Bibliografia

martedì 25 settembre 2012

Tassi di Interesse e il Ciclo Economico

In tutto il mondo, gli investimenti improduttivi continuano a serpeggiare incontrastati. Prendiamone uno tra i tanti: la bolla dei prestiti studenteschi negli USA. Mandare i giovani all'università solo per vederli fare i disoccupati una volta finito il loro percorso di studio, rappresenta un'allocazione errata del capitale. La corretta allocazione del capitale, invece, prevede che i prestiti vengano concessi secondo condizioni di mercato; ma per fare in modo che ciò avvenga, c'è bisogno che ai prestiti non performanti sia "permesso" di andare in default. Ma dal 2000 il Congresso ha impedito questo esito. Questo significa che parecchi studenti disoccupati finiranno per essere gravati da questo fardello a vita, incapaci di ripagare un debito che non potrà essere dismesso attraverso un default. Nonostante l'incremento allarmante di giovani senza sbocchi lavorativi, il governo continua a sovvenzionare questo settore in nome di non si sà quale contorto ideale. Ciò risucchia capitale dalle attività produttive ed assottiglia le loro capacità di creare ricchezza. Ma cosa è successo a livello microeconomico che ha condotto a questa situazione di degrado economico?
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di Glen Tenney


La causa del ciclo economico è stata a lungo dibattuta da economisti di professione. Successioni ricorrenti di boom e bust hanno anche mistificato il profano. Molte domande persistono. Le recessioni sono causate dal sottoconsumo come i Keynesiani vorrebbero farci credere? Se è così, cosa induce masse di persone a smettere di spendere tutte nello stesso momento? Oppure le recessioni sono causate da troppo poco denaro nell'economia, come insegnano i monetaristi? E come facciamo a sapere quando il denaro è troppo o troppo poco? Forse ancora più importante, le recessioni periodiche sono una conseguenza inevitabile di un'economia capitalistica? Dobbiamo accettare gli orrori connessi alle recessioni ed alle depressioni, come una parte necessaria della vita in una società altamente industrializzata?

Le preoccupazioni per i livelli degli aggregati dell'offerta di moneta e per la spesa aggregata potrebbero costituire una conversazione interessante, ed una discussione di questi temi potrebbe anche rivelare alcune sfaccettature di verità, ma sono insufficienti per arrivare alla causa del ciclo boom e bust che sembra pervadere l'economia nei tempi moderni. Gli economisti della scuola Austriaca hanno fornito una spiegazione che fonda le fluttuazioni economiche sulla teoria microeconomica che è saldamente radicata nei principi dell'azione umana. Questi economisti hanno sottolineato che le fluttuazioni macroeconomiche, o quelli che sono conosciuti come cicli economici, sono causati da manipolazioni dei tassi d'interesse nell'economia.[1] Questa manipolazione dei tassi di interesse può comportare azioni coscienti da parte delle autorità governative o semplicemente azioni governative prese con altri obiettivi in mente.



I Tassi di Interesse Rispecchiano le Preferenze Temporali

Il tasso di interesse in un sistema economico è un importante riflesso delle preferenze temporali degli individui. Le persone sono disposte a rinunciare ad una certa quantità di consumo presente al fine di investire in processi di produzione che promettono prodotti finiti valutati in maniera superiore rispetto alla somma degli input nel processo di produzione. Il differenziale tra l'ammontare versato ai proprietari degli input produttivi e l'ammontare ottenuto dalla vendita del prodotto finito è il margine di interesse all'imprenditore che ha anticipato i redditi monetari ai proprietari delle risorse in termini di salari ed affitti. Il capitalista/imprenditore fornisce quindi il potere d'acquisto attuale ai lavoratori e ai proprietari di altri input produttivi in cambio di un importo che chiamiamo interesse. E guardando dal punto di vista opposto, i lavoratori ed i proprietari di altre risorse sono disposti a prendere un pagamento attualizzato per i loro input produttivi al fine di avere dei redditi presenti piuttosto che aspettare il completamento del prodotto.

