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di Detlev Schlichter
In un pezzo davvero degno di nota per il Financial Times di ieri, Wolfgang Münchau ha attaccato la comunità Euro-scettica ed Euro-critica in Germania accusandola di paranoia per l'inflazione e di non comprendere il "moderno settore bancario centrale." Beh, conosco molti commentatori qualificati – molti non Tedeschi – che ingoiano un boccone amaro quando riflettono sulla nuova realtà di un QE illimitato ed aperto negli USA, e sugli acquisti illimitati di bond da parte della BCE. Mentre i burocrati delle banche centrali dichiarano che non smetteranno di aumentare la base monetaria finché l'economia non crescerà più velocemente ed il tasso di disoccupazione non scenderà, maledizione, alcuni di noi possono essere scusati se si chiedono quali potranno essere le conseguenze a lungo termine ed inattese. Ma, secondo Münchau, abbiamo completamente torto poiché siamo chiaramente stati "alimentati con disinformazione circa il funzionamento di un'economia moderna."
Il QE illimitato è, secondo Münchau, il risultato di nuove teorie che fanno funzionare il settore bancario centrale. Vedete, con un QE aperto la FED "è diventata molto più determinata a guidare le aspettative per il futuro," che si suppone sia quello di cui l'economia ha bisogno: burocrati che guidano centralmente ed amministrativamente le aspettative. Stranamente, però, tutto questo non mi suona tanto moderno.
Non si può negare che, negli ultimi tempi, le cose non sono andate secondo i piani, ma questo per Münchau non è un buon motivo per mettere in dubbio il ruolo delle banche centrali in questa crisi, senza parlare del concetto stesso di pianificazione monetaria centrale, e soprattutto per mettere in dubbio l'idea che un po' "di uomini e donne saggi" a Francoforte, Washington o Londra, stabiliscano l'offerta della base monetaria e di certi prezzi (tassi di interesse) al fine di controllare, guidare e gestire i risultati economici. Come molti dei suoi colleghi sul FT, Münchau è intimorito dall'élite che presumibilmente gestisce le nostre economie e le nostre società a nostro beneficio. Tempi difficili sembrano richiedere solamente politici più decisi e banchieri centrali più determinati. E quando la pianificazione centrale fallisce, i pianificatori centrali hanno semplicemente bisogno di un nuovo piano. O un nuovo obiettivo.
Non sorprende, quindi, che Münchau sia un sostenitore dell'orientamento del PIL nominale, la nuova moda nel settore della pianificazione monetaria centrale. A quanto pare, non c'è niente di sbagliato nella politica monetaria. I banchieri centrali hanno solo bisogno di un nuovo obiettivo, e, naturalmente, di uno più completo. L'esperto matematico Münchau ci informa su come funziona:
"Questo è un dibattito sull'orientamento delle entrate nominali, in cui una banca centrale non stabilizza più il tasso di inflazione direttamente, ma si concentra invece sulla stabilizzazione del prodotto interno lordo nominale. Potreste pensare al PIL nominale come alla somma del PIL reale e dell'inflazione. Se la crescita reale scende, la banca centrale dovrebbe quindi far salire l'inflazione. Al contrario, se aumenta la crescita reale, la banca centrale dovrebbe far diminuire l'inflazione molto più tenacemente di quanto non avrebbe fatto sotto un regime di orientamento dell'inflazione utilizzato dalle banche centrali come la BCE."
C'è una pericolosa ingenuità in tutto questo, una cecità della complessità della vita reale. Vi è anche una sorta di chiusura mentale, di cui Münchau accusa i critici delle banche centrali ma di cui egli stesso è il primo esempio. Münchau e altri sostenitori dell'orientamento del PIL sono macro-economisti, il che significa che ignorano necessariamente molti fenomeni micro-economici importanti.
Ecco l'errore principale dietro l'orientamento del PIL nominale e, di fatto, dietro tutta la tesi di Münchau: Presuppone tacitamente che il denaro sia neutrale, cosa che non è mai così. Mi spiego meglio.
