Bibliografia

domenica 23 settembre 2012

L'iKrug

Krugman colpisce ancora. Ormai il suo è un circo continuo senza soste. Ricordatevi queste parole perché gli si ritorceranno contro, come quando invocò e poi difese a spada tratta la bolla immobiliare di Greenspan.
«Così, i falchi della FED sono tutti nervosi per l'aumento delle aspettative sull'inflazione sin da quando Bernanke ha annunciato il QE3 — come è proprio accaduto. [...] E' una cosa allarmante? Al contrario, è lo scopo principale dell'operazione. Nei modelli semplici basati sugli sforzi per uscire da una trappola della liquidità, l'unico modo che ha la FED per ottenere leva è attraverso la promessa di un'inflazione superiore una volta che la trappola della liquidità è finita. Si può complicare la storia un po' — per esempio, una ripresa lenta vorrà dire che l'espansione dovrà durare di più e che pertanto le aziende sperimenteranno una domanda reale più alta ma le aspettative sull'inflazione sono l'obiettivo principale, ed il loro aumento è un pregio non un difetto.» (enfasi aggiunta)
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di Pater Tenebrarum


Sembra che dopo tutto non sarà Scott Sumner a "salvare l'economia Americana" sollecitando il pilota dell'elicottero affinché crei ancora più denaro ex nihilo che in passato. Quello che ci salverà invece è la Apple, o meglio, il suo ultimo prodotto, l'iPhone 5. Chi ha bisogno di Bernanke quando questo dispositivo meraviglioso è pronto a trainare l'economia?

Ultimamente ha fatto il giro una certa storia – propagata "dall'economista" (dovremmo usare il termine in senso lato ...) Michael Feroli di JP Morgan, secondo cui le vendite dell'iPhone "potrebbero far aumentare da un quarto a mezzo punto percentuale il tasso di crescita del prodotto interno lordo Americano nell'ultimo trimestre dell'anno."

Se dovessimo presumere che abbia ragione, allora ciò dovrebbe principalmente dirci quanto sia in realtà inutile il PIL. Tuttavia, ci sono alcune ragioni per dubitare dei risultati forniti dal suo pallottoliere. Secondo un articolo di Bloomberg:

«Ecco la matematica di Feroli: Supponiamo che le vendite della generazione precedente di iPhone continuino "ad un ritmo solido," mentre il nuovo modello di Apple (AAPL) venda circa 8 milioni di unità negli ultimi tre mesi del 2012. Supponiamo che il prezzo medio di vendita dei nuovi modelli sia di circa $600. (Vero, le persone che ricevono il nuovo telefono come parte di un piano tariffario pagano meno del prezzo di listino, ma la vendita viene segnalata al governo per quello che sarebbe costata su base indipendente.)
Di quei $600, circa $200 rappresentano il costo d'importazione, lasciando $400 come valore catturato negli Stati Uniti. Moltiplicate $400 per 8 milioni ed otterrete $3.2 miliardi, cifra sufficiente ad aumentare il tasso annuale di crescita dell'economia di un terzo di punto percentuale. Feroli, capo economista della banca, prevede che l'economia degli Stati Uniti cresca ad un tasso annuo di circa il 2% nel quarto trimestre, e dice che l'iPhone "limiterà il rischio di ribasso" per quella proiezione.»

Ora, prima di proseguire, qualche parola sull'iPhone 5. E' senza dubbio una meraviglia di ingegneria (come un amico e fan di Apple ci ha detto, il corpo in alluminio da solo è una conquista straordinaria nei moderni metodi di fresatura). Tuttavia, molti osservatori sembrano concordare sul fatto che, oltre ad un design più sottile combinato con un peso inferiore e uno schermo un po' più grande rispetto al modello precedente, offra solo miglioramenti incrementali.

La sua nuova applicazione nelle mappe è generalmente considerata come una delusione rispetto alla precedente app di Google. Tutto sommato, il telefono manca, come ha detto un giornalista di Reuters, di un fattore "wow." Attenzione, non stiamo cercando di sminuire il nuovo iPhone – vogliamo solo sottolineare che la sua uscita non ha esattamente reso l'iPhone 4 (o i modelli precedenti) completamente superato o inutilizzabile.

