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di Gary North
Reality Check (9 Novembre 2012)
Comincio con la legge di North quando si ha a che fare con la politica Keynesiana: "Quando dai loro progetti mangiasoldi, otterrai i loro cuori e lel oro menti."
Il primo Gennaio 2013, aumenteranno le tasse federali. Non vi è alcun modo per aggirare questo evento. In un modo o l'altro, le imposte federali saliranno.
Ci sono alcune domande associate a questa previsione. In primo luogo, quali tasse saliranno? In secondo luogo, chi finirà per pagare la maggior parte di queste tasse? In terzo luogo, che effetto avrà questo aumento fiscale sull'economia Americana?
Sembra come se Obama fosse pronto ad un qualche compromesso con John Boehner su un qualche tipo di programma di imposta sostitutiva. Boehner sta facendo chiasso per quanto riguarda la sua disponibilità ad un qualche tipo di compromesso per elaborare un accordo con Obama. Il problema è semplice:
- Boehner ha detto che non accetterà alcuna revisione fiscale che ponga ulteriori tasse ai ricchi, e
- Obama è filosoficamente contrario all'aumento delle tasse sui poveri.
L'IVA BRUTALE
L'imposta che davvero genererebbe una grande quantità di ricavi è l'imposta sul valore aggiunto. L'IVA è stata utilizzata per una generazione in Europa Occidentale per estrarre grande ricchezza dalla popolazione contribuente, ovvero, tutti.
L'IVA ha questo vantaggio dal punto di vista del governo: non c'è scampo. La tassa è imposta su tutte le transazioni remunerative lungo la catena delle vendite. Qualsiasi azienda che fa un profitto è costretta a pagare l'IVA. Non c'è modo di nascondersi dall'esattore delle tasse. Egli incassa per lo più dalle imprese, e le imprese hanno un rapporto dettagliato su quello che spendono. Le cifre sono facilmente disponibili. Quindi, non c'è nessun posto dove nascondersi.
L'altro vantaggio dell'IVA è che è pagata da tutti coloro che effettuano un acquisto al dettaglio. Non è esattamente una tassa sulle vendite, ma ci va vicino. Se si acquista un prodotto, si paga la quota fiscale che è stata imposta al rivenditore. Se non si compra, il rivenditore viene danneggiato, perché ha pagato il grossista. Il grossista deve avere indietro i suoi soldi, perché ha già pagato l'imposta quando ha acquistato il prodotto dal produttore. Il produttore ha pagato l'imposta con l'acquisto di materie prime sul mercato aperto.
Dal basso verso l'alto, ognuno paga su ogni transazione redditizia. Questo significa che è una tassa globale come nessuna altra tassa. E' globale nel senso che tutti coloro che fanno un acquisto al dettaglio la pagano, e anche nel senso che nessuna azienda può sfuggirle. Questo è il motivo per cui genera così tante entrate.
Il problema con l'IVA per Obama è che si tratta di una flat tax (tassa piatta, ndt). I poveri non possono fuggirvi. Se comprano qualcosa, pagano questa imposta. Ancora peggio dal punto di vista di Obama, ognuno paga la stessa percentuale. Ricchi e poveri, classe media e piccola borghesia, tutti coloro che fanno un acquisto al dettaglio pagano la stessa percentuale nonostante il loro reddito.
È per questo che il Partito Democratico non si pronuncia mai a favore dell'IVA. L'IVA è ideologicamente incompatibile con la politica di distribuzione della ricchezza del Partito Democratico. I Democratici vogliono che i ricchi paghino al governo una percentuale più elevata del loro reddito rispetto ai poveri. Con l'IVA, ognuno paga lo stesso ammontare.
Il grande problema con l'IVA è che i Repubblicani probabilmente la preferirebbero a qualsiasi altro tipo di nuova imposta. Proprio perché si tratta di una flat tax, il che significa che, dal punto di vista della moderna retorica politica, è una tassa regressiva, i Repubblicani sarebbero più disposti a votarla rispetto ad una percentuale maggiore di tassazione sui ricchi. Invertite questo ragionamento, ed avrete il punto di vista del Partito Democratico sull'IVA.