L'idea che le banche centrali debbano avere come obiettivo il PIL nominale presuppone in primo luogo che la stabilità del PIL nominale sia difatti auspicabile e possibile, e che siamo in grado di valutare quale dovrebbe essere il "giusto" livello del PIL nominale nonché il rapporto adeguato tra inflazione reale e PIL. Tale stabilità esiste raramente nelle cose umane e in particolare nei fenomeni economici, ed un tale punto di vista statico e non dinamico dell'economia mi lascia perplesso – beh, non mi sembra moderno. In secondo luogo, e cosa ancora più importante, presuppone che non ci siano collegamenti diretti e stabili tra le quantità che la banca centrale debba controllare direttamente – cioè la base monetaria, le riserve bancarie, ed i tassi di interesse – e le variabili macro-economiche, la crescita e l'inflazione, che sono l'obiettivo finale delle sue politiche. Questo rapporto – tra base monetaria, inflazione e crescita – è, tuttavia, molto complesso e tutt'altro che stabile e molte cose possono e devono avvenire in modo da cambiare uno affinché cambi anche l'altro. E non tutte queste cose sono belle.
Supponiamo che le banche centrali temono che il PIL reale sia troppo basso e che debbano, secondo Münchau, "far salire l'inflazione." In che modo lo fanno? – La risposta è: lo fanno come lo fanno sempre, solo in misura maggiore. La banca centrale acquista determinati asset finanziari dalle banche ed accredita loro nuove riserve bancarie sui conti che detengono presso la banca centrale. Pertanto, le banche hanno più riserve – e, possiamo supporre, più economiche – rispetto a prima, il che significa che ora hanno un incentivo a prestare più soldi. I tassi dei prestiti sui mercati del credito dovrebbero diminuire poiché viene esteso più credito. I progetti di investimento che in precedenza venivano evitati a causa dei costi di finanziamento relativamente elevati, diventano ora redditizi. Si verificano nuovi prestiti. Questo può effettivamente sollevare il PIL reale – anche se solo temporaneamente – e, infine, sollevare la media dei prezzi, il livello dei prezzi, un effetto che, in contrasto con la spinta del PIL, è di solito permanente. Tuttavia, è chiaro che molte altre cose devono modificarsi in conseguenza di ciò che la banca centrale ha appena fatto: alcuni asset finanziari aumenteranno di prezzo e diminuiranno di rendimento; si espanderanno i bilanci delle banche; aumenterà la leva finanziaria; il capitale è stato riallocato; il rapporto tra risparmio volontario ed investimenti è stato modificato; i prezzi relativi sono cambiati; la distribuzione dei redditi e della ricchezza è cambiata. Ci vuole un'incredibile ingenuità per pensare che tutti questi cambiamenti sono talmente benigni che possiamo tranquillamente ignorarli, o ci vuole un'ottimismo infantile nella saggezza e nella lungimiranza dei banchieri centrali per supporre che tutti questi effetti possono essere anticipati e utilizzati per la progettazione di queste politiche.
L'errore macroeconomico è quello di credere che l'espansione dell'offerta di moneta abbia due e due effetti solamente: stimolare la crescita (buono) ed aumentare l'inflazione (a volte bene, a volte male, a volte irrilevante). Che questa rappresenta una visione troppo ristretta, lo sappiamo sin da quando Richard Cantillon inventò l'economia moderna. Cantillon è vissuto 300 anni fa, quindi Münchau potrebbe obiettare che non comprendesse "l'economia moderna" e che non avesse un dottorato di ricerca del MIT, come Bernanke e Draghi, gli eroi di Münchau. Ma in difesa di Cantillon possiamo dire che ha vissuto in prima persona – e anzi vi ha partecipato attivamente – ad uno degli esperimenti più notevoli con il denaro cartaceo. Sto parlando del famoso sistema di John Law in Francia dal 1716 al 1720. Cantillon conosceva Law ed investì nel suo schema di cartamoneta. In realtà, Cantillon riuscì a realizzare quello che sognano di fare i moderni manager degli hedge fund. Cavalcò la bolla – la famosa bolla Mississippi – fino al suo picco e prese i suoi profitti prima che la bolla scoppiasse. Al contrario di Law che finì sul lastrico e dovette lasciare la Francia, Cantillon andò in pensione da uomo ricco ed annotò le sue acute osservazioni circa gli effetti dell'espansione monetaria. Una delle sue scoperte più importanti fu la fondamentale non-neutralità della moneta. Come disse Cantillon, quando viene iniettato nuovo denaro nell'economia, i prezzi non aumentano contemporaneamente e con la stessa intensità, ma alcuni aumentano più velocemente di altri, e alcuni più di altri.