Nel mercato dei prestiti il tasso di interesse contiene anche una componente imprenditoriale che tiene conto dell'incertezza, sempre presente nelle operazioni di prestito di denaro. Contiene un premio per l'inflazione se ci si aspetta che i dollari da restituire nel prestito avranno meno potere d'acquisto rispetto ai dollari che vengono prestati. Contiene anche un premio per il rischio di default in base alla capacità e/o volontà del debitore di rimborsare il prestito come concordato. Così il tasso di interesse che viene concordato nel mercato dei prestiti include questi fattori imprenditoriali, oltre ad un importo sufficiente da indurre le persone a rinunciare al consumo presente a favore del consumo futuro.

Il tasso di interesse serve come funzione di coordinamento per l'economia, fornendo informazioni utili sulla disponibilità di credito e sulla redditività degli investimenti ad entrambi creditori e debitori; se, per esempio, i tassi delle preferenze temporali delle persone aumentano, questo cambiamento si riflette in tassi di interesse più elevati, che incoraggiano un maggiore risparmio e scoraggiano i prestiti. Ciò significa che gli individui, in generale, stanno richiedendo maggiori incentivi per rinunciare al consumo presente rispetto a prima. Ci sono due modi in cui l'azione del governo nell'economia ostacola questa funzione di coordinamento.



Il Nuovo Denaro Dà un Falso Segnale

Il denaro è principalmente un mezzo di scambio in campo economico; e come tale, la sua quantità non ha nulla a che fare con la quantità reale dell'occupazione e della produzione nell'economia. Naturalmente, con più denaro nell'economia, i prezzi di beni, servizi e salari, saranno più alti; ma le quantità reali di beni e servizi, e il valore reale dei salari non cambierà necessariamente con un incremento del denaro nell'economia. Ma è un errore pensare che un improvviso aumento dell'offerta di moneta non avrebbe alcun effetto sull'attività economica. Come spiegò il Premio Nobel Friedrich A. Hayek:

Tutto dipende dal punto in cui viene iniettato il denaro aggiuntivo (o in cui il denaro viene ritirato dalla circolazione), e gli effetti possono essere molto contrari se il denaro aggiuntivo arriva prima nelle mani di commercianti e produttori o direttamente nelle mani di dipendenti impiegati dallo stato.[2]

Dato che il nuovo denaro entra nel mercato in un modo che non è proporzionale ai possedimenti di denaro esistenti ed ai rapporti di consumo/risparmio, un'espansione monetaria non influenza tutti i settori dell'economia allo stesso tempo e nella stessa intensità. Se la nuova moneta entra nel mercato attraverso il sistema bancario o attraverso i mercati del credito, i tassi di interesse diminuiranno al di sotto del livello che si accorda con i risparmi degli individui. Gli imprenditori, che utilizzano il tasso di interesse per valutare la redditività dei vari investimenti, saranno ansiosi di approfittare del tasso di interesse più basso aumentando gli investimenti in progetti che erano percepiti come non redditizi con alti tassi di interesse.

Il grande economista Austriaco Ludwig von Mises descrive l'aumento dell'attività economica come segue:

L'abbassamento del tasso di interesse stimola l'attività economica. I progetti che non erano consideati "redditizi" se il tasso di interesse non fosse stato influenzato dalla manipolazione delle banche, e che, quindi, non sarebbero stati intrapresi, vengono comunque considerati "redditizi" e possono essere avviati.[3]

La parola "redditizio" è stata senza dubbio messa tra virgolette da Mises perché è un errore pensare che le azioni del governo possano effettivamente aumentare la redditività complessiva dell'economia. La follia di questa situazione è evidente quando ci rendiamo conto che il tasso di interesse più basso non era il risultato di maggiori risparmi. Il tasso di interesse più basso era un falso segnale. I rapporti di consumo/risparmio degli individui e delle famiglie non sono necessariamente cambiati, e così il totale dei risparmi disponibili a fini di investimento non è necessariamente aumentato, anche se agli imprenditori sembra il contrario. Poiché il tasso di interesse più basso è un falso indicatore di capitale disponibile, gli investimenti saranno effettuati in progetti che sono condannati al fallimento mentre la nuova moneta si fa strada nell'economia.