Dato che si tratta di un Congresso spezzato in due, e dato che il Presidente è stato rieletto, questo sarebbe il momento ideale affinché il governo imponga l'IVA, assumendo che i Democratici abbiano i voti al Senato per farla passare, e anche supponendo che Obama sia disposto a scendere a compromessi. A mio parere, Obama è sempre pronto al compromesso. Quindi, la questione cruciale è la maggioranza Democratica al Senato. Queste persone voteranno per quella che è essenzialmente una tassa globale sulle vendite in ogni transazione? La mia ipotesi è che il Senato non lo farà, ma la mia ipotesi è, inoltre, che la Camera dei Rappresentanti preferirebbe questa linea prima di concordare per una tassa sui ricchi.
STATUS QUO 2000
Credo che il meglio che possiamo sperare è che non ci sia alcun accordo a Washington. I tagli fiscali di Bush termineranno il primo Gennaio. Si tornerà al punto in cui eravamo negli ultimi giorni di presidenza di Clinton. Il vantaggio è che almeno conosciamo alcuni degli effetti di questo aumento fiscale. Abbiamo pagato il sistema in passato. Non ha nulla di radicale.
L'altro vantaggio del non fare nulla è che ci saranno tagli alla spesa automatici. Il perdente principale in questa tornata di tagli alla spesa sarà il Pentagono. I Repubblicani in genere non vogliono tagliare il bilancio del Pentagono, mentre i Democratici sono molto più disposti a farlo. Così, dal punto di vista dei Democratici, il taglio automatico che inizierà il primo Gennaio sembrerebbe un vantaggio. Rispetto ad una tassa globale sulle vendite per tutto il valore aggiunto, che sarà pagata da tutti i membri della società alla stessa percentuale, non fare nulla sembra essere la strada ideologica più sicura che il Senato Democratico è probabile che persegua per quanto riguarda la riforma fiscale.
Non c'è dubbio che siamo di fronte a quello che Bernanke ha definito un abisso fiscale. Non c'è dubbio che la combinazione di aumento delle tasse e riduzione della spesa federale produrrà un sacco di imprevisti e spiacevoli conseguenze. Nessuno sa veramente quale sarà l'effetto di questi tagli alla spesa, ma è chiaro che per il governo questa è la strada giusta. Tagliare la spesa è fondamentale per la crescita economica dell'economia Americana.
Non mi faccio illusioni che una qualsiasi politica fiscale possa in qualche modo risolvere il problema delle passività non finanziate della Previdenza Sociale, del Medicare, e del Medicaid. Non c'è soluzione a questo problema se non quello di andare in default. Qualcuno vedrà ridursi il proprio reddito quando il deficit del Fondo Generale diventerà così grande che i tassi di interesse saliranno. Previdenza Sociale, Medicare, e Medicaid sono tutti in rosso. Questi buchi devono essere compensati da versamenti nei fondi fiduciari da parte del Tesoro. Ciò richiede che il Congresso trovi un modo per aumentare le entrate, o almeno per vendere debito del Tesoro agli investitori ingenui che pensano che tutto ciò possa andare avanti all'infinito.
I Keynesiani sono sconvolti dal fatto che la spesa pubblica sarà ridotta. Gli Austriaci ne sono felici. I Keynesiani non sono affatto preoccupati se tasse crescenti vengono imposte soprattutto ai ricchi. Ai Repubblicani al Congresso non piace. Vi oppongono resistenza se possibile. Hanno i voti alla Camera per opporvi resistenza. I Repubblicani possono fermare ogni tentativo di Obama di aumentare le tasse su chiunque. Obama lo sa.
Boehner non deve scendere affatto a compromessi. Se rimane sulla sua posizione, e dice ai membri del partito di non votare per qualsiasi proposta di aumento delle tasse ai ricchi, può sconfiggere Obama. Avrà il sopravvento.
OBAMA SULL'ABISSO FISCALE
Se Boehner è preoccupato per l'abisso fiscale, allora è preoccupato per qualcosa che il governo ha già accettato. Tale compromesso è stato fatto nel 2011. Quella lotta non deve essere combattuta di nuovo.
I Repubblicani si troveranno ad affrontare la prospettiva di una recessione nel 2013, ma sarà una recessione bipartisan. I Democratici hanno votato per questa soluzione, e Obama l'ha accettata. I Repubblicani possono puntare il dito ai Democratici ed incolparli se si criticherà i Repubblicani per non aver fatto nulla per cambiare il codice fiscale. Sarà molto difficile per i Democratici incolpare i Repubblicani di intransigenza, perché le variazioni del codice fiscale, che inizieranno automaticamente il primo Gennaio, erano già state votate dai Democratici.