Questo è importante e ha conseguenze di vasta portata. Il "denaro facile" non solo influenza direttamente la crescita e l'inflazione, o qualsiasi combinazione delle due. Non influenza soltanto la media statistica dei prezzi, il livello dei prezzi, o l'aggregato statistico delle transazioni economiche, il PIL reale, o qualsiasi altra statistica macro-variabile. "Denaro facile" vuol dire sempre variazioni nei prezzi relativi, variazioni nell'allocazione delle risorse, e variazioni nel reddito e nella distribuzione della ricchezza. In particolare, il "denaro facile" abbassa i tassi di interesse, che in un'economia di mercato sono fondamentali per il coordinamento delle attività di investimento con la preferenza temporale della popolazione, vale a dire la propensione della gente al risparmio e, quindi, al supporto e al sostegno dello stock di capitale. L'espansione monetaria vuol dire segnali dei tassi di interesse distorti e quindi un'allocazione del capitale necessariamente inappropriata. Questa intuizione fondamentale è la base di tutte le teorie monetarie del ciclo economico, cioè, quell'intuizione secondo cui l'espansione monetaria porta a boom che devono essere seguiti da bust. Ogni espansione monetaria crea distorsioni, la liquidazione delle quali causa una recessione. Ogni espansione monetaria crea instabilità economica. Già nel XIX secolo questa era la base delle teorie del ciclo economico degli economisti Classici Inglesi appartenenti alla Scuola Valutaria, ma ancora più importante, è stata la base della teoria del ciclo economico finora più convincente, quella sviluppata da Ludwig von Mises nel 1912 e nel 1924, una teoria che è ormai ampiamente conosciuta come la Teoria Austriaca del Ciclo Economico.
Questa teoria spiega perché il moderno denaro fiat delle banche centrali non potrà mai essere una fonte di "stabilità," sia che si intenda stabilità del tasso di inflazione o stabilità del PIL nominale. Il settore bancario centrale, vecchio o moderno, è sempre una fonte di instabilità. Questa teoria spiega anche perché il moderno settore bancario centrale ci ha condotto ad un vero e proprio cul de sac economico. I ripetuti tentativi negli ultimi decenni di acquistare una crescita economica di breve termine al prezzo di uno svilimento persistente del denaro, ci ha ora lasciato con un'economia distorta e sovra-indebitata dove ogni ulteriore espansione monetaria deve essere sempre più spaventosamente aggressiva per farsi largo tra gli enormi squilibri accumulati e per avere un qualsiasi effetto sull'inflazione e sul PIL, reale o nominale. Questa politica, in ultima analisi, finirà con l'iperinflazione quando la popolazione perderà la fiducia in questa farsa.
Non so se quei critici Tedeschi della BCE che fanno irritare Münchau conoscono Cantillon o Mises. Per quanto ne so, possono soffrire dello stesso punto di vista macroeconomico che affligge Münchau. La differenza è questa: Nelle valutazioni finali hanno ragione e Münchau ha torto. La strada per l'inferno è lastricata di denaro facile.
Nel frattempo, lo svilimento della cartamoneta continua.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/
Ciao Francesco,
RispondiEliminaquesta gente ha una visione del mondo STATica, invece che dinamica. E non se ne rendono conto.