Alla fine, i prezzi in generale aumenteranno in risposta alla nuova moneta. Le imprese che hanno fatto investimenti in progetti di capitale basandosi sulle informazioni errate fornite dal tasso di interesse artificialmente basso scopriranno che non possono completare i loro progetti a causa di una mancanza di capitale. Come afferma Murray Rothbard:

L'espansione del credito delle banche avevano manomesso il "segnale" indispensabile — il tasso di interesse — che dice agli imprenditori quanto risparmio è disponibile e quale durata dei progetti sarà redditizia. . . . La situazione è analoga a quella di un contraente indotto erroneamente a credere che ha più materiale da costruzione rispetto a quello che davvero possiede, e che poi scopre che ha usato tutto il materiale a sua disposizione senza averne più per completare la casa. Chiaramente, l'espansione del credito bancario non può aumentare gli investimenti di capitale di una virgola. Gli investimenti possono solo arrivare dai risparmi.[4]

Le industrie ad alta intensità di capitale sono danneggiate di più in uno scenario del genere, in quanto piccole variazioni nei tassi di interesse fanno una grande differenza nel calcolo della redditività a causa del tempo prolungato coinvolto.

E' importante notare che non è né la quantità di denaro nell'economia né il livello generale dei prezzi nell'economia che causa il problema. Il Professor Richard Ebeling descrive il vero problema nel modo seguente:

Ora, infatti, le decisioni rilevanti che devono prendere gli attori economici non riguardano le variazioni del "livello dei prezzi" ma, invece, si riferiscono ai vari prezzi relativi che rientrano nelle scelte della produzione e del consumo. Ma gli aumenti monetari hanno i loro effetti particolari proprio perché non riguardano tutti i prezzi contemporaneamente e proporzionalmente.[5]

Il fatto che ci vuole tempo affinché l'aumento della massa monetaria influenzi i vari settori dell'economia, provoca cattivi investimenti che determinano il cosiddetto ciclo economico.



Il Governo Esternalizza l'Incertezza

Il Professor Roger Garrison ha notato un altro modo in cui la politica del governo provoca distorsioni nell'economia falsificando il tasso d'interesse.[6] In una situazione in cui l'eccessiva spesa pubblica crea deficit di bilancio, l'incertezza nell'economia viene aumentata a causa del fatto che è impossibile per i partecipanti del mercato sapere come verrà finanziato il deficit di bilancio. Il governo può emettere più debito, creare più denaro monetizzando il debito, o aumentare le tasse. Ognuno di questi approcci ridistribuirà la ricchezza nella società in modi diversi, ma non c'è modo di sapere in anticipo quale di questi metodi verrà scelto.

Si potrebbe pensare che questo tipo di aumento di incertezza del mercato aumenterebbe il premio al rischio incorporato nei tassi di prestito. Ma questi rischi aggiuntivi, sotto forma di inflazione nei prezzi o di aumento dell'imposizione fiscale, sono a carico di tutti i membri della società piuttosto che solo dei possessori di titoli di stato. A causa della capacità del governo di monetizzare il debito e della sua capacità di generare oneri fiscali per tutti i partecipanti del mercato piuttosto che solo per i possessori di titoli di stato, i rendimenti dei titoli di stato non riflettono accuratamente questi rischi aggiuntivi. Tali rischi sono effettivamente passati o esternalizzati a coloro che non fanno parte delle operazioni di prestito in cui il governo è immischiato. Il FDIC, che assicura i conti di deposito a spese del contribuente, aggrava ulteriormente la situazione portando i risparmiatori a credere che i loro risparmi sono esenti da rischi.