I Democratici vogliono mantenere l'attuale livello di spesa federale. Vogliono farlo estraendo più ricchezza ai ricchi. Niente di nuovo qui. La solita minestra Democratica. Stessa cosa per l'opposizione dei Repubblicani.
Nulla di quello che può fare il Congresso risolverà il problema delle passività non finanziate di Medicare, Previdenza Sociale e Medicaid. E' tutto un teatro kabuki. Il deficit on-budget di $1 bilione è uno scherzo di cattivo gusto. Il deficit reale è come minimo 11 volte più grande. Non vi è alcun modo per risolvere il problema delle passività non finanziate del governo federale se non quello di andare in default. Qualcuno ci perderà le penne. Politicamente, non è chiaro chi, ma qualcuno sicuramente verrà spennato.
Quindi, da questo momento in poi, i Repubblicani daranno la colpa ad Obama per ogni rallentamento dell'economia. Non ci sarà alcun modo, da questo punto in poi, per cui Obama potrà puntare il dito contro Bush. Se i tagli fiscali di Bush termineranno automaticamente il primo Gennaio, torneremo al programma fiscale di Clinton.
A quel punto, Obama diventerà un asino gigantesco, ed il compito politico dei Repubblicani sarà quello di attaccare la coda della recessione su Obama. Non sarà in grado di passare i prossimi quattro anni lamentandosi che è tutta colpa di Bush. Una volta che i tagli fiscali di Bush usciranno di scena, la recessione risultante sarà tutta colpa di Obama. Lo sa, i Repubblicani a Washington lo sanno, e i Democratici al Senato lo sanno.
Ecco perché Obama non è in una buona posizione di negoziazione. Per i prossimi due anni, e forse quattro, non sarà in una buona posizione contrattuale. I Repubblicani impugnano il martello. Non devono fare nulla, e qualunque cosa accada, soprattutto se è cattiva, incolperanno Obama e i Democratici. Quando i tagli fiscali di Bush termienranno, ci sposteremo nel territorio di Clinton.
Se Boehner gioca bene le sue carte, sarà in una botte di ferro. "Non date la colpa a noi." I Democratici hanno il controllo del Senato. I Democratici hanno il controllo della Casa Bianca. Le politiche fiscali sono state inventate da Clinton. I Repubblicani hanno combattuto gli aumenti fiscali che Clinton ha imposto. Quindi, non c'è modo per i Democratici di uscire dalla linea di fuoco. Faranno buon viso a cattivo gioco.
Questo, e solo questo, è il motivo per cui Obama sarà disposto ad accettare l'IVA. Spero di no. L'IVA è una tassa devastante per l'impresa, e porterà ad un aumento della disoccupazione. Insieme agli effetti che l'Obamacare imporrà sulle imprese, si tratterà di un doppio smacco. L'aumento delle tasse e l'aumento dei costi dell'assicurazione sanitaria si combineranno per spingere l'economia in recessione.
Non sono affatto preoccupato per i tagli alla spesa federale. Più austerità c'è, meglio è, dico io. Più grandi sono i tagli, meno Keynesismo avremo. Il Keynesismo ritiene che la spesa federale è ciò che sostiene l'economia. I Keynesiani sono di diversi tipi, dai conservatori ai radicali, ma tutti condividono questo: pensano che la spesa federale aumenti la produttività, e quindi aumenti l'occupazione. Gli economisti della scuola Austriaca rifiutano questa teoria economica di causa-effetto.
Dal punto di vista politico, il Partito Repubblicano si trova in una posizione ideale per raccogliere i frutti dell'inazione. Tutto quello che devono fare per diventare vincitori politici è non fare nulla. Se tengono duro, calciano il barattolo lungo la strada ancora una volta, si rifiutano di aumentare le tasse, e permettono i tagli alla spesa dove possono, vedranno Barack Obama sciogliersi lentamente. Penso che non potrebbe accadere ad una persona più meritevole.