Un altro economista un po' più famoso è intervenuto sul tema, l'uomo che ha distrutto per sempre quell'aura di vittoria collegata al Premio Nobel per l'economia, vale a dire Paul Krugman.

Senza sorprese, Krugman ha utilizzato la linea di argomentazione di Feroli riguardo all'iPhone per convincere i lettori della sua rubrica che è richiesta una maggiore spesa pubblica. Non stiamo scherzando.



Finestre Rotte, Carri e Buoi...

L'articolo di Krugman sul New York Times è intitolato "Lo Stimolo dell'iPhone." Qui di seguito presentiamo alcuni stralci:

«Così questo è il nuovo fantasmagorico telefono cellulare come dice Apple? Ehi, lascio cose del genere a David Pogue. Quello che mi interessa, invece, sono i suggerimenti che la presentazione dell'iPhone 5 potrebbe fornirci per un notevole stimolo dell'economia degli Stati Uniti, in modo da aumentare sensibilmente la crescita economica nel prossimo trimestre o due.
Lo trovate plausibile? Se è così, ho una notizia per voi: siete, che lo sappiate o no, dei Keynesiani — ed avete implicitamente accettato la tesi secondo cui il governo dovrebbe spendere di più, non di meno, in una economia depressa.»

Wow. Quindi se questo è ciò che significa realmente, allora alcuni lettori potrebbero già decidere che la teoria di Feroli è appena stata smentita. Apparentemente senza volerlo, Krugman sta abbattendo il suo castello di carte intellettuale in questo primo paragrafo. Tuttavia, rimarrete sorpresi per quanto sia illuso in realtà questo attacco politico. Proseguiamo.

«La cosa fondamentale da capire è che questi benefici probabilmente di breve periodo del nuovo telefono, non hanno quasi nulla a che fare con quanto sia buono — con quanto può migliorare la qualità della vita degli acquirenti o la loro produttività. Tali effetti entreranno in gioco solo nel lungo periodo. Invece, la ragione per cui JPMorgan ritiene che l'iPhone 5 rilancerà l'economia è semplicemente questa: induce la gente a spendere di più.
E per credere che una maggiore spesa fornirà uno stimolo economico, dovete credere — o almeno dovreste — che la domanda, e non l'offerta, è ciò che sta tenendo su l'economia. Non abbiamo un elevato tasso di disoccupazione perché gli Americani non vogliono lavorare, e non abbiamo un elevato tasso di disoccupazione perché i lavoratori non hanno le giuste competenze. Al contrario, i lavoratori volenterosi e capaci non riescono a trovare lavoro perché i datori di lavoro non possono vendere abbastanza da giustificare la loro assunzione. E la soluzione è quella di trovare un modo per aumentare la spesa complessiva in modo che la nazione possa tornare al lavoro.»

La versione breve del paragrafo precedente è la seguente: possiamo consumare per arrivare alla prosperità. E se accettate questa premessa, è necessario, naturalmente, che accettiate quello che viene dopo. Dopo aver lamentato la riluttanza delle imprese e dei consumatori di impegnarsi in un'orgia di spesa insensata (tranne naturalmente quando c'è un nuovo i-gadget), Krugman ci ricorda la sua soluzione: il governo deve gettarsi nella mischia.

«Perché il governo non dovrebbe entrare in scena e spendere di più, per esempio in materia di istruzione ed infrastrutture, per aiutare l'economia a superare il suo momento difficile? Non dite che il governo non è in grado di aumentare la spesa totale, o che la spesa pubblica non possa creare posti di lavoro. Se credete che l'iPhone 5 possa dare una spinta all'economia, avete già ammesso sia che l'importo totale della spesa per l'economia non è un numero fisso e sia che una maggiore spesa è quello che ci serve. E non c'è ragione per cui questa spesa debba essere privata.»

Sì, perché no, infatti? Lo spiegheremo tra un attimo, ma dobbiamo innanzitutto ricordare ciò che è l'errore fondamentale in tutta questa storia iPhone/PIL.

In realtà è una variante della "fallacia della finestra rotta" – ignora completamente un concetto di economia di base che ci si aspetterebbe che ogni economista ne fosse a conoscenza, vale a dire, il costo d'opportunità. Abbiamo detto prima che il predecessore dell'iPhone 5 rimane perfettamente funzionale proprio per sottolineare questo punto cruciale.