Il concetto chiave da capire è l'importante funzione dei tassi di interesse in tutto questo scenario. I tassi di interesse fungono da regolatore per l'economia, nel senso che l'altezza dei tassi aiuta gli imprenditori a determinare il corretto livello di investimento da intraprendere. Tutto quello che nell'economia tende ad abbassare il tasso di interesse artificialmente promuoverà investimenti in progetti che non sono veramente redditizi in base alla quantità di capitale fornita dai risparmiatori che sono quelli che rinunciano al consumo poiché lo ritengono nel loro interesse. Questa sconnessione tra il tasso naturale di interesse e il tasso di interesse di mercato riflessa nei tassi di prestito, può essere il risultato di aumenti dell'offerta di denaro fiat o di aumenti dell'incertezza nel mercato, che non è accuratamente riflessa nei tassi di prestito. La manipolazione del tasso di interesse è significativa in entrambi i casi, e il risultato inevitabile è un boom artificiale ed un successivo bust.



Conclusione

Le variazioni nell'offerta di moneta hanno un effetto sull'attività economica reale. Questo effetto si palesa tramite i tassi di interesse provocando fluttuazioni nell'attività aziendale. Quando viene fornito denaro fiat al mercato sotto forma di espansione del credito attraverso il sistema bancario, le imprese lo considerano erroneamente come un aumento dell'offerta di capitale. A causa del tasso di interesse diminuito nel mercato del credito, indotto "dall'aumento" fittizio di capitale, le aziende incrementano i loro investimenti in progetti a lungo termine che appaiono redditizi. Inoltre, anche altri fattori possono causare una discrepanza tra il tasso naturale di interesse ed il tasso che viene pagato nel mercato dei prestiti. Le politiche del governo in materia di creazione del debito, monetizzazione, assicurazione sui depositi bancari, e tassazione, possono esternalizzare il rischio associato ai deficit di bilancio, in modo da ridurre artificialmente i tassi di prestito sul mercato.

Ciascuna di queste cose influenza i tassi di interesse, o una loro combinazione può influenzare l'attività economica inducendo le imprese a fare investimenti che non sarebbero altrimenti realizzabili. Dal momento che il risparmio reale nell'economia, però, non è aumentato a causa di queste misure interventiste, la struttura produttiva è indebolita ed il boom deve infine per cedere il passo ad un bust.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


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Note

[1] Per una discussione dettagliata del fenomeno dell'interesse e del rapporto corrispondente col ciclo economico, vedi Ludwig von Mises, Human Action, 3d rev. ed. (Chicago: Contemporary Books, 1966), capitoli 19-20; Murray N. Rothbard, Man, Economy, and State (Los Angeles: Nash Publishing Corporation, 1970), capitolo 6; e Mark Skousen, The Structure of Production (New York: New York University Press, 1990), capitolo 9.

[2] Friedrich A. Hayek, Prices and Production, 2d ed. (London: George Routledge, 1931; Repr. New York: Augustus M. Kelley, 1967), p. 11.

[3] Ludwig von Mises, The Austrian Theory of the Trade Cycle (Auburn, Ala: The Ludwig von Mises Institute, 1983), pp. 2-3.

[4] Rothbard, Man, Economy, and State, p. 857.

[5] Richard Ebeling, prefazione a The Austrian Theory of the Trade Cycle di Ludwig von Mises, Gottfried Haberler, Murray N. Rothbard, e Friedrich A. Hayek (Auburn, Ala: The Ludwig von Mises Institute, 1983).

[6] Roger W. Garrison, “The Roaring 20s and the Bullish 80s: The Role of Government in Boom and Bust,” Critical Review 7, n. 2-3 (Primavera-Estate 1993), pp. 259-276.

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