La mia paura è questa: i Keynesiani Repubblicani, nella convinzione che i tagli alla spesa federale siano un male per l'economia, accettando tutte le sciocchezze secondo cui l'austerità del governo significa austerità per l'economia, potrebbero rimanere in disparte ed urlare alla Camera dei Deputati per stipulare un qualche tipo di accordo fiscale. Il miglior accordo fiscale per i Repubblicani è nessun accordo. L'accordo fiscale migliore per l'economia è nessun accordo.
Ciò di cui abbiamo bisogno è una massiccia austerità per il governo. Ma non la otterremo nel 2013.
Dato il fatto che non si ha intenzione di implentare grande austerità per il governo federale, che è un altro modo per dire un grande rimborso fiscale per il popolo Americano, dovremmo restare a favore dello status quo. Lo status quo significa un grande bersaglio sulla schiena del Presidente Obama. I Democratici hanno il controllo della Casa Bianca e del Senato. Non c'è modo con cui possano cavarsela incolpando i Repubblicani di non fare nulla, perché i tagli di spesa concordati e gli aumenti fiscali sono stati un'operazione bipartisan nel 2011.
Se fosse stato eletto Romney, allora sarebbe stato lui l'agnello sacrificale. Avrebbe implorato i Democratici per raggiungere un qualche tipo di accordo. Avrebbe tentato di impedire gli aumenti fiscali ed i tagli alla spesa. Sarebbe stato il bersaglio politico. La cosa migliore che avrebbe potuto fare, sarebbe stato dare la colpa di tutto il casino che aveva ereditato ad Obama. Obama ha giocato la carta Bush per quattro anni, ma non riuscirà a giocarla più nei prossimi quattro anni.
Non appena il vero dolore delle tasse verrà imposto sugli elettori Americani, non appena la disoccupazione inizierà a salire, non appena la recessione inizierà a spazzare via i fondi pensione, gli occhi di tutti si gireranno, come sempre, allo stato salvatore a Washington, DC. Gli elettori chiederanno che il governo faccia qualcosa, quando la crisi che li attanaglierà è il risultato di ciò che il governo ha già fatto.
Qual è la posizione di ripiego di Obama? Non può incolpare Bush nei prossimi quattro anni. Non può incolpare Bill Clinton per il sistema fiscale che ha fatto ingoiare al Partito Repubblicano a metà degli anni '90. Non può incolpare Bernanke, perché nessun Presidente ha mai accusato il presidente della Federal Reserve. I Presidenti sono autorizzati ad incolpare gli altri politici per i mali del secolo, ma non sono autorizzati a dare la colpa alla Federal Reserve.
Obama deve trovare qualcuno da incolpare, ma è a corto di candidati plausibili.
LA CECITA' DI PAUL KRUGMAN
Paul Krugman non è solo il portavoce di primo piano del Keynesismo, e perntanto economicamente cieco. E' anche politicamente cieco. Ha considerato l'elezione come una grande vittoria per i Democratici. Ha lanciato una sfida. "Non facciamo un accordo." Perché no? Egli scrive: "Ovvio: i Democratici hanno ottenuto una vittoria straordinaria."
Ah sì? Davvero? Esaminiamo questa vittoria incredibile. Controllavano la Casa Bianca prima delle elezioni. Controllavano il Senato, più o meno -- senza contare la regola dell'ostruzionismo, che consente al partito di minoranza di bloccare tutto se vota in blocco. I Repubblicani controllavano la Camera.
Ignora anche un fattore cruciale. Qualcosa di fondamentale cambierà il prossimo anno: Obama sarà al suo secondo mandato come Presidente. I Presidenti al secondo mandato sono delle anatre zoppe. Raramente ottengono i voti per cambiare il paese. Sparano i loro colpi al primo mandato. Obama ha ottenuto il Pelosicare, e solo grazie al Presidente della Corte Suprema Roberts. Questo è tutto quello che ha ottenuto. Non ha ottenuto nulla nei secondi due anni del suo primo mandato.
I Democratici avranno meno potere politico rispetto a prima delle elezioni.
Niente di tutto questo spaventa Krugman.
Così il presidente Obama deve prendere una decisione, quasi subito, su come affrontare la continua ostruzione Repubblicana. Fino a che punto dovrebbe essere accomodante con le richieste del G.O.P.?
La mia risposta è, non dovrebbe esserlo affatto. Obama dovrebbe tenere duro, dichiarandosi disposto, se necessario, a restare sulle sue posizioni anche a costo di lasciare che gli avversari infliggano danni ad un'economia ancora traballante. E questo non è sicuramente il momento per negoziare un "grande patto" per il bilancio, cosa che strappa la sconfitta dalle fauci della vittoria.
