se monetario dovrebbe essere ripianato con le tasse. ovviamente il tutto senza considerare le preferenze, cioe il mercato, e qundi appesantendo la produzione con costi transattivi e sovrastrutture burocratiche. quindi, in ultima analisi, le tasse sono un altro tasso d interesse che il prenditore del denaro paga, allo stato e non alla banca, provenendo sempre dal plusvalore della produzione. in piu lo stato inflaziona anche con le barriere normative all accesso che favoriscono il grande capitale: innalzare i requisiti, ad esempio di qualita, per legge, ha un costo, in piu espelle dal mercato chi si vuole. il debito pubblico non monetario, cioe oltre l imposizione, poi puo essere interno ode estero. nel primo caso, problemi degli investitori interni, e li finisce. nel secondo caso è grave, perche importa forte complessita nel sistema con esiti imprevedibili. ed ecco perche il nostro pentito li non scherzava più.
RispondiEliminaoggi il tasso 0 serve alle banche per ripianare gli eccessi creditizi. non so in usa, ma non penso possa essere altrimenti, ma qui è 0 alle banche, ma 20 al raro finanziato. siamo in bust, e lo spread 0/20 serve alle banche per ripianare le predite precedenti, di nascosto e lentamente. percio oggi è espansione fittizia, non inflativa. sempre per motivi contabili, la riserva frazionaria è stata portata dal 2 all 1%. ma no problem, qui non si fa credito piu a nessuno. a parte... lo stato... e li si morira, perche hai voglia a pareggio di bilancio in costituzione, siamo ancora in deficit e debito che si espande alla velocita della luce. l unica cosa che possono fare è ricapitalizzare, cioe rubare, cioe come fece roosevelt: prendere i beni alla gente comune per ripianare le loro perdite
RispondiEliminace la faranno i nostri eroi? spero di no; vorrei un po di sana ribellione. neanche vedo un affabulatore idoneo come roosevelt che salvava il grande capitale ma raccontava le favole da vicino al caminetto (chissa se poi stava davvero là... grande marketing). pero vedo anche che ancora oggi, quando tocchi lo stato, ad esempio invocando lo stato minimo (distrugge necessariamente di meno), legittimando secessione, autonomie, concorrenza tra territori per votare coi piedi, e magari l europa dei popoli (un po di retorica...) tutti i protestanti si rivoltano subito contro, divenendo docili agnellini contenti di cantare l inno italiano per legge a favore dell europa tecnocratica.
RispondiEliminama non ce la faranno per un semplice motivo: con la moneta debito ci sta necessariamente una parola FINE, e la strada fatta (ultimamente molta) è fatta. si puo rallentare col bust, ma non si torna indietro. perche con la moneta debito, ogni espansine monetaria è espansione di debito. e l aumento del pil è, se non erro, aumento del debito. perche appunto il pil è espressione monetaria di pagamenti in moneta, la quale venendo da un debito originario, è debito da ripagarsi. il meccanismo necessiterebbe di espansione infinita del pil. si puo stare qualche periodo non in crescita, ma poi si deve tornare a crescere. e con un tasso di crescita globale, superiore al tasso d interesse che si paga al sistema bancario. o il sistema va in perdita. ecco il criceto nella ruota, ecco la paletta di keynes a scavare e riempire le buche. il consumo coatto e l inflazione cosi detta (errando) "buona". ma anche i criceti si sfiancano. i giovani lo hanno intuito: ho visto hunger games. adorato da mia figlia e coetanee, ed anzi mi ha detto che il libro è meglio. loro lo intuiscono. a saperlo leggere è tutto là, tutto: il capro espiatorio, la cornucopia del legislatore buono, la concorrenza a valle ed il dirigismo a monte. fantastico.
RispondiEliminasu keynes: l onore delle armi, e poi, al contrari di krugman, un galantuomo. la verità: potrebbe anche essere un genio, della matematica. io quei modelli islm e companai bella non riesco ad arrivare neanche alla seconda riga. nel dubbo, lodo. so solo che saranno anche correttissimi, ma non funzionano. gli econometrisiti mi sembrano buoni matematici ma pessimi economisti, non conoscendo l epistemologia di base, in economia "il conto della serva".
