Bibliografia

lunedì 5 novembre 2012

Clientelismo, Boom e Bust

La pubblicazione di oggi è il prodotto della fusione di due articoli. Il primo è "Is it Cronyism to Ride the Boom?" di Doug French, mentre il secondo è "Charting The Undoing Of Credit-Fueled Globalization" tratto da ZeroHedge. Attraverso questi due pezzi voglio far notare come l'ambiente in cui ci troviamo ad operare i nostri scambi sia sicuramente manipolato, ma conserva ancora uno sprazzo di libero scambio. Come direbbe Mises, è un sistema misto ma nonostante ciò inevitabilmente corre verso il suo disfacimento. Lo apprendiamo giorno dopo giorno. Le attività produttive, quelle che conducono i propri affari in accordo con la volontà dei consumatori ed astenendosi dal richiedere aiuti, vengono costantemente private dei fondi necessari per continuare la loro crescita a favore di quelle attività non produttive. Questo trasferimento di ricchezza, se continuato nel tempo, depreda le attività produttive di quelle risorse necessarie alla loro espansione decretandone quindi la morte. Tale evento porterà lentamente allo sfascio economico della società ed alla distruzione della divisione del lavoro. Il credito facile dà, il credito facile toglie. Continuare a sovvenzionare artificialmente quelle entità strettamente connesse con l'establishment garantirà solo una manciata di tempo in più ai pianificatori centrali per tentare di trovare una soluzione che non esiste. La pianificazione centrale è fallimentare.
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Dopo il bust del 2008, le corprorazioni e le banche con buone connessioni governative hanno fatto pressioni ed ottenuto molti miliardi in salvataggi da parte del governo. La popolazione era indignata. E' venuto alla ribalta il termine "capitalismo clientelare" come nuova denominazione per i capitalisti che vivono sulle spalle del contribuente.

Ma fino a che punto vogliamo approfittare di questo linguaggio? In una economia mista, nessuno è esente da qualche associazione con il governo. E in un'economia bsata sulla cartamoneta, ogni impresa esistente è costretta a cavalcare le onde del ciclo economico.

Diventare ricchi durante un boom vi rende dei clientelisti? Se siete bravi a giocare nei mercati, questo vi rende dei corrotti perché il sistema stesso viene falsato dall'intervento della banca centrale e da un milione di altre imposizioni? Se comprate a poco e vendete a tanto, meritate di essere demonizzati?

I critici di Bain Capital, gestita una volta da Mitt Romney, sembrano pensarla così. Esaminiamo questo fatto.

La Federal Reserve ha inondato il mondo con denaro sin da quando Richard Nixon tagliò gli ultimi legami col gold standard nel 1971. I tassi di interesse sono più bassi nel mondo senza freni della FED di quanto lo sarebbero in un mondo laissez-faire. Negli anni 2000, i tassi di interesse bassi e gli oceani di liquidità di Greenspan hanno favorita una certa speculazione.

Ogni economista Austriaco lo capì. Ed anche i proprietari di Bain Capital lo capirono. Comprate una compagnia a buon mercato con soldi a buon mercato, rendetela più efficiente, e vendetela il più velocemente possibile ad un prezzo più alto. Sembra un buon affare se lo si può trovare, ad eccezione di una cosa: Non è facile trasformare una compagnia in difficoltà. Ci vuole esperienza, e quando si tratta di una leva alta, il tempismo è tutto.

Diamo un'occhiata a The Great Deformation: How Crony Capitalism Corrupts Free Markets and Democracy di David Stockman. Il libro è la cause célèbre dei sostenitori di Obama alla presidenza, in quanto etichetta Romney come un deformatore ed un clientelista nel tentativo di spogliarlo della sua principale fama nel settore privato. Questo estratto dal libro è importante non solo perché riguarda un dibattito nella guerra politica, ma anche perché intensifica gli attentati contro chiunque diventa sempre più grande sul mercato, ed apre così un nuovo fronte contro la ricchezza privata.

Mr. Stockman ha detto grandi cose negli ultimi due anni, ed il capitalismo clientelare è dilagante di sicuro, ma considerare l'azienda a patrimonio privato come se fosse la più grande minaccia della nazione sarebbe davvero folle.

Egli scrive che "il crescere e il calare del Leveraged Buyout gonfiato artificialmente è perfettamente correlato con le bolle ed i bust generati dalla FED." Beh, sicuramente. Lo stesso vale per il business dell'edilizia e per una serie di altre attività industriali dipendenti dal ciclo economico.