Krugman non capisce un principio Costituzionale fondamentale: Obama ha bisogno della Camera dei Rappresentanti per far approvare una legge. Ciò include il bilancio. I Repubblicani non devono fare nulla per ottenere riduzioni della spesa federale. Se non fanno nulla, Obama perde.
Come Keynesiano, Krugman ha paura.
Nel dire questo, non intendo ridurre al minimo i reali pericoli economici del cosiddetto abisso fiscale che si profila alla fine di questo anno se i due partiti non riusciranno a raggiungere un accordo. L'era dei tagli fiscali di Bush e l'era dei tagli fiscali dell'amministrazione Obama sulle buste paga stanno per scadere, anche se entrano in vigore i tagli automatici alla spesa della difesa e altrove grazie all'accordo raggiunto dopo il confronto nel 2011 sul tetto del debito. E la combinazione incombente di aumenti fiscali e tagli alla spesa sembra abbastanza grande da spingere l'America in recessione.
E aggiunge: "Nessuno vuole che questo accada." Ha torto. Ron Paul vuole che accada. Io voglio che accada. Il Tea Party vuole che accada. E Krugman aggiunge: "Ma può accadere lo stesso, e Obama deve essere disposto a lasciare che accada, se necessario."
Perché? Perché i Repubblicani stanno cercando, per la terza volta da quando hanno assunto l'incarico, di utilizzare il ricatto economico per raggiungere un obiettivo per cui non hanno i voti per raggiungerlo attraverso il normale processo legislativo. In particolare, vogliono estendere i tagli fiscali di Bush per i ricchi, anche se la nazione non può permettersi di operare tagli fiscali permanenti e il pubblico crede che le tasse ai ricchi debbano aumentare -- e stanno minacciando di bloccare tutte le operazioni su qualsiasi altra cosa se non si fa come dicono loro. Così stanno, in effetti, minacciando di far colare a picco l'economia a meno che le loro richieste non vengano accolte.
Perché i Repubblicani devono prendersi la colpa politica? Il Senato e il Presidente hanno firmato. Sono "co-cospiratori," tanto per usare il linguaggio dell'inchiesta sul Watergate del 1974. I Democratici sono nei guai. Tutti quello che Boehnar deve fare è dire: "Rimaniamo fedeli all'accordo che tutti abbiamo firmato nel 2011." Krugman lo sa.
Obama si è essenzialmente arreso di fronte a tattiche simili alla fine del 2010, approvando una bassa tassazione sui ricchi per altri due anni. Ha approvato nuove e importanti concessioni nel 2011, quando i Repubblicani hanno minacciato di creare il caos finanziario rifiutandosi di aumentare il tetto del debito. E l'attuale crisi potenziale è l'eredità di tali precedenti concessioni.
Ma questa conoscenza non lo ferma.
Bene, tutto questo deve finire -- se non vogliamo che la presa di ostaggi, la minaccia di rendere la nazione ingovernabile, diventi una parte standard del nostro processo politico.
Ci dispiace, Professor K, ma è troppo tardi. Boehner ha infatti preso in ostaggio i Democratici.
Krugman dà a Obama questo consiglio. "Allora cosa dovrebbe fare? Dire di no, e andare giù nell'abisso, se necessario." Dimmi porcherie! Mi piace!
Vale la pena sottolineare che l'abisso fiscale non è in realtà un abisso. Non è come il tetto del debito, dove sarebbero potute accadere subito cose terribili se il termine fosse stato perso. Questa volta, non accadrà niente di male all'economia se l'accordo non verrà raggiunto fino a poche settimane o addirittura pochi mesi dopo il 2013. Quindi c'è tempo per trattare.
Trattare con quali chip? Obama cosa mette sul tavolo?
Più importante da considerare, tuttavia, è una situazione di stallo che danneggerebbe i sostenitori dei Repubblicani, in particolare i donatori aziendali, tanto quanto danneggerebbe il resto del paese. All'aumento del rischio di gravi danni economici, i Repubblicani si troverebbero ad affrontare una forte pressione per arrivare ad un accordo, dopo tutto.