Peccano di presunzione. Poveracci!
Loro, ma soprattutto NOI!
Fanno i tipici errori del presuntuoso: arroganza, spocchia, cialtroneria, superficialità, assenza di senso del limite, spavalderia, delirio di onnipotenza, certezza dell'impunità, inconsapevolezza, distacco totale dalla realtà.
Sono i tipici errori che portano agli atti medici sbagliati e colposi: imprudenza, imperizia e negligenza.
Oramai credo che si tratti di una questione anche antropologica.
Per moltissimi la libertà più grande è rinunciare alla libertà in cambio di protezione, sicurezza e sostanzialmente di deresponsabilizzazione.
Questi non cambieranno mai idea.
Pertanto, al redde rationem, tanti saluti e auguri!
I Paesi che hanno nel loro dna storico e culturale la dipendenza da un dominatore "benevolo" sono quelli che nell'ultimo secolo, all'apparire sulla scena delle cosiddette masse "consapevoli" (cioè, delle idee socialiste), hanno conosciuto prima lo statalismo dei poveri, cioè fascismo-comunismo-nazionalsocialismo-franchismo-colonnelli-peronismo, e poi lo statalismo dei "ricchi", la socialdemocrazia dello stato sociale.
Indubbiamente, fin quando i "dogmi" liberali (del pareggio del bilancio e della tassazione limitata) hanno continuato ad operare, ci sono stati progressi materiali un pò ovunque.
Quando, però (ed aggiungo inevitabilmente perché è nella sua stessa natura, questo sistema si è rafforzato ed ha svelato il suo vero volto: non è degenerato, si è solo svelato), i nodi sono venuti al pettine.
Ed ora viviamo nell'era dei nodi venuti al pettine.
A proposito di denaro facile ho trovato questo sul keynesblog:
RispondiEliminahttp://3.bp.blogspot.com/-weIyrH8CP4k/UGWfd_0TVSI/AAAAAAAABGc/jwVUMwmjW_M/s1600/M1+-+storico_11275_image001.gif
che vogliamo rispondere?
Ciao Andrea.
RispondiEliminaIo il redde rationem lo temo per un motivo: la gente sarà pronta a quello che le attende dopo? Restera nel teatro a vedere il solito spettacolo visto fino ad ora, o lascerà finalmente il posto ed uscirà fuori?
Io sto cercando di fornire buoni motivi, nonché sensati, per abbandonare una volta per sempre questo spettacolo Kabuki. I teatranti dicono che fuori c'è l'apocalisse, è meglio restare nel teatro poiché più sicuro. Le persone ubbidiscono poiché non sanno cosa c'è là fuori, la classica paura Amletica dell'evento a noi sconosciuto; il freno infatti è proprio questa paura che col tempo è stata subdolamente accantonata data la presunta conoscenza magggiore da parte di una cricca ritretta di individui che potevano fare i lbello ed il cattivo tempo non solo con i beni ma addirittura con le vite delle persone comuni.
Ora, le persone protestano perché realizzano come anche la cricca di individui non sappia in realtà come garantire la sicurezza di un probabile avvenire. Stanno scoprendo che stanno bluffando, che hanno sempre bluffato. Però vogliono rimanere immersi nell'illusione, è questo quello che mi spaventa.
Infine, a quelli di Keynesblog ricordiamogli questa di immagine:
http://vonmises.it/wp-content/uploads/2012/02/Figure31.png
Credo che molti pecoroni siano più che convinti che tutto si risolverà semplicemente cambiando gli interpreti del teatrino.
EliminaUn segnale importante verrà come sempre dall' esito delle presidenziali USA. E dai sondaggi temo nella conferma della mia idea. Al di là dielle considerazioni di North sulla intercambiabili' dei candidati in lizza.
Ah, quasi dimenticavo.
RispondiEliminaVisto che parliamo di ICP, sarebbe anche interessante sapere il contenuto del paniere con cui viene calcolato dato che la fantasia con cui cambiarlo non manca.