Il denaro facile distorce l'economia e fa sembrare dei geni gli uomini d'affari medi. Il valore sociale dei crash, delle recessioni e delle depressioni, è quello di far sapere ai fornitori di capitali chi, secondo le parole di Warren Buffett, "sta nuotando senza attrezzatura." Quanto a Romney, ha lasciato la festa in tempo. Buon per lui. Magari fossimo tutti così fortunati.

E' capitalismo clientelare? No. Confrontatela con Citicorp e Goldman Sachs in fila per il denaro del TARP e per decine di altri omaggi del governo che li ha salvati dalle grinfie della stretta mortale del capitalismo. Il capitalismo clientelare è la creazione di denaro dal nulla per pagare 100 centesimi a dollaro gli oneri di AIG, salvando non solo il gigante delle assicurazioni, ma decine di altri istituti finanziari esteri e nazionali.

Bain Capital non ha ricevuto un salvataggio. Bain ha sempre comprato a poco e venduto a molto. La maggior parte del tempo, l'azienda ha guadagnato un rendimento inferiore a quello di un investitore passivo nel S&P 500. Ma ci furono 10 affari che ammontavano al 75% degli utili dell'impresa durante la presenza di Romney.

[...]

L'economia degli Stati Uniti è tutt'altro che un libero mercato. E' assurdo giudicare l'acume imprenditoriale del candidato Repubblicano in un libero mercato mondiale che non esiste. Mitt Romney e Bain Capital hanno giocato con le carte che avevano in mano, e hanno giocato bene. Elezione o no, è profondamente pericoloso incolpare gli imprenditori per l'ambiente statalista in cui devono operare.

Per due decenni, il tasso di crescita dei volumi del commercio mondiale ha superato notevolmente quello della produzione industriale poiché una globalizzazione alimentata dal credito ha creato enormi squilibri in tutto il mondo. Come Sean Corrigan di Diapason Commodities indica in questi tre semplici grafici, tutta quell'esuberanza circolare finanziata dai venditori è giunta al termine. La morale della favola è che il deleveraging forzato (non ultimo in Europa) sta schiacciando il sogno alimentato dal credito (insostenibile) di una crescita senza fine poiché è stata raggiunta la saturazione del debito (sui bilanci privati e ora su quelli pubblici). Vale a dire: la crescita del Volume del Commercio Mondiale è profondamente nella zona di pericolo e in procinto di diventare negativa; mentre le speranze dei tanti Sinomani e Pollyanna stanno lentamente lasciando il passo ad un giusto riconoscimento della realtà.

Il rapporto tra il Volume degli Scambi Globali e la Produzione Industriale è rimasto in una fase di rialzo relativamente stabile mentre gli squilibri alimentati dal credito sono stati in media del 3.4% ogni anno rispetto alla produzione. Tutto ciò è finito quando abbiamo impattato contro quel muro nel 2008, chiamatelo Vicolo Cieco Keynesiano o Saturazione del Debito, e l'impossibile è stato proclamato del tutto possibile.




Ciò significa -- semplicemente -- che senza l'espansione del credito, i volumi del commercio mondiale stanno decelerando rapidamente.




Con l'Europa su un percorso di deleveraging (sdebitamento, ndt) considerevole (come si evince di seguito)...




...le cose non sembrano destinate a migliorare in tempi brevi -- ed ora sono altamente probabili le aspettative che il commercio mondiale entrerà da un momento all'altro in contrazione.

E come nota Sean Corrigan -- sui sogni della Cina di togliersi dai guai ancora una volta:

Il miglioramento minore nella stima "flash" PMI della Cina ad Ottobre -- dal 47.9 al 49.1% -- ha scatenato la solita esplosione di speranza acritica (da parte di coloro il cui pensiero, in generale, ritiene che non potrà mai esserci un rallentamento sotto l'egida del potente CCP, tanto per cominciare) cosa che segna finalmente un fondo nel ciclo economico di quel paese.

Nel dare sfogo all'ottimismo, i Sinomani hanno convenientemente trascurato il fatto che gran parte del miglioramento è dovuto al fatto che si trattava degli indici dei prezzi piuttosto che quelli in relazione alla produzione o all'occupazione, che sono ritornati a fatica sopra l'espansione/contrazione della soglia di 50 -- una circostanza che potrebbe anche mitigare le loro finte aspettative di un rilassamento monetario sempre imminente, se dovessero rifletterci per un momento.

Peggio ancora, i Pollyanna sembrano aver dimenticato che il PMI calibra semplicemente se le cose vanno generalmente meglio o peggio rispetto al mese precedente -- e non in modo quantitativo. La risposta inequivocabile è peggio (se intesa marginalmente, questa volta) per il dodicesimo mese consecutivo e per la quindicesima delle ultime sedici occasioni. Così, può essere vero che il tasso di declino sembra aver rallentato -- il quando solo il tempo dirà -- ma il fatto è che rimane l'attuale declino, anche dopo tanti mesi ininterrotti di deterioramento economico.