RispondiEliminasu friedman: come i brigatisti odiano il compromeso storico perchè allontanal avvento del comunismo e la caduta dello stato capitalista, cosi i liberali dovrebbero detestare friedman. un keyneisano del settore privato. da dirigista crede nei modelli previsionali, sino alla quantita di moneta. manipola i tassi. legifera per affinare il sistema di dominio del capitale finanziario, allontanandone il disfacimento. toglie di mezzo il primo prenditore che non rende, lo stato, e fa scannare come polli nell arena gli attori economici a vantaggio del capitale bancario, e dello stato.. non a caso consulente di pinochet. dategli il potere assoluto e attuera i suoi modelli monetaristi. hunger games.
sui tassi: per la scuola austriaca vanno lasciati al mercato. e cio vuol dire lascarli al mercato, non altro. non ha alcun senso alzarli per frenare esuberanze irrazionali, chi la decide l irrazionalita,m io, tu, hayek o greenspan? se gli investimenti sono buoni vanno finanziati, al miglior tasso ottenibile dal prenditore. se vi sono buoni investimenti sul mercato, perche cercare di bloccarli alzando i tassi? se non sono buoni, abbassare i tassi per favorire investimenti, magari sono improduttivi, per assenza di occasioni contingenti (khun): e perché? il tasso se lasciato al mercato non puo essre unico ma variera a secondo il progetto e la qualita del prenditore, a seconda della valutazione dei lenders. tassi sartoriali. se alto vuol dire che ci si assume un grande rischio, o il borrower pensa ad un guadagno ancora maggiore, o si è negoziato bene. dipende dalle parti, il momento economico, la domanda e l offerta. nessuno dovrebbe poterli unificare in eguaglianza formale in violazione dell eguaglianza sostanziale.
RispondiEliminainflazione: megliose laumento di massa monetaria va sui prezzi, se almeno ci sono gia buoni investimenti in corso (si favoriscono i primi, ma infine cambiano solo gli zeri), e sempre che non influiscano TROPPO sul business plan, che senza toccare i prezzi vada in nuovi progetti fallimentari. di li l insolvenza del sistema.riserva frazionaria:in asset backed money è IL problema trasformando la merce in credito e snaturando la moneta. la moltiplicazione dei pesci e dei pani ad opera di esseri umani, e quindi il pesce ed il pane sempre uno in realta resta. l inizio della fine, resta gestibile in free banking perche non si estende il virus all intero sistema: peggio per i depositanti della banca fallita. in fiat money, consustanziale: è il modo per creare moneta. d altra parte anche il pezzo di carta iniziale (ora in via di sparizione, in quanto non necessario) non rappresenta nulla. solo credito obbligato dal corso legale. voglio vedere senza corso legale se andassi al bar a prendere un caffe dando in cambio un pezzo di carta con scritto: "vale un caffè"! per cui in fiat money è irrilevante, essendo tutta carta, o volendo tutto bit: fiat money e ris fraz, si puo dire sono la stessa cosa
RispondiEliminaCiao gbarc.
RispondiEliminaOttima analogia con Hunger Games. Ti consiglio di vedere anche Revolver. A dir poco illuminante.
Volevo aggiungere solo qualche breve commento, perché sulla gran parte degli argomenti trattati siamo sulel stessa linea d'onda. Per quanto riguarda i tassi, beh, qui le banche sono spaventate a morte. E' tanto verso negli USA quanto qui da noi, non si fidano più l'una dell'altra. Guarda il tasso interbancario da quando è scoppiata la crisi: qui.
Sono piene di crediti inesigibili e caracollanti, faranno un bel botto insieme ai programmi pensionistici dei vari governi mondiali. Questo però gli econometrici non riescono a vederlo, si fermano ai numeri. I numeri ultimamente hanno detto che gli USA sono cresciuti del 2%. Produttivamente? Improduttivamente? Non è dato saperlo, non vanno al dil à dei numeri e non avendo nemmeno una teoria economica da cui partire per le loro ricerche non hanno la curiosità di indagare. La presseologia per loro è qualcosa di sconosciuto.
La mia opinione su Friedman è la peggiore possibile. A me sta particolarmente antipatico perché a causa sua il concetto di libero mercato è visto comunemente come una cosa terribile, quando non vedo cosa ci può essere di male nell'avere la libertà economica e non dipendere da uno stato-padrone quale che sia il suo colore.
Poi se si a vedere a che livello era arrivata l'inflazione sotto Allende...
Infine, una piccola nota sui tassi di interesse. Non importa se salgono o scendono, in un panorama non ostacolato gli investimenti produttivi troveranno sempre il loro avvio (anche se non si sa in precedenza). La free banking era ed il XIX secolo sono sempre lì a ricordarcelo.
Ciao anonimo.
Non ti preoccupare, i programmi pensionistici dei governi mondiali e la demografia si ribelleranno per noi. L'importante è non ricadere come dei fessi nella vecchia rete delle promese vuote della pianificazione centrale. Ovvero, come dici giustamente, dimostrare (nonostante ci stia pensando egli stesso con una tassazioen selvaggia e non pagando i propri conti con le persone comuni) che lo stato tanto "buono" non è...