Con l'acquisto dell'iPhone 5, gli acquirenti non saranno più in grado di comprare qualcos'altro. Ogni acquirente del nuovo iPhone ha una scala di valutazione personale che classifica gli oggetti per cui vuole spendere i suoi fondi. Ovviamente, per tutti coloro che effettivamente andranno a comprare il nuovo iPhone, alcuni beni o servizi che vengono classificati più in basso nella scala dei valori finiranno per non essere comprati.

La gente dovrebbe smettere di comprare smart-phone se non ci fosse più un nuovo iPhone? Certo che no – ma è una buona cosa che alcuni utilizzatori del modello precedente, come minimo, non lo considerino spazzatura. E' molto discutibile, dato il miglioramento incrementale rappresentato dall'iPhone 5, che stiano davvero guadagnando molto di più dalla semplice soddisfazione che deriva dal possesso di quello che è ritenuto essere il gadget più recente e più alla moda (ma non stiamo questionando tale aspetto – se lo vogliono, ciò significa che percepiscono che è utile per loro). Sembra probabile, tuttavia, che in assenza del nuovo iPhone, spenderebbero i fondi in qualcosa di diverso – quindi, la tesi secondo cui "la spesa totale" aumenterà sta in piedi su una base molto fragile.

Supponiamo però che invece di spendere i fondi al consumo, decidessero di risparmiarli. Ciò sarebbe un "male"? Secondo i Keynesiani come Krugman, la risposta è sì.

Tuttavia, non staremmo nemmeno facendo questa discussione se nessuno avesse in primo luogo prodotto l'iPhone. Come vengono prodotte le cose? Per rendere possibile la produzione, si deve investire in beni strumentali. E il risparmio è quello che alimenta tali investimenti – è la conditio sine qua non.

Notate che non è il denaro creato dal nulla da Ben Bernanke che può finanziare la produzione. Quello che alimenta la produzione è il bacino dei finanziamenti reali. A meno che alcune persone si astengano dal consumare la loro intera produzione economica, non sarà possibile fare nuove aggiunte alla struttura del capitale dell'economia. In realtà, ci deve essere il risparmio per conservare la struttura esistente di produzione (per una breve panoramica della teoria del capitale, i lettori interessati potrebbero voler controllare il nostro precedente saggio sulla struttura produttiva che riassume i punti essenziali).

In altre parole, quando Krugman insiste sul fatto che una maggiore spesa e il consumo riporteranno l'economia in carreggiata, è come mettere il carro davanti ai buoi. L'aumento del consumo è un effetto della crescita economica, non la causa.

E i suoi suggerimenti riguardo la spesa pubblica? Non c'è qualcosa da dire sulle "infrastrutture" o sulla spesa per "l'istruzione"? Queste sono cause non degne?

Il problema di questa linea di ragionamento è che il governo è l'organizzazione meno in grado di decidere quali tipi di spesa sono economicamente sensati. Dal momento che il governo non ha scopo di lucro – ottiene, in ultima analisi, tutto il suo finanziamento mediante la coercizione – non ha modo di impegnarsi in un corretto calcolo economico (anche se la gente che assume per effettuare la spesa può operare deduzioni fino ad un certo punto osservando il settore privato).

In altre parole, ancora una volta il problema principale è il costo d'opportunità. Per esempio, il governo decide di finanziare la costruzione di un ponte. Come può sapere se le risorse spese per la costruzione del ponte non avrebbero soddisfatto desideri più urgenti dei consumatori se fossero state impiegate in modo diverso? La risposta è, non lo può sapere. Senza fini di lucro e senza calcolo economico che gli consentano di confrontare i costi di ingresso rispetto alle entrate attese, non c'è modo di saperlo.

Questo è anche il motivo per cui il socialismo è letteralmente impossibile: una comunità socialista non ha mercato per i mezzi di produzione, e manca quindi la base stessa del calcolo economico, in quanto il calcolo senza prezzi monetari non è ovviamente possibile. Il caos è il risultato inevitabile, o come Ludwig von Mises ha sottolineato (in "Calculation in the Socialist Commonwealth"):

«Senza calcolo economico non ci può essere economia. Quindi, in uno stato socialista in cui il perseguimento del calcolo economico è impossibile, non ci può essere — nel nostro senso del termine — alcuna economia. Nelle questioni banali e secondarie la condotta razionale potrebbe essere ancora possibile, ma, in generale, sarebbe impossibile parlare di produzione razionale.»