Qui, ha ragione. I sostenitori finanziari del Council on Foreign Relations subiranno perdite di reddito, in particolare il complesso militare-industriale.
A Krugman, da buon Keynesiano, non importa chi prende i soldi federali, fintanto che vengono spesi.
Nel frattempo, il presidente è in una posizione molto più forte rispetto agli scontri precedenti. Non parlo molto dei "mandati," ma Obama ha vinto la rielezione con una campagna populista, quindi può plausibilmente sostenere che i Repubblicani stanno sfidando la volontà del popolo Americano. E ha appena vinto la sua grande elezione ed è, quindi, in una posizione di gran lunga migliore rispetto a prima per superare qualsiasi contraccolpo politico dai problemi economici -- soprattutto quando diverrebbe così evidente che questi problemi sono stati deliberatamente inflitti dal G.O.P. in un ultimo disperato tentativo di difendere i privilegi dell'1%.
Chi detiene il martello? Obama o Boehner? I Repubblicani alla Camera sono al sicuro per quattro anni. Possono andare dai loro sostenitori e dire: "Stiamo mantenendo la rotta. Stiamo mantenendo la linea. Invitiamo i Democratici a rispettare la loro metà del patto fiscale del 2011." Questo è ciò che i loro sostenitori vogliono sentire.
Soprattutto, essere a favore della presa di ostaggi è la cosa giusta da fare per la salute del sistema politico Americano.
Resista, Presidente, e non ceda alle minacce. Nessun accordo è meglio di un cattivo accordo.
Nessun accordo è esattamente ciò di cui ha bisogno l'economia: una riduzione del tasso di aumento della spesa federale. Colpirà i Keynesiani dove fa più male: proprio nei progetti mangiasoldi.
CONCLUSIONE
Se Boehner non capisce qual è la situazione, allora è politicamente ignorante. E' già noto come l'uomo del TARP. Diede il suo discorso del 2008 sulla necessità di mangiare obbedientemente il panino al fango dello chef Hank Paulson, implorando il Congresso di votare per il salvataggio TARP. Poi è stato scaricato dai grandi banchieri, che hanno avuto tutti i soldi e hanno lasciato il conto nella calza di Natale di Boehner. L'hanno già fregato una volta. Se è talmente stupido da venire risucchiato in un nuovo compromesso, allora è uno scemo politicamente irrecuperabile. Non credo che sia tanto stupido.
Sta facendo tanto chiasso sulla collaborazione, ma non credo che collaborerà. Se non ne ha bisogno, perché dovrebbe collaborare? Politicamente, non ha bisogno di collaborare. Se lo fa, la sua base politica ne resterà oltraggiata, e subirà capovolgimenti politici a causa della sua mancanza di spina dorsale. Ha già dimostrato agli elettori che non ha spina dorsale, nel 2008. Il TARP per Wall Street ce lo ricorda.
Non presterà ascolto ad una delegazione di Wall Street quando gli diranno che deve collaborare con Obama perché altrimenti il mercato azionario crollerà. C'è già stato. L'ha già fatto. Ha fatto la figura dello sciocco. Presumo che non voglia farla una seconda volta.
Quindi, mi auguro che la Camera non faccia nulla. Penso che sia il meglio per cui possiamo sperare, dato il fatto che ciò che Obama vuole è un aumento delle tasse sui ricchi per salvare il bilancio del Pentagono. Preferirei veder tagliato il budget del Pentagono piuttosto che vedere tasse, il che significa imposte progressive, imposte ai ricchi. . . o a chiunque altro.
Preferirei vivere con le tasse di Bill Clinton che con quelle di Obama. Poi, nel 2016, i Repubblicani potranno biasimare entrambi.
Da ora in poi, Boehner dovrebbe adottare la politica di Oliver Hardy. Dovrebbe dire al Presidente Obama: "Beh, ci hai messo in un altro bel pasticcio." Se fossi un disegnatore, o se sapessi come usare Photoshop, mi divertirei un po' con la faccia di Obama.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/
Se va come auspica North, ad Obama ed ai keynesiani non resterà altra opzione che fare una guerra, un'altra ancora per aumentare il loro pil.
RispondiEliminaLa guerra del premio nobel per la pace... a prescindere.
Mala temporale currunt.