Confesso che non sono riuscito a seguire tutto il ragionamento.
RispondiEliminaMa, nonostante alcuni dettagli, il succo è sempre lo stesso: il sistema intero, la realtà così come la "vediamo" intorno a noi e con noi ben immersi dentro, la realtà come i media del sistema (o regime) ce la rappresentano ogni giorno, ... quasi tutto nella nostra vita quotidiana, sta per... cambiare completamente.
Tutte le analisi sensate dimostrano che sta per venir giù tutto.
Mi vengono in mente, per rimanere con lo sguardo rivolto indietro per circa un secolo: la fine della Belle Epoque, la fine degli Anni Trenta, ma anche certo cinema scanzonato americano (e non solo) a cavallo degli anni sessanta-settanta con gli avventurieri meno eroici del grande schermo impegnati a trovare l'oro della banca di turno o quello sepolto nel cimitero militare mentre tutt'intorno ci si massacra tra Nordisti e Sudisti (capolavori di Sergio Leone) o per liberare la Francia dai Tedeschi (I guerrieri, 1970).
Ma, concretamente, visto che la soluzione individuale è l'unica realistica e non velleitaria: CHE FARE?
ehm... anonimo ero sempre io, avevo digitato male l'url... faceva parte del mio ragionamento. se reggono, con un po di morti nei prossimi 20 anni le pensioni possono purtroppo migliorare. basta non pagarle...
RispondiEliminasu friedman: i socialisti almeno danno un po di brodo a tutti, e sopratutto con loro il sistema muore prima.
andrea, che fare: 3 idee, andare a vivere in isole felici dove la quantita di materie prime da ricchezza di per se e la poca densita rende l aria piu respirabile: norvegia, canada, australia, nuova zelanda. ma la decisione veramente rivoluzionaria è scendere dalla ruota e smettere di correre. liberta è anche abbassare il livello dei bisogni. quindi l atto piu rivoluzionario è andare al mare. se i greci si accontentassero da domani del polipo, l'ouzo, lo yogurt e di farsi il bagno, direi gia niente male, smettendo di lavorare e ricominciando in piccoli centri rurali, il debito non sarebbe piu pagato ma soprattutto sarebbero liberi. che è piu libero, il dalai lama o draghi? la testa è la prima liberta. o puoi andare alle seycheles,in polinesia, in un paradiso fiscale, spesso paradiso reale, o se ti piace nei boschi come thoreau. anche a pescasseroli, basta che ti organizzi. insomma dove ti piace di piu. certo, se hai figli è piu difficile. poi, copriti con un po d oro in caso del grande botto. non sappiamo se sara un grande botto, un soft landing, una tortura continua. ma una copertura reale è essenziale. meglio se una parte non "monitorato". e tienilo tu. la terza idea, c era ma l ho scordata scrivendo... appena la riricordo te la scrivo
Ciao Andrea.
RispondiElimina>Ma, concretamente, visto che la soluzione individuale è l'unica realistica e non velleitaria: CHE FARE?
Diventare indomabili. Gli Apache lo erano, non potevano essere comprati. Per questo sono stati sterminati. Ritorneranno, si stanno solo ricompattando.
E visto che stiamo anche parlando di cinema, vi invito caldamente a visionare questa gemma di Sam Peckinpah che si indirizza ai tuoi dubbi Andrea: Trincea d'asfalto
singbH 350infatti gli indiani si puo dire sia stato il popolo piu liberlae e libertario della storia. comunque le idee erano 3 e le ho unite nel discorso: scendi dalla ruota, vivi dove si sta meglio, compra un po d oro.
RispondiEliminageronimo
Ciao Francesco,
RispondiEliminaConvoy... lo conosco bene.
Devo tantissimo del mio "amore" per certo cinema ad una serie tv della RAI, curata, mi pare, da Claudio G.Fava, che vidi tanti anni fa: IL CINEMA AMERICANO DEGLI ANNI'70.
Scoprii Don Siegel, Sam Pechimpah, e tanto altro ancora... fino a TaxiDriver e FirstBlood...
Ed anche la speranza: Rocky.
Poi: Matrix
Grazie gdbarc.
RispondiEliminaCominciavo a pensare a questo: http://www.ivid.it/fotogallery/imagesearch/images/continuavano_a_chiamarlo_trinit_bud_spencer_e_b_clucher_enzo_barboni_011_jpg_nxca.jpg