Per fortuna non viviamo in un'economia di comando. La nostra è ancora un'economia di mercato, anche se gravemente ostacolata. E tuttavia, tutte le agenzie governative affrontano il problema di fondo di non essere in grado di effettuare il calcolo economico, a prescindere dal fatto che il problema è più grave in un'economia di comando.

Pertanto, Krugman ha torto quando afferma che "non c'è ragione per cui questa spesa debba essere privata." C'è una buona ragione: la spesa pubblica è estremamente probabile che sprecherà il capitale scarso e indurrà squilibri intra-temporali nella struttura produttiva – in altre parole, la spesa creerà una configurazione nella struttura del capitale del sistema economico che non è in conformità con quello che vuole il consumatore.

L'iPhone della Apple è sicuramente diverso in questo senso: ovviamente è conforme a quello che vuole il consumatore. I profitti della Apple forniscono una grande prova per questa affermazione – in realtà, è l'azienda più redditizia al mondo. Tuttavia, questo non significa che si possa tranquillamente ignorare il costo d'opportunità quando si dice che la spesa per il nuovo iPhone aumenterà la crescita economica globale.


L'andamento delle azioni della Apple parla da sé – clicca per una risoluzione migliore, grafico da StockCharts.



Krugman Scopre una "Teoria"

Tuttavia, il piatto forte è un piccolo post di Krugman sullo stesso argomento che abbiamo scoperto incidentalmente durante la ricerca dell'articolo appena discusso. A quanto pare Krugman sentiva la necessità di affrontare il tema dell'obsolescenza in modo più dettagliato e in questa occasione ci fa capire che aveva effettivamente sentito già parlare della "finestra rotta." Il post è intitolato "Broken Windows and the iPhone 5."

Vedendo il titolo, abbiamo pensato di primo impatto che Krugman avrebbe tentato di confutare la fallacia della finestra rotta. Lungi da ciò!

«Il punto chiave è che l'ottimismo circa gli effetti dell'iPhone non hanno nulla (o comunque poco) a che fare con la presunta qualità del telefono, e col modo in cui potrebbe renderci più felici e più produttivi. Al contrario, i guadagni immediati arriverebbero dal modo in cui il nuovo telefono dovrebbe convincere la gente a rottamare i loro vecchi telefoni e sostituirli.
In altre parole, se si ritiene che l'iPhone potrebbe davvero dare all'economia una grande spinta, siete finiti — se ve ne rendete conto o no — in una versione della teoria della "finestra rotta," in cui distruggere una certa quantità di capitale può effettivamente essere un cosa buona in condizioni di depressione.»

(enfasi aggiunta)

Ancora una volta, quest'uomo ha effettivamente vinto il Premio Nobel per l'Economia. Forse è giunto il momento che la commissione che gliel'ha conferito se lo riprenda.

Così adesso si chiama la "Teoria della Finestra Rotta," vero? In realtà, come osservato in precedenza, il concetto è noto come la "Fallacia della Finestra Rotta." Venne originariamente formulata in forma di parabola dal grande economista Francese Frederic Bastiat, che spiegò che in economia non si deve prendere in considerazione solo ciò che è immediatamente visibile, ma anche ciò che non si vede.

E' un errore credere che la distruzione possa renderci più ricchi – infatti, Krugman ci ricorda che i costi d'opportunità cessano di esistere durante "condizioni di depressione." L'implicazione di questa affermazione è che le leggi economiche fondamentali cessano magicamente di essere applicabili ogni volta che l'economia subisce una flessione.

Questo punto di vista è sbagliato – le leggi economiche non dipendono dalle condizioni economiche. Questo è simile al sostenere che le leggi della natura cessano di essere operative il Mercoledì. Senza sorprese, Krugman è anche un sostenitore del parere che "la guerra è un bene per l'economia" – anche se si tratta di una guerra contro alieni immaginari, o ciò che potremmo chiamare la versione di Krugman di "Piano 9 da un altro spazio."


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


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