Altro argomento: cosa può significare l'aumento repentino del depositi bancari monetati in una sola settimana da parte dl famoso 1% più ricco d'America? Segnalato su zerohedge come lampeggio rosso.
la guerra è guerra, come diceva la barzelletta. e all interno dello stesso esercito ci sono voci di dissenso, falchi e colombe. chi spera piu o meno nella pace, ma a costo di cedere sovranità internazionale (obama), per cui il film 2016 lo accusa di voler il downsize dell america. chi tiene duro, i falchi dell ultradestra, piu pericolosi per l equilibrio mondiale. perche non mollano una sedia nell fmi, wto e compagnia, bella manco coi cannoni. anche se sono pieni di debiti. cannoni che anzi sono pronti ad usare. i primi, in quella che comunque è una guerra, e non possono farci nulla, usano l espansionismo monetario ed il ricatto del creditore. ti cedo un po, ma per intanto mangio alle tue spalle. o mi sostieni o default e non avrai nulla. usano, piu o meno inconsapevolmente, keynes e l espansionismo monetario per tenere in scacco il creditore. o mi paghi o brucia pure i miei paghero, tanto sono carta. questo fanno. gli piaccia o no. insomma, tutto ha un prezzo.ti do qualche poltrona e siamo pari. i secondi vorrebbero dollaro forte, anche affamando la gente: fatti della gente, si industriasse. ma non è che smetterebbero il drenaggio o rinuncerebbero al big government: tutto in armi, e business (non mercato, business di famiglia). l america è la liberta, dunque l espansione, anche militare, dell america è espansione della liberta. per cui i secondi usano l espansionismo militare per sopravvivere. sono le parole conclusive del trailer, visibile in rete, del film: obama s america 2016. impressionante. palestina ed israele riproducono in piccolo la situazione del mondo. mondo tra fascismo e comunismo, tra diversi n.w.o.
RispondiEliminain cina, all interno del partito, il dissenso, sai com è, dura meno, ed appare meno.
anche in europa, all interno, tra germania e grecia (ed altri)succede cosa analoga. in italia berlusconi e de benedetti erano 2 NWO in lotta. ma soldati in un gioco piu grande. non certo colonnelli.
ora, vincesse pure un NWO, basta che smettono di farsi la guerra e rompere a noi. perche la guerra costa. ma ho impressione che siamo appena all inizio, fin qui sono scaramucce. io un pizzo sono pure disposto a pagarlo, tanto l arroganza del potere non si eliminera mai dall umanita. basta che all inizio dell anno so quant è e poi non mi seccano più. così, in guerra, è un costante stillicidio. ogni giorno basta la musica che usano al tg per far capire la gravita della situazione che intendono trasmettere. parlano di pil, caduta della borsa e crisi come fossero bombardamenti. i disoccupati sono i morti. come in ogni guerra che si rispetti, il regime mente sui dati per propaganda. il pizzo lo pago pure, no problem. ma poi lasciatemi in pace per il resto dell anno. non drenate ed allarmate ogni santo giorno avvelenando le persone. non fate un drenaggio costante ed incerto nel qunto e quando, ogni giorno mutevole. o vedrete che tutti smetteranno di lavorare ed andranno nei monti a meditare. unico modo peraltro di far terminare la guerra. ma la gente vuole barche e macchinoni, e sono disposti a tutto per averli. ben gli sta allora. avidi presi per la gola. vorrei un pizzo piu fair, come la mafia, anche quella, di allora. altro che keynes o friedman: sono solo la sovrastruttura intellettuale degli eserciti. se volete gli intellettuali organici, alla gramsci. possiamo giocare a teorie economiche, ma è il gioco dei bambini o al piu per vanita intellettuale. ma non è il gioco vero. scriviamo di keynes e friedman, ma dovremmo leggere dollarizzazione o cannonizzazione.
Offtopic: ho letto la trascrizione del discorso di commiato di Ron Paul al Congresso.
RispondiEliminaCommovente.
Mi piacerebbe vederlo qui.
Con Google traduttore non dovrebbe essere impossibile. Sennò ci penso io e lo invio. Ho bisogno di qualche giorno ma posso farcela. Gary North ne ha scritto benissimo.
Ciao Andrea.
RispondiEliminaLa traduzione di quel discorso la trovi su Libertarianation. A breve ci sarà anche la versione video sottotitolata sul Mises Italia. Comunque grazie per la proposta, è probabile che ci sarano altre occasioni. :)