I rialzisti sulla Cina e altra gente della stessa risma, possono disporre di motivi venali o psicologici per gonfiare questa lettura, ma la prova che un analista sa il fatto suo -- e che non ha paura di essere onesto con voi -- è se fa questa distinzione semplice, ma fondamentale, nel suo commento.

e su questa crescita recente della Cina, Michael Pettis ha da dire alcune parole:

Se si vogliono fare previsioni economiche, in altre parole, se una visione storica sarà molto utile perché permette di prendere in considerazione le dislocazioni create da una inversione degli squilibri insostenibili, i recenti dati economici sono in gran parte inutili, come lo sono le previsioni basate sugli adeguamenti lineari dei recenti dati economici. Invece di fare proiezioni dai dati passati è necessario modellare i diversi percorsi con cui possono verificarsi i riequilibri, e le vostre previsioni devono essere limitate a questi sentieri.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


13 commenti:

  1. fermo restando tutto l'accordo sui principi, e sul magnifico blog, non lo sono sulla difesa aprioristica dell'impresa che gioca con le regole del gioco. ci sta un limite a tutto, ed una cosa è l'autotutela, altra approfittare della posizione di insider per queta non movere, visto che conviene. ci sono imprese ben felici di questo stato di cose, altre meno. nella produzione è palpabile: i proprietari di imprese fornitrici allo stato, son ben contente di margini enormi pagati dalle imprese e lavoratori del mercato reale. fanno profitti con le tasse. nella finanza forse è ancora peggio, perchè se è vero che le ristrutturazioni sono difficili (e già è il business meno finanziario della finanza), va visto in concreto come queste sono state finanziate ed effettuate. coi profitti che divengono in fiat money credito per qualcuno e quindi debito per altri. insomma, oltre a finanziarli a forza, si paga poi loro anche i successivi interessi. ovviamente tassati poco, perchè si tassa produzione e lavoro, dovessero offendersi gli "interessati". i soldi servono, non possono tassarsi. soprattutto servono quelli dei correntisti. la famosa "sda, i soldi degli altri" nel film con danny de vito.

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  2. Ciao gdbarc.

    Altroché se ci sono individui ed imprese felici dell'attuale stato delle cose, soprattutto quelli che campano dei sussidi statali e degli incentivi. Infatti, l'articolo voleva focalizzarsi su due punti:

    1) esistono imprenditori e lavoratori che non prendono nulla dallo stato e tentano di progredire di conseguenza;
    2) i rubinetti del credito facile si stanno chiudendo.

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  3. quindi su romney politico, e prescindendo se il suo arricchimento sia stato clientelare o no (romney necessitato od approfittatore?), questione alla fine di secondaria importanza, la domanda giusta da farsi è: sostiene egli queste regole, non capitaliste e pro insiders, o le ritiene incongrue con il libero mercato?
    perchè se "è profondamente pericoloso incolpare gli imprenditori per l'ambiente statalista in cui devono operare", il che è tutto da discutere perchè stante il nostro dialogo gli imprenditori non sono tutti uguali, è doveroso incolpare i politici per l'ambiente creato e domandare loro chiaramente quello che vogliono creare. ed a me pare che romney non sia un gran libertario, ma un organico al sistema attuale (probabilmente in primis per ignoranza, visto che ancora si pone domande sui finestrini negli aerei). finchè ci staranno banche centrali, fiat money e riserva frazionaria, si creerà il capitale oligoopolistico stato/finanza/impresa protetta. in un mercato falsato alla fonte, ogni cosa diviene moralmente neutra dopo. il problema è che va a gravare ancora sui produttori di ricchezza reale. insomma, si dovranno valutare solo le conseguenze redistributive dal punto di vist di direzone dei flussi di prelievo/beneficio. ma non può essere un tabù. ovviamente un liberale non può pensare che obama sia un modello, e lungi da me. ma in un gioco truccato, truccare non è peccato: anche lì va visto il beneficiario finale. il credit crunch mondiale è la parola fine, infine, a questo delirio. magari, ma ho paura ci sia ancora tanto da drenare, e che si resterà nella melma ancora tanto. i controlli saranno sempre più serrati e metteranno un funzionario statale di quartiere per la prevenzione dell'evasione. intanto, stamperanno: in europa la riserva frazionaria è passata da poco (circa inizio anno se non ricordo male) dal 2 all'1 %. chissà se frau merkel lo sa, e cosa ne pensa. saluti e grazie per la tua benemerita attività