Chissà perché... :)
Se ti vai a leggere l'ebook sul debito che non rappresenta un problema perché non si eredita solo il debito ma pure il titolo di credito.....
EliminaLo trovi sul loro blog.
Consigliata l'assunzione di antiemetico e di sali minerali.
http://keynesblog.com/2012/09/25/che-cose-il-debito-pubblico-e-perche-non-e-il-problema/
EliminaAndrea, facciamo un patto: tu mi eviti dolori addominali dovuti dall'eccessiva assunzione di Maalox, ed io non devo colorire i miei commenti con parolacce e moccoli vari. :D
RispondiEliminaCome si fa a credere ad una CAZZATA simile: "E invece il debito pubblico è un debito di una parte della collettività verso la restante parte della stessa collettività, per cui la nazione non è né più né meno indebitata per effetto dell’emissione di debito pubblico"?
Cos'ha che non va questa gente e soprattutto i loro lettori?
Poi un'altra perla ripresa anche da quella spazzatura della MMT: "Da ciò segue che per il settore privato i titoli del debito pubblico da esso posseduti formano parte della sua ricchezza."
Poi questa è bella: "A parità di ogni altra condizione, pertanto, un maggiore ammontare di debito pubblico comporterebbe un maggiore ammontare di ricchezza complessiva per il settore privato."
Ora chi glielo dice ai fessi che dovranno sobbarcarsi il peso di questo ammanco? Giusto per fare un esempio...
Ciao a tutti
RispondiEliminaUltimamente mi era venuta proprio questa curiositá, che tu sappia Francesco, dove é possibile reperire i dati su composizione e pesi del paniere in Italia e a livello europeo?
Grazie :)
Te l'avevo suggerita la terapia.
RispondiEliminaNon puoi negarlo. ;D
Ci vogliono stomaci forti!
Tuttavia, tornando al redde rationem, credo che l'elettore swinging, quello che decide ogni volta chi vince le elezioni, sia una persona mite, una brava persona in senso lato, proprio quell'uomo della strada che vive, lavora, fatica e rispetta (borbottando) tutte le regole che può, e paga tutte le tasse che può (sempre borbottando).
Non è un estremista, non ha ideologie, anzi, è molto disilluso, ma spera sempre di cavarsela e se può è generoso col prossimo.
Vorrebbe soltanto tranquillità.
Per molti aspetti è la spina dorsale del suo Paese.
Purtroppo, tutta la propaganda possibile ed immaginabile è diretta da sempre su di lui. Ed è propaganda sottile, multiforme e potentissima. E soprattutto brutalmente monologica.
Altro che "conoscere per deliberare"!
E, pertanto, dubito che concepirà o farà mai qualcosa di davvero imprevedibile.
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E' importante la tua opera di coerente divulgazione. Tu ne cede malis.
Ma attualmente neanche con la maieutica più acuta si riesce ad ottenere alcunché.
Temo, e lo credo davvero, che solo un bagno di realtà dolorosa potrà forse qualcosa.
E non è neppure sicuro che la risposta non sia ancor peggiore.
Vedremo.
Ciao maty.
RispondiEliminaSto preparando per i prossimi giorni qualcosa sul paniere USA. Per quanto riguarda l'Italia c'è questo articolo di Tgcom24 ma è piuttosto poco preciso. Credo urgano maggiori ricerche.
Ciao Andrea.
RispondiEliminaAvrei dovuto darti retta e risparmiarmi in prima istanza il mal di stomaco.
Quando saremo alle porte del Grande Default sarà importante non cedere a promesse legate ad una "pianificazione" di lungo termine o qualsiasi altra cosa preveda un pool di persona con una presunta "conoscenza superiore." Non esistono tali esseri umani. Nessuno può e mai saprà cosa è meglio per un altro individuo.