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  4. Ti dirò gdbarc, se verrà eletto Romney le cose non cambieranno. Come lo so? Un indizio lo suggerisce il programma presentato da Ryan che nonostante all'apparenza sia buono di intenzioni, in realtà non fa altro che calciare il barattolo. Ancora una volta. Credo che per Romney valga la stessa regola che vale per tutti i clientelisti che vogliono arrivare alla poltrona: colonizzano il centro della violenza organizzata, ovvero, lo stato. E di questo hanno bisogno per farsi pagare i debiti che non potranno mai essere pagare interamente senza un'altro debito e così via.

    Elimina l'esclusiva della violenza sul territorio ed i clientelisti si ridimensionano immediatamente. E' per questo che vale la frase: "è profondamente pericoloso incolpare gli imprenditori per l'ambiente statalista in cui devono operare".


    >ovviamente un liberale non può pensare che obama sia un modello, e lungi da me. ma in un gioco truccato, truccare non è peccato: anche lì va visto il beneficiario finale. il credit crunch mondiale è la parola fine, infine, a questo delirio. magari, ma ho paura ci sia ancora tanto da drenare, e che si resterà nella melma ancora tanto. i controlli saranno sempre più serrati e metteranno un funzionario statale di quartiere per la prevenzione dell'evasione.

    Analisi lucida e "drammaticamente" reale.

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  5. Ha rivinto Obama.
    "Lo stato sociale creerà ricchezza per tutti!"

    Ma, adesso, togliamoci gli occhiali politici e leggiamo i fatti in termini economici:
    http://www.zerohedge.com/sites/default/files/images/user3303/imageroot/2012/11/20121106_2000.png

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  6. Ciao Andrea.

    Credo che Obama sia stato scelto per un motivo: continuità sicura, una garanzia. E' una banalità? Forse no.

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  7. penso che obama abbia vinto anche lystedInperchè non è ancora il momento di uno come romney. l iran deve aspettare

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  8. e comunque il capitale finanziario adora la gente in fila per i buoni pasto: sono tutti loro dipendenti. obama è esplicito nel volere drenare ricchezza, ma a chi la drena, agli imprenditori od ai parassiti finanziari? ed il punto vero è: nei prossimi 5 anni gli usa conquisteranno autonomia energetica su gas e petrolio. che guerra interna ed esterna ci sarà?

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  9. >penso che obama abbia vinto anche lystedInperchè non è ancora il momento di uno come romney

    Gli è bastato dire la verità per essere affossato e dover fare marcia indietro: "There are 47% who are with him, who are dependent upon government, who believe that they are victims, who believe that government has a responsibility to care for them, who believe that they are entitled to health care, to food, to housing, to you name it." -- USA Today


    >obama è esplicito nel volere drenare ricchezza, ma a chi la drena, agli imprenditori od ai parassiti finanziari?

    Beh, soprattutto alla classe media.


    >che guerra interna ed esterna ci sarà?

    Credo sia già iniziata: http://gowans.wordpress.com/2012/11/03/when-will-the-killing-war-in-iran-begin-it-already-has/

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  10. certo romney ha detto del vero in quella frase, è anche vero che la gente non è libera di produrre: prova ad aprire uno shoeshine e se non hai 10 milioni di capitale (anche altrui, è ovvio) tra requisiti oggettivi, soggettivi, di prevenzione, qualità, controllo, contabilita, revisione, ambientali, sociali etc. ti arrestano. io mi riferivo al fatto che non sono maturi evidentemente i tempi per attaccare l iran, allora avrebbero spinto di piu romney. certo che obama li drena alla classe media, la mia era domanda retorica

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  11. >io mi riferivo al fatto che non sono maturi evidentemente i tempi per attaccare l iran, allora avrebbero spinto di piu romney. certo che obama li drena alla classe media, la mia era domanda retorica

    Perdonami, non avevo compreso la natura retorica della frase. :)

    Credo tu abbia ragione sui tempi non maturi per attaccare l'Iran e come ho mostrato nel commento precedente pare vogliano condurlo ad un lento logoramento (provocazione?), ma i piani bellici dello zio Sam non possono fermarsi. La pseudo-crescita degli ultimi report dicono che gli USA avanzano del 2%, ma come ho detto qualche giorno fa questo dato è un tranello. E dove sono finiti i soldi spesi (e finiranno)? Molto probabilmente qui: http://landdestroyer.blogspot.mx/2012/11/expanded-conflict-in-syria-promised-by.html

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