Ognuno di noi ha un determinato set di valori che mette in pratica nelle scelte di ogni giorni, e spesso questi set coincidono in alcuni punti. In questo modo nascono i trend, ma non sempre sono affidabili data la natura "volatile" delle persone. Ma questa volatilità non è una fonte d'incertezza, anzi è stata questa caratteristica che ha spinto l'uomo a migliorare due dei valori più importanti nel nostro mondo: tempo ed efficienza. E' stata la spinta cooperativa con altri uomini, mossi anch'essi dalla necessità di migliorare l'impiego di tempo ed efficienza, che ha condotto l'umanità su quella strada l'ha vista progredire in modo stupefacente nel corso degli anni (soprattutto nel XIX secolo).
La propaganda subdola ha lavorato su temi apparentemente sensati (questo video è emblematico per capire "divertendosi" quello che sto dicendo) per trasferire il potere decisionale dalla massa a pochi individui. In questo modo le persone non hanno avuto più quella spinta dettata dalla necessità di migliorare tempo ed efficienza perché avevano delegato tale onere ad individui con una conoscenza apparentemente superiore.
Ovviamente, non sapevano come riparare l'umanità dall'incertezza ma pensavano solamente al proprio portafoglio a scapito del resto della popolazione. L'illusione di un futuro roseo si sta infrangendo contro la stagnazione produttiva, sociale e creativa.
Siamo nel bel mezzo di uno schema Ponzi, è questa la verità. All'inizio il truffato sta bene e paga il truffatore senza remore. Ora siamo giunti al momento in cui il truffato sta rimanendo senza soldi ed il truffatore fa di tutto per fargli credere ancora che sta in realtà guadagnando. Ma la vista delle ragnatele nel portafoglio dice tutto. (questo video è emblematico per farti capire di cosa sto parlando, e raccomando di vedere il film "Revolver".)
Il modo migliore per tirarsi fuori è smettere di giocare, non esistono altri modi. Affamare la bestia per farsi ascoltare e dire: "Basta! Ognuno per la sua strada."
Sull' ultimo Topolino, Paperone e Rockerduck si combattono a colpi di diamanti prodotti da proiettori in grado di trasformare la CO2 in carbonio puro adamantino. Ne piovono dal cielo a milioni e la gente inizialmente sorpresa, comincia poi ad ammucchiarli per disfarsene perché tanto numerosi da non valere più nulla.
RispondiEliminaAlla fine il geniale Archimede li trasforma in grafite per matite da donare a tutti i bambini del mondo. A spese dei due paperi "centrali".
e per ridare valore ai diamanti naturali.
Una storiella "austriaca". Speriamo che molti piccoli lettori comincino a a capire.
A proposito di Zio Paperone, una grande lezione dal cartone Duck Tales: http://youtu.be/t_LWQQrpSc4
RispondiEliminaBuongiorno a tutti.
RispondiEliminaScusate, ma se non ricordo male la moneta non e' un "valore" in se, bensi' la "rappresentazione" di un valore che viene convenzionalmente cristallizzata nella moneta allo scopo di renderla fungibile, trasportabile e duratura nel tempo.
La moneta è una "aspettativa di scambio" che puo' essere fatta valere nell'ambito del sistema che accetta tale moneta come strumento per l'estinzione delle obbligazioni derivanti dagli scambi di merci e servizi.
Ricorrendo ad una analogia anatomica, la moneta è il "sangue" che trasporta l'ossigeno dai polmoni (ovvero dalla produzione) ai vari organi (ovvero ai consumi).
L'emissione di nuova moneta è quindi sempre, per definizione, fonte di squilibrio in quanto fa aumentare le aspettative (in capo a coloro che, detenendo moneta, si aspettano di scambiarla contro beni e servizi) a fronte di una produzione che invece rimane inalterata.
I litri di sangue aumentano, ma l'ossigeno in circolazione è sempre lo stesso.
Il collasso avviene quando la moneta non viene piu' accettata in quanto ritenuta priva di valore di scambio.
In questo senso, il fatto che da pochi giorni sia ufficalmente decollato il mercato del petrolio in yuan assume una valenza significativa.